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A parte gli scherzi, bisogna tamponare subito questa tragica situazione congelante del coronavirus devastante, ci vogliono DEMOLITION MAN e Mr. Orange


24 Mar

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mr orangeIl coronavirus sta flagellando il mondo e i capi di Stato fanno, come si suol dire, gli “gnorri”.

Tutti seppero ma tutti sottovalutarono. Dunque, non fu colpa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità se la situazione colò a picco. Ah, miei cervelli piccoli!

Quest’ibernazione a cui siamo sottoposti, be’, io la vissi da tempo immemorabile.

Quando, tantissimi anni or sono, in una landa remota della mia vita immota, oggi riesumata ma non so se del tutto sanificata, mi dissociai da molti miei coetanei. Sprofondando in notti melanconiche assai tetre ove assaggiai poche volte delle carezze tenere.

La gente attorno a me, paradossalmente, mi disse che fui una (non) vivente tenerezza. Sebbene, ribadisco, conducessi una vita da zombi e m’indurii… nell’onanismo totale. Da straniero alla Albert Camus molto alla Taxi Driver.

Cosicché, persi lo smalto dello Stallone che fui in zona appena post-puberale e trascorsi un’adolescenza sotto ghiaccio. Gelando i miei ormoni nel freezer.

Wesley Snipes, invece, all’epoca fu un nero incazzato forte. Stette pure con Helena Viranin, “in arte” Cannelle, testimonial dello spot delle Morositas e co-presentatrice di un Festival di Sanremo con Pippo Baudo, a sua volta l’uomo del caffè Kimbo.

Cannelle baciò Wesley, se lo sorbì tutto, zuccherandolo in modo schiumoso come un cappuccino vaporoso.

Poi gli disse, finito l’orgasmo:

Più lo mandi giù, più ti tira su.

 

Ah ah.

Sì, Wesley fu un gran cazzone. Ebbe anche notti torbide con Halle Berry.

Pochi mesi fa invece lo vedemmo nella parte di un coglione storico in Dolemite Is My Name.

Film che, assieme a Joker, del quale rappresenta un’involontaria variazione sul tema, è la storia della mia vita.

La storia di un attore con un potenziale immane, forse anche potente sessualmente, che s’ammosciò del tutto nel giro di 48 ore. E divenne Eddie Murphy di Una poltrona per due.

La gente lo scambiò per mezzo paraplegico poveretto, invece in un balzo dimostrò di saperci ancora fare.

A Bologna, città mia natia, per denominare un tipo imbranato, si usa il termine “imbalzato”. Cioè mezzo storpio sfigato.

Ecco, queste maldicenze sul mio conto andavano fermate assai prima. Bisognava tamponarle prima che la situazione degenerasse.

Poiché, una volta scongelato nuovamente, presi coscienza di essere ancora un duro come Stallone e di essere più dotato di un pornoattore nero.

Furono contro-cazzi, fidatevi.

Donne come Sandra Bullock vollero giocare alla “conchiglietta” col sottoscritto. Alcune le rifiutai. Furono più sceme di Miss Congeniality.

Posso ammettere, senza vergogna, rispettando le mie vergogne, che non dovrete mai più mettermi alla gogna e trattarmi come se indossassi la gonna.

Faccio ancora però la prima donna e un po’ gongolo, amo girare in gondola e leggermente me la racconto.

Ma io so far di “coiti” e a volte esagero con qualche sgarbato commento troppo sconcio dedicato, semmai, a delle rappresentanti del gentil sesso meno angelicato.

Insomma, dinanzi a una bella modella molto emancipata, sono scatenato e gli uomini gelosi vorrebbero vedermi scotennato. Per le feste combinato.

La dovrebbero finire di fare i festini, la smettessero anche di fare i pagliacci di corte.

In effetti, ce l’hanno corto e le loro bugie hanno le gambe più lunghe di quelle della Bullock.

Comunque, tornando al titolo del teso, no, della tesi mia iniziale.

Sarebbe così facile…

Basta fare la prova dei tamponi a ogni uomo e a ogni donna. Se nessuno risulterà positivo, potrà uscire libero come un uccellino.

Di mio, uso sempre precauzioni. A differenza dei governatori dei maggiori stati mondiali.

Non usarono la profilassi e ora si trovano con molte gatte da pelare poiché contennero l’esplosione del virus a scoppio ritardato.

In questi casi di massima allerta, non ci sono cazzi che tengano.

Tutti fanno Le iene e, invero, soltanto cazzeggiano, ci vuole uno speciale infiltrato…

Ovvero Mr. Orange/Tim Roth, una faccia da culo mai vista.

Tim che, con carisma imbattibile, si guarda allo specchio e capisce che tutto ciò che non ammazza, eh sì, rende l’uomo più forte.

Non so se lo disse Nietzsche ma, se Tarantino inventò la sua teoria della minchia su Like a Virgin di Madonna, a me piace tirarmela.

Se lei fa invece il moralista, che dio la benedica e non si ammali a credere alla puttanata della leggenda di Euridice.demolition man

 

di Stefano Falotico

JOKER non è un villain, è un uomo che si ribellò ai villani con la villa che lo vollero villico: lo sa Marlon Brando de L’isola perduta


09 Mar

brando isola perduta

Sì, chi non capisce il film Joker di Todd Phillips necessita, a mio avviso, immediatamente di un TSO, ovvero d’un trattamento sanitario obbligatorio.

Come ben sostenuto, seppur in forma generalista e pediatrica, cioè infantilmente, da Wikipedia, poco addentro comunque la faccenda, per TSO s’intende il trattamento sanitario obbligatorio, rehab!

Atto a ripristinare, dopo la psicosi, le normali funzioni cerebrali in linea, secondo l’antico proverbio latino mens sana in corpore sano, con una buona, fisiologica compensazione fisica.

Tale pratica medioevalistica, a tutt’oggi applicata coattamente a molte persone in modo brutale e cruento, disumano, psicologicamente violento e spesso in forma arbitrariamente oscurantistica, è ancora vigente in molti paesi sviluppati.

Sviluppati di che? Il paziente, infatti, indotto soventemente da forti eventi stressori, così come direbbe Anna Torv di Mindhunter, la quale usa esattamente il termine stressori, anziché stressanti, provocato in maniera quasi sempre ingiusta e incalzante dal bullismo, ahinoi, in vigore presso gli uomini che, fallacemente, si credono tori-vincitori, dunque vigorosi, di questo carro carnevalesco ch’è la vita nel suo acrimonioso scremare le persone tra falliti e arrivati (poi, chissà dove…), ecco… crolla a pezzi e diventa pazzo.

Nella maggior parte di questi casi incazzati, comunque umanissimi, la psichiatria interviene in modo, come sopra già specificato, da me qui evidenziato e assai sottolineato, erroneo.

Anzi, orrido.

Poiché, piuttosto che venir incontro alle esigenze della persona ammalatasi di fortissima depressione, ascoltandola con doviziosa premura, dunque aiutandola con delle sanitarie, sacrosante e sane cure, la seda con farmacologiche contenzioni. La incula!

Ché, anziché debellare il male interiore, lo accentua. Paradossalmente, punendo il paziente e reprimendolo potentemente persino con pesantissime, intramuscolari iniezioni.

Così (dis)facendo, la persona viene destrutturata e nient’affatto sanata. Non viene per niente salvata, bensì in molti casi addirittura internata.

Ecco, la gente che non capisce Joker è meglio che vada a mietere il grano e a coltivare le cicorie, preparando le uova.

È gente incolta ed economicamente, si fa per dire, emancipata. Che non è mai stata emarginata. O forse, ancora peggio, è gente sbandata, addirittura squattrinata, che si crede capace e invece non saprebbe girare non soltanto il filmino della prima comunione, bensì neppure decenti e presentabili stories su Instagram. Semmai, queste persone si riprendendono anche mentre mangiano la colazione dei campioni. Io direi, più che altro, dei coglioni.

Gente, difatti, che ha le palle e si dichiara fottutamente cazzuta, cazzo.

Non capisco come non si possa non capire Joker, (mal)trattandolo alla stregua del solito cinecomic.

Cristo, quest’atteggiamento snobistico e cinematograficamente aprioristico, è davvero tragicomico in modo illogico.

Joker è la storia di noi tutti persone normali e comuni mortali che, dinanzi a talune circostanze sbagliate, non sanno dove sbattere la testa. Sinceramente, detta come va detta, vorrebbero sbattersene una ma vengono… pure castrati nei testicoli.

Poiché, come sopra da me esplicitato, non trovano sostegno morale neppure fra le più veterane psicologhe. Donnacce immorali, brave solo a imbavagliarli nella demagogia più scontata, chiedendo loro se lavorino o se siano felici a portare gioia alla gente che stronca Joker.

Nessun ascolto, nessuno ascolta. Poiché la gente non sente e non sa auscultare il battito del cuore.

Preferisce refrigerare le anime in qualche diagnosi alla buona. Etichettandole come se fossimo bestie da soma esposte al mercato delle macellazioni. Somaroni!

Facili, sbrigative e convenienti, squallide, moralistiche retoriche e soprattutto stantie classificazioni retrograde.

Che purtroppo si stanno diffondendo a macchia d’olio nel pensiero comune più del coronavirus.

