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Il Joker con Joaquin Phoenix sarà un monito contro la società odierna?


09 Feb

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Giunto alla mia età ho compreso che la vita migliore è quella immaginaria. Il resto è una zoccola

(Stefano Falotico, frase coniata ieri sera, 8 Febbraio 2019, da tramandare ai posteri).

Non lo so. In effetti, nonostante le mille voci che si sono rincorse, quel che in verità sappiamo, stando alle brevi ma incisive dichiarazioni di Todd Phillips, è che il film sarà appunto un pugno allo stomaco.

Non so se Phillips possieda la caratura necessaria per un pamphlet alla Arancia meccanica.

Quel che so, e sapete tutti, è che il film sarà ambientato negli anni ottanta, quando impazzò il rampante edonismo reaganiano. E che le atmosfere attingeranno al crepuscolarismo dark di Taxi Driver con echi potenti di Re per una notte.

E che vi sarà anche, appunto, Robert De Niro. Omaggiato, visti i due scorsesiani, illustri, succitati precedenti, dalla produzione. Non sappiamo ancora se Scorsese, così come inizialmente era stato annunciato, sarà accreditato come produttore o meno. Fatto sta che De Niro interpreta la parte di Murray Franklin, il conduttore di un talkshow notturno, frequentato da standup comedian di belle speranze.

Una sera come tante viene invitato in trasmissione lo sfigato Arthur Fleck. Giovane che crede di possedere un talento comico esorbitante. Ma Franklin lo deriderà pubblicamente. Lo distruggerà in diretta, infliggendogli un’umiliazione colossale.

Al che, il bravo ragazzo Fleck, macellato da quest’affronto ignobile, anziché frequentare uno psicologo, ché tanto non gli servirebbe a nulla, appunto, diverrà il Principe del crimine.

Capendo forse che i criminali non hanno tutti i torti a essersi schierati dalla parte del male.

Perché la società contemporanea, improntata sul culto dell’apparenza, della facile, marchettara maschera sociale, non fa sconti a chi non si adegua ai propri sballati, distorsivi canoni “educativi”. Anzi, infierisce colpo su colpo, continuando imperterrita a ridere di “gusto”.

Perpetrando emarginazioni a man bassa con scriteriata superficialità immonda.

In effetti, riflettiamo bene. Ponderiamo.

Fleck, scalognato, con un sacco di traumi alle spalle, con enorme ingenuità si dà al mondo dello spettacolo. Per cercare candidamente la sua collocazione.

Ma riceve un’altra punizione tonante.

A quel punto, quali altre scelte poteva avere, essendogli state precluse tutte le oneste strade?

Poteva, come detto, entrare in qualche cura riabilitativa e farsi prendere per il culo da psichiatri che hanno cinque attici a New York, i quali l’avrebbero trattato con compassionevole, finta creanza, consigliandogli di leggere filosofia orientale e brindare, nel miserere, alla vita quotidiana. E prenderla così!

Wow! Che vita ecceziunale veramente!

Semmai facendosi assistere da una di queste losche figure chiamate tutor che l’avrebbero indirizzato, oddio sto morendo, a un inserimento lavorativo squallidissimo. Ove il nostro Fleck si sarebbe svegliato al canto del gallo, avrebbe fatto colazione col Mulino Bianco, avrebbe timbrato il cartellino da sottopagato, avrebbe poi rincasato totalmente annichilito nell’amor proprio, si sarebbe collegato a un sito porno e avrebbe smanettato di brutto su Chanel Preston e compagnia bella! Vai, uomo duro!

Dimenticando l’arte, la poesia perché la società ora l’ha istruito a parametri sanissimi, serissimi, certamente, di “normalità” e produttività! Di efficienza, probabilmente solo di deficienza!

Questo è il mondo che avete creato, d’altronde.

Anche se onestamente devo confessarvi che ho vari Blu-ray con Chanel Preston. Tutti di ottima fattura e confettura. Sì, un culo notevole. Da prendere a schiaffi. Da inchiappettare senza badare a spese!

Come la batosta immane che vi siete meritati.

Cosa voglio dire con questo? Che dovremmo diventare criminali per combattere un sistema ottuso e ipocrita?

No, ma non possiamo neanche accettare un sistema idiota e ridere e ballare, facendo finta che il mondo sia davvero un posto meraviglioso.

Perché non lo è.

Io l’avevo già capito a tredici anni.

Infatti, nonostante tutto, Taxi Driver rimane il mio film preferito.

Sì, tanto la gente non cambia. Se ha fatto una porcata una volta, la rifarà ancora. E ancora e ancora, ad libitum. Perché si diverte da matti nel sadismo più trito e ritrito. E si sbellica.

Soltanto quando implacabile gli casca addosso un macigno, ci arriva…

Sì, dovete immaginare uno di questi tipi tronfi. Che se n’è sempre fregato altezzosamente di tutti. Pigliava per il culo i muti, gli omosessuali, i neri, i barboni, persino i professori.

Perché tanto per lui l’importante era il fine che giustificava il mezzo. Soprattutto quello che aveva in mezzo alle cosce! Giungere cioè a una certa età coi requisiti formali per sistemarsi e fare quel cazzo che voleva da mattina a sera.

Ma a un certo punto, ops, il piano regolatore ha subito un tragico collasso.

E dovete ora vederlo senza più amici poiché li ha traditi tutti, con genitori vecchi che non lo possono più difendere e nessuno che gli presti fede.

Che tristezza, vero, campione?

Come dicevi? Because you’re a mistake, drown, believe me.

Appunto.

L’unica cosa che ti rimane son tre zoccole che ancora leccano…, ammazza che schifezza, e uno scimunito più cretino di te che t’asseconda in ogni altra tua residua nefandezza.

Sai che bellezza…

Davvero una “rockstar”.

Potremmo candidarlo come re di Roma. No?

Benvenuto nel mondo reale, nostro principe “regale”.

Fa male? Povero ritardato?

di Stefano Falotico

Back to the Future: non tutti possono essere tre personaggi incredibili, Superman, Fonzie e il Joker, io sì, e non avete incastrato nessun Roger Rabbit


04 Jan

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Sì, diciamocelo, senza peli sulla lingua. Vero, signora? Lei che, come sosteneva Andrea Roncato, di “peluche” se ne intende. E tutto, fra i suoi eccitati tendini, dietro le tendine, lo (s)tende. Sì, lo so, lei è una donna a luci rosse, una lucciola insomma. E, quando la luce di una vita armoniosamente romantica scende, allora la signora diventa una lupa mannara e inserisce annunci per cuori solitari come Ellen Barkin di Seduzione pericolosa. E, nella sua periferia degradata, sgattaiola dall’uscio di casa e sui viali lascia entrare uomini rabbiosi a sfogarsi in lei in ardimentosi amplessi schifosi per l’apoteosi di una vita andata a puttane e oramai logorata. Ché, il mattino dopo, si consola con le canzoncine alla radio, scopando a terra e stirando i panni sporchi. Tirandosela dopo averne tirati!

Ah, via da me, donna di malaffare.

Lo so, sono un uomo molto invidiato perché, da tempo immemorabile, vivo per i cazzi miei, solleticando il giorno con leggerezza inaudita, sorseggiando caffè macchiati caldi mentre molti di voi si affannano dietro una vita freneticamente spregevole. Dannandovi come dei maiali scannati a inseguire donne e sogni, io vi dico, frutto soltanto delle vostre fantasie da frustrati.

