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Magnetici magma del Cinema, la mia serenità a ma(ci)gno contro una società di posseduti consumistici


08 Apr

Mi fa piacere e rallegrar la mia anima fa questo mio aver editato in solitaria un altro lib(e)ro sululu.com, ché troppe vanaglorie dei comuni mor(t)ali mi rattristano, dunque posseggo ancora il mio eremo e, di corna(muse) ispiratrici, piazzo ai pazzi generali il mio (u)omo non capo(rale) di un bel niente, il dolce far(mi).

Ecco a voi, miei mentecatti, un ribaldo, piccolo opuscolo contro chi crede alle generose scopate, sia mai e non mia, e agli oroscopi, ché trombar poco pene mi è, ma sol (mi) salvo nel Cinema. Salve, ave al mio Cesare che si dà le a(r)ie da sé, mentre gli altr(u)i si affannano di mercimonie nella mia scontrosa e non scontata auto-cerimonia parsimoniosa.

Leggetene, leccatelo e glorificatemi, non ficcate ove agli avari non è dato, a mio avviso ammonitore, avere.

Evviva le avene, le canaglie e i cani contro chi vive di squallida carne.

Cera. E bronzeo avanzo integerrimo, inte(g)ro nella società infame. Affamato del mio scibile pen(s)atore e in lotta verso chi persevera nelle lotte (a)nemiche.

Evviva la mia lontra, vai di Londra contro chi, a tal mio sberleffo, opporrà un suo solito, stolido adontarsi.
Non adombratevi, uomini fantasiosi, siate fanatici del fai da te.

 

Grazie.

Distinti saluti e un grande servito giammai vostro serio né servo, finanche perso e però non come voi (de)perito.

Questa è tecnica.

Opera leggera, leggiadra da folle contro i vostri matt(on)i.

di Stefano Falotico

Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

Bruce Springsteen, Tom Joad Ghost


20 Apr

 

Gradita mia congrega, ai miei servigi, innalzo la poesia a valore inviolabile, e già scrissi di tal masterpiece a voi donato di mia immensità. Grazie

Se copiar vorrete, sapete anche che tale estratto è già depositato per nuovi pezzi di miei altri capodopera!

 

Il vampiro e il tuono!

Recidivo al cigno nero, professo la mia misantropia irriguardosa e cinica dinanzi all’egemonia delle anime e, fulmineo, svezzo gli svelti, lapidari giudizi. Aff(r)ettando la lama in gola!

Polsi recisi, pulsazioni ribelli, bollenti dignità rubate dalla prostituzione del mercimonio d’animali sociali, “bardati” di frenesia corporea e plebiscito a brusio degli arbitrari fischietti .
Libere scelte amputate e lesioni d’una circospezione dai cani(ni) incisi lor “densi” e ad addentar, “a puntino”, il sangue di chi odora nel proprio immondo, pugnace, vilissimo Cuore.

Un urlo si scaglia “blasfemo” e famelico dirimpetto ai loro visi massacrati.
Annichiliti, stremati, piangono dell’infamia con cui s’affamaron d’azzannato indagare e ledere con golosa indole sempre rabbiosa, nascosta in “eleganza” di “rinomato” lor gridare “amore”.

Attacco, estenuarli, assaggiar il “manto carezzevole” dell’onta a ferali loro “appetiti”, e gustoso lord-o “schiamazzar’” in porpora d’innaffiate vendette ferree come un coltello roboante dalle disossate vene “sacre” e spellate d’ogni altro “intimo” arpionare.

Flagello!

Erotismo furioso ad apice di sfoderata rabbia nelle ferite federe del “lento” inturgidire l’adirato dagli “sbadigli” e dal “dormirvi” d’oppressione

Gretchen Mol, seno che ballavi in spiaggia d’un velo sventrato dal consanguineo mio taglio finissimo nel permeare la tua figa con sopraffine penetrazioni ondose all’oceanica tua divina Donna sacrificale nel ventre d’un armonioso baldacchino sospirato in sudati, enormemente goduti amplessi emozionali durante la fresca freccia delle brezze e snodata a propulsiva torsione d’anfratti cheti fra gocce respiranti un crepuscolo estivo di cavalcanti maree.

