Posts Tagged ‘Kevin Spacey’

Un moderno Pasolini contro chi scrisse un osceno articolo di Vanity Fair su Kevin Spacey


27 Nov

onofri spacey

 

 

 

Un mio amico, in questa mattina lunatica di tal lunedì 27 Novembre 2017, proprio quando apprendiamo che, dopo essere andata in “iato”, ah ah, la serie House of Cards sarà terminata, posta sul suo profilo Facebook le sue giustissime considerazioni in merito a un articolo di rara imbecillità apparso su Vanity Fair. Non sto a linkarlo perché è capace che poi lo cancelli(no).In cui l’autrice di tal obbrobrio fa un ambiguo parallelo fra i personaggi “cattivi” di Spacey e il caso di abusi sessuali che gli ha rovinato e macchiato indelebilmente la carriera.

Se vi ricordate, miei aficionado/i, in tempi non sospetti, dissi che qualcuno, in preda a quest’agghiacciante caccia alle streghe, specchio dei mortificanti tempi bui che stiamo, ahinoi, vivendo, si sarebbe divertito molto a “ironizzare” con cattiveria sui molti personaggi di Spacey, diciamo, non propriamente lindi. E citai i suoi personaggi più emblematici in tal senso, puntando gli occhi su The Life of David Gale e American Beauty.

Ecco, per dover di cronaca, la mia che è sana portavoce, vivaddio, della giustezza, copio-incollo alcune parole che tanto mi “stupefanno” e rabbrividir ancor più mi fanno, le rileggo con affanno perché fatico a comprendere la mente deviata che le ha partorite. Di tale “scrittrice” Vittoria B… cchio… sicuramente non parente di Marco omonimo, ah ah, regista de La visione del Sabba, uno che si è sempre battuto contro i moralismi più fetidi, si è da sempre schierato contro i luoghi comuni che insozzano e insudiciano le vite altrui, ha sempre battagliato per far rilucere la verità, libera da chiacchiere appunto gossipare e dalle superficialità più ignobili. E certamente avrebbe enormemente disprezzato questo articolo, gridando di tutto cuore amareggiato dinanzi a tal “illeggibile” bieco “giochetto” mostruoso.

 

The Life of David Galerivedere la scena clou senza farsi due domande è impossibile (Spacey, ubriaco a una festa, cede controvoglia alle avances della mantide, che lo bracca in bagno e lo comanda a bacchetta durante l’atto, dandogli istruzioni irripetibili in questa sede). E se non scopriamo mai perché la studentessa abbia deciso di sabotare il prof, a parte la voglia di vendicarsi per una bocciatura, l’elemento che fa quasi ridere è la rapidità con cui il poveretto ingiustamente crocifisso perde tutto – famiglia, cattedra, onore, incarichi futuri – come se la parola di una sola persona potesse bastare a mandare in lista nera per l’eternità un uomo stimato e influente. Ops.

 

Un breve estratto sintomatico dell’idiozia che lo sottende.

In poche parole, costei, insomma, sostiene che, se avessimo guardato attentamente i personaggi interpretati da Spacey, certamente, avremmo preso coscienza che ci trovavamo di fronte a qualcosa e qualcuno non “raccomandabile” che andava oltre la finzione. Inutile affermare che queste affermazioni sono, oltre che “scimunite”, irriguardose e nate da una donna sicuramente frustrata, affermazioni assai pericolose.

Sarebbe come dire che, se un giorno Stephen King dovesse “abusare” di qualcuno o della moglie, avremmo dovuto capire prima, leggendo le sue storie dell’orrore, che avevamo a che fare con un potenziale maniaco.

Il problema sta a monte! C’è da domandarsi in modo preoccupante perché siamo arrivati a questo e permettiamo a certa gente di poter scrivere liberamente tali schifezze.

