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Non sopporto Scamarcio, la cricca romana, Claudia Gerini la ricca e i girini di questi romanacci padrini, poco parigini


08 May

vacanze romane locandina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sì, ho visto John Wick 2.

Riconosco a Chad Stahelski un’indubbia classe elegante nell’aver filmato le scene a Roma in maniera elegantemente adrenalinica. Nonostante qualche banale svolazzo cartolinesco sul Colosseo al tramonto, all’alba, qualche inquadratura turistica al Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, detto comunemente Altare della Patria, qualche lunga ripresa notturna ai fori imperiali, Stahelski è riuscito nel difficile compito di non essere del tutto convenzionale.

Di solito, se non si è Fellini, Roma diventa cinematograficamente lo sfondo per riprese paesaggistiche al motto di… crea i tuoi viaggi su misura con Expedia e risparmia prenotando volo e hotel insieme.

Visto che posto meraviglioso? C’è anche il Papa e forza lupi!

Ah ah.

Col senno di poi, ho sminuito molte opere perfino di Paolo Sorrentino. La grande bellezza non riuscirò mai a capire se sia un capolavoro oppure un film pretenzioso, noioso, logorroico, cucinato per l’Oscar come Miglior Film Straniero puntualmente arrivato come da copione. In ogni senso, copione.

Prendete anche la locandina di Vacanze romane. Quanti luoghi comuni…

E di Fellini lo spettatore medio cosa ricorda, sostanzialmente? Anita Ekberg a poppe mezze fuori nella celeberrima, appunto, scena di lei immersa voluttuosamente nella Fontana di Trevi de La dolce vita?

Sì, Roma è poco adatta al Cinema. Può apparire paradossale, vero? Pensate allo scempio che ha combinato perfino il re di Manhattan, Woody Allen. Girando il suo film peggiore proprio nella nostra capitale, To Rome with Love. Una cagata immonda.

Sì, Woody, quando è nella sua città natale, è un dio. E New York si presta sempre comunque benissimo alla Settima Arte. Che sia Harlem, il Bronx, il sotto-borgo Hell’s Kitchen e via discorrendo, anzi, correndo per I ragazzi della 56ª strada che non mi ricordo ove sia ambientato. È Los Angeles? O un quartiere scalcagnato dei ricordi migliori del grande Coppola? No, Tulsa, Oklahoma.

Arancia meccanica è stato filmato a Londra e nelle campagne circostanti? Mah, non ha ubicazione precisa. Se io esco di casa, qui dalle mie parti, in via Zanardi e filmo in notturna i palazzi adiacenti, secondo me ne viene fuori un pamphlet distopico pure migliore.

Non scherzo, lo farò e capirete che Kubrick era un povero misantropo mezzo idiota.

Sì, tornando invece ad Allen. Oh, cazzo, tutte le altre capitali gli sono venute benissimo. A proposito di Londra, il trittico inglese da lui girato è figo.

Vicky Cristina Barcelona, invece, una stronzata ma ha filmato benissimo la città spagnola seconda solo a Madrid.

Ah, poi con Scarlett e la Cruz vengono delle spagnole con tanto di pen, no, pan di Spagna. E Bardem è un matador.

Comunque, se siete invece tipi timidi alla Owen Wilson e non toreri machi da Prosciutto, prosciutto, e al sesso preferite il surrealismo alla Salvador Dalí, a Parigi di notte vi troverete a sognare ad occhi aperti. Midnight in Paris, appunto, docet.

E anche in questo caso Allen ha filmato la Torre Eiffel e le cattedrali gotiche varie con classe, appunto, francese.

Ah, le strade.

A me piace guidare. Specie di notte quando non c’è un cazzo di nessuno e puoi girovagare come in Taxi Driver, in pura zona Fuori orario. Fermarti a un bar e berti tutta la cameriera con tanto di bionda…

Queste ti mandano in paradiso. Altro che andare ad Amsterdam, vero?

Ma non sopporto una cosa quando guido. Cioè la gente che non rispetta i segnali?

No, quando la strada è libera e trovi davanti a te un impedito che non sa guidare e va ai due all’ora.

Semmai hai fretta, devi andare presto a defecare e urinare, te la stai facendo nelle mutande e questo ti costringe a usare il clacson perché lo mandi subito a cagare in quanto non si toglie dai coglioni.

Ma ciò che non tollero davvero nella vita sono i romani.

Sono la peggiore stirpe. Una massa di ruffiani.

Sabrina Ferilli. L’unica capace di essere la co-protagonista, appunto, di un film da Oscar dopo aver fatto lo spogliarello allo scudetto della MAGGGICA ROMA con tanto di Antonello Venditti a incitare il circo di questi girotondini eccitati dinanzi a tale giunonica Anna Magnani più bona ma molto più povera a livello recitativo.

Un culo magnifico, almeno all’epoca, bellissimo come la Cappella Sistina. Niente da obiettare in merito. Sì, siamo pure obiettivi. Un lato b che non ti serve una Nikon per diventare il fotografo più ricercato sul mercato…

Ma che buzzicona. Che cafona, che ignorantona!

Lei e tutti quei compagni di scuola di Verdone, la compagnia dei ciociari e dei caciaroni, ovvero Massimo Ghini, Nancy Brilli, ovviamente Christian De Sica.

Ecco, John Wick 2.

L’apparizione di Franco Nero ci sta. Franco, seppur invecchiato, ha carisma. Tant’è vero che è sposato a Vanessa Redgrave.

Ma ne vogliamo parlare invece di Claudia Gerini?

È assolutamente imbarazzante.

Sì, dopo Gianni Boncompagni è stata con Verdone.

E vai di raccomandazioni poi a gigolò, no, gogò.

È un’attrice pessima, dunque non è un’attrice.

Poi, rimanga fra di noi, ha delle ottime gambe ma mi è parsa sempre una volgare popolana come la sua Jessica di Viaggi di nozze.

Ma non sarebbe niente a confronto del De Niro pugliese, ovvero Riccardo Scamarcio.

Ricordo che nel 2005 stavo con una tizia a Milano.

E lei andava matta per Riccardo.

Io:

– Mah, pare un vecchio già a quest’età. Senti che roba. Ha la voce impostata da Tiziano Ferro che scopa Valeria Golino.

– Guarda che Riccardo è del ’79 come te. Ed è perfino di due mesi più giovane. Tu sei nato a Settembre, lui a Novembre.

– Appunto.

