Posts Tagged ‘Johnny il bello’

Falò, un man polanskiano e Mickey rourkiano, diciamo tarantiniano?


12 Jul

Rourke Polanski The PalaceAvrei dovuto scrivere, perdonatemi, di Roman Polański (con la n di perfetta dicitura, sì, nessun refuso) o di Martin Scorsese? Sì, ma nel titolo non si possono superare i 100 caratteri. Tu, invece, che carattere hai? Di solito, io, attenendomi a uno stile molto classico, utilizzo il Garamond 12. Ah ah. Inoltre, in soli 14 min. netti, secondo più secondo meno (invece, secondo te? Eh eh), non so se sono stato sempre perfetto nella mia doverosa esposizione. Avrei dovuto specificare meglio i singoli e rispettivi nomi degli sceneggiatori. Ma voi, in fin dei conti, non conoscete neanche le napoletane sceneggiate. Al massimo, siete da Un posto al sole, sì, un pessimo sceneggiato adatto ai mediocri. Me la tiro? Sì, mica solo una. Ah ah. Comunque, state sereni. Voi non scop… te mai. Al massimo, solo a terra. A meno che non vi siano rimaste nemmeno le brioche. No, scusate, le briciole. Di mio, in passato fui sbriciolato, oggi come oggi, sono accreditato. Comunque, la mia pronuncia di Folie à Deux vale il prezzo del biglietto, ah ah. La tinta ai capelli? Invece, la tintura? Sì, la mia vita è tutta una pittura, no, una fregatura. Ora, scusate, mangio della confettura. A te piace la confettura? Sono un Pulp Fiction vivente. Parafrasando Quentin:

– Non c’è bisogno che tu mi venga a dire che il mio caffè è buono, intesi? Sono io che lo compro e so quanto è buono. Quando è Bonnie a fare la spesa, compra delle cagate. Io compro sempre roba gustosa (oppure dice costosa, non si capisce bene, ca… o, ho detto che botta, caz… o, no, lo disse Uma Thurman) perché, quando la bevo, voglio gustarla.

P.S.: i miei haters pensarono di stanare un uomo debole, sprovveduto, inesperto e fragile. Cioè, una donna. Si trovarono di fronte Brad Pitt di C’era una volta a… Hollywood? No, di fronte a Macaulay Culkin di Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone). Ah ah. Su questa freddura finale, al momento vi lascio. No, ancora no. Comunque, Chris Columbus non è lo stesso regista di Rent, prodotto da De Niro? Con Rosario Dawson. Una che sarebbe piaciuta a De Niro se lui, dopo Naomi Campbell, anziché impantanarsi in due cause di divorzio con Grace Hightower, ci avesse provato? Lei gli avrebbe risposto, però:

– Voglio farti una domanda. Quando sei arrivato qui, hai visto per caso scritto, davanti a casa mia, “deposito di negri morti?”. Sì, Bob. Con me, anche Lexington Steele & Sean Michaels crepano d’infarto. Sono tutti morti, sì, i miei amanti. Tutti, prima fottuti, poi schiattati. Anche Spike Lee, amico di Samuel L. Jackson, da quando è stato a letto con me, è rinco… Pare che soltanto un certo Falotico possa resistere con me, senza subire danni. Sì, credo che durerebbe molto di più di De Niro con Bridget Fonda in Jackie Brown.
E non ci vuole molto a superarlo…

Al che, interviene il mio hater à la Tim Roth:

– Ma che stai a di’! Quel povero caz… n’ non gliela fa manco col Viagra.

Gli controbatte la sua ragazza: – Forse, volevi dire Garçon means boy.

– Che vuoi dire? Sei stata col Falotico?

– Sì, non solo una volta.

 

Succede il finimondo. Lui, per gelosia incontenibile, salta alla gola della sua ragazza e la picchia brutalmente da “maschio siculo”. A simbolizzazione penosa del macho verace ferito nel suo orgoglio ridicolo. Ecco dunque che, finalmente, entro in scena io e sussurro da Clint Eastwood dei poveri eppur carismatico: – Sono Ierda e non è con le chiacchiere che ti salverai dalla me… a. E sono pure William Munny.

Finisce il “film” e il mio hater pensa, fra sé e sé: por… o dio, e io che pensavo fosse un demente come Tarantino di Dal tramonto all’alba.

Alla fine dei titoli di coda, la sorpresa rivelatoria su scritta: Sì, hater, non avevi torto. Falotico è un demente ma tu non sei George Clooney.

Sì, un collage di veloci immagini allineate al sottostante testo su cui, gentilmente, se vole(s)te, potete cliccare per leggerlo e visionarlo: https://www.geniuspop.com/blog/index.php/2022/07/falo-un-man-polanskiano-e-mickey-rourkiano-diciamo-tarantiniano/

Cioè, questo post, ah ah. Che testa, no, testo, peraltro già inserito integralmente in una precedente description, sì, italianizziamo in descrizione? Sono giocoso, verace, schietto. Ed evviva Eddie Murphy? Sì, ma soprattutto sir Eddie Cook, alias uno dei famosi epiteti affibbiati al Falò? No, lo gnomo, no, il nomignolo con Mickey si è autobattezzato varie volte. Lui, Heny Chinaski, a sua volta alter ego di Charles Bukowski in Barfly. Lui, motociclista come Valentino Rossi dei tempi dorati? No, amico di Don Johnson, cioè Mr. Miami Vice, in Harley Davidson & Marlboro Man. Specialmente Motorcycle Boy di Rusty il selvaggio (Rumble Fish). Doveva lavorare con Quentin Tarantino in Death Proof. Le vostre offese, cari haters, contro di me fanno sempre FLOP! Cari puff(i)!. Non fatemi la fine degli impotenti come BULLET. Eh eh. Anche perché, essendo sprovvisti di autoironia e dunque essendo incapaci in fatto di umorismo, non capite i miei meme? No, divertissement. Non hanno scopo didattico e/o istruttivo. Non sono una professorina, infatti, frustrata degli istituti tecnici commerciali, sono giustappunto un selvaggio. E così voglio rimanere. Senza se e senza ma. Sennò, ti spacco la chep! Forza, se non vi piaccio, picchiatemi e spaccatemi la faccia. Non sapevate che sono anche Johnny il bello? Vi rifaccio nuovi e ve la rifaccio. Ah ah. Sì, ho la faccia come il cu(cu)lo. Sono amante dello stream of consciousness. Anche delle cosc(ienz)e.

