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Io ho visto dal vivo HEATHER GRAHAM, Harrison Ford, Johnny Depp & MICHELLE PFEIFFER: voi no, eh eh
C’era James Ballard ma conoscete James Bullard? We Are the Champions, my friends
Finalmente è arrivato. Puntuale come un orologio svizzero.
Ero in bagno e mi stavo sciacquando. Al che odo un rombo, ovvero il citofono.
Precipitosamente, mi pettino, mi scaravento in direzione del “tiro” e spingo:
– Sono il postino. Mi può aprire?
– Sì, ora le apro. Scendo io.
Al che afferro le chiavi, scendo le scale come Al Pacino nel finale di Heat dopo ch’è accorso al capezzale di Natalie Portman in ospedale, ricoverata per aver tentato il suicidio e, di corsa, nevrotico allo stremo, si lancia alla cattura di De Niro.
Sì, quanto prima volevo acchiappare questo Booksteel di Bohemian Rhapsody. Film non eccelso, ovviamente, che io ho pure recensito non del tutto positivamente ma non vedevo l’ora di spararmi il Live Aid integrale mai visto al cinema.
Arrivo sul pianerottolo. Il postino, un ragazzo più giovane di me, mi squadra.
– Lei è Falotico?
– Come? Non mi conosce? Sono un personaggio ch’è sulla bocca di tutti, oramai. Soprattutto dei calunniatori pettegoli.
– Prenda.
– Devo firmare qualche cosa?
– No, è stato recapitato da Amazon. Quindi è già stata automatizzata la sua firma.
– Siamo sicuri?
– Sì, ciao.
– Ciao.
Al che, preso dall’entusiasmo, senza star ad aspettare l’ascensore, risalgo le scale. Nella frenesia del mio energico, vigoroso, grintoso salirle a testa bassa, do una capocciata alla signora Bazzaco.
– Ehi, che modi sono questi?
– Mi scusi, signora. Per Freddie Mercury, questo ed altro. Non è niente, non si preoccupi. Scusi, mi aspetta un’esibizione che spacca.
Dunque, giunto nuovamente nel mio appartamento, scarto il cofanetto, estraggo il Blu-ray di Scanners dal mio lettore, lo ripongo meticolosamente nella sua apposita custodia e infilo Rami Malek sparato a palla, andando subito sugli extra.
Subitaneamente, vengo colto da convulsioni eccitate, il mio corpo vien inondato da brividi irreprimibili di calore, sono tutto un fuoco. Nonostante non sia caldissimo oggi a Bologna, mi tolgo la felpa, la lancio in aria e, su canottiera nera, a differenza di quella bianca di Mercury, comincio a ballare e a cantare a squarciagola come un indemoniato, come un ossesso.
Alzo il volume.
Attimi di vanità pazzesca. I miei polmoni, dopo venti minuti netti di “diretta”, non reggono.
Alle 16, fra l’altro, ho il controllo medico dal cardiologo-pneumologo.
Mi dirà che devo fumare meno.
Detto ciò, sono proprio un pavone.
Sì, chi non conosce J. G. Ballard? Sicuramente tu non lo conosci. Tu al massimo puoi conoscere Alessandra Amoroso. L’Amoroso, a forza di cantare scemenze, diventa sempre più ricca e tu che l’ascolti, ah ah, sempre più povero, soprattutto nel cervello.
Eh sì, delle cocaine nights sai solo quelle di James Bullard di Ken Park.
Già ti vedo. Una vita davvero “nobile”. Da vero gentleman. Ah ah.
Forse, hai ragione tu.
Perché essere surrealista e creativo quando si può essere molto pratici e arrivare dritti al sodo?
Sì, poi ci sono pure i bulli.
E ovviamente torniamo a Larry Clark, regista di Bully.
Nella mia vita, posso dire di aver letto alcuni libri di Ballard, di aver visto Clark, Maeve Quinlan dal vivo e pure Brad Renfro, oramai andato.