 

Sì, all’epoca non era ancora uscita Giusy Ferreri, la quale è la versione femminile di Riccardo.

Sì, avete sentito che gola profonda che ha Giusy? Sembra un trans della complanare.

Invece è palermitana.

Una sicula, come i ruoli da mafioso che ora danno a Riccardo.

Sì, in John Wick 2 fa però il camorrista, cioè un Santino di nome e poco di fatto, uno della Sacra corona unita, tremenda organizzazione criminale delle Puglie, appunto, la sua regione d’origine.

Ma la sua carriera, negli ultimi anni, è costellata di personaggi appartenenti a tutta questa mafia, della ’ndrangheta. Che pappone.

Sì, Riccardo è passato dalle commedie per sceme alla Moccia da Tre metri sopra il cielo a Loro…

Se fossi stato in voi, io non avrei mai scherzato contro colui che viene lodato dal Bergoglio ogni domenica.

Il creatore?

No, io.

Ah ah.

E su questo scritto, pari al genio di Michelangelo, me ne sto ora a suonare e cantarmela come Tim Roth de La leggenda del pianista sull’oceano.

Ho detto tutto.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Chi non mi crede, è ateo?

Una volta mi dissero:

– Ehi, pagliaccio, togliti la maschera.

 

E dire che non avrei mai voluto farlo. L’unico che stimo di Roma è Sergio Leone. Infatti, Clint Eastwood è il mio regista preferito.

Ma soprattutto che ci faccio ancora in questo posto di burini, di mangia-spaghetti, di ultrà, di urlatori, di falsi puritani, in un posto che crede ancora agli iettatori, ai cornetti, un posto di cornuti, di giovani urlatori che ridono sguaiatamente e, se sei giù, ti rispondono… tromba di più?

Sapete che vi dico? Come direbbe appunto il De Sica? Ma perché non ve lo annate a pigliare tutti Inter culo? Cazzo, abbiamo pure gli juventini.

Insomma, spesso si parte in quinta solo per colpa di una cagna, di una lupa. Molto rumore per nulla!

Tragedia shakespeariana è stata ma pure il John Wick che non avreste mai immaginato.

Che cosa? Scamarcio sarà il protagonista del nuovo film di Nanni Moretti?

La nostra strada?

Va bene, addio.

 

di Stefano Falotico

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Alla gente da Zampaglione, preferisco Keanu Reeves, bello e dannato, proprio un gran guaglione


06 May

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Sì, in John Wick 2 c’è Claudia Gerini.

Claudia tradì Federico Zampaglione con un vero Tiromancino sotto banco. Lo famo strano…

Sì, questa non la sapete. Non c’è neanche negli extra del Blu-ray delle deleted scenes e dei contenuti speciali.

Ecco, la storia è questa. Claudia arrivò sul set, vide Keanu e comprese che il profumo del mosto selvatico di suo marito non poteva competere con questo marcantonio bisex che fu protagonista de I ragazzi del fiume.

Sì, suo marito combatte questo sistema deprimente con le sue canzoni che istigano al suicidio.

Canzoni da pompe funebri. Sì, ah, mettono un’allegria che neanche le musiche delle bande di paese che accompagnano il morto durante i funerali.

Sì, basta, davvero. Sono delle lagne mortali. Adatte a gente che si piange, appunto, sempre addosso.

Melodrammatica, pietistica. Gente che cerca sempre compassione e legge Niccolò Ammaniti.

Invece io, parimenti a De Niro e col mio Neo in stile Keanu Reeves, con tanto di faccia cadaverica da Dracula di Bram Stoker, sono ben consapevole che il mondo sia un enorme Matrix ma non si lotta, nascondendosi nei piagnistei.

Bisogna sfoderare la grinta da puro Johhny Utah.

Per essere persone libere nell’anima non bisogna mai credere alle tristezze dello Zampaglione.

Liberi? Una moscezza tremenda. Diciamocelo, una monnezza.

Be’, che vi devo dire, amici?

Ho un cervello pazzesco, roba che Johnny Mnemonic si caga nelle mutande.

Molte cose non sono andate bene nella mia vita. Mi arrabbiai e fu tutta una Reazione a catena.

Spesso ho pensato di farla finita ma, a proposito di libertà, a questo punto sempre meglio la ruspante Liberi Liberi di Vasco Rossi.

Eh già, sono ancora qua!

Devo forse ringraziare L’avvocato del diavolo.

Dio mi ha regalato un Gift. Sì, un dono enorme. Il genio. So che siete invidiosi…

Ah, Parenti, amici e tanti guai.

No, a differenza di John Wick, non sono il babau. Ma quale Boogeyman.

E ho smesso di abbaiare.

Adesso, voglio solo abbacinare. Se uccidete il mio “cane”, so’ cazzi vostri, però, eh. Perché come Keanu sono un solitario lupo. Molto cupo. Ah, che attrice, Ida Lupino. Miei volpini.

Ah ah.

Comunque, cari friends, buona vita a tutti. Sono più basso di Reeves ma il carisma dell’uomo cazzuto c’è tutto. C’è anche il cazzone… però…

di Stefano Falotico

Memorie del sottosopra: su Rolling Stone Italia paragonano Dostoevskij a un hater odierno, mentre io sono sempre più (pus) underground di mie stranger things


17 Oct

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Roco

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Ecco, come anche le pietre sanno, Taxi Driver è il mio film preferito. Ma non tutti sanno che il suo sceneggiatore, l’esimio Paul Schrader, oltre ad attingere a Lo straniero di Camus, all’epoca non aveva ancora conosciuto i poteri nutrizionali miracolosi della pizza al Kamut, e dunque era un pessimista contro ogni positivismo da Cinema di Muccino, e s’ispirò anche alle immortali Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij.

Invece, nelle scorse ore, sulla rivista Rolling Stone Italia, ove fino a pochi mesi fa la “direttrice” era Selvaggia Lucarelli, una buona solo a leccar l’uccello del Morgan che fu, spacciandosi per anticonformista maggiorata contro la maggioranza meno falsa di lei, è comparso un articolo abominevole, firmato da Enrico Dal Buono. Buono a che?

Ove il suo “pregevole” autore sostiene che, se Fëdor fosse nato oggi, avrebbe nutrito odi sociali da hater e probabilmente l’avrebbero sbattuto in qualche centro di disintossicazione mentale.

