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THE IRISHMAN di MARTIN SCORSESE – Pubblicità non occulta da Professor Cornelius Occultis


29 Nov

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Be’, chi non conosce un bel paio di cosce ma soprattutto il professor Occultis, miei uomini oramai senza culo, no, volevo dire culto?

Occultis, uno dei protagonisti del mitico, oserei dire leggendario fumetto Il grande Blek.

Uomo colto ed erudito, però meno del sottoscritto Stefano Falotico, detto Genius-Pop, alias Joker Marino, intrepido avventuriere delle sue scorribande cinefile, uomo non ammanicato né affiliato alle mafie della piccola borghesia italiana, vive d’estasi mistiche e di purezza adamantina, dispensando perle di saggezza offerte anche ai porci affinché, di resipiscenza, si ravvedano dall’averlo visto assai male.

Durante l’adolescenza, da sé stesso poco amata, il Joker Marino visse sprofondato nelle tenebre, colorandole di visioni pindariche, ammaliandosi nel Cinema più splendido e roboante, oserei dire, sì, tonitruante.

Immersosi nella sua passione viscerale senza pari, il Joker divenne amante sesquipedale di Scorsese, adorando ovviamente il suo pupillo per antonomasia, ovvero Bob De Niro.

Tanto da dedicare a entrambi due saggi monografici celestiali, Martin Scorsese – La strada dei sogni e Robert De Niro, l’intoccabile, in vendita nei vari formati cartaceo e digitale sulle maggiori catene librarie online, scritti con acume, dovizia di particolari, pieni di aneddoti interessanti e scevri d’ogni tronfia, trombonesca prosa cattedratica o noiosamente accademica.

Sarebbero adesso da aggiornare, aggiungendo alle loro rispettive filmografie, per l’appunto, The Irishman e quant’altro.

Il Genius-Pop volteggia sulle teste dei miserabili, alla realtà si riagganciò con grinta enormemente ammirabile, lodevole e grandiosamente, ancora una volta, carismaticamente invincibile. Egli, senza sprezzo del pericolo, senz’alcuna remora d’incorrere nel ridicolo involontario, affronta in maniera impavida il mondo quotidiano, accarezzando le labbra di una bella donna, incontrata al bar, solamente aggrottando la fronte e porgendole lo zucchero macchiato caldo dei suoi occhi imperscrutabili, neri come The Night Of, diretto dallo stesso sceneggiatore di The Irishman, vale a dire Steven Zaillian, pregustando l’amplesso, già da lui caldamente sorseggiato, che con lei avrà a mo’ di cappuccino con la schiuma e tanto di leccarsela sotto i baffi.

Sì, per anni fu scambiato per Il grande Lebowski, fu preso per Jean-Marc Barr di Le grand Bleu, per un sempliciotto alla Jovanotti da filmetti come Jolly blu e per un tipo dolce e simpatico come Max Pezzali degli 883. Che io mi ricordi, durante il periodo delle scuole medie, me ne sparai molte su Alessia Merz, una che comparì nel mio “lungometraggio” ma anche in una pubblicità di David Lynch, uno dei miei registi preferiti in assoluto. Sì, la mia vita fu una Mulholland Drive, si crogiolò nell’Inland Empire, si appartò talmente tanto nel suo appartamento che molti pensarono che soffrissi di agorafobia e attacchi di panico come un’altra che appare nel film succitato, quel pezzo di gnocca di Nicole Grimaudo, attrice di Liberi.

Di mio, continuo a pubblicare libri, malgrado tante persone dicano che assomigli a Elio Germano. Quale? Quello de La tenerezza di Gianni Amelio, ovvero Giacomo Leopardi? Ce la vogliamo dire? Leopardi non soffrì di malinconia né la sua poetica fu basata sul pessimismo cosmico.

Silvia non la diede a Leopardi e allora Giacomo fantasticò sugli orgasmi mai da lui con lei avuti, sublimando di non averle strappato il costumino leopardato. Insomma, un poeta della minchia, ah ah.