Sì, siamo una società in cui la politica del politically correct ha mietuto vittime e combinato danni peggiori della Santa Inquisizione. Siamo invasi da “educatori” sociali, che puniscono i ragazzi, semmai, solo perché hanno appetiti sessuali troppo “vivaci” o si ribellano, come deve essere, a una società “adulta” che poi li “educa” a queste arbitrarie, “divertenti” manipolazioni della cultura, alla strumentalizzazione più abietta della verità. L’informazione mainstream distorce le notizie, fa passare per malato di mente anche chi solo ha rubato una confezione di marmellata, e si affoga nelle più sciocche insensatezze, assurdità, piovono e “vertono” capi d’accusa spettrali ove tutti cercano il capro espiatorio ai propri mali quotidiani, e allora ecco che ci s’accanisce con sadismo glaciale e aberrante sul “mostro” designato per puro diletto terrificante, per “insaporir” malignamente la noia e darle orrido gusto. Fioccano i giornaletti “scandalistici” e “maliziosi”, divorati dalle donnette dalle parrucchiere, ai giovani si urla solo di crescere!, quando le prospettive del “panorama” contemporaneo sono asfittiche e di siffatte porcherie, un mondo in cui siamo “evoluti” di smartphone ma ancora barbarico nei plebiscitari pregiudizi, un mondo fascista, giustizialista, ove le persone appunto “eleggono” il “pazzo” di turno per dargli addosso nello scagliar pietre che invero sono lincianti solo la povertà morale della lor stessa “cresciuta” e bugiarda società, di una società che avanza nel qualunquismo becero, che vive di pettegolezzi, d’invidie e sfottò, di burle e bullismi in ogni fascia sociale.

Allorché, il giovane litiga coi genitori che lo vorrebbero vedere “sistemato” e gli stessi genitori urlano all’impazzata dalla mattina alla sera, con la madre che fa sì che la maionese non impazzisca, perché spreca troppo tempo a coccolare il suo gatto. Il padre è angosciato solo dal passo “falso” della Roma, che quest’anno non potrà “ambire” allo Scudetto. La vicina porcella, sbattuta contro le piastrelle di porcellana, si fa appunto l’idraulico “martellante” mentre il marito operaio vien operato “chirurgicamente” dall’avvocato che lo sventra a base di parcelle che svenerebbero anche la più “emancipata” prostituta “brillante”.

I laureati in Economia & Commercio spendono e spandono, facendo poi gli economisti contro gli operatori ecologici, spazzandoli via con licenziamenti che li lasciano sul lastrico.

Un’altra persona finisce in rehab perché non ha saputo “abilitarsi” alla frenesia capitalistica imposta dal “modello” berlusconiano, un pittore invece viene reputato matto perché non ha un lavoro “normale” e i suoi quadri geniali vengono presi soltanto per creazioni di un “astrattista” dei suoi deliri, un “diversamente abile”. Un altro va a vedere un film di Solondz perché sa che la sua vita è una merda ma ha bisogno di un cineasta da idolatrare, in cui riconoscere la propria da sempre usurpata “dignità”. Un’altra deficiente, invece, è stata mollata dal suo ragazzo, un nerboruto buttafuori che amava troppo gli altri “fori” mentre lei voleva solo più fiori, allorché parte in vacanza “premio” per un’Isola dei Famosi.

 

di Stefano Falotico

Anton Giulio Onofri su Kevin Spacey e il suo famoso c… o


10 Nov

23376339_10215024569033417_2205819316741436692_n

A Kevin Spacey piacciono i ragazzi, non i ragazzini. I boys, non i children. E a 15 anni, lo sappiamo tutti, c’è chi è ancora un child, e chi invece ‘ha sviluppato presto’, come si diceva una volta, ed è già pronto per esercitare una lusinghiera carriera erotica. Definire ‘orco’ qualcuno che a 24 anni gli carezza i pantaloni da ubriaco vuol dire avere CON LA PROPRIA SESSUALITÀ un problema serio in atto, che ci impedisce di apprezzare fino in fondo uno dei pochissimi motivi per cui è valsa la pena venire al mondo. Sento gente, addirittura ragazzi di vent’anni, che usano espressioni tipo ‘pervertito’ o ‘in galera e buttare la chiave’, cadere nel secolare errore dell’Occidente, che il ‘68 era riuscito almeno in parte a correggere, cioè quello di considerare il sesso come un eccesso di natura, e non come espressione del tutto naturale dell’essere umano. Senza pensare al danno gravissimo arrecato proprio agli adolescenti, che crescendo sotto il mantello di un’esagerata iperprotettività diventeranno adulti inconsapevoli delle potenzialità di una felicità e di un benessere in grado di rendere la vita infinitamente più interessante. E francamente questo ritorno di Medio Evo mi spaventa.