Parafrasando Nanni Moretti di Caro diario: ecco, penso: ma chi scrive queste cose, non è che la sera, magari prima di addormentarsi, ha un momento di rimorso?

Sai cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste: cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’sola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone: mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza.

 

Frase che Nanni rivolge a uno col macchinone mentre aspetta che si alzino le asticelle del passaggio a livello.

Sì, dovete sapere che io son stato anche considerato “socialmente pericoloso” perché, anziché, amare film come L’ultimo bacio e melense, ecumeniche, dolciastre piaggerie piccolo-borghesi, ritengo che Ghost Dog del Jarmusch sia un capolavoro.

Ma, a differenza di Moretti, considero anche Henry del McNaughton un film magnifico. Sì, sono un essere “purulento”, vero pus underground! E la gente perbenisticamente ipocrita, infatti, mi urla pussa via!

Sì, al che “zigoviaggio” nei miei strange days di un’adolescenza perduta, inutilmente inseguita e probabilmente mai avuta né goduta.

E mi ricordo che proprio non andavo d’accordo coi miei coetanei appena cominciai a prendere coscienza di come funzionavano le cose. Anche le cosce. Cioè che, “ruffiani” come Harvey Keitel, i cosiddetti papponi del magna-magna(ccia) generale, non avrebbero mai capito le mie melanconie e le avrebbero scambiate per demenza. Dandomi dell’incosciente perché lor “buoni” pensavano solo a come cuocersi un paio di femminili cosciotte. Ah, povero il mio Don Chisciotte!

Sapete, all’epoca, non c’era Internet e non potevi esternare i tuoi pensieri, trovare gente con la quale instaurare empatie e sintonie emozionali, e quindi mi chiusi parecchio. Stagnando in una zona angosciatamente “morta”, in cui languii nel mutismo, semmai sognando una donna pura come Winona Ryder prima che diventasse la zitella di Stranger Things. Quella che ti scopi tu, cinquantenne pesantissimo.

Appena cominciai a svelarmi, dopo che al servizio civile mi fecero ascoltare Lou Reed e i cantanti maledetti, compresi che indubbiamente ero stato coglionato. Mi ribellai ma venni nuovamente preso per coglione, più che maudit, inaudito.

Be’, so che oggi mi piacerebbe “rosolare” una donna castana, baciandola come se stessi sgranocchiando una castagna. Ma sarò ancora sfigatissimo. Faremo un figlio e io lo porterò a Castagneto Carducci.

Ma lui morirà per un male incurabile.

E io, travolto dal dolore, scriverò un capolavoro di mio pianto antico:

 

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor
.

 

Ecco, a distanza e a fronte di tutto, Taxi Driver rimane il mio film preferito.

Sapete, da piccolo avevo un sogno. Ora ve lo confido.

Sognavo di svegliarmi a tarda notte, di mettere in una busta della spesa delle cibarie appetitose, di aprire la porta di casa senza far rumore, quatto quatto di scendere le scale e di portare la cena al diavolo.

Sì, già all’epoca ero “schizofrenico” come Mick Jagger e adoravo Sympathy for the Devil…

Anche perché accendo la radio e son passate due canzoni davvero “belle”.


Sì, Francesco Sarcina, un sorcino. Parla sempre di orgasmi per commesse frustrate e di lenzuola sporche per ebefrenici maniaci di tettine.

E Zampaglione. Uno che, se sei triste, t’istiga al suicidio con le sue rotture di palle.

Poi dici che uno non deve essere una persona “negativa”.

Ecco, dovremmo chiudere le radio italiane e continuare ad ascoltare quel “rozzo, ignorante, cafone, incolto, burino, bovaro” di Bruce Springsteen. Radio Nowhere!

 

 

di Stefano Falotico

I miei primi 39 anni e non sentirli: nella vita si sente solo una volta il grande amore, per fortuna


04 Sep

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Sì, pare incredibile, vero? Trentanove anni che, se mi sbarbo, pettino con cura, e sono in ottima forma psicofisica, ne dimostro al massimo una trentina. No, non voglio vantarmi del mio esser mantenuto bene, ma lo specchio dice questo. E anche i vostri sguardi, spesso malignamente indagatori, non possono mentirvi. Dovete attestare, con ineludibile sincerità da amici leali, senza che fingiate o, appunto, cattivelli e invidiosi, mi scherniate per sfregio cattivo, che il mio viso conserva un altrettanto invidiabile angelicità da lasciare esterrefatti. Sì, mi osservate con scrupolosa attenzione e, in maniera inversamente proporzionale al Nic Cage di 8mm, il quale guardava uno snuff movie con far spaventosamente incredulo, pur essendo un investigatore e dunque doveva essere avvezzo alle più pornografiche e assassine sconcezze, rimanete senza parole, stupiti dalla mia stupefacente, eterna, imbattibile giovinezza.

Sì, io sono giovanissimo dentro, quindi anche il mio aspetto ne giova. I vostri lineamenti invece, da quarantenni oramai marci, imputriditi, corrotti, stanchi e avviliti, stanno crollando in mille pezzi, come quando si subisce un devastante trauma.

Oh, io di traumi ne patii parecchi e ancora ne patirò. Ne sono conscio. Come quando sono in giro e vengo folgorato da una ragazza bellissima. E in tre secondi netti ella m’annienta, insufflandomi sentimenti candidamente erotici. Vorrei squagliarmi in lei, annusare ogni sua cardiaca leggerezza, infuocarmi fra le sue gambe per respirarle addosso tutto il mio furioso e al contempo umanissimo sentimento armonioso. Sì, vi sono donne che inducono ogni uomo a pensieri bradi, luciferini ma anche all’unisono perfettamente incontaminati.

Ma questo non è amore. Molte persone sposate, ad esempio, s’illudono di essere innamorate l’una dell’altra. È una balla che si raccontano perché son state rincoglionite da troppe canzoni di Ed Sheeran. Ah ah.

L’amore vero, intangibilmente maestoso, irraggiungibile e immensamente poderoso si prova soltanto una sola volta nella vita. Sì, poi ci può essere la puberale voglia capricciosa di copulare selvaggiamente, l’illusione di aver trovato l’anima gemella, alla quale confidarsi, con cui entrare in empatia e, leggiadri, cavalcare idiozie romantiche degne dei libri smancerosi più imbarazzanti.

Si può stare bene assieme una persona, questo sì, certamente, aspettare il tramonto dopo una cenetta deliziosa per attendere l’attimo furibondo di un amplesso dapprima cauto e poi montante… Ah ah.