Poiché ricordate: il Genius-Pop ne sa una più del diavolo de L’esorcista. Egli, nella notte, s’incunea di nascosto ove sapete, uomini e donne, mandando a farsi fottere, inculando ogni moralismo giudeo-cristiano con far da bastian contrario dei percorsi a tappe, miei tappi, nani e beoti.

 

di Stefano Falotico

Alla gente da Zampaglione, preferisco Keanu Reeves, bello e dannato, proprio un gran guaglione


06 May

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Sì, in John Wick 2 c’è Claudia Gerini.

Claudia tradì Federico Zampaglione con un vero Tiromancino sotto banco. Lo famo strano…

Sì, questa non la sapete. Non c’è neanche negli extra del Blu-ray delle deleted scenes e dei contenuti speciali.

Ecco, la storia è questa. Claudia arrivò sul set, vide Keanu e comprese che il profumo del mosto selvatico di suo marito non poteva competere con questo marcantonio bisex che fu protagonista de I ragazzi del fiume.

Sì, suo marito combatte questo sistema deprimente con le sue canzoni che istigano al suicidio.

Canzoni da pompe funebri. Sì, ah, mettono un’allegria che neanche le musiche delle bande di paese che accompagnano il morto durante i funerali.

Sì, basta, davvero. Sono delle lagne mortali. Adatte a gente che si piange, appunto, sempre addosso.

Melodrammatica, pietistica. Gente che cerca sempre compassione e legge Niccolò Ammaniti.

Invece io, parimenti a De Niro e col mio Neo in stile Keanu Reeves, con tanto di faccia cadaverica da Dracula di Bram Stoker, sono ben consapevole che il mondo sia un enorme Matrix ma non si lotta, nascondendosi nei piagnistei.

Bisogna sfoderare la grinta da puro Johhny Utah.

Per essere persone libere nell’anima non bisogna mai credere alle tristezze dello Zampaglione.

Liberi? Una moscezza tremenda. Diciamocelo, una monnezza.

Be’, che vi devo dire, amici?

Ho un cervello pazzesco, roba che Johnny Mnemonic si caga nelle mutande.

Molte cose non sono andate bene nella mia vita. Mi arrabbiai e fu tutta una Reazione a catena.

Spesso ho pensato di farla finita ma, a proposito di libertà, a questo punto sempre meglio la ruspante Liberi Liberi di Vasco Rossi.

Eh già, sono ancora qua!

Devo forse ringraziare L’avvocato del diavolo.

Dio mi ha regalato un Gift. Sì, un dono enorme. Il genio. So che siete invidiosi…

Ah, Parenti, amici e tanti guai.

No, a differenza di John Wick, non sono il babau. Ma quale Boogeyman.

E ho smesso di abbaiare.

Adesso, voglio solo abbacinare. Se uccidete il mio “cane”, so’ cazzi vostri, però, eh. Perché come Keanu sono un solitario lupo. Molto cupo. Ah, che attrice, Ida Lupino. Miei volpini.

Ah ah.

Comunque, cari friends, buona vita a tutti. Sono più basso di Reeves ma il carisma dell’uomo cazzuto c’è tutto. C’è anche il cazzone… però…

di Stefano Falotico

Ermetica battona, no battuta alla Woody Allen mischiato al caffè di Lynch


10 Sep

I lib(e)ri vanno letti integral-MENTE, non cassa integrati dalle commesse lette poi a letto.

 

Questa dicasi stronza(ta), ma è di classe.

La vita è come una zanzara, la schivi ma torna a (p)ungere.

Sono un esempio per le generazioni perdute. Sono un uomo talentuoso che sa fotter(si) in modo focoso. E ardimentoso non mi spacc(i)o per uomo ficcante, al massimo sono sempre al minimo e al minimo sono te.

