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La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

Non seguo più la cerimonia degli Oscar come un tempo, un tempo mi tiravo a lucido, quasi in smoking, e mi docciavo per essere al top durante la visione, neanche se fossi stato io il winner… o Peppino Lo Cicero


04 Mar

lo cicero servillo

Sono particolarmente legato al film 5 è il numero perfetto di Igort.

Lo vidi, in anteprima, al Festival di Venezia dell’edizione stravinta da Joker. Proiettato, peraltro, proprio in quegli stessi giorni.

Fu stroncato ma io l’amai subito. In quanto, l’incipit con Servillo dal naso adunco e posticcio, mi ricordò la caricatura di Bob De Niro in Ronin. Quest’ultimo, nel film di Frankenheimer, scendeva le scale di una scalinata (per forza, le scale fanno parte della scalinata, non credo della Scala di Milano, ah ah) di Parigi, passeggiando torvamente per poi addentrarsi in un bistrot frequentato da spie forse losche, forse bazzicato da Natasha McElhone. Diciamocela, una gran gnocca.

Inizialmente, De Niro fu corteggiato per la parte andata poi, dopo molte vicissitudini produttive, a Toni Servillo, definito il De Niro italiano. Ora, con buona pace di Toni, se lui è il De Niro italiano, io sono il Daniel Auteuil del bassifondi felsinei.

La vita va avanti, a volte va indietro. Credo che sia giusto così, in fondo…

Sì, credo che un tempo fossi una persona migliore con enormi ambizioni. Credevo fermamente che un giorno avrei vinto l’Oscar. Ma divenni un Toro scatenato. Infatti, nella domenica mattina della nottata a venire dell’edizione degli Oscar, che si tiene dopo la mezzanotte, ora italiana, entravo in ansia e mi lavavo imperterritamente per trovarmi in splendida forma spumeggiante, quasi schiumosa al Neutro Roberts, per tifare contro Julia Roberts, donna da me mai sopportata, sentendomi più che una celebrità, diciamocela, un uomo pulito e immacolato da disturbo ossessivo-compulsivo di natura maniacale-igienica tendente al carnato mio di pelle chiara, oserei dire candida e smaltata più d’una bella statuina dorata.

Mi ricordo comunque che non poco m’identificai col vincitore Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Ah ah. Ah, che annata. Vinse tutto Titanic, tralasciando Helen Hunt…

Qualcosa è cambiato è una vera, soprattutto realistica, storia d’amore, altro che il film di Cameron.

Non uccidetemi per questa mia affermazione: il Cinema di James Cameron è inferiore a quello di Mario Camerini. Comunque, Kate Winslet è più figa rispetto ad Helen Hunt.

Andiamo ora avanti. Non facciamo della dietrologia per queste mie asserzioni banali. Che volete? La banana?

Oggi come oggi, debbo ammettere di essere cambiato in qualcosa? No, quasi in tutto. A quindici anni fui Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, fui preso per pazzo solamente perché disertai il liceo. Non mi pento di tale mia scelta. Gli altri facevano occupazione mentre i professori facevano un po’ i disoccupati. Quindi, io sono stato coerente.

Se non vi sta bene, denunciatemi al sindacato di Jimmy Hoffa di The Irishman, miei mafiosetti e ragazzine smorfiosette. Ho delle belle fossette, dunque più di tanto non mi affosserete.

Peppino Lo Cicero, Peppino De Filippo, Peppino Impastato e Carlo Buccirosso as Totò o’ macellaio. Di mio, preferisco Antonio de Curtis di 47 morto che parlaE ho detto tutto…

Suvvia, guaglioni, non fatemi una Smorfia, neppure napoletana. Non ho bisogno di interpretare i vostri sogni per giocarmeli al Lotto. Voi, dalla nascita, vi siete fottuti il cervello. Quindi, i vostri sogni sono aria fritta come quelli di Iaia Forte nei panni di Madonna. Scusatemi, compari, ma non era Veronica Ciccone la… Madonna?

State messi male. In Italia, pensano che Sergio Castellitto sia un grande attore e che sua moglie, Margaret Mazzantini, sia una grande scrittrice. Sì, la Mazzantini vinse il premio Strega. Siamo sicuri che fosse della letteratura?

Castellitto è un mediocre. Lo apprezzo solamente nel film di Vincenzo Terracciano dal titolo Tris di donne & abiti nuziali.

La sua faccia infatti mi puzza di stronzo. Basti vedere le sue scene vergognose ne La carne con Francesca Dellera e il suo metodo molto sentito con Claudia Gerini in Non ti muovere.

Invero, di notte registravo tutte le puntate di Playboy Late Night Show. Durante la giornata, leggevo più di Dennis Hopper di Una vita al massimo. A eccezione della Notte delle Stelle in cui, possedendo io solo un videoregistratore ai tempi delle VHS, non essendo tale apparecchio dotato della possibilità di registrazione multipla a più canali, per una notte non mi distraevo con Marliece Andrada, futura star di Baywatch, fingendo spudoratamente, anzi, con estrema pulizia e pudicizia da Academy Award, per l’appunto, di essere un topo, no, un tipo che necessitava di starsene buono e zitto, amando donne bastarde eppur di gran classe come Louise Fletcher. Infatti, la parte di Fletcher in C’era una volta in America co’ De Niro fu tagliata…

Devo esservi sincero, Jack Nicholson ha recitato con attrici bravissime. Fra cui Diane Keaton, Meryl Streep, Faye Dunaway e via dicendo. Ed è stato sposato per anni con un’attrice meravigliosa ma, indubbiamente, oggettivamente bruttissima, cioè Anjelica Huston.

Nel tempo libero, fra una lite e l’altra con Morticia Addams, a mo’ di 3 giorni per la verità del suo amico Sean Penn, autore di Lupo solitario, col quale Jack avrebbe recitato pure ne La promessa, pur conservando omertosamente, a mo’ di mafioso bugiardissimo, L’onore dei Prizzi e l’impeccabile reputazione della “famiglia” alla Marlon Brando de Il padrino, non aveva prezzo quando segretamente sfilava le calze col pizzo di Amber Smith. O no?

Come si suol dire, Wolf – La belva è fuori? No, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sì, Jack è sempre stato un vizioso e non è affatto vero il detto fariseo… l’ozio è il padre dei vizi.

Di mio, per esempio, ho sempre oziato eppur non soffro de Il vizietto con Ugo Tognazzi. Non sono omofobo, non so neanche se sia io un uomo. A volte, comunque, mangio le uova. Le donne ovulano e i maschi amano spesso le galline spennacchiate. Molti uomini sono dei galli cedroni. Be’, fatemi bere ‘na cedrata.

Per via dei miei innocui vizi pubici, no, pudici, fui accusato di essere uno sfigato come Ugo Fantozzi. Sì, i miei coetanei mi sfottevano a sangue. Si sa, erano e sono immaturi e strafottenti. Loro se ne fottevano…, ancora se ne fottono.

Io accettavo ogni presa per il culo senza battere ciglio? No, senza battere. Sì, molti adolescenti della mia età invece già battevano senza darlo a vedere…. Stavano sempre a cazzeggiare e a limonare in qualche pub(e). No, non erano delle prostitute di bassa lega. Meglio non fare una sega? No, farsene molte… Questi pubescenti venivano… foraggiati dai genitori d’alto bordo che li mantenevano agli studi di ogni lingua, straniera e non, scandinava, spagnola o semplicemente “poliglotta” affinché si sviluppassero… con qualche tamarra già molto “esperta”, sebbene prematura con scapp… mento a destra? No, maturanda presto laureanda bravissima agli orali… Molte di queste donne, ex universitarie da Conoscenza carnale di Mike Nichols, adesso sono diventate Anne Bancroft de Il laureato. Sì, per mantenere la facciata di brave signore moralmente integerrime, sono regolarmente sposate a un uomo laureatosi alla Bocconi, poi nel privato, forse solo nel club privé, amano un Piccolo grande uomo alla Dustin Hoffman da attrici “navigate” come Brenda James, Julia Ann, Brandi Love. Finito ciò, ritornano a fare le donne di casa da maionese Calvé. Attenti, mariuoli, queste vi rigirano come un calzino e vi fanno impazzire.

Sì, queste attrici da me appena menzionate, sono specializzate alla boc… hini ai ragazzini? Forse, diciamo, che non sono Jodie Foster di Sotto accusa e de Il silenzio degli innocenti? Direi di no.