Un contagio fascistico che detta legge severa e intransigente contro la stessa gente che vota, poiché ignorante e facilmente suggestionabile, Salvini. Pensando oscenamente che si possa risolvere l’italica situazione penosa senza essere minimamente ponderati, pensosi, ponderosi e calorosi. Tanto da attuare vetusti coprifuoco pericolosi.

Joker è un capolavoro. E non è banale solipsismo denominarlo tale.

Immaginate, per esempio, quei poveri dementi del Liceo Classico, retaggio istituzionale da Altare della Patria più vicino al nazismo con la svastica.

Quei ragazzini spastici, ebefrenici, a volte pure incurabilmente epilettici e con gravi turbe psichiche, con problemi non solo nel piccolo loro cervello, i quali pensano furbescamente che basti tradurre un testo di greco per essere degli dei ellenici.

Si dice, orridamente, che il Classico forgi la corretta forma mentis.

Non diciamo puttanate, suvvia! Ci vorrebbe Al Pacino di Scent of a Woman che entri in queste aule di degenerati col lanciafiamme!

Ragazzini che non vanno scannati, no, non esageriamo ma la dovrebbero finire di chiamare sfigati coloro che non la pensano e pensino come loro e non si acco(r)dano, quindi, al loro programmatico, ignominioso e (in)dignitoso, filisteo (de)coro.

Conobbi molti disgraziati di questa stirpe di serpi velenose. Dei poveri diavoli che incontrarono San Michele, patrono delle folle, protettore di ogni fobia scagliata contro i lager psichiatrici, contro le foibe e le donne foche fintamente acculturate che fanno le fighe da maestrine della minchia.

In meridione, le definiscono sciammerie. Donne che si bardano dei loro titoli del cazzo per detronizzare chi, a differenza loro, non si prostituì al mercimonio.

Donnacce da manicomio! Ma sbattetele, forza. Ché sono pure frigide.

Invece, volete mettere il culo della pornoattrice Chanel Preston? Questo culo liscio, duro e al contempo morbido che ispira tenerezze e, di dolci carezze, te lo rende ritto più di Jessica Rizzo.

Sì, uomini cavallerizzi, basta con le sciammerie da teatrino dei nani. Basta con queste ipocrite sceme, con queste racchie scimmie.

Meglio gli onanismi. Ben vengano, tutti!

La masturbazione è condannata dalle donne. Woody Allen la adora.

Sì, guardate attentamente Woody. La faccia dello spermatozoo c’è tutta.

Masturbazione! C’è chi la pratica, nella sua intimità, non solo domestica, da cane Cujo alla Stephen King, cioè da quadrupede simile a un lupo mannaro, chi, senza troppi convenevoli (di)viene svenevole, pure svenendo, chi, morbidamente, se lo alliscia come se accarezzasse una gatta morta.

Ah, bella roba.

Chi, troppo arrapato, non fa in tempo neanche ad aprire la foto di una modella su Instagram che viene ancora prima di aver aperto non solo la virtuale potta-topa, bensì la sua patata, no, patta da da topo.

Per quanto mi cerniera, no, concerne… credo che siamo attorniati da zoccole.

Con estremo carisma, indosso il mio giubbotto di Drive e guido con una faccia da Ryan Gosling, cioè da culo, (ig)nobile. Con espressioni un po’ da autistico e un po’ da ottimo autista.

Anche oggi abbiamo sparato la stronzata serale.

Giornata dura, fratelli. Col mio editor, correggemmo il testo del mio nuovo libro. Impaginandolo in tutti i formati possibili e immaginabili.

Sì, come il grande Marlon Brando de jokerL’isola perduta, anziché truccarmi da Joker, esco di casa con tanto di crema sul viso, bianchissima. Tutti sbiancano.

E spargo benedizioni alle bestie. Cioè a quasi tutta l’umanità che va col branco.

Così è.

Ora, qui al banco, mi serva non un prosciutto, bensì un White Russian asciutto.

Devo rifarmi la bocca.

E se mi va, dico, faccio pure pubblicamente un rutto.

Vorreste crocifiggermi e prescrivermi, per questo, un TSO?

Ma andate a dare via il culo, va’.

 

di Stefano Falotico

La Critica cinematografica oggi in Italia esiste e resisterà ancora? Coronavirus permettendo? E il mito di Asbury Park


09 Mar

homeboy luna park

Ora, io non m’imbrodo mai. Anzi, se una donna mi dice che sono Mickey Rourke di 9 settimane e ½, penso invece di essere quello del seguito… la conclusione. Cioè il Rourke al minimo storico.

Sebbene, a essere sinceri, io abbia sempre preferito Angie Everhart a Kim Basinger.

Comprai pure, tantissimi anni fa, il dvd di Sexual Predator ove Angie, senza sprezzo del pericolo, sì esibì in una scena di sesso al limite della censura.

Quindi, acquistai pure l’edizione di lei in bikini su Sports Illustrated.

Di lei m’invaghii quando, durante le vacanze estive, rinvenni in bagno il Max italiano con Angie, per l’appunto, in copertina.

Credo che l’avesse dimenticato mio zio. Da anni morto. Il quale disse a mia zia, ancora fortunatamente in vita, che mio cugino, cioè loro figlio, era una sega. E che gli faceva cagare, tanto che fu costretto a dirgli:

– Guarda, non so come educarti. Le sto tentando tutte. Ora, devo andare in bagno a lavarmi…

 

Ecco, Angie è ancora bella, fu un’ex di Sylvester Stallone (nomen omen) e, da quando frequentò pure Joe Pesci, Joe si ritirò per molto tempo dal Cinema.

Ah, per forza. Una così ti rende (s)tirato come Rourke cinematograficamente (s)teso.

Ma non perdiamoci e non facciamola fuori… ché i panni sporchi si lavano con Angie e non col Dash.

Poi, ci rideremo su in maniera goliardica come in M.A.S.H.

La Critica cinematografica esiste ancora?

Mah, ne dubito. Oramai, qualsiasi cazzone vuole dire la sua. Senza sudarsela…

In questo video, assistiamo a un confronto oserei dire storico, quasi mitico e mistico di natura “teologica” tra Federico Alò, critico de Il Messaggero e video-recensore per Bad Taste, e l’epocale oramai leggendario Federico Frusciante.

Da me incontrato dal vivo qualche settimana fa a Bologna al Mikasa.

Azzardai a ribadirgli che, secondo me, Joker è un capolavoro e lui:

– Stefano, giusto perché sei tu. Altrimenti, per questa tua affermazione, avrei chiamato subito la neuro.

 

Con estremo aplomb, gli risposi:

– Ah, nessun problema. Tanto, tantissimi anni fa, impazzii più di Arthur Fleck.

 

Fede rispose:

– Sì, lo sanno tutti.

– Sanno anche altro?

– Certo. Che sei l’unica persona al mondo che si salvò.

– Come mai, secondo te?

– Leggi questa recensione:

Secondo te, fu scritta da un matto? http://darumaview.it/2019/joker-recensione-film

A proposito, Stefano, com’è che a te danno gli accrediti stampa per i festival e a me, che sono molto più famoso di te, no?

– Non lo so.

 

A parte gli scherzi e il mio romanzare gli incontri, sono un romantico e adoro l’ingenuità della sceneggiatura poco da letterato, bensì anacronistica e ante litteram di Mickey Rourle per Homeboy. Firmata sotto lo pseudonimo di Eddie Cook.

Una storia semplice da Cinema verità, miscelata alle atmosfere springsteeniane di Asbury Park su musica, però, della nemesi del Boss, cioè Eric Clapton.

Che ebbe una relazione con Lory Del Santo. Da cui nacque Conor, tragicamente morto alla sola età di 4 anni.

Asbury Park, presente anche nel film City by the Sea con De Niro e James Franco e ne Il coraggioso con Johnny Depp e Marlon Brando, si dice che sia la meta paradisiaca dei poeti e non tanto degli emarginati, bensì delle anime malate di metafisica.

Che sognano amori poetici e quasi puerili, disgustati dal chiasso nauseante delle solite gelosie e giostre quotidiane.

Cantori dell’eccelso e dei plumbei cieli illuminati da un radioso miracolo imprevisto.

Mi pare, sinceramente, che abbia perduto troppo tempo a fare l’assistente sociale dei fuori di testa e dei toccati, dei rintronati. Consolando in modo buonista persone che, detta francamente, non gliela possono fare.

Gente vinta che celebra pateticamente i figli dei fiori e la libertà selvaggia. Dove? Fra le pareti domestiche della disperazione più alienata?

Sarò molto cinico e molto veritiero. A prescindere da fenomeni come Frusciante, indubbiamente bravo e carismatico, la società non la potete fregare con le furbizie e le scorciatoie.

Poiché o siete come Fede, piuttosto radicale ma comunque estremamente coerente, oppure dovete essere istituzionalizzati come Alò.

Esiste anche la terza possibilità, ovvero essere Falò, il sottoscritto.

Ma non potete esserlo poiché ne esiste solo uno nella storia.

Non è auto-magnificazione, purtroppo, per voi, è la triste ma magica verità.

Al che, qualche settimana fa, chiesi a un bravissimo signore per il quale scrivo su Ciao Cinema:

– Mi abbonerebbero degli esami al DAMS? Sa, anzi sai (ci diamo del tu), ho scritto molti saggi monografici su registi e attori.

– Hai scritto anche dei noir erotici, se è per questo.

