Posts Tagged ‘Johnny Depp’

Buon compleanno, Michael Mann e inculate al sangue!


06 Feb

di Stefano Falotico

Della sua signorilità, ne son pieni gli oceani dei temerari che, veleggiando in sue dinamiche incendiarie, compreranno assolutamente, inderogabilmente il mio libro a lui dedicato, “Fracture, la Luna marmorea…”, disponibile in cartaceo per “accartocciarvi” nel mar fantasioso della mia poesia cinefila mesta, forse irrequieta, ai tempi d’ogni templare ardito in vene metalliche di carrozzeria oggi pesante domani (caval)leggera.
Leggere è un ordine futurista da non prender legger-mente, abbinato al Cinema distopico, di stroboscopie manniane. Manhuntersei solo agente Vincet Hanna, mani in alto McCauley Neil! I suoi adepti respireranno l’aria salubre della “malasanità” in celluloide vivace, scoppiettante, fra dualità (a)nemiche ed ere contro i colletti bianchi, l’incarnazione rivoltante della squallida cera delle carnali e non sognanti cere.
C’era una volta… Sergio Leone, poi lo Zio Sam e quindi Friedkin. Poi, fu la (s)volta di Mann, che io congiungo a idolatria mai del suo Cinema sazia, in quanto saccente e schierato, a tambur battente, contro una famiglia di dementi, (tele)guidata da un padre, spacciatosi per giornalista e invero portantino dell’ANSA, oggi in patetica, flatulentissima e pantofolaia pensioncina, su scoregge a iosa della sua bor(i)a nazifascista da bolognese della malora, trapiantato con una moglie più loffia delle cicorie di Bari, eppur proveniente dalla Sicilia con limoni della sua secca frigidità. Ah ah!
Sì, io adoro Mann contro tal nucleo d’infelicità e ne son sfacciata, a “frontali” come i suoi inseguimenti mozzafiato, spericolatezza dell’essere “socialmente pericoloso” a inondarli di schegge in faccia, da merdosi che se le meritano di gran strombazzate.
Scabrosità falotica! Perché osanno Colin Farrell, conclamato erede di Don Johnson a inchiappettarli con sterzate feroci su ciuffo di gel alla cazzo di cane d’attore mediocre, dunque che buca lo schermo, che è da ficcante corridore in ogni vostro ipocrita corridoio. Ed è corrivo, sì, fottuto a sbattervelo al Gong (Li) da ultimo dei mohicani.
Michael Mann, battete le mani!
E spaccate culi e teste, anche di testacoda, di Heat!
Io sono un cyber!

Racconto tiepido come una botta devastante!

L’astrazione del caos e della “necessità”, cioè il pene (e)rettile di tal teoria (ba)lorda, innamorata davvero, eccome, eccolo… sparire in modo magico nel buchino del dottor con la “cappella” a cilindro…
In smoking e di papillon di grand’affare…, dissimula il pancione con il panciotto. Fiero-felpato, cammina tutto impomatato, ippopotamo però su portamento “di classe”, ricco a uscirgli da tutti i buchini…
Ma il mio “cowboy” (non) ci sta, con far “ficcante” (s)frega il lestofante elefantone a gambe “levate” e in mezzo, strafottente, scrotale di budella a mio inacidirlo…, dentro va di “(ca)risma”.
Sì, questo tizio tozzo, che beve col mignolo posato dalla tazzina del caffettino, lucidato in bicchieron di vetro, incontra me, il menestrello a “inzupparlo” di minestrone.
Mi dà della zucca vuota, al che gli propongo un quiz:
– Sa cos’è l’astrazione del cazzo?
– No, e detesto la sua volgarità.
– Eh già, lei è giornalista delle testate…
– Dove vorrebbe andar a parare?
– Lei (s)parla eppur ce l’ha parato. Carta straccia e bianca come la merda. Ma io le ripeto la domanda. Sa cos’è l’astrazione del cazzo?
– No, grazie. Preferisco non saperlo.
– Sì, ma io so e glielo voglio “dare”, scusi, volevo dir appunto dire…
Ecco, astrazione non sta per sparizione ma ermetica elevazione… siamo d’accordo? Bene, a (c)ottimo…, ora… se c’è, in senso fisico e della quantistica fisica, eppur non c’è ma è altrove da qualche altra parte…, dove potrebbe essere-non essere?
– Lasci stare. Ah, è una zingarata, una cazzata…
– No, un’inculata. Spiegata l’entrata dello sparito eppur presente (in)giustificato.
Lo sente?
– No, badi al suo culo.
– Sì, ma lei badi a questi manigoldi vicino a me. Ciao.

