Questa data, 11 Settembre, è stampata, anzi stampigliata nella memoria di noi occidentali.
Sì, io sono occidentale a meno che Bologna, da domani, non venga ascritta al Giappone in un trasferimento extra-geografico che sarebbe terremotante. Sì, impiantare Bologna in Oriente, provocherebbe un forte smottamento tettonico.
E alzerebbe un tonitruante rumore talmente potente da ricordare quello del crollo delle Torri Gemelle. Che si è udito sin qui a Bologna, dall’altra parte dell’oceano, appunto.
Sì, Bologna mi ha dato i natali, sebbene le mie origini siano meridionali. Rinnego sia Bologna che il campanilismo dei miei parenti, cresciuti nella pasciuta finto-tranquillità di una vita da carabinieri delle loro emozioni.
Il meridionale, il prototipo del figlio del Sud, non voglio peccare di luoghi comuni, invece ne pecco, è sempre quello: anche se non è mafioso, cioè non è “legalmente” legato a Cosa Nostra, alla ’ndrangheta o alla camorra, è come se poi, in fondo in fondo, lo fosse.
È fissato con la famiglia. Nucleo disfunzionale, spesso, da Fratelli di Abel Ferrara. Ove vigono taciti e pericolosi, repressivi codici d’onore, ove fiocca il trionfalismo partenopeo (sì, Napoli sta anche in Calabria e in Puglia, ideologicamente parlando, un retroterra culturale radicato nella genetica di tali conterranei da tutto il mondo è paese) del vogliamoci tutti bene, dei figli so’ pez’ e core, bene unico, prezioso, ma in realtà ci scanniamo con odi fratricidi, con pettegolezzi abominevoli, con piccinerie degne appunto di una commedia napoletana. Urlano, è gente che sbraita, che muore di fame ma inneggia alla “nobiltà d’animo”, infervorandosi quando ascolta una canzone dei Negramaro, piagne, si dispera, ama, ama, ama, e si sposa, tradendo la moglie con la parrucchiera “riccioli d’oro”, non si smuove da atroci, ataviche convinzioni retrograde, è arretratissima eppur si dipinge santa e sana agli occhi altrui, magnanima, in un agghiacciante tripudio di melodrammatica forza spirituale farisea e ancor più bugiarda, lagnosa, patetica.
Sì, l’uomo del Sud è “religiosissimo”, ammazza suo fratello perché gli ha fatto uno sgarbo, oppure ha guardato sua moglie con desiderio, poi va a messa e intinge la mano nell’acqua benedetta.
Grida furioso che manca il lavoro ma sta tutto il giorno al bar con le gambe accavallate ad ammirare le donnine con le minigonne e le zeppe, alla domenica ingurgita le zeppole, prega il santo patrono Giuseppe o Rocco, e si accapiglia per rivalità calcistiche ignobili, insultando il suo miglior amico soltanto perché Roberto Mancini, contro il Portogallo, ha escluso Balotelli dalla gara. Sì, Mancini e Balotelli sono miliardari, e lui li acclama.
Questo è il meridionale tipo, una merda.
Sì, carabiniere delle sue emozioni. Pettinato con la riga, angaria la moglie, la maltratta ché, dopo una giornata di “fatica”, vuole solo da magnare e che la moglie, al calar della sera, gli dia la figa. Per far figli che non può manco mantenere. Ma è maschio verace!
Fascista, omofobo, razzista e poi se la prende se quelli del nord lo schivano perché s’infila le dita nel naso al cinema.
Quindi, i nordisti. Forse, pure peggio o, meglio, da collocare sullo stesso piano.
Crescono con l’etica, anzi, estetica del lavoro. Tutto è improntato all’arrivismo, a far soldi per divertirsi e fare i bauscia come Briatore. Lo studio, secondo questi, serve soltanto all’utile. Cioè la cultura ha una funzione lavorativa. Non si legge una poesia per immergersi nelle profondità psicologiche del suo autore, entrarvi in empatia ma soprattutto per emozionarsi, la si legge e la s’impara a memoria per sfoggio vacuo da esibire col sorrisino dinanzi al professore che possa assegnargli un trenta e lode perché così si laurea meglio e, con la credenziale formale, istituzionalizzata, può trovare un lavoro economicamente più appagante, redditizio. Per poter ricattare, appunto istituzionalmente, il prossimo, deriderlo, dargli dello sfigato e pigliarlo a pesci in faccia. In scompisciate, sguaiate volgarità peggiori dei cinepanettoni che guarda per “rilassarsi”. Perché lui comunque sa chi è Kubrick, e scambia però Shining con Shine.
L’Italia è sempre stata questa e, se giustamente combatti, ti lamenti, cerchi altro dalla vita che non sia una squallida trombata e du’ spiccioli per tirare a campare tra un film con Zalone, una presa per il culo al “ricchione” e il solo “ideale” di vincere alla SNAI per sbancare e tirartela da riccone, ti spediscono in “cura”.