Avanti, saltatemi addosso e non fatevela sotto, damerini e coccolini…

 

di Stefano Falotico

Pulp Fiction

Tutto avrei immaginato nella vita, tranne diventare Harry Angel, Marv, Johnny Walker, Francesco, Henry Chinaski, Stanley White e soprattutto John di Nove settimane e mezzo


01 Feb

rourke marv sin city

BARFLY, Mickey Rourke, 1987. (c)Cannon Films

BARFLY, Mickey Rourke, 1987. (c)Cannon Films

rourke anno dragone

Accadimenti miracolistici sempre più fatalmente si susseguono nella mia (r)esistenza (im)plausibile, forse solo da plauso, anche da applauso scrosciante o dai cinici reputata risibile.

Sino a due anni fa, mi davo per spacciato, per spaccato dentro e spappolato, sebbene non sia mai stato uno spacciatore, nemmeno un drogato. Quindi, non potevo addebitare le mie colossali sfighe a cause, diciamo, “stupefacenti” alla pari di sostanze dopanti come L’LSD. Neanche mi ammalai di AIDS.

Debbo però esservi sincero, sì, per molto tempo il mio cervello, la mia anima e soprattutto il mio corpo si sganciarono dalla realtà comunemente intesa e vissi il mondo solo… attraverso l’ADSL.

Tant’è che per un bel po’ la gente pensò di affidarmi all’AUSL. In verità vi dico che il mio isolamento fu soltanto, all’apparenza, virtuale. Ebbi sempre difatti profondamente coscienza di non essere un essere speciale, bensì un ragazzo uguale agli altri? No, opterei per essere meglio di me stesso, ah ah.

Di mio, protestai da sindacalista autonomo della mia CGIL, CSIL e UIL, confederando da me. Specialmente, fra me e me, confabulando in merito all’essere un uomo da partito comunista contro ogni demone interiore mio fascista che volle, inconsciamente, improntarmi a una visione della vita di matrice capitalistica.

Sì, scrissi come un ossesso un sacco di libri esistenzialistici ma mi sentii ugualmente inutile alla produttiva società in cui, invero, sembra che la gente lavori ma è solo fancazzista. Ci furono attimi, amici, in cui m’identificai non poco in Ed Wood di Tim Burton, malgrado la mia bellezza da Johnny Depp dionisiaco di C’era una volta in Messico. Ascoltando perciò a tarda notte, nel mio cuore auto-ferito auscultando, l’esoterica e metafisica Under the Bridge dei Red Hot Chili Peppers, cantata splendidamente da un Anthony Kiedis in stato debosciato, no, di grazia di/da dio quasi simile alla strepitosa disperazione esistenziale del protagonista di Angel Heart.

Sì, parecchi anni or sono, mi considerai precocemente vegliardo, senesco e canuto, citando Adso da Melk, vergato di prosa sopraffina ne Il nome della rosa di un mai così ispirato Umberto Eco compianto.

Autocommiserandomi in maniera non tanto poetica, bensì patetica, lamentosamente insopportabile, insostenibilmente penosa e quantomeno per me stesso pericolosa e troppo cervellotica. Arrovellandomi per il futile più stupido e controproducente, rinunziando scandalosamente al dilettevole più godibile e brillante.

Furono nottate insonni in cui fui preda del diavolo tentatore, forse Louis Cyphre/De Niro, forse furono serate allucinate e allucinanti, anche allucinatorie, bramanti un’isperata, insperata mia vita romanticamente, possibilmente piacente a una donna bellissima e straordinariamente avvenente da Orchidea selvaggia. Una f… a della madonna.

Sì, fui segreto fan di Carré Otis. Per questo mio peccato veniale, vorreste forse che prendessi l’ascensore per l’inferno? No, non ho né ebbi colpa se mi smarrii nella dissolutezza di me stesso preso in giro, no, rappreso e molto perdente, no, perso nella perdizione più ancestrale, contemplando solo il Creato alla pari del santo di Assisi, non ebbi colpa alcuna se la gente, di fronte alla mia rinascenza impressionante di natura psichiatricamente inspiegabile, non capì nulla e pensò che mi fossi inventato la storia secondo cui, oh me immemore, oh me misero da miserere, oh me miserrimo e tapino, vi fu un tempo della mia vita in cui vidi il mondo nella sua nuda venustà più lieta e dolcemente sinuosa come un seducente serpente della Genesi. Ah, che cherubino tradito e traditore io fui, cornuto e diabolico…

Al che, contro di me peccai e m’imbruttii come Mickey Rourke di Johnny il bello del primo tempo.

Affliggendo e flagellando la mia innata beltà misericordiosa, indiscutibile e, oso dire, perfino gloriosa.

Romanzai ogni tragedia occorsami, chiamarono il pronto soccorso e sublimai tutto, delirando a più non posso, a tutto spiano buttandomi via come un Charles Bukowski di felsinea periferia. Bologna la rossa! Vivendo di cianfrusaglie neuronali tendenti al poco sereno variabile umore della mia anima tumefattasi nella melanconia più ipocondriaca e dolorosa. Quasi lacrimosa, eh già, versai infinitamente amare lacrime angosciose, veramente sterminate e costernanti.

Girovagando, nottetempo, fra consiglieri fraudolenti e bar(i) fetenti, tra deficienti uomini di Bari trapiantatisi a Bologna e il mio incagnirmi, no, incarognirmi, no, incarnarmi in Barfly.

Furono frangenti di acuti, psicologici scompensi, come dettovi, d’inascoltabili e inascoltati lamenti quasi pietistici al limite del cristologico più indicibile.