  1. La fortezza (1983)
  2. Cyber (2015)
  3. Nemico pubblico. Public Enemies (2009)

Le recensioni del corsaro


06 Aug

COMPRARE!

Stefano Falotico ha pubblicato “Le recensioni del corsaro”, per un’umanità più immaginativa e a mia “Imagine” di Lennon nel PacinoIl video, che più sotto troverete, esemplificante è una figata di raro gusto. Sol(e) chi, non nell’anima vetusto, potrà arruffarsi nell’ennesimo delirio falotichesco, un Falotico ruspante, gaudente e che perfin balla, fra un nero che sfuma e un “bianco” che si sfama da Notte “lupa”.Sì, fratelli della congrega, qui riuniti in religioso silenzio e a miei inchini, son Uomo che mille ne pensa e moltiplica il pensiero per un progresso.
Il Genius, avveniristico, avvenente più d’ogni Venere mascolina, d’ambiguo è oggi femmina, domani fiammeggiante, ieri antropomorfo e nel Futuro deformante a vostri (di)letti allietanti. Ah ah. Aggiungi un posto a tavola! Alleluja!
Nuota con vigorosa “ipocondria” fra sbalzi umorali da spaventar anche il suo “sonnifero” più pigro a recinzioni d’un castigo che si perpetra da sé con gli eccitanti. Ah ah!
Allattato dal seno della vita, di Cinema aspirò ogni “ombra”, di luci d’illumina, spaziale è già personalità. Per frontal bifronte, miei “unti” dall’unica mano che tocca le corde dell’anima da voi stessi sfondata. Ah ah!
Non bestializzatevi, vi conosco. Corteggiate le donne da “montati”, ma son qui io colui che non (s)monti, ché cavalco il mare per il Sinai. Asini. Ah ah!
Monte saggio, a mio comandamento non solipsistico dei dogmi biblici, ideologici e fanatici.
Io spartisco le acque e anche le fette di torta, diluendole nel purpureo candor a sapore oceanico.
Dall’Oceania alla Mesopotamia salto con far da canguro, non ingravido di “marsupiale” eppur di soppiatto un altro libro piazzo. E non mi vendo in piazza. Ah ah!
Mentre voi ve le spupazzate sopra e dietro, io mi spelai, mai bruciato son lindo e non laido, son lì dietro di te e spio, son là nella l(i)ana in queste giungle soffocanti. Districandomi e c’è talvolta l’orticaria. Ah ah!
Alitante la brezza dei tempi stoici, rimembro la Preistoria a Rinascimento dei tempi, costruisco grechi templi e di tempie scardino ogni ottuso basamento. In quanto nuovo Michelangelo e di mente, miei dementi senza dipinto della mia faccia da “paint”. Ah ah.
Entropico, genero caos pedissequo, mi perseguiteranno ma nell’ano ecco il mio “ricevimento”.

Acquistate questo libro, donatevene tutti. Sfoglierete i vostri cuori impietriti, fra un Bryan Adams di colonna sonora, un Kubrick di glorie, un fisher king con Williams e il mio “Lebowski” da Jeff Bridges.
Sì, che mareggiata. I fiumi esondano, il di Brooklyn ponte addento da Godzilla, io pontifico fra un cavalcar e il valicare. Fra divaricate e ora però non di troppo complimenti allargatevi.
Altrimenti, mi monterò la testa. E poi la coda patirà il reflusso gastrico. Detto anche vortice della mia forza, con evacuazione da tutte le circuizioni.
Aiuto, il leone è scappato dal circo! Sono io, ma tu sei la giraffa?
Ah no? Allora, sei la tigre. E che facciamo? Ce la mangiamo? Ah ah!

