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Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA


23 Aug

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Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi

Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?

Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.

Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.

In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.

Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.

Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!

Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.

Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.

Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.

Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto SettembreInteriors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.

Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.

Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.

E ho detto tutto…

Di mio, invece, che posso dirvi?

Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.

Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.

Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.

Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?

Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.

Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.

Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.

Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.

Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!

Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.

Ah, della mia vita sapete davvero poco.

Anche della mia attuale ragazza.

Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.

Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.

John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.

Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.

Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.

È pazza e brutta come voi. Ah ah.

Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.

Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.

Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.

Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.

Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?

Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.

 

 

di Stefano Falotico

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Potrei essere Bruce Campbell de L’armata delle tenebre e l’a(r)matore di ogni tenerezza, volando nella brezza con far da Poe-ta?


19 Apr

Army of Darkness

 

20200419_125703Ah, Franco Battiato.

Nella vita fui associato anche a lui poiché la gente pensò che fossi matto e malato di metafisica.

Di mio, so per certo che giocai a Calcio sino a 18 anni e credo che la mia pubertà, normalmente, iniziò a 12 anni. Durante l’adolescenza vissi attorniato da quasi coetanei che furono, sono e rimarranno bambini.

Sì, liceali damerini, abituati a scansionare il prossimo secondo modelli etici di estetica distorta.

Li vedrei bene assieme ai ragazzini del club dei perdenti di It.

Mi fanno morire. Pensarono e pensano delle cose assurde sul sottoscritto. Per loro fui sempre una sorta di manichino da trattare come clown di Pennywise poiché sono più geniale di Stephen King.

Ah ah, questa è bellissima. Anche quella là. Però è stupida. Quando avrà un figlio, gli mostrerà Stand by Me a otto anni. Poiché, essendo già vecchia, proietterà le sue nostalgie alle nuove generazioni. Che, in verità, dovrebbero invece darsi a Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

Veramente, non se ne può più dei nerd.

Il nerd è colui che, essendo impossibilitato a esser bello per via di una genetica, purtroppo per lui, difficilmente aggiustabile, s’imbelletta nel fare il patetico simpatico, ribaltando il senso dell’esistenza a suo piacimento. E vive di atroci dicerie, insomma, rimarrà a vita nel reparto “giocattoleria”.

Indubbiamente siamo stanchi anche delle zie cattedratiche, ah, nauseanti. Piene di buoni consigli maieutici atti a educare i ragazzi a un falso e fatuo perbenismo ipocrita, gigioneggiano da sapientone. Sono abuliche!

Non vorrei dirlo, invece lo dico. Oltre che cornacchie, so’ proprio racchie.

Sì, invero credo che, essendosi dissanguate troppo presto a livello emozionale e sensuale, abbiano riversato ogni loro frustrazione in quella che chiamano, pedagogicamente, “cultura”. Che non è cultura, è solo in realtà e squallidamente una ripetizione mortificante di nozioni apprese a menadito, recitate a pappardella e servite ai loro studenti per infornarli e indirizzarli a una morigeratezza dolciastra e mortifera.

Donne spente che forse sperarono, tra un Foscolo e un Carducci, di volare a Hollywood. Sì, recitando il ruolo, in parrocchia, di Meryl Streep de Il dubbio.

Oddio, perdonatemi, questa è cattivissima. Sembra Anjelica Huston de La famiglia Addams. Quella là invece è bonissima. Sì, assomiglia a Amy Adams.

Per piacere. Allora, sono pronte le strapazzate uova o devo diventare veramente pazzo?

Ah, queste sognatrici sono solo delle indottrinatici. Sono delle domatrici. Uomini, abbiamo bisogno invece delle dominatrici, così non potranno accusarci di sessismo.

Ah ah, questa fa morire dal ridere. Quella là invece farà morire te. Sei cieco? È più inguardabile di Freddy Krueger.

– La amo. Combatterò con gli artigli per possederla anche da sotto il letto.

– Sì, sei la personificazione del detto Dio li fa e poi li accoppia. Se è contento Dio, è per questo che sono ateo.

 

Siamo stanchi perfino di psichiatri che, in quattro e quattr’otto, cioè assai sbrigativamente, appioppano ai loro pazienti delle diagnosi esecrabili. Trattandoli da Anthony Hopkins di Proof quando invece non s’accorsero d’avere di fronte quello de Il silenzio degli innocenti.

E i divieti aumentano, viviamo nell’era del “proibizionismo”, siamo regrediti a una barbarica, ecumenica società fascista. Pericolosa in quanto castratrice e mentitrice.

Livellata su standardizzate omologazioni di massa atte a rendere il prossimo una persona robotica, una merce di consumo a cui affibbiare un prezzo meritocratico.