So che te ne fanno una croce i bigotti e i moralisti. Ti vorrebbero sposato con la cosiddetta brava ragazza rompiballe e non vorrebbero che tu fossi autentico, sofferente nel tuo denudarti spudoratamente, insomma, desiderano che tu sia un critico della vita, del Cinema e di te stesso, soprattutto, come molti coglioni che si celano dietro i titoli accademici per trattare il prossimo, senza titolo, come freak.

– Quindi, secondo te, perderei del tempo a laurearmi?

– Certo, anche dei soldi.

– Dunque, sono più bello e più bravo di quelli che si fanno il culo?

– E che non si vede? Altrimenti, non scriveresti per me.

Stefano, lascia stare i nani, i dementi che si nascondono dietro una cattedra per essere fighi. Non ne hai bisogno.

– Ma tu sei un insegnante del DAMS.

– Sì, ma io sono io. Tu sei tu. E vai bene così.

Non ti vedo con la cravatta a romperti le palle per insegnare a ragazzi qualcosa che imparerebbero soltanto a memoria.

Non conosco né conobbi, nemmanco conoscerò nessuno dei miei allievi che sia diventato un grande regista o un grande attore.

Sono solo squali e squallidi stipendiati da giornali che li obbligano a scrivere che il film è bello per far felici tutti.

– Secondo te, Homeboy è un grande film?

– No ma, secondo te, sì. E so anche perché.

– Quindi?

– Quindi, ripeto, io sono io e a me non piace assolutamente. Ma tu sei tu e quindi, se ti piace, lasciatelo piacere.

– Ma dunque la Critica oggettiva e scolastica e/o universitaria non ha diritto più di (r)esistere.

– No, deve esistere. Per gli altri, non per te.

– E chi sono io?

– Lo sai chi sei.

– Non sono nessuno.

– Certo. Mi faresti riascoltare l’estratto da te recitato del tuo audiolibro?

– Volentieri.

– Sì, quindi tu non sei nessuno, vero?

 

Sì, lo so. Molti stronzi festeggiarono la mia morte con largo anticipo. Divertendosi come dei folli.
Mi spiace averli delusi.
E per quanto potranno accanirsi a darmi la patente di decerebrato, per quanto mi si scaglieranno contro con le loro assurde reprimende, prima di Pasqua pubblicherò un altro libro con una donna nuda in copertina.
Se a loro questo non piace, andassero a messa a pregare il dio dei poveretti.

 

https://www.amazon.it/La-prigionia-della-tua-levit%C3%A0/dp/B084QJNCHY/

Intanto, a causa del maledetto Coronavirus, stanno congelando tutte le uscite in sala. Nonno, questa volta è guerra pare non trovare proprio la luce, a differenza di me. Ritrovatomi nel giorno. Dopo essere stato ibernato per colpa del caso Weinstein, doveva essere distribuito a fine Aprile dalla Notorious Pictures.
Ma anche questa volta è slittato tutto.

 

Comunque, ora vi saluto. Lasciandovi con un video oramai virale:


 

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Il Cinema ai tempi dei social e di YouTube è già diventato un Urlo alla Ginsberg?


20 Feb

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Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate, nude…

Il Cinema è cambiato? Ma, soprattutto, esiste ancora?

Ebbe ragione Francesco Alò a definire Joker superiore a Parasite. La penso come lui, anche se dovrei vedere Parasite. Ah ah.

So che scontentò molti di voi, eh sì, Joker. Come direbbe Max Cady di Cape Fearsignorini che non fanno un soldo di lavoro tutto il giorno.

Di mio, non svolgo un lavoro prettamente normale. Anzi, spesso mi disoccupo di me stesso e ciondolo, in avaria, nell’ermetica visione del mondo più assurda, quindi giusta, e nella grottesca irriconoscibilità perfino per me stesso ignota.

Spesso, a tarda notte, svegliandomi di soprassalto per colpa di un rimbombante, nuovo incubo terrificante, madido di sudore anche durante un gelido inverno, come Jameson Parker nel finale de Il signore del male, provo a sfiorare lo specchio… del bagno dopo aver lautamente pisciato.

Da piccolissimo, me la feci sotto più volte. Sì, il bagno di notte mi agghiacciò. Temetti, infatti, che dallo specchio del bagno potesse spuntare Freddy Krueger di Nightmare. L’incarnazione, cioè, del povero diavolo.

Dopo aver visto invece Bastardi senza gloria, non ebbi più paura dei nazisti-fascisti diabolici, cioè coloro che bruciarono vivo Freddy, sì, dei genitori moralisti che arsero ogni sua seconda chance. Anzi, tornai in bagno molto più volentieri. Immaginando che al mio fianco, sotto la doccia, comparisse Diane Kruger.

Invece, dovetti subire ancora una doccia fredda. Spesso, scomparve pure il bagnoschiuma oppure andò via l’acqua quando ebbi la testa insaponata con lo shampoo.

Il lavoro. Quest’orpello dietro cui molta gente ipocrita si nasconde quando, semmai, non vuole occuparti di te o non vuole stare a sentirti.

Al che, ecco che scatta l’alibi dell’adesso sto lavorando, dopo ti ascolto. Ma poi lavori tu e lui deve comunque andare a letto presto perché domani deve lavorare quando tu vorresti parlargli ma lui può parlarti quando tu non lavori ma finalmente riposi. Cioè, come si suol dire, sei crollato.

I parassiti impazzano e chiedono l’assistenza sociale soltanto perché non solo nei confronti degli altri, bensì verso sé stessi, sono solidali. Al che nelle depressioni e soprattutto nell’ipocondria si solidificano, tirandosela da duri ma non soffrono solamente di spaventoso calo della libido, bensì non sanno più emozionarsi dinanzi a un grande schermo, manco a luci rosse, in quanto troppo indaffarati ad aggeggiare sul cellulare nella speranza di qualche contatto che possa farli sognare per qualche secondo di digitazione e clic scacciapensieri. Che virtuale elucubrazione, più che altro invisibile eiaculazione.

Più che smanettoni e leoni da tastiera, sono degli agnellini, sì, l’altra faccia di Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti.

Al posto dei cuoricini, vicino alle foto delle donne da loro vagheggiate, per fare i fighi e gli originali, mettono le farfalline… del loro stomaco.

Forse, ebbe pure ragione Roger Rabbit. Lasciate stare Jessica e la sua farfallina, siate farfalloni. La gente è perduta, le persone scopano come conigli e ogni fantasia, anche romanticamente erotica, andò a farsi fottere.

Sì, oggi la gente non sogna più. Al massimo, scarica i porno. Sono lontani i tempi di Rocco e i suoi fratelli. Fu tutta colpa del Siffredi. Sì, a cosa servì L’albero degli zoccoli se, oggi giorno, date valore alle zoccole?

Sì, queste qua non sono più però tipe da Laura Betti e da bettole. No, stiamo scherzando? Oggi, sono studentesse universitarie apparentemente impeccabili. Pur provenendo da famiglie agiate che le mantengono e foraggiano, sostenendo i loro pseudo-studi, non si accontentano mica di una Laurea in Scienze dell’educazione. Eh no, per potersi laureare anche in Economia e commerciò, sulle pareti dell’Alma Mater Studiorum di Forlì, ficcano volantini per uomini volubili, soprattutto vogliosi di offrire loro il volatile, detto più volgarmente uccello.

Sì, una società puttanesca in cui a nessuno interessa più se viene… sputtanato.

Nel troiaio generale, tutti si credono pure critici di Cinema. Tuttologi, ecco il leader perfino d’ogni vicino influencer che, a sua volta, vorrebbe psicanalizzare, catechizzare, ammaestrare e pedagogizzare, plagiando il prossimo a suo diletto ma, sinceramente, è da un mese che non riesce ad alzarsi dal letto poiché ha l’influenza.

No, non frequento più compagnie malate che possano influenzarmi. Io non sono influenzabile.

Sì, sono Bruce Willis di Unbreakable.

Un altro uomo, dopo tutti i farmaci assunti coattamente, sarebbe diventato un coatto o Ray Liotta del finale di Hannibal.

Sì, se siete positivamente diversi, la psichiatria vi tratterà da sieropositivi. Vi farà credere, sì, di essere sia Tom Hanks di Forrest Gump che quello di Philadelphia.

Vi bombarderà di neurolettici mentre io assisto a vari sbarchi virtuali in Normandia da Salvate il soldato Ryan pur rimanendo seduto sul seggiolino di fronte alla mia scrivania.

No, questi non sono Matt Damon, sono matti e basta. Non vanno salvati.

Un bombardamento di commenti dei più frustrati, no, inusitati, facilonerie e castronerie spropositate riempiono le giornate dei più diseredati, i disertori mitragliano sulle loro bacheche Facebook, corredandole di tante stronzate pirotecniche con cui vanamente tentano di allentare la noia imperante. Esplosioni e mine vaganti! Ma, allo stesso tempo, alla loro integrità morale attentano, dirimpetto alla loro precarietà da casi umani non arretrano ma insistono, a tamburo battente, per darci dentro.

Lanciando moniti contro la società, dichiarando guerra a un sistema per cui si sentono vinti ed emarginati, emotivamente sfiniti eppur non sventolano bandiera bianca nell’innalzare, di vanagloria, una vita oramai andata completamente a puttane.

Che siano i clienti delle studentesse universitarie sopra eccitate, no, citate? Sì, sono finiti i tempi puri de Il laureato. Perfino Maria Grazia Cucinotta, sì, l’ignorante maggiorata de I laureati del Pieraccioni, non ha più delle grosse boccione, è solo una bonacciona.

