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William Baldwin poteva essere il più grande attore del mondo e io potevo essere De Niro ma rimasi nell’ombra, assalito dal fuoco assassino dei piromani?


01 Jul

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No, degli erotomani.

Ora, non so se lo stiate ammirando nella serie Too Old to Die Young. Secondo me, serie vicinissima al capolavoro assoluto. Sto parlando di William Baldwin, ovviamente, detto Billy.

Copia-incollando direttamente da Wikipedia, leggiamo tutti assieme appassionatamente quanto segue:

«Figlio di Carol Newcomb e Alexander Rae Baldwin Jr., è fratello dei noti attori AlecDaniel e Stephen Baldwin, conosciuti come i fratelli Baldwin. Si laurea in scienze politiche alla Binghamton University, dove ha fatto parte del team di wrestling. Considerato il più bello tra i suoi fratelli, ha iniziato a lavorare come modello, apparendo anche in alcune pubblicità. Dopo aver frequentato corsi di teatro, debutta sul grande schermo nel 1989 in Linea mortale e Fuoco assassino, venendo considerato un sex symbol anche grazie alle prestazioni ad alto contenuto erotico nei film Sliver con Sharon Stone e Facile preda con Cindy Crawford, benché ambedue i film non abbiano riscosso un particolare successo al botteghino».

Innanzitutto, essendo io il più grande intenditore di Cinema, oserei dire, del mio palazzo, intervengo di errata corrige.

Wikipedia infatti ha sbagliato. A scrivere questa sorta di prefazione riguardo la carriera del Baldwin, eh già, sarà stato un ragazzino di sedici anni nel doposcuola.

Perché ha scritto delle inesattezze, oserei dire, madornali.

Linea mortale e Fuoco assassino sono del ‘91.

Baldwin, invero, debuttò con una piccola parte in Nato il quattro luglio.

Detto ciò, dal 1991 a oggi, sono trascorsi 28 anni e, se la matematica non è un’opinione, Linea mortale e Fuoco assassino rimangono i suoi film migliori come attore.

Ho detto tutto.

Non che siano dei capolavori, tutt’altro. Ma in quest’annus suo mirabilis il Billy esplose come le case del film di Ron Howard.

Si spense però da solo, senza necessitare dei pompieri. Sapete perché si arse vivo? Poiché, accalorandosi troppo di calore, esal(t)ato come il tricticlorato, si montò la testa e forse anche Sharon Stone e Cindy Crawford e, da allora, (s)pompato al massimo, si sputtanò del tutto.

Segnali di questo suo pervertimento si ravvisarono già nel 1993.

Anno nel quale fu protagonista di Sliver. E torniamo a Sharon Stone, una che l’anno prima divampò nell’olimpo delle stelle di Hollywood, incendiando Michael Douglas in Basic Instinct.

Per anni, molte malelingue mi paragonarono al personaggio interpretato, appunto, da Baldwin in Sliver.

Sì, in effetti ammetto che era un periodo in cui mi piaceva farmi i cazzi degli altri. Essendo molto depresso, era però sostanzialmente la gente che mi spiava e sospettava di me.

Ah, non dovete fidarvi di molta gente. È guardona, adocchia di malocchio e pensa che tu sia un maniaco quando invece stai solo con le mani in mano.

In questo film, c’è Polly Walker. Per anni io divenni suo fan sfegatato. Ne ero innamorato, sfiancato, spappolato.

Guardatela in Roma e 8 donne e ½. Capirete perché quelle della mia età mi facevano ribrezzo. Non potevano competere con una milf così. Qui parliamo di un donnone che… ho detto tutto.

Ero gerontofilo o un uomo incastrato, dunque castrato, in un corpo da nerd?

Le maldicenze su di me si moltiplicarono, fui perfino scambiato per James Woods di Videodrome.

Quello che posso dirvi, col senno di poi, è che ero soltanto a pecora, emotivamente parlando. Nessuno comunque riusciva davvero a inchiappettarmi.