Kevin Spacey “cancellato” da All the Money in the World, che sporco, ipocrita mondo…


09 Nov

4447AEB800000578-4885380-Kevin_Spacey_showed_he_had_no_fear_jumping_fully_into_character_-a-87_1505414333630

In quello che è un colpo di scena storico, una mossa assolutamente assurda, a mio avviso, Kevin Spacey, in seguito allo scandalo sessuale che l’ha travolto, è stato cancellato dal nuovo film di Ridley Scott. Sì, non stiamo scherzando. Film la cui uscita è prevista negli Stati Uniti fra poco più di un mese, esattamente il 22 Dicembre, e che nonostante tutto non slitterà. Il regista Ridley Scott, unitamente in accordo con la produzione, ha deciso di assoldare Christopher Plummer al posto di Kevin Spacey, e di rigirare tutte le scene che vedevano protagonista Spacey nei panni del magnate Getty. Come, vi chiederete voi? Com’è possibile? Del film sono stati già diffusi i trailer, le locandine con il “credito” di Spacey e la sua “bella” faccia in primo piano. A quanto pare, Scott e i produttori non se la sentono (incredibile questo moralismo!) di presentare un film che abbia Spacey nel cast, ruolo per il quale peraltro Spacey poteva essere candidato all’Oscar nella categoria di miglior attore non protagonista, perché a lor detta non vogliono sporcare l’immagine della pellicola e non vogliono rovinarne la reputazione. Insomma, qui si sfiorano livelli di grottesco ancor più spaventoso del makeup di Spacey nei panni di Getty.

Una notizia che, onestamente, non sappiamo come prendere. Quel che è certo è che l’America non perdona, è una Nazione tanto moderna a parole quanto ancora ancorata a un puritanesimo così meschino e tragicomico che rimaniamo a bocca aperta. Completamente allucinati dinanzi a queste “iniziative” mostruose.

Insomma, Spacey ha sbagliato, ha sbagliato non poco, ma cosa c’entra il suo lavoro d’attore con i suoi peccati?

Adesso, volete venirmi a dire che non è, e lo sarà sempre anche da morto, un grande attore?

E che non merita che addirittura lo si cancelli da un film già pronto e impacchettato. Chissà, se in una futura versione Blu-ray vedremo Spacey nell’originale cut… Ah ah.

Eh sì, noi cinefili adesso pretendiamo la versione con Spacey… non potete non farcelo/a vede’!

Questi fatti, anzi, questi misfattoni, ci fanno anche capire come funzioni la mentalità americana. Soltanto da noi, Berlusconi può ancora fare campagna elettorale, e semmai essere rieletto, dopo tutte le sporche sue lenzuola… E, sinceramente, non so se l’Italia abbia torto. La critichiamo sempre per essere un Paese retrogrado, “sottosviluppato”, ma culturalmente siamo decisamente più avanti. Non giudichiamo poi tanto una persona dalla sua vita privata, e sappiamo distinguere fra quello che è l’operato pubblico dalle pecche delle cose “intime”. Ora, detto questo, io non voto Berlusconi, ma avete capito il mio discorso…

 

di Stefano Falotico

 

Nicolas Cage e Kevin Spacey, come può cambiare la vita a distanza di pochissimo


08 Nov

867271308 849069312

 

Eh sì, che dire della mia vita? Proseguo letterariamente da maudit il cui senso, per me, non è letterale, in quanto “maledetto” che non può essere ascritto nelle facili, sciocche maledizioni altrui, ah ah, che la gente invidiosamente ingorda mi scarica addosso, illudendosi, schernendomi appunto, di esorcizzare la propria imbecillità.

Ma oggi invece punterei il dito su due attori decaduti. Il primo è Nicholas Kim Coppola, in “arte” Cage, uno che negli anni novanta può vantare un “carnet” di nomi come David Lynch, De Palma, Scorsese addirittura, ai suoi “servigi attoriali”. E che oggi, con questa faccia sempre più da contadino pugliese, gira una cagata di film al mese, film con cui si paga l’affitto di casa e si “consola” con dolci signori cinesine, celebrando l’ingiusto premio Oscar che fu a base di canti terruncelli.

Ma l’uomo di questi giorni è sicuramente Kevin Spacey. A ogni ora fioccano nuove accuse di molestie sessuali ai suoi danni. Insomma, guardatelo in questa foto di fine Ottobre, in cui sfoderava il suo sessappiglio sorridente da man che non deve chiedere mai…

Invece, Novembre gli fu fatale.

Ricordate: la nostra vita è appesa a un filo, oggi si è grandi, domani si è delle merde.

Di mio, a proposito di “fili”, dopo aver fatto i miei bisogni in bagno, tiro sempre lo sciacquone.

di Stefano Falotico

The Mask, da zero a mito, Kevin Spacey, senza maschera (?), da Oscar a sottozero…


03 Nov
THE USUAL SUSPECTS, Kevin Spacey, 1995

THE USUAL SUSPECTS, Kevin Spacey, 1995

Dopo lo scandalo Weinstein, si è scatenato il putiferio, com’era inevitabile. E non c’è giorno che passi che nuove “allegations” non emergano, colpendo nomi prestigiosissimi del firmamento hollywoodiano. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Dustin Hoffman, accusato di troppi palpeggiamenti. Ma, sicuramente, il nome che la fa da padrone è Kevin Spacey. L’attore, due volte premio Oscar, è stato accusato da Anthony Rapp di aver abusato di lui quando aveva 14 anni. E, nel giro di poche ore, come tutti oramai sanno, le accuse non sono finite certo qui. Un artista, adesso quarantottenne, su Vulture ha dichiarato platealmente che Spacey è un pedofilo, e si è scagliato contro l’interprete di American Beauty in maniera decisamente forte e insopprimibile.

