La prenderò larga, larghissima, praticamente (non) brevissima, la sintesi non è un mio don(dol)o, essendo io cullato d’altalenanti (r)umori sibilanti, oscillanti, basculanti, “pericolanti”, estatici ma anche tristemente invernali oltre che sereno-crepuscolari d’autunni (in)certi e incespicanti, cullato dalla ridondanza, dal barocco e un po’ son allocco, cari sciocchi, poi di colpo, non fatemene una… colpa, scatto, scocco, mi “scotto”, sbotto, rimbrotto, borbotto, son repentinamente stolto quanto subitaneo (e)metto nel dotto, Brontolo e nano in “quella” di Cenerentola che lo vuole grossolo, no, scusate, solo “glande” senza il “lo” di troppo ma nella top(p)a d’amplesso al LA, un diapason nella “sua” lilla, sempre lì, lì nel mezzo alla Ligabue, un “lavoro” da medi(an)o, “esagerato”, troppa roba, digressioni alla Sorrentino, pause intermittenti per “annoiare” il lettore, cioè il mittente che vorrebbe mollare la “presa” della lettura e, invece, stranamente affascinato dalla mia scrittura, pigliante in quel posto lo prende. Pigia(ma). Ché apprenda dal mio stile “cari(cat)o” come il peggior Bob De Niro smorfioso eppur carismatico, ché sarà stato questo suo annunciato The Comedian ad avermi reso galvanizzato, vai di retorica, rete, calze, cazzo(tti) e di “fighe” storiche poco apostolico-misurato.
Dunque, non perdiamoci in “stronz(at)e”, dicevamo… di Bob, no, eppur c’entra anche lui, sì, la sua Grace Hightower accetta, nel sen(s)o, di “non li taglia”, due al p(r)ezzo di un(ic)o, poiché De Niro la palpa, noi la pappiamo, e il suo mito non si tocca. Mitica questa!
La questione è tal quesito. Come mai Bob passa…, no…, lasciamo star per un attimo, di “botta”, le passere e (ri)passiamo… (al)la sua figa? No, futura figlia? No, ventura filmografia. Sa di buona filigrana, perché Hands of Stone e Joy sembran gioie, prometton bene, speriamo che la promozione si applichi in quanto film non bocciato è film innanzitutto ben promozionato, altrimenti “pene” e di molte stroncat(ur)e sproporzionato al suo “reale” valore “verranno”, cioè due filmoni “gioielli”. Se no, sai che “du’ palle”.
Ma nel “mezzo” ci sta anche questo Bus 657 di “tal” tal dei ta(g)li, il misconosciuto Stephen Cyrus Sepher, regista e interprete del “corto” gigantesco 4 Minutes, ch’è eppur “dura” di più di suspense “lunga” circa otto cm, no minuti, insomma, “spinge”, dovete “spararvelo” anche voi, donne.
Sepher, da non confondere con Louis Cyphre di deniriana memoria, appunto, miei angel hearts.
Questo Sepher ne sa una più del diavolo e, dopo essersi fatto produrre da Ray Liotta, entrò tutto tutto dentro il cast di Scott Mann. Su Twitter me lo son “fatto” amico, egli hashtagga, io gli chiedo quando uscirà… il trailer e lui (non) lo sa.
Bus 657, il nuovo Speed o un film palloso, appunto, da eiaculazione precoce visiva, ché dopo due minutini sai subito se ti piacerà o farà flop? Un film (non) fallato.
L’ho “pigliata” un po’ a culo, “lo” (am)metto, son ometto e lo faccio senz’elmetto.
Torniamo a Kickboxer. Sto scrivendo un libro di vera vendetta, “interrotto” laddove Eric Sloane fu “slogato” da Po Tong.
Questa è creatività mia da Finding Neverland. Eppur mi son emozionato, nonostante il mio cerebrale (il)leso, quando Amedeo di “Uomini & donne” ha scelto, in codesto dì, la piagnucolosa Alessia, poi (di)venuta “sciolta” al suo “Sì, sì, ti voglio!”.
di Stefano Falotico