Sì, nella mia vita ho incontrato molti grilli parlanti ma del grilletto femminile io son maestro e perché accontentarmi solamente di Jessica, sciupata, corrosa adesso da troppi cinici, villani corteggiatori animaleschi che hanno corrotto la sua pura beltà adamantina, quando posso darmi anche a Jennifer?

Sì, chi si accontenta gode? Così così… cantava il Liga, uomo più bovaro di Russell Crowe ma che indubbiamente in questo pezzo, e non solo di (s)figa, aveva visto giusto.

Come d’altronde il Falotico, uomo nottambulo e insonne che s’incunea vigoroso in tante sode grazie armoniche, cantando loro quest’album di Bruce Springsteen fra un “tunnel” e l’altro.

Il Falotico, soltanto aggrottando la fronte con accigliato sex appeal imbattibile e sfrontato, penetra in tutte le grotte più arroventate e la notte si fa così… bollente in queste soddisfatte donne che, al risveglio, risplendono di vivaci, rosee gote floride e ancor di me frementi e brucianti.

Il Falotico riempie i buchi… delle vostre esistenze, nuotando sott’acqua con far ardente. Se n’addentra e lo addentano ma deve star comunque attento, nonostante in mezzo alle gambe stia sempre sull’attenti.

Le donne mi cercano, mi bramano, io riscuoto i loro favori grazie alla mia indubbia, invincibile, tenace intelligenza vorace.

I giudici sospettosi come quello di Mio cugino Vincenzo tentano, disperatamente, di carpire il segreto del mio aver successo, mi mettono perennemente il bastone tra le ruote, eppure le mie Marisa Tomei infil(z)ano il mio bastoncino da qualche altra parte, roteando in amplessi ginnici e poi ridendo di tanto sapore fottuto a lor mio (lor)dato godimento come Mona Lisa…, donna ridente, enorme passera stupefacente che però, nel vestire, è di dubbio gusto da tamarra leggermente, volgarmente troppo urlante. Eppure le sono ululante, ugualmente.

Sì, Mona Lisa Vito, la mia Marisa, con me s’avvitò in giochi spassosi e quindi, stappato che ebbe, eccome se crebbe e schizzò, il mio spumante, brindò alla vita! Entusiasta e sfavillante!

Sì, io sono come Superman/Christopher Reeve. Quando tutti gli idioti pensano di avermi superato con le loro menti da macchine luccicanti, io son già arrivato e li saluto con strafottenza bestiale e sorriso smagliante.

Non ho mai avuto bisogno d’istituzionalizzare il mio sapere perché, come Vincenzo e come Arthur Fonzarelli, il mio carisma è tutto farina del mio sacco… non ho molti liquidi in tasca ma insaccherò e inzacchererò a iosa tante rose perché, dalla scrotale sacca, densamente liquido è eccitante, fuoriuscente in brividi orgasmici altisonanti e di enorme tatto piccante so il fallo mio in altri diletti piluccanti.

E, allo spuntar del sole nel calar sempre più triste delle vostre insopprimibili tenebre, io ancor più m’indurisco quando serve e le donne me lo inteneriscono quando, colante e giammai calante, giustamente s’ammoscia esausto per poi ripartire in quinta di altro essere magnificamente “brillante”. Mi dispiace per Biff Tannen, io coi miei libri volto alto come Marty McFly e lui al solito ha rimediato una figura da demente. Roba che nemmeno Forrest Gump.

Ammazza che deficiente.

Questa è la mia vita.

E che sia, come dico io, sc(r)osciante.

Insomma, Falotico è scrittore, poeta e strepitoso amante e, se qualcuno è geloso perché, a differenza di me deve spaccarsi la schiena e ne inventa di cotte e di crude sul mio conto per demoralizzarmi, lo prenderà in culo.

Ancora, ancora e ancora. In modo esponenzialmente meraviglioso!

Che idolo! A suo dire vedeva sempre oltre.

Abbiamo visto. Ah ah.

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di Stefano Falotico

Once Upon a Time in Hollywood nel 2019


01 Jan

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Buon anno di Cinema, i film da me più attesi di questo 2019

Ebbene, siamo nel 2019.

Basta!

Ieri avete festeggiato, stappando lo spumante con quegli ignorantoni della RAI e i loro balletti.

Basta con queste festicciole, con questi trenini, con questa gente borghese che aspetta la mezzanotte per celebrare la ripetizione dei loro patetismi e le loro lasagne alla bolognese. Che lagna!

Questi microcefali che, dopo un anno di un lavoro da loro odiato, di frustrazioni mal digerite, di pasticche contro la depressione, di angosce piccolo-borghesi, di futilità e canzonette da mezze calzette, dopo i loro buonismi consolatori, le loro ipocrisie dolciastre, i loro assistenzialismi, le stampelle di psicologi che hanno tentato di sanarli dal loro disfacimento e imputridimento esistenziale, spronandoli a svuotarli di più e a raggirarli con menzogne del tipo… sì, sei disoccupato, non hai un soldo in tasca ma, dai, balla, la vita è bella, vedrai che il peggio è già passato, ora goditela. Finito il ballo da paese dei balocchi, stai comunque in occhio. Su, pinocchietto.

Come no… e dal 2 Gennaio, dopo l’euforia del cenone, il panone classico, lo zampone e altre frivolezze porcellesche, si riparte con la cantilena dei loro casi umani agghiaccianti. Urlatori morti di figa che, pur di ricevere un po’ di affetto e calore, si fanno “amiche” donne di dubbio gusto, donne di malaffare che allevieranno per quindici minuti di eiaculazione precoce i loro patemi da uomini arrivati… al capolinea.

Basta con le retoriche di quelli di Sinistra. Che fanno la guerra a quelli di Destra, definendoli fascisti solo perché sono indubbiamente più sexy di loro.

Basta col novanta per cento del Cinema italiano. Non è esterofilia di accatto la mia, bensì la presa sempre più maggiore di coscienza che, dopo i fasti di Sergio Leone e di qualche altro coraggioso con le palle, il nostro Cinema è sempre imprigionato, schiacciato, asfissiato da storie di amori insulsi da C’è posta per te, da isterici, patetici piagnistei, da storie di papa re e omosessuali col loro orgoglio del cazzo.

Basta, vivete la vostra sessualità senza sbandierarla ai quattro venti. Abbiamo capito. Basta che vi facciate i cazzi vostri e io me ne sto a gustarmi un film di Bergman. Accoppiatevi, trombate, fatevi trombare, basta… che non mi scassiate i coglioni.

Basta con De Sica e Boldi, con Pieraccioni e altri vari cazzoni, con Paola Cortellesi e con le finte cortesie, con Amendola e figli d’arte che di artistico hanno solo il cognome. Come Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi che io vedrei bene all’ippodromo.

Basta con Genovese e anche con la menata del ponte di Genova. È crollato, è stata una tragedia. Va ricostruito ma non nascondetevi, sampdoriani, dietro questo alibi per celare la verità. Siete invidiosi delle gran fighe che si scopa Fabio Quagliarella e allora, spacciandovi per ingegneri sociali, dimenticate le vostre impotenze dietro le sovrastrutture del ponte… soprattutto della vostra arcata gengivale oramai corrosa da troppi cibi avariati.