Be’, diciamo che i tempi sono cambiati. Dobbiamo aggiornarci, non essere bigotti. Nel sessantotto, si combatté per la libertà sessuale, poi arrivò il 69, adesso le Anne Bancroft dei “tempi d’oro” sono diventate Jodie Foster di The Dangerous Lives of Altar Boys.

Essendo un po’ in là con gli anni, tifano per Ragazzi fuori, no, per ragazzi puri come Ethan Hawke di Paradiso perduto. Eh già. Che cazzo possono fare, d’altra parte? Come si suol dire, nemmeno Francesco Benigno se l’inc… a. Cioè, sono passate dal bramare John Lennon e Paul McCartney dei Beatles a parteggiare per il protagonista biondino de L’attimo fuggente.

Ah, per forza. Vecchie decrepite come sono, possono solo recitare la parte delle filantrope. Sono passate dal credersi Ava Gardner al ballare nel giardino delle loro great expetactions perdute per colpa della menopausa più cavalcante di un Cowgirl – Il nuovo sesso con l’ex di Hawke? Sì, Uma Thurman ma queste qui non “thurmano”, no, non mi turbano. Onestamente, sono già state fottute da parecchio. Che si fottano. Riguardassero Ethan Hawke in Prima dell’alba e poi, se ancora sentiranno qualcosa, rivedessero il loro Prima del tramonto?

Che volete farmi per queste battone, no, per queste mie battute? Sono nato nel ‘79 e, parafrasando il buon Eastwood con E.G. Marshall in Potere assoluto, sono troppo vecchio per raccontarvi puttanate.

Il nostro mondo ha perso. Meritava di vincere come quando fu candidato Al Pacino agli Oscar per …e giustizia per tutti ma Al fu battuto, ingiustamente, da Dustin Hoffman di Kramer contro Kramer.

Quest’anno, tiferò per Nomadland. Tanto per dimostrarvi che non sono misogino. Sì, ci sono ancora le grandi registe donne dopo Jane Campion.

Ma mi sorge, qui, spontanea ora una domanda. Come ca… è stato possibile che Gran Torino di Eastwood non sia stato candidato a nulla? È semplicemente uno dei tre quattro film per cui valga la pena di vivere. Vedo gente che litiga perché è in disaccordo su un film. Vedo uomini che ammazzano le loro donne solo perché hanno scoperto che esse amano Jodie Foster. Da quando nasci, t’insegnano che sei una brava persona se fai lo schiavo che lavora come un negro e vive di messe e compromessi. Mentendo sempre a sé stesso per avere tanti amici e tante stronze. A un certo punto però, in questo mondo che non crede a nulla ma crede che siano giuste le quarantene dovute al Covid, come dice Eastwood/Walt Kowalski, avete presente che di tanto in tanto si incontra un tizio che è meglio non far incazzare? Beh, quello sono io… Sì, mi spiace che, a fine maggio, Clint Eastwood compirà 91 anni. Non penso che girerà molti altri film. Come dicono a Napoli, cè pecchet’! Cioè, che peccato! I geni non devono morire mai, i geni non devono stare con la gente normale. La gente normale è formata da ladri, da bugiardi, da guappi, da cornuti e traditori, da gente che di mattina mangia un cornetto e poi prega col cornetto affinché tu possa morire d’un male impietoso. È gente che crede a dio, è superstiziosa. Pensate, molti credono pure al diavolo, uno con le corna in testa… Crede davvero che un attore sia meglio di un altro perché a differenza dell’altro ha vinto l’Oscar. Appena alla gente sputi in faccia la verità, ti dicono che sei delirante. Be’, non ho bisogno più dei figli di bottana. Poiché, come sostenne Nietzsche, l’uomo all’apparenza più debole è invece il più forte. Un tempo, inoltre, la Critica cinematografica era formata da uomini in gamba. Adesso, tengono banco Frusciante e victorlaszlo88. Il primo è uno che, nella sua monografia su Carpenter, sostiene che dovremmo lavorare un’ora al giorno, massimo, e goderci la vita. Parla, parla, parla ma sta sempre a fare un cazzo, chiede soldi per “lavorare” a mini-recensioni di 2 min. Il secondo, a furia di vedere film e non farsi una trombata con Valeria Golino, sta diventando Victor Frankenstein.

Come sosteneva Clint, il mondo si divide in due categorie. Quella degli umani e quella dei nani. Voi siete nani. Continuate con l’onanismo. Ciao ciao.

 

locandina 5 numero perfetto servillo

di Stefano Falotico

 

Spesso, sono meglio un panino di Burger King e le patate fritte col ketchup rispetto alla vita normale, meglio Her a lei, meglio Stallone di Rambo agli stalloni italiani…


29 Jan

stallone rambo

Sì, col passare del tempo, ho constatato che il mio costato è oramai trafitto in modo insanabile, il mio fegato non è però amaro e pensai, povero illuso, che amare corrispondesse a un infinito bello, non pentecostale né lurido ma puro. Limpido come il giuramento struggente di amabili due promessi sposi, non solo Renzo e Lucia, dinanzi all’altare, speriamo non della fascistica Patria. Finché morte non vi separi… alcuni si amano così tanto che, spolpati dalla gelosia, si sparano. Leggiamo sulla cronaca nerissima, ogni santo giorno poco sano, in verità vi dico cupissimo, di giovani amanti, fidanzati e sposi che si trucidano per colpa di corna assai più piccole di quelle di Lucifero. Perfino si scornano, si scocciano, si scorano e delle cos(c)e belle si scordano. Sì, molta gente si sposa, dopo essersi già accoppiata. Poi si accoppa. E allora forse aveva ragione Al Pacino di Scent of a Woman quando, rattristato e tumefatto nell’animo, più vedente la realtà in maniera lucida rispetto alla gente non cieca, bensì miope, bigotta e ipocrita che giudica e va giudea in chiesa per poi rinnegare ogni credo predicato e in modo fariseo (mal) praticato, sottomettendosi al dio danaro e desiderando non la donna d’altri poiché soventemente è più brutta della propria, bensì sconfessandosi maleficamente in maniera melliflua e mefistofelica, in modo viscidamente serpentesco, ecco, sì… Al ne ebbe ben donde ad adontarsi, non soltanto nella vista totalmente adombrandosi.

Poiché, accecato dallo squallore quotidiano degli ilici, preferì essere uno psichico piuttosto che accettare il piattume e il pattume d’una realtà giornaliera afflitta dal perpetuo, irredimibile vuoto pneumatico più fake d’una vecchia lira distrutta non solo dall’Euro, pure spodestata dalla Brexit.

In Inghilterra credono alla regina? Sì, in quasi tutto il mondo credono a un dio monoteista. Non so se siano peggio i Queen, no, se lo sia la Queen o un Padreterno inventato di sana pianta, in modo solipsistico, da gente più impresentabile di Babbo Natale.

Oh, lasciatemi delirare, lasciate che io non mi divinizzi a immagine e somiglianza della Provvidenza, lasciate che io mi “deniri” in Being Flynn. Sì, sono il Charles Dickens italiano misto a Mark Twain che, a differenza però di De Niro nel succitato film di Paul Weitz, non abbisogna della cristiana carità, non necessita della Caritas e, ai deleteri, ignorantissimi tutor della sociale previdenza, preferisce leggere Another Bullshit Night in Suck City.

