Più che Superman di Snyder, sono irrimediabilmente un romantico. Purtroppo, me ne vergogno, quando i… brothers intonano il ghost di “Unchained Melody” il mio cazzo vola fra nuvole e lenzuola…
… lenzuola spesso “bagnate” di me stesso nel piagnisteo che s’impenna al “consolidamento” masturbatorio dell’autoerotismo consolatorio
Visto che poche volte la prendo, prendiamola alla larga di prefazione. Eh già, se non c’è l’“introduzione”, almeno son redattore di donne che non “arredo”
Ai Man of Steel “pacifici”, ai lor mantelli preferisco smantellare le “tranquilli” cer(tezz)e, nel monumento esistenzialista della mia “innocenza” satanica
Sacrificio d’un Altare altissimo!
Tanta fu l’ira “avvenente” dei nemici irriguardosi che i castighi, da loro perpetrati con avventata, immonda aberrazione, di giustizialiste punizioni, a tal esecrabile scempio, di mio ugual “capriccio” arricciai in case in cui brindarono e, adesso freddi loculi spaventati, gemono terrorizzati dall’apocalittica catapulta del ribaltarne l’effimere “beltà” in pari, sdegnoso, impareggiabile combattimento.
Battaglia per la Terra, a mani nude e d’offese ingiuriose tempestarono una coscienza, che non s’atterrà mai ad atterrar, piana e planando “serena”, in tal ottusa valle lagrimosa di camuffata allegria “paciosa”.
Una pioggia biblica di rane annuncia lo sterminio imminente, i faraoni egizi “vergan” pianti ininterrotti a imperdonabile furia che s’abbatterà epica.
Nessun perdono!
No, rafforzato a muro iconoclasta, mai distrutto, dall’orrore non marginato del loro recluder d’emarginazioni violente, s’eleva un Capitano. Il più coraggioso, irresistibile “buffone” a irridere e corroder tal corteo d’impagliati pagliacci.
Palmato, a volo d’Angelo il vendicatore è irrefrenabilmente arrabbiato.
Dinanzi a quest’inquisitoria, vigliacca e inenarrabile distruzione, il bellicoso scontro non farà sconti.
Scornati, scorticarvi con “lentezza” e “lente d’ingrandimento”, grandinerà un’esplosione fulminea e durissima, scagliata in maree lucenti, ardenti come cristalline meteore infuocate, inferocita e slanciata, propulsiva, inebriata dentro la stessa lacerazione, d’estrema unzione, in virtuoso ballo dei peccati.
Picchi magici nella spietata vendetta, gridata in sbranarne, a fuoco cauto, verso chi azzannò le fastose castità.
Illuso d’incatenarne i liberi, stupendi funambolismi eccentrici e stellari sogni, ché come tutti roteassero spenti, tetrissimi nella tristezza bugiarda di color che mascherano la tristezza fra occhi invero sparvieri della fratricida sparatoria.
Oh no, mai arrendersi ma essere insistenti per rabbonir chi sparse malesseri e, veloce giudice, avvelenò di malinconia.
Nel contagio propagato di generazione in generazione, a “bandiera” nazista che scolorì e ottenebrerà altre anime in vita armoniosa. Vergogna!
Vigorie, v’echeggio all’ordine, deturpaste con usurpatrice menzogna a torturanti nostre gogne.
Ma non guariste. L’incantesimo della cattiveria è stato infranto. Fratture energiche e abbeverate di verità “religiosa”. Noi guaimmo sotterranei, per emerger trionfatori sulle ingiustizie.
Prostituzioni, sfruttamenti, abusi di potere, altre guerre per vanità del monopolio capitalista nella dottrina servile e prodiga al porco caporale.
Abitiamo spogli, lupi della foresta, udirete la nostra voce in cuori marmorei vostri accerchiati.
V’infliggeremo furibonde cicatrici, “sprizzerete” il rosso colore della vostra orgia, divorata e antropofaga!
Micidiale, identica ferita immolata ad appuntita lama, ad assassinio sgolante in gole vostre omicide.
Accoltellate!
Urlerete, segregati e perennemente violati, ché uccideste i voli dei puri a “rinomanza” arrogante del vostro dinastico “diritto”.
Calerà il ve(ssil)lo impietoso, “scomparimmo” per marchiarvi di cimiteriale paura.
E ora è dolore, morte. Profanazione alle tombe dei “viventi”.
Della più cattiva ribellione, penetrata ad accecarvi, senza distinzione alcuna, tutti mostri se vi macchiaste del più efferato crimine, l’altera bestialità di macellare chi a voi, di carne, non gradiste, devastante non placherete!
Parola del Cristo, parola di Superman.
