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Allucinazione per nulla perversa, incubi alla Patrick Fischler di Mulholland Dr. ed erezioni da spada di Re “Arthur”/Joker


23 Jan

capodanno a new york

Parte prima: incubo peggiore della morte di Laura Palmer

Ieri notte, accade nuovamente. Erano oramai vari mesi che non mi succedeva.

Un incubo mostruoso, non sto scherzando. Mi svegliai di soprassalto verso le quattro e mezza di notte e, in preda a spasmi convulsi, avvertendo una fortissima, lancinante sensazione di strozzamento, mi precipitai in bagno. Prima singhiozzai con potenza feroce. Come se stessi cercando di espellere un demone interiore che da tempo immemorabile m’attanaglia in maniera atroce.

Quindi, mi sciacquai il viso. E, specchiandomi, umidamente avvolto che fu il mio viso da gocce cristalline scivolate delicatamente dal rubinetto sui miei polpastrelli, mi agghiacciai. Rabbrividii!

Pallidamente sconvolto dal prendere coscienza che ero ancora terribilmente vivo.

Sì, non so se possa interessarvi. Forse, oggi e anche domani avrete da organizzarvi per rimorchiare qualche pollastrella in giro per strada.

Dunque, dei miei deliri lynchiani, più che altro da linciato, non so quanto possa fregarvene. So io cosa volete sfregare.

Sì, in passato, in tanti vollero fottermi, cioè fregarmi.

Poiché, contravvenendo io a molti stupidi dettami della piccola borghesia bolognese amante degli pseudo programmi culturali condotti da Ilaria Bignardi e fanatica di quegli scemi dei fratelli Gallagher degli Oasis, non videro di buon occhio il mio essermi recluso nella mia oasi felice.

Felice? Mah, mica tanto. A quei tempi, l’unica persona che, fra gli abissi e le sabbie mobili della mia atavica depressione, riuscì a risollevare qualche volta il mio umore, eh già, fu Teo Teocoli nella parte di Caccamo Felice.

Ho detto tutto.

Furono giornate inesistenti di puro, notturno esistenzialismo. Ove spesso m’identificai in Griffin Dunne di Fuori orario, patendo tremendi, imperterriti incubi kafkiani curati solamente dal credermi Michael Beck de I guerrieri della notte.

Sì, I guerrieri della notte finisce a Coney Island, patria dei barboni, degli emarginati, degli esclusi, degli sfregiati e adoratori dell’Asbury Park celebrata in molte canzoni da Bruce Springsteen.

Cazzo, roba che Jim Belushi de La ruota delle meraviglie mi fa un baffo.

Jim non è come il suo geniale, inarrivabile fratello compianto, John. Ma è simpatico comunque.

Nel film succitato, sa benissimo che sua moglie, interpretata da Kate Winslet, se la bagna con un bagnino. Ma lui continua a fare il giostraio, appunto, giostrandosi fra il perdonarla e non cornificarla.

Anzi, organizza pure una festa di compleanno con tanto di pasticcini cremosi, offrendo ai suoi amici i più croccanti cornuti, no, cornetti.

L’avete mai visto Capodanno a New York?

Jim recita, per pochissimi minuti, nel segmento intitolato Elevator. Sì, ripara gli ascensori.

A un certo punto, Ashton Kutcher e Lea Michele ne rimangono intrappolati dentro. Incastrati.

Insomma, Ashton mica tanto castrato. Ah ah. Sì, Lea Michele indossa collant su minigonna attizzante per l’uomo che deve subito spingere il tasto ALT, altrimenti so’ cazzi.

Jim libera Ashton dall’asfittica situazione imbarazzante, forse solo nascostamente rizzante.

Ashton, liberato che viene, anche se con Lea non viene, tira un sospiro di sollievo. Cioè, ansima come se fosse appena venuto al massimo tiro.

Jim la prende a ridere.

E ho detto tutto.

Ora, a parte gli scherzi, ieri notte sognai che degli ufficiali del quarto Reich sfondassero la mia porta di casa, m’imbavagliassero e, legandomi mani e piedi con la camicia di forza, mi ficcassero nello stesso manicomio ove alloggiò, non so se ancora alloggi, Arthur Fleck/Joker.

Sì, anni fa fui deportato, come Anna Frank, in una sorta di lager nazista solamente perché fui e sono ancora una persona libera.

Poiché non m’attenni alle rigide regole fasciste di genitori cretini. I quali, se i figli non si laureano, li diseredano. Cosicché incontrai i loro figli idioti, appunto.