La sua bellezza sbocciò anche se forse, qualche volta, fu bocciata. Spesso fu anche sboccata malgrado lo prese in bocca pure dai maschi della Bocconi. Che bocc… ini! Alcuni, per ammantare tale atteggiamento loro codardo e infame di un po’ di raffinatezza, pateticamente definiscono questo modus vivendi col termine mica tanto bello, bensì da ribelli da cause perse, resilienza. Pur di non ammettere che le loro (r)esistenze non è che abbiano oramai più molto senso. Coi fegati amari e divorati, persi e rammaricati, attenuano le quotidiane amarezze, leccando un gelato e sognando un rovente caldo amore bello e impossibile dal sapore mediorientale come il celeberrimo ritornello di Gianna Nannini.

Sì, in effetti non sono una persona normale.

Da bambino adorai Rambo III. Dall’età di quattordici anni, capii che è una minchiata.

Molti di voi invece pensano che, spesso, Sylvester Stallone sia ancora bello, con le palle e con la faccia da pesce lesso, no? Tutto ciò è affascinante, cazzo.

Cioè, siete veramente tonti. Sly di Cop Land vi dovrebbe trivellare lì ove sapete. Così, aprirete le orecchie e forse, per una buona volta, capirete che nessuno è al di sopra non solo della legge, bensì dovrebbe quanto prima ammutolirsi e non spararle più grosse.

Per quanto mi riguarda, voglio rimanere un coniglio che ammanetta i luridi panzoni. A volte, succede però che metta le manette anche a Bob Hoskins. E dire che volle salvarmi da questa società di playboy della minchia.

Ah ah.

di Stefano Falotico

Ma quale San Valentino e Twilight: meglio il Joker a Batman/Pattinson così com’è meglio Elliott Gould de L’ultimo addio rispetto a Ellie Goulding


14 Feb

danny collins

 

84821706_10215701199585868_4930496334093352960_o1973, THE LONG GOODBYE

Partiamo con l’ironia, con la goliardia, quindi con la psicanalisi di questo sentimento assurdo chiamato amore sin ad arrivare a come si possa credere che Essi vivono non sia un capolavoro poiché ci si è (dis)informati nelle scolastiche sovrastrutture culturali distorsive e ottundenti la mente per giungere all’attuale demenza collettiva d’un mondo oramai più perso di uno con la (ri)cotta.

Una risata ci seppellirà: di mio, più che Joker e Batman/Robert Pattinson, sono Harrison Ford, anche de Il richiamo della foresta

Ecco, appena sento il richiamo delle feste, assumo un’espressiva torva e accigliata da Matthew McConaughey nel primo episodio della prima stagione di True Detective.

La mondanità, la frivolezza, il chiasso isterico, la carnascialesca baldoria e pure le maschere carnevalesche dei vostri carri di superiori, no, supereroi vs villain, il vostro ipocrita escoriarvi le anime in orge da Eyes Wide Shut nelle quali, scopandovi in maniera cannibalesca, vi lanciate addosso pure i coriandoli, mi rendono un uomo felicemente nudo dinanzi a tale natura selvaggia. Al che, prende il sopravvento la mia parte falotica, cioè umanissima da uomo poco androide e con un piccolo Android.

In mezzo a tanto vostro ormonale clima torrido da zone erogene sempre equatoriali, invero raggelante e anche i vostri cuori aridi oramai celatisi nell’illusorio, momentaneo riscaldarvi, tale dolciastra euforia mi rende sempre più freddo e allora celebro in auge il grande Rutger Hauer di Blade Runner. Superuomo che, dirimpetto, ai vostri onanistici baci e abbracci da nani, di fronte alla vostra misera e miserrima piccolezza da cacciatori di taglie, elevatosi davanti a queste vostre squallide erezioni, dimenticò pure i tempi in cui, dopo un piatto di tagliatelle, mi sdraiai in primissima pubertà sul divano per gustarmi le forme 90-60-90 di Simona Tagli alla tv e non solo immaginando di scoparmela più e più volte venni e stetti per svenire davanti a quelle grosse tette, bensì io stes(s)o a un cazzo addivenni.

Sì, furono tempi oramai smarritisi tra le mie memorie, fra reminiscenze e mie eiaculazioni su belle more e su tantissime biondone bone che sognai sconfinatamente un po’ da guardone e giammai da marpione.

Forse da coglione? Ah, che masturbazioni mentali e non, che idillio senza pace dei sen(s)i. Di felicità grondai sterminatamente. A fiumi! Oserei dire gonfiatamente e prosciugandomene ardentemente sino a colare… a picco nell’infernale mondo odierno putrefatto. Ah, che calore. Sì, dalle palle alla padella e poi alla brace. Ma quale abbraccio! Queste donne mi delusero, gli amici m’illusero e tradirono poiché si prostituirono e, dopo aver illegalmente conseguito la maturità, si (s)consacrarono all’immatura scemenza di tale società senz’alcuna qualità.

Al che mi sbronzai, scolandomi un litro di biondo malto. Fantasticai perfino sulla giornalista Claudia Peroni che, in quanto a pere, poté drogare sessualmente qualsiasi uomo che le capitasse a tiro, per l’appunto tirandoglielo e annacquandolo nell’osé della sua pelle rosata come un buon vino rosé.

Ah, meglio stare soli come l’uomo di Solaris piuttosto che innamorarsi di una donna che, abbronzandosi, prende il Sole cocente dell’essersi troppo in fretta bruciata. Quella è più sola di me e prendemmo entrambi una sòla. Fatemi mangiare una sogliola.

Sì, son destinato a essere Han Solo come un cane? Forse sì ma non voglio nessun cagnaccio al mio fianco, basta con Chewbacca. Basta col curarmi dalla depressione coi fiori di Bach, ascoltando Vivaldi, Basta pure con Bacco!

Preferirò sempre Balle spaziali a Guerre stellari.

Cosicché, da archeologo alla Indiana Jones del mio temp(i)o maledetto, no, delle mie tempie da ultima via crucis, no, ultima crociata, me la tiro… da Sean Connery de Il nome della rosa. Conducendo una vita monacale che però sa il fallo, no, fatto suo. Sono uomo di scibile e, nella notte, sibilo più del pipistrello di Ron Perlman. Uno non tanto bello ma Hellboy…

Anni fa, come Sean stetti per perdere i capelli. Li riacquistai e ora piaccio alle parrucchiere.

Una mia amica su Facebook scrisse che ogni donna, suo malgrado, almeno una volta in vita sua ebbe lo stesso ciuffo di Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary, eh.

Un’altra disse che il suo ex ragazzo, per il giorno di San Valentino, le regalò una visita gratuita dallo psichiatra. Lei, per fare l’ironica, forse l’auto-erotica, più che altro per sdrammatizzare la sua condizione da frust(r)ata cronica, affermò pure che almeno, dopo che il suo fottuto compagno la sfanculò, verrà analizzata da un tipo stronzo come Michael Fassbender/Jung di A Dangerous Method.

Poiché la sua vita andò a troia, no, a troie e lei va tutt’ora fiera della sua femminile follia, ha anche tutti i dischi di Loredana Bertè e un lavoro estremamente dignitoso. Oltre all’ernia al disco per aver bevuto e ballato troppo…

Sì, è la direttrice di una comunità ove vengono internati i ragazzi coi cosiddetti problemi mentali.

Sì, questi poveri ragazzi, oltre a dover sopportare una società animalesca che li sbatté duramente, adesso devono pure sottomettersi alla rettrice dei cazzi altrui.

Molti uomini andarono matti proprio per Cameron Diaz. Appiccicarono le sue foto, a mo’ di Philip Seymour Hoffman di Happiness, sulle pareti dei loro appartamenti. Poiché, come si suol dire, Cameron Diaz, essendo dotata di ottima carrozzeria, fa ancora la bella figa e può farti… fare bella figura se un ospite entra a casa tua e vede tutta questa tappezzeria. Come no…

Guardate, sono veramente nauseato. Siamo arrivati al 2020. Non vi siete evoluti manco per l’anima della minchia. Ancora vi prendete per il culo da schizzati, appunto, scambiandovi battutine di dubbio gusto e, secondo me, anche battone di seconda mano. Sì, forza, ci vuole Indiana Jones 5.

Siete da museo delle cere. Come Harrison Ford. Ah ah.

Di mio, adorai il fondoschiena di Greta Scacchi di Presunto innocente ma molti pensarono che non conoscessi Le verità nascoste.

Di mio, so anche che Angelina Jolie preferì Billy Bob Thornton a John Thornton e ai lupi da Jack London.

Dobbiamo dircela, L’uomo che non c’era emana un certo fascino noir da colui che non deve chiedere mai.

Egli, dopo una giornata di duro lavoro, scopa. Forse solo il pavimento ma conosce a memoria tutti i libri di James Ellroy, soprattutto Dalia nera.

Per quanto mi riguarda, Hilary Swank e Scarlett Johansson possono anche vincere tutti gli Oscar del mondo. Sarò sino alla morte, eh sì, Clint Eastwood di Million Dollar Baby.

