Posts Tagged ‘Loro’

È stata la mano di dio, Toni Servillo, LORO, L’oro di Napoli, evviva Totò e il Falò! Ohibò! Il medico dei pazzi!


16 Dec

medicodeipazzi totò

 

Le recensioni, vossignoria e triste, ciarliera e inconcludente borghesia vanesia, si scrivono così, per cortesia!

 

https://darumaview.it/2021/mano-dio-paolo-sorrentino-ode-romantica

E, come disse non Peppino De Filippo, bensì suo fratello Eduardo, alla vostra gente ipocrita e criminosa, nel cuore lercia e sporca, vanagloriosa e invero soltanto acrimoniosa, astiosa e penosa, noi facciamo IL PERNACCHIO! Questo è un colpo straordinario, Paolo. E che la gente miserabile, finalmente, impari a vivere con dignità! Senza offendere e ferire il prossimo con viltà! Citando invece il grande Totò. mi faccia(no) il piacere! Grande, grande Paolo. Hai girato un film sincero, intimo e personale. Che coraggio! Che forza. E come ho goduto quando il mitico Capuano, contro la ragazzetta esaltata a Teatro, le urla di levarsi dalle palle. Sì, certa gente ha veramente stufato! Ma chi crede di essere? Imparino a recitare con anima così come il leggendario AL PACINO! E ricordate: vi fu una ragione se Maradona era un idolo delle folle. Quando prendeva la palla lui, non sapevi mai che cosa avrebbe combinato. Se un fallo di mano o un colpo di genius alla Falò! Infatti, Renato Carpentieri, nel film citato di Sorrentino, sostiene che lui, con quel gesto scorretto li ha UMILIATI!
Naturalmente, un pazzo, no, un pezzo di Stefano Falotico!

THE IRISHMAN docet: siamo tutti i perfetti sconosciuti delle nostre ambiguità, dei nostri desideri sopiti, non confidati, onirici e sepolti nei nostri emotivi rispostigli anche quando ci confessiamo ai migliori amici svegli


01 Aug

irishm-768x427O che come noi, all’apparenza, se la dormono…

Ecco, qualche anno fa, come sappiamo, uno dei film fenomeno della stagione fu Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese.

Regista furbissimo, ovviamente, plateale leccaculo della piccola borghesia di ascendenza mucciniana da lui arruffianata, realizzando pellicole che giocano appositamente coi rancori, i pettegolezzi, le sotterranee e (dis)sotterrate vite private di un’umanità che, tutto sommato, sta bene.

Agiografie di piagnistei di gente con la panza piena, metaforicamente parlando. Ove il lardoso Giuseppe Battiston, comunque un ottimo attore che, al di là dell’aspetto da lottatore di sumo, non essendo Valerio Mastandrea, invece paladino, capostipite, imbattibile re dei somari, fa sempre la sua porca figura.

Appena si muove nell’inquadratura, abbiamo perennemente paura che, al pari di un elefante, possa però spaccare i cristalli di Svarovski delle case di Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak.

Sì, Svarovski fa rima con donne da matriosca.

Sì, sia Alba che Kasia sono delle bamboline al cui interno, soprattutto psicologico, da cui Woody Allen e Diane Keaton d’Interiors, spuntano nuove, interminabili, enormi femmine oppure donnette sull’orlo di una crisi di nervi.

Sì, Alba è un’attrice che sa il fatto suo, comunque. Muta forma più della figlia del signor Rosselli. Ah, ragazza bravissima a scuola, laureatasi con lode ma, a esser sinceri, un mese è sovrappeso e solo tre giorni dopo è dimagrita più di Christian Bale de L’uomo senza sonno.

Sì, perché è nevrotica.

Adesso, abita con suo marito. Torna dai suoi genitori solo quando deve magnare a sbafo e consegnare loro la figlia piccola. Poveri nonni!

Sua figlia è simpaticissima, appena m’incrocia assieme a sua madre, mi saluta. Poi, rivolgendosi a sua madre, esclama:

– Anna, hai visto che bell’uomo? Perché ti sei sposata papà?

– Figlia mia. Perché papà è come Christian Bale di Vice – L’uomo nell’ombra.

 

Ecco, a volte mi chiedo come mai una donna così bella come Kasia Smutniak sia stata l’ex di Pietro Taricone.

Taricone, pace all’anima sua, ragazzo di rara simpatia e ruspante tartaruga su bicipiti da Vin Diesel di Fast and Furious, chiariamoci.

Ma, detta come va detta, a prescindere dal giusto mio rispetto nei riguardi della sua morte tragica e commovente, come attore non valeva un cazzo.

Sì, dopo le sue passioni selvagge nella casa del Grande Fratello con Plevani Cristina, una che non è andata mai per il sottile e a cui non fregava molto del cervello ma adorava e ancor tiene in auge, appunto, l’uomo di sana e robusta costituzione che fa rima baciatissima e succhiata con la massa encefalica poco falotica, Pietro adescò la polacca Kasia.

E, nella loro casa, furono amori pirotecnici più degli spari che si vedono in quella cazzata di From Paris with Love. Rara, tamarra stronzata con un John Travolta che riesce a essere più burino del Taricone appunto peggiore.

Kasia Smutniak è esattamente un mese più giovane di me.

Io sono nato il 13 Settembre del ‘79, lei il tredici agosto dello stesso anno.

A proposito di Battiston, io faccio un baffo a Silvio Orlando de La passione del compianto, mica tanto, Carlo Mazzacurati, lei è sempre più la versione moderna della Maddalena.  Comunque, a Kasia e a Maddalena, preferisco la Bellucci di The Passion of the Christ del Gibson ma soprattutto quella di Malèna.

Guardate infatti Kasia in Loro e poi ditemi se non vi sentite come Willem Dafoe de L’ultima tentazione di Cristo.