Che mi ricattarono psicologicamente e sessualmente affinché, abdicando, anzi abiurando al loro infimo credo alla Celentano, della serie chi non lavora non fa l’amore, desiderarono farmi credere che avessi il cervello piccolo e anche qualcos’altro ancora più minuscolo. Detestando infatti il fallo, no, il fatto che, piuttosto che farmi storie con delle ochette, usassi la mia oca per un vero onanismo fottuto, mi trattarono da nano.

Fui preso d’assedio dalle loro offese invereconde e orrende.

Del tipo:

– Hai preso le medicine prescritteti dal tuo specialista, cocchino? Hai capito come si sta al mondo? Non è che indossi pure gli orecchini?

 

No, non ho ancora capito come si sta al mondo. Anzi, ho appena pubblicato il mio nuovo libro, scrivo di Cinema e mi sa che oggi pomeriggio m’armerò di videocamera per riprendere i migliori fondoschiena femminili dell’entroterra felsineo.

Se tale gentaglia volesse frenare la mia libido, li accontento subito.

Ho appena ordinato il dvd Miss Tushy col primo rapporto a… le di Kendra Lust.

Se volete che ve lo masterizzi, so anche essere Philip Seymour Hoffman di The Master.

 

Parte seconda: la vita di molte madri, ex insegnanti di Italiano, è come quella di Isabella Rossellini di Velluto Blu, cioè un soufflé

Sì, la vita di molte queste qua è come quella di Dorothy Vallens/Isabella Rossellini del capolavoro di Lynch sopra menzionato. Anche se, a essere sinceri, trovatemi un film di Lynch che non sia un capolavoro e, se mi citate Dune, vi affosso.

Ora, passiamo a un pezzo alla Chuck Palahniuk.

Dovete immaginarvi questa povera frustrata, la quale sognò di diventare una cantante di night club a Beverly Hills, che trascorse tutta l’adolescenza a vivere una paurosissima competizione col fratello. Essendo suo fratello, non so se sia, ecco, un maschio.

Le ragazze adolescenti, così come le donne adulte, invidiano a livello inconscio la virilità del sangue del proprio sangue. Per cui si aprono molte possibilità interpretative all’interno del loro porsi nei riguardi del fratello amato e al contempo odiato poiché, non solo sessualmente, lui rappresenta antiteticamente l’opposto umanamente vivente della propria immagine allo specchio.

Sì, in maniera caleidoscopica, la sorella visse profondi conflitti psicologici. Tutti speculari seppur apparentemente antitetici. Parimenti a un nastro di Moebius.

Dovete pensare che sia una donna che visse la sua giovinezza, ammesso che codesta sia mai stata giovane, durante gli scalpitanti anni sessantottini. Dunque, ammaliata, oserei dire precocemente rimbambita dalle canzoni patetiche e utopistiche, eppur ecumenicamente allegoriche, diciamo, e quasi umanistiche di quella compagnia di decerebrati de Beatles, immaginò tutta le gente festante a celebrare l’amore libero.

Idealizzando John Lennon, il quale altri non fu che un uomo da curare subito, e sognando una vita da maestra intellettuale a capo del reggimento solipsistico di ogni sua frustrazione, appunto, sedata nella contenzione di qualche libro che potesse frenare le sue represse voglie da donnetta casa e chiesa, invero assai moralistica, ipocrita e castigata.

Cioè, la moglie di Dustin Hoffman di Cane di Paglia.

A ciò aggiungiamoci il fatto che tutti suoi sogni da diva di Hollywood fallita, ecco, andarono in frantumi poiché si accorse, al terzo due di picche, che poté solamente avere come marito uno più brutto di Woody Allen e mille volte però più scemo e grasso, insomma un ubriacone ignorantone super fradicio che lei iscrisse tardivamente a una scuola magistrale per avere accanto a sé almeno uno con un pezzo di carta da spazzarsi il culo, ed eccovi servita la donna perennemente nevrotica e afflosciata che visse estemporaneamente di fuggevolissime gioie brillanti nel tirarsela da professoressa del cazzo, correggendo gli altri per sentire qualcuno/a o, almeno, con quattro babbee alle sue direttive, un po’ cagata.

Avrete il perfetto ritratto d’una torta di mele già bella che squagliata.

Insomma, l’emblema dell’educanda dalla vita sempre inculata, oggettivamente ritardata a cui Emma Bonino fa un baffo.

Ma almeno Emma, per quanto innatamente racchia, è elevata.

E mi sa che ora la sua vita insignificante e ignominiosa sia arrivata all’ultima fermata.

Affidatela a una potentissima cura psichiatrica nell’elaborazione del suo lutto imperituro e sterminato.

Mamma mia come sono cattivo e lucky bastard.

Sono proprio una testa di cazzo nata. Sanamente insanabile, fottutamente godibile.

Oh, che tristezza. Oh, eccome se è rizzo.

