Posts Tagged ‘Lupo’

In giro, si dice che Liam Neeson abbia una bella pistola…


19 Dec

Liam Neeson Sexy

E son girini…

Sì, pare che sia una specie di lupo più tosto di quello di The Grey, molto scorsesiano.

Uma Thurman, che è stata una delle sue amanti, sostenne, imbarazzata, che non aveva mai visto qualcosa del genere.

Un tenebroso, come si suol dire, che viaggia spericolato tra fulmini e lampioni, poi si apre a sorrisi al lampone ed è anche un grosso volpone.

È la classica faccia di cazzo che fotte in maniera straordinaria Vera Farmiga ne L’uomo sul treno. Un finale bestiale.

Sì, pare che l’altra sera, senza sprezzo della vergogna, sia entrato in un bar e con delicatezza infinita abbia detto alla cameriera:

– Sì, possiedo una faccia da culo rinnovata, gioviale, beatamente sensuale per deliziosi amori al bacio con leggiadria fumante e deliziosi tocchi di carezzevole vostra bramosia gustante ogni piacere più leccante la mia beltà avviluppante e galoppante, son uomo-cavallo di lana in tal gregge di pecorine avvilenti e frust(r)anti e, mentre voi vi (s)montate, io mi scaldo d’intimità morbide e setose, da lupo di barbetta ovviamente pelosa, forse sono odoroso, so che siete smaniose della mia leccornia per far a vostro marito le corna spinose, eppur io rimango solo a me caloroso e non inforno nessuna rosa, poiché metafisico Nosferatu pallido e ombroso.

– Scusi, voi?

– Sì, do sempre il voi a una donna. Se lei invece volesse darmi del tu potremmo allargarci in una pluralità amorosa. Accorciando le distanze, anche se spero di allungarle qualcosa nella mia stanza.

 

Proprio una faccia da sberla!

Ricordate, Liam Neeson è un enorme lover e indossa pure il pullover.

Un uomo misterioso. Nessuno sa un cazzo della sua vita privata. Nessuno, tranne qualcuna.

Vi pare una stronzata? Anche Taken lo è. Eppure ha incassato tantissimo.

 

– Cosa volevi dire con l’ultima frase?

– Quello che ha detto.

 

di Stefano Falotico

Sono Wolf, risolvo il solvente


22 Jul

Salve, sono il signor Wolf, ho molti “problemi”, miei “porcellini”, resto un Ezechiele testa di cazzo

Racconto al “miele” e stracciat(ell)a, an(eddot)o di “crosta(ta)” nostalgica da pian pian(t)o… d’un pomeriggio “candido” e voglio “condividerlo” con voi, “sciolto” da far cagare la merda che siamo tutti

di Stefano Falotico

Oggi pomeriggio, vado a trovare un mio amico. Abita da tutt’altra parte della città. Anzi, al “confine”. Sta in “capo al mondo”, come si suol dire. Al guado, è nei guai. Vive in una frazione dell’hinterland bolognese. Se volete “italianizzare”, scrivete interland, anche se io non tifo per l’Internazionale di Moratti…, sostanzialmente non seguo più il Calcio, bevo potassio e sono furioso come Orlando di Torquato Tasso. Ah no, Ariosto, e tu rimani un pollo arrosto. Sì, in passato feci anche il tassista…, da cui il mio amore sconfinato per Bob De Niro di Taxi Driver, un Orlando quasi alla Tilda Swinton, sempre ambiguo, parzialmente (s)cremato d’una sessualità che c’è, non c’è, dov’è? Secondo me, t’entrato in culo e neanche l’hai visto partire. Però, non soffro d’eiaculazione precoce…, duro ancora “tosto”, anzi, “pen” tostato, ed è dura questa (s)figa(ta) di vita. Al che, devi fermarti un attimo, parcheggiarti lontano dai porci, in una zona “isolata”, appisolandotela, appartandoti con un panino alla porchetta, un toast, e sgranocchiandotelo sotto un portico. Sognando una principessina che voglia dormir sul tuo pisello. Girandoti poi i pollici dopo essertelo leccato…, con tanto di dito medio alzato d’unto alla faccia dei bisonti, perché io non ho bisogno di nulla, solo di me e anche di te. Se posso darti il salsicciotto, condendolo con la patatina, mi farebbe “piacere”, e qui sembro Tarantino di Dal tramonto all’alba, una faccia come il “culo”. Rosso Malpelo di sera si spera, tu sparati perché non amerai mai una rossa. Indossa la tua cowgirl con degli speroni, dai, ti sprono. Se non ci sta(i), ti sperono. Sei un disperato, chi t’incula se non io?