Basta anche con Sorrentino Paolo. Del quale, quest’anno, vedremo The New Pope. Per fortuna c’è John Malkovich, uno dei pochi uomini che stimo assieme al mio edicolante. Entrambi hanno la faccia da pazzo, John non è affatto pazzo, è un genio, il mio edicolante invece mi fa risparmiare e mi regala anche alcune riviste “proibite”.

 

 

Sì, in Italia, appena non riuscite a fronteggiare il vostro soccombere quotidiano, ecco che vi affidate alla religione cristiana da voi distorta, ove Dio lo modellate a immagine e somiglianza delle vostre disgrazie giornaliere. Sì, mia moglie non me la dà più, il lavoro scarseggia, hanno aumentato il prezzo della benzina ma Papa Francesco com’è umano!

Bene, mandata a fanculo quest’Italietta con le sue piaggerie, mando pure a fanculo la solita stronza a cui ieri sera ho mandato una poesia d’amore e lei, come quasi tutti voi, involgariti da questo cinismo osceno, mi ha risposto in questi esatti termini da donna di “classe”: Da donna “moderna”.

Grazie Stefano.

Davvero bella e lodabile, pura e non lordabile la tua poesia godibile. Comprendo che hai subito una certa fascinazione nei riguardi della sottoscritta. Ne sono lusingata. A quale donna non farebbe piacere essere corteggiata come in un romanzo bretone?

Sei un ragazzo di valore che crede ancora nei valori, un romantico amabile, ti ho pensato quando, appena scoccata la mezzanotte, un troione, che ho incontrato tre minuti prima dello champagne, ha brindato frizzante nella mia figa già euforicamente artificiale che, come un fuoco scoppiato, ha adorato che lui, al pari di una bomba napoletana, facesse il botto vulcanico nella mia castagnetta pirotecnica.

Sì, Stefano, ti ho pensato quando, ubriaca fradicia e sciupata in questa notte cazzeggiante appena trascorsa, molto da orsa, mi son bagnata come una spugna e, drogata marcia, ho vomitato tutta la mia vita da troietta lercia. Sì, la mia vita è andata un po’ a puttane ma mi faccio quattro risate con Lercio…

Ti ringrazio, ti amo.

Adesso devo tornare a cagare.

 

Ho detto tutto…

Dopo questa introduzione… soprattutto in tal donna discutibile che tanti ne introduce, passiamo a cosce, no, cose serie.

Ecco i film da me più attesi del 2019.

The Mule di Clint Eastwood. Il canto del cigno attoriale di Clint doveva rimanere Gran Torino. The Mule non credo che sia un capolavoro. Un buon film, almeno lo spero.

Comunque, Clint è stato il re dei film ambientati nel vecchio West. Adesso, scopriamo che la sua ex moglie era Dianne Wiest.

Nel film c’è anche Andy Garcia. Uno che fu un mezzo sex symbol latinoamericano da Black Rain e Affari sporchi e ha girato poi la pubblicità dell’Amaro Averna.

Ho detto tutto.

Quindi, rimanendo in atmosfere eastwoodiane e leoniane, Once Upon a Time in Hollywood. Secondo me, dopo quella cagata di The Hateful Eight, Tarantino non deve farsi più vedere. Adesso Quentin rischia grosso. Con una storia che vorrebbe essere appunto un omaggio a Leone ma col sotto-testo di Charles Manson e Margot Robbie che assomiglia a Sharon Tate quanto io sono Brad Pitt che vorrebbe scoparsi Sharon Stone.

Mah, vedremo. Mi auguro che sia un capolavoro. Anche se l’ombra della pacchianata è dietro l’angolo.

Joker di Todd Phillips. Praticamente Taxi Driver e Re per una notte che incontrano quel matto di Joaquin Phoenix che, a causa di De Niro, diventa il principe del crimine.

Io, invece, a causa del mio amore per De Niro, gli ho dedicato un libro monografico. Ognuno fa delle sue esperienze, belle o brutte, quello che vuole a seconda della sua intelligenza.

The Irishman di Martin Scorsese. Sapete che mi stanno sorgendo dei dubbi? De Niro, sempre a proposito di lui, mi pare veramente bolso, considerando le immagini scattategli sul set. Insomma, non ha più forse lo stesso carisma che sfoderava in Cape Fear.

Ma, tornando ancora a Leone, il grande Marty potrebbe aver girato il suo C’era una volta in America ai tempi di Jimmy Hoffa, col coppoliano Al Pacino.

Ad Astra di James Gray. Sì, Sara, la mia ex amica delle scuole medie, commessa ora della Coop orgogliosa di amare Vasco Rossi e la sua Jenny è pazza, amava I Cavalieri dello Zodiaco sognando il principe azzurro, cioè Brad Pitt di Vento di passioni. Ogni mattina, leggeva l’oroscopo. Una Vergine adoratrice dei maschi nati nel segno del capricorno ma, da Brad Pitt, passò al suo emulo corvino, Benicio Del Toro.

Ogni mattina, leggeva cose di questo tipo, consolatrici della sua frustrata topa: credici, il futuro sarà stellare, questa è la settimana della svolta. Sì, svolterai per un’altra vi(t)a e sarà un vicolo cieco.

Basta fare retromarcia e andare avanti…

Comunque, chi si accontenta gode, cara. Perché pretendere un uomo inarrivabile come Brad Pitt quando puoi avere, a proposito di James Gray e del Joker, Joaquin Phoenix di Two Lovers?

Insomma, scendi dalle nuvole e pigliati uno sfigato medio.

 

Chi credo di essere? Io non sono nessuno.

Forse, sono Matt Damon di Rounders.

Gli stronzi alla Teddy KGB si fanno delle gran risate, pensando di avermi coglionato, io aspetto, aspetto, non dico una PAROLA e alla fine ci rimangono con un palmo di naso.

O forse sono Ralph Macchio di questa scena. Il Cinema è Momenti di gloria.

Sì, m’infantilizzo spesso, sono un Joker-ellone.

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di Stefano Falotico

Joker: analisi di un uomo che, dopo aver visto Taxi Driver ed essere stato ipnotizzato nel late night show di De Niro, divenne un genio rovinato


10 Dec

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"Rocky". Im Bild: Sylvester Stallone (Rocky). SENDUNG: ORF1, SO, 15.05.2005, 00:30 UHR. - Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

Bene, cazzo. Devo farmi bello. Mi aspetta il re dei talkshow, Murray Franlin. Un bel pezzo d’uomo questo qui. Irriverente come David Letterman, sadico come Jay Leno, sfrontato come Billy Crystal, simpatico come Jimmy Fallon, stronzo come De Niro, appunto, di Voglia di ricominciare.

Sì, è un tipo alla Maurizio Costanzo. Su per giù, come età ci siamo. Frankin, e non è Aretha, è un po’ più giovane, sì, assomiglia Bill Murray di Lost in Translation. Un uomo disilluso dalla vita che si diverte a prendere per il culo le giovinezze a farsi per acclarare se hanno i coglioni per resistere a questo mondo cinico e stronzissimo. Un cuore d’oro, sostanzialmente, un bastardo come pochi.