Non so cosa in me sia accaduto. Nemmeno i più grandi luminari della scienza furono in grado di darsi una spiegazione, razionale e non.

So soltanto che, malgrado tutti noi fummo funestati dal tremendo e nefasto Covid-19, l’anno scorso vissi l’estate più bella della mia vita e amai una donna più bella di Debra Feuer dei tempi d’oro.

Dopo La Mer di Charles Trenet, dopo quella boiata di Tenet, dopo tante amarezze e rabbie parimenti rapportabili all’ira esplosiva del protagonista de L’anno del dragone, voglio ivi, testé e tostamente dichiarare che la favola con la mia lei non finirà come in 9½ Weeks.

Sì, mi guardo allo specchio e non posso mentire a me stesso.

Voi non vorreste un uomo così?

Ah no? Allora siete invidiosi come John Lone. Oppure non siete una donna. Siete degli amici? No, dei gelosi a morte.

Oppure davvero pensaste che fossi mezzo scemo come il protagonista di Homeboy?

In effetti, avete ragione, sono lui.

E, come il grande Robin Ramzinski di The Wrestler, sono ancora sceso sul ring.

Be’, i capelli non sono quelli di una volta, lo so.

L’importante è che qualcos’altro non abbisogni di Crescina…

Comunque, rimanga fra noi, a Mickey Rourke continuo a preferirgli Bobby De Niro.

Sono un camaleonte. Sì, il Chamaeleonidae, essere mutevole, falotico, stravagante, bizzarro, versatile, piacione, all’occorrenza piacevole e recensore di Cinema alquanto invincibile.

Se non vi sta bene, alla pari di Henry Chinaski, i cocktail li offro io.

Aspetteremo una croccante alba e gusteremo anche, tutti assieme appassionatamente, una colazione con passione.
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di Stefano Falotico

Mickey Rourke non smentisce la sua triste fama/e da Joe “Crazy” Gallo del suo Irishman mancato e attacca Bob De Niro, definendolo una femminuccia, idolo “wrestler” impavido


20 Jul

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rourke postEbbene, Mickey Rourke, dopo essere andato l’anno scorso dalla d’Urso, abbassandosi le brache nel piangersi addosso coi catenoni d’oro e, malgrado tutto, il conto in banca di Rockefeller, dopo aver elemosinato compassione e forse chiedendo anche, dietro il camerino, di poter incontrare privatamente Gabriella Pession al fine di ravvivare le sue passioni sopite da Mr. Orchidea selvaggia, dopo essersi mostrato nudo e crudo, soprattutto prostituito più di Rocco Siffredi nel suddetto scult di Zalman King ove, oltre a improvvisarsi semi-pornoattore da quattro soldi, conobbe la sua ex fiamma storica, Carré Otis, donna per la quale s’amputò perfino un dito quando lei, dopo mille tira e molla, finalmente gliene mollò tante sulla sua faccia già rifatta, rinfacciandogli di essere diventato solo un puttaniere come Don Johnson (d’altronde, suo lercio “partner” in Harley Davidson & Marlboro Man, di mio preferisco fumare solo le Chesterfield), ecco, dopo aver rifiutato, con sfacciataggine immonda e strafottenza da bisonte unto e bisunto, tanti anni fa, il ruolo di Stuntman Mike in Death Proof di Quentin Tarantino (ruolo, come sappiamo, andato poi a Kurt Russell), dopo aver chiesto scusa anche a Robert Rodriguez per questo suo ignobile affronto, domandandogli umilmente perdono e prostrandosi per riceverne l’assoluzione, quindi sfigurandosi in Marv per il superbo Sin City, film nel quale comunque sfoderò una classe attoriale, malgrado il trucco aberrante da lui esibito, da magnifico figurone, ecco, dopo essere stato a letto con le più grandi figone, qualche sera fa se n’uscì, sul suo profilo ufficiale Instagram (seguito perlopiù, per l’appunto, dalle sue ex andate più di lui a puttane, oramai illanguiditesi nel penoso rivederlo nelle più provocanti foto migliori di scena, forse anche di slacciata cerniera, tratte da 9 settimane e ½ , pellicola in cui appare come un mezzo incrocio fra un interprete di film per adulti di origini canadesi e un fighetto del Liceo Classico Galvani di Bologna), ecco… dicevo… Mickey la fece fuori dal vasetto. Sparando a zero su Bob De Niro. Rinnegando ancora una volta Satana, cioè Louis Cyphre di Angel Heart e poi facendo, come si suol dire e per l’appunto, l’innocente angioletto.

Definendo De Niro un bugiardo e un mitomane.

Dandogli la patente di crybaby, cioè piagnucolone e checca isterica, alzandogli metaforicamente il dito medio e augurandogli il peggior male possibile.

Mickey è definitivamente un genio.

Un uomo il quale, checché se ne dica, iniziò la sua carriera in modo serissimo. Dopo aver frequentato l’Actor’s Studio, difatti incontrò presto Michael Cimino e, dopo il cammeo ne I cancelli del cielo, tirò fuori una performance da urlo ne L’anno del dragone. Capolavoro “rovinato” soltanto dal parrucchiere di Rourke. Il quale, sebbene gli donò un taglio di capelli meraviglioso, per alcune scene gli tinse il bulbo, per altre invece se ne dimenticò del tutto. Cosicché, Stanley White/Rourke appar(v)e inspiegabilmente brizzolato in un frame e, tre secondi dopo, corvino. Poiché, come sapete, le micro-scene della stessa scena vengono spesso girare in tempi differenti per esigenze di tempistica, diciamo, per motivi logistici.

Rourke, in Homeboy, recita meglio di Marlon Brando pur non recitando affatto. Semplicemente inscenando il suo freak vivente e carismaticamente deambulante da sciancato col fascino del disadattato cazzuto che si piega ma non si spezza. Poi, senz’ombra di dubbio alcuno, non abbisognava di recitare. Bastava che lo inquadrassero, di primissimo piano, e coi suoi occhi languidi e al contempo incandescenti, eh già, richiamava immantinente in sala migliaia di donne che, pur di vederlo anche da dietro un grande schermo, avevano già prenotato due settimane di sauna per essiccare la diga incontenibile da lui provocata loro. Sapete dove…

Oggi, queste donne, malgrado la menopausa, rivedono il Mickey giovane semplicemente in sala.