Ah, ho ancora molta gente che mi disprezza. Ma, si sa, la gente è ossessionata dal rispetto. Non è che faranno la fine di Bob De Niro del secondo Padrino? Ah ah.

La gente dovrebbe invece essere ossessionata dall’avere dei buoni pettorali, miei polli zenza ali.

Ah, quanti bigotti, quanti gianduiotti. Per farla breve, il mondo sta andando a mignotte.

Invece, in una periferia remota, dapprima per lui agonica, oggi parsimoniosa e non più laconica, staziona un uomo che, con discrezione massima, senza dare nell’occhio, ridacchia beffardamente, in quanto poeta romantico e uomo giammai antico, bensì ammodernato e, va detto, gustosamente mitico. Ah, dovete sfiatare, forza, respirate. State soffocando nelle vostre mentali pareti stagne di cervelli annacquati.

Il Falò, in verità, è un uomo che ne sa una più del diavolo. Egli disserta di Cinema senza prosopopea pur essendo qualche volta prolisso, dunque malato di logorrea.

Siamo stufi dei critici che fanno venire la diarrea, abbiamo bisogno di un personaggio che indossi il mantello e sgusci tra la foll(i)a non rinunciando, talvolta, a fare volontariamente l’idiota per dare spettacolo e intrattenere la gente moscia.

Comunque, adoro la pelle di camoscio.

Durante questa quarantena, allentai la tensione, parlando amabilmente non solo coi cinefili e gli amanti di Rocky, bensì amando misteriosamente anche di notte.

La gente è artefatta e arretrata, non evolve, non sa cambiare non solo le sue opinioni. Nemmeno il loro look.

Poiché non tutti, anzi, quasi nessuno può essere camaleontico come il Falotico.

E questo è tutto.

Speriamo che, quanto prima, Scorsese giri Killers of The Flower Moon e non fatemi la fine del personaggio che interpreterà Bob De Niro, vale a dire William Hale.

Psicopatico duro a differenza dei geni puri.

Comunque, sulla purezza, non vi metterei la mano sul fuoco.

Anzi, metterei oltre alla mano anche qualcos’altro.

Ah, fessacchiotti, per Natale vi regalerò un ciucciotto e un orsacchiotto.

Ah, guardate. Ho dovuto fare pulizia di molte mie conoscenze su Facebook.

Tempo fa, per esempio, divenni pure “amico” del Misischia, regista di quello che è, senz’ombra di dubbio, uno dei peggiori film del mondo, ovvero The End? L’inferno fuori.

Ebbe ragione Francesco Alò a distruggerlo impietosamente poiché il suddetto film, oltre a essere un horror che avrebbe girato meglio mia nonna Rita, grande fan de La notte dei morti viventi e non so ancora per quanto vivente, ecco, è un obbrobrio dei più repellenti. E non mi riferisco, certamente, agli orribili trucchi del sangue finto che fanno ribrezzo pure a uno senza gusto come Michael Myers di Halloween.

Ecco, questo Misischia fa il sapientone. Dice a tutti i giovani che, per diventare grandi attori e registi, non basta la passione e la bellezza. Bisogna farsi il culo.

Costui, comunque, assomiglia a Orson Welles. Sì, la panza da infernale Quinlan c’è tutta.

Quasi pari a quella di Vincent D’Onofrio in Ed Wood.

Eh sì, Misischia, non si arrabbi. Alcuni nascono come Johnny Depp e altri come Tim Burton.

Per questa mia direttiva da sergente istruttore da Full Metal Jacket, mi sparerà come palla di lardo?

Sì, al Misischia preferisco la pornoattrice Brooks Mischa.

Devo esservi sincero, da giovane non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo come Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Adesso, per fortuna, ne sono convinto.

Comunque, al reparto ferramenta, preferisco una donna di buona carrozzeria per mostrarle tutta l’acciaieria.

Saranno cazzi se mi chiederà però soldi per comprarle l’argenteria.

Le regalerò, al massimo, un film di Argento Dario e continuerò a volare sulle ali dorate.

Statemi bene.

Fate sogni d’oro e non fatevi i film.

Tanto non sapete farvi non solo i film, bensì neanche qualcosa di più corposo e cremoso.

Per quanto concerne Edgar Allan Poe, molta gente lo considera un genio.

Ma, come detto, la gente è formata da ritardati.

Io sono molto più bravo di Edgar. Avete ancora dei dubbi?

Ah ah.

Poi, Poe era veramente brutto.

Di mio, ho una discreta faccia da culo, diciamo.

Insomma, voi siete diventati vecchi, marcescenti, orrendi e scheletrici nel cuore.