Sì, ebbi ampiamente ragione io a non soccombere a una normale vita adattatasi alla mia età anagrafica, disconoscendomi anzitempo dai miei coetanei già facinorosamente carnali e immondi, (mal)educati da genitori falliti e fallaci a reiterare il culto eternamente generazionale del penoso, patetico, lento eppur putrescente, pian piano ingrigirsi, illudendosi di essere piacenti e indulgenti secondo il totemico, inscalfibile moto continuo del crescere comune e del viver sani e “bulli”. Sì, molti ragazzi ebbero le palle come Michael Beck de I guerrieri della notte, poi crebbero, ah ah, sì, incontrando una mig… ta come Mercy/Deborah Gaye Van Valkenburgh e, probabilmente, sarebbe stato meglio se avessero perso il treno, la metro in quella notte di sudori freddi… Sì, Warriors di Walter Hill è un capolavoro ma il suo finale non m’è mai piaciuto. È triste quasi quanto il finale di This Must Be the Place. Fatemi capire bene, anzi, fammi capire… Paolo Sorrentino, sciocchino. Sean Penn, ex storico di Madonna e di altre fig… e ella vergine santissima, nient’affatto virginali, in tale film è uguale a Robert Smith, non ama una come Amber Smith ma è sposato con Frances McDormand. La quale non è propriamente una dea greca o Miss Universo, cioè una velina cretina. È un “gran pagliaccio” che non ha mai rifiutato la sua immagine allo specchio in quanto derivatagli dal suo complesso vissuto, dal traumatico passato ereditatogli. Dunque, a mo’ di tragedia greca da Eschilo o partorita, di aborto, da altri filosofi teoretici semi-ellenici e molto poco concreti come il materico, sostanzioso Epicuro, al nazista fa il culo e integralmente lo denuda. Al che, avvenuta la catarsi, di sé diventa sicuro dopo essere stato nell’animo assai scuro. E avviene anche il cambiamento del look. Cosicché, da rockstar amante del suo essere nudo e crudo, forse metaforicamente “nude” glamour, si taglia il bulbo dal parrucchiere alleato dei capelli, Jean Louis David, compiacendo sua madre pazza che lo voleva medico o avvocato, piacendo perciò a ogni Scarlett Johansson. Donna praticante, in Under the Skin, una specie di boudoir da Cinema radicalchic.

Ecco, la donna più bella e affascinante avuta da Sean Penn è stata Shannon Costello. Mrs. nessuna. Slanciata, adoratrice del jogging, dal lato b sodo e tornito, sicuramente meno ricca della cantante Jewel e meno raccomandata di Leila George, figlia di palla di lardo di Full Metal Jacket.

Ora, molte persone credono fermamente che sarà presto annunciato il nuovo mistero di Fatima. Quale? Il mistero secondo cui Vincent D’Onofrio fece all’amore con Greta Scacchi? Sono dei poveracci da Lourdes, da Medjugorie, uomini e donne da pane e cicoria, uomini e donne non bellamente ambigui come la Gioconda al Louvre. Sì, l’ambiguità di Cheyenne, pre-revenge, del film di Sorrentino, era più figa di Charlize Theron.

Una che, comunque, a mio avviso non è un granché. Ho sempre preferito infatti una donna à la Monster piuttosto che una donna ambiziosa e sciroccata adatta solo a un coglione bellimbusto come Keanu Reeves de L’avvocato del diavolo. Scusate, per questa mia stro… ta, voleste farmi causa o bruciarmi la casa? Ve lo dissi, ho le corna in testa. Se vi azzarderete a citarmi in giudizio universale, contatterò subito Gesù de Il vangelo secondo Matteo e comprenderete che siete più bugiardi di Willem Dafoe de L’ultima tentazione di Cristo. Come no? Sognate la Theron ma debbo dirvi la veritas. Questa qua è una che vuole i soldi, gli Oscar, cinquemila ville a Beverly Hills e pure tutti gli uomini del mondo. Ce la farete a starle dietro o devo immantinente affidarla a qualche Silvio Berlusconi? No, chiariamoci su quest’aspetto, è di basilare e imprescindibile rilevanza. Roba da rotocalco delle falsità di d’Urso Barbara. Amici, le donne innamorate di voi vi vorranno solo per loro. Quindi vi accalappieranno, vi castreranno e vi sistemeranno non solo per le feste. Sarà un festino! Ah, poi rimpiangerete i tempi in cui potevate guardare nei giorni feriali, non solo nei festivi, un film in santa pace, un film spirituale e delirante di Jodorowsky senza spappolarvi l’intestino, in quanto ora penate, sì, pensate che nell’altra stanza lei stia intanto ammirando una pellicola porno con un attore dotato… di miliardi che la soddisferebbe di gioielli e Svarovski. Sì, Sean Penn era godibile quando frequentava Charles Bukowski. Per Mystic River vinse l’Oscar. Il personaggio di sua figlia, in tale film di Clint Eastwood, viene assassinata e stuprata dopo che, al calar della sera, diede al padre Penn/Jimmy Markum un bacio affettuoso. Mah, secondo me l’attrice che interpreta questo ruolo, ovvero Emmy Rossum, avrebbe dato volentieri qualcos’altro a Penn. La Rossum è del 1986, Mystic River del 2003. Azz, no, scusate. Aveva quindi diciassette anni. Sarebbe rimasta scioccata a vita come Tim Robbins, o no? Sean Penn, autore di Lupo solitario… sì, il lupus in fabula perde il pelo ma non il vizio. Sean Penn di Vittime di guerra docet. Porco era e tale è rimasto anche quando rubò l’Oscar a Mickey Rourke di The Wrestler. Vincendo con Milk!? Al solito, per via del mio carattere irascibile da Sean Penn di Accordi e disaccordi, litigo con tutti e tutte. Sì, basta con Jennifer Lopez e le U-Turn. Non facciamone una tragedia. La mia vita è peggio, è l‘incarnazione di una commedia. Comunque, ai De Niro di Joker, preferisco Rupert Pupkin, Travis Bickle e Max Cady. Sì, siete come Fantozzi contro tutti… Al ventunesimo del secondo tempo, avete capito chi sono. Complimenti, però. Io ancora devo capire perché le patate di McDonald’s fanno schifo al cazzo.

Forse, sono delle zoc… le come Linda Cardellini di The Founder. Non lo so. Di mio, non soffrii di melanconia né di ipocondria. Soffro ancora di atimia, di apatia e così sia. Se non vi sta bene, fatevi Emmy Rossum. Ora potete farle il culo, è maggiorenne. Se volete farlo a me, riguardate Rambo e poi ne riparliamo. Insomma, morale della fava, no, favola. Avete capito chi sono io ma non avete ancora capito chi siete voi.

Non importa, se ve lo spiegassi, vorreste ugualmente farmi il culo.

 

di Stefano Falotico

 

Sean Penn e Robert De Niro sono nati nello stesso giorno, io sono simile a loro: (non) è bellissimo


30 Dec

birthday sean penn de niro

sean penn fisicoEcco, debbo esservi sincero. Questa triste e assai tetra, davvero poco lieta, situazione pandemica sta onestamente sfiancando tutti in modo inconsueto. Costretti come siamo a sigillarci nelle notti nostre più sepolcrali, fin troppo emotivamente mansuete.

Alcuni allentano lo stress, ovvero la tensione nervosa, dandosi a buone letture, altri riguardano le loro istantanee Polaroid, altri rivedono vecchi film anche bruttini. Come il remake di una pellicola con Humphrey Bogart, ovvero Non siamo angeli di Neil Jordan.

In cui è ravvisabile un De Niro oltremodo smorfioso e caricato. Mentre Sean Penn recita la parte ambigua del monaco falsamente castigato.

Ruolo che poco gli si addice poiché il suo fisico non è certamente quello del Dalai Lama tibetano.

Nella serie televisiva The First, Penn gigioneggiò esageratamente, esponendo spesso e volentieri il suo corpo scultoreo e il suo petto tornito, sì, il suo torso da dio greco. Da palestrato col fascino del man che è stato con Madonna. Non la vergine Maria… quando si dice, il sex appeal dell’uomo torvo e torbido.

Sean Penn è sempre piaciuto alle donne e, nel suo carnet da latin lover col naso lombrosiano da Lupo solitario, può annoverare rare bellezze femminili delle più fenomenali.

Pare che sia stato anche con Naomi Campbell. Alla pari di De Niro.

De Niro e Sean Penn, tanti anni fa, avrebbero dovuto girare assieme un altro film, vale a dire The Yards di James Gray. Però cambiò il casting. Loro, nel frattempo, si scambiarono non so cosa…

Sean Penn, inizialmente, doveva dirigere De Niro in The Comedian.

Sean Penn, cari compari, compare anche in Disastro a Hollywood.

Ecco, se mi guardo indietro, devo constatare che trascorsi dei momenti monotematici, anzi, mono-espressivi. Assomigliai non poco al Penn di I Am Sam.

La mia espressione, no, depressione abissale, soventemente insanabile ed irrimediabile, mi chiuse in un semi-mutismo a sua volta afflitto da aritmia cardiaca, affettiva e passionale, da melanconia e lucida follia, da pura ipocondria, oppure da innocente atimia costernante.