Ah ah. Fra l’altro, mentre Kasia Smutniak diventa sempre più ricca e dunque unta, nonostante migliori come figa da monta, Willem diviene sempre più smunto.

Giada Colagrande è la moglie di Willem. Ma Willem è talmente spompato che, quando incontra la sua bell’italiana sposa, poco cola dal glande.

Di mio, molti mi considerano un grandissimo, altri un nano. In tanti non mi considerano proprio.

Ah ah.

La verità è che gli altri non conoscono molto del mio intimo, la maggior parte delle donne non conosce neppure la mia biancheria intima.

Io però conosco la loro. Come no? Appena vedo una che mi piace, penso subito a toglierle gli Intimissimi.

Sì, vado da lei:

– Stasera, gnocchissima, guardiamo assieme un film intimista? Uno di questi film da gustare intimamente, un film che ci sciolga dolcemente in modo cremosissimo?

– Che fai, minchione? Ci provi?

– Sì, perché no? Anzi, ti dirò di più. Opterei per un film proprio di primordiali conoscenze carnali da nudisti come Laguna blu. Ci stai?

– Ci sto.

 

A questo punto, punto g che non mi sarei mai aspettato, pensavo infatti solo di fare il guascone cascamorto, me la faccio sotto.

Lei volle farmi sopra ma ero stanco e stetti, fra le sue tette, come un baccalà. Lei mi sbatté, sguazzante, di qua e di là. Io, a dir il vero, non è che molto quagliai, anzi, me la squagliai.

Ah ah. Lei dunque affogò nel plancton, essendo stato uno squalo, forse sono solamente io che ora la rimpiango.

In verità, fratelli e sorelle cinti in raccoglimento, donne con le cinture di castità, vi dico che gli uomini peggiori sono quelli che sembrano gran signori.

Sì, su Facebook inseriscono solo le foto migliori, cioè di quando avevano vent’anni.

Ma prima o poi vengono scoperti poiché arrivano le notifiche dei loro compleanni. E dunque arrivano di conseguenza poche giovani fighe.

Di mio, che posso dirvi?

Siate sinceri e non sleali con gli amici.

Pensiamo, appunto, a Bob De Niro di The Irishman. Jimmy Hoffa/Pacino pensa di aver trovato un tesoro, cioè un amico che non l’avrebbe mai tradito.

Invece Frank Sheeran/De Niro lo ammazza.

Ma perché Sheeran ammazzò Hoffa?

Perché Jimmy era un sindacalista e dunque doveva ascoltare canzoni cazzute per camionisti da Over the Top e invece scoprì che in casa di Hoffa erano presenti, su uno scaffale segreto, tutti i cd di Ed Sheeran?

E questa storia, fra l’altro, che Ed Sheeran firmerà la colonna sonora del prossimo James Bond?

Ma che puttanata è?

Sì, più vado avanti nella vita e più capisco che le regole della società, anche di quella che sembra apparentemente più altolocata e intoccabile, sono pressoché uguali a quelle della mafia italoamericana.

Della serie… tu fai un favore a me e io lo faccio a te. Così siamo amici.

Peccato che qualcuno tradisca gli accordi per far carriera come James Woods di C’era una volta in America. Sposa, dunque scopa, la donna amata da Noodles per tutta la vita.

C’è però un piccolo problema. Deborah fu scopata pure da Noodles. Alla fin fine, Deborah non si rivelò poi questo granché di nobildonna virtuosa.

Ecco, invero Noodles la stuprò, cosa gravissima, ma lei, pur di avere la casa da Beautiful, si mise con un figlio di puttana impari. Come si permise?

Sì, fu e rimane una conclamata zoccola.

In questo ha ragione Paolo Mereghetti quando definisce misogino C’era una volta in America.

Lo è. Ma anche no.

I maschi gangster c’appaiono come dei bambini viziati e capricciosi che ammazzano, per un nonnulla, gli amici solo perché hanno fatto le femminucce.

Quindi, non so quale dei due sessi ne esca peggio.

Nessuno dei due.

Sia gli uomini che le donne, quando vogliono, fanno veramente schifo.

Si scannano di bassezze, si sferrano luridi, bestiali colpi mancini e a vicenda combinano porcate belluine, anzi solo belle e (non) buone. Che bovi.

Guardate, un macello!

Dunque, diffidate quando qualcuno vorrà etichettarvi come un maiale.

Forse, il porco è lui.

 

Probabilmente Scorsese, già decenni anni addietro, profeticamente comprese i meccanismi sociali, le ferree intransigenze che dominano le caste.

Avete presente quando il “mohicano” De Niro di Taxi Driver si reca ai piedi del covo del pappone Harvey Keitel?

Chiedendogli… Come ve la passate voi ruffiani adesso?

E, come secca risposta, ottiene uno sprezzante… tornatene nella tua tribù…?

 

Credo che qui ci sia da rivedere tutto. Da scandagliare come antropologhi-sociologi-polemisti alla Scorsese e alla Pasolini.

Qui la gente si maschera nei titoli, s’impalma, si lecca dietro le cornici delle false referenze.

Degli attestati non solo di carta e non soltanto di stima. Sì, c’è perfino gente che se viene derisa pubblicamente, cazzo, ne va pure fiera e sventola orgogliosa la sua stolta bandiera.

Finisco col dire che quell’esaltato di Christopher Nolan la dovrebbe finire coi suoi titoli da latinista nato a Londra.

Sì, altro che MementoInsomnia e Tenet.

Che ne sa costui del vocabolario-dizionario Castiglioni-Mariotti? Secondo me sa poco anche di Mariotta, donna marina della Versiglia spesso senza vestaglia che, comunque, ha più prestige di tale cineasta delle vettovaglie. Sì, i suoi film sono un caravanserraglio di cagate a vanvera, non mi fotte. Gli firmo adesso un vaglia. Basta che non rompa più il Cinema di gran gusto e dunque di mia tovaglia. Basta! Quest’uomo va smacchiato col sapone di Marsiglia! Sì, si fa il viaggio ma a quest’uomo da carnevale di Viareggio, eh sì, prenoto subito un andata senza ritorno, cioè un volo in caduta libera, da Dunkirk alla Cornovaglia. Se non dovesse schiattare, gli scoreggio.

