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Army of Darkness o The Master? Questo è il problema? Vivere per non crepare da morti viventi e zombi, evviva Romero, Raimi e abbasso Roma!


24 Oct

FACCIA DA CULO!

L’armata delle tenebre ai servigi di Joaquin The Master Phoenix, versione Falotico/Bruce Campbell, l’arte della guerra o d’arrangiarsi?

Paragrafo uno: come avere una vita senza scheletri nell’armadio, prima lezione morale del cazzuto Philip Seymour Hoffman

Enrico il Rosso: Voi signore non siete un mio vassallo, chi siete?
Ash: E tu chi sei?
Enrico il Rosso: Sono Enrico il Rosso, Duca di Shale, Signore delle Northlands e capo del loro popolo.
Ash: Bravo! Salve Signore dalle strane mutande, in questo momento sei il capo di due sole cose. Del cazzo e della merda, e anche di quelli per poco
.

Nella mia vita, non ho mai avuto una vita “mia”, assunsi molte “vitamine”, di mio va da Dio, come dico io: continuate a guardar i cazzi altrui e sarete miei, dunque non voi stessi…

Insomma, le vite altrui si dividono in varie categorie, tutte per me trascurabili.
Sì, le oscurerei completamente, salvandone un paio, cioè le mie palle e qualche moneta nel salvadanaio che non fai mai mal, essendo un maialino.
Già, il salvadanaio classico ha forma di porcellini ed è di porcellana, Lupo Ezechiele rosica e invece io “credo” nell’agnostica, succhiando d’uccellone tutte le fragoline nel sottobosco ché lui intanto si spelacchia da “taglialegna”. Ezechiele soffre quando pungo di “miele” le donne amorevoli a mo’ di nettare Alpenliebe. Offro loro la caramellina e loro “leccano” il mio “caramello”. Rischio l’infarto ma ci sta(nno). Sì, voi sgobbate notti tristi e dì bestemmianti il “Perdindirindina” a caccia di denaro per non esser generosi col gentil sesso, a cui “lo” regalo io di sani e non avari amplessi. Ne son avido, alveare e queste ave son api nel darla a Cesare. Uso molte precauzioni, affinché possa evitare l’ingravidamento e possibili parti cesarei. Ci manca solo un “aborto” di figlio e la mia vita sarà evirata del tutto. Evviva evviva la vulva e io son volpino in tutta l’uvina. Passa? No, nonostante il “massaggio”, ho dolor al pancino. E devo riscaldar la “linguina”, sgolandomi per averla. Affiggo manifesti del mio chiederla in forma manifesta, quindi affliggente sono il re di tutte le “foreste”. Ah ah.

Il mio tronchetto s’inalbera ingarbugliato di fegato “rosolato” mentre, tra le frasche, un coniglio se le scopa di sana… pianta. Ah ah. Mi consolo con le mentine, lor tromboni trombano con alito che puzza sotto il naso, io lo rinfresco senza “rinfreschi” di carni fresche, “inalando” su narici aspiranti altri pugni “bassi”. Che pasticci(n)o. Il ventre vorrebbe sventolarlo ma viene essiccato d’aridità, tutti gli altri han altarini da nascondere eppure sono (im)permeabili alle “umide”, d’umori sempre desti, nudisti di corse campestri per estrogeni su ormoni imbizzarriti da maschioni “muscolosi” che le spalman fra “erbe” e muschi. Spogliatoi… d’armadietti. Quello è un armadio e veste Armani.

Di mio, ho la barbetta e il fico d’india… loro “sfoglian” le svergognate e altre gonnelle agognano. Son fighi col mustacchio, tamarri mai amari, “amorevoli” quanto un cazzo in culo.

Pensate alla vita di Totti Francesco. Gioca con le “sfere” da mattina a sera, di Blasi rilassa il “fendente” e guadagna d’analfabeta.

Pensate alla vita del Papa. Spara pistolotti che ammazzerebbero anche Cristo, e viene però applaudito dai terroristi talebani quando, nella remissione “ecumenica” dei peccati globalizzati, accusan un senso di colpa di fondo. Per forza, son guerrafondai.