Sì, al lume di candela, aspergere la propria cera nel bruciarsi coagulati di fiamme passionali degne dell’inferno più bestiale. Liberando ogni freno inibitorio e accoppiandosi come scimmie contente di esserlo.

Ci può essere complicità, robustissimo e indissolubile affetto, perfino telepatia emotiva. Squillante nostalgia dell’altro quando è assente per lavoro e necessiteremmo invece di una sana scopata scacciapensieri, per smaltire lo stress di una vita puttana. Ah ah.

Ma questo non è amore.

Io fui, anni or sono, immemorabilmente lontani eppur così vicini tanto che qui ora esattissimamente li rammemoro, innamorato di una ragazza.

Già ve lo dissi, ma forse delle mie pene d’amor perdute non ve ne sbatte un cazzo. E invece dovreste sbattervene… Ah ah.

Sì, lei si chiamava Tiziana. Sarà per questo che, ancora oggi, le donne col nome Tiziana hanno su di me un ascendente strepitoso. Penso a Tiziana Lodato de L’uomo delle stelle, una delle mie grandi fighe, no, fisse dell’adolescenza, una figa primitiva e terragna a cui però prostrarsi, genuflesso di fronte a quel seno enorme. Da suggere con inferocito mordente, sì, da morsicare, da leccare, succhiare avidamente, per poi penetrarla con tutto l’ardore ciclopico di uno scalmanato monello.

Penso a quella cosciona di Tiziana Panella, donna dalla voce terribile che la strega di Biancaneve le fa un baffo, forse solo pelo contro pelo se la strega fosse stata lesbica. Sì, diciamocela, quella strega lì abitava a Lesbo. Non riusciva a scoparsi Biancaneve e allora, così tristemente respinta, architettò contro la poveretta un piano omicida. Ma lo prese in culo come neanche Rupert Everett. Non ho mai capito se Rupert è attivo o passivo ma in Dellamorte Dellamore, quando si fa sormontare da quella tettona di Anna Falchi, ho avuto parecchi dubbi su tutto. Anna, Susanna, no, meglio Tiziana.

Tiziana era bionda e facemmo le scuole medie assieme. Anche se io già all’epoca ero voglioso di superare tutte le tappe, per tappezzarla di “alloro”, per laurearmi lordo, no, con lode nella sua bionda delicatezza.

Sì, mi ricordo che studiavo come un dannato solo per fare bella figura davanti a lei. Per apparire ai suoi occhi come l’incorruttibile Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre. Sì, studiavo a menadito Storia, Geografia, Algebra, ma volevo primeggiare con lei in Educazione Fisica.

Invero, che mi crediate o meno, non ero mosso da nessun pensiero peccaminoso nei suoi riguardi. Appunto, era amore purissimo. L’adoravo, e oggi dovrebbe ringraziarmi se è diventata una delle ingegnere più richieste della regione Emilia-Romagna. Mi ricordo che i suoi genitori volevano indirizzarla al Classico, io le feci il lavaggio del cervello e pressoché la costrinsi, col solo potere persuasivo del mio subliminale carisma, a iscriversi a Geometra. Sì, non era portata per le versioni di Latino e Grego, sapeva disegnare benissimo, aveva il massimo in Tecnica e tecnicamente, detta come va detta, con lei volevo dipingere, sopra la sua pelle bianchissima e lentigginosa, degli ansimanti poemi orgasmici. Degli affreschi!

No, ripeto, più volte un mio amico all’epoca mi chiese se sognavo di scoparla. E gli risposi che semplicemente l’amavo, e la scopata non era una mia priorità.

Sì, già allora ero un coglione raffinatissimo, di pregiata e sensibilissima qualità. Ah ah.

Lei ora si è sposata col mio amico delle elementari. Pierre… sì, di tale Pierre fino a qualche anno fa avevo perso ogni memoria. Invece, le PR in minigonna non le scordo facilmente.

Fu lui a rintracciarmi su Facebook. Sì, mi chiese l’amicizia.

– Stefano, che fai? Non accetti?

– Non accetto mai proposte di amicizia dagli sconosciuti.

– Ah, perché io sarei uno sconosciuto? Ti dà di volta il cervello? Sono Pierre, sedevamo allo stesso banco assieme a Marco.

– Il banco di che?

– Ah, ma sei uno smemorato pazzesco. Non ricordi proprio un cazzo di niente. Sono Pierre, il tuo migliore amico dell’infanzia assieme a Marco.

 

E va be’. Pierre, comunque, ora mi ha tolto l’amicizia. In chat gli ho confidato che Tiziana, la sua attuale moglie, mi piace ancora. E sarei prontissimo a rovinare tutto pur di averla.

Lui, risentitosi, mi ha bloccato.

Pierre… cosa ci ha trovato Tiziana in Pierre? Sarà il nome che stimola amore alla francese…

Sì, tutta colpa di Pierre e di quell’altro cazzone del Robespierre se oggi non credo più all’amore. Robespierre fu ghigliottinato, Pierre invece mi ha castrato ogni sogno rivoluzionario.

Tiziana rimane molto bella. La versione assolutamente non troia di Kelly Reilly. Eh sì, Kelly Reilly ha una faccia da troia che è raro trovarne. In Flight infatti si sceglie il negrone Washington, in True Detective 2 quel pezzo di manzo “psycho” di Vince Vaughn, un malavitoso riccone che la usa a mo’ di Barbie, e le regala gioielli e vestitini.

In Yellowstone è una cavallona! Forza, cowboy, giù di cowgirl. Via di pecorina, mandriani, imbufalitevi con questa Kelly. Una che con quelle labbra a muso di gallina si capisce benissimo che di stalloni è esperta. Pompini a gogo.

Sì, bella è bella, Kelly, ma è una zoccola mai vista. Dai su, che ti dice la faccia?

Una delle più grandi zoccole comunque, che potrebbe entrare in competizione con Kelly, è quell’altra biondona prosciugatissima, Deborah Kara Unger. Highlander 3, Crash e vai di nudi esagerati.

Sì, la vidi dal vivo a Venezia quando quel decerebrato del figlio di Sofia Loren presentò l’impresentabile Cuori estranei.

I fan era lì ad aspettarla, lei entrò in macchina e rise loro in faccia, pigliandoli per poveracci. Come dire. E io sto a pensare a voi, con la faccia da zoccola che mi ritrovo?

