– Ciao, hai poi letto il libro che ti ho regalato? Cosa ne pensi della storia d’amore che ho scritto?
– Sì, piacevole, mi ha messo voglia di leccarti di più la figa.
– Ehi! Sei impazzito? Che sono queste porcate? Non siamo fidanzati, come ti permetti?
– Scusa. Tu perché avresti scritto un libro sull’amore, fantomatico, immaginato, poetizzato, romanticizzato? Se non perché brami, in cuor tuo, una scopata galoppante come Dio comanda? Io credo che, nel tuo denudare le tue emozioni, impudicamente snocciolate, volevi aprirti al prossimo. Fargli sentire il tuo cuore. Quindi, il succo è quello. E mi par giusto e doveroso che adesso me lo succhi. Tu l’hai scritto perché ti senti incompresa, con tutto un tuo vissuto interiore spasmodico che sta cercando di esternarsi al prossimo e soprattutto all’altro sesso. Sbaglio? Altrimenti che senso avrebbe scrivere una storia d’amore smancerosa e piena di ruffianerie, carina e sciocchina, stronzina e leccaculo?
– Abbiamo una concezione della Letteratura diversa.
– No, proprio della vita. Che piacere si può introiettare nello spiattellare i propri femminili, pruriginosi stati d’animo al lettore, se non per il fine, che io reputo comunque dignitosissimo, di rivelare il proprio cuore e anche la sessualità spesso taciuta, per reprimende e pudori indotti dalle convenzioni sociali, per aderire al costume repressivo di massa, moralista e infingardo, puttanesco nella sua ipocrisia che tanto predica l’amore e poi, come fai tu, ha paura dell’amore vero, se non quello di sperare che qualcuno, attratta dalle tue interiorità bellamente, semmai anche finemente esposte, possa dirti… sì, mi è piaciuto, mi ha stimolato, adesso apri le gambe, sdraiati e lasciami fare…?
– Ma che maiale! Basta, con te non parlo più. Hai travisato tutto.
– No, qui hai travisato tu. E ti dirò di più Sei una traviata! Uè bella, prima che ti dia una sberla che ti farà ruzzolare giù dalle scale, abbi rispetto della tua sessualità e assecondala con voluttà. Scusa, prima la enunci con totale sfacciataggine, la sbatti proprio in faccia, prostituisci la tua anima per vendere, e poi ti scandalizzi e rabbrividisci se uno ti dice la verità? Cioè che il libro è eccitante, tu sei una bella figliuola e gradirei un po’ di reciproca “comprensione?”. Sentimi, troia, adesso hai rotto il cazzo. Non mi far più leggere questa robaccia melensa che sembra un libro cantato da Giorgia, e vedi di andar a dar via il culo a qualche figlio di puttana che incontrerai nella tua vita zuccherosa e frustrata. Via dalle palle! Rotta nell’ano!
Sì, ero in macchina stamattina e, mentre su un cartellone pubblicitario campeggiava la moto della Ducati, in radio passava una delle canzoni più imbecilli della storia.
Cancellerò il passato per non tornare indietro
Mentre riguardo in uno specchio i segni di chi ero
È il tempo del risveglio, risalgo dal profondo
E credo nelle lacrime che sciolgono le maschere
Credo nella luce delle idee
Che il vento non può spegnere
Io credo in questa vita, credo in me
Io credo in una vita, credo in te
Io credo in questa vita, credo in me
Ma basta, la dovremmo finire con questa merda. Che poi anche gli uomini più rudi, ed è sano che lo siano, belli cafoni e cazzoni, s’innamorano di queste oche, che poi si riveleranno delle orche, e regalano loro dei fiori. Ma che vogliono queste qui? Prima, le loro emozioni deflorano, poi sbandierano le loro frustrazioni in qualche foro, sì, le più impegnate “attivamente” sono conduttrici di programmi politici e tribune elettorali, le più “fallite” vanno a raccogliere la mattina fragole e lamponi per far la marmellata, e non vogliono che la “pagnotta” entri nel forno?
Sì, l’umanità è stata rovinata dal genere femminile. Hanno femminilizzato tutto.
Invece, prendete Sean Penn. Guardate che faccia da scimmia che ha! A voi non pare una scimmia? A me sì. Una scimmia in giacca che interpreta una serie televisiva su un astronauta “marziano”.
