Posts Tagged ‘Kenneth Branagh’

Kenneth Branagh nel trailer di All Is True non è William Shakespeare, è nientepopodimeno che…


22 Dec

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Sir Ben Kingsley, sì, il mandarino…

Come no? Sta anche nel prato a coltivare la frutta. Nell’orto… sai quante buone mele, pesche, quanti alberi di arancio. Poi, puoi anche piantare quelli di banane e ti fai la macedonia.

Ah ah.

Oh, a me pare lui.

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di Stefano Falotico

Attori rinati: Kenneth Branagh, il carisma di un bardo


24 Sep

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Innanzitutto, chiariamoci. Chi è il bardo? Il bardo altri non è che un cantore-poeta celtico. Un romantico sfrenato. E tale stupendo epiteto è stato attribuito, in particolar modo, all’immenso William Shakespeare per glorificarne il genio.

Quindi, sfatiamo subito un luogo comune. Il bardo non è Shakespeare. O perlomeno lo è, perché è stato insignito di questa gloriosa definizione, ma è solo un bellissimo appellativo in onore del tragico romanticismo espresso da William nelle sue immortali opere. Bardo, ripetiamo, è semplicemente un eccellente, passionale poeta, simile agli aedi greci che, appunto, a loro volta erano dei sublimi cantori di professione.

Dunque, smettetela di pensare che bardo sia sinonimo di Shakespeare. Sol in virtù del fatto che a William è stato appioppato questo nobilissimo nomignolo, diciamo così.

E sono stanco di leggere e sentire, soprattutto, proprio in riferimento a quanto poc’anzi scritto, che Kenneth Branagh è il Bardo con la B maiuscola. Kenneth Branagh è, tutt’al più, uno dei contemporanei, maggiori interpreti teatrali e cinematografici di William Shakespeare.

Delucidato ciò, parliamo proprio di lui, Kenneth Branagh.

Ora, ammetto che anch’io, sino a qualche tempo fa, ero sicurissimo che Branagh, così come William, fosse britannico, per l’esattezza un inglese puro sangue. E che, considerando la sua eleganza e la sua altezza recitativa, provenisse da una famiglia nobile, ricchissima e aristocratica d’Inghilterra.

No, Kenneth Branagh è figlio di una famiglia operaia dell’Irlanda del Nord. Infatti, è nato a Belfast il 10 Dicembre del 1960.

Già appena diciottenne, incomincia a recitare nelle migliori compagnie teatrali.

Quindi, nel 1989, compie il grande salto nel Cinema. A soli ventinove anni si cimenta con l’adattamento cinematografico di Enrico V, sceneggiandolo, dirigendolo e interpretandone il ruolo di protagonista assoluto. La Critica si esalta e Branagh viene candidato agli Oscar sia come Miglior Regista che come Migliore Attore Protagonista.

Da allora, Shakespeare diverrà il suo cavallo di battaglia, come tutti noi sappiamo.

Ma, al di là delle sue comunque notevoli e interessanti prove scespiriane, sia davanti che dietro la macchina da presa (Molto rumore per nullaNel bel mezzo di un gelido invernoHamletPene d’amor perdute), o soltanto come interprete (Othello, il magnifico “documentario” Riccardo III – Un uomo, un re di Al Pacino), secondo il mio modesto parere, Kenneth Branagh il meglio di sé l’ha dato quando ha diretto film che hanno poco a che vedere con Shakespeare. Scusate, mi spiego… Film dalla struttura drammaturgica quasi sempre tragica, come nelle opere del Bardo ma che, almeno all’apparenza, esulano da Shakespeare stesso, almeno a livello letterario.

E, a proposito di ciò, rivedete con molta più attenzione il suo capolavoro imperfetto, Frankenstein di Mary Shelley con Robert De Niro.

Un film, alla sua uscita, stroncato sonoramente da tutti. Perché quel dottor Frankenstein a torso nudo e palestrato, da lui incarnato con esuberante vigoria, parse tronfio, pagliaccesco ed esibizionista.