Baldwin, invece, è rimasto tale e quale, spiccicato a prima, cioè un attore e forse un uomo di merda nonostante un po’ di panza in più. Auto-fottutosi.

È veramente devastato in Too Old to Die Young. E non vi dico altro per non spoilerare.

Billy è stato inoltre con Jennifer Grey, quella di Dirty Dancing.

Ho detto tutto.

Be’, sì, se non fossi rimasto tra le fiamme della mia malinconia per molto tempo, oggi sarei davvero il De Niro italiano.

Ma va detto che conservo ancora un fascino da Donald Rimgale.

Insomma, ragazzi, se gente cattiva vi ha bruciato ogni speranza, non diventate hater.

Non fatemi la fine di Donald Sutherland…

Ne ho visti tanti… di ragazzi bruciati.

Non è da una bruciatura che si vede una (ri)cotta, figlioli.

Se è andata male con Jennifer Jason Leigh, fidatevi… andrà bene con un’altra?

No, non andrà per niente.

Eh sì, eh.

Capace che poi incontrate la Sacerdotessa della Morte, Yaritza.

Un consiglio dunque a ogni coniglio: non sognate le conigliette, non avete la giusta faccia da culo… di Baldwin?

No, la mia.william baldwin wikipedia donald sutherland fuoco assassino

BACKDRAFT, Robert De Niro, 1991

BACKDRAFT, Robert De Niro, 1991

 

 

di Stefano Falotico

 

 

La linea mor(t)ale fra essere un grande attore del futuro e rimanere invece un insulso Kiefer Sutherland da strapazzo


27 Dec

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Insomma, è uscito questo “remake” di Linea mortale. L’originale, targato Joel Schumacher, alla sua uscita ebbe un discreto seguito, incassò abbastanza e divenne quasi un cult per quella generazione sbandata e sbadata degli anni novanta, periodo quanto mai confuso, un periodo di pasticciacci e veri e propri pastiche, in cui soltanto la filosofia pulp “propugnata” e così vivacemente esposta da Tarantino divenne qualcosa di veramente valido e da prendere in seria considerazione. In quel periodo, lasciando stare i grandi autori che si erano già affermati tempo addietro, venivamo, ahinoi, invasi e sommersi da obbrobri e ibridi fantascientifico-filosofeggianti come Flatliners. Un film che, a dire il vero, presentava anche delle piacevoli e intriganti suggestioni, ma il cui impianto decisamente commerciale e di facile presa giovanile non ha certo giovato nel conferirgli una statura, potremmo dire, contegnosa. Un film barcollante, indeciso se essere una farsa, un dramma o anche una commedia-horror. “Sostenuto” peraltro maldestramente da una sfilza di giovani “quasi” divi alquanto antipatici, fra cui spiccava l’osannata Julia Roberts, già con la sua enorme bocca da cavalla, e quell’altro stoccafisso indisponente del Bacon Kevin, ma soprattutto “giganteggiava” d’insopportabilità quel “reietto” figlio di cotanto padre, il Kiefer Sutherland, appunto, uno che pare che con le sue smorfie da ex “paninaro” e bullo di Ragazzi perduti (sempre dello Schumacher) sia riuscito a conquistare, nella vita privata, donne molto piacenti, la stessa Roberts e Angelina Jolie, quando era ancora un bijou, e non si era intellettualizzata nella sua attuale “mise” da androgina-anoressica con pose da depressa radicalchic. Sì, costui… il Sutherland, al di là di alcuni ruoli anche onestamente di rilievo, ha sempre personalmente simbolizzato il prototipo dell’incapace raccomandato, l’incarnazione merdosa del fanatico-montato dal visino da stronzo esaltatissimo, l’emblema personificato dell’apogeo della deficienza. Ma pare che ancora “campi”, arrangiandosi con filmetti in cui espone la sua faccia da culo, senza incorrere in denunce di oltraggio al pudore dell’intelligenza.