Pensate a Roberto Benigni. Incita sempre a ridere. Insomma, è passato da Berlinguer a un pacifismo ipocrita del “Vogliamoci bene, basta con le guerre”.

La vita è bella?

La mia sì, la tua è un cesso. Chiedi il divorzio. Non puoi? Ah capisco. Lei è miliardaria e ti “mantiene” solo perché la fai godere meglio dell’armatore.
Sei un amante coi fiocchi.
Sì sì, certo. Un bell(ic)o.

Allora, sai che ti dico? Salutami sorrata!

Continuo a grattarmi l’ombelico. E apro l’ombrello.

Scrivendo al sangue da Pellico Silvio. Almeno, mi salvo la pellaccia senza false penicilline.

So io come “disinfettarmelo”.

Sono o non sono un “lebbroso?”.
Certo, e queste son le tue labbra, da cui più non (di)pendo ma stanno appese come il tuo pisello.

Paragrafo due: non c’è duetto di sano “graffietto” senza una terza giraffa che scassa il cazzo e te lo rende da elefante, te lo spacca d’ascia alla Ash nella Casa…

Ogni Barbie sogna il Big Jim ma poi fa sesso col barboncino, arredando in modo IKEA il suo appunt(it)o cagnone a lupona

Ogni uomo ha un’altra a portata di mano, detta anche “sega” quando la moglie è in vacanza.
Altri, i più immorali, vanno con le prostitute. Ma rischiano, oltre alla causa dal notaio, nel caso fosse scoperta la scopata “celata” dell’uccellino “malalingua” del maialone, dei bei ceffoni e la fine da Evil Dead.

Su questa stronzata, vi lascio dormire in “pace” del Signore, che sono io.
Io di plenilunio rubo al Freddy Krueger, sgraffigno la nightmare, come si suol dire.
E lo do d’artiglio.

E ricorda: tua moglie è una zoccola. Lo so per certo. “Acclarata”.

Con me fu più “indemoniata” d’ogni diavolaccio risvegliato dal Necronomicon.

Finirei con quest’aneddoto: da piccolo giocavo nel Bologna F. C. addirittura. Poi passai in una squadra di quartiere sino agli Juniores. Potevo entrare in prima squadra ma tirava puzza di corruzione. Sono finito come Serpico, ma furon pomeriggi di giorni da cani.

Alcuni amano il ciclismo, io il triciclo di Shining. Incula gli orchi.

Detta papale papale, mangio la pappina reale. Ma, nel mio reame, nessun pappone mi fa vendere il popò. Come invece avviene per voi.

Io ho una teoria sulla vita: oggi lo prendi nel culo tu, domani anche.

E the wolf sa come “farselo succhiare”… così “cresce”…

 