Litigai, così come Penn, con molte persone. Penn litigò con Woody Allen sul set di Accordi e disaccordi. Mentre con Oliver Stone, per U-Turn, entrò notevolmente in disaccordo, arrivando quasi alle mani.

Un tipo difficile, Sean, irascibile, rissaiolo, “fumantino”, facilmente suscettibile e permaloso, decisamente stronzino… Amante non solo, fra le altre, di Charlize Theron, bensì anche di Bruce Springsteen. Inoltre, è da sempre un tabagista irredimibile, sì, un fumatore incallito. Io riesco a essere sia Tim Robbins che Sean Penn di Mystic River. Poiché sono più trasformista di De Niro.

Insomma, in passato, non è che la mia vita fu propriamente bellissima. Ma quest’anno, in fin dei conti, non è stato così orribile. Ho pubblicato Speculare ipnosi, ho incontrato una donna magnifica (forse è la stessa della copertina?), son uscito con La leggenda dei lucenti temerari e, nell’anno a venire, sarà distribuito sulle maggiori catene librarie online il mio romanzo Bologna insanguinata.

Dunque, se volete essermi cattivi e dirmi che sono meno affascinante di Penn e De Niro, è meglio che vi rivolgiate a qualche strega. La strega è brutta e dunque le sue fatture, congetture e iettature contro di me non funzioneranno. Per forza, non la degnerei nemmeno di una mia firma, ah ah.

Se invece volte dire che Penn e De Niro sono miliardari e io no, mi sarete amici. Perché è la verità.

Dunque, buon anno a tutti. Ho detto buon anno, sì, con 133954728_2376186909194591_6581902384770873816_n 134479841_304477534334834_7040091283352059866_ndue n.

 

du Stefano Falotico

WE'RE NO ANGELS, from left: Robert De Niro, Sean Penn, 1989, © Paramount

WE’RE NO ANGELS, from left: Robert De Niro, Sean Penn, 1989, © Paramount

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LOCKDOWN ALL’ITALIANA: inutile polemizzare sul Greggio più grezzo e sulla Leotta che fa rima con m… ta, evviva Ghosts di Springsteen e il grande Spielberg di THE TERMINAL


29 Sep

diletta leotta lockdown italianaMi raccomando, il virus rimane sulle superfici e tu sei un superficiale.

Ah, non è la Leotta ma Martina Stella? Ovviamente. Ma sono separate alla nascita, Greggio infatti allude alla somiglianza.

E io considero la Stella non una star, bensì una Leotta.

Su quest’aforisma “identico” a quelli dispensatici da Oscar Wilde, iniziamo…

Ecco, era ovvio che la boiata oltre ogni confine dell’immaginazione firmata dall’ex produttore di suo fratello, Carlo Vanzina, cioè Enrico, potesse suscitare schifo generale presso il target meno amante delle scemenze trivialmente popolaresche. Sì, un film che schifa, genera vomito a pelle, ribrezzo e tremolii agghiaccianti che percoteranno, per notti insonni intere, l’anima dello spettatore più sensibile, perlomeno mediamente intelligente. È assai preoccupante che, dopo l’indubbia tragedia del Covid-19, tralasciando gli eccessi sensazionalistici e i falsi, esagerati allarmismi che la suddetta “influenza” pandemica indusse perfino nei giornalisti più seri che si prostituirono, per un po’ di boom d’ascolti in più, a cedere alle fake news più distorsive del concetto d’integrità informativa più allineato al bon ton e all’integerrima professionalità da non svendere per l’audience del mentecatto Bruno Vespa, il quale per anni lucrò e ancora continua a lucrare su psicodrammi da Shutter Island,  una robaccia come Lockdown all’italiana venga ancora prodotta/a? Ah, Vespa fece dello sciacallaggio immondo su Anna Maria Franzoni e Schettino mentre Achille Lauro continua a vendere di brutto e spacca più dell’incipit di Speed 2, ah ah. Intanto, la cantante Annalisa è più spettacolare dello Tsumami di Hereafter, ah ah.

Ora, filmacci come quello di Enrico rappresentano lo specchio d’una italica società immutabilmente ancorata agli strascichi della malattia contagiosa e socialmente pericolosa chiamata Mediaset? Roba per cui Roddy Piper di Essi vivono avrebbe fatto la felicità degli oculisti? Così come recita la squallidissima battuta prevedibilissima dell’uomo italiota dinanzi a una velina? Ecco, toglietele, no, toglietevi il velo.

Siamo ancora rincoglioniti dall’era berlusconiana oppure anche il bellissimo e adamantino L’era glaciale fu in verità un film strutturato in maniera politically (s)correct e propedeuticamente anti-pedagogica al fine di modellare i bambini più puri e innocenti ai precetti dolciastri fintamente ecumenici per allettarli e allattarli, a mo’ di milf mammifera, alla raccapricciante barbarie ancora imperante in questa società ove vince e trionferà sempre l’edonista uomo, nemesi di Pasolini, che in curva Sud, all’apparire di Diletta Leotta a bordocampo, urlerà a squarciagola: faccela vede’, faccela tocca’!?

Sì, di debosciati palestrati di questa razza di Neanderthal, da età paleolitica, da studio andrologo dei gorilla poco sapiens, ne vidi tanti. Un mio ex compagno di Calcio, per esempio, ragazzo timidissimo alla Ethan Hawke de L’attimo fuggente, appena avvistava o anche solo di sfuggita intravedeva Paola Ferrari, s’infuocava più di Gianluca Vialli con Alba Parietti. Ah ah.

Per attimi di scompenso “virile” che avrebbero fatto la fortuna di psichiatri a buon mercato. I quali diagnosticano malattie mentali, inanellando pazienti da spedire in TSO, alla stessa velocità con cui Diletta Leotta cambia i suoi amanti. Molti degli ex di Diletta non reggono all’abbandono e, in preda a sogni mostruosamente proibiti di affettività cagnesca, diventano dei fan mai visti di Lupo solitario di Sean Penn mentre Sean oggi è sposato con una più giovane di lui di trent’anni e, fra un paio di mesi, farà all’amore con una ex, per l’appunto, del Cavaliere Mascarato. Alternandosi fra una donna “emancipata” come Valeria Golino di Respiro e una quasi minorenne come Adèle Exarchopoulos. Sì, caro Sean, non vi crede nessuno che, sul set de L’ultimo sguardo, avesti occhi solo per Charlize Theron. A parte gli scherzi, quello fra Sean e Charlize fu un amour fou come nel film Le fidèle. Ah ah.

Ora, se volete vedere un grande film triste, tenero, brutale e cattivo come The Elephant Man, a proposito di Abdellatif Kechiche, non guardate il furbo e ricattatorio La vita di Adele, bensì recuperate Venere nera (Vénus noire) del 2010. Da me visto a Venezia. Di mio, non voglio sbancare al botteghino. E non voglio sbagliare, no, sbaragliare, sbandare, forse solo sbavare come Leonardo Sbaraglia nel film Sangue nella bocca. Clint Eastwood, in Per un pugno di dollari, urlò: – Al cuore Ramón!

Eva De Dominici, invece, dopo aver fatto la difficile, gridò al Leonardo del film succitato: – Amore, siimi più Tigre!

In questo film, il personaggio di Eva si chiama Débora. Nel film tom hanks terminal, invece, avemmo Ricky Memphis che ci spiegò che Monica Bellucci fu/è eccitante (sì, la scoperta dell’acqua calda, uno squirt?) e quella di Monica… fu una Deborah con l’h. Capito? Nel frattempo, davvero Ibra ebbe un flirt segreto con la Leotta? Soprattutto, a scrivergli l’autobiografia fu Ewan McGregor de L’uomo nell’ombra di Polanski? Ezio Greggio invece come mai non divenne un genio come il suo “amico” adoratissimo, ovvero Mel Brooks? Perché forse volle essere uno yuppie e non ebbe le palle per essere Stefano Falotico? Uomo dalla voce à la Adriano Celentano? L’idolo di Joan Lui e Yuppi Du? Chissà, la verità la sai tu? Di mio, sono un tipo, da J’Accuse più bravo a recitare la parte dello scemo rispetto a John Belushi, capace di sputtanare ogni partenopeo che pensi, su WhatsApp, di coglionarmi, mandandomi i meme, a mo’ di presa per il culo, degli opuscoli dell’Opus Dei e della madonna di Lourdes. Come se volesse dirmi che io sia un boomer e pensionato anzitempo che cerca/chi il miracolo nella fede.

