Ecco De Niro, pacato, ingrassato, invecchiato, rincoglionito, che con la “mano morta” saluta il photocall di Hands of Stone, mentre giovani dive pazze impazzano e la solita marmaglia di paparazzi s’accalca sulla starlette di “tour”. Ogni anno dobbiamo, anzi, dovete sorbirvi questa kermesse di “messi” in scena, sì, attori ridicoli, come Joel Edgerton, un incapace senza carisma, sfilanti in passer(ell)e, con la poesia di Jim Jarmusch ad allentare i marmittoni e farli scendere sul pianeta Terra, ove la gente fatica e non c’è molto “figume”. Che sfigati quelli di Jim, ferrotranvieri o autisti di autobus, “defenestrati” da voi, che “pippate” Canne(s) in tutto questo sfog(gi)o di vanità. Ah, meglio il mio falò, da Falotico appunto che se ne (s)freg(i)a e, mentre un altro coglione va a dar soldi ai produttori di The Boy, seguendo la scemenza modaiola di oggi, io me ne sto al bar, a bere un altro caffè “mac(i)ul(l)ato”, serenamente “infegatato”.
Altro che questi sfegatati.
Una donna parte per la Costa Azzurra e scatta un selfie in train, appunto, scrivendo: “Cannes, sto arrivando”.
E intanto un altro bambino in Africa muore per colpa sua, perché anziché riempir le tasche del divismo, poteva versare l’otto per mille.
Di mio, me ne sbatto il cazzo di tutto. Andate a farvelo dar in quel posto. Posto di drogati.
– Guarda, Falotico, che anche De Niro, quando era un Dio, si drogava e andava a puttane.
– Sì, ma ha anche girato Taxi Driver.