Cura
Sì, in Italia tutti amano Battiato e sono adesso in apprensione per il suo stato cagionevole di salute.
Sì, in Italia sono tutte “persone speciali”, una definizione che aborro, andrebbe abrogata, abolita, cancellata dal vocabolario delle cazzate.
Secondo la Treccani, speciale è ciò che si distingue favorevolmente, che spicca nel suo genere.
In Italia non si può parlar male, ad esempio, di Massimo Troisi. Perché emanava candore, era una persona speciale. Giusta, schietta, sempliciotta, quindi amabile, da adorare.
Troisi, mi spiace dirlo, era un ebete. E non mi fa ridere, non m’ispira tenerezza, non mi muove a compassione. Tutt’al più posso gravemente compatirlo. Perché era totalmente incosciente della sua ipocrita, falsamente fanciullesca idiozia.
Ca aggià fa’. CA-CA-CA. Ma andasse a cagare.
Su un Troisi che viene elevato a simbolo della purezza, scopandosi però quel troione di Nathalie Caldonazzo, ci sono mille Troisi che finiscono distrutti. Umiliati, offesi, animalizzati perché ritenuti scemi del villaggio.
Dunque, basta, per piacere.
Voi lo sapete cos’è un TSO? TSO sta per trattamento sanitario obbligatorio.
Nel caso che la persona sottoposta a questa “cura”, violentissima, a base di sedazioni farmacologiche orribili, tali che non si alza più dal letto, cammina come uno zombie e non riconosce neanche i suoi genitori quando vanno a trovarlo, si trovi in uno stato di alterazione psicologica tale da indurre a credere che sia meglio fermarla, prima che possa commettere azioni “pericolose” per sé stesso e per gli altri.
Il 99 per cento delle persone che hanno subito un TSO rimane/rimangono invalid(at)e a via, come se avessero avuto un ictus. Ogni loro potenziale armonico, “aggressivamente” creativo viene macellato. E si riducono a farsi mantenere dall’assistenza sociale, guardando I Puffi e dando da mangiare al gattino. Prendendola così…
Se questo non avviene, e mi riferisco al restante 1%, siamo di fronte a un…
E dinanzi a una tragedia immane.
Quella di aver scambiato un… per un pazzo o peggio per un demente perché non era uno che amava le ragazzine e i t.v.b., e aveva tutto il tempo per decidere cosa fare della sua vita, e quella di aver ammazzato migliaia d’innocenti per le stesse ragioni ottuse e belligeranti, per fondamentalismi ideologici osceni.
Comunque sia, va a tutti accordato un immenso perdono cristiano. E che Dio vi benedica, amici o nemici che siate.
Basta che d’ora in poi non scassiate più.
Io non crollo mai.
Anzi, non si è mai vista una persona sovrumanamente così forte.
È titanica.
Ed è anche bella con un ottimo fringuello. Volete tastare?
Molto, molto belloccia.
Ah ah.
A proposito, sono iniziate le riprese di questo cazzo di Joker con Bob De Niro?
Taxi Driver che incontra Joaquin Phoenix che incontra Re per una notte.
Questa è poesia!
Questa è vita, questo è Cinema.
Il resto è una troiata.
E ricordate, miei robot: no hay problema…
Dovete andare, altrimenti, dall’oculista. Sì, la miopia va curata con lenti ad hoc.
Se siete pigri e volete continuare a non vedere la realtà, contatto il mio amico Roddy Piper di Essi vivono, e vi accompagno a rifarvi le lenti.
Cazzo, è vero. Ieri son stato dal dentista per la pulizia dentale, ah, fumo troppe sigarette.
Vi racconto questa…
Sì, son stato dal dentista ieri pomeriggio. Al che entro, e mi accoglie una bambina. La nipote del dentista. Ancora le scuole non sono iniziate e perciò cazzeggia assieme alla madre, che fa la “segretaria” del padre (che lavoro…, eh, a chattare coi maschietti fra un appuntamento e l’altro…).
Al che, il dentista, cioè suo nonno, mi fa entrare.
E la bambina:
– Signore, che musica vuole che metta in radio? Sa, saranno presto dolori. Vuole qualcosa che allieti la sanguinazione? (sanguinamento? Si può dire anche sanguinazione!)
– No, cara. È solo una pulizia. Nessuno trapana niente, qui. Dunque, vedi se riesci a trovare della musica tosta.
Oggi, invece, alle 15 ho di nuovo l’appuntamento con l’oftalmologo.
Non capisco perché devo fare il controllo annuale per la vista. Io ci vedo benissimo. Per fortuna, paga la muta, no, la mutua.
Sono davvero un diavolaccio.
di Stefano Falotico