Paragrafo “ultimatum”: dovevi mollare l’osso duro quando potevi spolparlo, altrimenti t’inverte il braccio “duro” e lascia roteare i tuoi resti prima di darli in pasto a porci migliori di te, il “cannibale” adesso sono io e ti spezzo le rotule, finirai prima rotolante, poi in ginocchio supplicante, quindi sulle rotelle del tuo “cervellone”
Questa è una società che “patisce” i vertici gerarchici, di cui altamente me ne frego, sono lo “sfregiato” Stregatto che se ne (s)fotte, fra cene a base di alici… nel mio paese meraviglioso, universi emotivi che non esplorerete, acciughe di vostre teste annacquate, a cui do il “bon ton” del mio benservito con classe di “bavaglini” e tutta la servitù che m’incita alla rivolta su tovaglioli e vagliarli. Cucendo le bocche soprattutto a chi non m’è servitore, spruzzandogli quel “pizzico” d’accidia al pomodoro in faccia su insalatiera rotta nella sua “argenteria”. Vetri che si frantumano, “eclissandosi” con “sobrietà” nelle giugulari di chi azzannò con far(mi) affamante.
Lo getto nello scantinato, lo lego al palo, lo faccio… (nel) sedere, ah ah, “posto” riservato agli “ospiti” del “posteriore”. Per evacuargli una lezione altamente “etica”, sì, una cantina vinicola al suo alcolico dar di matto, ché tanto sadico s’illuse d’ubriacarmi di finte. Prima mi “divinizzò”, poi mi usò come posacenere mentre lo “ardeva” dentro un’altra da sbatter sul divano, su risata al “fulmicotone” della peperina frivolezza e un peperone al posto del “pipino”. Si sa, quando lei te l’arrostisce, si “sovradimensiona”, la carne arrostita s’eccita in lei mugolante su arrossite “palpebre”. Svenato la (s)vieni e cavernoso si gonfia come quelli delle caverne.
Sì, non c’è stata una grande evoluzione. Nella preistoria, i cavernicoli usavan la “clava”, adesso chiavano con quel “qualcosa” in più, dicasi rubamazzo, leggi “biglietto da visita”, (am)mazzando i “deboli” e rizzandolo alle circuenti. Da cui il mio detto: sempre “eiaculante, il dottor cura la colite nei culetti per altro incularvi dietro carte che cantan ann(u)ali, tutto impomatato e a matarle col martellino a danni, d’anno in ano, vostri (ag)giudicati, inutile sbracarvi ché i calzoni v’ha già calato, veste in giacca e cravatta e altre ingolla con francobollo(re) nelle gradenti”.

I sani vengon rinchiusi fra le sbarre e non berranno neanche una barra di cioccolata “calda”, chi ha più soldi sbanca e incastra chi è costretto a rubar le banche, infatti è un “rubacuori” per voi rapiti e tenuti in ostaggio. Nel frattempo, s’allatta al di lei frutteto e, di frullato, gode affumicandolo. Dicasi furbone. Se vi ribellate, lui si sbellica dalle risate, non accapigliatevi in risse perché lui se la russa e ad altre porte delle rumene busserà. Ruminate pure, lui ha già (in)seminato d’inchiostro “simpatico”. Ha già st(r)appato tutte le mutande ma è adattato all’“occhio non vede, cuor non duole”. A cui io aggiungo un “Eminenza, a lei sarò (in)dolente, lento lento t’entrerò nel didietro”.

Insomma, figli di un’era onesta. Hanno veramente esagerato.

Vanno fermati, incellofanati e di lor uccelli slabbrati.

C’han fatto incazzare. Desiderano ancor i nostri cazzi amari, invece riceveranno questo “ricevimento” su (e)pistola:

Cari miei,
veniam con questa nostra a dirvi?
No, a darvele.
Siamo darwiniani. Non siete migliorati, siete rimasti dei minorati e prendete in giro anche i “ritardati”.

Sono come Clint Eastwood
al mio mulo non piace la gente che ride.

Finale col botto, senza “botta” ma di botte… anche alla moglie alticcia

La vita vera non è pane, amore e fantasia bensì “pene”, dolore e ipocrisia.
L’uomo non è un animale sociale né politico. Gli unici mammiferi che rispetto sono quelli con le palle, cioè i cani. I cavalli vengono castrati perché scopano meglio quelle con le mammelle grosse, dette anche porcelline, da cui l’ibrido umanoide che “cavalca” la chimera col “gel” sulla criniera.

Sono cinico e anaffettivo? No, sono cinefilo e tifo nel canile. Quasi un UFO, meglio di te che gufi e puzzi come il tufo.
L’ultima volta, che m’invaghii, fu quando navigai spensierato, cioè a otto anni.
Sono ottomano alla Totò.

Alla favola di Biancaneve coi sette nani, preferisco il naso che non mente.

Non fa rima, non fa niente… non faccio un cazzo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Master (2012)
  2. L’armata delle tenebre (1992)
  3. La casa (1982)
  4. Nightmare 5. Il mito (1989)
  5. Hamlet (1996)
  6. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  7. Per un pugno di dollari (1964)

Federico Frusciante, l’Uomo “zombie” Rob-espierre spietato-spia del Cinema più profondo


02 May

Da qualche anno, un personaggio anomalo e controcorrente rispetto alla “cafoneria” di massa col caffettino “rinomato”, sviscera gli antichi vizietti di quest’Italietta frizzi e lazzi e invero amorevole sempre e solo di fascismo ideologico.

