In questo mondo convulso, io sono spesso da tutto avulso e dunque non conteso, bensì contuso.
In questa contusione, mi professo colui che, libero da obblighi sociali, viaggia a gran propulsione nella sua creatività profonda, sì, ne son profuso, e in mezzo a voi non mi confondo. Eppur (con)fuso, mi rallegro di malinconie avvolgenti, dunque non nelle vulve fetenti.
Siate feti(di) finché potete. Impotente, mi do alla vera, unica onnipotenza. Salutatemi come Dio, io sono io.
di Stefano Falotico, uomo che (non) sa.