Io non sono Brad Pitt ma non voglio neppure esserlo. Sai che palle?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Il primo Ottobre era il primo giorno di scuola, una volta: invece, il Joker, il sottoscritto, è un Ferdydurke, e mi hanno anche curato male le carie, super video


01 Oct

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Ferdydurke è una comicissima allegoria dell’infantilismo moderno: un trentenne si trova sbalzato indietro nel mondo dell’infanzia, in una ridicola classe scolastica. Cerca di ribellarsi ma scopre che essere di nuovo “immaturo” non gli dispiace affatto. La nostra società che anela a rimpicciolire gli adulti e a mutarli di nuovo in bambini è il bersaglio del feroce umorismo del grande scrittore polacco.

Questa la sinossi del capolavoro letterario di Witold Gombrovicz, che io ovviamente ho letto e voi no, capre e caprette. Eppur DiCaprio è un ottimo attore, ah ah.

Sì, son state svelate le location del Joker con Phoenix, reminiscenti di Taxi Driver. Opera magna di Scorsese e naturalmente mio film preferito, essendo io, oramai da tempo immemorabile, l’alter ego vivente, reale, toccabile, possibilmente, mie donne, scopabile, di Travis Bickle.

Sì, il fantasma di Travis Bickle, verso i quattordici anni, dopo che il capolavoro assoluto di Scorsese mi folgorò, s’impossessò della mia anima. E, per anni insormontabili, ne assunsi le fattezze fisionomiche e non, divenni l’angel heart di Bob De Niro. Ah ah. Trasfigurandomi nel suo straniero e divenendo un God’s lonely man.

Pura essenza metafisica che, anche se vedeva passare davanti a lui una super figa, manco se n’accorgeva, preso esclusivamente da “deliri” burroughsiani che occupavano ogni mio neurone, (in)castrandomi in una zona di dormiveglia esistenziale… più che esistenzialista, un po’ fancazzista. Da istrione che si pavoneggiava da solo, ballando nel vento.

Ma fu un’adolescenza comunque amabile. Poi, di colpo, questo dolce dormire sparì come per miracolo. E venni aggredito senza soluzione di continuità perché accusato di essermi interrotto. No, è una versione sbagliata. Fallata. Poco falotica. Io mai m’interruppi, al massimo gigioneggiai. Di qua e di là, danzando fra una crêpe alla Nutella, con la gente che mi diceva… , tu per vivere così, credi di essere il più bello?

Che io fossi il più bello mi pareva ovvio. Infatti, come Travis Bickle, parlavo allo specchio delle mie brame e, dal riflesso dell’essere il più bello del reame, non ero nessuno, essendo gli altri molto più brutti e invidiosi. E dunque escludendomi dal piacere delle loro stronzate.

Ah, stronzate di “gran” livello. Si procacciavano le bimbette nei disco-pub(i). Ah, che discoli, io lo sapevo, facendo finta di non aver visto nulla. Occhio non vede, cuor non si duole, soprattutto per la sanità di me stesso e del mio fegato. Ah ah.

Eppur mai me ne dispiacqui e sott’acqua navigai nelle zone lombrosiane del mio Amleto ecceziunale veramente. Sì, mi pettinavo malissimo, simil Diego Abatantuono misto a Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Ma questa spettinatura (sì, esiste, è sulla Treccani) era facente parte del mio personaggio, un cerbiatto, un furetto, vilipeso da chi mi considerava solo un furbetto. Va be’, sì, qualche masturbazione, non solo mentale, ci scappava. Anni straordinari di (moto)seghe migliori di quella di Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Ah ah.

A parte gli schizzi, no, scherzi, un tempo le scuole riaprivano il primo Ottobre. Mah, di mio le avrei proprio chiuse. Soprattutto quelle superiori. Sì, come sosteneva Carmelo Bene, sono inutili, atte a diseducare con libri di Storia falsissima, scritta da un fascista che esaltava Mussolini, e a rincitrullire con versioni di Latino e Greco, con poemi omerici per esser trattati come Calimero da insegnanti boriosissimi e per creare l’uomo italico “ellenico”. Basta, guardate invece quella troia di Elena su Instagram, lei sì che sa come “raddrizzarvi”. Ah ah.

Sì, Elena è molto buona. Ma accetta scopate solo da uno col conto in banca di un banchiere. Ho detto tutto…

Le donne sono la mia croce e delizia. Tutte mi cercano, mi angustiano con le loro richieste ma io voglio soddisfare soltanto Emily Blunt. È un bel problema, cazzo, a questa Mary Poppins non basta certo il mio “supercalifragilistichespiralidoso”.