Un titano nella sua videoteca livornese, ove con ingordigia è cinefilo notevole, d’intuito alto d’acume e giustamente irriverente, a tambur battente, contro il cinemino dei cretinetti col “Cremino” in boccuccia che oggi par “elevato” a rango dello stilema stolto ma “serio”. Tifone! Tifate!

Egli, appassionato di horror dei più memorabili(e) anni ’80 e anche “oltre” nel Romero indietro temporale eppur avanti sesquipedale, non teme di spararle grosse, “sbocc(i)ando” di bocciare ciò che a suo genio proprio non va giù. Non la bile, lo “sbudello” bellissimo promuove e dà una mossa a chi è buffo di abbuffate!

Sigaretta alla mano e camicetta metallara, inveisce furioso contro il Nolan Christopher sopravvalutato e oramai “marchettaro” di svendita. Approvando solo i suoi esordi migliori del senno di poi.

Frusciante non si svende, un Pacino Al dell’entroterra toscano a sciacquar il Cinema “sporco” in Arno da purificare nel Carpenter John.

Fra gli altri suoi pupilli, impressi nelle pupille oculate e ador(n)ate, Tarantino Quentin, capostipite della nuova rivoluzione cinematografica.

Sì, se le donne ingrassan di “gioielli” mucciniani con le cicc(h)e dei bacetti fra squali-squallide ammucchiate sul cazzo in “cenetta” degli arricchiti stronzi a “onor” della società falsamente “buonista” e accondiscendente, Frusciante sempre più ascendendo osanna il Cinema “disturbante”, sputtanando a iosa le “rosette” e il “pan in forno”.

Tirando fuori Sam Raimi e piazzando calci alle palle a coloro i quali non “entra” in testa che i lor testicoli son da parecchio stati (in)castrati d’assurde amenità “scolastiche”.

Nel grande Cinema, già, non tutto “torna”, amiamo i film che ci “torturano” di dubbi “al tor(ni)o”, che c’inducono a pensare, a coinvolgerci, a “miagolarci” di fusa eccitate nella creazione della Settima Arte propulsiva, “impulso” di cratere incendiario, sanguinante e padella, polsi recisi, incubi, splatter, piatti che volano, aerei che bombardano la piccola borghesia ignorantona nei “missili” piazzati alla “base” di piccinerie.

Contagio, contaminazioni, mine vaganti noi siamo sane in questo Mondo di perduti e deperito nei “balletti” da “stalloni”. Balere, ecco le balene!

Ragazzina in ballerina, andrai in bambola con noi “bimboni”.

Vaffanculo, gridiamo! Fieri di non aver sviluppato la visione “pingue” di queste lumache, noi siam ogni Pinguino di Tim Burton, domani ogni Joker un po’ più saggio di Batman.

 

Una manciata di video monumentali di un Uomo che non abbatterete neanche coi carri armati.

Egli è l’armata delle tenebre, il Bruce Campbell della sua “ferramenta” aurea fra tanta gentucola da carrucole e “vincitori” carrozzoni!

Forza, la corazza. Scusate, volevo dire la carrozza!

Azione! Anticipazione! E soprattutto: “Baywatch” fu una serie orrenda, ma Marliece Andrada era una figa da “orticaria”.

Orrore!


17 Apr

Horror, mio albero graffiante nel “dolce” castigo delle coscienze lorde!