Due mesi fa, gli scrissi, chiedendo se cortesemente poteva invitarmi in trasmissione, dedicandomi la seconda serata. Dopo un’accurata selezione, dopo aver compilato una sorta di modulo d’iscrizione, quelli del programma mi hanno scelto. Invero, son stato abbastanza banale nel rispondere alle loro domande, inserendo crocette un po’ a casaccio. Ma ho allegato loro anche la foto della mia faccia di culo. Devono esserne stati immediatamente colpiti come Paolo sulla via di Damasco. Folgorati dai miei occhi stralunati. Mah, di mio so che mi piace il tabasco e anche il tabacco. Ma questi devono esseri rimasti impressionati dalle fattezze del mio volto, inquieto e inquietante, con un’espressione da uomo ammosciatosi per colpa di troppe fregature, come dice Wizard/Peter Boyle di Taxi Driver.

Sì, tutto il mio disagio esistenziale deve essere partito da questo film. La storia della mia vita, di una battagliera anima contradditoria che zigzaga nella notte, da straniero irredento e insonne.

Per me questo film è stato un’illuminazione. Come un fulmine a ciel sereno. Anzi, avevo solo tredici anni e già meditavo profondamente al suicidio. Quelli della mia età so che mi avrebbero per sempre rotto i coglioni e preferii divenire un licantropo, un lupo solitario. Precocemente nauseato da tutte quelle coetanee scorribande frivole, con le loro fighette del cazzo. Di solito, i cinquantenni fanno così. Io a tredici anni avevo già deciso di farmi le seghe.

Ero un Dracula in erba, anzi, puberale in pieno delirio adolescenziale.

Comunque sia, hanno accettato, come vi ho detto, il mio autoinvito e stasera Murray mi aspetta per testare veramente, dal vivo, se sono il più grande fan di De Niro del globo terrestre, come io affermo da tempo immemorabile.

Mi hanno riferito che Murray mi sottoporrà un quiz e, se non risponderò esattamente a ogni domanda, se sgarrerò di una sola risposta, mi daranno il reddito di cittadinanza a vita, declassandomi fra i matti e i rincoglioniti inguaribili che abbisognano di un sussidio perché oramai irreversibilmente estromessi dalla società che conta.

Uhm, non si prospetta un bel futuro, cazzo. Fratelli miei, chi arriva a chiedere il reddito di cittadinanza, significa che è un uomo devastato. Totalmente invalidato da troppe inchiappettate e, anziché spararsi in testa, tira a campare coi soldi dello Stato perché purtroppo non gliela fa. E, se vede Amy Adams nuda, preferisce sdraiarsi a letto e massaggiare il lembo del cuscino. Oh, quest’Amy qui lo farebbe diventare duro anche a Santo Stefano, il più grande martire della storia.

Ecco, è finita la trasmissione. Mi hanno già consegnato la ricevuta da firmare e francobollare in cui dichiaro che sono fottuto. E, per compassione, mi elargiranno appunto il reddito di cittadinanza nell’attesa che mi tolga quanto prima dalle palle. Semmai gettandomi dal decimo piano del Boscolo Hotel, qui a Bologna.

Sì, tanto quelli col reddito di cittadinanza, che cazzo campano a fare? Per andare alla merceria e corteggiare la commessa super racchia che indossa le calze della nonna? E per guardare le partire di Calcio, con sottofondo la musica di Nek e Lascia che io sia?

Il tuo brivido più grande?! Agghiacciante, meglio farsi prete che credere alle sdolcinate patetiche di Filippo Neviani.

E tutto questo perché, alla domanda di Murray, su quale sia stato il direttore della fotografia de La notte e la città, anziché rispondere Tak Fujimoto, ho risposto Ryuichi Sakamoto.

Good night and good luck.

Nel 1976, comunque, agli Oscar vinse Rocky. Taxi Driver è un film cinematograficamente superiore.

Ma questa scena è indimenticabile.

di Stefano Falotico

Le riprese del Joker con Phoenix sono terminate: ecco l’ultima foto dal set di effetto blu notte


04 Dec

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Sì, le riprese di Joker sono finite così come sono finite, per fortuna, molte delle vostre vite. Finalmente, dopo un’intera vostra esistenza passata a lamentarvi, avete compreso in un attimo di lucidità imbarazzante che siete giunti al capolinea.

Giunti che siete a tale conclusione, per un attimo pensaste di non suicidarvi. Semmai noleggiandovi un film scacciapensieri con un’ottima passerona che, per trenta secondi, sì, tanto non durate di più, vi ha rallegrato di una masturbazione lievissima. Tale che, in quel mezzo minuto da uomini minutissimi, credeste davvero che la vita è bella e la vostra condizione umana fosse migliorabile. No, è stato solo uno zampillo, un’esplosione… momentanea, un istante abbastanza breve di gioia e fazzoletto sporcato.

Invero, dopo esservi puliti in bagno, vi siete specchiati, ancor più consapevoli della vostra pochezza.

Al che, accendeste Facebook in cerca di quelle frasi consolatorie che vanno tanto di moda, del tipo: se pensi di essere stato sminuito, tirati su, tira fuori le palle, fottitene, è il momento di essere Mel Gibson di Braveheart.

Oppure, sì, nella vita hai subito batoste devastanti ma ricorda che a fine del prossimo anno uscirà nei cinema Rambo 5. No, non è ancora arrivato il tempo di morire. Venderemo cara la pelle e le palle.

O frasi da donnette del circolo del cucito: ricorda che lui tornerà da te perché solo tu sapevi farlo ridere e gli preparavi un buon risotto con le patate…

Sì, tutti sanno che Babbo Natale viene solo una volta all’anno. Cazzo, per gli altri 364 giorni, con l’eccezione del bisestile, manco si tira una sega. Roba che il Dalai Lama, in confronto, è un pervertito.

Sì, nella mia vita, fratelli e sorelle, ne ho viste tante… ragazzi che studiavano al Classico e resero ricco Valerio Massimo Manfredi. Perché erano convinti che sarebbero passati alla Storia.

Oggi, coscienti che non saranno mai Alessandro Magno, sono depressi e bulimici. Magnano come dei porci di Roma con tanto di macedonia!

Mezz’ora fa, son stato al bar. Sono entrati una nonna tanto simpatica e suo nipote di forse dodici anni.

E ho pensato: beati loro, questa ha già un piede nella fossa, il ragazzino invece ha ancora cinque sei anni per poter essere spensierato. Poi capirà che dovrà andare dal gastroenterologo.

Eh sì, il mio condominio è pieno di fegati amari.

Oggi, hanno recapitato a ogni singolo condomino le tasse appunto condominiali. È stato un delirio. Il signor Lucchi, uno dei miei vicini di casa, quello che nel mio video su Basic Instinct bussa contro il muro, chiedendomi di abbassare il “volume” della registrazione, ha avuto un mezzo infarto quando, aprendo la ricevuta, ha letto la cifra da pagare.

Ora, vi racconto questa. Sì, non sono un grande appassionato della Serie A. Ma non ho bisogno di essere abbonato a Sky per sapere quando il Bologna ha fatto goal. Se il sabato, in caso dell’anticipo, o la domenica il signor Lucchi urla come un dannato, significa che il Bologna sta vincendo. Se poi l’urlo diventa come quello di Tarzan, capisco che la partita è finita e il Bologna ha vinto.