Sì, va detto, non per essere misogino, ma le donne credono alle favolette. Basti pensare che la figlia della mia vicina di casa è ancora convinta che la parola più lunga italiana non sia precipitevolissimevolmente ma, appunto, supercalifragilistichespiralidoso.

Questa qui come sta messa? A forza di andare a messa, nessuno gliel’ha messo. È una bigotta! E, a forza di vedere troppi film della Disney, è diventata Raperonzolo. Sì, è l’incarnazione di una favola iper-buonista, dovrebbe invece darsi alla fava del marito. Un saldatore che sa bene come “incollare”. So che il marito è un buon “incollatore” perché me l’ha confidato quello del terzo piano. Sì, quando le mogli sono in vacanza, questi due cantano il Triangolo di Renato Zero. Due tonti mai visti che non sanno neanche calcolare l’area dell’essere tanto sistemati e inquadrati nella società del cazzo, a furia di scambiare il film Rambo per un rombo… di tuono con Chuck Norris.

Comunque, precipitevolissimevolmente non è la parola più lunga dell’italiano.

La parola più lunga è esofagodermatodigiunoplastica, operazione di ricostruzione plastica, che si esegue dopo l’asportazione dell’esofago e dello stomaco.

Praticamente quella che le malelingue annali nei miei confronti stanno eseguendo dopo la figura di facce di merda che hanno fatto col sottoscritto.

Tornando invece a Ferdydurke, tutti i rimbambiti vecchi e tromboni dovrebbero riprendere posto sui banchi di scuola.

Per imparare come si sta al mondo.

E per pigliare lezioni di classe.

Si chiama sdentata.

Mie care cariatidi, io son brillante a mille carati. Ah sì, Lilli Carati, che passerona. Vi pare una volgarità? Why so serious?

 

Eh eh, adesso sgattaiolo nella notte, nel senso che, quando scende la notte, ci son molte gatte da pelare. E mi allupo. Bevendomi la bionda con ottimo “luppolo”. E lei, succhiandomi, fa glup glup.

Miei Don Chisciotte, al galoppo, mangiamo tutte le scaloppine al limone!

Ah ah.

Sono proprio un Joker-ellone. Talvolta iellato ma comunque giammai al gregge di belanti pecoroni ancor omologato.

Sono uomo dal pelo fino e pregiato. Spesso inculato ma non maciullato e vieni a me, donna, sarò per te tutto eiaculato. Introiettato!

Mi date dello psicopatico? Macché! Semplicemente, ho smesso di essere apatico.

Son lunatico, inimitabilmente Falotico.

 

 

di Stefano Falotico

 


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Dal dentista

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Army of Darkness o The Master? Questo è il problema? Vivere per non crepare da morti viventi e zombi, evviva Romero, Raimi e abbasso Roma!


24 Oct

FACCIA DA CULO!

L’armata delle tenebre ai servigi di Joaquin The Master Phoenix, versione Falotico/Bruce Campbell, l’arte della guerra o d’arrangiarsi?

Paragrafo uno: come avere una vita senza scheletri nell’armadio, prima lezione morale del cazzuto Philip Seymour Hoffman

Enrico il Rosso: Voi signore non siete un mio vassallo, chi siete?
Ash: E tu chi sei?
Enrico il Rosso: Sono Enrico il Rosso, Duca di Shale, Signore delle Northlands e capo del loro popolo.
Ash: Bravo! Salve Signore dalle strane mutande, in questo momento sei il capo di due sole cose. Del cazzo e della merda, e anche di quelli per poco
.

Nella mia vita, non ho mai avuto una vita “mia”, assunsi molte “vitamine”, di mio va da Dio, come dico io: continuate a guardar i cazzi altrui e sarete miei, dunque non voi stessi…

Insomma, le vite altrui si dividono in varie categorie, tutte per me trascurabili.
Sì, le oscurerei completamente, salvandone un paio, cioè le mie palle e qualche moneta nel salvadanaio che non fai mai mal, essendo un maialino.
Già, il salvadanaio classico ha forma di porcellini ed è di porcellana, Lupo Ezechiele rosica e invece io “credo” nell’agnostica, succhiando d’uccellone tutte le fragoline nel sottobosco ché lui intanto si spelacchia da “taglialegna”. Ezechiele soffre quando pungo di “miele” le donne amorevoli a mo’ di nettare Alpenliebe. Offro loro la caramellina e loro “leccano” il mio “caramello”. Rischio l’infarto ma ci sta(nno). Sì, voi sgobbate notti tristi e dì bestemmianti il “Perdindirindina” a caccia di denaro per non esser generosi col gentil sesso, a cui “lo” regalo io di sani e non avari amplessi. Ne son avido, alveare e queste ave son api nel darla a Cesare. Uso molte precauzioni, affinché possa evitare l’ingravidamento e possibili parti cesarei. Ci manca solo un “aborto” di figlio e la mia vita sarà evirata del tutto. Evviva evviva la vulva e io son volpino in tutta l’uvina. Passa? No, nonostante il “massaggio”, ho dolor al pancino. E devo riscaldar la “linguina”, sgolandomi per averla. Affiggo manifesti del mio chiederla in forma manifesta, quindi affliggente sono il re di tutte le “foreste”. Ah ah.

