Ebbene, che dite? Questo nome, anzi, questo nome e cognome, cioè Robert De Niro… non m’è nuovo.
Sebbene, in Italia, dopo tutti i rimandi dovuti allo scandalo Weinstein e le quarantene imposteci varie, attendiamo che la Notorious Pictures finalmente distribuisca il tanto atteso Nonno, questa volta è guerra!
Atteso da chi? Considerato, forse a ragion veduta, uno dei peggiori film a cui De Niro abbia preso parte. In originale, intitolato War with Grandpa, da non confondere col quasi omonimo Dirty Grandpa. Ovvero, il da noi divenuto Nonno scatenato. Film, quest’ultimo, massacrato dalla Critica alla pari di Toro scatenato? Mah.
Acclarato che sia War with Grandpa che Dirty Grandpa non passeranno alla storia, certamente, come Raging Bull, sebbene Nonno scatenato, a mio modesto avviso, non sia affatto brutto come si disse, dice e dica in giro, in quanto lo vidi e tuttora vedo come una requisitoria contro il falso perbenismo, forse intrisa di qualche volgarità di troppo, un po’ indigesta sebbene piccante quasi quanto la super sexy Aubrey Plaza, guardiamo avanti e non osserviamo ciò che sta dietro come Vi presento i nostri. Plaza, che didietro, però.
Sì, la carriera di Bobby De Niro, sino a Ti presento i miei, a eccezion fatta forse di un paio di film bruttini, penso che sia stata più figa della Plaza.
Una carriera stupenda, addirittura più bella di Leslie Mann. Co-protagonista, assieme a Bob, dell’inedito The Comedian. Poi, ve ne parlerò. Sarà infatti forse inedito per voi. Ma non per il sottoscritto.
Poiché ne acquistai il Blu-ray americano in quanto fan sfegatato di De Niro e amante delle belle donne. Le quali, nella mia collezione privata e segretissima, sono sempre immancabili.
Piaciuta la battuta alla Jackie Burke di The Comedian?
In effetti, per molto tempo sognai una donna come Leslie Mann ma fui come Steve Carell di Benvenuti a Marwen. E ho detto tutto…
Nei miei periodi, diciamo, più sfigati, feci al che l’amore, cinematograficamente parlando, con De Niro. Amandolo infatti alla follia, ah ah.
Sì, me ne trasfusi, me n’identificai totalmente, m’incorporai in lui e, di simbiosi compenetrante, perfino sulla sua vita privata m’informai dettagliatamente. Tant’ che penso questo… De Niro, oggi invecchiato e forse un tantino smemorato, credo che non si ricordi quanto fosse bella Naomi Campbell ai tempi in cui lui e Naomi stettero assieme.
Io me la ricordo benissimo, invece.
Ebbene, De Niro, dopo aver lavorato con Nancy Meyers per Lo stagista inaspettato, con quest’ultima girò un mediometraggio piuttosto impresentabile, disponibile su YouTube e Netflix USA. Vale a dire l’abominevole Il padre della sposa 3.
Altra roba da cestinare subito.
Film o pseudo tale filmato con la web cam a mo’ di videochiamate streaming live di WhatsApp.
Con Anne Hathaway, sua compagna sul set di The Intern, Covid-19 permettendo, lavorerà ancora assieme per Armageddon Time di James Gray. Andiamo già meglio.
Gray è un grande. Dunque, dopo averci deliziato con la sua performance subtle in The Irishman e dopo il suo ruolo centrale in Joker, De Niro lavorerà ancora con Scorsese e DiCaprio per Killers of the Flower Moon. Film che sarà ambientato in una riserva indiana.
Ovvero, ciò che sta diventano l’umanità che, affetta dal Coronavirus, alla pari della popolazione massacrata dai cowboy, è quasi in via d’estinzione.
Ah ah.
Dunque, Gucci di Ridley Scott con Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani.
Lady Gaga, all’anagrafe Germanotta. Donna però di chiare ascendenze meridionalotte, in A Star is Born perfino un po’ pienotta, oserei dire tracagnotta.
Insomma, leggermente sovrappeso e chiatta ma comunque sempre sensualissima come Tania Cagnotto.
Nelle prossime settimane, invece, il Bob dovrebbe girare a Puerto Rico, ove pare che il Coronavirus non stia mietendo molte vittime, il film Wash Me in the River.
Film che vedrà, per la prima volta in assoluto, duettare Bob con John Malkovich.
Nel cast, inizialmente doveva esservi anche Machine Gun Kelly. Giustamente rimpiazzato dal ben più valido Taylor Kitsch.
Sì, Machine Gun si vanta di aver avuto una notte di sesso con la pornoattrice Rachel Starr e di fare all’amore con la sua attuale compagna, forse tutte le notti, Megan Fox.
Sì, sono bravi tutti. Quando sei miliardario, le attrici del c… o, come si suol dire, ti fanno la corte. Ne sarebbe capace pure mio nonno, fra l’altro, morto.
Peraltro, Machine Gun è proprio un cretino. Coi soldi che ha, si accontentò solo di Rachel. Chi si accontenta gode? Ah, mi accontenterei di Rachel anch’io.
Sì, basta, non vogliamo vederlo al cinema. In un film con un uomo di altra categoria come De Niro, sarebbe c’entrato come i cavoli a merenda.
Signor Machine, mi dia retta. Continui a bombardarci di pessima musica, tanto io non l’ascolterò, e duramente perseveri a bombare la Fox, lasci stare la celluloide, però. Se proprio la sua Megan dovesse, col passare del tempo, sviluppare un po’ di cellulite, contatti il chirurgo plastico di Rachel Starr e la finisca di darsi alla Settima Arte.