Sì, sua figlia non stava messa molto meglio. Mi ricordo che, moltissimi anni fa, saranno state le tre di notte… ero lì che mi stavo dolcemente masturbando su Patricia Arquette di Strade perdute. Quando, al culmine della mia eccitazione, nella scena in cui Patriciona, di tette abnormi nel deserto, si mostra totalmente ignuda con tanto di effetto lynchiano, sono tremate le pareti. No, non fu il terremoto ma il peto ciclopico della figlia del Lucchi. Che, durante la dormita, l’aveva mollata di brutto.

Sì, non riuscii a reprimere l’eiaculazione galoppante e, per lo smottamento dovuto alla flatulenza frastornante, mi tagliai la cappella con l’unghia del pollice tutta spappolante. Ah, che orgasmo. Da film horror demenziale.

Nonostante il dolore tremendo, roba da Ben Stiller di Tutti pazzi per Mary, tutto tornò al suo posto. E il mio glande si riparò in un paio di giorni con tanto di pene alla penicillina.

Invece la figlia del Lucchi è passata dalle scoregge alle lavande gastriche. Eh sì, fa le seratine…

Insomma, la faccia di culo è questa: o l’accettate com’è o son cazzi vostri.

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di Stefano Falotico

Parla il Joker: il mio problema è sempre stato Excalibur di John Boorman e sua figlia Katrine


23 Nov

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Sì, Travis Bickle/De Niro in Taxi Driver proietta sul candidato alle presidenziali Palantine tutte le sue rivalse verso la società. Una società che in verità non l’ha escluso, è stato lui a estromettersene. Perché così gli tirava. Gli tira per Cybill Shepherd ma poi fa il buon pastore, dopo averla portata a vedere un porno. Un bel tipo, davvero, un topo straordinario. Un essere che vive nei sotterranei delle sue ansie, respira la notte e dimagrisce a vista d’occhio. Catalizzando il suo malessere nel covo del pappone Keitel.

Io invece, dopo lunghe e inesauste riflessioni, addebito a Katrine Boorman di Excalibur l’inizio di ogni mio incurabile turbamento sessuale.

Era un pomeriggio assolato di millenni or sono, quando la mia vita giaceva ancora nell’infantile spensieratezza. Al che, mi ricordo che amavo molto La spada nella roccia. Lo confidai a mio zio. Che mi disse:

– Ragazzo, è ora di crescere. Devi guardare la versione più matura del mito di Artù.

 

Cosicché, mio zio andò a pescare la VHS di Excalibur, persa nel mare delle sue cianfrusaglie. E continuò col predicozzo:

– Ah, all’Istituto Tecnico per periti industriali io non perii nei calcoli trigonometrici ma vivificavo la mia fantasia, leggendo Materia di Bretagna. Sì, quei bei romanzoni bretoni che poi, una volta che sarei morto, avrebbero preso a modello per Il trono di spade. Un giorno lassù, dall’alto dei cieli, quando iddio mi avrà perdonato per aver lasciato mia moglie e mio figlio (cioè mio cugino), mi gusterò questi cappa e spada, assolto da ogni mio infimo e turpe peccato. Brindando di baccanali e festini pagani come Uther Pendragon e il Duca. Intanto, mi bevo la Sambuca!

Sì, ora Stefano ti mostro una scena che sarà d’iniziazione propiziatoria, forse anche masturbatoria, per la tua pubertà in erba. Lo so, lo vedo dal tuo viso un po’ brufoloso, scalpiti per conoscere ciò che c’è oltre le favole della Disney.

Allora ti mostrerò la fava di Gabriel Byrne, coperta dall’armatura che, grazie al bieco sortilegio di Merlino, si conficcò violenta in quella figa stupenda d’Igrayne. Che ficcata! Che figata!

– Ehi zio, che cazzo stai facendo? Non sono pronto per queste porcate.

– Lo sei eccome. Beccati questa scena. Stai vedendo? Ecco che Gabriel Byrne entra di soppiatto nell’antro del Duca e, mentre il Duca vien conficcato, appunto, dai nemici in guerra, Byrne lo ficca alla sua bella, grufolando maialescamente in modo ignominioso… vieni Igrayne, argh, argh.

– Zio, questo mi sembra un porno camuffato da film d’autore storico-fiabesco. Ma, soprattutto, perché Uther voleva che Igrayne venisse subito? Non è meglio tardare il più possibile l’orgasmo?

– E che ne sai tu dei porno? E degli orgasmi?

– Io sono Morgana.

 

Ecco, dopo questa stronzata, sì, credo comunque che quella scena così spudoratamente abietta nei confronti della povera Katrine, usata a mo’ di statuina stuprata, una scena girata da suo padre (!) John, altro che Dario Argento e sua figlia Asia, mi abbia sconvolto a livello inconscio. Non era ancora l’età giusta per saper che un uomo infingardo e malevolo potesse incunearsi nelle cosce di una donna tanto angelica con far spregevole e irruentemente spingente.

Ciò provocò un precoce invogliamento scombussolato dei miei ormoni impazziti. E compresi, da solo, il potere magico della masturbazione.

Sì, tornato che fui a casa, senza genitori che mi rompessero le palle, cominciai a emulare Uther sul divano, strofinandomi bellamente su quella morbida e carezzevole pelle, immaginando che fosse la magnifica Katrine. Lo strofinamento durò sinché il mio coso duro non facesse sì che emettessi un gemito profondo. Sì, eiettò solo questo. Perché ancor non ero puberale e nessun liquido fuoriuscì dopo tal atto impuro. Meglio così. Non mi ero munito di fazzoletti e lo schizzo prepotente avrebbe rovinato il “vestiario” partorito dal mio gesto da “dromedario”.

Ma capii benissimo che quell’affare che avevo fra le gambe non serviva solo per pisciare.

Da allora, molte cos(c)e son cambiate.

Posso altresì però affermare questo: credo che il sito Celebrity Movie Archive abbia fatto una fortuna con tutti i soldi che spendevo d’adolescente a scaricarmi quei tocchi d’Ubalda.

 

Sì, devo dirvi proprio la verità. La gente pensava fossi un ragazzo purissimo, invece credo che già allora simboleggiassi l’innocenza del diavolo.

Di mio, posso anche rivelarvi che non ho mai sofferto di nessuna schizofrenia che più volte, nel corso del tempo, mi è stata imputata.

Di solito, le persone che soffrono di questa malattia metafisica, ne son affette per colpa di gravi delusioni affettive e si ammalano di paranoie di vario genere.

Sì, il novanta per cento della gente che vedete per strada è malata di mente. Solo che non lo sa.

C’è chi si crede un grand’uomo perché fa il direttore d’azienda ma in verità non ha mai visto un film di Krzysztof Kieślowski, chi si crede Bukowski e invece è solo la versione tragicomica e purtroppo reale del grande Lebowski, ci son le donne che amano i cristalli Svarovski e sostanzialmente son peggio dello YouTuber Matioski, e chi, come Harvey Keitel di Taxi Driver, ha un amante formato matriosca.

 

Di mio, son solo Re per una notte!

 

– Zio, c’è un bullo che mi prende per il culo.