Che fra Rourke e De Niro non sia mai corso buon sangue, si sapeva. Sul set di Angel Heart, pare infatti che Rourke e De Niro litigassero, perlomeno non si sopportassero.

Dunque, di tanto in tanto, Rourke inventa balle per richiamare l’attenzione su di sé.

Continua a menarla da mesi con la storia secondo cui Scorsese lo contattò per affidargli una parte importantissima in The Irishman. Ma, dopo che Scorsese si consultò con De Niro, il quale per l’appunto odia Rourke, Rourke rimase disoccupato, altresì nuovamente sputtanato come attore inaffidabile.

Ecco, io vorrei sapere… ma se The Irishman è incentrato quasi esclusivamente su tre attori e i loro relativi characters, (De Niro, Pacino e Pesci), quale parte così fantomaticamente rilevante avrebbe dovuto avere Mickey?

Quella del Johnny il bello della situazione? Vale a dire quella andata a Sebastian Maniscalco di Joe Gallo?

Premesso che Mickey dovrebbe, oggi come oggi, guardarsi allo specchio e prendere consapevolezza che, oltre a essere molto più vecchio del Maniscalco, le sue chirurgie facciali non hanno sortito lo stesso effetto del grande film di Walter Hill appena succitato, il caro Rourke abbisognerebbe esattamente di De Niro stesso nei panni di Frank Sheeran.

Che dovrebbe andare a trovarlo in un locale notturno di Beverly Hills e suonargliele come Sylvester Stallone de La vendetta di Carter.

Mickey, che cazzo fai? Alla tua età, ancora puttaneggi e a tutto spiano sputtani?

Dammi retta, Mickey. Recati dal fratello di Stallone di Barfly e ordina un Amaro Averna.

Sì, dopo decenni da te trascorsi nel gusto pieno della figa, no, della vita, mi sa che stavolta per te è davvero finita.

Invita al bar anche Jack Nicholson, oramai affetto da fortissima demenza senile, per cantare assieme a lui appassionatamente:

miserere, miseri noi, però brindiamo a Zucchero Fornaciari!

Ora, a parte gli scherzi, Mickey Rourke è un grande. Anche Sugar.

A Pavarotti, invece, ho sempre preferito un panzerotto. Da ordinare soprattutto a Ferrandina, cittadina di amari lucani ove, per rabbia e disagi sociali incommensurabili, la gente deve reinventarsi e può darsi che, fra mille cassaintegrati, nasca uno più bravo di Rourke di
Francesco
.

Intanto, Mickey è stato querelato da De Niro e ha rimosso tutto.

di Stefano Falotico

JOKER: l’estasi dopo il buio ermetico e anche eremitico – Arthur Fleck, detto anche il Falò, vi racconta e vi mostra tutte le ragazze di cui era innamorato ai tempi delle scuole medie, post epico!


24 Jan

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Sì, presto mi giungerà a casa il Blu-ray 4K in Steelbook edition di Joker.

Io non ho lo schermo 4K.

Ma lo comprerò. Mi porto avanti anche se rimasi sospeso, per molto tempo, nel limbo. E fui scambiato per un bimbo, anzi, per Bambi.

Per un cerbiatto, quasi ungulato, per un animale selvaggio che corse a perdifiato nelle tenebre torbide del suo melanconico, eterno lamento, pervaso come fui da perenni tormenti.

Salvatevi subito questo pezzo da me appena scritto, ragazzi liceali, perché vale il prezzo del biglietto o forse della promozione.

Sì, la vostra insegnante d’Italiano vi chiederà di scrivere una poesia alle Leopardi. Cioè intrisa di pessimismo cosmico misto a un morbido, carezzevole, aromatico romanticismo commovente.

La vostra insegnante è bella e sexy. Voi la fantasticate in maniera masturbatoria nel primo pomeriggio, sognando che lei si genufletta per succhiare tutto il “midollo spinale” di un memorabile attimo fuggente. Prima che vi chinerete, oberati da pressanti compiti a casa avvilenti ogni florida vostra spensieratezza, seduti davanti a una scrivania, imp(r)egnandovi diligenti amanuensi. Ah ah.

Sì, come dei monaci ottemperate con studiosa adempienza ai vostri obblighi scolastici, studiando filosofia e scienza. Soprattutto anatomia. Un giorno forse vi laureerete in Scienze delle comunicazioni, facoltà indetta da Umberto Eco, colui che scrisse Il nome della rosa…

La vostra insegnante è colei che vi sta conducendo negli abissi descritti da Eco nel suo succitato libro quando, in un pezzo eccitante, poetizza il primo, illuminante sverginamento avvenuto, non so quanto sia venuto o soltanto se sia svenuto, fra Adso da Melk e una selvatica (eh sì, la selva oscura di Dante Alighieri, ah ah) donna incontrata durante una notte molto profonda e ogni emozione slabbrante…

La vostra alta insegnante indossa sempre tailleur arrapanti su tacchi a spillo vertiginosi, molto stimolanti gli ormoni adolescenziali vostri (s)piccanti.

Dunque, servitele questo mio pezzo e lei, oltre a darvi dieci, ve la darà quando suo marito in casa non vi sarà.

Sì, so che siete come Joaquin Phoenix di Da morire e la vostra insegnante è una bionda come Nicole Kidman.

Sì, l’adolescenza è un periodo in cui si vive continuamente di turbamenti anche da River Phoenix di Belli e dannati. Si è sessualmente confusi. Infatti, assistetti a molti ragazzi innamorati dell’ascetico Keanu Reeves di Matrix. Ho detto tutto…

Ah, Innocenza infranta che non sa se del tutto sganciare la propria visione lontano dall’infanzia o già imborghesirsi in una vita adulta spesso moralmente adulterata e oramai nel porcile affondata.