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Brad Pitt, Clooney George e Depp Johnny sono superati


09 Jul

Donne, date al falò il suo “buco dell’ozono”, io corteggio nelle penombre invisibili di calotta termica!

Prefazione simil “svalutation” alla Celentano: le donne impazziscono per gli occhi penetranti di Depp e gli riempion le tasche anziché venir riempite da Peppino, le donne si strappano i capelli per Brad ma ogni pomeriggio sono dei “bigodini” senza il “pitoncino”, e Clooney indossa la parrucca, essendo un “figo” per le parrucchiere col caffè della Peppina! Dai, diciamocela. Torniamo all’ovile, prima d’ovulare bisogna essere oculate. Altrimenti, neanche il Principe Azzurro vorrà mantenervi frustrate, essendo un conclamato traditore come Carlo d’Inghilterra

Dio salvi la regina? Ma aveva ragione Freddie Mercury! A quella vecchia solo che un “Innuendo” in pieno volto, appunto.

La femmina classica legge “Donna Moderna” e veste alla moda, ascolta i Modà ma stia a modo e Mocio Vileda. Io non le reggo il moccolo!

Uso la strategia avviluppante da Finestra sul cortile. Fingo il paraplegico “tenero” e poi sfodero il “binocolo” allungato a puntar appuntito e “indagatorio”.

Ora, la donna va incendiata e scaldata di freddure a montare. Devi celarlo finché puoi, e poi accenderlo a più non posso. Anche perché, nel frattempo, sta scopando Johnny Depp nella sua immaginazione virtuale mentre si raffredda il minestrone.
Siete una società da imputare di tale capo d’accusa(tori-a e ahah): non sapete più guardare i film e apprezzare i meritevoli ma volete meritare la mela nello “spezzatino” che bada al sodo delle cos(c)e

Sì, modestamente posseggo un fascino indistruttibile. Tra gli afflitti e chi affitta delle palafitte nel “Biafra”, io volteggio nel pittato neo alla Bob De Niro italoamericano e più “borderline”, pompando di tutto volume i Rolling Stones, che appariran patetici solo se non potete addivenire al magnetismo “liturgico” delle scimmie senili “erotiche”. Quel Mick, a tutt’oggi, è dotato d’addominali dominanti sul palco-osceno e “serpenteggia” senza discrezione, per maledirvi nell’abluzioni scatenate del ritmo frenetico e vagamente d’ebefrenia irresistibilmente attraente.
Assieme a Richards Keith sfila la sniffata e infilza altre “eroine” galline, mentre ai concerti vien cinto da ragazzine ancor sbracciate, sgretolate per il suo sudore australopiteco in plateale sdegno delle fottute regole sociali.
Egli socializzerà sempre col Diavolo, simpatizzando di “mascotte” su linguaccia sputata in viso e vari calci roteanti di balletti deflagranti, “fallaci” e di scostumatezze savie con tanto di fallo “tremendo” scagliato in arsa libagione d’una maniacale, stupenda sessualità pronunciata, graffiata nella voce roca, poi leggera, acustica e inculante nel morbido solfeggio e poi irta da erectus ambiguo del bisex affamato, mai sazio, sempre “alzato”. Jagger (of)fende “sensibilmente” il moralismo imperante e lo scalfisce a base sacrale d’una demoniaca fiamma del Peccato più “esecrabile”.
Quindi, giustissimo, da sbandierare con pugnacissima vivacità, nello sguazzare sprigionato, urlo che irriterà il “brigantaggio” ipocrita di qualche chierichetto dell’oratorio mentre Lui è band(ito) nella sodomia eccessiva, pasoliniana, ludica, guascona, stronza come (pre)tendo sia sempre in volo! Un libertino che scopò tutte e poi le gettò nel cesso, prima le “illiquidì” e dunque le liquidò con totali incurie, (s)fregandosene della Curia. Egli è il “curato” dei culi, pavoneggia a tutt’andar “trombettante”.