E forse la Critica di allora non era pronta a una rilettura tanto fantasmagorica e bizzarra. E reputò il film di Branagh un disastroso pasticcio.

Ecco, va detto certamente che Branagh è molto vanitoso, un egocentrico e che forse i suoi film peccano in tal senso. Accentrano troppo l’attenzione sulle sue performance e sul talvolta irritante suo ridondante compiacimento attoriale.

Ma Thor (infatti non c’è lui come attore) è il miglior cinecomic sinora realizzato.

Kenneth Branagh, uno che, a ben vedere con maggior oculatezza, negli ultimi dieci anni, come actor ha girato pochissimi film.

Ma che col suo Hercule Poirot da/di Agatha Christie ha trovato un ruolo stupendo. Assassinio sull’Orient Express, a mio avviso, rimane uno dei film più intriganti e sinceramente belli dello scorso anno. Chi ha criticato questa pellicola, e di conseguenza Branagh, accusandola di aver ecceduto nell’uso massiccio della computer graphics, di essere pacchiana e superficiale, non l’ha affatto capita.

Branagh ha compreso invece con perfetta lungimiranza (e il successo anche di pubblico gli ha dato ampia ragione) che, se avesse adattato il classico della Christie in maniera puristica, avrebbe realizzato un film fiacco, bruttamente démodé.

Assassinio sull’Orient Express è semmai genialmente naïf.

E dunque, dopo l’imminente Artemis Fowl con Judi Dench, non vedo l’ora che inizi il casting di Assassinio sul Nilo.

Il suo Poirot, ribadisco, è strepitoso.attori-rinati-kenneth-branagh-01 attori-rinati-kenneth-branagh-04 attori-rinati-kenneth-branagh-06

Stati di estetismo, di estremismo, di autoerotismo, stati di un uomo che forse è un uovo


03 Mar

DXN6oXWXUAIv_quIl dormiglione

Sì, dopo lungo rimuginare, son addivenuto a una realtà inconfutabile: sono un uovo. L’uovo è fritto in padella, strapazzato ma anche alla coque, mie cocche. L’uovo bollito, con l’albume solidificato e non il tuorlo, spesso gira per casa a nudo torso, e si riprende in video a mezzobusto. Da piccolo, giocavo con gli arbusti, poi la mia anima si temprò nella schiettezza rude della vita e il mio cuore, spesso inasprito, giammai edulcorato nelle frivole ipocrisie, nella malinconia s’irrobustì. E vagai come un lupo mannaro in verdi prati della mia fantasia rosseggiante, vivendo oltre il tramonto, facendo del mio cuore un mappamondo, alle volte iracondo e altre volte giocondo, tuffandomi nel mare… dei miei sogni tristi e valicando i monti… del mio dolore insormontabile. E alcune donne, sopravvenuta che venne… in me l’età adulta, desiderarono che le montassi, eppur mai volli smontarmi in quel sesso godereccio così futile e vuoto. E non “lo” svuotai, continuando mellifluamente a cercare donne ignude in Celebrity Movie Archive, sito per ogni masturbatore convinto che può scegliere fra un carnet di carnali women da far invidia a Hugh Hefner. C’è un’ampia scelta, perennemente aggiornata e all’occhio indiscreto di quell’archivio non sfugge nulla, si va dalla magnifica Ashley Laurence di A Murder of Crows, ove spadroneggia in sesso interraziale col Cuba Gooding Jr. in un amplesso di rara sconcezza, assai disturbante, alla rossa Elizabeth Perkins di I’m Losing You. Scene che conosco solo io e pochi altri “adepti” dell’onanismo fiero di esserlo, alleniano nel senso di Woody, perché anch’io son intellettuale avvezzo a questa pratica così ostracizzata, per cui decenni fa ti spedivano in manicomio se la effettuavi una volta maggiorenne. Non discolpatevene, il sesso reale è quanto di più abietto e deludente possa esserci. La vera virilità, l’ardore puro si misura… nelle fantasie, nelle nostre proiezioni orgasmiche con la nostra ipofisi. Fidatevi, una volta avvenuta l’unione carnale, alla fine dell’atto sarete ancora più depressi di prima. Il luogo comune secondo il quale se sei depresso è adducibile al fatto che non trombi è a dir poco aberrante e falso. Sì, falso. Posso dire in tutta onestà che il mio cervello, infatti, patì pene… dell’inferno dopo che mi sverginai. A quel punto di “eruzione”, la mia mente collassò e tutto mi apparve sotto una forma animalesca e schifosa. Tutta la genuinità mia insita in un’anima illibata si disperse nella vacuità dissipatrice di una prima volta inappagante, oserei dire, alla faccia dell’osé osceno di chi si vanta delle sue conquiste sessuali, sconfortante, alienante, meccanicamente frustrante. Sì, il mio cervello da allora in poi vacillò e mi persi fra le brame concupiscenti di donne di cui finalmente carpivo, istintivamente, gli sguardi malignamente vogliosi. E cominciai a tremare di paura, il mio congenito candore ne risentì in maniera scellerata, ed è per questo che quando entro in un locale pubblico sto sempre attento a indossare gli occhiali, per celarmi dietro quel sintomatico mistero alla Battiato che fa credere alle donne che mi guardano che sono omosessuale e quindi non devono azzardarsi a provarci. Ah ah!