Ma lo sa con chi sta parlando? Per di più, abbiamo anche l’aspirante regista scamorza degli horror più pecorecci che, dopo che gli stroncai un film senza pietà cristiana, mi telefonò, apostrofandomi così: – Porco, io ti fotto! Ora, ti metterò in croce! Per dio! Tu mi fai una pippa.

La mia risposta: – Quella che non ti fa la nuova Leotta che, pur di avere una parte di tre minuti nel tuo film del ca… o, ha accettato di farsi te per tre ore?

– Io ti denuncio! Ti distruggo! – rispose lui in preda alla rabbia più atroce.

– Ah sì? Cosa denunci? Sto dicendo la verità.

– Come fai a saperla?

– Me l’ha detta lei.

 

Per cui, figlioli, ascoltate Ghosts di Springsteen e sappiate che, a Natale, rivogliamo un film come The Terminal. Ecco, la differenza fra un “cinepattone” italiano e Steven Spielberg è semplicemente questa: un cinepanettone è più indigesto di un candito scaduto mentre Steven è un genio e Tom Hanks non sa essere solo Forrest Gump. Insomma, parliamo di uno dei più grandi attori del mondo.

Finale:

– Dove vuole andare?

– Voglio andare a casa.

 

The Terminal, un film magnifico. Sa farci ridere, sa emozionarci, sa essere tutto come una stupenda track jazz. Se non vi piace, sposate Diletta e, dopo tre giorni, nel vostro letto vi saranno quattro Greggio.

Ricordate: alle prossime elezioni, votate un uomo “senza dignità”, il Falotico. Autore di cinquemila libri che non si è mai venduto a nessuno. Perché ha una faccia da sberle/a.

Per finire, mi telefona un altro matto: – Stefano, che fai? Vieni a Napoli. Guarda Napoli e poi muori.

– Mi basta guardare te, anzi sentirti. Scusa, non volevo buttarti giù ma devo proprio buttare giù. Si è fatto tardi e vedo che non sei cambiato. Sei più tardo di prima. Salutami a sorrata. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

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Shining è un film sopravvalutato, in tempi di quarantena?


17 Apr

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shiningAh, quest’isolamento forzato, derivato dal Covid-19, fa impazzire solo chi già pazzo lo fu innatamente, di mio, soffro di “luccicanza” e sono sleeper, altro che Doctor Sleep

Capitolo 1

L’origine della psicosi…

 

Jack Torrance di Shining non è psicopatico, è psicotico.

Apparentemente, la differenza fra questi due termini, pressoché infatti identici tranne il pa che li distingue l’uno dall’altro, è irrilevante e inesistente. Che, peraltro, è quasi la stessa cosa.

Invece la differenza è netta e decisamente sostanziale. Informatevi.

Una persona è psicotica dalla nascita o, invece, lo può diventare? Per quale o quali ragioni, soprattutto?

Ragionamento… Da cosa, insomma, deriva la psicosi? Spesso da un rapporto ostile fra l’individuo, ammalatosene, e la realtà esterna. Può ingenerarsi in seguito a forti eventi stressanti che hanno destabilizzato l’equilibrio e la struttura psichica del soggetto interessato. Anzi, in questo caso, stressato. Eh eh.

Stati di robusto, protrattosi isolamento imposto o inconsciamente autoindotto possono condurre una persona alla “pazzia”. Intesa in senso lato e non in forma pericolosamente psicopatica.

Lo psicotico, infatti, è soprattutto pericoloso per sé stesso. Più che per gli altri, a dire il vero. Anche se, in casi di estrema degenerazione della psicosi stessa, la persona può essere di altrui pericolo se la sua soglia di criticità supera il suo normale livello di “anormalità”. Assurdo, no?

Dunque, la psicosi non è mai genetica. Anche se, in persone con indoli e sensibilità particolarmente sensibili e spiccate, quasi da sensitivi, la tendenza a divenirne affetti è più marcata.

Banalizzanti, neanche tanto, brevi esempi sintomatici di tale sindrome:

  1. Un uomo perde il lavoro, perciò la moglie lo lascia. Oltre al danno economico, la beffa emozionale. Da cui la caduta bestiale da licantropo arrabbiato…
  2. Un ragazzo viene trattato da sfigato ad libitum, ovvero per tempo illimitato. Anziché reagire come Michael J. Fox in Voglia di vincere, incomincia ancora più a tremare, quasi affetto dal morbo di Parkinson, diventando perfino catatonico per colpa dell’estremizzazione pazzesca del suo eccessivo sublimare le delusioni in modo asintomatico…
  3. Cosiddetti adulti imbecilli sono preoccupati soltanto della sfera educativa di natura scolastica e didattica, pedagogica e falsamente culturale delle nuove generazioni. Disinteressandosi totalmente dei bisogni affettivi del sangue del loro sangue.

Al che, in tale caso, abbiamo una ramificazione del caso stesso, vale a dire:

 

  • Il conflitto psicologico che ne deriva può portare alla rassegnazione, all’assistenza sociale, all’eterno, irreversibile piagnisteo, alla depressione immutabile e an(n)ale, alla malinconia imperitura oppure a un’inaspettata ribellione che fa paura.
  • L’ipocrisia della piccola borghesia partorisce mostri peggiori di chi vive d’ipocrisia stessa in maniera paternalistica e demagogica.

 

Chapter due…
Intellettuali dei coglioni, non fatemi la fine di HAL 9000

– Ah, sai, io sono premio Nobel dell’astrofisica.

– Sì, dunque sei un uomo spaziale. Ma quanti buchi neri, su questa terra, visitasti?

– Invero, nessuno.

– Ti piace Nonno scatenato con De Niro?

– Suvvia. È un film di merda.

– Ok, boomer.

 

Ah ah.

Ebbene, so che state riguardando Shining del Kubrick. In questi giorni in cui, obbligati a stazionare fra le vostre mura domestiche, che siano principesche o reali come nella reggia di Caserta oppure anguste, asfittiche e di pochissimi metri quadrati, vi stanno, a prescindere dal terreno calpestabile, strozzando.

Direi praticamente castrando…

Ora, su Shining scrissi molti pezzi. È la storia di Arthur Fleck, alias Joker. Come no?

La storia di un uomo che non trova lavoro stabile e, a forza di essere precario, si raffredda nell’animo oltre che gelare nel corpo per via della neve d’un inverno rigidissimo, soprattutto nel suo cuore inariditosi.

Lavorare tutto il giorno, rende Jack un triste figuro, da noi resa col mattino ha l’oro in bocca.

Di suo, Jack Torrance cazzeggia a tutto spiano, battendo sui tasti ripetitivamente per perdere tempo. Sperando che la quarantena finisca e possa, all’alba, mangiare un bignè in pasticceria.

Semmai, in una calda giornata estiva. In compagnia di una donna meno brutta di Shelley Duvall, perlomeno passabile come Helen Hunt di Qualcosa è cambiato.

Sì, in tale appena succitato film, Jack interpreta la parte di un misantropo alla Kubrick realmente scrittore. Non certamente di capolavori come Arancia meccanica, sia nella versione letteraria che in quella adattata per il grande schermo, bensì di libricini simili a quelli di Harmony.

Poiché ricordate: l’uomo affettivamente (dis)armonico è un po’ come il sottoscritto, il Falotico.

Ovvero, se dapprima cadde vittima di manie ritualistiche e igieniche come Jack di As Good as It Gets, oggi come oggi, la prende un po’ più a culo.

Non si duole se talvolta riscivola nella depressione e la vede invece benissimo. In alcune occasioni, quando rimembra il suo passato di terribili delusioni, ancora però tende ad arrabbiarsi come Al Pacino di Scent of a Woman.

Un uomo, cioè, non cattivo e che in verità non odia il mondo. Odia sé stesso e dunque scarica sugli altri le sue rabbie da lupo. Non più, comunque, solitario.

Anzi, oggi è un uomo che sa allupare le donne. Wolf – La belva è fuori!

Sì, per anni interminabili, per tempo immemorabile, il Falò divenne Batman. Uomo dalla doppia personalità da “pipistrello” che poco volò sulle pas… re. Bensì stette molto in zona Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Tutti i nidi, no, nodi vengono al pettine?

