Posts Tagged ‘Legs’

La beltà trasparente di Aurora Marchesani, giornalista-soubrette, donna iper avvenente da Playboy travolgente!


19 Feb

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Cristina Quaranta, il mio massimo sogno ero(t)ico dei nineties, ovverosia degli anni Novanta! Anche ora non scherza!


17 Feb

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The Shockingly Immense Beauty of Shannon Tweed in SCORNED


17 Feb

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La sfavillante bellezza (mis)conosciuta e levigata di Cendrine Genty, attrice fallita ma presentatrice in gamba!


16 Feb

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La vertiginosa mature woman Tiziana Panella continua a ossessionarmi in modo martellante, beltà estasiante, sexy in modo devastante


12 Feb

 Atrocemente bella anche in pantaloni, il viso levigato di una longilinea e al contempo formosa donna che incarna ogni maschile sogno erotico più libidinoso.

 

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Soprastante, gambe Tiziana Panellauna puntata fenomenale in cui fu al top inarrivabile.

Antò… fa caldo! Ce l’avete (de) Curtis? Luisa Ranieri – Personal Memories & Portrait of a Beauty insormontabile, d’una popolana da THE HAND…


14 Mar

Per caso, ho detto caso, Gael Garcia Bernal fu Che Guevara ne I diari della motocicletta di Walter Salles? Eh già.

This is the Hand, my only friend, no, this is the end o(r) reminiscenza di puro stream of consciousness mischiato ad adamantini atti impuri che furono.

Tutto partì con Il principe & il pirata di Pieraccioni, cari bambinoni e ipocriti tromboni…

E ora spero di allietarvi con questa faloticata memore del tempo che fu e forse non so se sarà, ah ah.

Improvvisazione netta senza fronzoli che andrà drittissima al sodo, probabilmente scultoreo come le forme dure… o burrose d’una donna che stimolò la fuoriuscita di qualcosa di liquidamente granuloso e morbido come un babà succoso.

Scorreranno immagini liete, erotiche nel “frastuono” lessicale di un Falotico anale, no, giammai banale, forse reminiscente la sua banana dirimpetto alla Luisa nazionale. Scusatemi se, spesso, come si suol dire, mi lascerò andare e prendere la mano… Se ciò accadrà, prendetemi per l’appunto per mano e non per il popò, ohibò.

 

di Stefano Falotico

 

Y Tu Mama TambiénValeria Cavalli posto al sole Gloria gambe

Luisa Ranieri sexy legsLuisa Raniero Antò caldo

Per fortuna ci sono le stupende gambe di Saoirse Ronan a far sì che mi riprenda dalle stroncanti, ammoscianti, scriteriate recensioni su The Irishman totalmente scandalose


08 Nov

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Eh lo sapevo, sì.

Dopo tutti i bastian contrari a Joker, ecco che stanno spuntando come funghi anche i “fighetti” dell’ultima ora che, dinanzi al 95% delle recensioni entusiastiche della media di metacritic.com riguardo The Irishman, non ci stanno e vogliono dire scriteriatamente la loro, andando incontro a plateali, oserei dire eclatanti figure di merda senza pari.

Adesso arriva dal nulla un sedicente critico che non avrei mai voluto leggere. Di cognome fa Simonetti. Spero che non sia imparentato con una delle produttrici esecutive di Lake Film che, purtroppo, ha lo stesso cognome di tale “zacquaro”.

Dicasi zacquaro, in meridione, un essere che millanta grandi qualità infallibili e invece, messo alla prova, si dimostra impresentabile quanto Zaza agli Europei di Calcio in cui, per colpa del suo rigore scellerato con tanto d’inutile balletto da Zorba il greco, fummo eliminati dalla Germania.

Zacquaro è sinonimo anche di zammero. Rimanendo in ambiti calcistici, vi racconto questa.

Tanti anni fa, nel paese natio dei miei genitori, giocai a calcetto nel campetto comunale. Al che uno sbagliò un rigore e il suo compagno di squadra gli urlò, arrabbiatissimo: sei un zammero!

Poi, fu assegnato un altro rigore e colui che sbagliò il primo rigore, ecco, volle calciare pure il secondo.

Si beccò un altro zammero!

E dire che, prima della partita, si paragonò a Pelé ma, tornando a Zaza e alla nostra eliminazione, assomigliò più che altro a Graziano Pellè. Ho detto tutto…

La producer della Lake Film è bellissima, la recensione di costui invece induce al voltastomaco. Insomma, fa cagare e vomitare.