Che poi… a dirla tutta, io sono l’apoteosi dell’incarnazione dell’esteta. Dei film non m’importa molto della trama, tanto, gira che ti rigira, come si suol dire, le storie sono pressappoco tutte uguali, è come si mettono in scena a differenziare un grande film da una cosa scontata. In quella stupenda intelaiatura delle immagini, nelle loro suggestioni, è lì che il flusso cinefilo gode come un riccio. E non abbisogna di trombate e altre puttan(at)e. Sì, è in quella mistica estetica che il vero me stesso diventa qualcosa di unico e intoccabile. Ma che vuoi toccare, mio tocco…! Pussa via, zoccola!

Sì, sono estremista in fatto di Cinema. Vado sempre meno al cinema perché so che molti dei film che passano assolutamente non m’interessano. Non me ne faccio niente delle commediole all’italiana, dei film didattici, pedagogici, istruttivi, impegnati, sociali, proletari, borghesi e anche leghisti. Sì, ci sono anche i film leghisti. Prendete Renzo Martinelli: andai a vedere Barbarossa solo per constatare come Rutger Hauer si fosse rincoglionito. Da quel che sembra, a questo scemo del Martinelli non fanno girare più nulla. Meglio così. Dovrebbero proibirgli anche di votare.

Molti, infine, non si spiegano la mia folle adorazione per De Niro. Nonostante le boiate che ha girato e la sua anagrafe un po’ vecchiotta, nessun attore mi emoziona quanto lui.

Sì, perché questa è bellezza assoluta, cioè perfetta concordanza (a)simmetrica dei lineamenti, atipicità delle rughe, spugnosità liscia del viso, capigliatura leonina, un uomo dal fascino angelico quanto diabolico.

 

Ora, sto tornando alle mie vecchie passioni. Per Pasqua voglio regalarmi un lettore Blu-ray coi controcazzi, e certamente nella mia nuova collezione non devono mancare L’incredibile vita di Norman, L’uomo di neve, Assassinio sull’Orient Express. Ora, obietterà qualcuno. Ma come? Hai stroncato L’uomo di neve. Sì, non è granché, ma è da avere perché mi piace la confezione. Sì, sono pazzo, ed è questo il mio bello insindacabile. E poi io do fiducia a Tomas Alfredson. A prescindere dal risultato finale, vado davvero matto per la cura formale delle sue immagini, per queste fotografie plumbee e atmosferiche, per la sua lentezza…

 

E ricordatevi: nonostante donne, inculate, pugnalate, fregature e iatture, fatture e bollette, il Genius rimane sempre incorreggibile.