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del Falotico Stefano

I lib(e)ri di Stefano Falotico


07 May

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Medito sulla putrescenza di molta gente che le mie genialità vorrebbe ostracizzare per catalogarmi in qualche compartimento, o “dipartimento”, “mentale”, e si danna in diagnosticanti etichette d’appiopparmi per svilire la mia creatività “veemente”, insistente, generatrice di una marea oceanica di libri che potrete in vendita trovare online se una ricerca effettuerete nell’indagare…

Spunta un fake su Facebook che mi “addebita” la malattia di allucinare sulle sue plateali, eppur criminosamente celate prese in quel posto. Avanzando l’ipotesi che m’immagini tutto e sia lui… “venuto” senza d(i)ritto nella mia privacy solo per “vivacizzare” un po’ la “discussione”. Io pacatamente, moderato, misuratissimo, poi con brio e giovialità euforica, gli anticipo i miei progetti letterario-cinematografici e lui, quando “scocco” la mia nuova freccia all’arco del mio esser vulcanico, presentandogli la mia prossima opera, Il cavaliere di San Pietroburgo, attualmente in fase di editing, m’apostrofa con un clamoroso, proocatorissimo: “Falotico, scriva il cavaliere di Roma nord”. Sbertucciando quindi la mia “precarietà” economica e dandomi, sempre nascostamente di chat pusillanime, irriguardosa, mentecatta, “rissaiola” e offensiva al massimo, la patente di “accattone” che si “prostituirebbe” pur di far valere il suo “millantato” talento. Insulto facile. Che sia appunto lui quello “facilone?”.

Io non ho da svendere il mio genio, da costui (pres)unto, e non biasimatemi se ancor i miei libri, di mente libera qual possiedo, desidero vendere. Perché mi par lecito voler che vengan letti. Cosicché possa scardinare (de)menti invece imprigionate/i da vetusti schemi (il)logici, che si nascondon “bene” dietro Laure(e) e altri pezzi di carta che, come Totò insegnava, se son solo il “baluardo” per definirsi “superiori”, posson servire solo per spazzarsi il culo. Meglio una serva che serve/a a questi “severi inservienti” delle banalità scolastiche… che piglian per il sedere.

Di offese come queste, più s’accresce la mia biblioteca di nuovi titoli, più dai detrattori, molto ratti invero, non a tratti ricevo. Sì, da costoro, impostori della verità, persone profondamente disturbate e in verità frustrate, le ricevo spessissimo. E son “pesissime”, enormi “prese” appunto. Un “gran” pressing alla mia dignità da questi saccheggiata, ripudiata e “apertamente” derisa.

Ma tali infimi “personaggi” poco meritano le mie attenzioni. Io mi rivolgo a coloro che possano apprezzarmi. Perché i miei lib(e)ri non han prezzo.

E questo è un gran pezzo.

Alla faccia dei mer(da) di pezz(ent)i.

 

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Avete mai pensato che il Cinema di Nanni Moretti è uguale alle canzoni dei Tiromancino? Stessa atmosphere fra il nauseabondo e lo speranzoso tristarello


15 Apr

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Lo so, certi giorni mi piglia male e divento abatantuonesco, inveendo su qualcuno.

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Oggi è il turno di Moretti, qualcosa non mi ha mai convinto di tal ecce bombo.

Meglio, forse, la guasconeria ribalda e spensierata del grande Bombolo, homo non sapiens eppure ridens.

john_rambo_splash01097403Un Cinema, quello di Nanni, che gira attorno a drammi esistenziali sf(i)oranti il patetico, da brioche con cappuccino amaro e una sachertorte per risollevar gli umori altalenanti, un Cinema lento che si (sof)ferma, da pause e menopausa, senza la virilità di Sylvester Stallone. Clicca sul Bombolone, dai, è più dolce!

Un Cinema (a)politico, ambidestro, senza gancio sinistro ma da Tiromancino.

Io sto pensando questo, mi lincerete, lo so. Il Cinema di Nanni Moretti è tristemente melodrammatico come le canzoni dei Tiromancino. Non so perché, canta ZampaGUAGLIONE e mi ricorda il Nanno!

 

di Stefano Falotico

 

 

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