Sì, con le ragazze (non) ci so fare, e son solo schiaffi in faccia perché il mio modo di pormi è troppo schietto, “diretto”, “semi-porno”, nudo e crudo, quasi mai dunque lì dentro dritto eppur ne ricevo… di gambe sghembe dopo una “botta” di tal “uccello”, scusate, volevo dire livello. Comunque, donna, sei un cesso, pulisciti nel gabinetto e lava i piatti nel lavello. No, non so “porlo”. Sono un debole e mi (mal)trattano come il Pongo.

Le modelle modellan quelli dei modaioli più “fighi”, di mio me lo smanetto col “manubrio”, (tras)curandomelo di (in)etto. Oscuratemi, se (non lo) volete. Sono un topo senza purè, un tipo però, puro e cupo. Di che mi (pre)occupo? Di un cazzo a te (dis)occupato, donna, inseriscitelo e sarò integrato socialmente. Facciamo solidarietà ma basta coi sindac(at)i, dai, pigliatelo insindacabilmente! Basta anche con la tua dieta da pane integrale. Almeno, non subisco il plagio ma va di piala, una sega tutta (s)pel(l)ata. Non a impalarlo ma impallinato ché, una volta “esploso”, pensi: ah, la vita è una pena, una palla, che du’ palle piene eppur le ho appena svuotate. Che vita piatta, che vuoto…

Solo pene!

Secondo molti, leggendo le “cazzate” che scrivo, sono un uomo che vola alto, nonostante di statura sia basso. Come “cavallo”, indosso una taglia striminzita, e sto dimagrendo a vista d’occhio. Tanto che, quando vado in giro, le donne urlano “Minchia!”. Sì, sto sparendo, talmente stressato da aver perso così tanto peso che a stento in piedi mi reggo, ma mi gratto i coglioni e, a modo mio, me ne fotto. Eppur son “retto”. Alt(ezzos)o, sì, tu puzzi. Lavati, e qui faccio il Cobra come Sly Stallone. Di mio, rimango uno stronzo. Non batto ciglio e me ne sbatto. Se non ti vado bene, chiama la neuro, la mia pelle non intaccherai, è “puramente” innata d’un che di PH neutro irresistibile da bello-impossibile, “profondamente” intimo alle donne con giramento di palle se me lo scassano.

Ebbene, lungo il mio tragitto di tal pomeriggio raggiante, nel mezzo del cammin di mio “girovita”, frenai di colpo… di fulmine. Sì, in località Castenaso, a pochi metri da una baracchina dei gelati, sola-soletta, bella come il Sol, una ragazza tutta scosciata a cui “assoldarlo” subito di rassodante crema in lei “solare” sull’illuminarla al mio cioccolato “amaro” e dunque “fondente”. Paradisiaca. Ah, siamo tutti in cerca di compagnia, vero Cappuccetto Rosso? Io son il lupo che vuol la tua uvetta, stacca il candito dal co(r)n(ut)o del fidanzato “asciutto” e immergiti nella mia “pasticceria” da volpino ché devi sciroppartelo tutto di succo e dunque succhia, basta col ciuccio e i succhiotti. Cresci, suggimelo e guarda come cresce. Qui vicino c’è un “boschetto” e gustiamoci allora i frutti dell’amore allo zabaione. Lo yogurt poi snocciolerà fluido, denso e ogni (s)figa scremerà dolcemente via. Intanto, continua a leccare…