Per anni, durati secoli, sì, mi dichiarai un centauro solitario con la mia castissima “cintura” ma, dopo “millenaristiche” astinenze, una mi sverginò e d’allora mi serve l’astringente, anche se talvolta “piange” nel fazzoletto… “durerà” ancora per altri “centenari” o per un centesimo in più mi darò a darlo?
Sì, la vita è questione di danaro. Se non ce l’hai, non esigere l’erezione. Al massimo (dello “sforzo”), puoi avercelo grosso ma poco grasso colerà…
Nel (per)corso della mia (r)esistenza, provai in tutti i modi di “tacerlo”, tacciandomi anche per San Francesco. Parlava infatti da solo con gli uccelli.
Eppur son ossessionato dagli “affreschi” al gentil sesso.
Tante ne vedo, loro non mi guardano neanche, ma i fianchi ci sono tutti. Ieri, un fondoschiena mi schienò e domani un’altra si “chinerà” per mettermi a novanta. Ogni sera mi purifico d’atto impuro sul (giù) “risollevar” la varichina di tanto “sfacchinare” ma il mio sacco è sol che farina senza zucchero.
Molto presto, eiaculante di pubertà precoce, mi sedaron di compresse perché n’ero ossesso.
Da raschiarmelo fin all’osso, sbucciandomi di graffi così lesionisti da sanguinar ancor prima di “schizzare” poi da “matto”, qual divenni sebbene “venissi” sempre nel matar il mattarello. Tentando di attenuare la lacuna di vero orgasmo, mi “orgasmizzai” alla Bickle.
Nella mia zona, non in-tendo solo quella erogena, alludo al mio indirizzo civico di quartiere talora “scriteriato”, ero comunque uno dei meno “attivi”. Non che fossi stato o sia un passivo o latente omosessuale, mi riferisco al poco proficuo di figa.
Un Lebowski con molti Cd e varie pal(l)e di ventilatore nel “giradischi” su fegato addolorato simil ernia al disco.
Sì, ballonzolavo da gonzo e poche ganze mi sfilavan le calze. Il mio cazzone era attizzato “ardente” quasi sempre, con l’incognita, non trascurabile, che lo curavo “pazientemente”parecchio nel fai da te se non te la dà per il “bignè”. Insomma, una “dolcezza”.
Una “tecnica” masochistica delle più “dure” e ardue, da “coltivare” con abnegazione assurda se il pene in Lei non si (det)erge.
Sì, se non suggi, almeno assurgi il “tuo” in benedirlo d’acqua nella “mano morta”. Ricordate: se le fighe vi sfuggono, hai dalla tua il “tuo”. La miglior difesa è la fuga. Senza umido, puoi fartela fra le mutande a modo tuo.
Da “piccolo” subii già la grandezza del mio glande. Ma ero poc’accetto in quanto di testa acerba nonostante i testicoli cotti. Le ragazze sono come l’insalata. Accettano l’aceto se l’olio è “maturo” di “scioglimento”. Se fai il difficile, complicano la patata, e solo lesso digerisci un lassativo. Mi ricordo che a catechismo lo celai di nascondino nella pausa per la “merendina”. Il prete m’ammonì così: “Attento ove tocchi, potresti diventar cieco. Ma finché puoi, lucida e dacci. Stefano, slacciale e allacciaglielo”.
Sì, il mio parroco era all’avanguardia, detta fra noi possedeva l’intero asilo delle suore, amoreggiandole di “ascensione” dopo le “comunioni”, salvo confessione che puliva ogni macchia… residua.
Ah, ne gioiva di figliuole in quell’aiuola, fra perbeniste educate che, in chiesa, scuse chiedevano ma anche loro non erano tanto “chiuse”.
Quel prete predicava di persuasione davvero “magnanima”. Un gnam gnam da Venerdì santissimo.
Così “alto” che mangiava perfino la carne delle ultime cagne. Che cena!
“Sia lodato”, ringraziavano tutte, e di nuovo s’aprivano di “vocazione”.
Qual buon grado quel “Gradisca” illuminante.
Comunque sia, a prescindere che “scese”, che m’annoiai di latte alle ginocchia in quanto poche gnocche m’allattarono, credo nell’amore.
Sì, quando Patrick Swayze sale in Cielo, appunto, e non discende più carnalmente in Demi Moore, la “commozione” è al top da innamorato cronico.
Il film è incentrato su “quello”. Patrick plasma la Demi di “tornio”, per mirarla poi eternamente in quel “toro”.
Le regala gioielli “preziosi” ma dei topi di fogna affogano il loro “sogno”. Sempre sveglio perché, di Notte, erano insonni causa attrazioni “fenomenali”.