No, sono ben pettinato, mi sono ricresciuti i capelli e non son ancora dunque semipelato come Jack di Shining.

Ma, sebbene sia piacente e di bell’aspetto come Ewan McGregor, me la dormo poco.

Ah sì, tutti i nodi vengono al petting. Altroché.

Finitela di leccarvi, metaforicamente parlando.

Non fate neppure però i geni della minchia. Potreste anche capire tutto al volo ma la fregatura è dietro l’angolo. Sappiatelo.

La promessa docet.

Nella vita, accadono cose davvero spiacevoli e tragiche ma non bisogna mai pensare che il dolore sia unilaterale.

Tre giorni per la verità ancora insegna…

Detto ciò, Shining, come già dissi più e più volte, è un film sopravvalutato. La penso quasi come David Cronenberg a riguardo.

Michael Moore invece, a proposito di Joker, paragonò Todd Phillips a Kubrick.

Esagerò e invece il film di Todd Phillips è semplicemente un film adatto ad adolescenti mal cresciuti?

Ora, vi pongo una domanda. Potreste essere stati dei padri meravigliosi, degli educatori perfetti, potreste non aver peccato di mediocrità come Barry Lindon, donando ai vostri figli, sin da piccini, un triciclo più bello di quello regalato da Jack a suo figlio in Shining. Vostro figlio, inoltre, cresciuto che fu, si laureò con 110 e lode in Storia e Critica del Cinema con una tesi su 2001: Odissea nello spazio.

E trovò subito un lavoro più remunerativo e sicuro rispetto a quello di Jack Torrance.

Ovvero, scrisse articoli ben pagati sulla Settima Arte. Insomma, non dovette darsi a una Rapina a mano armata. Sebbene suo padre amasse Stranamore condotto dal compianto Alberto Castagna, il figlio s’elevò e amò Dr. Strangelove. Anche se il figlio un po’ mente riguardo la sua perfezione moralmente “geometrica” e, oltre alla collezione di tutti i film di Kubrick, ha pure tutti i film interpretati dalla pornoattrice Brandi Love. Inoltre, nel suo portafogli ha l’immagine in miniatura del fondoschiena di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Ho detto tutto. State lontani dai saputelli del cazzo. Mi pare il caso di dirlo.

Ma chissà se il Cinema, dopo la quarantena, sarà più come prima.

Siamo tutti dentro un labirinto. Stiamo ghiacciando e moriremo, oltre che di asfissia ed emotiva atarassia, d’ipotermia e forse atroce apatia, sì, tutti congelati nella melanconia.

Posso dirvi che mio nonno morì per colpa di un melanoma.

Forse voi, non abituati alla solitudine più spettrale e dunque assiderati appena viveste, per un po’, coi divieti imposti, nelle vostre case imprigionati, scleraste a più non posso.

Oh, mi fanno pena quei fidanzati che, abitando rispettivamente lontani, non possono incontrarsi.

Oggigiorno esiste Facebook, c’è WhatsApp, ci sono le webcam.

Pazientate, non sovreccitatevi.

Di mio, per esempio, per un’infinità non è che molto, diciamo, mi riscaldai… Sebbene, caratterialmente, parecchio mi riscaldassi.

Nel frattempo, io e chissà chi, forse una lei, amiamo respirare le nostre pelli con romanticismo ermetico, bellissimo e figlio di un’altra epoca.

Anche se, onestamente, mi sto rompendo il cazzo e sono anche stanco di fare il Joker di turno.

Non Joaquin Phoenix, bensì Jack Nicholson del Batman di Tim Burton.

Come dice la parola composta in inglese da due parole, Birdman, ovvero l’uomo uccello, non riuscirete ad amare forse Naomi Watts né Kim Basinger. Neppure Michelle Pfeiffer, Catwoman. La donna gatto?

No, la donna che con la sua gatta fa le fusa e ti rende confuso.

Ma non abbandonatevi precocemente a una vita grigia da pensionati come in A proposito di Schmidt.

È tutta una questione, non di ucc… o, bensì di cervello. Dinamica mentale. Dai, apritevi…

Se vi convincete di essere già fottuti, siete da ricovero psichiatrico come Jack Torrance.

E poi diciamocela. Chi fu mai questo Kubrick? Un pover’uomo pieno di manie, capace di idolatrare solamente i suoi limiti, un hater che, con la scusa di essere un genio, non ammise mai a sé stesso di non essere bello come il Falò. Mi pare ovvio che Kubrick fosse un demente.

Devastante!

Finale col botto e con la botta: a Doctor Sleep, preferisco toglierle gli slip.

 

di Stefano Falotico

Non criticate a priori i cinecomic, Joker e The Punisher sono dei capolavori


18 Nov

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Sì, copio-incollo qui l’opinione dell’utente Antisistema di FilmTv.it che rispose in merito a un mio post sulle splendide gambe accarezzabili di Saoirse Ronan. Donna dolcissima che sa come allupare perfino Hugh Jackman. Uno che, con un fisico così, fa finta di non degnare Saoirse, troppo “bimba” per lui.

Ma lei, per l’appunto, scoscia e Logan, a quel punto, perde forse il pelo (sullo stomaco, no, è glabro) ma non il vizio e giocosamente la infilza, prima offrendole una pizza Margherita e poi condendola con delle olive oleose con tanto di salame piccante.

«Essendo esseri umani, ognuno di noi percepisce la realtà attraverso i propri sensi e da un punto di vista differente da quello altrui, senza contare che, una volta percepiti gli stimoli esterni, ognuno di noi li elabora attraverso il proprio vissuto, cultura, estrazione sociale, sensibilità personale, ideologia etc

Alla cosiddetta oggettività credo poco, infatti nelle mie recensioni non troverai mai tale parola. Reputo impossibile, per l’essere umano, estraniarsi totalmente da sé stesso. I registi che sono considerati grandi, è perché ci sono stati alcuni critici che grazie alla loro autorevolezza motivazionale hanno coagulato, intorno a loro stessi, molte soggettività concordi, grazie alle loro argomentazioni.
Dire che un film è capolavoro perché lo dice la “massa” mi sembra un’argomentazione debole e che non tiene conto della propria persona.

Con Scorsese noto che c’è astio da parte di certa Critica per il suo giudizio sul genere cinefumetto.

Lì ha sparato una scemenza perché pretende di sostenere, in base a non so cosa, che il cinefumetto è un genere di serie B e non è artistico, non concordo.

Non è il genere che fa l’artista, ma la sua politica, cioè l’insieme del suo stile, contenuti, temi e vezzi registici ripetuti film dopo film.

Scorsese e Coppola avrebbero dovuto attaccare il sistema produttivo che impedisce qualsiasi libertà ai registi, il cinefumetto con la formula Marvel, preconfezionata e televisiva, non potrà mai ambire a qualcosa di più».

 

Ecco, nonostante una certa acredine fra me e questo utente, credo che lui concordi su questo: Hugh Jackman e Saoirse Ronan sarebbero una coppia bellissima.

Poi su Radio Deejay, oggi pomeriggio, un’esperta di animali… ha sfatato il detto secondo cui il lupo solitario sia feroce e sbrani gli uomini.

Di solito, lo fa in branco. Anzi a detta di lei, il lupo, anche in gruppo, rarissimamente attacca l’uomo.

Secondo infatti i suoi dati statistici, il lupo affamato di carne umana non è mai davvero esistito.

Quindi, il film The Grey con Liam Neeson è una stronzata.

Sì, la leggenda del lupo mannaro, secondo l’esimio parere di quest’eminente studiosa dei lupi, deriva erroneamente dalla favola nera di Cappuccetto Rosso.

Anzi, come ben so io e sanno anche gli amanti delle favole, non so se le amanti pure delle fave, la fiaba di Cappuccetto Rosso è una metafora ove il lupo incarna semplicemente il maniaco sessuale che attenta alla verginità delle ragazze indifese.

Lo insegna perfino lo stesso Scorsese col suo Max Cady7De Niro di Cape Fear nella scena della finta audizione a Juliette Lewis.

Secondo l’esperta del comportamento lupesco, i lupi sarebbero addirittura più docili dei pastori tedeschi.

Detti, per l’appunto, cani lupo in maniera del tutto sbagliata.