Suvvia. Ma quale erede di Kubrick? Questo suo Cinema ipertrofico, di grandeur boriosa e idiozie a iosa, è peggio di quel bomber di Vieri Bobo, uno che stava con Maddalena, appunto, Corvaglia. Sì, Christian è stato pure con la Canalis e altre mille. Ma cristiano di che? Sì, questi uomini e donne li ficchiamo tutti in C’era una volta in Italia. Infine, Nolan dovrebbe girare il suo prossimo film, scegliendo un titolo più lungo d’Interstellar, simile ai titoli di Lina Wertmüller, vi faccio un esempio: Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico. Un titolo che vale mille volte di più dei voli, appunto, pindarici delle sue inquadrature.

– Stefano, davvero pensi questo di Nolan?

– No, scherzo, dai.

– Ah, allora cosa pensi?

– Penso peggio.

Ah ah.

– E invece del mondo in generale?

– Il mondo non esiste, non è mai esistito. Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato.

– Dunque sei misogino?

– Abbastanza. Le donne però non sono con me femministe.

 

Detto quanto appena scritto, come mia dolce, leggiadra consuetudine, verso mezzanotte afferrai il volante della macchina e mi recai al bar cinese ove sono solito bere il caffè.

Lo bevvi, pensando che voi invece, cazzo, vi bevete il peggior Cinema del mondo e lo considerate pure un superbo alcolico, poiché vi fate ubriacare da gente come Nolan. Al che pagai, ammiccai alla barista, alludendo di occhiatina furbetta alle sue notevoli cosce che, soprattutto in questo caldo periodo estivo, lei mostra generosamente, quindi salutai pure il ragazzo altrettanto barista.

Non ho mai capito se questo ragazzo sia il figlio della barista con la minigonna, se sia suo nipote o il suo toy boy. Mah.

Ah, i cinesi comunque non barano mai, nemmeno al bar.

È un’altra cultura, a mio avviso, superiore alla nostra.

I cinesi, così come tutti gli orientali in generale, a prescindere dalla yakuza e vari cazzi ché, purtroppo, i criminali spuntano come funghi dappertutto, sono persone migliori di noi italiani.

L’italiano medio è un coglione oppure uno stronzone, un falso e un viscido. Lecca il culo all’amico per ottenere vantaggi, è solamente dunque un opportunista. Se l’amico va giù, lui al massimo gli offre un tiramisù. Poi, pure lo deride, ringraziandolo della cioccolata. Sì, perché se qualcuno ti tira su, cazzo, dopo devi sdebitarti. Dandogli un profiterole.

Ah, si strozzasse questo strozzino.

Sì, l’italiano è fissato coi debiti. Pure alle superiori, devi pagare il mutuo. Sì, se sei una ragazza che parla poco, perciò un po’ muta, ti rimandano con tanto di debito.

Classico pensiero mafioso. I mafiosi fanno così. Tali e quali anche ai camorristi.

Pensate a Riccardo Scamarcio di John Wick 2. Scamarcio regalò il villone a John/Keanu ma poi gli fece una proposta indecente. Volle liberarsi, cioè, della sorella Claudia Gerini che, a quanto pare, era stufa del vento del sud dello Zampaglione. Uomo che non sa più farla godere, servendole le sue canzoni più dolciastre dello zabaione.

Keanu, a differenze di De Niro/The Irishman, gli dice NO. Secco, imperioso, principesco. Da uomo che si piega ma non si spezza. Incorruttibile.

A quel punto, Scamarcio lo ringrazia, si allontana e con un bazooka gli fa esplodere la Kasia, no, la casa.

Keanu sopravvive. Mamma mia, che sfiga questo John. La moglie gli morì di Cancro, gli ammazzarono il cagnolino, non poté manco godersi di essere rimasto solo come un cane che gli arrivò, appunto, in casa quell’attore cagnissimo del Riccardone nazionale.

Comunque, torniamo a ieri notte.

Queste qui che vedete in foto non sono due mignotte, due passerone, sì. Ve lo posso sottoscrivere senza vergogna.

Sì, stavo rincasando dopo il caffè zuccherato e avvistai, nei pressi di casa mia, queste qua. Una più bella dell’altra.

Fui colto da un dubbio amletico imponderabile: me le scopo entrambe, ne rimorchio solo una oppure svolto a destra, apro il cancello della mia proprietà privata col mio telecomando elettronico e vado a letto?

Da dove son spuntate? Non le avevo mai viste prima di ieri.

So per certo che, come v’ho appena scritto, non sono due prostitute.

Come faccio a saperlo? Abitano nel palazzo di fronte.

Ecco, se svoltai subito a destra, come feci a sapere che loro salirono nei loro rispettivi appartamenti ubicati nel palazzo al mio adiacente o, che dir si voglia, antistante?

Vi lascio col dubbio.

Vi dico anche che forse non abitano in appartamenti diversi.

Sono studentesse universitarie che hanno affittato un monolocale, sono due lesbiche?

Non sono cazzi vostri.

Detto ciò, nella triviale, famosa scena del caffè di Once Upon a Time in America, James Woods/Max si rivolge alla sua donna come Vittorio Sgarbi.

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di Stefano Falotico

Non sopporto Scamarcio, la cricca romana, Claudia Gerini la ricca e i girini di questi romanacci padrini, poco parigini


08 May

vacanze romane locandina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sì, ho visto John Wick 2.

Riconosco a Chad Stahelski un’indubbia classe elegante nell’aver filmato le scene a Roma in maniera elegantemente adrenalinica. Nonostante qualche banale svolazzo cartolinesco sul Colosseo al tramonto, all’alba, qualche inquadratura turistica al Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, detto comunemente Altare della Patria, qualche lunga ripresa notturna ai fori imperiali, Stahelski è riuscito nel difficile compito di non essere del tutto convenzionale.