 

 

di Stefano Falotico

Nolan e il suo finto capolavoro di Dunkirk


29 Aug

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Sì, son duro a morire e Nolan mi ha sempre puzzato di “adattamento alla massa”, per come compiace un gusto medio oramai fastidiosissimo che ha sostituito il grande Cinema con lo spettacolo, a mio avviso abietto e uso un eufemismo per quanto possiate pensare che esageri, più facile a “insaporire” il palato di spettatori che oggi s’improvvisano critici quando, invero, son persone spesso fustigate da vite mediocri che non amano gli alati deliri del Cinema più schietto, non come quello di Nolan “chiatto” ad accontentare le vostre bocche “buone”, cari ubriachi appunto di mediocrità. Le fiaschette, nella cantina di tal vostra “opulenza” olezzante, vi aspettano affinché possiate bervi, imberbi, la nuova stronzata spacciata per arte raffinatissima. Quelli di Nolan sono giocattoloni buoni per chi dal Cinema e dalla vita ama quella “perfezione” virtuale che sempre cozzerà col mio realismo poetico, aderente a una poetica del vivere che non sia trastullarsi coi balocchi, miei allocchi. So che non vengo sopportato per questo mio atteggiamento cinico e dunque atrocemente sentimentale, attenzione non sentimentalistico, e che il mio sfrenato romanticismo in cerca della vera bellezza possa esser tacciato e scambiato per follia, cari pecoroni di tal esultante folla smaniosa di vederlo…

Son altre le cose che attirano la mia curiosità, come “incendiarsi” dinanzi a una sigaretta nel tramonto che fiorisce nel crepuscolo della pura, quella sì, estatica immaginazione.

Altro che visioni “immersive”, parola che fra l’altro non esiste neanche nel vocabolario.

Basito, osservo la rovina.

 

Mi spiace per chi non capirà, ostinatamente, l’ironia che sottende quanto da me detto e “recitato”.

Comunque, non cambio molto opinione su Nolan.

 

di Stefano FaloticoBodega Bay

Oggi ho fotografato Robert De Niro nella periferia di Bologna assieme a un extracomunitario, ecco a voi


23 Mar

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Invero, come tutti sanno, sono un immancabile burlone e qui il Bob si è trovato a far visita a Zac Efron e Hugh Jackman sul set di The Greatest Showman a New York.

Il ne(g)ro invece non so chi sia.

Adesso, vado a spararmi il film Celebrity di Woody Allen.
E ricordate: la fellatio è come la crocifissione.

 

Insomma, sono come Woody Allen, racconto molte cazzate intellettuali e non so se essere o non essere come Hamlet.

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Dunkirk, questo trailer è un inverno del nostro scontento


15 Dec

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Ah, è uscito il trailer di questo film molto atteso, non da me.

Ah, dame, Nolan ci dà questa schifezza con CGi e la solita freddezza, insomma, è ambientato in una zona nordica con Branagh il Bardo che rimembra il suo film invernale, auspicandosi che questo film sia (non) essere fra tante immagini evanescenti. Evento che cambiò il destino del mondo? E venti soffieranno contro Christopher, illuminando le testoline, anche i testicoli, di chi lo apprezza e continua ad appoggiare questi kolossal bellici, tanto bellicosi, brutti da sbellicarsene. Viaggiano ondate di artica decadenza tra esplosioni e liquame albino, no, marino in albeggiar di fotografia giallo-ocra virata al polmone, no, al timone della scempiaggine e del melodrammatico con moto triste cavalleggero andante svolazzante come Tom Hardy fuori posto in questo filmato alla mia anima ignoto. Notate come forse USS Indianapolis con Cage non abbia nulla da invidiargli in fatto di deflagrazioni ricreate a computer.
Insomma, allocchi, Nolan vi circuì e siete rimasti con acque alle gole perché questo trailer non mette acquolina al vostro fanatismo.

In fondo in fondo, oceanico, se siete survival a tal orrore, potrete aspettare il prossimo.