Il mio tronchetto s’inalbera ingarbugliato di fegato “rosolato” mentre, tra le frasche, un coniglio se le scopa di sana… pianta. Ah ah. Mi consolo con le mentine, lor tromboni trombano con alito che puzza sotto il naso, io lo rinfresco senza “rinfreschi” di carni fresche, “inalando” su narici aspiranti altri pugni “bassi”. Che pasticci(n)o. Il ventre vorrebbe sventolarlo ma viene essiccato d’aridità, tutti gli altri han altarini da nascondere eppure sono (im)permeabili alle “umide”, d’umori sempre desti, nudisti di corse campestri per estrogeni su ormoni imbizzarriti da maschioni “muscolosi” che le spalman fra “erbe” e muschi. Spogliatoi… d’armadietti. Quello è un armadio e veste Armani.

Di mio, ho la barbetta e il fico d’india… loro “sfoglian” le svergognate e altre gonnelle agognano. Son fighi col mustacchio, tamarri mai amari, “amorevoli” quanto un cazzo in culo.

Pensate alla vita di Totti Francesco. Gioca con le “sfere” da mattina a sera, di Blasi rilassa il “fendente” e guadagna d’analfabeta.

Pensate alla vita del Papa. Spara pistolotti che ammazzerebbero anche Cristo, e viene però applaudito dai terroristi talebani quando, nella remissione “ecumenica” dei peccati globalizzati, accusan un senso di colpa di fondo. Per forza, son guerrafondai.

Pensate a Roberto Benigni. Incita sempre a ridere. Insomma, è passato da Berlinguer a un pacifismo ipocrita del “Vogliamoci bene, basta con le guerre”.

La vita è bella?

La mia sì, la tua è un cesso. Chiedi il divorzio. Non puoi? Ah capisco. Lei è miliardaria e ti “mantiene” solo perché la fai godere meglio dell’armatore.
Sei un amante coi fiocchi.
Sì sì, certo. Un bell(ic)o.

Allora, sai che ti dico? Salutami sorrata!

Continuo a grattarmi l’ombelico. E apro l’ombrello.

Scrivendo al sangue da Pellico Silvio. Almeno, mi salvo la pellaccia senza false penicilline.

So io come “disinfettarmelo”.

Sono o non sono un “lebbroso?”.
Certo, e queste son le tue labbra, da cui più non (di)pendo ma stanno appese come il tuo pisello.

Paragrafo due: non c’è duetto di sano “graffietto” senza una terza giraffa che scassa il cazzo e te lo rende da elefante, te lo spacca d’ascia alla Ash nella Casa…

Ogni Barbie sogna il Big Jim ma poi fa sesso col barboncino, arredando in modo IKEA il suo appunt(it)o cagnone a lupona

Ogni uomo ha un’altra a portata di mano, detta anche “sega” quando la moglie è in vacanza.
Altri, i più immorali, vanno con le prostitute. Ma rischiano, oltre alla causa dal notaio, nel caso fosse scoperta la scopata “celata” dell’uccellino “malalingua” del maialone, dei bei ceffoni e la fine da Evil Dead.

Su questa stronzata, vi lascio dormire in “pace” del Signore, che sono io.
Io di plenilunio rubo al Freddy Krueger, sgraffigno la nightmare, come si suol dire.
E lo do d’artiglio.

E ricorda: tua moglie è una zoccola. Lo so per certo. “Acclarata”.

Con me fu più “indemoniata” d’ogni diavolaccio risvegliato dal Necronomicon.

Finirei con quest’aneddoto: da piccolo giocavo nel Bologna F. C. addirittura. Poi passai in una squadra di quartiere sino agli Juniores. Potevo entrare in prima squadra ma tirava puzza di corruzione. Sono finito come Serpico, ma furon pomeriggi di giorni da cani.

Alcuni amano il ciclismo, io il triciclo di Shining. Incula gli orchi.

Detta papale papale, mangio la pappina reale. Ma, nel mio reame, nessun pappone mi fa vendere il popò. Come invece avviene per voi.

Io ho una teoria sulla vita: oggi lo prendi nel culo tu, domani anche.