Sì, il mondo fa veramente schifo.

È per questo che il vero amore è solo uno. Quello purissimo di quando si è purissimi.

Il resto è una troiata. Fidatevi.

Pensate che non sono attratto sessualmente dalle donne orientali, a differenza di John Lennon, ma vorrei un bambino cinesino. Mi sa che praticherò l’inseminazione artificiale. E ne verrà un incrocio fra Brandon Lee e Keanu Reeves.

– Guarda, Stefano, che Keanu Reeves è canadese ed è nato a Beirut, libanese totale.

–  Ah sì? Questo è un cinese doc. Guarda qui. Se non è cinese questo, Mao Tse-tung era irlandese.

– Tu invece sei un bastardino. Non si capisce se tu sia bolognese, terrone, nordico, vichingo o eschimese.

– Sono un pechinese. Sì, più una donna si china e più amo con lei il kamasutra di Pechino.

– Non so, sai, se il kamasutra sia nato lì. Non è che è nato a Tokyo?

– Ovunque sia nato, basta che spinga…

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Ricordate: un tipo alla Reeves corteggia una donna keanu keanu e poi, speed, è incazzato come John Wick.

Soffermiamoci, per un momento, sul verbo incazzarsi. È riflessivo? Mica tanto…

E su questa stronza(ta) vi auguro amore tutta la vita.Kelly+Reilly+Premiere+Paramount+Pictures+Flight+3b6u4fX0dqsl

di Stefano Falotico

Lezioni di maschilismo parte sesta: Matrix in 4K UHD, il seno di Carrie-Anne Moss non è da sesta, è scarsino ma aveva delle natiche da infartino


11 Jun

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Eh sì, basta! È ora di dire la verità. È uscito Matrix in 4K UHD, cazzo, roba da stimolare dialoghi da American Psycho subito:

– Ehi, Patrick Bateman, l’hai comprato, imperdibile?

– Sì, cazzo fratello clandestino del Congo, prima che Salvini ti rispedisca dalla tua tribù, accattalo, sì, sono un edonista-razzista di merda, devi averlo anche tu. Io ho appena ordinato la versione iper-deluxe in definizione High Dynamic Range! Con tanto di cellofanatura ermetica contro ogni granello di polvere.

– C’è il Dolby Surround?

– E tu che cazzo ne sai, negro, dell’audio multicanale, da voi non c’è neanche la tv via cavo.

– Stronzo, ti faccio vedere io i sorci verdi. Diverrò come George ‘Buck’ Flower di They Live. Dalle stalle alle stelle. E mi comprerò pure io un Rolex d’oro in telecomunicazione con gli alieni!

– Intanto, prendi questo!

 

Ora, secondo me bisogna bilanciare l’edonismo con la moderatezza di un vivere corretto. Che non significa disdegnare il nostro aspetto fisico, ma neppure modellarlo a mo’ di manichini. Che poi non riuscite neanche a fare un sorriso sincero che vi casca la pelle troppo muscolosamente tirata.

Ed è per questo che, dopo anni in cui sono andato vergognosamente in giro con un orologio da uovo di Pasqua, mi son comprato un Sector. Pezzo il cui prezzo è di 100 Euro. Ci sta. Non dà nell’occhio ma fa colpo.

Se una donna si avvicina a me e mi chiede di conoscermi, io le rispondo:

– Sono l’agente Falotic’, Stefan Falotic’ che combatte la SPECTRE. Ti farò diventare una diva. Vorrei espettorare con te da vero ispettore dell’ardore.

 

Lei mi scambia per Phil Spector e mi manda a fare in culo.

 

A parte gli scherzi, Carrie-Anne Moss adesso è diventata una zitellona ma all’epoca aveva un culo in latex che te lo stirava in modo “lucido”.

Nei seguiti c’è la Bellucci.

Avete mai fatto un sogno che vi sembrava reale?

– Sì, la prima volta che ho visto Monica Bellucci me la son tirata… e, finché è durata, mi sembrava di sognare.

Ah ah.

 

Comunque sia, uomini Reeves, andateci chianu chianu, come dicono in meridione, che significa piano piano, con una donna esigente e paracula come la Moss. Quella, a prima vista, appena fa una moss’, appunto, te lo squaglia subito e rende cremoso come una mousse, ma fa troppe mossette.  È una che ti chiederà la villa a Beverly Hills, altrimenti ti darà solo calci volanti nelle palle.

 

Fidatevi, cazzoni.

 

di Stefano Falotico

Ma come vi siete ridotti? Parla il “povero” Diavolo che alle volte è anche Keanu Reeves


27 Mar

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Mah, a dire il vero più che John Wick sono uno alla Nebraska di Sprinsteen, un Johnny 99 con la faccia del Depp. E a volte assomiglio a quello che sta nella mangiatoia, sì, a Giusepp’.

Ecco, ero in macchina, e ho visto un cartellone della pubblicità dell’amarena. C’era scritto… regalatevi delle zoccole pienotte, no, delle zeppole ripiene.

Ah ah.

Non so se avete letto Un’altra notte di cazzate in questo schifo di città. Da cui Being Flynn.

Circostanze oppure il circo in una stanza. Circumstances…

Sì, che vi piaccia o meno, il mondo è sempre stato così e allora tutto quello che avevamo imparato, l’onestà morale, l’elevazione della coscienza, il valore della poesia, la benevolenza, l’accordare fiducia al prossimo, l’elargirgli la tua sapienza, “travasare” il tuo scibile non a fini maieutici ma semplicemente per spiegare la vita a chi non la capisce, ecco, scopri che è stata solo un’immonda puttanata. Ma quel che turba non è che la vita non venga intesa dai giovani, apogeo di cianfrusaglie mentali, di guazzabugli emotivi spesso ingestibili, di contradditorie euforie, di picchi malinconici perfino manicomiali, di pose e menzogne, d’impudicizie sanissime e trasgressioni al pudore. No, questo non m’infastidisce, è normale, ed è invece anormale il moralismo imperante ove il concetto stesso di moralismo viene frainteso da chi poi usa questa parola a uso e consumo dei suoi diletti, dei suoi sconci, sì lo sono, punto il dito, è un j’accuse, ah ah, sconci letti. Che si acconcino! Sì, aveva ragione Pacino. Cos’è quella permanente su Charlize Theron? È bello avere ragione! Per moralismo intendo quell’atteggiamento punitivo, castigante, proveniente da quelle abominevoli bocche crasse e pasciute che, oramai dando tutto per assodato, avendo appurato, spesso in vite comunque impure, ogni certezza, si scagliano contro le giovani coscienze con una malizia impressionante, scioccante, con un’accidia disgustosa, un risentimento, un disprezzo e un odio incommensurabili. Ce l’hanno con gli impiegati, s’impiegassero a impiegarsi in qualcosa loro di pieghevole. Ah ah. Sì, devono sedersi e invece ragionano di stereotipie perché secondo il lor modo d’intendere un impiegato… ecco l’intendono come un tipo impacciato, sfigato, imbranato, fantozziano, timido, servile, rinnegatore delle proprie gioie, un ripudiatore delle “cose belle”. Ma poi scopriamo che i pagliacci sono loro, tromboni, pieni di manie sessuali, sempre con la battutina più lercia in bocca, a denigrare tutti e tutto, ad attaccare i deboli, i diversi, gli “handicappati”, i neri, gli omosessuali e chiunque non corrisponda, non combaci con la loro visione asettica, fredda e giudicante, morbosa e pestilenziale. Oramai bollita, rincoglionita, stronza e miserabile. Via, ballare! Metto su io la musica, ficchiamo, sì, un pezzo dei Clash!

