Sì, fratelli della congrega, la vita si prospetta dura e mancano le prospettive in (pietra)vista. Infatti, i soldi scarseggiano e i caseggiati, anche in affitto, costan troppo.
C’è da “mutuarsi” in qualche genialata per salvare appunto la baracca. Altrimenti, poi perdi la brocca e diventi un brocco. Di mio, mai mi bocciarono, saltai molte “frequenze” con libretti di giustificazione da “Non classificabile” ma adottai una strategia inversa al pensiero di massa.
Se pensi a piccoli passi, non ne fai uno in avanti, ma indietreggi nel “didietro”.
Sì, l’uomo avvezzo al “normale” adattamento non possederà l’acume mio labirintico dei neuroni saltellanti, la squisitezza con cui poco disquisisco nelle futilità m’arrivo al dunque “centrale” della questione: la Donna.
La Donna abbisogna di coccole, quindi vuol essere palpata prima dal corteggiamento lento lento e quindi puoi andar “spingendo”. Io pratico la zona mista, marco in difesa nel contropiede (s)piazzante.
Lei, stupefatta e impreparata alla contromossa, non resiste e posso segnare, “gonfiando” fra le sue calze a rete.
Sì, del virtuale ero stanco, così mi sfiancai… che fianchi ma tutt’ora arranco. Sarà colpa delle mie “palle” non rincoglionite. Funamboleggiano e schizzano veloci nell’andamento tattico nel tatto che “plana” di “allungo”.
Sì, ma è difficile comunque. Infatti, è come quando giri un film, il “montatore” rompe il cazzo e attacca male lo “scorrimento”. La pellicola salta e s’accendono le luci nel “mezzo” del momento topico.
Ah, questo cinema è una topa(ahia!), il buio avanza, l’interruttore non opta per le luci rosse.
Così, finisci nel trash e ti scaricano dal “Tubo” nel download più “Plus”. Tanto più che infatti non sta(i) su.
Consoliamoci con tua madre. Un Tempo era bella, infatti indossava la veste “di strascico”, adesso strascica e ha pure la plastica.
Insomma, sembra un blair witch project. Cioè uno pseudo Cinema buono a nulla. Questa sorta di film sembra un video amatoriale che girai l’anno scorso assieme a un canguro orfano australiano, raccattato nei pressi di Modena.
Piangeva e gli dissi: “Facciamoci una scampagnata”. Lui fu entusiasta ma capì che se sei nato canguro non puoi essere un guru ma soltanto una lumaca di Palinuro.
Un Falotico di Notte toglie le “mele” bionde “combinaguai”… Questo film è lapalissiano del “confetto”, leggete la recensione e giudicate in mia presenza
“Pazzo” cagnolino in qual guaio ti sei cacciato? Chi dice Donna, dice solo bionda. I danni son (irri)conoscenti per caso…
Da quale strano Pianeta spuntò tal sottovalutatissimo capolavoro? Dal cappellaccio “bifronte” d’un McNaughton John inaspettato, “prova del nove” che fu clamoroso “flop”, sia commerciale e sia a livello di “critica”.
Ma, a ben esplorarlo, sondarvi dentro or che il Tempo è più “obiettivo”, son ivi a scandagliarne l’intim(istic)a e romantica, nostalgica sua “infranta” memoria.
Ecco, John è reduce da Henry… pioggia di sangue di “vero pus underground”, masterpiece assurto in gloria dai cinefili di bocca buona quanto bistrattato, censurato, reciso, “oscurato”, discusso, linciato peggio dei “cannibalismi” di Lee Lucas.
Prima, “storica” incursione di Nanni Moretti nelle sue pause “vacanziere” da Caro diario…
No, a Nanni non garba la statura, in ogni senso anche prospettico d’attorialità, di Al Pacino, specie se è heat e si “scalda”, appunto. Forse, non ne tollera la recitazione finto-nevrotica di tecnica dalla sordina elegantissima anche quando “sbraita”, insegue la sua preda, ed è già insomnia nel manhunter, mio agente Vincent Hanna. Sei solo se a giudicarti è il borioso Nanni, bravino nel suo Cinema “al cappuccino”, psicologo della mutua che mi lascia perplesso, pessimo però come giudice dei nostri capolavori più amati.
Ma lo perdoniamo, erano strange days…
Sarei però davvero curioso di sapere se ha visto questo sbirro… addirittura presentato nel Concorso Ufficiale del Festival di Cannes del 1993. Proprio perché, dopo Henry, tutti nutrivano enormi aspettative sul nostro McNaughton.
E poi… per tanti poi… musiche di Elmer Bernstein, sceneggiatura di Richard Price, fotografia di Robby Müller e produzione esecutiva (udite udite) del grande Martin Scorsese.
Tant’è vero che il protagonista è Robert De Niro.
La prima geniale intuizione è ribaltare gli stereotipi delle icone. Infatti, De Niro non è affatto un gangster, come si poteva presupporre, bensì tutt’altro. Un timidissimo fotografo di polizia. Affettivamente più “cadaverico” dei morti ammazzati che immortala prima della loro “consegna” agli obitori. Dormicchia Bob, pigro, con un po’ di pancetta “tenera” e gli occhi da orsetto notturno. All’improvviso… la scintilla del “suo” equivoco esistenzialista.
Salva involontariamente la vita a un mafioso, il “temibile” Frank Milo/Bill Murray. Come? Murray nella parte del “picciotto?”. Eh sì, la contrapposizione di due collaudati “characters”.
Il “duro” Bob agli ordini della malavita “redatta” da Murray. Che follia è mai questa? Alla Mel Brooks? No, commedia nera dalla grandiosa “sordina”.
Film che ci sfiora nell’amplesso rovente con un’Uma Thurman debordante, madrina nella Madre Natura del suo seno esplosivo. Esorbitante e ottima. Bella to die for nonostante la scarsa docilità anche proprio del suo “caratterino”.
Il film passeggia, sta zitto fra scoppi improvvisi e ilari, il jukebox… just a gigolò…, la perfetta dinamica fra gli interpreti principali e le macchiette di contorno, cervi che appaiono sotto la Luna d’una piazzetta “metropolitana”, addominali “accidiosi” poi limonati e scopatona, virilità rivali dagli scontri divertentemente umorali, la scazzottata finale, la fortuna che bussa alla porta, la fatuità della fatona Uma, l’infatuato, “sbriciolato” Bob romantico, bicchierini sorseggiati in questo Mondo che, all’alba, come sempre gira.
Giostre e gare, calma e turbolenze da “maschi” orgogliosi.
Per il resto, un signor film. Per il “restante” McNaughton, salverei la splendida Ashley Judd di Crocevia per l’infernoe le tette tante… di Denise Richards in Sex Crimes.
Non ho d’aggiungere altro. Grazie, prego, buona visione.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)