E che guarda le stelle, ripensando a quando girò La sottile linea rossa di quell’altro trasognante “idiot” di Terrence Malick.
E poi, fra una stella e l’altra, anche di Hollywood, fra una Scarlett Johansson che gli ha dato tutta la sua “black widow” e una Charlize Theron con lui più “sudafricana di sempre”, caldissima e rovente, Sean Penn torna nella sua casa, mangia una banana, solleva i pesi, e pensa… va be’, ho scopato quasi tutte le zoccole di Hollywood e “dintorni”, in primis quella vacca di Madonna, ho vinto due Oscar, interpretando prima un uomo a cui hanno macellato la figlia che spara al suo miglior amico, che non c’entra un cazzo, poi incarnando un frocio, tutto ciò che io non sono, e per questa mia falsissima adesione al ruolo ho ottenuto il plauso dell’Academy, perché metà dei “membri” sono dell’altra sponda e hanno simpatizzato per me, quindi me la son tirata da ecologista che ha aiutato i terremotati, assurgendo a “intellettuale sociale”, ora interpreto uno che vuole andare su Marte. Tanto questa vita terrena e terragna me la son fottuta tutta e, dopo tante biondine peperine, more amorose e rosse in calore, pianterò le radici sul Pianeta Rosso, trascendendo e ammirando l’universo.
Ho detto tutto…
Per voi, invece, prevedo un’altra giornata coi piedi piantati per Terra. Quindi, un lavoro sfiancante, qualche psicologo che vi racconta balle per consolarvi, un po’ di musica rock così vi sentirete meno scemi e più “fighi”, e la solita vostra “pregevole” ammirazione dei lati b su Instagram.
Che vita “straordinaria” che avete.
Io sono il vero The First, un uomo che ha sempre vissuto come cazzo gli pareva, e ha superato ogni confine delle vostre piccolezze.
Se non ti sto bene, vai a frequentare quella mignotta di tua sorella.
– Guarda che l’accoppiamento tra fratelli e sorelle, figli dello stesso sangue, può partorire un bambino con malattie genetiche.
– Ah sì? Perché quest’umanità schifosa, invece, di tanto perfetto cos’ha partorito?
Senti, ti racconterò una storia.
C’erano una volta le scimmie, poi alcune scimmie acquisirono maggiore coscienza e accesero il fuoco. Ma erano ancora inconsapevoli che quello o quella dell’altro sesso, che gli stava accanto, potesse essere suo fratello o sua sorella. Il concetto di famiglia non ce l’avevano. Così, le scimmie, già in pubertà, appena vedevano un bel culo, si piombavano addosso. Dall’unione animalesca nascevano altre scimmie.
Dopo moltissime generazioni, le scimmie si annoiarono e cominciarono a riflettere sul senso della vita. Al che posarono gli occhi al cielo, sperando in un mondo migliore, più equo ed equilibrato, paradisiaco insomma. E pensarono male, secondo me, di crearsi un Dio. Un essere immaginario superiore che stava sopra di loro e li guardava, giudicandoli. Sentendosi giudicati, cominciarono a “evolversi” e nacque involontariamente l’educazione civica.
Fine della storia.
Ma concluderei con un’altra frecciata devastante.
Su Facebook, impazza la signorina Marietta.
Una che, durante l’adolescenza, veniva sfottuta a sangue, perché era racchia e passava il tempo a sublimare le sue “carenze” sessuali col Cinema metafisico di Tarkovskij e studiando tutta la filosofia di Aristotele.
Marietta, dopo tanti studi serissimi, ha trovato un lavoro da ricercatrice astronomica, per cui guadagna quaranta milioni di Euro al mese. Da quando svolge questo lavoro, si cura di più, va in palestra e adesso è una gran bella gnocca.
Così, dopo il lavoro, torna a casa, si fotografa in lingerie, controlla tutti i Mi Piace che ha ricevuto, e visiona quale sia il maschio più appetibile che le ha messo mi piace. Insomma, fa una selezione “accurata”.
Se quel maschio è uno con lo yacht, lo contatta in chat, le dice dove abita, e quello se la tromba.
In cambio dell’inculata, Marietta, oltre ai soldoni che già ha, riceve altri “favori”.
E ha sempre il sorriso sulla bocca, dalla mattina alla sera.
Bisogna aggiungere altro per dire che quest’umanità fa schifo?
di Stefano Falotico