Così ti scopai, femmina di mia Creatura al titanio del Re Nettuno, forcone slacciato in aguzzo scarnificare la vergine pura del magico supplizio genuflesso a supplicare altri morsi dai fremiti passionali.

Polly Walker, il tuo culo incantò le mie catene e slegò l’Uomo, vertiginosamente protesa ai neri precipizi di chi ottenebrò, oscurantista, la selvatica mia sete d’ogni forma tua ansimata in schiene nostre perfette e arcuate di fulgido divellerci.
Nel tuo culo, con la dolce aberrazione dell’erta e virile erosione, tersi la brace contorta del mio pene mordace e, morendo lascivo nel vagito tuo superbo, innalzai un altro orgasmo sul raschiare la tenera tua alcova di sussulti e l’insulto falso al mio incalzante gioco, invero tua delizia e non frenarti a pantera bianca dalle perverse, savie macchie dai, dai, dai torridi baci intonati nei labirinti slabbrati, profumati, decadenti del tuo arroccar l’Uomo ed effonderlo a (e)liso cazzo “morbido”.

Monica Bellucci, i tuoi capezzoli sbranarono il Peccato e te ne saziasti, graffi alla mia schiena “putrida” nel satanico putiferio di violente gambe e tatuaggio dell’avvinghiato accogliermi in floreale “stupro”.

L’orco, paralizzato e fulminato nella sua blindata certezza “scremata”, è un forno crematorio di paura claustrofobica alle asfissie che lo stan soffocando con “calma” apparente dal terrore “slanciato” a suspense della tensione!

Questa è la mia giusta lussuria, scagliata a tuo ossario.

M’ammainai ché, nell’ammutolire ogni rosea e metempirica visione, le scimmie depredarono le mie spade, con “affinate” armi!

La mia lussuria si scaglierà terribile di veemenza arsa a vostra finta sapienza.
La mia lussuria è un vampiro che lacererà le tue menzogne, seppellirà il morto che tu non vivesti da puro, e distruggerà ogni tua sanità!

Donna, apri il tuo fuoco!

Ora, amami e ascoltate tali parole, ché acquistare il mio è un ordine di Dracula!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’ultimo dei Mohicani (1992)
  2. Rocky (1976)
  3. Colpevole d’omicidio (2002)
  4. Le due verità – Forever Mine (1999)

Robert De Niro, lulu.com


15 Apr

Pregate, in silenzio, e ammirate l’inconfutabile grandezza

Affannati, e affaristi senza scrupoli nel monopolio capitalista, decapitaste le anime con “indubbia” arma “non convenzionale” dell’ambizione “ammaestrante” per “saggi” diritti ad affievolir anche le savie ansie.
Mal ve ne sortì, il vostro sortilegio, dirimpetto a cotanto Uomo, il sottoscritto “in calce” e nessun calcificato, “cacciato” e adocchiato, fu un sorvegliarmi solo ispido nel non scagionarvi dai vostri imperdonabili peccati.
Ora, seduti alla mia Destra, baciando le mie mani in “segno” di cordoglio, affranti dalle stigmate del vostro lento, abulico “stingervi” nella Notte a voi più profonda, celebrate costui che (di)scese da (Monte)Cristo robusto per non saziarsi di facezie e inutile “spezia”, ma dotato, per via naturale-Benedizione paterna, e non putativa, al trascendere immane. Oggi asceta e domani, quindi qui, poeta, nel mai ottemperar le “fusioni nucleari” delle vostre atomiche di “bombe” guerrafondaie, sedimentate, dunque avvilite, d’invidie reciproche e “coccole” da invero nemici falsamente amicali.
Sono il Tempo temprato dell’agonia, nella battaglia mai chinata. Rinacqui!
Mai di “varichine” indottrinato. Sono acqua e fuoco!
Lavico e libero, disincagliato dai precetti delle vostre confetture mielose che ebbero la vile pervicacia di volermi smorzare e demoralizzare dietro intenti moralizzanti e prediche da educande.
Son io che ammicco, estraggo l’inchiostro e lo “tasto” al fin d’espandere la vostra plastificata “realtà”, sempre agguerrita, appunto, nel “lusso” impertinente d’abrogar chi, a tal orrenda, crudele “tranquillità”, non s’atterrà mai, ma preferisce atterrar su un giardino segreto colmo e rigoglioso di fantasie ed emozioni, inalando i sonniferi “sommi” degli altri per vegliare sulle coscienze sporche.
All’erta e al comando del suo imbattibile veliero, pirata eccentricoDe Niro Stardust in questo mare di stelle. Vi polverizzo! Feroce contro chi ne annerì la sete d’avorio, pelle mie d’ambra, amatissima e mai livorosa da predatori dei velli “aurei”.