Ah, ho ancora la lingua piena della sua prugna al “colorante” quando ritorno in macchina. Dopo la trombata al “pistacchio”, scivolo ancor liscio come l’olio, a tutta birra dopo che con lei fu una burrata sborrante vicino al burrone, ove poi la buttai, ah che dirupo, che lupus bastardo in “fragola”, per far scomparire ogni “macchia” del mio “decollato” uccellin viaggiatore, bruciante di “col(l)ante-“dolo” sverginante la suddetta in mezzo ai “vola(n)ti”, viola(ti) collant, ché non me la sudai tanto anche se lei sudò come una suina bagnatissima a infuocarsela come le foreste incendiate d’estate su cui poi devi versar acqua a iosa per spegner la sua rosa. Che “culo”. Sono un porcospino che, da dietro il cespuglio, piglia di brutto da birichino tutti i buchini, arraffa e, dopo la scopata arruffante da b(r)uco nelle farfalline, scappa senza lasciar tracce.

Alla faccia d’ogni zoccola, son il topo che cammina con le top(p)e.

Tu, invece, usa il mouse e clicca su YouPorn.

Lions Sleeps Tonight


04 Mar

CINEMA ADDICTION: Consiglio a tutti voi questo mio libro, dedica perlacea di mia dipendenza dal Cinema, per il quale nutro enorme struggimento e antico, immemorabile, imbattibile amore. Un libro poetico che, gagliardo, illuminante, è stato scritto proprio in voluto stile lirico, con anche alcune licenze poetiche di natura aulica, come il mio celebre marcie marce. Ora, il plurale di marcia è solo uno, il corretto marce, ma io gioco con la memoria storica della nostra Lingua italiana. In alcuni vecchi trattati, inerenti soprattutto le nostre faide intestine, le nostre guerre di confine, il termine marcia, al plurale, compariva proprio sotto MARCIE. E questo libro marcia, non sarà mai marcio per chi dal Cinema e dal suo splendore si è fatto marc(i)are. Ah ah.
Dunque drogare!

Introduzione… dopo i preliminari animaleschi


Sì, oggi ero in macchina, accendo l’autoradio mentre sto sfrecciando a velocità supersonica per scoparmi una tizia scimmiesca che eppur mi rende Tarzan eroticus in pelo irto rizzato nel King Kong migliore da “imbiondare” di rasatura fra le l(i)ane


Al che, fra pioggia “intermittente”, la mia sbandata presto infilante il dosso su “buca” di tortuose curve pericolose, un’agitazione mia nervosa da sex “a pillola”, leggasi Valium per frenar la possibile accelerazione sull’eccitato già “andato” fra le mutande e non gonfiabile più nel suo “vuoto” fremente, surriscaldata già semi ignuda in letto isterico e impaziente, i miei pneumatici (s)pompati, la musica a tutto volume e un’autostoppista figa simil “foto segnaletica” da fiancheggiar nei sodi fianchi ficcandoglielo stando attento al guardrail di altre “guardie forestali”, indubbiamente da rimorchiare per sveltina “caricante” come allenamento prima d’in lei svuotante nell’afa di farmela torrida su sudato freddo già gocciolante, ecco che passa l’immensa “The Lion Sleeps Tonight”. E l’urlo febbricitante si tramutò in ascesi estatica alla natura così come Iddio la creò, spuria, spoglissima, praticamente da fottere… in ogni farfallina… su prati verdi, “tramontandoglielo” arrossente per domani è un altro giorno e, nel via col vento, sper(on)ando(la) di zona fosca da esploratore trivellante in gazz(ell)a luminosa come la Luna più armoniosa. E, “addentrandomi” focoso in tal mio “arbusto” ritto, secco, diretto, drittissimo da gorilla erto in suo scioglimento pettorale, villoso, un po’ anche tamarro villico ma d’enorme carisma succoso…, ne concupirò altre fra lor mieli deliziosi, alveari di mia velleità peccaminosa, torrenziali “tangenti” di grand(in)e mio omo in glande ciucciante il midollo spinale della vita pura. E inculante!
Questo è pasto nudo, davvero palpante, papillare, leccante, praticamente uno stronzo sesquipedale… accelerante, brusco di sterzare e strizzargliela in attizzato su arrapata di buone pere e di fisico rossissimo come le pesche rosate scivolanti su mia banana friabile, imboccante.
No, non è una porcata, è Tropico del Cancro. Alla Miller, l’iconoclasta arrabbiato? No, alla biologo da movimento delle “acque” in suo fango allev(i)ante l’anfibio mio viscido, l’anguilla che crebbe… da pesciolino e squalo superuomo se la pappò inchiappettandola galatticamente, nell’illuminarla di un nuovo universo percettivo, leggasi l’orgasmo interstellare più scoppiettante come una navicella di Star Trek che ha perso la “rotta” eppur ha trovato la sua “stellina”. Tutta colpa del profilattico sparato a razzo!