E the wolf sa come “farselo succhiare”… così “cresce”…

 

Paragrafo “ultimatum”: dovevi mollare l’osso duro quando potevi spolparlo, altrimenti t’inverte il braccio “duro” e lascia roteare i tuoi resti prima di darli in pasto a porci migliori di te, il “cannibale” adesso sono io e ti spezzo le rotule, finirai prima rotolante, poi in ginocchio supplicante, quindi sulle rotelle del tuo “cervellone”
Questa è una società che “patisce” i vertici gerarchici, di cui altamente me ne frego, sono lo “sfregiato” Stregatto che se ne (s)fotte, fra cene a base di alici… nel mio paese meraviglioso, universi emotivi che non esplorerete, acciughe di vostre teste annacquate, a cui do il “bon ton” del mio benservito con classe di “bavaglini” e tutta la servitù che m’incita alla rivolta su tovaglioli e vagliarli. Cucendo le bocche soprattutto a chi non m’è servitore, spruzzandogli quel “pizzico” d’accidia al pomodoro in faccia su insalatiera rotta nella sua “argenteria”. Vetri che si frantumano, “eclissandosi” con “sobrietà” nelle giugulari di chi azzannò con far(mi) affamante.
Lo getto nello scantinato, lo lego al palo, lo faccio… (nel) sedere, ah ah, “posto” riservato agli “ospiti” del “posteriore”. Per evacuargli una lezione altamente “etica”, sì, una cantina vinicola al suo alcolico dar di matto, ché tanto sadico s’illuse d’ubriacarmi di finte. Prima mi “divinizzò”, poi mi usò come posacenere mentre lo “ardeva” dentro un’altra da sbatter sul divano, su risata al “fulmicotone” della peperina frivolezza e un peperone al posto del “pipino”. Si sa, quando lei te l’arrostisce, si “sovradimensiona”, la carne arrostita s’eccita in lei mugolante su arrossite “palpebre”. Svenato la (s)vieni e cavernoso si gonfia come quelli delle caverne.
Sì, non c’è stata una grande evoluzione. Nella preistoria, i cavernicoli usavan la “clava”, adesso chiavano con quel “qualcosa” in più, dicasi rubamazzo, leggi “biglietto da visita”, (am)mazzando i “deboli” e rizzandolo alle circuenti. Da cui il mio detto: sempre “eiaculante, il dottor cura la colite nei culetti per altro incularvi dietro carte che cantan ann(u)ali, tutto impomatato e a matarle col martellino a danni, d’anno in ano, vostri (ag)giudicati, inutile sbracarvi ché i calzoni v’ha già calato, veste in giacca e cravatta e altre ingolla con francobollo(re) nelle gradenti”.

I sani vengon rinchiusi fra le sbarre e non berranno neanche una barra di cioccolata “calda”, chi ha più soldi sbanca e incastra chi è costretto a rubar le banche, infatti è un “rubacuori” per voi rapiti e tenuti in ostaggio. Nel frattempo, s’allatta al di lei frutteto e, di frullato, gode affumicandolo. Dicasi furbone. Se vi ribellate, lui si sbellica dalle risate, non accapigliatevi in risse perché lui se la russa e ad altre porte delle rumene busserà. Ruminate pure, lui ha già (in)seminato d’inchiostro “simpatico”. Ha già st(r)appato tutte le mutande ma è adattato all’“occhio non vede, cuor non duole”. A cui io aggiungo un “Eminenza, a lei sarò (in)dolente, lento lento t’entrerò nel didietro”.

Insomma, figli di un’era onesta. Hanno veramente esagerato.

Vanno fermati, incellofanati e di lor uccelli slabbrati.

C’han fatto incazzare. Desiderano ancor i nostri cazzi amari, invece riceveranno questo “ricevimento” su (e)pistola:

Cari miei,
veniam con questa nostra a dirvi?
No, a darvele.
Siamo darwiniani. Non siete migliorati, siete rimasti dei minorati e prendete in giro anche i “ritardati”.

Sono come Clint Eastwood
al mio mulo non piace la gente che ride.

Finale col botto, senza “botta” ma di botte… anche alla moglie alticcia

La vita vera non è pane, amore e fantasia bensì “pene”, dolore e ipocrisia.
L’uomo non è un animale sociale né politico. Gli unici mammiferi che rispetto sono quelli con le palle, cioè i cani. I cavalli vengono castrati perché scopano meglio quelle con le mammelle grosse, dette anche porcelline, da cui l’ibrido umanoide che “cavalca” la chimera col “gel” sulla criniera.

Sono cinico e anaffettivo? No, sono cinefilo e tifo nel canile. Quasi un UFO, meglio di te che gufi e puzzi come il tufo.
L’ultima volta, che m’invaghii, fu quando navigai spensierato, cioè a otto anni.
Sono ottomano alla Totò.