Sì, quando “venne fuori”, alcuni pensarono che davvero sarebbe diventato qualcuno. Io capii fin dapprincipio che ci trovavamo di fronte a un in(s)etto di livello co(s)mico. E, al di là, di von Trier, non mi sbagliavo. D’altronde, “soffro” del dono della preveggenza, essendo uomo morale ben conscio di essere mortale, dunque molto obiettivo e lucido, realisticamente oggettivo, sono uno che non si fa incantare, neanche incarnare, dalle chiacchiere, dalle mode giovanilistiche, dalle tendenze e dai volti “cool”…

Da molti vengo preso per un coglione universale, da altri per un genio maudit che “spaventa” appunto per la sua capacità introspettiva, potrei dire psico-precognitiva. Riesco sempre a indovinare il futuro degli altri, anche se sono molto indeciso su come io voglia vivere il presente, e rimugino sul passato, rendendomi remoto nell’anteriorità di sapere che, a “posteriori”, per il sedere nessuno più mi piglierà e, da me, imparerà a usare con dovizia i congiuntivi giusti del suo essere un uomo dal destino su cui il condizionale è d’obbligo. Ah ah. Il faceto fat(u)o…

Ecco, su Facebook si è scatenata una discussione su chi potrà essere il più grande attore degli anni a venire. Oh, l’Avvenire… e non mi riferisco all’omonimo quotidiano “cattolico” italiano, ma agli avvenimenti che succederanno. E anche sugli/agli “avvenenti” che cinematograficamente potrebbero piacere.

Tra i futuri grandi, qualcuno inserisce Adam Driver. Ora, al di là del suo indubbio e cristallino talento, e di una certa bravura, anche se non esagerata, al di là del fatto che possa già vantare collaborazioni consistenti con autori pregiatissimi come Scorsese, Jarmusch, Baumbach e in futuro, appunto, Terry Gilliam (uno specializzato nelle profezie millenaristiche…), non possiede però l’allure da star. E quindi, al di là della vita… no, scusate, di poter imbeccare qualche ruolo clamoroso anche di appeal da Oscar, ha una faccia troppo particolare e poco da copertina per poter sfondare presso il grande pubblico. E sappiamo quanto, checché se ne dica, il successo e l’immediata riconoscibilità, siano comunque dei “valori” aggiunti. Basti pensare a Brad Pitt. Come già detto, e confermo questo pensiero senza batter ciglio, alla faccia delle sue folte sopracciglia, pur non essendo un mostro…, se non di bellezza, la sua fotogenia gli ha permesso di essere richiesto da registi importantissimi, che così potevano abbinare alla sua discreta recitazione, non perdendo molto in fatto di qualità, la prospettiva di poter guadagnarci molto, avendo appunto lui come protagonista…

Ma la questione facebookiana va a vertebre, no, vertere, su un giovanissimo “invertebrato”, tanto è magro e quasi rachitico. Ovvero, Timothéè Chalamet. Ah, i dolori del giovane Werther.

Quest’anno darà battaglia a Gary Oldman, con la sua interpretazione nel film di Guadagnino, ruolo che tanti plausi gli sta facendo guadagnare… E il prossimo anno lo vedremo nel nuovo Allen.

Prematuro poter affermare che ci troviamo di fronte all’erede, che ne so, di Daniel Day-Lewis, a cui l’accomuna una certa snellità e le movenze aristocratiche da elegante dandy, di certo è da tenere molto d’occhio. Perché è innatamente dotato di una notevole, ambigua espressività che gli permetterà di ottenere svariati e variegati ruoli. Un volto su cui si può scommettere facilmente.

Fatto sta che, sabato pomeriggio, potrete scommettere alla SNAI sulla serie A. Giocano gli anticipi perché Domenica è l’ultimo dell’anno.

A ognuno il futuro del suo allibratore cinese…

 

Vado a fumare una sigaretta. E ricordate: dopo la morte, ci fu la vita. Il resto è una favoletta per consolare le disgrazie quotidiane.

 

 

 

di Stefano Falotico

 

 

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