In the jungle, the mighty jungle
The lion sleeps tonight
In the jungle the quiet jungle
The lion sleeps tonight
The lion sleeps tonight
Near the village the quiet village
The lion sleeps tonight


Adesso, come la mia Cita, citerò i film più caldi di questa zona nostra equatoriale da buco… dell’ozono


Quelli che ci spronano a essere sempre duri… delicati con garbo nell’intromissione dell’espettorarglielo frusciante e poi irruenti di colpi di reni da liberi unicorni alla faccia di voi cornutoni e anche, se mi permettete, un po’ d’albero floscio, quasi sempre flaccido, non di “muscolo” oliato come il mio azionar il motore e spinger di tutto core!
Ora, tutti in coro, andando a culo completamente, mie scimmie issiamolo in gridolini della foresta nera…, bum bum bum, ah ah ah, wimoweh, ih ih ih, uh uh uh!
Ma soprattutto, voi sfigati, ricordate la lacrima sul viso da Bobby Solo.
Voi, sotto la doccia gelata, cantate “a squarciagola” il celebre rimpianto del triste, celebre ritornello da torni e oramai non torna… più.

Non c’è più niente da fare…
È stato bello sognare!


E ora giù di compilation, cazzoni!

Man on Fire


Tarzan, il re(o) delle unghie fra le ungulate, selvatico “calciatore” di marc(hi)amento a zona su lucciole da Cappuccetto Rosso per la cappellona del lupone, anche talvolta volpone di poche uve ma molta fragola nella macedonia… e panne montate di che palle!

Non c’è due senza t(r)e, sì, ma la terza non ha tette, allora mi do al fai da te con del caffè

In poche parole, a fraciconi sono un sacco bello!


E dopo avervi rotto il fegato da frocettini sempre coi dolori “de panza”, lamentosi de merda, ché oggi avete la vacca de moglie da “pelare” e domani i pelati del sugo scolan male su scolo, come il grande Carlo Verdone, mentre ve stanno a operar d’appendicite a ‘stu paio de coglionazzoni che siete, tipi da Alain Resnais, cari riconcoglioniti, io fuori dal vostro ospedale, reggendomi u’ caz’, un po’ Colin Farrell, un po’ burino de Roma, un po’ alla faccia de voi culatoni, me la tiro e continuo a raccontarvi un sacco de fregnacce!

Buzzicona!

  1. Un sacco bello (1980)
  2. The Wolf of Wall Street (2013)
  3. La grande bellezza (2013)
  4. Greystoke – La leggenda di Tarzan il signore delle scimmie (1984)
  5. Lionheart – Scommessa vincente (1990)

Sfacciato


23 Nov

Pecco di molti “sbandamenti” con guide brusche nel bermi il Lambrusco di sigaretta avvinazzante e briosa, mi segnalano perché suono ai campanelli ma “spingo” d’altri “posteriori”, detto enorme fottersene…