– Ah sì? Bene. Mi stavo annoiando. Ora che scende la notte divento Bruce Willis di Unbreakable e gliele suoniamo di santa ragione.

 

 

In parole povere, che minchia volete da me? Oltre a questa che ho fra le gambe non posso incularvi con cazzi che non mi riguardano.

Vedete di non rompere i coglioni.

Per finire, vi racconto quanto segue.

Considerato che fui da molti “schizofrenico”, mi consigliarono Daredevil, la storia di un cieco che in realtà ha una vista migliore, metaforicamente parlando, dei comuni mortali.

Vi svelo un’altra verità: tornando al mio discorso precedente, cioè quello sulla gente malata che non sa di esserlo, Daredevil è un fumetto per gente abbastanza maniaca che ha sempre sognato di essere The Punisher.

Ma solo io lo sono davvero. Ah ah.

Ci tengo alla mia anima springsteeniana da Frank Castle. Lascio agli idioti i Ramones.

Lo dimostra il fatto inequivocabile che io son sempre più bello, grande e grosso, gli altri sempre più brutti, marci e possibilmente anche paraculi.

Io a breve esco con un altro libro, tu invece esci sempre con quel cesso…

Morale della fav(ol)a: mai tirare mai conclusioni affrettate sul prossimo. Potrebbe essere Re Artù.

 

di Stefano Falotico

Salve, sono il Joker Marino, uomo che mangia a colazione i vostri cervellini, un uomo non acchiappabile e forse inchiappettante


23 Nov

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Sì, la sfacciataggine è il mio forte. Sono un uomo che alle 8 e trenta del mattino, mentre la gente già tribola nel traffico, mentre impazza precoce il delirio di massa che vi accompagnerà per tutta la giornata, fra urla isteriche, canzonette alla radio per consolarvi, terribili cure dimagranti e insipidi, integrali piatti d’insalata poco piccante, ecco, scivolo nella città con far cheto e oserei dire mansueto, entro di soppiatto in un bar cinese e mi scolo un ottimo cappuccino. Mentre voi, incappucciati in ipocrite maschere ruffiane, state sempre a commiserarvi, elevando il vostro patetico piagnisteo a stile di vita. Andate a scolar la pasta e voi, stolti scolari, scrollatevele! Lo so da sempre, vi affannate affinché la vostra collega, tutta in tiro, possa elargirvi un po’ di “zucchero”, miscelando la sua schiuma nei distributori automatici dei vostri fantasticati orgasmi da uomini oramai ammosciati.

Io cammino, ridacchiando fra gli idioti che mi scherniscono poiché io sono l’incarnazione di un grande scherzo invertito, miei pervertiti. Per tanti anni la gente mi vilipese e per le palle volle appendermi ma, ribaltando tutte le loro ottuse, bacatissime logiche, fieramente danzo or nella vita con prelibatezza. Invitando una bella donna a deodorare la mia pelle mentre voi, incagniti, incattiviti, coi fegati a pezzi, delirate sol puzzolenti per leccarvi il culo a vicenda. Siete putrescenti, ah ah, e io son tremendo. Affogate oramai da tempo, senza più intelligenti tempie, in un martirio da uomini rimbecilliti che siete. Voleste far i galli ma non foste né celti e neppure adesso state a galla. Qui ognuno paga alla romana ma quella francese io la misurerei “a garrese”.

Io non sono solo il reale Joker, sono anche un Marino, sì, Marino con M maiuscola è il mio cognome, e Joker Marino è uno pseudonimo del Falotico, essere sgusciante e inculante che conosce il gusto dell’irriverenza geniale, ché dà consistenza alla parola sberleffo, uno schiaffo morale di rara potenza sesquipedale.

Son amabile scrittore dal gentil sesso amato e spesso “prosciugato”, artista incomparabile che fa del costruttivismo il suo Jodorowsky e vorrei tanto che Lady Gaga, tutta a me denudata, mi cantasse e dedicasse Alejandro!

Scusate, ora devo tornare in bagno. Mentre vi guarderete allo specchio, io raderò l’ultimo pelo dell’avervelo sinceramente fatto.

Sì, alla gente di cattiveria inaudita tirò il culo, mi diede la patente di tonto e invece a me tira sempre di più per le donne dai fondoschiena molto rotondi.

Sì, ho inquadrato la sporca faccenda, possibilmente adesso, senza più moralistiche reprimende da bacucchi cumenda, andrò a godermela… miei dementi.

Che mente! Che faccia!

Son proprio un Principe!

E vado inchiappettando con far da se tanto mi dà tanto devo/e avere anche un grande coso pimpante. Ah sì, miei poppanti, io son il maestro del pompando!

 

 

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TOP TEN Jack Nicholson


19 Nov

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Ebbene, quando sento dire che Daniel Day-Lewis è il più grande attore vivente, rabbrividisco.

Sì, verissimo. È l’unico attore della storia del Cinema ad aver vinto tre Oscar come protagonista.

Ma non lo considero affatto il più grande. Mi ero già espresso molto tempo fa in merito. Anzi, considero Day-Lewis perfino limitato.

Per giudicare appieno un attore nella sua totalità, dobbiamo badare a molti aspetti. Day-Lewis è certamente uno dei migliori attori drammatici che, con metodo Stanilavskij (anche se non credo abbia mai frequentato l’Actor’s Studio, e non mi va di approfondire a riguardo, eh eh, perché fra cinque minuti devo andare a cagare), forse alla Douglas/Sandy Kominsky, s’immerge nel personaggio con assoluta dedizione e mimetica capacità camaleontica.

Ma Daniel non è molto bravo come attore brillante, non emana molta verve comica, anzi, è un gentleman molto compassato, sì, molto simpatico e carismatico, ma poco versatile sul piano della poliedricità.

C’è un altro attore che ha vinto tre Oscar, Jack Nicholson. Due come protagonista e uno come non protagonista. Ci sarebbe anche Walter Brennan ma Brennan chi era se non un “caratterista?”.

Quindi il discorso per quest’ultimo non vale.

Ecco, in molti sono convinti che sia proprio Jack Nicholson il più grande attore, perlomeno cinematografico, di tutti i tempi. Anche su questa radicale, netta affermazione io ci andrei molto cauto.

Ma è altresì vero che Nicholson, se non erro e non erro affatto, fratelli miei, è l’attore con più nomination fra i maschietti. Le candidature alla statuetta dorata in realtà non possono misurare l’effettiva, superiore grandezza di un attore rispetto a un altro che ne ha ricevute assai meno. Ora, bestemmio. A proposito di Michael Douglas, che produsse giovanissimo Qualcuno volò sul nido del cuculo, beccandosi l’Oscar appunto come producer, il signor Mike detiene un solo Academy Award, peraltro discutibilissimo, e una sola nomination.

Eppure Douglas non ha nulla da invidiare a Jack. Anche come sciupafemmine, categoria nella quale Nicholson è stato maestro assoluto, non fosse stato per la guastafeste Anjelica Huston, della quale è stato sempre inspiegabilmente innamorato, che l’ha distolto per molto tempo da tante zoccole.