Valoroso!

A voi mi rivolgo, congrega che sogna e non s’ancora alla certezza dei lidi (in)felici. Portatrici solo d’abitudinaria contemplazione. Si sa, ah le sabbie, al primo “scoccar” di vento, verrete tranciati nello scem(pi)o.

Non son blasfemo, l’empio è solo un Uomo che guida il gregge, e carezza i deboli per (indi)rizzarli a nuove e fantasmagoriche leggerezze. Leggete di quando il Messia, (D)io incarnato e non nei vostri canali di “scolo”, scottò la borghesia solo non annuendo alle loro ipocrite ipocondrie.
Di quando girai attorno al Mondo come Jules Verne, pur rimanendo immobile come NovecentoTim Roth. Di quando m’immersi in tutte le cascate del Niagara e attraversai, anche di traverso, le catene montuose della Mesopotamia, conservando il mio “muso” infrangibile come i samurai Ronin.
Di quando con Robert De Niro al Cuore, letargico e poi finissimo d’energia, abbrancai la mia grinta, spronandola a ribelli pulsioni nelle virtuose “croci” della Luna.
Di quando il suo neo, liscio come l’olio, pindarico, astratto e “volubile”, (non) declinò l’orgiastica offerta dei luridi pranzi ma fu, invece, già (un) prediletto al vaneggiare senz’arietta fritt(ur)a.
Di quando le donne, tutte in fila, posero le loro “sporgenze” che Io, sola(re)-mente, con solerzia erettissima, spiai dal buco della serratura, per non unirmi alle loro orche mammifere e assassine, al loro squallido “ozono”. Non m’accontento d’un patetico abbrustolir nel calore da botanico orto.
Sì, miei orchi, lunga vita al Robert! Siate contenti!
Comprate questa perla (in)trovabile, e la vostra vita sarà più salubre.
Odorerà d’amore, gioia, Bellezza, e dimenticherete le malvagità, inchinati alla sapienza mia color estro e creatività.

Sono o non sono il cratere del vulcano?
Essere o non essere? Questo è il problema. Oggi, divenuto una moltiplicazione di casini…
E tu ne hai molti, fidati. Assonnato, ingerisci pastiglie per dormire ma sei “insoddisfatto”, ululi, maschio assatanato dei tuoi orribili specchi che puzzan di cadaveri nella tua “tana”. Hai perduto la freschezza e t’affidi alla fiaschetta, ma i suoi fianchi non godi, (non) essendo un teschio.

Amami. E la Donna ti porterà consiglio!