Come accade in questi casi, su cui io mi astengo dall’esprimere un giudizio, la delicatezza degli argomenti e la loro scabrosità vengono affrontati in maniera gossipara, dunque assai superficiale.

Leggo articoli che vergognosamente difendono il comportamento imperdonabile di Spacey, definendo i suoi atti semplicemente come delle “normali” voglie di un uomo di potere. E liquidando gli accaduti definendo il tutto come un’imbrogliona messa in scena, una caccia alle streghe per screditare un uomo molto invidiato. Spacey, come sappiamo, dopo la prima accusa, ha fatto coming out e, sbagliando i toni, azzardando questa mossa inopportuna, ha dichiarato la sua omosessualità al mondo intero, facendo confusione fra pedofilia e sana diversità sessuale. Insomma, ha sbagliato in maniera clamorosa e non ha fatto altro che attirarsi ulteriori odi, da parte di chi non aspettava altro, non solo a Hollywood, per vederlo infangato, rovinato.

Netflix, dopo queste notizie, ha sospeso la produzione di House of Cards, la CAA ha licenziato Spacey, e la Sony Pictures ha ritirato la campagna dell’Oscar per la sua interpretazione in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Mentre ancora non sappiamo cosa ne sarà del biopic su Gore Vidal che è attualmente in post-produzione con Spacey come protagonista assoluto.

Insomma, io non mi pronuncio in merito ma questi scandali ci aiutano a comprendere, come se già non lo sapessimo, quanto oggi si può essere miti e Re Mida e domani, non solo nessuno, ma ignobili esseri umani.

Addirittura, su Twitter, c’è chi si diverte a scegliere tutti i personaggi maniaci di Spacey, da Seven a I soliti sospetti, da Mezzanotte nel giardino del bene e del male a The Life of David Gale, etc, scrivendo che Spacey è stato un depravato non solo in molti film ma soprattutto nella vita reale.

E che, guardandolo sullo schermo, avremmo dovuto intuire prima che non recitava soltanto dei ruoli immaginari.

Un triste mondo. Che dire?

 

di Stefano Falotico

Non confondente John Gotti con Paul Getty, e voi, cameriere, amate i gatti e Balthazar


27 Sep

gottti all-the-money-in-the-world-dom-ATM_06503_rgb

Sì, discussione simpatica su Facebook. Posto il trailer di Gotti con John Travolta e un mio contatto, grandioso, non si capacita della “trama” del film con John. Vede nel filmato gangster che vestono eleganti, vestiti quasi come Armani, e ha dei dubbi in merito…

Eh sì, presto Ridley Scott sarà sui nostri schermi con Tutti i soldi del mondo, in cui un rampollo e “dolce” figliuolo fu rapito da dei manigoldi in Piazza Farnese. Il padre, l’uomo più ricco della storia, non volle sborsare i soldi e nella pellicola di Scott ha il volto “makeup-izzato” di Kevin Spacey, arcigno e sinistro come non mai, quasi ridicolo. Nel frattempo, anche il valente Danny Boyle sta girando la sua versione, però in forma “televisiva” e seriale, di questo triste accaduto, col mitico Donald Sutherland nei panni del Paperone bastardissimo. Circola una mezza leggenda metropolitana secondo cui, il signor Getty, sì, sborsò i soldi del riscatto solo dopo che a suo nipote mozzarono l’orecchio, ma chiese indietro il “danaro” al povero (mica tanto, eh eh) ragazzo, con tanto d’interessi. Insomma, la storia di una famiglia “schifosa” per dirla alla Lino Banfi di Vieni avanti cretino.

Da questa stirpe riccastra, viziata, stronzissma, fa parte anche un attore lynchiano per eccellenza, il Balthazar Getty di Strade perdute. Sì, è un parente neanche tanto alla lontana. Un bel “giovine”, anche ora che è cresciuto, lo sa bene la Amick di Twin Peaks, che abbandona tutto e tutti per stare con un matto del genere. È uno che coi soldi la fa volare… più delle canzoni di Giusy Ferreri. Ah ah. A proposito, la Ferreri non assomiglia un po’ a Sherilyn Fenn?