Sì, è più facile che un pastore tedesco, cioè un nazista delle valli germaniche, sbrani un uomo, piuttosto che un lupo d.o.c. metta a pecora una ragazza ancora d’immacolata lana pura.

Il lupo è di per sé un coglione. Per modo di dire…

Si trascura, si lascia crescere la barba e forse, anziché unirsi al gregge di pecoroni, detto altresì branco di bulli, fa il Joker della situazione.

È un bell’uomo come Joaquin Phoenix ma, a causa delle sue inguaribili melanconie e della sua atavica depressione bestiale, cammina tutto gobbo per una città piovosa e spettrale come Gotham City.

Un tempo, quand’era piccolo, faceva ridere gli adulti poiché pareva Sbirulino.

Oggi invece lo deridono perché non neanche più apparire come un cretino.

No, è infatti troppo intelligente per credere alla balla secondo cui sarebbe schizofrenico quando si trova con una mente così e con questo bel faccino.

Insomma, è praticamente Sylvester Stallone di Sorvegliato speciale.

– Stefano, cosa vorresti dire con questo?

– Quello che ho detto.

 

Fra l’altro, Stallone in questo succitato film si chiama Frank Leone. E non è certamente quello di Cop Land.

Cioè, morale della favola, non so se nera, ad alcune persone, i direttori sadici del sistema non vogliono permettere che esse volino liberi.

Perché sono troppo forti e invece è meglio che i leoni rimangano in gabbia.

Altrimenti, l’invidia potrebbe essere troppo alta verso persone con qualità superiori alla media.

Dinanzi però alla verità, solo il villain più scemo continuerebbe nei giochi (in)castranti assai infantili.

Purtroppo, “cattivi” così imbecilli esistono ma, parimenti, esistono anche stronzi ancora peggiori di tali idioti.

Sì, a me piace di più un altro Frank, Frank Castle.

Comunque, a differenza di Jon Bernthal, non ho intenti vendicativi nei confronti del mio Billy Russo di turno. È sufficientemente ebete da essere già morto, soprattutto nell’anima, da solo.

Trattasi di verme da strapazzo, di spaventapasseri, anzi di “spaventa passere”. Personaggio alquanto ignobile che continua ad affibbiarmi, per puro sfregio, la patente di matto e demente.

Sì, secondo lui, io sono Alex di Arancia meccanica, sì, il signor Malcolm McDowell. Quando è però in vena di complimenti, sostiene semplicemente che io sia Tyler Mine/Michael Myers del remake di Halloween, firmato da Rob Zombie. Affermando però che sarei curabile se m’affidassi allo psichiatra di questo film.

È sempre McDowell? Bravi, vedo che ancora non siete degli zombi viventi e, se vedete Sheri Moon, possedete nei vostri ormoni l’istinto ululante da Wolfman.

Bene, continuiamo così.

Sì, il mio Billy Russo in verità ha grande stima di me. Gli piace prendermi per il culo, tutto qui.

Cosicché, sin da quando avevo 14 anni, va a dire in giro che io soffra, per l’appunto, di demenza.

E che, se guardo il film Brivido, unica regia di Stephen King, a suo avviso, io non capisca nulla di questa pellicola e non possa nemmeno apprezzare la musica degli AC/DC perché sono diventato il leader di tale band, un altro Malcolm, però (non) Young, nei suoi ultimi anni di vita.

Secondo Wikipedia, la demenza è sinteticamente così stata definita: la demenza è un disturbo acquisito su base organica delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a breve e a lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità criticalinguaggio, orientamento spazio-temporale, con conservazione dello stato di coscienza vigile.

 

Sì, in effetti mi riconosco nella diagnosi. Essendo già molto oltre rispetto ai miei coetanei, i quali, anziché ammirare Marliece Andrada di Baywatch, giocavano a Doom e a Duke Nukem 3D, per non apparire il “bagnino” della situazione, mi accodai ai suddetti imbecilli. Fanatici di puttanate come Indipendence Day e Fuoco assassino. Che cazzo potevo fare? Soldi non li avevo per andare in California e, anche se li avessi avuti, Marliece non me l’avrebbe data. All’epoca io ero minorenne, lei no. La legge statunitense è molto chiara riguardo la pedofilia. Costoro, compreso ovviamente il nerd per antonomasia a capo della congrega di handicappati, cioè Billy Russo, reputarono me stupido poiché, ribadisco, anziché sognare Nicole Kidman, sì, giocando a Broken Sword, ah ah, fui molto onesto con me stesso e mi ritirai a vita privata, tirandomene tante. Peccato che loro questo non l’abbiano mai saputo e si trattò dunque di un equivoco di proporzioni tragicomiche mai viste. Per farla breve, Billy Russo continua ora a stupirsi di me, scioccato, quando mi vede o ascolta nei miei video su YouTube. Della serie: ah, ma allora questo Russo se la russa proprio, è più tonto di quello che credevo. Ora scusate, devo ordinare il nuovo film con Karla Kush da adultdvdempire.com.

– Cosa? Cosa? Cosa? Ma non ti vergogni? Alla tua età?

– No, assolutamente. Tu piuttosto dovresti vergognarti. Alle soglie del 2020, credi ancora nel matrimonio.

– Che vorresti dire?

– Che sei un demente, ecco cosa voglio dire.

– Perché mai?

– Scusa, il mondo è formato da miliardi di donne. Che senso ha una vita passata solo con una che insegna Latino e Greco ma, sostanzialmente, sa cucinare solo le linguine allo scoglio? Una vita di mer.

– Sì, ci può stare. Ma non capisco. Allora perché compri i film pornografici anziché andare con le donne vere?

– Le donne vere non esistono. Esiste solo l’invenzione della Madonna. Che la Madonna v’accumpagni.

 

Insomma, io non mi smentisco. Buona vita Italia e, mi raccomando, chi vincerà lo Scudetto quest’anno? La GIUVENTUS? Chi ha fatto goal contro l’Armenia? CHIESA? Che Belpaese Immobile.

 

 

di Stefano Falotico

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

nicholson shining

Caldi estivi da Benicio Del Toro, fantasia POP di passioni almodovariane


09 Jun

dav

Veramente, in queste or(g)e a Bologna stiamo sfiorando livelli di afa africana. Tipo 50 gradi all’ombra come nelle pampas messicane ove i gonzi fumano la marijuana e le donne ballano e battono coi loro maschi come in un film di Sam Peckinpah. Sì, Il mucchio selvaggio, diciamocela.

Bologna è una città tetra d’inverno ove palazzi fatiscenti di periferia, abitati peraltro da deficienti, si mescolano a decumane cartesiane di vie bislacche, annodate alla complanare della tangenziale ove i camionisti poco cristiani spingono sull’acceleratore come se stessero facendo l’amore con Carmelita, donna atea che ama alla follia Vasco Rossi. Donna che è un tesoro e, anche se sei povero in canna e non ha i soldi nemmeno per comprarti du’ canne, ti prepara un rovente tiramisù, miscelandoti come zucchero grezzo nel ribollio dei suoi amplessi lisci come l’olio poi scalmanati come quel pazzo che sbatte il cucchiaino contro le tempie del suo cervellino. Con lei si viaggia sul velluto…

Sì, mai visto un caldo così. E io invece, omeostatico, conservo freddamente il mio aplomb rigido e compassato malgrado, in giro, noti e adocchi delle fighe esagerate da “strappa-mutande”.

Sì, quando fa caldo così, mi viene sempre in mente Del Toro. Gran pezzo d’uomo. Lo vidi dal vivo alla prima veneziana di 21 Grams. E vi posso garantire che, di primo acchito, non traspare affatto la sua anima sensibile e delicata se dovessimo attenerci solamente alla sua corposa apparenza da portoricano sudato dalla faccia poco angelicata.

Sulla passerella, sovrastava Sean Penn. E Naomi Watts, passerona sconsiderata, rimase impressionata dalla sua falcata. Un bestione alto quasi due metri, con due occhiaie visibili a un km di distanza, figlie delle sue notti insonni poiché fu ingordo di Valeria Golino. Attrice pessima ma che, all’epoca, diciamocela, era un bel bocconcino.

D’altronde, il signor Benicio, prima di vincere l’Oscar per Traffic ed essere Che Guevara, paladino dei deboli e degli oppressi, si aggirava spesso nei pressi di zone tropicali ad alto tasso eroticamente bollente.