No, non capiscono, figli di una generazione il cui massimo interesse, avendo smarrito ogni sogno, dopo averlo falsamente glorificato in falsi movimenti sessantottini e poi bruciato nel borghesismo più riprovevole, è la partita di Calcio fra l’Italia e l’Inghilterra. Sì, il picco delle loro noie e bugie, inganni e auto-prese per il culo, il loro conformismo ripugnante e ottuso, è il Calcio, parlare di miliardari che giocano con le “palle”. Che poi non sarebbe neanche male esaltare il gioco, ma il Calcio di oggi non è un gioco, è un giro di affari, di calciatori viziati che mettono il cuoricino alle pornostar, di bambocci che alla classica domanda… come avete giocato… rispondono… miglioreremo, ci stiamo allenando, ci stiamo lavorando, comunque abbiamo fatto una buona gara, sì, eravamo in svantaggio ma poi ci siam messi sotto e abbiamo raggiunto il pareggio, potevamo anche vincere, le occasioni non sono mancate, sì, vorrei dedicare questo punto importante a Fabrizio Frizzi, sì, un uomo sempre col sorriso che stemperava tutto. Un grande uomo.

Magari un calciatore dicesse solo questo… sarebbe un “mediano”. Invece è un terzino delle banalità.

Applauso di prassi in studio, lo spettatore dinanzi a questa frase di circostanza si commuove e poi mangia du’ spaghi con le cozze, ché son la morte loro! Sua! Suine! Ah ah.

Con un po’ di prezzemolo, è buuuooono?

Mah sì, vi ricordate la scena dell’Avvocato del diavolo? Quando Al Pacino alza la tovaglia e la donna accanto a lui si china e combina sotto sotto… qualcosa di “succhiante?”. Ah ah. Sì, la vita, in fondo in fondo, è una pompa… che vi spompate a fare? La gente non vuol sentire eppur ci dà. Sì sì. Ah ah.

Ma no?! Non si può ridurre la vita a un pompino. Infatti, perché non darsi alla totalità di un amore focoso tanto che devono chiamare i pompieri?

di Stefano Falotico

La vita va presa a (s)picchi, senza essere spocchiosi, anche se qualcuno vorrà picchiarti, vedrai che spacch(era)i


12 Oct
THE DEVIL'S ADVOCATE, Keanu Reeves, Al Pacino, 1997, (c)Warner Bros.

THE DEVIL’S ADVOCATE, Keanu Reeves, Al Pacino, 1997, (c)Warner Bros.

 

Eh sì, L’avvocato del diavolo, un film che alla sua uscita mi piacque abbastanza ma che, col tempo, ho imparato a rivalutare in peggio. Abbastanza pacchiano, un film che non sa che strada prendere, indeciso fra l’horror metafisico filosofeggiante, un remake sui generis di Rosemary’s Baby, uno star vehicle per un Pacino sopra le righe ma scatenato e pungente, una superficiale parabola esistenziale, un’analisi della società di fine scorso millennio, un trampolino di lancio per la Theron, un pastrocchio, a volte di cattivo, smisurato gusto tra farsa, dramma e anche eccentrica commedia nera. Insomma, un film mediocre, con qualche lampo di genialità, pochi a dire il vero, e sostenuto qua e là da dialoghi brillanti, come quando Milton/Pacino dice all’avvocato di Keanu Reeves… Un po’ meno spocchia, figliolo, anche se sei bravo, non se ne devono accorgere che arrivi, sarebbe una gaffe, amico mio. Devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… Guarda me: sottovalutato dal giorno della nascita. Tu non mi crederesti mai un padrone dell’universo, non è vero?

Ecco, queste frasi, lapidarie e ciniche, riassumono la storia della mia vita, ah ah, e qui sono Pacino. Sì, un personaggio anomalo questo qui presente-assente-non monoteista deficiente Falotico, possedente forse più di una normale testa, che vaga per la città “alla rinfusa”, in cerca talora di gatte che voglian le fusa del mio fus(t)o, scrittore di razza pregiata, avercene… un uomo che, a colazione, mangia pizzetta su cappuccino bollente, un abbinamento quantomeno strano, come la mia vita al di là di ogni possibile etic(hett)a.

Se sei una merda, ti attaccano, se sei un genio, t’invidiano a morte. Se stai a metà strada, ti metton sotto le macchine. Ah ah.

D’altronde, chi non conosce la canzone…

Se lavori, ti tirano le pietre.

Non fai niente e ti tirano le pietre.

Qualunque cosa fai, capire tu non puoi

se è bene o male quello che tu fai.

Tu sei bello e ti tirano le pietre. Tu sei brutto e ti tirano le pietre.

E il giorno che vorrai difenderti vedrai

che tante pietre in faccia prenderai!

 

 

In buona sostanza, chi non ti vuole bene, andasse a fanculo. Vorrà dartene tante ma, tu, accontentati della sua amante che, quando lui non lo sa, tanta… te “la” dà. Ah ah!!!

di Stefano Falotico

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John Carpenter ama John Wick


26 Aug

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Esi(s)to, eppur contro gl’idioti insisto, in mo(n)do inusitato, quindi a essi starnutisco

Non mi cagan di striscio e perciò io, dopo essermelo allisciato, un po’ vi piscio, sorvolando pause d’intermittenza evacuante ché lo svago è svuotarselo.