Non vi dirò da quale sito qui la estrarrò e copia-incollerò, rispettando la perfetta dicitura d’ogni sua stronzata certamente da censura.

Ecco la “zamarrata”:

The Irishman è davvero un capolavoro?

Il nuovo film di Martin Scorsese è il memoir di un gregario nato, ma con una durata piuttosto eccessiva e uno schedario di frasi già usate.

Recentemente uno scorbutico Martin Scorsese si è scagliato contro i film Marvel, confinandoli al di fuori dell’insieme “cinema” e relegandoli con sdegno nel più modesto insieme “intrattenimento audiovisivo”. I principali focolai di tensione sono la mancanza di complessità, le sale intasate da sequel molto simili tra loro, la tendenza del franchise supereroistico a fagocitare il resto del sistema. Intervento non elegantissimo, forse non così necessario, ma non divagheremo oltre. A noi, impegnati nel primo approccio a The Irishman, già venerato come film-testamento del Maestro, il suo C’era una volta in America, interessa soprattutto questo passaggio: «Se alla gente viene dato un solo tipo di cosa e viene venduto all’infinito solo quello, ovviamente vorrà sempre di più di quell’unica cosa». Ci torneremo in un secondo momento. Per ora teniamolo da parte e godiamoci la sinossi…

Se Aristotele avesse avuto modo di occuparsi di cinema, probabilmente avrebbe quantificato la durata ideale di un film in 90 minuti primi. Lo stagirita sarebbe uscito moderatamente irritato da una proiezione di 120 minuti, molto triste da una di 180, certamente in lacrime da una di 210. Se i Grandi Lunghi di Mankiewicz, Diaz, Von Trier e dello stesso Scorsese hanno nobilitato la settima arte e meritano una mezza giornata d’attenzione, l’esaustivo memoir di Sheeran non ha nulla da aggiungere alle centinaia di gangster movie e serie tv, spesso splendidi, che da decenni intasano cinema e piattaforme di streaming con Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Yakuza, Triade, zingari di Birmingham, clan rivali di Taiwan, narcotrafficanti di Medellín e Sinaloa, baby gang delle favelas di Rio e della Transnistria moldava, sodalizi di orfani sordomuti della campagna ucraina.

L’unica anomalia di The Irishman, con un po’ di buona volontà, è l’assenza in Frank di qualsiasi pulsione verso la scalata al potere: in barba al furibondo desiderio di ascesa di quasi tutti i personaggi di Scorsese, il nostro rimane fedele a Russell con l’abnegazione del maggiordomo Stevens di Quel che resta del giorno. Un gregario nato, complimenti vivissimi. Per il resto, il consueto voice over compulsivo ci racconta di un familiare sottobosco fatto di Jimmy Tre Dita, Chazz Sulmona e Frankie Mandarancio, di macchine che esplodono, di riunioni in cui famiglie rivali si promettono di non fare delle cose che poi, con nostra grande sorpresa, fanno subito dopo. Solo che Mean Streets ha ormai quarantasei anni, lo schedario delle frasi celebri è pieno, e insomma questo divertissement tra vecchi amici è più divertente per loro che per noi. E allora perché Netflix ha puntato a occhi chiusi sul Maestro, accollandosi decine di milioni extra per l’orrendo ringiovanimento in CGI dei protagonisti? Forse perché se alla gente viene dato un solo tipo di cosa e viene venduto all’infinito solo quello, ovviamente vorrà sempre di più di quell’unica cosa. Ironico, vero? In confronto al genere crime, la Marvel ha la frequenza produttiva di Terrence Malick con l’influenza: il pubblico vuole ancora automobili in fiamme, possibilmente a causa di Jimmy Tre Dita, se siamo fortunati dopo una riunione in cui Jimmy aveva promesso a Frankie di non incendiare più automobili. Il modello reggerà in eterno generando calchi di sicuro successo, esattamente come nel genere supereroistico, e va benissimo così. I capolavori, tuttavia, sono davvero un’altra cosa.

Qui ci vorrebbe, contro costui, Clint Eastwood.

Sarebbe come dire, infatti, che dopo la trilogia del dollaro di Sergio Leone, Gli spietati è un film inutile.

Sino a ieri, considerai Saoirse Ronan un’attrice brava ma bruttina.

Invece, dopo averla vista ospite da Ellen DeGeneres, credo che anche l’insuperabile Gemma Arterton vi abbia fatto un pensierino, come no?

Guardate al min. 1:49 di questo video.