Alla favola di Biancaneve coi sette nani, preferisco il naso che non mente.

Non fa rima, non fa niente… non faccio un cazzo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Master (2012)
  2. L’armata delle tenebre (1992)
  3. La casa (1982)
  4. Nightmare 5. Il mito (1989)
  5. Hamlet (1996)
  6. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  7. Per un pugno di dollari (1964)

Presentazione del mio libro slitta-ta all’8 Gennaio: la befana tutte le feste porta via, speriamo nelle calze, voglio “incalzarlo”


07 Dec

Mezzanotte aspettando il 25 Dicembre, tanto la profezia dei Maya verrà blandita da Carosone Renato col suo “Mo’ vene Natale”. Io non tollero le nevicate, perché vengo di “valanga”

Mo’ vene Natale nun tengo denare
me leggio `o giurnale e me vaco a cucca’. 
Mo’ vene Natale nun tengo denare 
me leggio ‘o giurnale e me vaco a cucca’. 

Mamma, mamma e damme n’a mano
ca doppo dimane fernesce ‘a semmana 
e nun saccio che fa’ e nun saccio che fa’

La “milf” aiuta di “mano…”.

Mezzanotte donnaiola d’“uno” dondolante, pendente dalle labbra nel fuoco fatuo eppur diffamato, essendo infausto d’affamato di femmine che m’effeminarono

Tre lettere d’amore, un amore puro e lapalissiano come le mie paralisi quando vedo un culo che ha un suo perché e anche i fianchi d’un altro che l’”affranca”, sfiancandola mentr’”incagnisco” il canin “mancino”.
Più “porcata” micidiale di “botta”.

Una figona macroscopica d’Indianapolis-curve tortuose eppure da torrido nel “cruscotto” che vuol “scrocchiarla”, intimamente-accelerando.

1) Magnetico scricchiolio erotico, il tuo seno rovente, glabro di seduttiva maternità burrosa ha raschiato il mio rauco essermene non assolto ma dissol(u)to desiderarlo.
Voglio insinuarmi e tuffarmi di capezzoli nella brezza.

Risposta: – Fottiti. E levati. Lavati.
Controreplica: – Sì, mi sto elevando… nell’acqua del Giordano, grondando d’ano. Battezzami battona. Dunque, sbottona e innaffiati.

2) Innanzitutto, bellissima e fuori dalla massa. Come me, Uomo post noir, in Blu-ray eastwoodiano del mio carisma negli zigomi lapidari d’occhi pallidi eppur neri d’azzurro. Sono il nuovo Debito di sangue, edito dalla Warner, e tu il mio Cuore rubato. Sarai rubina col mio pelo grigio?
Ti piacerebbe, anche per amicizia, conoscere un tipo “non affollato”, spesso affogato, romanziere nel romanticismo e rambistico contro i cinici? Insomma, un cigno che fa il baffo a Capitan Uncino?
Se Neverland è la tua patria, allora voliamo, avvolgimi e concupiscimi. Ho voglia, cazzo!

Risposta: – Ti piscio in testa.

Controreplica: – Non contaminare la mia isola (in)felice. Ecco, il mio uccello non c’è ma potrebbe essere dentro di te…. Sono Peter, Peter Pan… di zucchero ma anche “salsedine” se non mi tergerai al Sole delle tue mele.

3) Mi respingi ma vorrei spingere, basta coi pisolini, tutto va accresciuto. Anche quando dormirai, io dominerò dall’alto verso il “basso”. Mia principessina sul pisello…
Quelle tette sono farina del tuo sacco?
Voglio “insaccarlo”. “Impanami”. E tutto il pen impennerà!
Di bagnato!

Risposta: – Ti castro seduta stante.

Controreplica: – No, basta con le (c)astrazioni, basta con le palle che roteano nell’universo, voglio esserti concavo di sfere spaziali fra le balle… di fieno. Sì, affanniamoci nelle stalle, voglio “installartelo” nel “cavallo”.