Eh sì, l’amore è cieco e Jack chissà che ci trovava di bello in Morticia Addams…

Comunque sia, Jack è un mito. E mi sa tanto però che la sua ultima interpretazione rimarrà quella abbastanza innocua di Come lo sai. Eh sì, ora Jack, un po’ molto rimbambito, afflitto probabilmente da demenza senile, guarda le partire dei Los Angeles Lakers con far pachidermico da pagliaccio della scena. E fra una patatina e l’altra scoreggia senza far rumore. Questa personale classifica è assai provvisoria e alla buona. Perché di Jack, ahimè, mi mancano le sue primissime prove nei film di Roger Corman e Monte Hellman, oltre a Cinque pezzi facili, lo so, grave lacuna, e Conoscenza carnale. E anche qualche altra pellicola.

No, non sarà una top ten. Affatto. E, se avete letto sin qua, vi ho fregato. Ah ah. La dovete smettere di dire che Jack interpreta solo parti da pazzo. Semmai lui è sempre stato il simbolo ribelle dell’anticonformista cazzuto e fuori dagli schemi. Posso comunque dirvi che la migliore interpretazione di Jack in assoluto degli ultimi trent’anni è quella in 3 giorni per la verità. Per il resto, io so quali sono le sue dieci migliori performance ma non ve le dico. Sì, perché mi tira il culo così. Sono proprio un Joker alla McMurphy.

Per il resto, a molte donne io faccio drin drin da postino che suona sempre due volte. Loro non aprono la porta e nemmeno qualcos’altro, anzi, spesso i loro compagni me le suonano più di una volta.

Finito che hanno di suonarmele, faccio l’amore con Campanellino.

Campanellino ha un ottimo paio di cosce, possiede le ali e io la possiedo come Peter Pan senza paura che mi possa chiedere il divorzio o costringermi a un lavoro di merda perché vuole pane oltre che pene…

 

Ce la vogliamo dire?

Questo Jack è proprio uguale al Falotico. Con tanto di berrettino, sguardo da lupo e giacchetta di pelle.

Insomma, avercene di pazzi come me e come Jack.

Rendono la vita più gustosa, meno lagnosa, e sanno dire stronzate con classe inaudita.

Un po’ cazzeggiano, un po’ folleggiano, sostanzialmente sanno…

Io faccio miracoli, ragazzi. Con me, amico, non devi fare l’indiano.

Vuoi scoparti quella lì? Eh, capirai. Perché tutte queste inibizioni e formalità col sottoscritto?

Scopatela pure, sai quanto cazzo me ne fotto. Ho da scopare a terra, adesso. Poi, una volta finito, mi mangerò il gelato Indianino.

Morbido, con tanta cioccolata, aspettando altre scopate…

 

 

di Stefano Falotico

Salve, sono il Joker, sono impazzito grazie a Robert De Niro


14 Nov

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Salve,

sì, con enorme (dis)piacere mi presento alla platea di babbei che applaudirà (tele)comandata.

La mia storia ha origini profondissime, oserei dire dostoevskiane, e attinge laddove la cupezza fa rima con l’avermi dato della schifezza.

Il mondo occidentale odierno mi ripugna e con tutte le mie forze, ostinatamente, con intrepida temerarietà incommensurabile, lo rinnego, cingendo forse il diavolo nelle mie notti insonni. Quando, nel tepore di questo rigido inverno, mi sveglio di soprassalto alle tre di notte e un’intera confezione di Nutella divoro, alla faccia della linea e del vostro fottuto salutismo.

Ecco, l’altro giorno ho ascoltato una vecchia intervista a Paolo Villaggio che dissertò riguarda la caduta del nostro Occidente. Simpatico. Ben acculturato il Villaggio. Peccato che io non possa dargli credito perché lui è stato il prototipo del piccolo-borghese chiacchierone che tanto ha blaterato ma in fin dei conti a questo sistema marcio e distorto ha pienamente abdicato.

Allestendo un’apologia della sfiga del misero uomo comune per raggranellare soldi con la creazione del suo Fantozzi e vivere di rendita sulla magnificazione delle disgrazie umane.

Un uomo infinitamente nano il Villaggio, con la sua voce arrogante, col suo sguardo da volpone, da uomo che semmai ha letto mille libri ma, stringi stringi, ha saputo soltanto adattarsi al conformismo più becero da lui tanto osteggiato e combattuto soltanto a parole.

Non posso prenderlo in considerazione. I “suoi” film e i suoi sfortunati personaggi, rivendicatori dei torti subiti nel triste quotidiano patetico, mi hanno sempre fatto ridere. Ma è sempre stata una risata amara. Compassionevole.

Io odio le persone pietistiche che ti sbattono in faccia le loro problematiche, i loro giornalieri disagi con l’autoironia tipica di chi, oltre i suoi limiti, il suo carattere scontroso, le sue piccinerie ancor peggiori di quelle altrui da lor signoria criticate, pensano di accattivarsi la simpatia del prossimo.

Quando qualcuno ti dice che sei un grande, be’, significa che la tua vita è terminata e, semmai, sei diventato un hater alla John Connor e la Destra fascista ti spedirà, oltre che in manicomio, in pacco regalo un corpulento Terminator a incularti ancora di più.

Oggi, sì, questo è evidentissimo, palese più del culo stratosferico di Jennifer Lopez, un culo che può distruggere ogni tuo bon ton e buon proposito di darti alla vita ecclesiastica e monacale, l’incarnazione lapalissiana del puttanesimo contemporaneo, vivete tutti male.

Me… non mi fregate.

La dovrebbero innanzitutto finire queste donne di frignare. Così, dopo tutta una vita da frustrate incredibili, roba che Pina di Fantozzi è al confronto la Regina, macellate dalla loro piccolezza, dalle loro paure che le hanno da sempre castigate in una vita da timorate di dio, se ne saltano fuori con inni alla felicità, con agiografie di sé stesse, e vendono libri da influencer, esponendo una contentezza falsa più dei film che dicono di amare alla follia.

Film buonisti. Che, a confronto, la torta di miele di mia nonna era merda salata di cavallo.

Sì, smettetela quanto prima.

Fratelli della congrega, qui riuniti, la mia storia è una grande stronzata, parimenti ai vostri vissuti. Una madornale demenza abissale!

Le malelingue dissero che abbandonai il Liceo Scientifico perché un tema mi andò male e, da quella delusione, mai più mi ripresi.

Che immane cagata!

Chiariamoci. Se sono un letterato, significa che già all’epoca la professoressa d’Italiano voleva che le leccassi la figa. Perché mi assegnava sempre dei nove. No, non mi dava mai dieci per spronarmi a essere ancora più bravo. Ma, sapete, la osservavo mentre leggeva i miei scritti e più volte qualcosa colava dalla sua gonna…

Al che mi estraniai dal mondo e il mio film preferito divenne Taxi Driver. Il più grande film della Storia. Sì, nel corso degli anni, di pellicole forse oggettivamente superiori ne ho viste parecchie.

Ma Taxi Driver è il film della mia vita. E non c’è Lynch od Orson Welles che tenga.

Credo che suddetto film non l’abbiate visto molto bene perché lo guardaste mentre pensavate a come “orgasmizzarvi” per fare una leccatina a quella passerottina del primo b(r)anco. E la vostra sbadataggine deve avervi indotto a fraintendere tutto.

Ecco, Travis puramente s’infatua della sua fata. E la idealizza. Dunque, con coraggio inaudito, l’approccia in modo assolutamente schietto. Lei accetta di uscire con lui e fissano un “appuntamento al buio”.