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

The Irishman di Scorsese sarà mille volte più importante di Dunkirk di Christopher Nolan


26 May

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Nolan, in quel della Scandinavia, no, nella Gran Bretagna, no, sulle coste danesi, forse curdo-polacche dell’entroterra russo ai confini con un western battagliero dal sapor medio-orientale ed eastern “sudista” fra (non) pacifisti nordisti, ha iniziato le riprese di Dunkirk, nuova sua poco fantascientifica “stronzata” mega-galattica di sto(r)ica presunzione, con un cast d’eccezione, Branagh, Mark Rylance, Tom Hardy & Cillian Murphy. Già si preannuncia una cagatona pretenziosa come d’altronde tutta la sua filmografia “esagerata”, bellissima o forse pessima, fra cavalieri risorgenti en travesti di Batman, detectiveinsomniaci” per remake “insomma insomma”, interstellari prese per il culo alle serietà “relativistiche” di Einstein, etc…

Mentre la Lucky Red, a metà anno, oggi insomma, annuncia la distribuzione italiana del prossimo film di Scorsese, The Irishman. Pesci fa orecchie da mercante e rifiuta, momentaneamente (?), la parte dell’imbufalito Bu(f)falino, De Niro tornerà con Martin a distanza di oltre un ventennio, e il film segnerà inoltre la prima collaborazione fra lo Zio Marty, appunto, e Al Pacino, appena reduce dall’impresentabile Conspiracy con quel trombone di Hopkins.

Sì, ma fra i due litiganti “blockbuster” m’attizza di più Scorsese. È più Cinema grande, vero, umanistico, gangsteristico, meno manierato eppur manieristico, un Cinema di pistol(ettat)e, altro che le piroette di Chris.

Con buona pace dei “futuristi”-progressisti, preferisco il Cinema “vecchio” e classico dell’unico Maestro.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

 

di Stefano Falotico

Kenneth MacBeth Branagh per Scorsese?


02 Apr

Macbeth Branagh

Notizia di queste ore è che il grande Martin Scorsese sarebbe sempre più vicino a dirigere la versione cimematografica del Macbeth, già portato dal mitico Branagh a Teatro.

Comprate “Il cavaliere di Alcatraz”, ve lo ordina Amleto


17 Nov

 

Primi acquisti natalizi, un consiglio perché io possa pagare meglio l’aff(l)itto e curarmi dalle f(r)itte: “Il cavaliere di Alcatraz”, ora anche disponibile sul Kindle. E sul comò, no?


 Prefazione delle “torrefazioni”

 

Son amabile come il caffè dolce, oh miei Alex da Arancia meccanica. Cucù, il clockwork fa, nel vostro culetto, un manicomio da cuculo. Sorridi a modo in tal mondaccio, sghiaccialo a limone con coraggio senz’Orange. Altrimenti, arrangiati!
Il genio vi ha fatto impazzire dopo che tentaste, miei folli, d’atrofizzare le mie idee affollanti, nessun mi prende, le donne il mio sì, oh signori!