Introduzione alla mia forza, segmento già depositato, quindi non plagiatelo ché non potete plasmarmi a vostre immagini, fra l’altro repellenti di fronte al mio gaudio esservi superbamente “tronfio” di repulsione scatenata, come pretendo che Io sia Messia in tal vostra inezia e prosapie da “pii” pulcini solo se non vi s’attacca con le stesse “fragilità”, di cui soffrite ma, nei paraventi, nascondete per altri saccheggi dietro sparviere e furfanti idiozie da “grandi” ceremonie-eri-eravate-non siete a cui invece apparecchiai una pietosa cena in grembo al Tito Andronico mio titan(i)o non attenuto ai comandi dei vostri denti da tenente.
Mi spiace, proseguo nella mia strada che non imboccò scorciatoie “serene” per facili applausi “a scena aperta”. Preferisco la colazione appena sveglio, dopo un’ingorda Notte profumo di Donna e Insomnia a fissare la vostra psicopatia da Robin Williams doppiogiochista.
Amen, rendetemi Grazie. Sono “gratuito”, d’altronde, e la mia fronte è spaziosa d’aleggiare senza ali tarpate. Prego, Signore e non i vostri “signorini”.

Dico a voi, “comodi” e “agiati”. Accomodatevi ché sono scomodo ai benpensanti e, soprattutto, a coloro che “hanno” un pene non tanto “entrante”.

Lama “nitrita” d’un impavido baffo beffardo che (s)filò fra gli assassini con “lacustre” ferita nel meandro lor più a incubo

Inenarrabile delitto, d’un brutal disprezzo ad altezzosi, “attrezzati”, ora tremebondi incauti, affiora l’ossigeno e si minan le “allegrie” d’una vecchia “compagnia”, al bersaglio di mie compagini mentali, usurate da tal “smargiassi”.
Corrode, sì, la filastrocca che li rapirà e, dolenti, d’atroci bagni di sangue, in “rozza” cicatrice slabbrata urleranno, a vibrazione d’ogni sciocca loro “esibizione”.
Con qual “manto” fu alto il desiderio di vacue noie ad “ammattire” il prossimo, ma il “naufragio” dell’emarginato generò una violenza così irreprimibile che oscillan le mani stesse degli impostori tanto “furbi”, architetti d’un complotto sadico a mia “amante” libertà sventolata in totale affliggerli, perseguitarli, un’insistenza d’arco intrepido e arcigno mirino, centro sempre più prossimo alla carne che sarà “scarna” come scannarono.

Il monito avvertirono e corsero fuggitivi. Per adescar altro protrarre dello scherzo “eccelso”, ma non calcolando il tuono dello schianto di lì a breve “rumor” fulmineo.
Imbizzarrito, un taglio lancinante ad affamarmi, e la loro pelle issata a ogni anima “sedata”.

Scatta con più ardore il rinnovato Cuore, e piangeranno di come lo spensero a “spese” del lor “produrre” e tanto addolorare nei pudori..
Esterrefatti, infallibile shock, di bambini “cresciuti” nel frivolo malessere sull’espugnar chi scelse il non immondo viversi fra orrori loro.

Ma non ascoltarono e oppressero con ancor maggiore “giovialità”. Inducendo a “obblighi penitenziari”, ché si prostrasse la vittima ai carnefici, al binario madido del sudore in tinta unita.

“Professori” della “sana letizia”, del futile guadagno, per arginar e infangare chi al “guado”, al bavaglio, alle ossa dell’opulenza esteriore, non fiorisse in sfoggio di sé.

Assediarono, tormentarono, così sicuri che perpetrare non combaciasse con tremare.
Oscurarono!

Mura di portoni divelti, gole ammutolite dell’ammainare prima che rinascessi!

Un fucile desto nella sparatoria dei murati vivi!

Ciondola l’orologeria e “balbetta” il rintocco. Altro allarme, il crollo dei mostri è vicino e io lo odo(ro).

Dinanzi a un genio, morirono nel già trapassati.

La vendetta sarà, fu già un’efferatezza di mia Altezza.

Complimenti, condoglianze vostre!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Batman. Il ritorno (1992)
  3. The Score (2001)

Nel neo(n)… pubblicità del Dottor “Occultis”


03 Oct

 

Andate su questo sito d’autopubblicazioni e v’imbatterete in un nuovo Falotico.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)