Io, sì, schizzo!

di Stefano Falotico

Volai sul nido del c… o! Anche nel Lido


24 Oct

 

Ah, bofonchian di rabbie, col “ciangottarle” vivrete insaccati, “addobbati” con la gobba nel mar che si fregerà d’altre avventurelle a Fregene, con una Ferillona dal sorriso virago a cui “stender” un sorriso “ardente”, ben “basculato” nell’ormone calduccio che sgranocchia i propri “cantucci” senza ardimentose, toscanacce “Maremme…”.
Eh sì, vi conosco, come vi crogiolate al Sole, sparanzandovela col “limoncello” d’un “plenilunio” col vento “in poppa”.
Beati voi, che v’eccitate per le ciabatte e sempre v’arrabattate, poi battete le mani alla vostra immagine allo specchio per non abbattervi.
Sì, ne vidi di “oblunghi”, meglio il mio “nasoneggiar”, tarzaniamente (in)civile che “sorvola” e ha svoltato nell’umorale fra immorali visioni senza “gentil” visoni e amoral gaudio al Ciel che ho in grembo e batte al tonar della mia Madonna senza amari Ramazzotti.
Sì, vidi vergini “accoccolarsi” al cioccolatone, e il platino “pattineggiò” sulla “stecca” mandinga, vidi fiamminghe “detergersi” in un film di Bergman, e Woody Allen gustar “al mascarpone” un film di Vin Diesel, elucubrando che Eva Mendes è sicuramente più gasata a letto di Diane Keaton & Mia Farrow. Donne “mestruative”.
Vidi la piattaforma celeste “ozonizzarsi” nel MySQL, e Harrison Ford rimbambirsi dietro una “bambina” che lo mantiene “ben tenuto”. Visto che fisico? Ha settant’anni e ne dimostra venti di meno, togliendo le rughe… sì, la “tartaruga” ancora c’è, è uno sveglio il Ford e guida la Porschettina sulle scogliere di Dover suonando il clacson a tutti i trogloditi con la Land Rover.

 

Vidi “presidenti” pagar bene per una cena “al caviale”, più “al cavallo” direi, e far i moralizzatori con la Sinistra, e Giorgio Gaber mordere il seno di Lilli Gruber prima d’espirare.
Vidi Tim Roth fottersi Uma Thurman alla garson, e Sylvester Stallone combattere un Wolf a Garrison.

Vidi Gerry Scotti tastar il culetto di Jo Squillo, e sentii gli squilli di “tromba” quando passa il Papa.
Sì, Rita Pavone non ha mai pavoneggiato, “gianburrescava” con “Viva la pappa al pomodoro”, sposando poi un Teddy Reno, così come volevano i fratelli (e zii) Caponi de La malafemmina…

 

Monty Brogan, recitava così:

Sì, vaffanculo anche tu.
Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti! Puzzano di curry da tutti i pori; mi mandano in paranoia le narici! Aspiranti terroristi, e rallentate, cazzo!
In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegai Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai Russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro the con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove cazzo siete venuti!
In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell’apartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko[1] e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita!!! E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il cazzo di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WorldCom…
In culo ai Portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell’assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant’Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un’audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!
In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l’è cavata con poco: un giorno sulla croce, un weekend all’inferno, e poi gli alleluia degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.
In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell’eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all’inferno. Stronzi cammellieri con l’asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento. In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia, maledetta puttana!
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers.
In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.
Monty: No… No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l’hai buttato via, brutto testa di cazzo!

 

Datemi, datemela… Lea Michele e vedrete, Lei soprattutto “lo” vedrà! Altro che Uomo della Michelin!

 

 

Sì, dai Jack, il nostro Nicholsone… non giri più film e ti fai crescere la panza ai “palazzetti dello sport” a magnarti i Lakers con la tua risatona!
Ricordati, Jack! Son state le zoccole a fregarti… adesso, quel bamboccione di Clooney fa lo smargiasso, ma tu hai recitato con Marlon Brando e, a conti fatti, sei molto più simpatico di tutti.

Here I go out to see again
the sunshine fills my hair
and dreams hang in the air…

 

… No need to run and hide
it’s a wonderful, wonderful life
No need to laugh and cry
it’s a wonderful, wonderful life

No need to run and hide
it’s a wonderful, wonderful life
No need to run and hide
it’s a wonderful, wonderful life
wonderful life, wonderful life

 

D’altra parte, quando “gironzolo” su un sito porno, ho sempre tre opzioni che mi “scervellano”: se scegliere di guardarlo in streaming, se far il download, o comprarlo allo stesso prezzo delle prime due “possibilità”, per onanismi a gogò e al déjà vu.

 

Firmato il Genius
(che qui, vi ha anche “wikipedizzato“)

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)