Poiché non vi giro mai attorno. Alla gente dico sempre la verità. Senza buonismi da San Valentino, senza smancerie o carinerie ruffiane e false. Che film, ragazzi. Clint di notte entra in ospedale e fa quello che nessuno ha il coraggio di fare. Come per dire, forza, è inutile andare avanti così. È una tragedia, chiudiamola qui. O forse no…

Andiamo avanti, tanto è una società messa a pecora.

L’amore è una cosa meravigliosa? Certo. Se hai tredici anni. Più uno va avanti con l’età, per l’appunto, più lei ti chiederà di più.

Eh no, non si accontenta mica che tu sia il primo della classe per vantarsi con le amichette di stare assieme a uno bravo. È smaliziata, oramai.

Oltre al bel faccino, non le piace più un cazzone qualsiasi.

Esige quello con cui poter costruire un futuro. Soprattutto quello che le costruisca la carriera affinché possa stare a mollo, sciacquandosela tutto il giorno. Pigliando in giro chi la sua vita scialacquò poiché, senza quel talento, non si ottengono i gioielli…

Ah ah.

Sì, il mondo è cambiato, in peggio.

Tantissimi anni fa, conobbi una ragazza di Trieste. Malgrado fu lei a sverginarmi, fu anche molto pura nonostante sapesse pure come rendermelo duro.

Piangeva a dirotto quando guardava Robert Downey Jr. in Only You – Amore a prima vista e in Ally McBeal.

Col tempo, oltre ad avermelo indurito molte volte, lei stessa s’indurì. Regredendo però al contempo all’infanzia. Ora, sebbene non la senta più, un uccellino mi disse che lei impazzisce per Iron Man.

Sì, non siamo più in contatto io e lei ma credo che gestisca una boutique che mette in (s)vendita le creme vaginali assieme a Gwyneth Paltrow.

Di mio, ne passai tante…

Per colpa di errori, anzi, orrori giudiziari, feci per un po’ la fine di Downey Jr. in Guida per riconoscere i tuoi santi. E dire, cazzo, che a diciott’anni fui veramente un idiota bellissimo come Channing Tatum.

Anche, sinceramente, come Amélie/Audrey Tautou.

Mi venne anche voglia di farmi… un tattoo.

È veramente inconsolabile il mondo di oggi. È talmente falso che la più retorica canzone dei Beatles sembra, al confronto, America oggi di Robert Altman. Ora, non scherziamo, molte canzoni di John Lennon sono bellissime.

Ma Imagine non rispecchia la realtà e io adoro quel bastardo di Al Pacino. Soprattutto di Danny Collins… 

Comunque sia, non credete che io sia solo.

Diciamo che non lo do a vedere… anche a vendere. Non sono affatto ricco ma sono uno che se ne fotte delle vostre stronzate. I valori sono altri. Se volete sapere come si recita un pazzo, no, come si scrive e declama un pezzo, eccovi serviti. Sì, come si suol dire, posso permettermi di fare lo scemo del villaggio alla Charlot, non lo sapevate?

Non avevo dubbi che non lo sapeste. Voi, invero, sapete ben poco non solo di me ma soprattutto di voi. Mi sa che è così.

Intanto, buon divertimento e amore a tutti.

Auguri e figli maschi.

In verità, sono molto triste, molta gente mi fa pena.

Prima, fui davanti a un locale. Dopo vi entrai. Al che entrò una coppietta di mezz’età. Lui, tutto impomatato, lei bella ma fattasi più bella per festeggiare con lui San Valentino.

Chiesero perfino al cameriere di scattare loro un selfie. Perché solo stasera festeggiarono se si dichiarano innamorati? Semmai, durante tutto l’anno, si scannano, si mettono le corna, litigano come ossessi, si lanciano addosso i piatti, pure i sassi. Ah, è vero. L’amore non è bello se non è litigarello.

Così come è importante la festa delle donne, giusto?

Trovo che sia invece estremamente umiliante per una donna venire… festeggiata.

Significa che ancora accetta di essere trattata come una dea soltanto un giorno all’anno.

Sono cinico? No, dico la verità. Gli uomini non sono superiori alle donne e le donne, a loro volta, non sono superiori agli uomini.

Siamo tutti dei figli di puttana. In questo, ebbe ragione Federico Frusciante domenica scorsa.

Quando disse che La vita è bella di Benigni è una porcata. Lo cito testualmente: la vita è una merda. Ci costruiamo però delle illusioni per farcela piacere un po’.

Purtroppo, è così. Così come viene reputato carino dire a una donna muta che fa simpatia, oppure dire che Captain America sia più figo di Joker. Non credo proprio. E mio fratello lo sa…

Intanto, un altro scemo legge la cronaca nera per essere meno infelice. Ah, guarda qua, leggi che tragedia. Be’, allora c’è di peggio nella vita. Tutto sommato, a me va grassa e di lusso. Certamente… La dovreste anche finire di celebrare l’anniversario della caduta delle Torri Gemelle. Voi non foste dentro le Twin Towers e, onestamente, non ve ne poté né può sbattere di meno. Se poi, per fare i fighi e i buoni, volete continuare a spacciarvi come tali, me non mi prendete per il culo.

Non si dice… me non mi prendete? Vi cito Gigi Proietti:

– Signora, lei a me mi piace.

– Non si dice a me mi piace.

– Lo so ma a me mi piace.

 

Parte inventata da me:

– A me però lei non mi piace. No, non piace.

– E chi le piace, scusi?

– Mi piacque Valentino di Uomini e donne.

– Ah sì? Allora lei non mi piace. Va bene così? Ah ah.

 

A propositi di lupi, miei lupetti, ora vi mostro un superbo esemplare di lupus in fabula. Razza da Rosso Malpelo, da Lupo solitario alla Sean Penn, Wolfman o forse una pregiata, inestimabile volpe? A propositi di lupi, miei lupetti, ora vi mostro un superbo esemplare di lupus in fabula.

Parafrasando Corrado Guzzanti: la seconda che hai detto.

Forse la quarta?

 

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di Stefano Falotico

Il doppiaggio: Giannini, Gullotta e De Sando per The Irishman, i vocalizzi di Carmelo Bene, la voce flessuosa di Anthony Hopkins


14 Feb

Ora, ecco Giannini e De Sando in una tavola calda similmente alla scena del diner celeberrimo ove Al Pacino e Robert De Niro duettarono magistralmente in Heat.

Mah, a essere sinceri, più che tavola calda, sembra il ristorante ove Lino Banfi e Maurizio Micheli conversarono malinconicamente ne Il commissario Lo Gatto.

De Sando, appesantito e nella voce più arrochito del solito, con istrionismo ben temperato, parafrasando una celebre espressione del compianto Morando Morandini, ricorda che la prima volta che doppiò De Niro fu in Mission. Da allora, affinò la sua professione, la sua missione.

Quando Ferruccio Amendola invecchiò, già prima dell’ultimo doppiaggio di Amendola per De Niro, avvenuto per Men of Honor, De Sando prese sempre più confidenza con De Niro, doppiandolo benissimo in Ronin.

Per molto tempo, Amendola doppiò anche Al Pacino. Sebbene, così come in questo video dichiara Giannini, Giancarlo stesso doppiò Pacino in Quel pomeriggio di un giorno cani del lontano 1975 ancora prima di divenirne la voce ufficiale, sebbene Amendola fosse ancora in vita da mo’…

Giannini deve avercela coi cani. Qui, storpia il titolo del film suddetto, abbreviandolo in Quel pomeriggio da cani. Nel finale di Carlito’s Way (ascoltatelo bene), dice l’ultimo dei mohiricani.

Sì, non mohicani, pronuncia per l’esattezza ma non esattamente, eh eh, mohi-ri-cani. Perfetto, siate puri. Chi se ne frega del purismo. Donna, voglio pure il tuo purè.

Giannini non fu mai, comunque, un attore cane nonostante in Hannibal faccia la figura del piccolo micio dinanzi a Lecter/Hopkins. In Red Dragon, Ralph Fiennes interpretò la parte di Francis Dolarhyde, soprannominato poco simpaticamente Lupo Mannaro, alias Dente di fata/Tom Noonan in Manhunter.

Ora, la gente sostiene che io abbia una bellissima voce. Mah, dire che in passato, per colpa dei miei pudori, fui scambiato clamorosamente, con poco calore, sia per Joan Allen di Manhunter che per Emily Watson di Red Dragon.

Riuscii a ritrovare la mia voce grazie al mio intuito da Sherlock Holmes di Piramide di paura.

Elementare, Watson? Certo. Diciamo anche che Emma Watson, oggi come oggi, non è più una racchia come invece tale apparve nella saga di Harry Potter ma non può mettersi contro di me. Neppure con me, eh eh.

Perché lei è ricca e io no? No, perché preferisco Artemis Fowl ai maghetti di J. K. Rowling. Sono un tipo alla Kenneth Branagh. Uno che non starà mai con Emma Watson ma stette con Emma Thompson.

Ah, bella testa di cazzo quella Thompson. Non si lascia mai un uomo che conosce a memoria il Bardo nemmeno se, distrattamente, preso dal suo Amleto, dimentica una mattina di usare il dopobarba.

Diciamocela, Branagh non è uomo da sbarbine e Barbie. A proposito di De Niro, nel suo Frankenstein di Mary Shelley, riesce a resuscitare Helena Bonham Carter, altra sua ex compagna. Nella vita reale, però, la Carter lo lasciò e gli preferì Tim Burton, il regista di Frankeweenie. E ho detto tutto…

Sì, non è vero che le belle donne preferiscano gli uomini colti e letterati. Tim Burton è molto colto, certo, ma è anche molto brutto e freak. Sostanzialmente, Dumbo è la storia della sua vita.