Gemma accarezza il braccio di Saoirse da semplice collega e amica?

Siamo sicuri? Delle cosce di Gemma siamo sicurissimi ma anche di questa cosa siamo però altrettanto sicuri. Tale critico Simonetti non capì The Irishman. Credo sinceramente che se, davanti a lui, si spogliassero Gemma Arterton e Saoirse Ronan, non capirebbe un cazzo lo stesso. Ma non in senso figurato, cioè impazzirebbe di desiderio ma entrambe gli assegnerebbero il pallino vuoto. Un uomo, insomma, da flop totale.

Ho detto tutto.

Morale: se date retta a questi critici della minchia, siete fottuti. Ah ah.

Ora, scusate, si è fatto tardi e devo indossare il pigiama.

 

di Stefano Falotico

X-Files: il caso science fiction paranormale di Gillian Anderson – Da semi-racchia Scully sovrappeso a donna fra le più belle del mondo, incredibile


04 Nov

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Sono da qualche giorno sotto shock.

Non posso davvero credere ai miei occhi. No, non sono mai stato un gran patito della serie X-Files.

I coetanei della mia generazione ne andavano matti poiché, a differenza di me, non avevano mai letto un libro di Isaac Asimov.

Quest’appena succitata, super sopravvalutata serie televisiva, della quale poco tempo fa girarono una sorta di reboot con gli stessi attori, all’epoca faceva sfracelli.

Ora, sono passati molti anni da allora. Ma, mentre David Duchovny, eh già, esibiva espressioni da pirla e tutt’ora le conserva perfettamente intatte, ah ah, Gillian Anderson sembrava una media laureanda in Biologia o Chimica, cioè una donna secchiona che, a forza di studiare gli atomi e le cellule, trascurava la sua cellulite e anche forse gli uc… i del sesso opposto.

A quei tempi era assolutamente insulta. Non stimolava niente, nessun gamete, sì. Se un uomo la guardava, preferiva mettere le sue palle su un abete addobbato a festa della nascita del Cristo, ovvero sull’albero di Natale. Gillian era quasi ebete. Era pudica al massimo, indossava tailleur castigatissimi da maschio e aveva sempre un’espressione da professoressa in gamba, a livello cerebrale, ma poco arrapante di cosce a livello ormonale. Era troppo mielosa a forza di studiare la mitosi. Sì, pareva asessuata. Era talmente pulita che sicuramente non poteva essere malata nelle mucose. Infatti, cambiavo canale e preferivo sintonizzarmi su Milena Miconi.  Oh, ero veramente un minchione in piena adolescenziale afasia confusa e m’auto-inculavo. Da cui il termine anafase. Ah ah. Sì, mi sbagliavo di grosso. Grosso diventava per donne che oggi non valgono un cazzo. Ah ah. Ecco, credo di essere davvero schizofrenico, sapete?

Perché indubbiamente distorco la realtà. A me questa Gillian, oggi come oggi, sembra un figone di superba qualità. Ma molti miei amici sostengono che sia brutta. Siamo sicuri che questi miei amici conoscano la selezione naturale di Darwin? Secondo me, questi gorilla non meritano una donna così bella che potrebbe leccare mille banane in un sol boc… ne se solo li, no, lo volesse… È uguale a Sharon Stone di Basic Instinct in versione Jodie Foster non lesbica.

Ecco, esistono fenomeni indubbiamente al di là della comprensione umana, psichiatrica, geriatrica, pediatrica, scientifica e figa. Fenomeni come questo.72970244_10214872801356430_3285983180707856384_n

Uno che indossa tranquillamente il giubbotto di Drive con Ryan Gosling in un locale pieno di gente come se nulla fosse. Poi, torna a casa e riguarda Blade Runner 2049 ma soprattutto First Man.

Sì, il sottoscritto. Un uomo che, come Ryan, recita da autistico-autista e, come nel succitato film di Nicolas Winding Refn, dice una parola ogni tre minuti. Creando suspense irresistibile.

Non vive sulla luna ma non è neppure terragno come la maggior parte di questo Pianeta delle scimmie e delle sceme.

Un uomo carismatico, ipnotico anche se non si sa per quale motivo lo sia. Forse è Magneto di X-Men. Sì, poiché non ha bisogno del magnesio per smaltire quello che mangia.

Siamo attorniati da magnacci. Di mio, dinanzi a tali decerebrati, sussurro solo dio mio.

Fra l’altro, Gillian sembrava un’inglesina con le lentiggini. Invece, è statunitense naturalizzata britannica.