Di solito, se non si è Fellini, Roma diventa cinematograficamente lo sfondo per riprese paesaggistiche al motto di… crea i tuoi viaggi su misura con Expedia e risparmia prenotando volo e hotel insieme.

Visto che posto meraviglioso? C’è anche il Papa e forza lupi!

Ah ah.

Col senno di poi, ho sminuito molte opere perfino di Paolo Sorrentino. La grande bellezza non riuscirò mai a capire se sia un capolavoro oppure un film pretenzioso, noioso, logorroico, cucinato per l’Oscar come Miglior Film Straniero puntualmente arrivato come da copione. In ogni senso, copione.

Prendete anche la locandina di Vacanze romane. Quanti luoghi comuni…

E di Fellini lo spettatore medio cosa ricorda, sostanzialmente? Anita Ekberg a poppe mezze fuori nella celeberrima, appunto, scena di lei immersa voluttuosamente nella Fontana di Trevi de La dolce vita?

Sì, Roma è poco adatta al Cinema. Può apparire paradossale, vero? Pensate allo scempio che ha combinato perfino il re di Manhattan, Woody Allen. Girando il suo film peggiore proprio nella nostra capitale, To Rome with Love. Una cagata immonda.

Sì, Woody, quando è nella sua città natale, è un dio. E New York si presta sempre comunque benissimo alla Settima Arte. Che sia Harlem, il Bronx, il sotto-borgo Hell’s Kitchen e via discorrendo, anzi, correndo per I ragazzi della 56ª strada che non mi ricordo ove sia ambientato. È Los Angeles? O un quartiere scalcagnato dei ricordi migliori del grande Coppola? No, Tulsa, Oklahoma.

Arancia meccanica è stato filmato a Londra e nelle campagne circostanti? Mah, non ha ubicazione precisa. Se io esco di casa, qui dalle mie parti, in via Zanardi e filmo in notturna i palazzi adiacenti, secondo me ne viene fuori un pamphlet distopico pure migliore.

Non scherzo, lo farò e capirete che Kubrick era un povero misantropo mezzo idiota.

Sì, tornando invece ad Allen. Oh, cazzo, tutte le altre capitali gli sono venute benissimo. A proposito di Londra, il trittico inglese da lui girato è figo.

Vicky Cristina Barcelona, invece, una stronzata ma ha filmato benissimo la città spagnola seconda solo a Madrid.

Ah, poi con Scarlett e la Cruz vengono delle spagnole con tanto di pen, no, pan di Spagna. E Bardem è un matador.

Comunque, se siete invece tipi timidi alla Owen Wilson e non toreri machi da Prosciutto, prosciutto, e al sesso preferite il surrealismo alla Salvador Dalí, a Parigi di notte vi troverete a sognare ad occhi aperti. Midnight in Paris, appunto, docet.

E anche in questo caso Allen ha filmato la Torre Eiffel e le cattedrali gotiche varie con classe, appunto, francese.

Ah, le strade.

A me piace guidare. Specie di notte quando non c’è un cazzo di nessuno e puoi girovagare come in Taxi Driver, in pura zona Fuori orario. Fermarti a un bar e berti tutta la cameriera con tanto di bionda…

Queste ti mandano in paradiso. Altro che andare ad Amsterdam, vero?

Ma non sopporto una cosa quando guido. Cioè la gente che non rispetta i segnali?

No, quando la strada è libera e trovi davanti a te un impedito che non sa guidare e va ai due all’ora.

Semmai hai fretta, devi andare presto a defecare e urinare, te la stai facendo nelle mutande e questo ti costringe a usare il clacson perché lo mandi subito a cagare in quanto non si toglie dai coglioni.

Ma ciò che non tollero davvero nella vita sono i romani.

Sono la peggiore stirpe. Una massa di ruffiani.

Sabrina Ferilli. L’unica capace di essere la co-protagonista, appunto, di un film da Oscar dopo aver fatto lo spogliarello allo scudetto della MAGGGICA ROMA con tanto di Antonello Venditti a incitare il circo di questi girotondini eccitati dinanzi a tale giunonica Anna Magnani più bona ma molto più povera a livello recitativo.

Un culo magnifico, almeno all’epoca, bellissimo come la Cappella Sistina. Niente da obiettare in merito. Sì, siamo pure obiettivi. Un lato b che non ti serve una Nikon per diventare il fotografo più ricercato sul mercato…

Ma che buzzicona. Che cafona, che ignorantona!

Lei e tutti quei compagni di scuola di Verdone, la compagnia dei ciociari e dei caciaroni, ovvero Massimo Ghini, Nancy Brilli, ovviamente Christian De Sica.

Ecco, John Wick 2.

L’apparizione di Franco Nero ci sta. Franco, seppur invecchiato, ha carisma. Tant’è vero che è sposato a Vanessa Redgrave.

Ma ne vogliamo parlare invece di Claudia Gerini?

È assolutamente imbarazzante.

Sì, dopo Gianni Boncompagni è stata con Verdone.

E vai di raccomandazioni poi a gigolò, no, gogò.

È un’attrice pessima, dunque non è un’attrice.

Poi, rimanga fra di noi, ha delle ottime gambe ma mi è parsa sempre una volgare popolana come la sua Jessica di Viaggi di nozze.

Ma non sarebbe niente a confronto del De Niro pugliese, ovvero Riccardo Scamarcio.

Ricordo che nel 2005 stavo con una tizia a Milano.

E lei andava matta per Riccardo.

Io:

– Mah, pare un vecchio già a quest’età. Senti che roba. Ha la voce impostata da Tiziano Ferro che scopa Valeria Golino.

– Guarda che Riccardo è del ’79 come te. Ed è perfino di due mesi più giovane. Tu sei nato a Settembre, lui a Novembre.