Mica un uomo triste da cipressi, miei cessi.

Sì, conobbe la gola profonda della Golino sul set di Lupo solitario.

Non fu difficile per Benicio finire a letto con Valeria. D’altra parte, Valeria non è una da valeriana e una che chieda moltissimo. È stata pure con Sean Penn e con Riccardo Scamarcio. Che è la versione mignotta, no, scusate mignon e nostrana, dunque atrocemente rozza e pugliese, di Benicio, attore di tutt’altra categoria che sa far impazzire ogni maionese e lo fa con tutte le pechinesi.

Gli abitanti di Budrio, cittadina della provincia bolognese, sono denominati budriesi. Mentre i calabresi a volte si sposano con le milanesi. Di mio, mangio i grissini torinesi.

Detto ciò…

Nel ca… o di Benicio, parliamo di uno stallone di razza, mica di uno da Laura Chiatti. Che, comunque, buttala via. Quando si dice, vuoi la botte piena e la moglie ubriaca?

Ah, io mi accontenterei di un buon Chianti e della bona Chiatti. Anche se diventerà un po’ chiatta, con lei mi ubriacherò di r-osé sin alla fine dei giorni nostri ardenti. Da buongustai al dente.

A parte gli scherzi, Benicio è stato El amigo de Miami di Uova d’oro di Bigas Luna.

Javier Bardem è un maschio attizzante ogni Prosciutto, prosciutto di Penélope Cruz.

Però, prima di sposarla, ha lasciato che lei diventasse più ricca della banca di Vera Cruz. Non si fa così, Javier.

Bardem… uno che vuole sia Scarlett Johansson che Rebecca Hall in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen.

Perché lui è un duro da Non è un paese per vecchi.

Però in Uova d’oro è più ricco di Berlusconi ma non riesce a far godere la sua donna. Allora, per soddisfarla, lascia che il giardiniere delle aiuole, forse amante di Gianluca Grignani (ti raserò l’aiuola…), cioè Benicio, sia con lei Martin Benigno di Parla con lei.

Uno che, a prima vista, sembra un demente e fa pure la parte del prete in The Young Pope e presto in The New Pope.

Ma ama le poppe, eccome, ah, lui adora le spagnole, essendo infatti originario di quelle regioni…

Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti che non è un film di Lina Wertmüller ma una storia di corna e tradimenti a gogò, di machi gigolò e donne che forse sono uomini come nei drammi di Pedro Almodóvar.

Sì, impazzano le donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Ma ricordate: impazziscono del tutto solo se Benicio se le spupazza.

Sì, Benicio è un amante latino, un matador, insomma un (Del) Toro.

Lui ascolta ogni pazza, sa renderla viva e furiosa come la mitica Loredana Bertè di Tequila e San Miguel.

Per anni invece io fui scambiato per quel buson’ di Miguel Bosé ma ora mio padre, appena mi vede, non riconoscendomi più, urla: che è successo? È stato San Michele!

San Michele è il santo patrono di Pomarico, paesino lucano ove mio padre è nato.

San Michele è uno che fa il culo a ogni stronzo figlio di puttana, dunque di Satana.

Tenetelo ben a mente, dementi.

Di me la gente capì ben poco. Nemmeno io, a dire il vero, capii molto. Siamo sinceri.

È un gran casino. Un equivoco di proporzioni immani come questa volgarissima barzelletta:

– Quanto vuoi per una pompa?

– Io non vado a puttane.

– No, ma tu pensi sempre male. Mi hai detto che sei rimasto a terra e sei a secco di benzina. Ti faccio una nuova pompa a 20 Euro. Ci stai?

– Potresti regalarmela?

– Eh no, te la devi guadagnare…

 

Morale della favola e della fava: uomini e donne non finite spompati.

 

 

di Stefano Falotico

benicio

Il principe maledetto deve vivere in un mondo di ritardati che ancora guarda Sanremo


06 Feb
THE INDIAN RUNNER, James Devney, 1991, ©MGM

THE INDIAN RUNNER, James Devney, 1991, ©MGM

Sì, gli anni passano, le malinconie aumentano, il reddito scarseggia, i morti viventi avanzano, le vecchie bacucche ancora continuano a trastullarsi da megere ben impellicciate, i ragazzi vengono spediti in cura perché troppo svegli rispetto a un mondo di dormiglioni, gli adulti cafoni insistono coi loro proseliti educativi, la processione funebre di tal umanità villana e tristissima, putrescente, avanza.

E la gente, con le pezze al culo, vivanda, si fa bella per ricevere la compiacenza ruffiana di tre amici più scemi di loro e cuccare la ragazza da consolare con una fornicata scacciapensieri.

Ma soprattutto, inamovibile, nella testa degli italiani, popolo inguaribili di arretrati, di campagnoli che si credono raffinati lord inglesi con la stessa faccia d’un mugnaio calabro-lucano, di stronzetti da bettole, di carnascialeschi bon vivant bevitori del peggio della vita, elevatori orgogliosi dello squallore miserabile della loro pochezza esistenziale, indefessa prosegue nel suo stiramento di coglioni.

Con l’elevazione in gloria della festivaliera idiozia per eccellenza, Sanremo. Ritrovo pacchiano di racchie che, urlando i loro dolori e le loro repressioni, in canzonette per donne più frustrate e brutte di loro, sperando di godere quei 15 minuti di godimento mai avuto. Dannandosi come delle ossesse sul palco o forse lacrimando patetismi romantici a mo’ dell’imbattibile scema per antonomasia, Giorgia, donna scheletrica, prosciugata oltremodo dalle sue ansie, dai suoi ansimi, dai suoi monologhi della vagina marcia, dalla sua anoressia oramai irrecuperabile, una donna insomma da ossario. Sì, potrebbe essere assunta come regina dell’armata delle tenebre…

E lo spettacolino della RAI vince sempre gli ascolti. Con la parrucchiera che, dopo pomeriggi da sciampista, pettegolezzi gelosissimi sui cazzi dei mariti altrui, d’invidie sbudellanti mescolate a una permanente arricciata nei suoi borbottii intestinali da coiffeur sempre imbevuta di amarezze peggiori del caffè senza zucchero della sua vita poco acconciata, massaggia i capelli di donne più (s)fortunate di lei che spera, fra una doppia punta e l’altra, che crepino, trafitte da un inestirpabile Cancro al seno.

E, dopo tanti radicali liberi, è sempre vivamente una patita del Partito Radicale.

Per quanto dovremo andare avanti con queste nenie, con queste lagnose pazzie da Cristicchi, con Cristine varie e amori catto-borghesi da falsi cristiani?

Rami Malek vincerà probabilmente l’Oscar per l’edulcorato, kitsch Bohemian Rhapsody e quel bellimbusto piacione di Bradley Cooper sarà seduto in prima fila con a fianco l’atipica bellezza androgina di Lady Gaga, una di ottimo culo ma irrimediabilmente una popolana alla Jennifer Lopez. Col naso più oblungo di Carlo Delle Piane.

Sì, madri scriteriate adoratrici di Milly Carlucci in brodo di giuggiole per queste melense esibizioni canore da sagra paesana. La Carlucci. Sì, mi ricordo che mi sparai una sega quando fu ospite molti anni fa di Gigi Marzullo ed esibì un paio di coscione da condire con l’aceto del mio formaggio, per un “penino”, no, panino abbrustolito.

Sì, per una buona sega gustata rosolante ci sta. Per il resto, vada a coltivare il granturco per altre pubblicità della pasta.

In Italia, abbiamo avuto e abbiamo ancora Gabriele Muccino con suo fratello “come te nessuno mai”, ebete invincibile che, col suo viso da angioletto bimbetto, forse però era meglio dell’Ovosodo del Virzì.

Ovosodo. Sì, c’è una scena con Claudia Pandolfi che me lo fece diventare duro. Tosto,marmoreo. Quando Edoardo glielo sbatte fra le gambe e lei lo avvinghia tutta sudata.

Io sono mister freddezza e una testa di minchia.

 

Non si era capito?

No, la gente è stupida. Pensa davvero che a me basti una fighetta per cambiare.

No, io rimango springsteeniano.

Vivo per i fatti miei e, se mi disturbi, divento un lupo molto cattivo.

 

E ti devasto.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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