Ma Travis la porta a vedere un porno. E Cybill Shepherd, disgustata, lo manda a fanculo.

Poi, Travis, involontariamente diventa un eroe cittadino, un giustiziere della notte che ha liberato una minorenne dalla prostituzione.

Cybill risale sul suo taxi e si capisce benissimo che vorrebbe tornare a uscire con lui.

Ma a quel punto, Travis, con aplomb da premio Oscar, le dice che non deve dargli niente…

Perché come sostiene il leggendario King of Comedy: meglio essere re per una notte che buffone per tutta la vita.

E dunque guardatevi allo specchio.

Il Re per una notte ha dimostrato di essere molto più in gamba di voi.

Continuate pure a fare video in cui, recitando pappardelle a memoria scritte da critici seri, osannate questo e quell’altro film. Avete stufato, riciclatori di una vita noiosa che si perpetua giorno dopo giorno nella ripetizione…

Ma le palle per fare quello che ho fatto io non le avete. Non le avrete mai.

Pigliatevi le vostre vite fantozziane e vedere di levarvi dal cazzo.

Come dice Clint ne Gli spietati, fra gli sguardi allibiti dei poveretti e dello stronzone sceriffo testa di cazzo: chi è il padrone di questo cesso?

 

Vi lascio con una delle clip più emozionanti di sempre: quella in cui Bob De Niro abbraccia tutti e viene omaggiato da Martin Scorsese, che lo definisce an extraordinary genius.

Che momento! Con la musica de Gli intoccabili… a terrific night…

Io sono chiaramente “pazzo”.

Ma questo si era capito da un pezzo…

di Stefano Falotico

Hard to Be a God, è davvero dura e difficile essere un Dio ma forse solo un uomo


10 Nov

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Ecco, vorrei mostrarvi questa mia video-recensione. Ché credo sia uno dei miei video migliori in assoluto della mia folle production.

Il mio canale YouTube, che ora si chiama Joker Marino, perché io nutro davvero grosse aspettative per questo film con Phoenix e De Niro, è partito tanti anni fa, oramai, con delle cazzate pazzesche. Io che facevo parlare le caffettiere. E ha proseguito, in quest’excursus, secondo me da studiare nelle scuole, un character study, con le mie scorribande squinternate, deliranti, pazzoidi. Tra strafalcioni e anche pezzi notevoli.

E solo ora si sta davvero definendo.

È più centrato e davvero parlo con estrema chiarezza di quello che in realtà mi piace sul serio.

Vedete, ve lo posso confidare, gli ultimi anni per me son stati terribili, oserei dire agghiaccianti. E spesso, lo ammetto e un po’ me ne vergogno, ho dato in escandescenza più e più volte. Sparandole grosse.

Dopo appurate auto-indagini alla mia anima, ho capito essenzialmente questo. Perché devo cambiare? In tantissimi, nel corso della mia vita, hanno provato anche violentemente a cambiarmi.

Credo che ciò sia stato delittuoso e criminoso. Uno che adorava Taxi Driver a quattordici anni non credo possa cambiare molto. Può semmai adattarsi per sbarcare il lunario e divertirsi un po’ di più.

Ma i fallaci, miseri tentativi di volermi indottrinare a stili di vita più comuni, le lezioni moralizzatrici e moralistiche squallidamente punitive, penso che siano un oltraggio al pudore.

Sapete, negli ultimi anni, ho provato, sbagliando ancora esageratamente, a pigliar la vita, come si suol dire, a culo. E a non adombrarmi più, a fingere un finto sorriso di cortesia, soventemente recitando di essere felicissimo.

No, io mi prendo tutte le mie amarezze, le mie batoste, i miei tragicomici errori. E non chiedo più venia se qualcuno non mi sopporta. Compiacere il prossimo, perché così l’altro possa sentirsi più tranquillo nel vederti “normalizzato”, è quanto di più osceno una persona possa fare a sé stessa. Una violenza immane.

Perché snaturarsi?

Sapete, sino a un anno fa, mi ero lasciato di nuovo trascinare nel calderone e seguivo ogni partita di Calcio, anche di Premier League.

Non che non mi piaccia il Calcio, io son sempre stato abbastanza sportivo. Lo denota il fatto che nella mia camera c’è ancora quella panca per gli addominali che m’irrobustisce il busto dopo un bel paio di fettuccine.

Ma sopra la panca la capra campa e sotto la panca la capra crepa. Come sostiene il detto. E inscenare la parte dell’ignorantone che si diverte, schiamazza, tromba e fa baldoria, non poteva durare poi molto.

No, il sesso tribale e porcellesco posso apprezzarlo in film demenziali come Porky’s e anch’io, come De Sica, esasperato dalla quotidianità piccina, posso urlare… ah buzzicona, ma perché non vedi d’annà a pigliartelo inter-culo?

Ma un amante dei noir quanto può reggere in questa farsa? No, può sudare solo “freddo” come il mitico pilota de L’aereo più pazzo del mondo quando l’aereo sta per precipitare e lui, travolto da una doccia di sudore per il terrore dell’immediato, possibile impatto devastante, dice a tutti che è tutto ok.

No, non andava bene per niente. E infatti io ho ripreso a essere quello che sono sempre stato e per cui probabilmente sono nato. Un tipo ombroso, cupo, socialmente molto taciturno, pudico, ritroso e adoratore della Settima Arte totale e avviluppante. Ma anche istrionico quasi alla John Belushi. Che cazzo me ne frega se la gente, che ha letto solo due libri in vita sua, magna e scopa come scimmie?

L’idiozia e il puttanesimo non fanno parte del mio codice genetico.

È molto dura essere un “dio” in questo mondo. Si rischia di fare la fine di King Kong. Tutti i selvaggi ti adorano perché sei un bestione “speciale”. Intanto i selvaggi cazzeggiano e primitivi si accoppiano, godendosela. E tu te ne stai murato vivo e diventi un “mostro…”.

Sognando la tua bionda bellissima ma in realtà con una pinta di birra formato gigante da Homer Simpson.

Insomma, alla mia età cosa voglio dalla vita?

È veramente difficile sapere cosa si vuole. È molto più facile, ma anche più triste, omologarsi per non dispiacere nessuno. Conformarsi per essere accettati.

Lo reputo vergognoso.

Se Bergman è Bergman, se Scorsese è Scorsese, se Tarantino è Tarantino, se German ha girato Hard to Be a God, perché Falotico non può essere Falotico?

Ma un comune stronzo?

Come dice il grande Jean Reno in Ronin: niente domande, niente risposte. Questo è il nostro lavoro. Forse, questa è la lezione numero tre?

– Comunque sia hai capito?

– Che cosa dovrei capire?

– Il codice guerriero. Il gusto della battaglia, l’hai capito questo, sì? Però c’è qualcosa di più. Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire. Se questa necessità scompare, se la fede viene a mancare, che cosa sei? Un uomo senza padrone?

– Per adesso sono un uomo senza stipendio.

– I rōnin potevano lavorare per un nuovo padrone, o potevano lottare per sé stessi. Ma hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito.

– Hanno scelto male.

 

De Niro risponde così a Michael Lonsdale ma sapeva benissimo che invece avevano scelto bene.

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di Stefano Falotico

Genius-Pop

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