Poiché, crescendo, sì, cresce qualcosa in mezzo alle gambe ma si sviluppa soventemente anche la corruzione.

I maschi, pur di tirare a campare e a qualcuna riuscire a tirarlo, si svendono, prostituendo ogni residua purezza a mercificazione di sé stessi. O meglio di sé (s)tesi.

Come molti di voi sapranno, la mia adolescenza non esistette. Ma resistetti e ancora, debbo ammetterlo, anche se poco lo metto pur essendo già un bell’ometto, mi piacciono un bel paio di tette.

Vado da molte donne e offro la mia banana, porgendola loro con umorismo alla Woody Allen ma loro mi fanno a fette in quanto son affettate e, pure affrettate, non comprendono I dolori del giovane Werther.

Sì, io le bramo ma loro amano gli uomini tedeschi più nazisti e ignoranti. Quelli che, pur abitando in Italia, tifano per il Werder Bremen.

Come giustamente sostenne Pier Paolo Pasolini, ciò non significa crescere, bensì diventare dei prodotti per il consumo di massa.

Ah, quante cose ma soprattutto quante cosce non sapete di me.

Durante i tempi delle scuole medie, ero innamorato di tutte. Sì, senz’eccezione alcuna.

Potevano, diciamocela, farmi papa poiché non ero razzista. Mi garbavano le bionde, le more, le nere, pure le magrebine, quelle magrissime e anche le grassocce. Insomma, erano tempi in cui di onanismi e fantasticherie rosolavo bene la mia salsiccia…

Oggi non sono ancora né carne né pesce. Sono un eterosessuale che stima gli omosessuali, adoro sempre Keanu Reeves, uomo bisex, cazzuto e incazzato in John Wick, non giudico le prostitute e so che il miglior film di Gianni Amelio non è questa schifezza di Hammamet, bensì Il ladro di bambini.

In particolare, andavo matto per due ragazze. Con Facebook, le rincontrai. E mi sentii come Christopher Walken de La zona morta dopo i Risvegli alla Bob De Niro.

Sì, a causa di De Niro, uomo verso cui mi trasfusi, precipitai nell’esistenziale blackout.

Volete vedere queste due ragazze? Oggi, sono entrambe sposate. Si chiamano rispettivamente Tiziana, della quale mille volte vi parlai e maggiormente innamorai, e Deborah.

Tiziana, peraltro, è sposata col mio amico delle scuole elementari. Che si chiama Pierre, non fa il PR e forse non è un poeta come Pasolini Pier…

Sono entrambe belle.

Grazie al cazzo, io scelgo sempre quelle belle. Anche a loro, a quei tempi, piacevo molto.

Che devo farci?

Mi sa che farò la fine di Mickey Rourke.

Insomma, fu una tragedia.

Ma, nonostante tutto, sono ancora Johnny il bello.

So che riderete e forse mi compatirete.

Purtroppo è la verità.

Non si può discutere in merito al mio carisma.

In merito agli altri mariti, invece, discutiamone eccome.innocenza infranta phoenix tyler83006526_10215532589490721_402458136650186752_o

1936219_122865744671_4608204_nAh ah.

Ancora mi parte la bussola ma perdonatemi. Ve lo dissi un paio di giorni fa. Quando sono innamorato, penso che i nichilisti de Il grande Lebowski vogliano tagliarmi l’uccello. Quindi, divento agitato.

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Mickey Rourke offende De Niro a Live – Non è la D’Urso… che Braveheart


16 Sep

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Ah, cuore impavido e temerario quello di Mickey.

Un attore oramai bistrattato per l’ennesima volta dalla Hollywood che conta. E lui dunque, fottendosene, se la racconta, narrandoci aneddoti dei quali non importa niente a nessuno se non al suo portafoglio. Considerato che per queste patetiche ospitate Mickey riceve un cachet esorbitante soltanto, appunto, per recitare le sue memorie piagnucolose. Per le quali riceve la grazia e l’assoluzione perfino da Barbara. Una che sicuramente non è la Madonna nonostante sia bravissima a impersonare la parte della santarellina.

Sì, Mickey non ha affatto disimparato a recitare. Quando vuole, malgrado cinquemila botulini, tremila operazioni chirurgiche al suo visino, 4 milioni circa di liposuzioni, sì, arrotondiamo per i suoi vistosi, mal dissimulati difetti… fisici, sa inscenare pianti clamorosi e addirittura più degni del suo cammeo strepitoso nel film La promessa del suo amico Sean Penn. Che gli fregò l’Oscar.

Sì, Mickey avrebbe meritato di vincere l’Academy Award per The Wrestler ma rimase traumatizzato quando a impugnare la statuetta fu Sean pe Milk. Nascose la sua delusione dietro un tenero applauso, appunto, di facciata. Rodendo dentro e probabilmente, in cuor suo, silentemente bestemmiando. Al che, puntualmente, a scadenze (ir)regolari come uno scalcagnato orologio svizzero, Mickey si presenta bellamente (mica tanto) alle trasmissioni Mediaset. Moltissimi anni fa partecipò anche a Scherzi a parte, poi fu la volta di Paolo Bonolis. Andò anche alla Rai da quel fariseo di Fabio Fazio. Torniamo però a Bonolis. A Paolo, Mickey confidò le sue esperienze psichiatriche, non lesinando in dettagli assolutamente insignificanti e agghiaccianti pur di ricevere l’applauso di finta commozione del pubblico pagato per recitare meglio di Mickey stesso quando, nel finale di Angel Heart, scopre che il suo personaggio ha venduto l’anima al diavolo. Eh sì, in Italia molte persone curano la disoccupazione, facendo le comparse nelle platee dei programmi tv. Visto che non sanno scrivere, come me, dei saggi monografici sugli attori, ambiscono ai 15 nanosecondi di pubblicità-celebrità della loro spiattellataci falsità. Appena le inquadrano, ridono anche se la battuta, per esempio, di Zelig fa piangere ma, soprattutto, andando ad alimentare questo sistema imbonitore da Essi vivono.