Case indemoniate, “corroborate” di fantasmi maliziosi, birichini su “spie” dall’occhio “guglia”, arroccati nella frenesia del canto e della catarsi melodica incastonata a catarsi “tenebrosa”.
Giocosi per leggiadrie bardate di soave trasparenza al lor Cuore “rauco” come sigarette aspirate in una Notte ballerina, ispida d’umori cangianti nelle morte aridità della “morale” castità.
Spettinati su “abiti” da teschi, colgon la Donna quando, addolcita dalle gocce d’acqua roventissima, è “ruffiana” alla sua chioma presto nel dissolverci d’inerpicati amplessi arricciati.
Si divora nel mio viverle d’anfibio predatore, e lecca il pene mio con evanescenza femmina più di superbia.
Si sdraia, “annerita”, sudat’ancor ‘amante d’amplesso “ocra” tra le ali del mio corvo guascone, punitore e a Lei candore nelle libertà di passioni!

Le vicissitudini di un Uomo dal carisma wonder con increspature d’aguzzi scogli nelle primavere sue d’apollineo fra polline sociale, misantropo alla Kubrick

Scontri, carri armati, cacciatorpediniere, chi pedina anche i pedoni delle strisce pedonali, chi striscia, chi è uno struscio con far da (s)truzzo, gonne, semi-anche, sceme, “crema della crema”, animali in naftalina, nautici, volatili di schiamazzi, matti da legare pur se hanno i legamenti slegati da troppa “ginnastica mentale”, catatonia, il Tonno di Pinocchio, i finocchi a “condire” l’insalatiera delle accidie acidissime, l’olio della “massaggiatrice”, natica, sommergibili, un sonnambulo che prega solo di morire, almeno riposerà “in peace”, Obama “in pigiama”, Hefnernudo in copertina, Al Pacino al Tevere, i tranvieri cantano e, tra le ferrovie, tutto è un tram(polino-che polli!) di lancio per il suicidio di massa da “Playboy” del cazzo!

Afferro il triciclo nel mio Overlook Hotel, ingrano la quinta del “senza misura” di Jack Nicholson, un pensionato ancora per le “maggiorate”, mi reco al bar gestito dal maggiordomo assassino e gl’infilo un gin nel culino.
“Sorvolando” poi con una dama che preferisce giocare a “scacchi” nel “tanga” d’un nero “fantino”.
Tango & Cash!

Fiero del mio alfiere, m’arrocco nel “bianco” bagno, ove pulisco appunto il cesso come il Joker Matthew Modine, in canottiera lisa senza le danze al “liscio” dei caporali full metal jacket.
Incito Ermey a essere Bruce Lee. Ché non tormenti le palle… di lardo. Gliele stritolo, e latra, mentre gli altri compagni, russi di vodka, accorron nella latrina e lo lancian contro la vetrata, sostenendomi per il defenestrare il suo mostro. Siamo anarchici Batman! E il pipistrello cattivo non farà… la pipì con noi, ma volerà nel nido del cuculo!

Al che, becchiamo Tom Cruise nel “vespasiano” con Bruno, mentre discutono furbacchioni dei loro Eyes Wide Shut porta a porta.
La sodomia c’è tutta. Un ovvio Oblivion degli oblii. Meglio guardarla… dall’oblò.
Nessun obolo, al massimo bollirla.

Nessun obbligo, vivo al minimo sindacale, e come mi “tira!”.

Questo racconto non ha capo né coda, non c’è storia, né svolgimento.
Però tua sorella non me “la” racconta “corto”.

Dimenticanze, “evirazioni” neonatali

Ho dimenticato il cel. da un mio amico. Niente d’’irreparabile. Fra l’altro, guaio peggiore, ho scordato l’uccello al reparto dei neonati. Ora, ho 33 anni, qualche infermiera potrebbe restituirmelo?

Grazie, può lasciarlo nella “buchetta”.

Che senso ha? Del cazzo. Come pretendo sempre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I falchi della notte (1980)
  2. Blade Runner (1982)
  3. Halloween. The Beginning (2007)
  4. La casa (1982)
  5. Le Streghe di Salem (2012)
  6. Shining (1980)
  7. Stand Up Guys (2012)
    Tiriamoci su.
    Se li tirassi giù, sarebbe meglio. Altrimenti, in mezzo alle mutande invecchierà. Fidati.