Stamane, dopo una lieta colazione dal grondar fra un’occhiatina alla scosciatrice del tavolo 3 su profumo “Chanel n. 69” e una dotata matrona slinguazzante un panino con la porchetta e il suo compagno impiegatino già “insalsicciandolo” dell’annusargliela con “zucchero” mescolante occhiolini per il suo muscolino da “cappuccini”, dopo un girello “mascalzone” in questo lazzaretto di cittadella, torno a casa e vorrebbero rovinarmi la mattina, perché di sveltezza mi spoglio in nuda sfacciataggine del mio pisello avanti a me specchiante su eretto petto robusto e fiero, ma ricevo una telefonata che vorrebbe rendermi scalzo. Di nuovo, eccola là, gatta ci cova, una mezza matta psichiatra depressa del CSM, che mi chiama a colloquio perché renda conto, rendiamocene…, d’una segnalazione a me perpetrata, non a mio danno come desidererebbero ficcarmelo nel sedere, bensì ad altro incularli d’anno in ani. Che nani sono se vogliono fregare un gigante come me?

Mi presento a dissertare di tal sciocchezzuola formale in abiti poco consoni all’ambiente.

Odorante sperma della sera prima fra le mie mutande, da qualcheduna “inzaccherate” in “losco” affondarlo e poi esplosa nel goderselo, propagante questo sudato odor di maschio inaffondabile (eppure sfonda…) e “pennellante” affreschi memorabili alle mie donne imploranti impagabili “tinte”, mica le parrucchiere… la mia lozione pettina il pelo e irrobustisce nel “rinfoltirla”, non sbianco ma incalzo, lei s’incazza e io, sempre con spavalderia invidiabile, espongo per filo e per segno di come taluni delinquenti, gelosi della mia autentica, vera libertà golosa, che mai sarà contraffatta per svendersi alla prostituzione del porcile, ambiscono ancora allo spegnermi con “denunce” formato cazzo di cani che sono.

Sarei, a detta di tali egregissimi, “colpevole” di tale “accusa”, quindi totalmente consapevole di non poter essere toccato e averli solamente che fatti, nel fegato, ribollire, rimestando nel loro specchio della vergogna tutte le gonnelle che di falsità pregano sotto la “cappella” perché s’innalzi nell’osanna di alleluia. E dagliela, dai!

L’abbiamo avvistato sotto casa con una sigaretta in bocca e una posa da Humphrey Bogart, s’è sporto poi dal finestrino, salutandoci con la manina, ha azionato il motore e ha svoltato in modo sgommante. Forse, in bocca, aveva anche una gommina da masticare. Divincolandosi dalle buche, quindi, s’è eclissato al buio. Apparendo, riapparirà e questo ci fa paura. Perciò, abbiamo ritenuto “obbligatorio” rivolgerci al reparto competente ché possa “ricoverarlo” di castrazioni chimiche e sedanti le sue impennate…

La psichiatra non con-testa (eh, è una strizzacervelli) e constata la mia totale lucidità mentale, non predispone nessun intervento “chirurgico” né momentanee lobotomie, l’assistente infermiere mi fissa e trattiene la risata, poi non resiste e platealmente scoppia in un liberatorio: “Stefano, come lo piazzi nel culo tu a questa gente standotene solo fermo nella piazzetta del cortiletto, neanche Max Cady di Cape Fear quando sta appollaiato sul muretto dell’avvocaticchio della minchia…”.

La psichiatria rimane basita dinanzi a tale megalomane menefreghista. Perché non ho commesso nessun reato, d’alcuna infrazione ho trasgredito, e perciò posso perfino agire legalmente assieme al mio avvocato, Gregory Peck.

Morale: nella vita faccio quel cazzo che mi pare e, con beffardo Travis Bickle, “orgasmizzarmi”. Se provi a farmi male con espedienti “rabbonenti”, curo la tua demenza e paghi un risarcimento per danni morali. Chiaro, porcellino attentatore?

Insomma, con classe, guida “manubriante” da James Dean, li ho fottuti.

Ciao, ciao.

Adesso, mi aspetta un gelato alla stracciatella, detto anche scioglimento del cioccolato bianco in una nera appetitosa. Non una con cui va questa gente, ma una modella di glassa succosa.