Mickey vi sguazza e approfitta dell’italica idiozia per sfruttare i cretini impiegati comunali e parastatali che, dopo una giornata nella quale hanno lavorato, sì, leggendo Il corriere dello Sport e osservando nella pausa caffè le gambe della signorina Silvani, si mettono in pantofole la domenica pomeriggio sul tardi, dopo che sono peraltro finite le partite di Serie A, allentando la noia da spioni amanti del gossip più truce e da guardoni delle cosce plastificate, patinate della D’Urso. Donna sempre ottimamente pettinata su sguardo fake da catodica, no, catatonica che fa finta di commuoversi e provare empatia nei riguardi del debosciato di turno “straordinario”. Il quale, a sua volta, c’illustra tutto il suo campionario di sfighe e inculate senza risparmiarci un solo attimo di tregua. Per la gioia dei coglioni poveretti che guardano ‘sta roba di merda. Mickey c’ha detto, anzi, disse che doveva avere un ruolo in The Irishman. Quello che posso dirvi io, amici o nemici che siate, è che a differenza del personaggio di Mickey in Angel Heart, eh già io so chi sono! Voi no.

Sì, quando ritorno io, Mickey Rourke de L’anno del dragone mi fa un baffo. Ora, tutti zitti, bambagioni. Sì, sono Johnny il bello, ribelle contro le ingiustizie come Mel Gibson di Braveheart. Se non vi sta bene, scrivete alla De Filippi. Ma, per piacere, lasciate stare i poeti. Cari uomini e donne, che potete farmi? Sono Francesco. Sì, uno che piace ad Helena Bonham Carter. E non è facilissimo. Essendo Helena una mezza freak da Tim Burton e più colta di Kenneth Branagh.

E ricordate… Le mie notti sono più belle dei vostri giorni. Voi una come Sophie Marceau ve la sognate. Io me la scopai ma non ho da rendere pubico, no, pubblico il mio essere diabolico.

Ah ah!

 

di Stefano Falotico

 

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JOHNNY HANDSOME: il fascino à la MICKEY ROURKE


06 May

59702567_10213585721380235_2265742226715836416_nSì, so che può dispiacere molto la bellezza soprattutto se appaiata all’intelligenza. Perché provoca turbamenti ma soprattutto fa sì che si scatenino invidie animalesche.

L’invidia è una brutta bestia. Specie se associata alla cattiveria e all’ignoranza partorita da gente pettegola e malevola. Capace di nefandezze e colpi bassi imbecilli.

Pensate alla povera Monica Bellucci di Malèna. Che attirò tutti gli sguardi allupati dei maschi arrapati, tirandosi addosso le invidie di ogni comare e delle racchie gelose del paese come nella canzone Bocca di Rosa di Fabrizio De André.

Pensate soprattutto a Mickey Rourke. Un dio. Un uomo dotato di una bellezza luciferina al contempo angelica. Non a caso è stato San Francesco per Liliana Cavani, il santo più ambiguo della storia.

Johnny Favorite in Angel Heart e Johnny il bello.

Essere bellissimi suscita nelle persone, indubbiamente più brutte e meno dotate, pensieri abietti.

Al che la gente, impressionata dal tuo sex appeal mostruoso, rabbrividendo arrabbiatissima, fa di tutto per renderti un mostro nel senso peggiore della parola. Ricattandoti perennemente, domandandoti se puoi permetterti di essere così figo.

Inducendo perfino a vergognarti per lo stupendo fatto innato che madre natura ti abbia regalato il dono raro della venustà assoluta e infinita.

Urlandoti in faccia che dovresti lavorare come un negro e tirartela assai meno.

E perché mai? Ci sono persone superiori. E non solo fisicamente parlando.

Poi ci sono i nani che, non essendo stati graziati dagli angeli nel giorno della loro nascita, sperano in cuor loro che tu possa venir colto da un male impietoso e che ti possano succedere colossali sfighe.

M agli angeli, già solo trasfondendo in questi neonati magnifici il regalo della bellezza divina, si presero gioco diabolicamente di tutti i piccoli diavoli.

Cornificandoli.

Di fronte a uno come Mickey, bisogna solo inchinarsi. Se tale genuflessione viene praticata dalle donne, tanto meglio.

 

di Stefano Falotico

 

johnnyhandsomefalotico

Il Cinema, anche comico, è qualcosa di serio, non deve finire nelle teste dell’uomo medio, sennò… non è bello


09 Apr

Robert+De+Niro+National+Action+Network+Keepers+xN6E1wlNUPVlAforisma cult coniato oggi dal sottoscritto:

Molti ragazzi volevano prendermi a modello e modellarsi a me, adesso loro vanno con le modelle e io devo rimodellarmi.

Fratelli della congrega, cinti attorno a questo falò. So che negli scorsi giorni le vostre pelli, abbrustolite dall’erotismo di massa, hanno sofferto intensamente spasmi lancinanti.

Noi, uomini intellettuali, veniamo straziati e strangolati da questo macello ove sono però i maiali a scannarci e a schiacciarci come “malati”.

E siete stati bombardati dalla pubblicità malsana, subdola del Grande Fratello. Spettacolo indegno, oserei dire ignominioso attraverso il quale, però, noi uomini saggi possiamo misurare il livello d’imbecillità sociale, ahinoi, sempre impazzante. Così volgarmente imperante.

Sì, ancora esiste quest’obbrobrio, lo mandano in onda per rincitrullire le coscienze di un’Italia alla deriva ove la gente pensa che per diventare una star basti esibire una parlantina da coatti su capelli stirati dal barbiere alla moda con tanto di pizzo vintage che dà un tocco di sottile cafonaggine in più al già impresentabile pascolatore di pecore mal sbarbato. Un tosatore di pecoroni. E lui stesso s’acconcia in maniera sconcia.

Sì, siete uomini da promontorio dell’Argentario a cui il grande Bob De Niro di Cape Fear, sì, il promontorio della paura, avrebbe rinfacciato in totale franchezza la vostra farisea piacevolezza da quattro soldi, eh già, poco argentea, inveendovi contro come una furia pazzesca.