Insomma, chi crede a dio, alle dee ma soprattutto alla Regina Elisabetta, è un uomo che si merita un mondo monarchico, gerarchico, in una parola poco Gillian+Anderson+Olivier+Awards+Red+Carpet+9CFRI78qG13l Gillian+Anderson+Weinstein+Company+Netflix+7cArnBxsYCgl Gillian+Anderson+Weinstein+Company+Netflix+DAEMQRtiO75l Gillian+Anderson+Wizard+World+Comic+Con+Chicago+GwGOVQYLK8Tlfalotico.

 

di Stefano Falotico

 

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Le gambe più sexy del mondo, ELIZABETH OLSEN


22 Sep

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ELIZABETH OLSEN: attualmente è a mio avviso la donna più bella del mondo


03 Sep

Elizabeth+Olsen+Wind+River+Photocall+70th+ijmIzzwVoIDlEbbene, ci sono uomini e donne che, nel corso del tempo, subiscono positivamente dei cambiamenti straordinari.

Basti pensare a me. Da piccolo fui molto carino, poi trasmutai in Calimero. Diciamo che un certo fascino di natura amletica, cioè scisso fra il piacevole, l’amabile e il non vivente odioso, sempre lo possedetti. Sebbene tardò a svolazzare e a evolvere a cigno nero.

Anzi, io sono celeberrimo per aver incarnato la parola arcigno. Sì, un ragazzo cupo, ottenebrato dalla scarsa autostima che s’eclissò nelle notti fosche ove, denutrito di emozioni vere, perse il senno ma soprattutto molti seni.

Ah, i seni delle donne poco li amai e ancora poco li amo. Delle donne preferisco le gambe, l’intarsio aggraziato delle simmetrie geometriche, forse solamente stimolanti la mia eccitazione chilometrica, ah ah, delle donne prediligo le natiche perfettamente rassodate.

Sì, una donna per piacermi non importa che sia di seno abbondante. La prima cosa che capta la mia attenzione sono i suoi occhi. In verità vi dico che lo sguardo si posa innanzitutto su qualcosa di posteriore su cui poggiarlo in maniera rosea, focosa, probabilmente durante una notte terribilmente afosa e abbrustolente. Mi auguro anche che possa essere durevole e penetrante. Cioè calorosa!

Vado matto per le caviglie femminili, ancor di più se soavemente tatuate per far sì che io possa subito graficamente graffiarle in baci feticistici nel gustoso odorarle. Versandovi il mio inchiostro macchiante anche se densamente bianco e molto colante una volta che alla mia bella sfilerò i collant, infilandoglielo nel buco della ciambella. Semmai prima offrendole una caramella per poi zuccherarci in orgasmi di cannamele.

Ecco, ci sono donne bruttine che hanno avuto una metamorfosi pazzesca.

Da racchie piuttosto insignificanti, in pochi, impalpabili istanti impressionanti d’un batter di ciglia travolgente, sono diventate delle fighe immani. Devastanti.

Pensiamo a Emma Watson. A differenza di Emily Watson, bruttina era e ora ancor di più, Emma è adesso, va (am)messo, un’ottima passerina.

Ma la donna che m’ha più sconvolto è Elizabeth Olsen.

Nel 2012, assieme a Bob De Niro e Cillian Murphy, interpretò Red Lights. La sua presenza non avvertii, non toccai con mano, ah ah, anzi pensai… ma che ragazzina stupidina e insulsa.

Ho cambiato idea. Ma che le è successo?

Non si può davvero vedere da quanto è bella.

Datemi un calmante!

Sì, finalmente ho trovato, dopo lunghissimo penare, ah ah, la mia attrice e donna ideale.

Dolcissima, con delle cosce liscissime, con un viso angelico eppur diabolicamente intenso da cerbiatta ammiccante, stimolante.

Insomma, Elizabeth è stupenda. Se dite di no, vi consiglio una visita dall’oculista e anche dall’analista.

Dai, scopate come conigli. Non auto-inculatevi, raccontando balle. Dicendo che Elizabeth non è il vostro tipo. Infatti è una topona.

Sì, andate dall’analista che, in modo anale, possa amarvi in quanto siete palesemente, inconfutabilmente omosessuali incurabili e inculabili.

Non sono omofobo, rispetto i vostri gusti sessuali.

Ed Elizabeth sa che anche se foste eterosessuali, eh già, a voi non la darà.

Quindi, non cagate il cazzo.

di Stefano Falotico

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