– Appunto.

 

Sì, all’epoca non era ancora uscita Giusy Ferreri, la quale è la versione femminile di Riccardo.

Sì, avete sentito che gola profonda che ha Giusy? Sembra un trans della complanare.

Invece è palermitana.

Una sicula, come i ruoli da mafioso che ora danno a Riccardo.

Sì, in John Wick 2 fa però il camorrista, cioè un Santino di nome e poco di fatto, uno della Sacra corona unita, tremenda organizzazione criminale delle Puglie, appunto, la sua regione d’origine.

Ma la sua carriera, negli ultimi anni, è costellata di personaggi appartenenti a tutta questa mafia, della ’ndrangheta. Che pappone.

Sì, Riccardo è passato dalle commedie per sceme alla Moccia da Tre metri sopra il cielo a Loro…

Se fossi stato in voi, io non avrei mai scherzato contro colui che viene lodato dal Bergoglio ogni domenica.

Il creatore?

No, io.

Ah ah.

E su questo scritto, pari al genio di Michelangelo, me ne sto ora a suonare e cantarmela come Tim Roth de La leggenda del pianista sull’oceano.

Ho detto tutto.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Chi non mi crede, è ateo?

Una volta mi dissero:

– Ehi, pagliaccio, togliti la maschera.

 

E dire che non avrei mai voluto farlo. L’unico che stimo di Roma è Sergio Leone. Infatti, Clint Eastwood è il mio regista preferito.

Ma soprattutto che ci faccio ancora in questo posto di burini, di mangia-spaghetti, di ultrà, di urlatori, di falsi puritani, in un posto che crede ancora agli iettatori, ai cornetti, un posto di cornuti, di giovani urlatori che ridono sguaiatamente e, se sei giù, ti rispondono… tromba di più?

Sapete che vi dico? Come direbbe appunto il De Sica? Ma perché non ve lo annate a pigliare tutti Inter culo? Cazzo, abbiamo pure gli juventini.

Insomma, spesso si parte in quinta solo per colpa di una cagna, di una lupa. Molto rumore per nulla!

Tragedia shakespeariana è stata ma pure il John Wick che non avreste mai immaginato.

Che cosa? Scamarcio sarà il protagonista del nuovo film di Nanni Moretti?

La nostra strada?

Va bene, addio.

 

di Stefano Falotico

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I migliori film del 2018 e i peggiori secondo Francesco Alò


31 Dec

Finalmente, siamo in perfetta sintonia. Complimenti, ottime scelte.

francescoalo

Ho sempre avuto l’impressione che molti critici italiani odino Sorrentino perché sono berlusconiani


06 May
SET DEL FILM "LA GIOVINEZZA" DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

SET DEL FILM “LA GIOVINEZZA” DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

Odiatori. Odino, da non confondere col dio della guerra di Thor perché l’accento è diverso, sì, da odiare, cari uomini ricchi che fate sempre tuffi in piscine piene di iodio. E poi collezionate le bamboline di Yoda, quando da imperatori galattici delle vostre super fighe imperiali vi annoiate un po’ e volete recuperare la forza perduta…

Odino, non odano, da udire e uditemi, miei uditori. Odo cori di persone che si accaniscono contro Loro. Chi sono costoro? Essi non voglion tradire il padrone e allora s’intonano al cattivo coro di chi lo stronca di tutto Arcore, no, core.

Sì, sulla rivista Spietati, Sorrentino è odiato e gli gridano, tramite stilettate più logorroiche delle facili battute di Youth, che deve morire.

Scrivono che Sorrentino vive di banalità epigrammatiche, ed è la stessa gente che scrive folklore con la k per dare un tocco estetizzante al loro accanimento verso l’estetismo di Paolo. Lasciate che Paolo gozzovigli di CGI sulla pallina da tennis di Maradona, vi sia mancino di colpi “bassi” e ci mostri le cosce di Rachel Weisz in tutto bianco, ceruleo splendore statuario. Perché io sono il suo scalatore e la cingo sulla montagna rocciosa del mio montarla come Philip Seymour Hoffman fa con Marisa Tomei in Onora il padre e la madre. Una scena che apre il film e t’invoglia alla sodomia. Mai seppi che la Tomei fosse così gnocca sebbene abbia da sempre sostenuto che il suo viso da castorina sia di un sexy micidiale. Sì, quell’obeso Hoffman grufola e si compiace di quel sesso anale godereccio da vero porcellino con la panza piena. Eh sì, uomini da Mike Bongiorno, allegria e ogni valletta sarà la ruota della fortuna di altro sesso vostro maialesco.

Eh sì, come possiamo prendere seriamente recensioni così…

La Grande Bellezza è la sintomatica conferma, e cristallizzazione, di una “tendenza” incapace oramai di occultare un’assenza di sguardo, di prospettive, non solo di risposte ma di domande. Potremmo chiamare questa tendenza “barocchesco”: un profluvio di movimenti di macchina e di effetti senza affetti, un bozzettismo avvilente, un grottesco che ottunde le asperità invece di potenziarle.

Avete capito, uomini anaffettivi e troppo affettati, forse solo di eiaculazione precoce affrettati? Affetti senza effetti? C’è della vita vissuta davvero per scrivere una puttanata di questo livello. Questi sono “piani alti”.

Comunque Loro non m’interessa, so già tutto su Silvio, me lo confidò dopo avermi raccontato una barzelletta che vi ha reso critici tonti. Mi offrì la possibilità di scopare una di Canale 5 ma optai per La 7ima e scelsi un’ottava di lei in DO maggiore sul bemolle di un letto da uomo in più.

E su questa stronzata vado a mangiare il gelato all’amarena. Perché è da leccare come una donna che a te si dà calda come la troppa carne al fuoco di questi critici fritti e mai io vi dico veramente ritti.

