Non so cosa stia succedendo e non voglio saperlo.
Sono pervaso da una forza psicofisica imprevista. Io stesso me ne stupisco.
Sono oramai uguale a Michael J. Fox di Voglia di vincere nella versione licantropo.
Dopo anni di bullismi, prese per il culo devastanti, una vita da nerd fuori tempo massimo, fioccano gli apprezzamenti, le ragazze mi cercano, smaniano per me, sono dunque costretto a bloccarne molte per evitare casini, mi state facendo impazzire.
Prima, lo ammetto, fui un pazzo sui generis che aveva la sua dignità. Sì, rannicchiato nel buio asmatico delle mie ansie, trascorsi tutta l’adolescenza afflitto da stati mentali bergmaniani, fra nevrosi di self control asciugata in disturbi ossessivo-compulsivi, notti insonni da After Hours, sogni sbriciolati come neve al sole in albe crepuscolari come il Nosferatu kinskiano di Herzog.
Fui poi accusato di deliri allucinatori di natura uditiva. Insomma, la mia fantasia visionaria fu scambiata per malattia mentale quando, invero, vagheggiavo solo una pornoattrice, e non starò a dirvi chi, praticamente tutte, ah ah, che riscaldasse il freddo della mia anima pietrificatasi nel rigor mortis della mia catatonia espressiva.
Mi diedero dello schizofrenico, del ragazzo perduto nella solitudine della fobia sociale, quindi del misantropo hater che bazzica solo i social e i centri sociali.
Ah ah.
Uno schifo, davvero.
Fui insomma scomunicato ufficialmente dal mondo come Keanu Reeves nel finale di John Wick 2.
Solo come un cane, pensai anche di comprare un cagnone. Ma non avevo i soldi per curarmi i cariati canini.
Mi diedero dunque, ingiustamente, del paranoico solo perché la scomunica, in effetti, ci fu davvero. Fui pigliato per un complottista troppo amante di Amleto.
Del principe perfino macchiavellico e attentarono alla mia purezza, inducendomi ad accoppiarmi bestialmente con la prima venuta.
Sì, nella vita incontrai vari Pennywise. Questi bulli/pedofili come Tim Curry, questi adulti con gli scheletri nell’armadio che spuntavano dai tombini delle loro esistenze tristissime poiché già infognatesi nella perdizione triviale delle loro bassezze più (s)porche.
Scappai, forse anche scopai, può essere e l’ex vicino del mio palazzo, il vecchio Ionata, non prendeva mai con me l’ascensore.
Perché mi riteneva appunto matto? No, perché reputava che fossi troppo timido e lui, nel tragitto dal piano terra al terzo, in cui abitava, aveva bisogno di qualcuno che lo ringalluzzisse. Dicendogli:
– Ah, visto che sole che c’è stamattina?
– Sì, sono vecchio ma questo caldo mi spinge a saltarle addosso.
Non vorrei scendere nei dettagli ma lasciamo perdere.
Al che oggi, dopo aver scritto più libri forse di Stephen King, li trovate tutti su IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dopo aver dedicato un intero saggio monografico al re dell’horror John Carpenter, presto anche in versione internazionale, tutti mi vogliono.
Mi bramano. Non so se mi amino o se siano solo leccate di culo.
Cioè, son passato dalle malinconie alla Luigi Tenco al fanatismo idolatrico della gente che m’ha preso per Elvis Presley. Ah ah.
Non scherzo.
I ragazzi m’inviano i loro manoscritti per ricevere consigli, dopo una vita da coniglio, son corteggiato dalle conigliette, il fan club italiano di Keanu Reeves ritwitta un mio articolo e la sua admin mi dice che mi farà conoscere dal vivo, appunto, Keanu. Ma devo andarci piano.
Mentre una signora molto altolocata mi ha fatto la proposta di lavorare per una cineteca molto importante.
Oddio, chiamate l’ambulanza.
Ah ah.
Oppure L’avvocato del diavolo.
Sì, ho molto del Reeves.
Avete visto come recita Keanu? Sembra Marlon Brando a volte.
Non dice una parola, come me, ma ha carisma a pelle.
Diciamocela. Keanu Reeves è un genius.
di Stefano Falotico