Non bastavano gli “Hello, how are you?” e gli “I like” del Facebook? Adesso, ci siam pure imbastarditi nella “festa” dell’Halloween: secondo me, è meglio l'”allupato”, colui che…


31 Oct


… apre la bocca e chiede: “Would you wish?”.

Lei replica, “retorica”: – Cosa?
E il lupo: – Quel che liscio diventa “viscido”

Applauso!

Sì, stasera m’associerò alla demenza collettiva di questa celebrazione “celtica”. E dir che son centauro, afferro la mia moto con la “sella” della mora, e m'”inzucco” nelle sue “cavità” sorprendenti e vivaci, schiantiamo contro un muro ma prima Lei l’ha goduto tutto tutto duro, rallegrata dal “dolce” che non è stato uno “scherzetto“. Ah, come “la” screzio io neppure il Matto di suo “cappellaio“. Ah, Alice fu fornicata nel “bosco”, con Tim Burton a cazzeggiare d’esegesi personale nella versione “anemica” dai troppi colorini.
Ah, Tim è Uomo che “affabulò” affamato, da cui il detto lupus in fabula, per Burton rappresentato dalla sua fava nella fragola di Helena. Helena è Bonham, e Tim è mani di “forbice“.
Tim ne attinge, non “attenuandolo”.

Nella Bologna Tonight, diciamo “tonnata”, i nostri istrici si districheranno di pub(algia). Baluginando nel “balocco”, persi fra un Malt & Hops e lo “smaltirla” di sbornia “chimica”. Detto anche sperma “zoologico” d’iniettar nel nettare, da cui provien il famoso proverbio di tal “fattoni”: se ad Ognissanti le spezzi l’osso sacrale, ci sarà un Santo in meno in Paradiso.

Alla mia epoca, ti veniva grosso senza l'”alibi” di queste importazioni anglosassoni, da cui il “genitivo”, e quindi il “genitale”. Eh, sono albini. Un po’ scialbi. All’inzio di Novembre, è consigliabile la sciarpa, oppure lo scialle o lo Chalet delle “rose”.
Secondo me, gli ortodossi ce l’hanno magro, e le loro mogli vanno con gli indiani mentre Rob Zombie “Intona” i “flauti magici” della “zuppa inglese” al ritmo “zabaione” d’asce in pancia mentre le prostituite son’orientate in MoonSheri sarà una gran figa, ma io preferisco il Mon Cheri. Con tal “cioccolatino” ripieno, vai sul “sicuro”. Con Sheri, c’è il rischio di non sgranocchiare. Anche perché mi dà vagamente l’idea d’essere una di quelle zoccolone che, prima di “dartela”, pretende il lauto “responso” economico dei portafogli. Solo dopo il “rimborso”, apre la sua “borsa” e può usare il “detergente” degli “orsi”. Una “donna” raffinata come il Kleenex. Lei ne “usa” tanti, e Rob “lo” sa. Perché fu tradito anche da Eli Roth, in un triangolo con l’omonimo Eric, lo sceneggiatore di Forrest Gump e Insider. “Dentro la verità“.
Da cui l’Hostel…

Dopo il caffettino pomeridiano, ho avvistato il pensionato Ionata, accompagnato dalla sorella sullo “sguardo” indagatore del terzo piano d’un rumeno che, fra una prostituta e l’altra, rumina perché sogna una vecchiaia in santa pace del “Signore”.

Sì, Halloween è come uno con la dentiera.
Tutti aspettano il 31 per “addentarle”, ma non sanno che saranno “strappati”, brutalmente lacerati dal “cero” d’una che succhierà un verginello al fine di sposarlo dopo averlo “disossato”.

Per quanto mi riguarda, l’unica festa che va rispettata è quella del mio cazzo.
Che non si dà “da fare”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Halloween con la famiglia Addams (1977)
  2. Niente dolce, niente zucchero (1991)
  3. L’inquilino del terzo piano (1976)
  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  5. Luna di fiele (1992)
  6. Alice in Wonderland (2010)
  7. La casa (1982)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)