Di mio, mi piace fare il Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo.

Con fare falotico, burlesco e impresentabile, entro in ogni aula, forse anche nell’aiuola di donne più belle di Marisa Tomei, indossando tutta la “palandrana” da uomo Russ Bufalino che, malgrado a prima vista, appaia piccino, non è neanche un picciotto, miei piccioncini.

A parte gli scherzi, no, non faccio parte dei Goodfellas e non sono un maniscalco come l’attore che incarnò, in The Irishman, Joe Gallo. Sì, Sebastian Maniscalco. Alle volte, faccio il bastian contrario e troppo la mano calco.

Eccedo in gigionerie, spingo troppo, caricando di recitazione da Al Pacino quasi insopportabile per via del suo sofisticato, sublime manierismo da attore navigato che esagera quando fa la parte dell’arrabbiato.

Di mio, come tutti, mangio le penne all’arrabbiata. Se le donne vogliono anche il formaggio grattugiato, non mi sento d’offrirlo loro. Sono una buona penna, non un’ottima forchetta. Seduta dinanzi a me, a tavola, potrebbe pure esserci una donna poco ochetta che fa la scarpetta con tanto di porchetta e chiunque, se non le dessi gratis una scaloppina al limone, mi scambierebbe per un affettato… ricchione poiché lei è stupenda ma la snobbai, preferendo da solo mangiare la salsiccia e un gustoso piatto di orecchiette.

Sono una cima… di rapa? Perché volete che sia una lasagna con la besciamella al ragù, miei ragazzi e ragazze? Quindi, stiano lontane da me le racchione, pure le bombe sexy e dunque le racchette. Non ho il gomito del tennista. Di mestiere faccio l’equilibrista. No, non sono un personaggio da circo ma, ogni santo giorno, non so però se sano, devo fare i salti mortali per non scivolare… sul bagnato? Sì, sulle bagnate scivolo invece eccome, eh già.

Lasciatemi avvinazzare e auto-celebrarmi, sì, divinizzarmi fra il vano, il faceto, tra un filmetto da guardare sul divanetto e la mia voce da Luca Ward di Gladiator.

Che volete da me? Volete che reciti le vostre poesie di Natale? Va bene. Date qua.

Miei polli Arena, m’accusaste d’aver fifa e di non andare molto a f… a.

Ma sono oramai nei campi elisi e non ascolto quella nevrotica della cantante Elisa. Basta anche con Giorgia, con Francesca Michielin, con le cazzate di J-Ax, con la Panicucci, i Fargetta e Tom Cruise con le sue frangette. Insomma, se volete dirmi che sono scemo, accomodatevi. Se volete dirmi la verità, non smentendo la vostra retrograda mentalità medioevale, sarei dovuto nascere nell’alto Medioevo. Appena metto piede fuori dal mio castello dorato, vedo che vi prendete solo a botte. Non siete molto elevati, sapete? Levatevi. Evviva il ponte levatoio!

In questo mondo, bisogna proteggersi nei castelli della Loira. Affogasse, nella sua vecchiaia, anche Sophia Loren. Sì, fu Miss Italia. Adesso, bando alle ciance e alle ciociare, è una strega. Ah ah. A voi piacciono donne come la Sophia che fu? E allora, come disse lei, accattatevelo/a!

Di mio, voglio essere Robin Hood, anche Robin nud’. Sì, il compagno di Batman. Robin è come Watson. Fornisce tutte le intuizioni più geniali ma i meriti se li prende sempre l’altro. Insomma, sono anche filantropo, mica solo Falotico. Voi invece rubate ai ricchi per dare ai poveri. Ma ebbe ragione Luc Merenda in Superfantozzi. Una volta che i poveri saranno ricchi, i ricchi diverranno poveri e allora, anziché ascoltare quel falso di Bryan Adams, è sempre meglio mettere su Hungry Heart di Bruce Springsteen. Ora, la notte si fa buia e lunga, miei pipistrelli. Non ho maggiordomi che mi servano e riveriscano. Non ho nessuna Catwoman che il pelo m’allisci(a), eppur come Joker striscio. Ah ah.

Su questa mia dolce, innocua, ennesima stronzata, ancora sparisco, forse sono solamente in bagno e piscio. Capisc’?

E Carmelo Bene, Anthony Hopkins? Grandi voci. Ora, devo andare. Scappo, forse anche scopo.

 

di Stefano Falotico

Anche questi Oscar ce li siamo tolti dalle palle. Trascurando Parasite, diciamocela, il film più bello dell’anno è/fu RICHARD JEWELL, ve lo dice Tarantino


10 Feb

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Come sapete, gli Oscar premiano i film dell’anno antecedente. Anzi, per esattezza, i film distribuiti nell’anno da poco terminato. Film che devono essere stati presentati in sala. Anche se in due sale. Con l’avvento di Netflix, tutto fu incasinato.

Così come alcuni film presentati ai festival in tempi decisamente anteriori rispetto alla loro (scarsissima) distribuzione in sala, vengono erroneamente classificati come usciti in sala in un certo anno quando, invero, furono già completati e mostrati parecchio tempo prima.

Sarebbe come dire… The Irishman è un film del 2019. Invero, no. Le riprese terminarono nel 2018 e di tale progetto se ne parlò dal lontano 2008.

Sarebbe parimenti come dire… Shakespeare realizzò i suoi capolavori letterari solamente giunto oltre la maggiore età. Grande balla, in verità vi dico che, alla pari di Mozart, William fu un genio dalla nascita.

Se avesse pubblicato Amleto a 8 anni, la madre l’avrebbe internato nel manicomio di Joker.

Eh sì, Shakespeare fu un mostro della letteratura. Mi pare giusto che William, da vera volpe inglese, volesse trascorrere l’infanzia, guardando C’era una volta a… Hollywood. Tempo per tragedie, appunto scespiriane come quella di Sharon Tate, ci sarebbe stato.

Quentin Tarantino invece è rimasto un bambinone col ciuccio. Ci sta, fa parte del personaggio.

Quest’uomo esteticamente impresentabile, la versione cartoonesca di Boris Karloff in Frankenstein che gigioneggia a tutto spiano nel pulp, credendo spesso di essere più cinico di Roman Polanski coi suoi magnifici, taglienti noir.

Quest’uomo forse più matto di Charles Manson ma che, a differenza dello scimunito Charles, canalizzò ogni sua frustrazione erotica, così come il suo Steve McQueen di C’era una volta a… Hollywood, il quale sbava indiscriminatamente e piuttosto schifosamente, spogliando con gli occhi Margot Robbie, ecco…, Quentin sublimò la sua adolescenza, da bugiardo, sfigato cronico come Mr. Orange/Tim Roth de Le iene e soprattutto come Tim Roth di Pulp Fiction, nel divinizzarsi, celebrando la venustà, non solo femminile bensì artistica, effeminandosi lui stesso nel consegnare al virile sex symbol per eccellenza, ovvero Brad Pitt, il ruolo di una vita da bella statuina. Ah ah.

Sì, Quentin Tarantino altri non fu in realtà che Stuntman Mike/Kurt Russell di A prova di morte redentosi, cioè un ex misogino incallito divenuto un feticista amante pure dei piedi callosi di Margaret Qualley.

Poiché, dopo aver celebrato nella sua videoteca anche degli scult volgarissimi con Alvaro Vitali, dopo essersi sepolto vivo fra pareti caliginose, trasformò genialmente la sua orribile presenza scenica da uomo odioso e ombroso, forse lombrosiano, per l’appunto fisicamente scalognato, insomma non certamente Brad Pitt o Leonardo DiCaprio, inventandosi un modo per scoparsi Uma Thurman in maniera dolcemente sfiziosa.

Quentin deve aver pensato a questo. Ora, di mio appaio come un mezzo burino alla John Travolta di Pulp Fiction, quindi con una figa così, se mi presentassi deciso e porco come Christoph Waltz di Bastardi senza gloria, farei la fine di David Carradine nel finale di Kill Bill 2.

Vediamo un po’ come posso cucinarmela. Ah, facilissimo. Le scrivo il ruolo della Sposa su misura. Cioè, se le dedicassi poesie d’amore leopardiane, aggraverei la mia situazione. Alle donne non interessano gli uomini romantici. Dicono di amare gli uomini che sanno amarle. Sì, solo se hanno i soldi. Devo dunque beatificarla, cucendole addosso la parte della stronza che forse non è così stronza come la dà a bere, leccare e vedere a tutti, no, come potrebbe apparire e come infatti è.

Lei interpreterà la parte di una troietta che, pur di fare la vita comoda, la diede al vecchietto coi soldi, il nababbo matusalemme tutto corrotto e lercio, David Carradine. Ma, essendo giovane, desiderò ancora divertirsi e non passare le serate a vedere le partite della Juventus, cosicché volle poi sposarsi un tipo da canzoni di James Blunt.

Bill le ammazzò il futuro marito nel giorno del matrimonio, compiendo una strage peggiore dell’eccidio di Cielo Drive.

Lei sopravvisse, lei è una con le palle, cazzo. Una che, sì, la diede a tutti per potersi permettere il lusso di pensare solamente a vendicarsi, anziché fare la sguattera sottopagata e dai più tamarri, durante i sabati sera in discoteca, sbattuta e tutta sudata, palpata, fottuta e inculata.