Su questa mia trivialità, affermo la mia (non) volontà. Incipiente di perversioni sane, non rinsavisco, gemo e “poltrisco”, nel far risorger Dio Carpenter in gloria, perché siamo s(c)emi della foll(i)e “fobici” di They Live, color non di animo colorato che, in doppiopetto, con quelle “occhiate” nere ci redarguiscono. Tuffiamoci in c(l)oro!

Rivendico la virtù illibata dei nerd più al(a)ti, quelli a cui puzza l’al(i)to e aman “toccarsi”… nei pun(i)ti “bassi”. Contrabasso, meglio delle sviolinate e dell’amor così “menato” per l’a(r)ia, ah ah, la donna vuol godere e (pre)tende all’uomo “colto” di sapere, eppur non sa(le), sempre troppo zucchero in tal vis(i)one da zucca vuota. Questa è la “mi(n)a” dell’amor proprio, farsi i cazzi miei, ché tutti sanno che n’ho più di un(t)o.

Fine della storia, non ci sarà happy ending ma solo un’inculata a Teddy.

Stammi bene, ché “verran” i giorni di “pene”.

Non ammazzar il cane, ecco la carne. E tu, tu, non farti le canne. Beccati questo colpo in canna.

di Stefano Falotico

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Chi è Keanu Reeves/John Wick?


10 Mar

John WickMolti cinefili obiettano su Keanu Reeves, invece io li smentisco. Possiede un fascino da idiota robotico che sa di ieratico carismatico. Questo non si discute.

Keanu Reeves, un “cinese” Tai Chi


14 Jun

Sono un fan di Keanu Reeves perché ha lo Sguardo sapor mediorientale da dita medie contro i carnali alla Nannini, in questo sta il suo fottersene con la fisarmonica in mezzo alle “labbra” del suonarsela e cantar di “golosità” da Berta filava su Gianna, Gianna e zanna, evviva Rino Gaetano!

Eh già. Se rapini le banche, ti fan nero perché non hai avuto una bianca a letto di cassaforte. (Fur)fan(te) di costui!

Le ragioni del materialismo odierno sono da far risalire a Keanu Reeves, redivivo dopo tanto eremitar’ ché la vita non è un piatto di pastasciutta fra loschi damerini e cretine per tenerlo asciutto fra i prosciutti, come gli altri macellai

Sono sempre stato un patito (con tanto di mascella mandibolare e zigomo tagliente orientale) del Keanu Reeves, un attore che fa schif’ di recitazione ma comunque sia è un bel dannato, di “bono” d’annata!

Non sono omosessuale, non sono un intellettuale sodomita alla Moretti Nanni con la Ferrari Isabelli nella “Porsche” dell’inculata micidiale d’amator’ rospone del Caos calmo bollente, ma un deficiente con allure di barbetta filosofica e physique del rollarmele in calor’ su una baita. Point Break.

Molte scassano le palle, le casalinghe di lavastoviglie, e il punto di rottura strappa i jeans sdruciti nel selvaggio sgusciarle fra maree incalzanti dopo i calzoni nell’onda su onda da mercoledì da leoni e anomalia del detersivo.

Sono il volpone di mare,  miei Andrea Robacto, e ogni lupacchiotta baywatch io spalmo col “lucido” da tavola delsurfista per la cavalcata più grande e tutto “affogato” in salsedine liscia come l’olio.

In spiaggia, le bagnanti si bagnan di più ché bagnino inumidisco la “sommersione”, fra amplessi in apnea e frasi buttate “lì” da poeta “lumacone” come le conchiglie della mia piovra “sanguisuga e succhia succhia fra i granelli e lo sgranarlo per altri giri di bo(i)a”.

Le abbordo, sul pedalò le porto al largo, quindi le “scarrozzo” in crociera e, a babordo, sbavando lor di brutto, soffocano le frustrazioni dell’Inverno nel leccarmi lo “steccarlo” in tanto cioccolato bianco.

Ah, il ghiacciolo si scalda e la granita è un po’ al limone e poi ne pesca altre per amarene al mio duro da cocomero.

Sì, sono come Keanu Reeves, Johnny Utah. Rischiò d’annegare m’adesso nuota e sfiata fra tante “palmate”. Ah, che polmonare, che respirazione bocca-bocca.

Ah, palpo con far da polipo e tutte spolpo, suggo i pompelmi freschi nel frappè al Gatorade rude, energizzante che “vitalizza” l’adrenalina come un salto dentro il “vuoto”.

Ah, mi lancio senza paracadute, cadrò come Icaro o le brucerò nella torrida stagione da cowgirl nella Monument Valley? Torridi e “issati” a “roccioso?”. Il nuovo sessoL’ultima volta che mi son suicidato!

Ah, fra quegli stagni, Keanu è come me.

Lui, nato nella capitale del Libano, dannato e bello, ripetiamolo ché ne va del suo, tutte le illibate, su occhi neri ambigui da piccolo Buddha, sbuccia, fingendosi un asceta “eunuco” da Bertolucci.

Invero, è un cazzone più del Brando di Ultimo tango. C’è dell’ardente tè nel deserto quando Reeves sfodera il capello sciolto su espressione come il legno d’ebano. E sorseggia dai capezzoli più procaci, usando la “zazzera” a mo’ di Via col vento.

Sì, Keanu è uno specialista della sua faccia da culo. Ah, battete le fiacche, lui va di fiancate, lascia il segno alla carrozzeria da futurista fra le cubiste.

Le donne pendon da questa sorta di “culatone” ma egli non si dichiara né bisex né trans ma solo finto “monaco” su allusioni della “sordina”. Egli allude di “monosillabo” e, nel labiale, la dice tutta.
Tutte crollano anche se non ha nulla da dire come “interprete”. A quelle, fidatevi, interessa solo il profumo del suomosto selvatico.
Straccia-(Nu)tella nella libidine del dolce Novembre. Con la Theron Charlize che gli diventa un “torroncin’”, poi s’allena d’altro “hardball” per “bollarne” nuove di reazione a catena.

Egli “spinge” di speed-y quando è furioso di sua notte che non aspetta, quindi urla “Ti amerò fino ad ammazzarti” anche se già, di Giudizio universal’ (Pictures?), l’avvocato del diavolo dà l’ultimatum alla Terra.

