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Sean Penn (im)mutabile


21 May

Fratelli della congrega e amanti del Cinema, base nostra solida in questo Mondo oramai corrotto e deperito assai, ah sì, noto con qual squallore adocchiate le ragazze e le corteggiate a man bassa, figurativamente (s)parlando fra una canna e un credervi adulti causa troppe bor(i)e malsane da salvarvi.

Io, il metallaro-carpenteriano Federico Videodrome Frusciante e il grande Davide Stanzione, da mesi portiam avanti con dedizione (la rima ci sta) un blog che un baffo vi fa (ah ah ah).

Mentre la gentucola si danna per amoretti banali dietro spettegolare al tutto affannarsi, noi eleviamo la coscienza per entrar sottopelle ove Io sono Io e tu non saprai mai chi sei, ragionando come la massa, e avviluppandoti nel pantano, smarrirai la strada e, una volta (intra)presa quella sbagliata, sbanderai. Fidati, abbi Fede.

Stai attento ché, a lungo raccontarle lunghe sul millantarla, militare-soldatino diverrai e non so se la tua compagna verrà a()rmata. Baci solo da piccioncino, miei piccini.

Non farmi la fine del picciotto! Almeno, dalle un pizzicotto. Scatena il man in men che poi ti picchierà in accoppiamenti sdruciti, mai leccati, di platinato sol piantarvi a Natura.

Va bene, perdonate la prefazione, e passiamo ora a Sean Penn.

Di cui, ieri pomeriggio, ispirato da miei intercostali pentimenti a non perdonare chi sbagliò sul mio conto, poiché conta male le pecore prima di prender sonno, ho vergato, di mio pugno e sudore tale omaggio di gran clamore.

Amore, vieni a me e donami quel che sei o sai?

Entrambe vanno lisce ed entra senza recar fastidio.
Tu, Donna, conosci chi vi è in me fra le tue cosce. Al bando le costolette, arrostiscimi da rusticana e facciamo anche baccano in quanto Bacco è (di)vino.

Applauso!

Sean Penn. Cosa posso dirvi? Testa calda, non la domi con una fiaschetta di buon vino allaBukowski.
Tanto poi è più incazzato di prima e non ti conviene dargli due sberle per svegliarlo. Ti rifilerà una serie di ribellioni marchiate a sua pelle “indiana”.
Be’, indiano lo è… sempre stato, instabile di un’altra epoca, forse di una Terra Promessastraniera.
Uno springsteeniano dentro, e nella sua anima appunto risuona e scandisce una melodia tragica-amara con picchi pazzeschi, esorbitanti di poesia pura. Melodia!

Basta osservarlo negli occhi, non scorticarli con visioni “a prima vista”, frettolose, che non sanno un beneamato cazzo di chi li “abita”. E si muove nella sua sfrontatezza a Cuore introiettato dentro la via vera. Fatta di casini, gelosie, amici stronzoni, tradimenti, corna, pestaggi e risse. Perché no? Il carisma di Penn è un capire subito ch’è un lupo solitario…
Se non fosse figlio comunque d’Arte ma uno “qualsiasi” della provincia medio-bassa americana, eccolo… in un bar scalcinato a vomitare la merda del troppo tener dentro e poi scoppiare, dar di botto perché uno così non è un ipocrita e lo rifarà. Non ci provare!
Sì, un Bukowski magro con più fortuna hollywoodiana. Almeno, ha incanalato il suo “duro” di chi delle regole se ne frega. Anche del sistema “burocratico” della Mecca.
Sposa una Donna, Robin Wright, poi se ne scopa un’altra fra una “pausa” e l’altra, “schizzato” Sean, di brutto.
Divorzio? Aspetta prima di concedere a Robin le carte della pratica “inconciliabile”. Intanto, anche Lei non gli è “coniugale”. Una Madonna con scheletrini nell’armadio. Ah sì, Giulio Cesare avrebbe diffidato di una “magrezza” tanto “figa”. Non me “la” racconta questa figliuola…
E che gli puoi fare? Chiamare la stupida “assistenza sociale” di qualche regista “bravo” a raddrizzarlo?
Più “dritto” di così si muore. Non ci son cazzi, appunto.
Litiga con Woody Allen per un personaggio a modo suo, e manda in quel posto Oliver Stone perché semmai ha tagliato il suo “ciuffo” durante l’amplesso “boschifero” con la migliore Jennifer Lopez. Per una volta “seria” in quanto proprio puttana “sfruttata” a dovere. Piazzata sotto le frasche delle sue seduzioni a sedarla d’uno “Stai bonina nel culone e recita come Dio comanda”. La recitazione viene. Alla grande. Coppia che scopa ai pochi flash d’un film sbagliato, completamente.
Sean… io adoro i “pazzi”. Lui lo è, quasi meglio di me. Per il resto, c’è la cassiera dallo “scontrino” alla fiscalità vostra del vederla “eleganti”.
Sean è rozzo, animal-“rospo”, ed è per questo che sente il Mondo e combatte per una morale anche attoriale.
Principe e un po’ gigolò.
Se avete qualcosa in contrario, nulla da fare. Ve lo ficcherà nel popò. “Stai zitto papà!”.
Vi manderà sempre a cagare. Bene o male che Sean sia.

Amen, siategli cortesi. Per (dis)piacere.

Firmato il Genius, nel blog troverete la mia nomea.
E acquistate il libro. Vale la pena in un Paese ove Fabio Volo vende tanto e non leggete come si deve.

  1. The Tree of Life (2011)
  2. La promessa (2001)
  3. La sottile linea rossa (1998)

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