Lei, dopo esserseli scopati tutti, anzi, dopo che tutti la scoparono, sciupata eppur giammai davvero trombata, nell’anima e non solo in quella prosciugata, ebbe quindi una missione quasi politica, punitiva e reazionaria da portare avanti. Affinché sua figlia, in un mondo migliore senza figli di puttana, potesse avere davvero una villa ad Arcore. Sì, Uma Thurman di Kill Bill è in verità Maria Elena Boschi e Francesca Pascale. Ah ah.

Sì, da giovanissimo, le ragazze mi paragonarono a Luke Perry. Ma, come Rick Dalton, essendo troppo insicuro di me, non ebbi neppure il coraggio di fare il Revenant davvero. Sbandierai ai quattro venti che mi sarei atrocemente vendicato, in maniera machiavellica, di ogni Ed Harris di Snowpiercer. Sì, riuscii a liberarmi dalla morsa dell’iniqua, terrificante schiavitù psicofisica in cui i maiali mi costrinsero a esserenon essere… Al che, ebbi momenti di rabbia nei quali pensai perfino di diventare, più che una bestia salviniana, un adepto dei culti satanisti da Rosemary’s Baby.

Ma, dopo ponderate, sagge riflessioni, preferii essere un colto bibliotecario di libri preziosi, fra i quali i miei, come Johnny Depp de La nona porta.

Mi dissero che vissi addirittura in maniera parassitaria, ah, questi Mr. Wolf, pure di Wall Street.

Mi scompensarono psicologicamente e scesi le scale gerarchiche come Arthur Fleck, completamente ammattito. Sballato, gasato, completamente fuso. Sì, fu tutto un one man show per dare spettacolo. Un’innocua mia pantomima da burlesque, una mia sceneggiata da uomo apparentemente lupesco bensì burlesco, insomma un’esplosione di fuochi artificiali piuttosto fatui. Sì, per molto tempo mi raffreddai troppo e divenni un uomo, più che materialista, materico come Frank Sheeran/De Niro di The Irishman. Freddissimo, un ghiacciolo di granito.

Di mio, so che presto mi regalerò un’altra estate e succhierò la cannuccia, ficcandola in una granita. Sono un uomo realista, altro che nichilista. So che invece voi, poveri illusi, sognate di sposarvi Scarlett Johansson. Buona Storia di un matrimonio a tutti ma poi, ricordatevi, se come Adam Driver crollerete a pezzi, impazzirete e non riuscirete neppure più ad amare le “bambinate” dei film di Tarantino, saranno cazzi vostri.

Il film più bello, commovente e sincero dell’anno è/fu Richard Jewell. Parafrasando Marsellus Wallace: se vuoi dire che migliora con l’età, non è così.

Mi riferisco alla vita di molti di voi? Sì. Ora, se vogliamo dire che C’era una volta a… Hollywood sia il film più bello e maturo di Tarantino, non è così. Pulp Fiction rimane il suo film più autentico, Jackie Brown il più maturo e forse più bello.

Se invece vogliamo dire che è uno scandalo non avere candidato Clint Eastwood agli Oscar, è così.Quentin+Tarantino+92nd+Annual+Academy+Awards+iKpjcJGIardl

 

di Stefano Falotico

Stanotte, Joaquin Phoenix impugnerà la statuetta dell’Oscar per Joker e il Falò fu, ieri sera, assieme al Frusciante, incredibile! THE KING OF COMEDY!


10 Feb

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Be’, che dire? Questo Falotico non finirà mai di stupirvi. Indubbiamente, è un tipo alquanto irascibile che, se mal provocato, soprattutto ingiustamente, s’infervora e poi sembra che attacchi tutta la gente.

Sbraitando un po’ da deficiente poiché troppo ferito interiormente.

Rannicchiandosi nella spelonca delle sue ataviche tristezze. Ma il Falò sa meditare e non piange sul latte versato. Ma sì, fa niente. Al massimo, fu parzialmente scremato ma, come i migliori prodotti della Granarolo, non è mai a pecorino. No, a pecora.

Sebbene, spesso, possa apparire cieco e sardo, no, sordo… sa il fallo, no, fatto suo.

Egli birbanteggia, vive d’inaspettati magheggi e ama, a differenza di quelli che stanno sopra i carri di Viareggio, non indossare nessuna maschera carnevalesca. Egli è nudo e crudo, dunque appetibile e ritoccabile, altro che nel cervello tocco. E, in passato, mostrandosi in tutta la sua incolpevole, onesta nudità esistenzialistica, fu nella sua intima essenza snaturato e divenne psicologicamente ricattabile.

Insomma, fu maltrattato. Cosicché, frettolosamente sospettato di essere un diverso, lui stesso se ne persuase, dando retta a chi invece fu, è e, purtroppo per lui, diversamente abile rimarrà nel suo cervello limitato e giammai rinnovato.

Legato a schemi di vita antiquati e oramai sorpassati.

Il Falò spadroneggia, a volte ancora alza la cresta ma è una voce fuori dal corpo e dal suo core. Tant’è che possiede, se vuole, la stessa vocale rochezza di Stefano De Sando e del grande Giannini Giancarlo.

Soventemente, gioca troppo a fare il melanconico, anche il tipo che all’apparenza può sembrare da manicomio. Ma secondo me, sono di parte, ah ah, merita d’ora in poi ogni encomio.

Egli, infatti, tanti anni or sono, quando non poté autodeterminarsi e fu perda degli indagatori sguardi pusillanimi dei cosiddetti adulti della sua anima ingorda e dunque da costoro, ah, che impostori, bellamente lordata, emotivamente paralizzato da chi, arbitrariamente, ancora prima che potesse rinascere, decretò troppo sbrigativamente, con gratuite licenze, in merito all’essere nuovamente del suo futuro libero arbitrio concretizzatosi in mirabile carisma seducente, di sé stesso si stufò e nessuna donna stantuffò.

Cucinando soltanto lo stufato del suo credersi bollito prematuramente.

Eppure, questo Falò è un essere ancestrale inaspettato e dall’inaudita forza imprevista, egli di colpò il suo destino cambio e, con una robustissima mossa, sterzò la rotta poiché di troppe offese si ruppe. Quindi, con fare geniale, dopo tanta vita sgarrupata e scalognata, riprese magnificamente il volò e svoltò in maniera al(a)ta, sferzando pugni allo stomaco ai perbenisti ipocriti e ai finti moralisti, invero, questi sì… nell’anima corrotti e andati.

Il Falò è un corridore, un sapido provocatore, possiede una voce da doppiatore e non ha, esteticamente niente da invidiare sia a Joaquin Phoenix che a Johnny Depp. Che meravigliosi attori! Cioè, quando si cura e nell’anima non si rabbuia e oscura, per gli altri la vedo dura e saranno adesso questi qui a pigliare la fregatura, lasciando al Falò gustare ogni femminile confettura.

Stanotte, Phoenix vincerà l’Oscar. Mentre il Falò, ieri sera, fu al Mikasa Club di Bologna. Incontrò dal vivo Federico Frusciante. Sul quale il Falò però dissente in merito al valore, cinematografico e non, di Joker. Ma ci sta avere gusti diverso, no? Il mio discorso è democratico e non fa una piega.

Invece con Fede concorda sulla qualità invincibile di Tetsuo. Poiché, come disse Fede, siamo stanchi della gente cosiddetta “grande” che decide per noi come vivere alla grandissima. Ancora propinandoci Sanremo e con questa merda ammorbandoci. Disgustandoci con la retorica più stracca e con le loro vite, da tempo immemorabile, andate in vacca.

Il Falò non se la tira affatto. È ben cosciente, altroché, che la vita presenterà ancora tante batoste e inculate a raffica. Ma egli giammai si demoralizza.

That’s Life.

Insomma, diciamocela.

Questo è un comeback fenomenale.

 

di Stefano Falotico

re per una notte

Gli scrittori maledetti esistono ancora? Vivaddio, sì. E il Cinema, invece, scomparirà?


08 Feb

joker

Be’, io sono un tipo certamente difficile. Semplicemente, da tempo immemorabile, abbandonai le mie sacre spoglie per non concimarmi nella realtà giornaliera. Sono giullaresco. Ah, è nauseante il mondo (a)normale. Spuntano zoccole da ogni cantina e cooperativa sociale, i centri storici sono invasi da modelle palestrate che, pure in inverno inoltrato, mostrano la tartaruga in bella vista quando invero dovrebbero segregarsi vive e dare da mangiare al cane.

Queste sono donne che pensano solo al pesce e ancora credono all’oroscopo. Quello, che è Acquario, si sposerà con una Vergine?

Ma per piacere.

Eppure, baldanzose, anoressiche come acciughe, espressive come Nicolas Cage di Zandalee, cazzeggiano tutte in tiro, allupando gli sguardi vogliosi e bavosi dei maschi che, corteggiandole in modo sfacciatamente libidinoso, ardimentosi si riscaldano di voyeurismi focosi, scalmanandosi in branco al fine di concupire tali cagne in maniera lupesca e biecamente lussuriosa.

Sì, il mondo è oramai putrefatto, più sfatto di Alba Parietti. Donna bugiarda e infingarda, furba e sgambettante che, grazie alle sue scosciate epocali, mandò sulle montagne russe molti maschili o(r)moni dalle gambe corte.