E succhiandomelo… fra il “dito” e il farmela “normale”, da dietro lo ficco in total sco(m)par(ir)e. Ecco, sta scappando! Sì, rimettilo dentro! Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. Il grande match (2006)
  3. Dietro i candelabri (2013)

La “fiaba nera” del lupo scorsesiano


09 May

 

Sì, dopo lunghe, attentissime, scrupolose meditazioni, son giunto a tale conclusione.

Una delle parole chiavi del Cinema di Martin Scorsese è “lupo“.

Il lupo, allevato fuori dal branco, con una sua precisa, sebben “sospettabile” morale, che mira alla sopravvivenza, che si sfama soprattutto di albe pure in un “morphing” contemplativo perfino di sé da Natura libera da cervo, spesso sua preda, dunque simbiosi, ché, divorandolo, metabolizza cellule, anche sanguigne, di ciò che, all’apparenza, per “evidenza”, n’è nemesi, alterità.

Chi è, in effetti, Travis Bickle se non un lupo nella giungla, che scruta, non si “sfama” eppur, a suo modo, (si) mangia, allergico all’animale sociale?

Chi è quel DiCaprio “spaurito”, tenebroso e “docilissimo”, che, di tutt’orgoglio, asserisce “pomposo”, al cospetto della “morte” in persona “bergmaniana”, Max Von Sydow, che è stato educato dai lupi?

Quel DiCaprio che, ad Agosto, quindi prestissimo, ah, il Tempo, come vedete è assai lesto, incarnerà proprio il “lupo”, il titolo non può lasciar adito a dubbi, The Wolf of Wall Street, metafora del potere scarnificante, dell’anima “buia”, “malsana”, sporca, (auto)distrutta che, eppur, resiste.

So di non avervi convinto.

Ah, non è così, secondo voi?

Ogni “addormentata“, in un bosco delle “favolette”, “fragolosamente”, incontrò Max Cady:

 

 

Salvation…

(Stefano Falotico)

Stand Up Guy-s, Pacino “gaglioffo”


12 Apr

 

Pacino sul set di Stand Up Guys di Fisher Stevens, assieme a Christopher Walken.

 

La storia è quella di due “gaglioffi”, veterani del crimine, che se la spassan, in una nottata di bagordi, fra bordelli, furti e furtarelli, inseguiti dalla polizia.

C’è, però, un “però…”.

Uno dei due, di cui per ora non c’è dato sapere chi, deve anche portare a termine un’ultima, omicida missione: assassinare, appunto, un suo ex compagno, e sparire, “a gambe levate”.

 

Ce la farà? O, cosa succederà?

 

 

 

Ah, “impostori”, ma, dalla postura di Pacino, Walken ne sembra il gemello omozigote.

La classica storia del gatto & la volpe, o dei “lupi”, con un po’ di pancetta?

 

(Stefano Falotico)

 

 

 

Il Lupo di Wall Street


17 Mar

Leonardo DiCaprio, inarrestabile, davvero.

Tanto quanto le sue collaborazioni importanti coi grandi maestri, e col Maestro per eccellenza Scorsese.

È, infatti, di questi giorni la notizia ufficiale che, The Wolf of Wall Street, si girerà ad Agosto.
Uno dei progetti “in stasi”, che torna alla ribalta, come da conferma di “Deadline”.

Un’altra storia “tragica”, di ascesa e potere, nello stile “martiniano”.

Ma, personalmente, dei broker me ne frego alquanto.
Avrei optato per l’altra faccia della medaglia, per il remake di The Gambler, o puntato sul biopic di Frank Sinatra.

Senza, naturalmente, citare progetti, autorialmente, più allettanti, come il “religioso” Silence, il thriller metafisico The Snowman, e la nuova reunion, sempre posticipata del sempre annunciato e, c.v.d, rimandato The Irishman, col trio De Niro-Pacino-Pesci.

Peccato.

Intanto, Leo si gusta la torta intera. Qui, in compagnia di amici di vecchia data.
E anche i suoi dating continuano imperterriti, per nulla coi piedi per terra… eh eh.

 

Il lupo, comunque…

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)