Sì, non capisco perché The Comedian non sia stato mai distribuito in Italia.
È la storia della mia vita.
Ebbene, oggi recensiamo un film assurdamente mai distribuito qui da noi, sciaguratamente snobbato, totalmente ignorato da qualsiasi distributore italiano, introvabile, poiché mai uscito, persino in home video, ovvero il valido, esilarante e al contempo malinconico The Comedian di Taylor Hackford.
Regista, peraltro marito della grande Helen Mirren, che, a sua volta, riteniamo che ingiustamente sia stato sottostimato per molto tempo, malgrado possiamo, a suo modo, certamente considerarlo un autore a tutti gli effetti, pienamente. Sì, molto particolare, mai del tutto affermatosi e riconosciuto come tale. Il quale però, lungo la sua lunghissima carriera, sì, altalenante e comunque discontinua, disomogenea e perciò non facilmente ascrivibile forse a una poetica definita e perfettamente riconoscibile, ha azzeccato più di un film. Questo gli va riconosciuto altamente.
Ottenendo clamoroso successo planetario col celeberrimo Ufficiale e gentiluomo, dirigendo Al Pacino, Charlize Theron e Keanu Reeves nell’interessante anche se indubbiamente un po’ pacchiano e pasticciato, prolisso e confusionario L’avvocato del diavolo, raggiungendo la prima e unica, assai tardiva nomination all’Oscar come best director per il bel biopic Ray con Jamie Foxx, conoscendo la stessa sua sposa e compagna Mirren sul set del suggestivo Il sole a mezzanotte. Firmando Rapimento e riscatto con Russell Crowe e Meg Ryan ed essendo stato l’autore di quello che, a tutt’oggi, possiamo senz’ombra di dubbio ritenere il suo lavoro migliore, vale a dire L’ultima eclissi con una strepitosa Kathy Bates.
Per tale The Comedian, dopo che il suo produttore Art Linson (Gli intoccabili, Heat, Fight Club, Into the Wild) prese contatti coi suoi amici Martin Scorsese e Sean Penn al fine di affidare a questi ultimi la regia, dopo numerose vicissitudini e varie, continue revisioni della sua stessa sceneggiatura originale, rimodellata, potremmo dire, riveduta e corretta, limata e “ritmata”, rifinita dal fine Richard LaGravenese (La leggenda del re pescatore, L’uomo che sussurrava ai cavalli), leggermente modificata nei dialoghi al vetriolo, ironicamente trasgressivi e pregni di dark humor taglienti, dal cabarettista Jeffrey Ross (accreditato solo come Jeff) e da Lewis Friedman, decise di optare per Hackford.
Affidando il ruolo principale del protagonista a uno dei suoi attori preferiti, ovvero Robert De Niro.
The Comedian, nonostante i nomi coinvolti nel cast e, come detto, le pregiate penne in sede di sceneggiatura, a dispetto delle ambiziose premesse, non riscontrò i favori unanimi della Critica statunitense. Anzi, detta come va detta, andrò incontro a un sonoro flop, riscuotendo pochissimo in termini d’incasso e lasciando piuttosto freddi i recensori d’oltreoceano.
A torto, aggiungiamo noi. Poiché The Comedian, anche se indubbiamente non riuscito completamente in molte sue parti, disorganiche e forsanche appesantite da pedanti lungaggini superflue, sebbene risulti sfilacciato e non sempre funzionante a livello d’intrattenimento riflessivo e divertente che, allo stesso tempo, vorrebbe palesarsi come una dolceamara commedia leggera e brillante dalle crepuscolari tinte melanconiche à la Woody Allen mescolata a un Saturday Night Live sotto forma di lungometraggio riflettente un character study incentrato su un uomo dai tratti psicologici ed esistenziali con cura sfaccettati, è un’ottima commedia veramente intelligente.
Trama:
il comico Jackie Burke (Robert De Niro), un po’ in là con l’età, il quale per anni ha vissuto unicamente di rendita, basando la sua oramai appannata e residua popolarità su un personaggio spassoso inscenato in una sitcom, è adesso sul viale del tramonto e tira a campare alla bell’è meglio, esibendosi come guitto d’avanspettacolo.
Dopo aver aggredito fisicamente, oltre che verbalmente, lo spettatore di un suo show, viene obbligato a un lavoro socialmente utile. Ma, come si suol dire, non tutto il male viene per nuocere.
Alla mensa dei poveri, ove è stato assegnato come “servitore”, potremmo dire, conosce la sfortunata ma assai bella ed affascinante Harmony Schiltz (Leslie Mann).
Subito se n’innamora, perfettamente ricambiato.
Nonostante la forte differenza anagrafica che divide i due, Jackie ed Harmony diventano sempre più complici oltre che splendidi, sfrontati amanti passionali.
E Harmony, col suo calore e il suo amore, riesce a ridonare a Jackie la fiducia perduta.
The Comedian dura 119 min. e, oltre a De Niro e alla Mann, può vantare le presenze del mitico Danny DeVito, di Edie Falco, di Harvey Keitel e PattiLuPone oltre ai cammei di Billy Crystal e di Charles Grodin.
The Comedian non è un film, come già scritto, esente da difetti. Anzi, ma è una graziosa comedy nient’affatto banale con un De Niro, inoltre, ampiamente da apprezzare.
di Stefano Falotico