Fratelli della congrega, lunga e impervia è stata la mia strada dopo tanto esistenziale smarrimento. Non calcolai, distratto dal cartellone pubblicitario d’una senza mutande ma di pube lampeggiante, la svolta a destra in tangenziale. Beccai un pazzesco sinistro. Mi salvai però in corner. Cornuti!
Ma nonostante già l’incidente grave occorsomi, come tutti i miti, per ascendere all’entità, divina e apollinea, sfidai Zeus l’eterno e vinsi dopo prove sfiancanti. Simile a Ercole, per dimostrare la mia Natura vicina al monte più sacro, dovetti costringermi a innumerevoli esami. E fu smile… dopo le smagliature, lo smagliante aitantissimo e azzannante con qualche rotto dente.
Dopo che me la squagliai in spirituale ritiro, mi tira a quaglia, miei somari stirati con puzza d’aglio. Il mio naso è “lungo”…
Quindi, fu il Giorno al tiramisù. Splendente a ribaldo vostro amato, ripudiato per anni, offerto in sacrificio per “(co)stiparsi” mentre la gente “allegra” si strippava dalle risate a me coprenti appunto di derisioni. Non mi stiperete! Loro però strappa(va)no! L’ignobiltà di tal razza fu da me estirpata impagabilmente con la mia classe, anche se soffrii di fegato e c(r)ol(l)ò la bile su acciacchi all’anca. Dalla biro nacque colui che molti, del porcile d’anatre allearance, vollero evirar di tutta frettolosa mira. Ma dimenticarono che io son stato concepito dalla Madonna in quel di Betlemme, coi Re Magi a regalarmi (l)oro, incenso e proprio mirra. Io, miracolante mistico di cui tanti mistificarono il senso metafisico solo perché, durante una tentennante adolescenza mai ai miranti seni sullo “stante”, non ero molto attratto dalle donnacce e neppur dalle belle fighe altrui “attizzanti”. Voi sì ch’eravate da “piedistall(on)i”. Mai ce l’avevate stanco, macellai! Io il “figliuolo”, io sempre a coprirmi con foglie di fico per romantico sognare così come il puro sfoglia i petali delle margherite e non annusa le strisce di “riga”. Rustico o arrosto? La rosticceria preferisce ilcurry, la cinesina a mandorla fa liquirizia. Oggi, superata l’età del Cristo di un an(n)o indelebile, memorabilissimamente son a voi tornato alla vita aderente. Un po’ stropicciato… annoiato per colpa delle mie palle più e più volte logorate, schiacciate e fatte… a poltiglia, incanalate in viso senza ruga dalla beltà maestosa su ridente vostro più “innocente” invidiarmi. In culo, lo prende(s)te? Roccioso, io rido gioioso, ieri giudicato noioso ché forse, patendomi dentro in malinconie insopportabili, deperii a estemporaneo “moralizzato”, nel futuro chissà ove il Fato mi condurrà. Se al quaquaraqua o a una chiatta. Meglio il Chianti. La piantiamo? Se all’indurito, a impietrirvi d’altro stupefacente, oppure nullatenente. Sì, si prospetta dura, la scala è in salita? Adottai le visioni prospettiche. A chiocciola sarebbe più co(s)mica. Sì, non amo le “torri” per raggiunger le vette gerarchiche, m’accontento del girarmeli. In tondo e attorno allo spermatico girino, qualcuno mi torchierà e io mi plasmerò sol a tornio del Minotauro. Fregandolo col filo d’Arianna alla quale, di zucchero “filato”, infilerò la cann(ell)a, alla faccia dei gelosi mostri. In gelatina e al gelo come Jack Nicholson di Shining. Ah, il mattino ha l’oro in bocca ed è un triste figuro. Così “integerrimo”, ineccepibile, non transigente e “intransitivo” d’ottusità, falso Verbo cristiano, severo e irreprensibile nel desiderio della tranquillità domestica, mi casca questo “giusto” asino “adulto”, pedagogo di tutti tranne che di sé fregato. Perché Jack scordò il sesso, mi urò di non friginare, soffocò l’Eros e si distaccò in Thanatos, intrappolandoselo nel labirinto. Vedi, Torr(anc)e? La vita non si confà delle stolte tue regole ma come stai dopo le batoste al tuo bastonarmi?. Io viaggio col triciclo, son tosto e non puoi battermi. T’adocchio e so. Dietro quei tuoi occhietti, si nasconde l’orco cattivo. Io, Pollicino e Apollo. Anche se preferisco Balboa Rocky. Come si suo dire e c.v.d. ,tre civette facevano l’amore con la figlia del dottore, il dottore s’ammalò, tutti i pesci vennero “a galla” come la palla di pelle di pollo fatta da Apelle, il figlio di puttana. Cari polli, siete rimasti al petto. M’aspettavo più “cosce” da maschioni come voi.
Invece, io incassai, non mi spellaste ma le spelo, adesso incasso in se(n)so (a)lato.
Tieni chiuso ora il beccuccio? O vuoi (s)beccarmi in tal morbida “flagranza” del tuo franare dinanzi a me l’irrefrenabile nelle sode forme fragranti? Uovo e a voi donne. Che lievito, altro che castrato. Nessun più incastrerai. Sei tu che ce l’hai non da uccello, adesso.
Ecco la tua maniaca ossessione. N’eri oss(ess)o e t’impuntasti di chiodo fisso!
Nerone! Verde di rabbia! Sei Hulk?
Guarda come “dondola”, con le gambe ad angolo ballo il twist. E si v(ol)a di qua e di là, un popò e diamoci ancor per non poco. Voltati a me, il “duro”.
Ah ah.