3 e mezzo “chilo”) Sono un fighter e ti sbranerei, versando caffè “bollente” su un addome d’allisciar di baci.
Abito lontano ma prenderei il primo treno per Memphis in te affinato e “affondato” di mordente. No, non scollegarmi con un “bannaggio“, sei una sventola e la mia banana merita profumi ove coverò senza sinapsi di troppo e privi di schiaffi ma scafato ed effuso, “pepsizzandoti” di  fusa nella coca ettolitra del sudore mai smielato poi “stucchevole” in senso di piastrelle aromatiche d’orgasmo. Nel quartiere, sono Mickey “Il gatto”, appellativo che mi affibbiò una vecchia maleodorante dopo che mi “scornai” con la figlia, intraprendente d’appetiti, ché almeno è liquor di buchi senza peti cosmici del moralismo chiesaiolo ma da “scassinar” di mio casino.
Ti chiedo venia se son (s)venuto, hai due gambe che, oltre allo sballo, han già odorato la mia “rapina a mano armata”.
Amami e brinderemo il Capodanno d’olio miscelato nel motore turgido, ove il liquore a scoppio “pandorizzerà” di velo raffinato nelle tue cosce scopanti di fumante. Che “spymanti!”.

Al che, contattai il chirurgo plastico per varie amputazioni, non solo per il “mio” spezzettato.
Mi rispose che ha degli “arretrati in sospeso” con Rourke.
Prima d’un quarto di secolo, l’agenda è piena dei suoi “tagli”.

Dunque, mi recai alla bocciofila, sperando di rintracciare i miei testicoli fra qualche “vecchio”.
Ma un delinquente m’inumidì di coccole, strofinando il suo pugno nell’“estrazione”.
E obbligandomi ad azionare un investigatore per “recuperarlo” in extremis.

Sia “lodato”. Cosa? Il muschio, il miscuglio di cazzate, il maschio arrapato, l’Uomo boschifero, un po’ schifoso ma equivoco e “vocali” di chiave nel buco.

Stronzi, sono del reparto ferramenta, il mio Merry Christmas è questo:

Applauso!

Sinceramente, domani sarà un’altra inculata.

Sì, le donne rispondono così al mio rimorchiarle, qunado (at)tento d’“orali” per le tendine:

– Conosci la differenza tra un flusso di pensiero autoreferenziale e uno scambio di comunicazione tra persone che non sia un interrogatorio?.
– Ma guarda che lo so. Sono centratissimo. “Concentramento”. Parlo solo di me anche quando gli altri sparlano del sottoscritto.
– Direi autocentratissimo. Ma hai mai pensato di aprire un bel autocentro?
Autolavaggio.
– Lucrezia caschi male con me. Son stato in analisi. T’ha turbato questa news?
– Aspetta, devo riflettere.
– Cosa stai riflettendo? Se “fletterla?”. Dai, non farmi a fette.
– No, pensavo, “soppesavo” se piazzarti un calcio.
– Amo le punizioni “balistiche”, dette palla piazzata all’”incrocio”, la cosiddetta “foglia morta” che s’affloscia dopo la parabola ascendente che “cola”. Di colpo di culo. Gran “rete”.
– Sei una merda.
– Dai, scherzarvo.
– L’analisi è una truffa. Meglio la transpersonale.
– “Trans…” per cosa starebbe? Non è che, lì in mezzo, scovo che c’è un serpentello?
– No, tranquillo. Sono Eva.
– A me parevi Adamo. Dunque, a prescindere… dammela.

Il mio amico Stanzione su Facebook, a proposito del nuovo Grandi speranze, scrive: di quegli adattamenti che non cambiano il mondo e neanche lo rendono un posto migliore.

Riposta del Falotico: – Nessun adattamento rende il Mondo migliore. Per questo, non m’adatto. Provai a fottermi la mia prima ragazza, “funzionò”, poi continuai a masturbarmi, “filosofeggiando”.

Dialogo, Davide: – Ma insomma Stefano, non val mica come massima assoluta (al di là delle tue pose esistenziali, va da sé che, in quanto tue e solo tue, sono granitiche).

Stefano, cioè me (medesimo-mimetico): –  La mia non è una posa, è uno che mai si sposerà. Sono “durissimo”.

E comunque, a Ralph Fiennes, preferisco De Niro.

Domani, quindi, non ci sarà nessuna presentazione della mia opera a Roma.
Tutto spostato all’8 Gennaio.
Il solito “inghippo”. E dire che m’ero precautelato di bigliettini e inviti, con tanto di fanfare gladiatorie anche su questo sito.

Questa è bella, è “bellissima”. Parafrasando Totò.
Già, ridiamo…

Sì, non vado preso sul serio quando ho le “crisi”. Prima, a sedici anni erano passeggere, adesso manca la passera.

Ho detto tutto.

Chi ha orecchie per intendere, intenda, chi è un “ricchione” sturi bene…, tutti “lo” prendono.

Io lo do.
A chi?
A te. Cioè sempre (D)io.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Non ci resta che piangere (1984)
  2. Paradiso perduto (1997)
  3. L’armata delle tenebre (1992)
  4. Grandi speranze (2012)
  5. Johnny il Bello (1989)

Genius-Pop

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