Sono un dritto? No, qualche volta piscio storto. Ma faccio delle cagate migliori di queste merde.

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU'RE DEAD 07-26-2006 Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato Shoot Day 13 Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY) "Charles uncontrolably upset about Nanette shooting" "Andy & Gina listen" Philip Seymour Hoffman (Andy) Albert Finney (Charles) Marisa Tomei (Gina) Photo Credit - Will Hart

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU’RE DEAD 07-26-2006
Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato
Shoot Day 13
Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY)
“Charles uncontrolably upset about Nanette shooting”
“Andy & Gina listen”
Philip Seymour Hoffman (Andy)
Albert Finney (Charles)
Marisa Tomei (Gina)
Photo Credit – Will Hart

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di Stefano Falotico

Loro… la subiscono, non sono dei vincenti, siamo tutti domenica in chiesa e lunedì all’inferno


24 Apr

Mean Streets

Sì, loro sono quelli che hanno sempre fatto le scelte giuste, incontestabili, con la “fedina penale” dell’esteriorità più “sana” e “giusta”, loro sono quelli che sfruttano le donne, le trattano da oggetti, sono maschilisti fradici, incessantemente, invincibilmente ossessionati dal cul(t)o… del sesso e del successo. Sono quelli che pur di avere un posto da giornalista a Mediaset, si sono prostituiti al becero qualunquismo, alla retorica smodata, all’enorme bugia del “si vive bene se si lavora da mattina a sera come nella catena di montaggio”, ma loro nella fabbrichetta non ci vanno. Disdegnano i proletari, che manco esistono più, perché la società si è spaventosamente imborghesita e quelli che si definiscono comunisti sono ancora più borghesi degli altri. Semmai dissertano del Cinema di Elio Petri e di classi operaie che vanno in paradiso con la certezza che tanto domani è solo un altro giorno, forse sottopagato ma certo non da morti di fame, piattamente allineato al porcile di massa, più consumisti di quelli che accusano di essere spendaccioni, perché visto che criticano loro… si son scelti un mondo frustrante che esalta la frustrazione. Baloccandosi oggi con Guillermo del Toro, adoratore dei “diversamente abili”, e di Tim Burton, poesia infantilistica applicata a belle scenografie, elegia “preziosa” sui “mostri”. Sì, an vedi quanto è bona Gemma Arterton! Che tettone! Dio mio! L’unico “mostro” che hanno il coraggio d’incontrare non è Johnny Depp di mani di forbice ma l’incarnazione della bestemmia animalesca che cacciano quando per cena c’è solo pane e cicoria. Perché la bisteccona è bona ai ferri! Ed ecco che allora attaccano Berlusconi, il responsabile dei loro mali, la rovina dell’Italia. Sì, il mafioso, il puttaniere… sai che ti dico? Stanotte, vado da quella sui viali che avevo adocchiato di ritorno dall’Odeon. Ma sì, so’ uomo o non sono uomo? Un purissimo sfogo non farà male a nessuno. Allorché, in quest’ipocrisia generalizzata, adesso abbiamo gli espertoni di Cinema ma che non saprebbero scrivere neanche una sceneggiatura con tre personaggi in croce, che in loop si guardano Sergio Leone perché tanto una scena “rustica” non la sanno girare neanche nella cucina arredata con mele marce e due corone appese al muro. E intanto la vita va avanti. Mica ti sarai perso l’ultimo Shyamalan, dai, adesso scrivo una cazzata su Facebook, ma sai… ora metto una foto in cui scimmiotto John Travolta di Grease, così mi diranno che sono figo. Adesso mi fotografo con l’ultimo libro del filosofo thailandese che visse a Bangkok in una palafitta e morì suicida di harakiri assieme ad altri malinconici alla Hanabi. Potessi avere io l’attico di Nicolas Cage, quell’incapace maledetto!

Me la tirerò da esistenzialista che detesta quel maniaco “nucleare” di Kim Jong-un, ma in fondo in fondo son guerrafondaio col vicino di casa perché non si è presentato alla riunione condominiale. Sì, sarà war contro il signor Rossi, e sarò reazionario contro questo rosso… Mi lasciasse in pace, ho le mie gatte da pelare, mi lasciasse coccolare la mia coniglietta… dai, bella, andiamo alle Maldive, ci sono dei tramonti che fan venir la monta quando, anzi, cuando calienta el sol… ti farò veder le stelle!

Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi…

Sì, abbiamo ancora i fanatici di Paulo Coelho? Sì, una generazione di adulti da Quelo alla Corrado Guzzanti. Sempre a far compere alla Comet e poi ognuno, menefreghista, a vivere dei suoi egoistici e imbarazzanti credo…

Una donna alla sua amica… credo che la mia vita non sia perfetta, però io ci credo. Alla fine del tunnel, c’è la luce. Non può piovere per sempre. Adesso si è fatto tardi, mio figlio non so dove sia andato. Dal pusher, forse?

Se sei un giovane triste perché avverti come in Matrix che c’è qualcosa di malato nel mondo, danno del malato a te. Perché combattere per i propri sogni è corretto solo se i sogni alla fine ambiscono ad avere la villa ad Arcore.

Su, Cicciobello, che c’è che non va? Stai sereno e, se non stai sereno, pigliati questo sedativo e adesso lasciami vedere la Roma contro il Liverpool, ché domani m’aspetta un’altra giornataccia. Cagna impestata! Lupa puttana! Ah, fraciconi!

Come? Non hai ancora visto L’ora più buia? Ma cazzo… mi deludi, fratello, Oldman ha vinto l’Oscar. Poi è di Joe Wright. GIGANTESCO!

E di Dunkirk cosa ne pensi? Sì, dai, non malaccio, anzi, Nolan qui è “sincero”, sì, il budget è sempre faraonico ma è stato stavolta meno interstellare, più coi piedi per terra. Sì, questo è un Nolan che mi garba. Una sentita “analisi” storica, cazzuta.