Vi (rac)chiudo dunque in clausura, sono il Mon(a)co come Clint Eastwood


Trilogia del dollaroMadison County e non pacchiano da Square GardenUnforgiven e Walt Kowalski di Gran Torino. Perciò il capolavoro di Don Siegel. Tu invece sei un “topo” da Steven Seagal. Sei fermo alle idrauliche seghe, meglio le fughe…

Un’inversione a “u” e cambia la vocale di “i” senza i tuoi “puntini”. Sei sbiancato?
In fighe… bravooo…, parafrasando il Biondo.
Non so se Buono, di certo un “Wanted”.
Quindi, per solo 1 Euro e 99, ora non avete scuse né attenuanti che tengano.

Versate, pure le lacrime del (ri)morso. Me lo sono meritato?
Già, appena poco più d’un caffè. Dai, che vi costa?
Altrimenti, chi mi paga gli alimenti?
E dire che questo libro è universitario. Mamma, neanche tu, che insegni alle elementari vorresti dare a tuo figlio un Falotico? Non mi bastan i danari. Dannami! Dammela!
Tuo figlio deve crescere come me, allevalo subito. E levati la gonna.
Tuo marito non t’ha insegnato i fondamentali? Allora, prima di fiondarti sul “mio” fondente, effondiamoci (s)lavati e ignudi sopra il pavimento.
Il preliminare prevede il leccarmelo.
Ricordate, miei sporchi: per “venir” a Dio di tal sal(ir)e, bisogna innanzitutto, tutto tutto, (a)scenderlo nel fondale. Solo così si può (s)fondare!
Sì, il caffè costa meno del cappuccino, aumentato a 1 30, non vale il mio libro.
Assolutamente!

Stasera, mi reco al solito bar. Luogo poc’affollato, come piace a me.
Il barista è sempre stato gentile. Al che, ordino il cappuccino serale, ben scremato, ben “liscio”, ben con “spicchi” di cioccolatini, e spillo uno e venti.
Lui, all’improvviso, s’incazza e salta su senza ragione apparente: “Cazzo, mancano 10 centesimi! Dammeli o ti ammazzo!”.

Ecco, due anni fa guadagnavo 3 e 10 l’ora per un lavoro pseudo tale.
Che cazzo vuole questo tal dei tali? I dieci dei risparmi? No, me la taglia di accetta solo perché non accettò lo scontr(r)o.
Al che, controllo le tasche, il portafogli e non c’è traccia di “mancia”. Neanche un soldo “bucato” sbuca dalle maniche con le toppe. Una topa mi prende in giro e il suo gringo se la beve come una Peroni. Scopano ringhianti. E il colorante?

Questa è la vita. Erano meglio le lire. Infatti, su Amazon.us, viene pure a meno. E il mio libro non è in rumeno. Scrivo arabo, prometto che non sono albanese. Anche se le complanari letterarie di Antonio mi piacciono. Meglio delle piadine emiliane.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuga da Alcatraz (1979)
  2. Hamlet (1996)
  3. Babbo Bastardo (2003)

 

Se il lupo non usa le maschere, il mascara è per sinonimo di Sahara, un deserto che non mi allupa