 

Insomma, con questi qua il boss Gotti non ha molto da spartire, se non il fatto che anche lui si era arricchito non poco, “rapinando” nelle tasche della gente onesta.

 

Quindi, donne, state attente prima di mettervi con uno con troppi soldi. I soldi facilitano la vita ma c’è un “ma” bello grosso. Datemi retta, ah ah, mettetevi con uno che fa la vita da cani e compratevi un gatto. Lasciate stare i Getty e i Gotti. Su, ridete, fate felici le vostre gote.

 

Con questa stronzata, vi lascio a Wikipedia se volete documentarvi maggiormente sulle vite di Gotti e Getty. Mica cazzi…

di Stefano Faloticotwin-peaks-the-return-2017-027-madchen-amick-balthazar-getty-canoodling-street-night

Kevin Spacey è stato diagnosticato pazzo


04 Apr

Sette film che celebrano, cari cerebrolesi, lo stato mentale a me più consono, cioè la pazzia alla Kevin Spacey, creativa e da “ambiguo” stronzo…

Kevin Spacey: la gente ha pensato che fossi matto 11 anni fa quando mi sono trasferito a Londra e ho dato vita a una compagnia teatrale – “ma che fa? È fuori di testa” -, la gente pensava che fossimo matti quando abbiamo firmato il contratto con Netfix per House of Cards – “sono fuori di testa, non funzionerà mai” – . Sono abituato al fatto che la gente pensi che sono matto. E sapete una cosa? In fondo mi piace un sacco”.

Concordo, diciamo che mi rispecchio.

Una quindicina di anni fa, iniziai a scrivere un libro e i miei coetanei pensavano fossi diventato più matto di quello che ancora, orgogliosamente, (non) sono. Pensarono: “Adesso, ‘sto cazzone, vuol anche fare lo scrittore. Ma andasse a lavorare come noi tutti, coglionazzoni, e vedesse di trombare qualche volta, invece che amare il Cinema e farsi i cazzi suoi, oltre a scrivere poesie alle donne, tanto le donne son solo delle puttane e noi le riempiamo di soldi ricattandole che la diano, che sudasse!”.

Oggi, li ho inculati ma, nonostante le varie botte… di miei colpi da letterato raffinato, eppur sempre lì (ri)posato, non è che possa dire di avere culo. Infatti, ho più di una donna e sono tutte di buoni fondoschiena. Se lo fanno sodo insomma, e non pretendono neanche i soldi. Una la uso per scopare, l’altra per lav(or)are al posto mio, l’altra come Kathy Bates di Misery non deve morire, cioè le prometto di finire un libro sulla sua eroina preferita, da lei inventata, ma nel frattempo va a far la spesa al posto mio. Se vorrà spaccarmi le gambe, non può, è convinta che io sia paraplegico. Fa parte della sua patologia, compreso il fatto che crede che io sia pazzo e non uno scrittore. Qui si sbaglia ancora di più. Sono entrambi.

Morale? La gente si preclude molte cose dalla vita perché limitata dalla loro normalità.

Io non mi precludo nulla perché non valgo niente. E di questo niente ne vado matto, in quanto son la pazzia incarnata alla libertà. E quando si è liberi si è anche incoscienti?

No, fra le cosce. Ma non vi starò a dire se nel senso ficcante o inculato a sangue.

Su quello, ragionateci voi che avete sempre le risposte. Di mio, non suppongo, come già spiegato. Ho però in casa le supposte in caso di part(it)o. Se dovessi mettere incinta qualcuna, meglio darsi alla fuga e poi a un’altra figa. Andasse male, andrà bene e (da) dritto. Esiste apposta quello che te lo raddrizza. Non è un omosessuale ma un andrologo dei tuoi coglioni…

Sette film “atmosferici” perché nessuno ha la sfera di cristallo e non sai mai che può capitarti. Decapitati, eppur fosti un capitano tosto di capitale che “decollasti”… sii “elastico”…

Dai su, seppur non desti(no), io son desto?