Sì, siamo invasi da piacioni, da piccioni merdosi, da piccini libidinosi, da bellocci col ciuccio, da ciucce che pensano solo a c… lo con le loro seduzioni morbose. Tristi e noiose. Appiccicose!

Siamo attorniati da bellimbusti che camminano tutti dritti e da palestrati coi viscidi mocassini lustrati lungo le strade degradate della caduta dell’impero occidentale. Tutti impettiti, ritti, sono solo dei rettili.

Uno schifo. Non sono un moralista, sono un oggettivista. Un’analista di questo mondo di fascisti, di statuine tanto belline a prima vista eppur pneumatiche più d’una gomma, peraltro bucata, della Michelin.

Sì, come l’omino della pubblicità di questa celeberrima marca di pneumatici, siete degli esaltati. Esseri gonfiabili, invero già dei palloni gonfiati, però altamente infiammabili. Perché il vostro cervello, da tempo immemorabile, ha perso le rotelle, macerato dall’edonistica tangenziale della vostra vita frivola e oscenamente sessuale nell’accezione sua più bruttamente carnale e triviale.

Insomma, siete degli animali dall’aspetto fisico persino aitante, esseri gioviali quando apparite superficialmente in questi selfie micidiali con tanto di falsissimi sorrisi stupidamente abissali. Da dementi.

Avete perso il buon gusto chissà in quale zona remota della vostra nascita non solo mai esistita bensì partorita da un aborto mal riuscito da cui, sfortunatamente, sopravviste e ahinoi usciste.

No, noi di questa congrega, non siamo matti né frustrati. Vogliamo soltanto, cari incoscienti e beoti, ammonirvi e ricordarvi che, procedendo così, secondo un calcolo di probabilità assai attendibile, farete la fine del Joker/Phoenix.

E anche del signor Philip André Rourke Jr, in arte Mickey.

Un uomo che un tempo era uno spettacolo vivente e ora ti chiede da mendicante:

– Come sto? Sto bene così?

E tu, per non infierire, lo accontenti come si fa coi deficienti e gli rispondi:

– Ti sono amico. Sai, Mickey, io amo essere sincero. Stai così così.

E lui:

– Cioè sono un cesso?

– No, abbastanza sì, però.

 

Insomma, amici, fratelli e sorelle, i fatti stanno proprio così. Eh sì.

Sì, dico a voi sorelle.

Da puberali, amaste Pretty Woman e sognaste di essere Julia Roberts di questo film. Ma come mai siete ora in questo convento?

E tu, ragazza che amasti Al di là dei sogni con Robin Williams, come mai ti trovi qui dopo che non sei riuscita a mantenerti neppure con la pensione d’invalidità?

Sì, questo è un grande asilo. Asini.

Solo io posso permettermi di essere Johnny il bello. Ah ah.

Voi no.

Perché sì.

Dunque, come Matt Dillon di Rumble Fish vado da mio fratello maggiore Motorcycle Boy e gli chiedo:

– Ehi, brother, ho ragione io?

 

Come si suol dire, chi tace acconsente.

 

 

di Stefano Falotico

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Tutto ciò che avreste voluto sapere su di me e io or vi mostro di Mostra di Venezia: la mia ex, Alba Parietti, Moretti Nanni nei miei personali, incredibili video sfrontati


08 Oct

Johnny il bello

Quante cose su di me che non sapete e, coi vostri cervellini fantasiosi e bacati, invece presumete di sapere, creando e allestendo assurdità sul mio conto. Del mio conto non sa neppure Dracula il Conte poiché il sottoscritto è uomo che vampirizza, con carisma immenso, molto più di lui. E tanto succhia quanto lascia che mi succhino…

Eccomi qua. Vi mostro una ragazza, secondo me molto bella, con cui ebbi più e più volte occasione di “desinare” corposamente, nelle sventolio dei nostri ormoni da Y tu mamá también. Sì, era più grande di me ma, nel mescolamento dei nostri sensi, forse ero più cresciuto io, tant’è vero che in piena notte mi richiamava sempre… perché voleva riassaggiare il calore del mio iceman…

Sì, difficile capire se fossi Diego Luna o Gael García Bernal con la sua Maribel Verdú.

Io sono un fanatico delle donne. Adoro le loro gambe, il portamento basculante dei loro culi platealmente grandiosi. Ché mi soffermerei a decantarli per ore inesauste di leopardiano rimembrar come il mio membro in qualche Silvia, no, selva entrò e in altre invece, lontano da godimenti “boscaioli”, da solo eiaculò. Immaginandole ignude nel boato scintillante del mio amarle anche di fai da te.

Dicono che io abbia una bellissima voce e che, alla terza parola che a lor signore sussurro, codeste impazziscano nel turbinio scabroso d’irresistibili fremiti sesquipedali. E devono nascondere l’arrossamento…. Spesso, molte donne, talmente distrutte dal mio fascino, usano meccanismi di difesa. Non possono dire che vorrebbero saltarmi addosso in modo screanzato, al che partono con le offese. Per tirarsela da donne non facili. Nessun problema, rendono il gioco ancor più piluccante… Provocando, la seduzione si fa più divertente.

Insomma, sono il Mickey Rourke italiano. Con classe da Johnny Depp.

Miei maniaci da From Hell, posseggo un fascino maudit da Frederick Abberline.

E poi chi ha detto che questa canzone è melensa?

Insomma, amici, seguite e ascoltate il vostro cuore.

Morale della storia: non siete voi che dovete salvare me, sono io che salvo voi e vi mostro la bellezza.

.