Oggi, costui è anche regista.

Secondo me, la vita è come la faccia di cazzo di Keanu Reeves piazzata là. Va preso/a così.
Senza darle peso. Altrimenti, pretenderà il rimborso oltre alle borse(lle) sulle occhiaie. Non badate a spese, soppesate e il bilanciere garantirà un equilibrio (gin)tonico.

Da “cineasta” improvvis(at)o per ragazzi a canaste con pochi “canestri” di ciambelle col “buco”, Keanu è come Falotico.
Irride spensierato questo Mondo vanesio che brinda sul di-v-ano, con frasi mozzicate a esibizionismi Facebook per il “visagismo” dei rimpianti “riconciliati” in tal circo di orridi porcellini col salvadanaio del pisciatoio “parato” e di tanto sparlar dietro, “gustando” fondoschiena da sciatori dello “sla(lo)m” gigante fra una bugia ove tira, opportunista, il vento per la “battuta vincente” dello slurp “dritto-rovescio” di “colpo grosso”, una a cui far lo “struscio” da “droghieri” compiacenti (eh sì, sono delle “eroine” da lodar e di “tutto” salsicciar’ fra un sandwich e l’altro, più spruzzar di peperonata se la pietanza è insipida e “timida”, restia al “resistente” del burroso speck all’arrabbiata sulle fette biscottate di panzerotto, ben “farcita” da uomo “special’”), di piedini, un po’ da capre e un po’ ancor adoranti il balconcino “contemplativo” fra una Debora… con l’h finale del treno perso nel binario straziante, “strozzato” e naufragato-sgolante per il paio di collant dell’insudiciata da “Guinness” luppolo dei “primati”, e una Caprioglio per il famelico e adirato scatenarsi di “pazzie” erotiche, come una grande abbuffata di frutta ammuffita e non più pomposa delle lavand(ai)e che conoscevano il turco napoletano totoiano al fine, finissimo, della stiratura da “telaio” del gran porcaio tenuto “gelato”, eh già, leccando la cremosità va la lingua ch’è una “delicatezza”, fra panni sporchi e il Mondo è “paesana” puzzona di presenza (o)scenica.

Mica scemine qualsiasi, sanno cosa vogliono. Quello, e deve pagarle di mantenimento, previo Viagra a rafforzar la reputazione. Intoccabili, le toccane e loro abboccano. Tanto, sanno che, prendendolo, il conto in tasca andrà ingrassandole anche di chiatte, non solo di yacht. Queste son solo che delle mignotte.

Slacciate loro i bottoni, che bottane e, se borbotteranno, altre bottarelle.

Ecco la bustarella!

Donna che, di Savoiardi, se n’“inzuppa” e poi tifa Balotelli di “negro super… dotato” anche da Pelé osannato su “trombette” da onorevoli tromboni. Quanta pella al lardo. Tutti “imboccati” dalle tettone della Lucarelli che, fra una lettura del “gobbo” e un Siffredi Rocco, sempre sempre più “ricca”… “viene”. L’uomo medio, dinanzi a “codesta” gallina da coccodè nel far il verso ai cocchi su sue, appunto, grosse albicocche, sciocco pen(d)e “gigantesco”. Palpabile nell’etere virtuale del masturbatore sintonizzato (c)anale. Eh sì, celebrano ancora Canalis Elisabetta, troietta molto stregona per lo “Strudel” del tuo “menestrello” da depressivo minestrone con l’imbuto a mo’ di lavastoviglie nel “vagliarla” con “post-fenomenale” foto-(igi, è non è la CIGL)enica ben “impostata” di “adorazione”happinessTodd Solondz vi conosce, cari stronzi. E tratta anche i nerd da merde.

Il primo spermatozoo-logico è lui digitale.

E vi spernacchia, mie cornacchie. Ove va la “pompa”, io vi cago in testa e “(idr)aulicamente” poetizzo tal veritiera “ipotesi” interrogante di mia arroganza da Sgarbi “innaffiante” l’ignorante: se due più due fa quattro, perché tu te ne fai cinque in un sol boccone e, “fra l’altro”, te ne cucini di polli? Sei frocio? Ah no, sei una che ama le lesbiche se il tuo amante non è un “dritto”.

Sei arrostita? Dunque talmente essiccata che il “rossetto” sta “sbavando?”.

Sì, sono Keanu Reeves. Chiamami se hai bisogno che te lo piazzi secco, “idromassaggio”, potenzialmente effervescente a bollire i deficienti.

Se ti sto antipatico, contatta la Croce Rossa, “divamperà” più a luci rosse nel tuo spaccartelo sanguigno.

Buona serata.

Vedi di ficcartela.

Anche alla sua carriera a puttane è andata!

Appunto!

Festa per tutti e orbi di aerobica.

Keanu in forma sta, bolso è oggi un orso.

Reeves Christopher è meglio, a prescindere dalla carrozzella da chi prese troppo presto il volo ma, al galoppo, si ruppe il capocollo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Man of Tai Chi (2013)
    Eh sì, il nostro Keanu è davvero un Genius coi fiocchi e la “libidine” di Jerry Calà.

    Se Sean Penn optò, col suo esordio, per una storia che più tragica non poteva (Lupo solitario docet), Se Johnny Depp fu brave (non tanto bravo) col suo snuff movie in formato sformatissimo d’un Brando superpanzon’, Keanu approda alla prima regia (speriamo l’ultima), sbattendosene del tema “impegnato”.

    Keanu sa, come da play a “teorema”, che sex symbol sempre sarà anche se, in ‘sta storiaccia qua, ficca un cinesin’ Cin Ciun Lin molto rincitrullito su suo “camoscio” da kimono d’oro.

    Grande Keanu. E ricordate, a proposito del suo sessapiglio andamento lento alla Tullio De Piscopo, Keanu chian’ chian’ (tradotto italianalmente in “Piano piano”) tutte quant’ infila dentr’ di “sc(i)upamento”.

    Anche se abbiam notato dalla sua “Prima”, un certo anomalo doppio mento.

    Il che pregiudicherà, un “popò”, i suoi “ricevimenti”.

    Applauso!

  2. 47 Ronin (2012)
    Mah. Kuroswa non ci sta.
  3. The Lone Ranger (2013)
    Depp è uguale a Keanu. Somiglianza di attori agli antipodi nonostante i lineamenti civilmente omologati al cinemucolo americano.

Genius-Pop

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