Sì, l’uomo italiano medio è pinocchiesco. A differenza di Pinocchio, non gli si allunga il naso poiché, dopo una certa età, la cartilagine non si prolunga come la terza guerra della pugnetta, no, punica, terminata a Cartagine, bensì s’allunga qualcos’altro per le vag… e meno impudiche.

Ma cosa vagite? Ma che v’agitate? Siete uomini da porcile.

Sì, debbo ammettere di essere un duro, l’ultimo dei maschilisti. Nella mia biblioteca di cinofilo, no, da cinefilo, a fianco di capolavori come Arancia meccanica e il nuovissimo Steelbook di Joker, c’è un parterre, non so se de rois, sicuramente di bionde, rosse e more da far arrossire anche Woody Harrelson di The Walker. Ora, possiedo Control 4 con Brianna Beach e Filthy Family 09 con Kendra Lust. Gli altri posso regalarveli, sono già consumati. Accettate l’usato garantito e non di prima mano? Ah ah.

Non sto schizzando, no, scherzando, miei poveri bigotti e matti. Nel 2020, la dovremmo finire con le lauree, con gli allori, con Laura e pure con la Critica cinematografica vecchia da rincoglioniti impolverati.

Se vorrete tutta la vita ammirare Federico Fellini, cari miei vitelloni, io invece mi darò al “vitello tonnato”, godendo anche di molte donne sconsacrate. Mica come le acide. Sì, sono meglio le donne che non devono chiedere mai. Prendetele voi quelle che vi porteranno a Teatro. Semmai a farvi vedere Il malato immaginario. Cosicché, se già come mariti foste depressi poiché vostra moglie è più depressa di voi, completerete l’Opera con un ritornello tristarello andante, sinceramente andaste da un pezzo. In maniera auto-ficcante. Brillantissimi! Così è, non ci sono cazzi che tengano.

Per quanto riguarda i pazzi, avrei da illustrarvene. Tutti i pazzi sono coloro che, a differenza delle persone cosiddette normali, le quali non capiscono un cazzo, pensano a quella. Mi pare giusto.

A cosa dovrebbero pensare? A vincere l’Oscar? E una volta che l’avranno vinto? Se lo metteranno nel culo, appunto. Tanto, oggigiorno, non frega una beneamata minchia a nessuno dell’arte. Domani notte, Joaquin Phoenix vincerà. Da lunedì mattina, Rooney Mara scoperà un premio Oscar.

Quindi, pretenderà di più. Caro Gioacchino, andasti a cercartela. Auguri e figli maschi. Ah ah.

Ripeto, spolverate le belle statuine e tutte le principessine sul pisello. Fidatevi.

Le persone normali invece, essendo frustrate, pensano a curare i pazzi, sbattendoli nei centri di salute mentale. Sì, avrei da dirvene sulle psicologhe che si lasciarono imbottire dai pazienti più irrefrenabili.

Se i pazienti più surriscaldati davano alle dottoresse qualcosa per tirarle su, le dottoresse regalavano loro pure la dimissione psichiatrica dopo aver ricevuto tutta l’emissione da ragazzi non tanto nella testa cresciuti, quindi da reparto pediatrico, bensì molto sviluppati per il reparto geriatrico.

O no?

Donne che vivono di missioni, si capisce. Noi, figli della generazione di queste malate di mente assai frigide, patimmo offese delle più discriminatorie e castranti, cazzo.

Sì, soprattutto in Italia, se compri un film porno, ti dicono che devi lavorarci su e migliorare.

Perfetto, questo film, in effetti, non è il massimo. Compriamone un altro. Oh, qui c’è da lavorare tutta notte con una sola pausa caffè quando India Summer versa la schiuma del cappuccino.

No, onestamente non mi vedo sposato. Stare assieme a una rompiballe che vuole da te sempre che tu sia cazzuto e figo.

Ah, chi vinse Sanremo?

Be’, ancora non si sa.

Continuate a farvi le seghe sulle canzonette e sulle mezze calzette.

Vado a sfilare, ora, una calza.

Quindi, leccherò una donna gelata.

Voi, teste di cono, amate i ghiaccioli con le palline, no, praline?

No, è per chiedere.

 

di Stefano Falotico

 

JOKER di TODD PHILLIPS con JOAQUIN PHOENIX – Dal 6 Febbraio di nuovo al cinema e in Blu-ray & Dvd, mamma mia che rinascenza questo Falò!


06 Feb

joker happy face

Sì, sono indubbiamente un personaggio rinascimentale. Se abitassi nella Firenze degli artisti cullati dal mecenate Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, sarei già celebrato come Leonardo Da Vinci.

Sì, più che altro come Paolo Bonacelli di Non ci resta che piangere. Ah ah.

Sì, come Massimo Troisi e Roberto Benigni del succitato film, credetti che avrei avuto una vita modesta, cioè bella che già fritta, invece finii a Frittole nel quasi 1500 del mio essermi rinnovato e, di colpo, ringiovanito come se avessi attraversato uno Stargate quadridimensionale.

Sì, la mia mente da James Spader, più che altro da ex Spider di Cronenberg, uh uh, mi permette questo ed altro. Di essere, cioè, l’incarnazione del Tempo ritrovato di Proust e di guidare una macchina su giubbotto di Drive alla Ryan Gosling futurista più di Miami Vice.

Sì, patii calvari interminabili, mi stressai talmente tanto da diventare perfino quasi calvo.

Ma non ne feci una tragicommedia come La cantatrice calva di Eugène Ionesco. Poiché, essendo per natura autoironico, essere falotico, quindi stravagante e burlesco, trasformai il mio Aspettando Godot, più che altro finalmente di godermela, ah, questa vita puttana che tutti noi fotte e che, lungo il cammino, presentò, presenta e ancora presenterà molte dure fregature, in una filosofia esistenziale mai come oggi così sicura.

Sì, da circa un anno a questa parte, dopo essermi inabissato nelle notti più melanconiche, diciamocela, tragicomiche e quasi da manicomio, mi ributtai nella mischia. Io sono un fan pure dell’ex pornostar Brooks Mischa.

Sì, il mio fu un culo pazzesco migliore di quello di Mischa. Più che altro di (s)figa mai vista. Ah ah.

Sin dalla prima adolescenza, professandomi io un uomo amante di Taxi Driver, estraniandomi dal troiaio generale dei miei coetanei straniti, drogati, frivoli e certamente dementi, fui scambiato per un disadattato alla Travis Bickle e per un mammone col complesso di Edipo come Rupert Pupkin di Re per una notte.

Ma rinacqui come O’ Sole mio. Ah ah.

Sì, dopo tanto tempo da God’s lonely man, cioè da uomo solo e poco solare, più che altro da metafisico come Solaris, anziché arrendermi e cantare a vita Uomini soli dei Pooh, decisi di diventare un dio delle città e dell’immensità. Ah ah.

Portando la mente a un livello superiore della realtà. Ih ih.

Sì, da Principe della notte della mia Gotham City del cazzo, dopo aver scarrozzato tanti pagliacci per anni in lungo e in largo per Bologna ed essere stato preso per un mezzo handicappato, disgraziato, super sfigato tutto scassato e pure rompi-cazzo, durante un viaggio a Roma, avvenuto nei primi mesi del 2003, compresi dall’alto dei cieli di essere un illuminato.

Rivissi, ritornando a Roma, in pochissimi istanti quei gaudi amorosi della mia giovinezza smarritasi nella tetraggine più tenebrosa.

Improvvisamente, come Bradley Cooper di Limitless, riacquisii la vista e anche, di conseguenza, la vita.

Chi mi frequentò, non credendo al mio mutamento tanto repentino quanto incredibile, quando io provai a spiegare quello che successe e cosa provai, mi diede ancora di più del cretino e del provato. Ah ah.

Ancora qualcuno mi tormenta e, come un gufo, intimamente gode col suo pipistrello, sperando che io mi lamenti in mezzo a tante altre tormente, no, a miei atavici tormenti.

Ah, questo è solo un teppistello, un coglioncello a cui avrei da raccontarne davanti a un bicchiere di vino per confrontarmi con lui in merito ai nostri stupidi, reciproci duelli.

Gli narrerei di come mi sverginai ma lui, ottuso, ancora una volta non mi crederebbe e, se gli dicessi di chi mi oggi mi corteggia, di maggiore gelosia nel suo animo invidioso a morte, eh sì, creperebbe.

Oppure, piacevolmente sconvolto, assieme a me riderebbe a crepapelle.

Poiché That’s Life e la vita, fratelli della congrega, è ancora purtroppo lunga.

Lo prenderemo in quel posto numerosissime altre volte, avverranno altre svolte e c’illumineremo di nuovo come una lampadina di Alessandro Volta. Lo daremo a chi ce la dà ma l’importante è che come dice James Woods (o fu De Niro?) in C’era una volta in Americanoi siamo come il destino, chi va a star bene e chi va a prenderselo nel culo!

Sì, non so quante volte morii in vita mia. Quando pensai che fosse finita, cazzo, almeno mi sarei messo l’anima in pace, dio mi bussò a tarda notte e mi ricordò di essere lui.

Domenica notte, Joaquin Phoenix vincerà l’Oscar.

Entrerà nel mito. Come Brando Lee de Il corvo, come Marlon Brando di Fronte del porto, come Robert De Niro di Toro scatenato e forse come qualcun altro…

 

di Stefano Falotico

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