Non sei sul lastrico, perché penzolante dal soffitto…

Non può piovere per sempre… Il corvo con Brandon Lee? No, nel culo lì perché infatti, e in fallo, come da legge di Murphy ché andrà mal di testa e di tempo, grandinerà dentro… eternamente…

Chiuso per colpa del fuoco fatuo, dell’esser stato una meteora, delle cattive, avveratesi previsioni meteorologiche? No, perché hai praticato un incontenibile meteorismo rabbioso in faccia al capufficio e ora non hai neanche i soldi per il cappuccino. L’importante è: funziona la cappella del cappero? Neanche quella? Allora, ti rimane solo il cappio al collo e, “colando”, non sulle donne a sfilarle loro ma appeso a un filo. Eppur c’è “tensione”. Sì, se è tesissimo va bene, le donne amano gli uomini dai nervi “tirati” a lucido per poi incappucciarli in boccucce del “ciuccio” con tanto, se ti va il pene, di lor far le ciuche, da cui il “bagnasciuga”. Eppur, a causa della “fame” non riempita neanche di “languorino”, sei magro come un’acciuga e hai perso la forza per gridar “Accipicchia!”. Sì, quando la vita è solo l’aceto senza l’insalata, sei fritto in padella, (e)salato… ove potrai scagliar tutte le “saette” che vuoi a meno che tu non sia già all’inferno in Terra bruciato…, internato!

Eppur va, si tira a campare fra un tresette e una briscola, incluso il gioco della scopa.

7 film, appunto, da tuo bollito cotto “a puntino” perché, senza spuntini, se il dito punterai, gli appuntati ti pianteranno in gattabuia ove sarai sodomizzato notte e dì con tanto di “passatempo” a guardar il tempo che, fuori dalle grate, (non) cambia. E bestemmi a chi ti ha ingabbiato un “Che Dio vi fulmini!”.

Io, il campione, campo eppur la scamperai nonostante tu sia un pervertito scambista.

Vai a scheggia, ci son anche gli schivati, gli schiavi schienati. Donna, chinati e, chinata, berrai il mio “Chinotto”.

Sì, andiamo i coltivar i campi dopo la moglie ubriaca, c’è da riempir le botte, attenti alla volpe che vuol oltre all’uva anche la vulva della (con)sorte. Che (s)figa.

A noi la vita agraria, agli altri quella di “agrumi”, ad altri ancora quella grama. Impara la Lingua ma non sai baciar senza “linguette” perché ami il bacio unto fra gli “scogli”.

L’importante sono i grammi, se più di 21 non sei salito al cielo oppure laggiù dal Diavolo che sempre t’inculò e t’inculerà, previo il Purgatorio di “imbuto”, a (s)fiammante con Beatrice che, “be(l)ata”, si fa Virgilio nel giorno dei morti e ognissanti.

Oh, signur’.

Le rane bibliche, la pioggia nel pineto eppur D’Annunzio se lo faceva da sé, scrivendo anche “Auto da fé”, ah no, quello era Montale, ma chi “montò” questo caso inquisitorio alla strega fottuta a sangue?

Chi (se) la fa, l’aspetti. Ti chiederà gli alimenti ma tu non hai più il respirante mento.

Sì, sei strozzato per colpa della società puttana e strozzina.

Ma anche Gesù era uno stronzo.

Consolati. Lui morì a 33, tu hai fatto s(ucc)esso solo perché ce l’avevi lungo… di trentacinque.

Comunque, sia, meglio morir suicidi a 40 che tutta una vita “a novanta”.

Abbiam fatto tredici. Bingo!

Domani, andando a riscuotere, saremo scippati da uno che farà “montepremi” in galera ma tanto non lo beccheranno e ne “beccherà” altre… cioè le troie che pagherà…

La pagherai…

Comunque, a che val il “pene” di credere all’amore se farai la fine de Il corvo?

Prendete “quello”, donne, Xander Corvus, pornoattore che se ne sbatte…

Pioverà “dorato”, Xander, tu invece credi alle fav(ol)e della vendetta…

Stai (al) fresco e “ammira” il “tramonto”… un tramonto splendido…

Di mio, posso dire che della vita non ho capito un cazzo.

Di tuo, manco quello. Sei eunuco.

Fidati, io taglio… la corda, ti salverai “al pelo”… di nodo alla gola va l’uomo goloso e le donne amano i “duri” che “resistono”. Li vedono “cazzuti”.

A letto? No, se riescono a non incazzarsi perché non c’è più acqua… non solo nella “loro” e aspettan la morte assieme, senza tradimenti di “sorca”. La luce funziona?

Oltre al tuo da cornuto, la tua donnaccia ha staccato tutto tutto.

Evviva le forche!

Chi è la foca? Tua sorella? Ma non si era fatta suora? Ah, capisco, una finta monaca…

Questa è l’opinione di un uomo scoraggiato perché i tempi non vanno radiosi? No, di mio son raggiante. Diciamo che, pur essendosi alla(r)gata la fogna che sono, in quanto dalla nascita “in barca”, m’arrangio. (T)remando. Di freddo? No, per troppo caldo non (soddi)sfatto. Le donne vogliono solo il riscaldamento autonomo.