Devo esservi sincero. Maeve Quinlan, almeno quando la vidi io, aveva un fisico mozzafiato.
Ma era già molto rifatta in viso. Sembrava che le gote, ad esempio, le stessero su con l’Attack.
Insomma, in Ken Park è un bel vedere, indubbiamente. Se ti dico che vale il prezzo del biglietto senza bisogno di maschere, sì, fidati. Lo spettacolino, in questo film, lo assicura.
Ma dal vivo può deludere e non poco.
Stesso discorso dicasi per Deborah Kara Unger, quella del terzo Highlander e ovviamente di Crash.
Ecco, vedendola in questi film, uno si può fare un’idea. Un’idea sinceramente molto bella.
Dal vivo, invece, oltre a essere molto stronza, infatti non firmò nessun autografo, è anche molto meno sexy.
Tanto che sembra un uomo. Credetemi. Almeno parlo del viso. Il viso trasuda mascolinità e ambiguità transessuale.
Sì, se non ricordo male, no, ricordo benissimo, me le sparai entrambe lo stesso anno.
Era il 2002. Maeve, appunto, presentava il film di Clark, la Unger quella schifezza di Cuori estranei.
Fortunatamente, primo e ultimo lungometraggio del figlio di Sopha Loren, Edoardo Ponti.
Per quanto riguarda la tanto decantata Loren, che vi devo dire? Non si dovrebbe mai infierire su una signora che non sta tanto bene di salute.
Ma debbo essere sincero, com’è nel mio stile. Porgendole sentiti auguri di lunga vita, be’…
Innanzitutto, che c’era di male in Sofia Scicolone? Perché questo Sophia? Mezzo americanismo mischiato al francesismo su cognome “artistico” Loren. Loren cosa sarebbe? Comunque, già che c’era, poteva scegliere Sophia sorret’. Che fa un po’ Sorrento e un po’ cafoncella com’è stata in molte pellicole. Mah. No, mai piaciuta. Mi ha dato sempre l’idea di una vesuviana che vende le cozze. E fa la mossa fra un occhiolino e l’altro. Sculettando a briglia sciolta tra pane, amore e fantasia. Urlando poi accattetevel’! Di mio, vado a mangiarmi un pompelmo. Voi, sì, limonate meno con queste ciociare e non fate i ciucci. Ciucciatevelo!
E ora mi bevo anche un po’ d’acqua frizzante. Che stimola la diuresi per non stronzeggiare più con voi che voleste darmela a bere. Imbevetevi di cazzate e io intanto vi do sempre più mazzate con tanto di mio umore effervescente.
Sì, sono gasato.
E ho la macchina a benzina. Ma quale diesel. Voglio un piatto di spaghetti aglio e peperoncino, con tanto di gasolio. Ah ah.
Per finire, ve lo siete sparato l’ultimo video di Montemagno? Cosa fare se rimani senza lavoro?
Quest’imbonitore da bettola vorrebbe farvi credere che siete stati pure fortunati. Perché, costretti a reinventarvi, avete finalmente trovato un lavoro più adatto a voi, migliore e più retribuito.
Mah, più che spararsi questo video falsissimo, se siete senza lavoro, onestamente, fate prima a spararvi.
Se pensate che coi redditi di cittadinanza aggiusterete le cose, certamente…
Sarete già stati schedati come sfaticati.
Se chiedete un’assistenza sociale, quelli del quartiere e non solo vi prenderanno per minorati mentali.
Se invece cercate un lavoro vero, vedo la vostra vita solo giù dal balcone.
Questa è la realtà.
Di mio, ballonzolo.
E ballo in quanto bello.
Non voglio vedere nessun altro bullo che possa sbullonarmi.
Voglio una donna come Maeve Quinlan con cui farlo a tutta birra, a tutto burro.
di Stefano Falotico