10 Aug

Perché darsi alla macchia, quando puoi uccidere le cornacchie? Da anni, una società a me ostile prova a irregimentarmi nel bosco, ove la Notte, nel suo sospiro decadente come medioevali favole a cui m’arpiono succhiandone il nettare, mi brama e rafforza il vagito fra spettri già morti che s’“innamorano” solo delle frecce di “Cupido”, invero stupide, di “feritoie” a me poco ferine. Sì, vorrebbero infarinarmi il cervello, sciacquandomi le palle nell’Arno, eppur più abusano e più son blu, che buio, e meno mi rabboniscono. A giorni alterni, come gli umori alterati della gente a me appostata per sbranarmi, azzanno quelli con lo zaino in spalla e metto zizzania, ah le zanzare, a quelli con le “palle”, mordendoli “morbidamente” nel “saccheggio” scrotale che scheggia, veloce ma incisivo, anche di canini, e non è cauto coi loro “flauti”. Quando mi provocano, ausculto il mio Cuore che pavido fu per rispetto solo alla mia signorilità, e lo “soppeso”, pensandoci due volte, se sparar a sangue freddo. La terza “opzione” è invalidarli.  Così non ingravideranno le ragazze valide coi loro stupri.

I miei emisferi però, se troppo turbati, turbinosamente caldeggian le mie “sfere” istintive, e distruggo ogni azzardo impertinente da Tenente incattivito per troppi vilipendi, prevaricazioni, troppe gambe “divaricate” e abusi. Al che, valico ogni “recinzione” contenitiva e spacco in due i vaccari spacciatori, svaccando un po’ per eccedere di “sceneggiate” da istrione che ama l’applauso a fine “numero”. Non proprio finissimo, ma da “Vogliamo il bis. Dai, bussali ancora, senza sosta, assesta colpi secchi ed essicca quelle loro bacate cagate di porcata reiterata, tanto che desideran che più non ti tiri. Ecco, tira loro due pugni in faccia e ficcali nell’acquedotto!”. Sì, ma che dottore, lei mio pupazzo la vedo bene come soprammobile mentre sua moglie è sul materasso a molle con la movida dei neretti che, di “mobilitazioni a(r)mate”, la sollecitan di “solletico” più del lecito. Ma sì, ne vogliam parlare di quello lì?

Pensa di volar alto come il gabbiano, è solo un baggiano. Ammirate come lo “sventola” fra le sventole dei venti “caldi”. Bene, “annuvolategli” la testa, puntate di mirino e fregategli la mora, “rosandola” nel tramonto della sua caduta “libera”. Che fendente al fetente! Che felina la sua gattina…

Ricordate: sono un Uomo che ama i becchini. E voi non mi beccherete mai. Potrei essere dietro il “fondoschiena” anche quando ve le strappo. Con la delicatezza che è mio “stile” di postilla e, all’occorrenza, delle pastiglie nel “luogo” deputato delle puttane. Quali siete, cari deputati. Sì, ve lo amputo e poi lo ingoiate “a imbuto” per un video che meritò tal punizione “sgradevolissima”, offerta al visibilio d’un pubblico omaggiante il mio “Tubo”-Totò in diretta Tv, dunque nel “retto” di chi non ama le mie rettitudini (im)morali. Applauso! Voi gufate come un esemplare nel cortile della vostra “corte”, affinché io diventi goffo. Vorreste “arraffarmelo?”. Sì, donnaccia, azzuffati per quel tizio da “tufi”. Io mi tuffo in un’altra, più liquida.  Ah, che limpidezza. Che “stufa”. Ah, riscaldiamo il suo “ambiente”. Già, nel cimitero delle vostre anime io vi porgo una smorfia da Pennywise, augurandovi “Buona Notte”. I sogni d’oro son per me. Al massimo, vi darò la medaglia. Il rovescio no. Un dritto vincente sì.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  2. Carlito’s Way (1993)
  3. L’avvocato del diavolo (1997)
  4. Nightmare 4 – Il non risveglio (1988)
  5. Hamlet (1996)
  6. Il grido del gufo (1991)
  7. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

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