Quasi carpenteriano, con assedi da Distretto 13 dilatati però in prospettive oceaniche a mar aperto della planata aerea “immersiva” di Hardy.

Sì, fanculo questi statali, paraculi, bombardiamoli. Loro non sanno che vuol dire arrivare a fine mese con le pezze al culetto! Pezzenti! Vi rode eh?

Io invece sono un comunale non comunista e voto Silvio. Tu voti Renzi? Non ti stringo la mano, ma a messa scambio sempre il segno di pace.

Tu stasera a chi ti dai? A me piace quella sulla sinistra. Quella sulla sinistra qual è? Non ricordo.

 

Una volta mi dissero… una volta che tornerai nella realtà, puoi anche buttarti giù dalla finestra! Ti derideranno, massacreranno, in una parola sei fottuto!

Ne sono ancora sicuri?

Vedete, il mondo si divide in due categorie: chi accetta la realtà perché non la capisce e chi non la capisce ma la accetta lo stesso.

Poi ci sono io, “caso” a parte. Fortunatamente.

 

Adesso paragonano Loro a Scorsese. Ma scusate. Nelle interviste, Sorrentino ha mai nascosto il suo amore per il Cinema dello zio Marty?
Almeno è onesto.

E perché se Tarantino dirige un film intitolato Once Upon a Time in Hollywood non ve la prendete del suo dichiarato omaggio a Leone? Ah, perché Tarantino è più simpatico perché nerd. È uno di noi…

Capisco.

E ricordate: tutti copiano, tutti reinventano. Di mio, non sono mai stato uno scolaretto. Ero già “pazzo”.

Menomale.

Vivrò ancora fra agonie e tormenti ma la mia anima e la mia mente non me la toglie neanche Trump.

 

di Stefano Falotico

Loro, il teaser trailer del nuovo film di Stefano Falotico, altro che Berlusconi


13 Mar

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Ma te che cosa ti aspettavi? Di essere l’uomo più bello d’Italia, di fare lo scrittore autarchico che non lavora e che semmai vince il Nobel, e che tutte le donne ti amassero alla follia?

Sì, IO MI ASPETTAVO PROPRIO QUESTOroc402

Toni Servillo è Berlusconi in Loro di Sorrentino, ma chi è Silvio? Guardatevi in faccia


08 Oct

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Be’, Silvio Berlusconi, figura storica, sicuramente troia, che ritrae però alla perfezione l’Italia non solo di ieri, ancora di oggi, e cercherò di spiegarmi.

Negli ultimi anni, contro Silvio si è scatenato un odio mediatico degno della Santa Inquisizione e gli son state imputate colpe di cui non è, forse, responsabile. La sua unica pecca, nella megalomania di cui soffre e di cui ha sempre “patito”, è stata quella di non volersi limitare. Sì, credo che in cuor suo, intimo e privatissimo, Berlusconi, al di là delle fanfare e della personalità “arrogante” che ha sempre esposto pubblicamente, sia un uomo buono.

Credo che abbia sempre desiderato il bene dell’Italia, ah ah, sì, qui lo affermo senza vergogna. E, appunto, le mediatiche gogne, reputo, siano state esagerate.

Silvio si è fatto da sé, ma non penso perché volesse diventare effettivamente qualcuno, proprio per la necessità personale di volersi imporre come persona, per il “principio” di far valere i suoi valori (in)discutibili, improntati al successo, allo sfacciato sesso da far rimanere i “senza palle” di sasso, al mito, opinabile certamente, del self made man, alla volontà incoercibile, secondo lui non imputabile di crimini, di non arrendersi dinanzi a nessuno. Una volontà di ferro, che ha sempre proceduto secondo la sua linea immarcescibile, impostata, eccome se è impostato, verso la voglia, eccome se è voglioso, incredibile, pazzesca, di voler essere un uomo importante.

E alla fine l’ha spuntata, eludendo accuse e sviando sempre di fronte a una legge che, per quanto abbia tentato in ogni modo lecito e anche illecito, d’inchiodarlo, non è mai riuscita davvero a incastrarlo.

E Silvio non si è mai castrato, usando il suo “strumento” di piacere in ogni donna che a lui si è concessa affinché potesse concedergli il favore di entrare nelle “grazie” del potere. Un uomo eroticus e “factotum”, eh eh.

Mediaset fu invasa dalla sua personalità debordante, di piacer “colante”, e tutte si davano in pasto al Berlusca, ben “liete” di poter sfondare dopo essere state sfondate nei festini su cui ci si è anche accaniti con dubbio gusto, sì. Che ve ne frega delle sue zoccole? Lui, che fu Presidente del Consiglio, doveva dar il “buon” esempio nei costumi e nella moralità? Ah, poveri illusi. Come se il valore si misurasse da queste finte etiche(tte)… Sono altre le colpe di cui Berlusconi s’è macchiato, altro che il suo sperma macchiante. Chi è senza “bucato”, un po’ “depravato”, scagli la prima pietra…

D’altronde, l’Italia voleva Berlusconi. Non lo accusasse quindi della sua ipocrisia.

Italia, Paese dominato da una falsa fede cattolica, ove la religione ha mietuto insanabili vittime, la classica gente pronta ad appellarsi alla Provvidenza quando manca il lavoro e poi a festeggiare appunto la propria malata volgarità nell’esibizione animalesca del più sbandierato volgo, nella sua accezione peggiore. Il popolino sofferente di retorica quando fa comodo, ripiegato sui suoi privilegi piccolo-borghesi, sulle proprie bacate mentalità antiche e retrograde, mai evolute dal provincialismo più cafone, mentalità persino reazionarie e fasciste, popolo gridante e inneggiante alla “dignità” più doppiogiochista, che ha visualizzato in Berlusconi l’incarnazione del suo distorto inconscio, desideroso di emanciparsi dalle quotidiane brutture, dall’orrenda mediocrità che la sua cultura erronea, appunto, lo ha indotto, quasi costretto a essere. Quelli bravi a parole, oratori nelle chiacchiere, superficiali, cinici e anche guardoni nella vita di ogni “bel” dì. In questi falò delle vanità. L’italiano medio si crede un genio, quello che ha capito tutto e, se non è riuscito a realizzarsi, lo imputa sempre alle sfavorevoli circostanze, agli eventi negativi della vita. Mai una volta che si dia delle colpe. E allora meglio dar del colpevole a Berlusconi. Colui che ha “tradito” il “patto” con gli italiani.