Demi rimane sconvolta dopo l’omicidio. Dove lo troverà mai un dirty dancing di tal “taglia” da cavallo? Un fantasma concreto, di creta pian piano l’argilla era dure(vol)ezza di baci morbidissimi.
Ecco.
Il grande Cinema si misura da come dosi le emozioni.
Se la canzone “Unchained Melody” l’avessero “ficcata” in una pellicola di Sydney Pollack, allora mi avrebbe “toccato”.
Ma, piazzata in “apertura” e a chiosa dello Swayze “dentro o fuori”, mi par una porcata.
Insomma, preferirò sempre il mio Superuomo a queste puttan(at)e mielose di Zack Snyder.
Questo è un proselito, un presepe del mio “bambin” Gesù, un totale disarmarmi ché l’amor, tanto osannato, sarà sol che dispendioso del vostro villico assaggiare, miei naufraghi. Io, irredento e contento, navigo ove non saprete, in quanto mai salpaste ma “salite” nell’abbassar i pantaloni a “prua” di nave a me parve solo parat(i)a e pavida.
Il vero amore si vede quando non hai nulla da perdere.
Vai da una e imbastisci questo “bastimento”, di conversazione spiazzante, ché l’Uomo diverso ama lo sfottò e mai fottere, egli arretra nel retrobottega e apre le cerniere a scostumatezza bella che “fiera”, miei animali, è arrivato colui che s’arrampicò sulle montagne e fu montato dai piedi caprini, or Attila attillerà la sua “sciabola” a mandibole, sgranocchierà i tornado in quanto tornato e dunque rintronandovi, miei tonti.
La dovete finire con questo Cinema americano, buono solo al pinzimonio per una d’accatto. Ma che vuoi” attaccare?”. Avrai giusto un po’ di “pane in forno” nell’abbronzatura delicata a raggi della sua UVA.
La vulva è furba, la volpe divampa e tutto frana, miei porcellini… ecco Ezechiele senza mielose moine. Il lupone fra capre e il cavolo! E che cazzo!
Egli è caffè che annusa l’aroma puro e se ne bea in tanto, come dico io, belato. Iellati, mescolatelo e sorbitevelo!
Abbaio, sul balcone me “lo” imbroglio spudorato, mostrato a “Papa” per poppe dirimpetto che lo vorrebbero catapulato, ah sì che pute, formato cannone e-saltato. Vado scomunicato? No, di comunicazioni erotiche pen che nel cavo. Abbasso le cavità! Datemi del vino di distinte viti. Che distillato! Che stallon di zuppa bagnata!
Con cautela, di “mio” lo tasto ma non lo defenestro. Infesta di ripida pioggia sulle teste dei “tosti”, per indurirli ché troppe tenerezze li sbriciolarono in birichin bicchierini.
Il mio piedino è inguaribile, scodinzola, e si piglia al “lazzo”, scaraventandolo di manico a quelle di Destra, delle polle politiche. Pontificano mentre sotto il ponte depongono in mio favore con altro “Favella ma combina” clandestina.
Noi siamo così, tu beccati ‘sto cinemon’, mio trombone e soffia in bocca al tuo vuoto.
Avvitalo e poi schiodalo, scoscialo ma non ti regalerò lo scotch se, oltre che ubriaco, sarà anche il tuo (di)staccato. Eccoti servito il cioccolato. Sa di merda, marrone come te che sbianchi quando lo ingurgiti.
Stronzaccio!
Amami così, da me otterrai questo cambiamento, demente. Un calcio e un renale calcolo.
Questa è algebra, abracadabra sparisco per fartelo riapparire nel didietro! Lo calcolasti? Ah no? Allora, tornatene dalle zoccole! Cocco, io ti scaccolo. Ti spacco.
Vai a dar del lebbroso a quella slabbrata di tua madre!
Io canto con Ruggeri, sono il Bazar, il bizzarr’, sono la pelle di serpente della mia personalità da Cage alla Presley Elvis, prendo Dern Laura e la scopo in groppa ai titoli di “coda”.
Nel mezzo ci sta lo Swayze!
Ricorda: io ti rubo la svastica, ti sbarro e sbatto la tua vacca di botte. Vere e non sessuali. Sono ostico ma soprattutto ostinato.
In quanto mi hanno stirato e ora posso tirarmela.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- L’uomo d’acciaio (2013)
Va canzonato tal calzone. Di canzoncina! - Superfantozzi (1986)
- Superfantagenio (1986)
E il vaffanculo no?Notare la foto soprastante, Henry Cavill sfodera la corazza in posizione pettorale per Amy Adams già dominata.Ho detto tutto.Più puttanata di così.