Il problema è che non mangio. Lo psicologo dice che sono depresso.

Di mio, credo soltanto che sono stitico al cesso. Ma pur rimanendo sul “cesso”, ti cago in testa.
Guarda come “piove”.

I sette film non ci sono. Non c’è. Che bel tempo che fa. Che fu. Che fe(li)ce.

La gente è volubile…

Molte donne sostengono che ho numeri da vendere. Al che, apro un chiosco e li vendo. Cosa? Ma i numeri, no? Alla signora regalo un 7, sì, il seno la salva, a te invece, bellimbusto, un 10. Sì, te lo sei meritato… di “entrambi i palmi delle mani aperte”. Con tanto di pizzicotto e pollice su dopo che ti ho spaccato il cranio.

Al che, sopraggiunge l’ambulanza per assistere il devastato e l’infermiera mi urla: “Ma che è matto? Lei ha dato i numeri!”.

M(or)ale: se hai un talento, non darlo. Tanto le donne se lo prenderanno lo stesso. Alle donne non importa che numero porti di taglia e neanche la lunghezza di centimetri in mezzo al cavallo. Calcolano il livello numerico del tuo conto in banca. Il resto va da sé, se sei povero “in canna”, non andrà. E prevedo solo un 47 morto che parla.

In poche parole, la frittata è fatta. Ma vorrei sapere questo: la frittella come sta? È masticabile?

Sì, ho sempre preferito le frittelle, anche se non disdegno il fritto misto con la frutta al posto giusto.

Cioè a capotavola, da colui che magna alla faccia vostra.

Per il dolce, rivolgersi al cameriere. Io non servo nessuno. E al dolce ho sempre preferito essere amaro come un caffè bollente che non “digerisci” subito.

Che ti piaccia o meno, questo sono io. Sciolto, “accalorato” d’ustioni al tuo stomaco debole.

Se non ti sta bene, vorrà dire che ti offrirò da bere della gassosa.

Tanto ti bevi tutto il peggior Cinema da gasato che non apprezzare le effervescenze delicate. Una cazzata in meno, peraltro gratuita, ti renderà contento come gli happy end.

Rimanga fra noi, sparecchia sempre tua madre.

 
P.S.: indovina-indovinello, chi sono dei personaggi di Spacey? David Gale, Prot, Lester Burnham, Jim Williams, John Doe o Roger/Keyser Soze?

Risposta: nessuno di questi, sono me stesso. Ma comunque, come Kevin, so imitare Al Pacino meglio di Pacino stesso, infatti alcuni credono sia più bravo di Pacino.

La verità? Sono Al Pacino.

Tu invece sei De Niro? Beato te che ci credi.

 

I film con Kevin li conoscete. Neanche uno sapete? E Seven?

 

“Americani” – Recensione


27 Oct

“Squali” dello squallido ufficio dei cap(p)i e delle “decapitazioni”…
Capitalistica autopsia di aziendali… già “periti”

Ieri sera, come sempre… non avevo sonno. Così, a mo’ di Nanni Moretti (sul quale ritorneremo in “tema” ma in termini non propriamente “cioccolateschi” di stima) mi catapultai in cucina, aprii il tinello delle “meraviglie”, e afferrai un barattolo da 400g di Nutella, “leccandomelo” tutto fra una cucchiaiata e una sigaretta inalata di tabacco mescolato alla crema gianduia di questa ricetta godibilissima di cacao e nocciole sciolte come le calze di Kim Basinger nel suo spogliarello più “cocco(loso)” di birbante, abbaiante “cagnolino” alla Joe Cocker…

Il pancino si rimpinguò ma l’esistenzial vuoto no…
Quindi, riaccesi il PC, scartapellando su “YouTube” alla ricerca d’altre delizie per il mio “palato” ancor non riempito. Accarezzai una (movie)clip gustosa d’un film che vidi, anzi “avvistai”, anni or sono, quando mi rintanavo nelle magiche “libagioni” della mia magione un po’ senza “ragione”. E capit(ombol)ai proprio su “Al Pacino”.
Tombola, Bingo!

Questa pellicola fu da me visionata la Notte prima dell’esame mondiale della clamorosa débâcle (non al Cibali, però) del grande, strepitoso, imparagonabile Luís Nazário de Lima, in Arte calcistica abbreviato in Ronaldo.