Siamo ammorbati dai “sapientoni”, quelli che hanno sostituito la ricerca della verità e della cultura più democratica a favore di un becero, freddissimo nozionismo, fatto di pezzi di carta, di una glaciale, burocratica visione di questo splendido insieme giustamente (dis)omogeneo che è la vita nella sua complicata interezza.

Berlusconi altri non è che uno di voi. Un uomo stupidamente vanitoso, che ha sognato in “grande” non solo il suo glande, ah ah, uno che voleva metterlo nel culo a tutti, a tutte, soprattutto. Senz’eccezione alcuna. Un figlio di puttana certamente più stimabile di tanti stronzi “saggi” e “intelligentissimi”, “onesti” e “lavoratori”.

Un uomo “duro”.

di Stefano Falotico

 

Sono iniziate le riprese di Loro di Sorrentino, ma chi è Berlusconi, e siamo tutti (Sca)marci?


25 Aug

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Eccolo lì al for(n)o imperiale il nostro Paolo, a dirigere la troupe per questo film su Berlusconi, interpretato dall’esimio Toni Servillo. Spunta anche Riccardo, nei panni dell’imprenditore che “riforniva” il premier del cazzo. Film molto atteso, ma mi soffermerei sulla panoramica italica, dando nel frattempo un’occhiata a quest’esibizione “notevole” di (para)culi.

Stamane, al cantar del gallo in tal finir tramontante dell’estate accesa, qui a Bologna, città tetra per antonomasia, son andato al bar a ristorarmi con un cappuccino, professione che i pii svolgono con devozione, “allattando” le suore quando il dì scende e qualcosa di blasfemo fa la “schiuma”.

Sì, l’Italia è un popolo di peccatori. Non me ne vogliate se dico il Ver(b)o in abiti miei “talari” da menestrello che trascorre le giornate nell’indolenza e nel dolersi solo dell’atmosfera grandinante delle tempeste mie ormonali.

Pasolini ebbe occhio profetico e ritrasse, ancor prima che “venisse”, con estremo acume la rabbia dei giovani, così scissi fra ciò che carpirono della morale e l’ambiguità della moralità falsa, cioè quella cattolica. Spinti a inserirsi in una società che non rispetta i loro amori puri, la loro voglia di esuberanza troppo allegra, troppo viva(ce). Dunque li punisce, castigandoli in “collocamenti lavorativi” demagogici, per alimentare la catena di monta(ggio). Non mi stupisce allora che nel nostro Paese dei piccoli si sia fatto strada, facendosene tante a “caro prezzo”, Silvio, l’emblema del sesso “elevato” a successo. E mi rattrista sapere che ancor in molti voterebbero quest’uomo così “facente” e così rifatto. Ormai la frittata è fatta e il bunga bunga la fa da padrone, cari servi della gleba.

Invero, stamattina, mi son svegliato triste e ho constatato, aprendo la finestra, che in giro ci sono molte puttane.

Questa è la parola di Dio, andate in pace e non in “pene”.

di Stefano Falotico00897607

Se Servillo sarà Berlusconi, io sono un Divo, e voglio narrarvi questa storia


11 Jun

La storia, da non confondere con Troia, sebbene i canti omerici nell’Iliade parlarono di cavalli con dentro uomini con la grinta di un toro…

Mattina altera, forse alterata, di me come sempre affabile nel traffico cittadino, poco pingue perché poche macchine vidi, sebbene un extracomunitario, cantandosela, vendeva il Resto del Carlino a un semaforo di colore… rosso come la sua pelle, al verde come il suo stipendio, giallo come i peggiori film di Dario Argento. Argenteo, poi mi diressi verso il solito bar, ove trangugiai una colazione “raffinata” a base di brioche salata parimenti proporzionale alla mia “dolcezza”, e di un cappuccino più “pio” dei monaci francescani. Riprendendo quindi a girare. Sapete, spesso mi girano e divengo in quegli attimi fatali come Attila, flagellando il mio (D)io a base di ire sgommanti come i tir della Domenica. Quindi, in un altro bar, allo “scader” di un caffè amaro come il mare d’inverno di una canzone rifatta più volte come Silvio, meditai su questo film, Loro, ove l’accento va posto nel modo più consono alla ricchezza italica della nostra Lingua vorace, forse solo verace come le cozze napoletane nella gola “profonda” di un uomo non partenopeo che tifa Milan. Sì, rincasai e mi “posizionai” appunto nella mia cas(c)ina, ove, quando sono triste, masturbatorio mi do al cul(t)o dell’osservanza di belle coscine. Facendo su e giù in stato “down” della mia dignità. La dignità! Da quando il Capitale ha preso podere, no, potere nelle testicolari teste di cazzo degli italiani, il lavoro “utile”, non umile, è divenuto una priorità. L’uomo invece deve venire e darsi alla creatività, altrimenti diviene svenevole. Donne, venite a me, urlava Berlusconi, uno che ne circuì parecchie, per il suo uccello liftato che ne gioiva, giovava, erano molto giovani. Io mi arrangio, arranco, non seguo il branco, sebbene abbia molto amato Marlon Brando. Sono un selvaggio, cari bulli e pupe.

Sono un ricco nell’anima, povero in canna, ma non fumo neanche le canne. Berlusconi, invece, a ottanta “ani” tira ancora di brutto, ma si crede bello.

di Stefano Falotico

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