 

 

di Stefano Falotico


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Cosce di albe da festival

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Auguri di buone feste da parte di un uomo giocondo


17 Dec

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JOHNNY HANDSOME, Mickey Rourke, 1989, (c)Columbia TriStar Pictures

JOHNNY HANDSOME, Mickey Rourke, 1989, (c)Columbia TriStar Pictures

Sì, il tempo passa e so che, guardandovi allo specchio, notate come le rughe vi hanno raggrinzito in una posa putrescente. Sì, il tempo scalfisce, insiste sulla vostra pelle che, corrugata, non è briosamente fresca come quando la giovinezza vi spronava a esser ardimentosi e a intessere le vostre giornate di voraci amplessi. Ah, la giovinezza v’è sfuggita e ora fate “promemoria” di ciò che val la pena vivere, enumerando le delusioni e contentandovi di ritirare soldi mal guadagnati, pen(s)ando ininterrottamente su come ardeste i vostri sogni per “intingerli” nel più bieco moralismo, rinnegando quel vostro essere graziosamente allegri, mentre oggi, intristiti dall’opalescenza di (r)esistenze non più vibranti ma al grigiore virate, malinconici annegate nell’afflizione d’insulsi dì ove fate la lotta al prossimo che vi par disturbante. Nella patetica tranquillità della più gelida falsità. Ah ah. E questo vostro gioco pettegolo e maligno sempre più mi disgusta e, nella mia “nausea” al di là delle fottute chiacchiere stolte, m’immergo in lidi lindi di spensierata vacuità. Una vacuità che riempio d’immaginazione e voli pindarici della fantasia, planando oltre le mediocrità abominevoli dell’uomo castigato nella sua borghese fallacità. Così, “pesco” una sigaretta e la metto in bocca, accendendomi nel bruciar di passioni vere mentre il mondo, cinico e abietto, deteriorato e da me giustamente vituperato, insegue l’effimero, illudendosi che il domani sarà più lieto e migliore. Invece il putrido viscidissimo si attacca alle vostre ossa e prosciuga sempre più le vostre sincere emozioni, sì, il tempo nelle anime vi lussa e oramai vi siete dati soltanto alla più animalesca lussuria. Ah, meglio io che me la russo… Vi conosco, sapete? Sempre a predicare, a favellare e poi poco, concretamente, a combinar qualcosa che sia anche fantasticamente affascinante. Siam invasi da esibizionisti e tutti, galleggiando nel vuoto delle loro mentali, miserrime, orrende “ordinarietà”, sono equilibristi soltanto di una triste erroneità. Persi nel fraintendere il senso della vita, e viaggiando su distorte, bacate mentalità.

Mentre di tutta boria e insipidi eloqui vi agitate con mostruosità, io fumo con placidità nel far sì che le mie depressioni nella fulgidezza sfumino come un gabbiano nella brezza, e godo di questi attimi ridenti di me così soavemente suadente, festante e anche saviamente “farneticante”.

Troneggiante nel mio ber tanti caffè, son uomo di genialità “fai da te”, non ho l’aplomb inglese di quelli che alle cinque del pomeriggio bevono il tè ma a chi mi vuole male faccio tiè e a chi voglio bene do un po’ di me.

Così è. Andate in pace, fratelli, e scambiatevi un segno di pace.

Io vi benedico mentre il fumo della sigaretta annerisce di pece ogni muso e muro ottuso.

di Stefano Falotico

Hollywood sex, Mickey Rourke


19 Feb

I miei problemi di re(l)azione non sono sorti quando non piacevo alle (ra)gazze, per vi(t)a della mia indole “refrattaria” di lui “ritirato”, bensì quando, piacendo, furono cazzi amari e gatte… da pelare, comunque “innanzitutto”… (s)tirante…

A petto in fuori e pancia dentro, vorrei scagionarmi da ogni infondata accusa d’omosessualità.

Sì, so di esercitare un fascino “accalappiante” involontario sui maschi della nostra specie bipede col “cavallo” in mezzo a “terza gamba” d’entrarti sghembo nel didietro, ma ribadisco che sono etero, non so se “inte(g)ro” e preferisco i baci alla francese al fondente dei Perugina. Ora, vi chiederete: che c’entra quella marca con le “inclinazioni?”. Mah, io so che nella mia esistenza ho visto mangiare i Perugina soltanto dai “cherubini”. Mai fidarsi delle facce d’angelo, quelli ti pappano “ingurgitandolo”.

Al che, dopo tale riflessione “serissima” come un’indigestione di mascarpone durante il pranzo di nozze del Principe d’Inghilterra, debbo anche ammettere che prima me la spassavo di più.

Insomma, fotografavo spensierato gli uccelli… dal terrazzo e poi scoprii di esser osservato maliziosamente dalla vicina dirimpettaia, una passera su cui non bisogna passarci sopra di troppa “facilità”. Sì, la vicina sembra timida nella stanzetta mirante la sera tramontante, ma vorrebbe che di “chiave” le sbloccassi la serra(tura) come una libellula ululante. Sì, la conosco, a me non l’ha mai raccontata giusta. Voleva darmela anche per via “telematica” con stampe in fax repellente, su formato recapito da “Capito cosa voglio?” in maxizoom lì a sua focale, ma io spingevo… solo off e non suonavo di drin drin il suo grilletto. Cercasse un altro “pistolero”, il mio pistolino deve star nella fondina per sparare solo se lo richiede la mezzanotte di fuoco.

Sì, debbo dire che la mia adolescenza fu molto “movimentata”, un (tram)busto. Tran tran, (non) tirando. Come si suol dire, trascorrevo le mie giornate a letto… perché ero depresso mentre i miei coetanei premevano quelle malinconiche al fine di ringalluzzirle e poi spedirle in manicomio appena avessero fatto pressione di spo(s)sarsi. Si sa, una volta rese (s)fatte, iniziano a chiederti giustamente soldi. E i maschi non danno più Nu(te)lla. Una volta avuta, chi si è visto e un sal(u)to… per quelle… che soffrono di manie suicide, vero?

Da quando invece, compresi il fascino mio da maledetto “intoccabile”, me lo toccai ancora di più per saturazione.

Sì, il motto è farsele a più non posso. Meglio chi fa da sé fa per tre.

Fidatevi, lo prenderete in culo. Come la metti la metti, te lo metteranno…

Adesso, vado a mangiare un cioccolatino…

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