Che batosta, povero Ronny. Altro che Rocky. Vince lo “stronzo” Ricky…

Tu che portasti, su portamenti dribblanti e sfondanti, il Brasile alla Finale. Fosti sfondato, appunto, dall’arrogante Zinédine (Yazid) Zidane, che ti mise “zitto”.
T’infil(z)ò con due colpi di “palle” dalla sua testa “caprona”.
Festeggiando di Coppa per la Francia che si riversò sotto la Eiffel, tutta ubriaca di “capriole”.

Tardivamente, scoprimmo l’inghippo che ti paralizzò “monco”.
Stavi male, e quei medici irresponsabili ti sedarono per spezzarti le gambe. Quell’immagine di te che scendi la scaletta dell’aereo, tutto “storpiato”, s’è impressa nel peggior immaginario dei brutti ricordi “pasoliniani”. I tuoi ammiratori, scioccati, gridarono “Stronzi!”.

Perché ti(in)castrarono?
Perché temevano che il tuo “tiro” potesse esser troppo letale e disarmante per la combina. Gli scommettitori, ammanicati alla “Federazione”, avevan già “blat(t)er-ato” al fin che tu “atterasti” sciagurato e rovinato, schiantato da farmaci che immobilizzaron le tue serpentine iridate.

Torniamo a questo James Foley di “folli” poveri “Cristi”.

La Donna è mobile, e io sono il suo mobiliere
. Già, Totò ci sta.
Calza a pennello… proibito per questa storia di “pompe funebri” immobiliari.

In tempi di crisi, bisogna escogitare un metodo “integrativo” per attivare la “promozione” che sbatta i “polli” nei licenziamenti.
Sì, the hardest thing in life is sell. Amici veri. Amici generosi. Amici per la pelle. Degli altri. Questi gli “slogan” che “slogano”, appunto.

Vendersi e saper vender bene la propria merce, le proprie marche(tte), smarcare i “falliti”. 

Chi non starà, ecco, al passo con le vendite, finirà in mutande, assistito dalla “mutua” perché “ammutolito”. E se proverà a denunciare la carognata, sarà sporcato dai porci “sociali”.

E finirà a vivere (?) sotto i portici…

In una Chicago di cagoni, un’agenzia sull’orlo del collasso, per salvare la baracca, lancia una sfida che premierà chi non affonderà ma di barca galleggerà… ah-ah!

Un’agenzia nella merda, ove rimarra “in piedi” solo il più scaltro e “sveglio”. Questa la proposta (in)decente: al miglior venditore una Cadillac Eldorado, al secondo “piazzato” una collezione di coltelli, a tutti gli altri un calcio in culo, per “defenestrarli” in mezzo al lastrico e alle lastre di ghiaccio.

Fra questi mostri (non solo sacri), la spunterà il più “scafato”: Roma, come la capitale dell’imperialismo di “amatriciana”.

Roma, un Pacino mai così bello quanto bastardo di monologhi secchi come il rasoio. Forse, è per questo che l’Uomo di Sinistra, Moretti Nanni, lo reputa “basso?”.

Pacino possiede una tecnica straordinaria e anche, qui, una capigliatura da “tutti in riga”. A passo da gigante, illumina la scena così come spegne i suoi concorrenti. Meno preparati in merito “azionistico” ma ugualmente bravissimi di classe attoriale. Un cast magnifico, con un Jack Lemmon enorme, un Kevin Spacey già mentore di Al, “in sordina”, e un Jonathan Pryce che “fa la parte del tonto”.

Cene dei cretini…

Sceneggiatura coi contagiri del velenosissimo David Mamet, e Pacino, sempre Lui, candidato come “Non Protagonista (?)” sia ai Golden che agli Oscar.

Di cui citiamo la sua amarezza “vincente”:

sui treni tutti gli scompartimenti puzzano vagamente di merda; col tempo non la senti più. È molto duro doverlo confessare. Sa quanto c’ho messo per arrivarci? Un sacco di tempo. Quando morirà, rimpiangerà tutte le cose che ora non fa. Lei crede di essere frocio? Sa cosa le dico? Siamo tutti froci. Lei crede di essere un ladro? Chissenefrega. Se ha il problema di una moralità piccolo-borghese se ne liberi, via, la allontani. Fa le corna a sua moglie, e allora? Niente rimorsi. Si scopa le ragazzine? Segnerò che le piace. C’è una morale assoluta? Eh? Forse. E che cosa cambia? Se lei crede che c’è, allora la abbracci fino in fondo. I cattivi vanno all’inferno? Io non ci credo. Lei ci crede? Agisca da credente. L’inferno è qui sulla Terra? Sì. E io non ci voglio stare. Questo penso.

Film tornato di moda, visto che, in questi giorni, proprio Al Pacino lo sta riportando in scena a Broadway, registrando un successo pazzesco.

 

 


(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)