Sì, mica come voi. A forza di sembrare “buoni”, vi siete addolciti peggio della Monaca di Monza. Una che non l’ha mai “raccontata” pura… e d’atti impuri io condanno arbitrariamente nel girone infernale più fedifrago, arrotolandola a “purgante” eterno…
Deve cagare la verità! La finisca di far la suorina! Per la Madonna! Monaca conosce eccome le “armoniche”. Di Beatrice non parliamone neppure. Che zoccola! Dante le dedicò la “Divina Commedia” e Lei non gliela diede “paradisiaca”. Forse, bastava solo un afrodisiaco.
Evviva Dioniso! Facciamo baccano!

Che schifo! Vergognatevene! Tutti barricati dietro le banalità d’accatto(ni), siete solo guardoni, come tutti. E voi, donne, non fate eccezione. Anzi, “datela” tutta”. Siete nate femmine e, come tali, ambite alle sante erezioni. Non ci son cazzi che tengano…
Il resto è un merdoso alibi ché, di poco albume, non “imbrunirete” nella zona “forestale”, smorta e fredda. Ma io la so… tra quella rasata vegetazione “disboscata”, c’è il (cap)riccio che lo desidera anche nel sedere. Ché vollero buscarlo e d’imbiancato “fluirne” esplosive.
Il dardo scocca, è (t)ratto, prima la penetrazione, a “posteriori” l’estrazione e l’estrema “unzione”. Torrenziale! Che schizzone!

Tutti, dico a voi tutti. Siete rimbambiti per spacciarvi da “bravi”. Ma state sbavando! Non è Male “slabbrare” e far… sì che la saliva inumidisca nell’essiccar “grumosa” e pregna(nte).

Non castigate l’esibirlo se d’inibizioni vorreste darmi lezioni su come si sta “dentro”. Siete “integrati” ma ravvedo pochi davvero “esternati”. Semmai “emergete” ma non è immerso nel mar acquoso dei goduti “detergenti”.
Tersi eppur sempre frustrati in tensione. Avete pure le fruste. Che sadomasochismo! Datevi alle onde, siate ridondanti. E dando va sviluppandosi! Abbasso le scialuppe! Evviva i lupi delle “fave”. La rondine fa la ronda. Tu non far la cresta! Spennacchiata! Non ti pago la cena e non mi slaccio…
La cerniera? No, la criniera mia che alle chimere non credi. Fatti inculare da un eschimese! E guardala dall’oblò.

Esponete in bella (s)vista e poi la ritirate, donne. Riempite e inzozzate i diari di Facebook delle vostre na(u)tiche e avventurelle, con tanto di primo piano allusivo per allupare, appunto. Ma, quando un ragazzo “tira” fuori la “lupa(ra)”, non gradite la pecorina, nascondendovi nel gregge delle pie “smarrite”. Che cos’è questo pulcino del tuo omino? Meglio Padre Pio ché, se s’incazza, le stigmate tue rompe! Egli pontificò meglio del ponte ai tuoi denti rotti!

Dico a te, che ti professi cinefilo e amante di Hitchcock e non ammetterai mai che vuoi solo “metterlo” in seno alla Hendricks. Christina, povero Cristo! Al massimo, puoi scrivere la sceneggiatura di questo “capodopera”: Dalla Sicilia con furore negli agrumi della “gramigna” emiliana, previo emigrato per la cotoletta milanese.

Trama “intricata”, capitalistica e “analistica”: un mafioso vuol rifarsi… una vita e sogna gambe come colonne greche, di marmo alla sua ex “durezza”, ma non trova pane per i suoi denti, solo “pene” tra le omertose palermitane mai in pace. Poca ricotta ma tanti ricatti.. Quelle fottono anche Vito Corleone che le (s)cuoce, anche le suocere…, ma le trovi sempre a messa di mano “morte” nell’acqua “benedetta”. Al che, il nostro ricorda i suoi “cavalli” troiani e di-viene spartano nel promiscuo accoppiarsi con una nordica. Finirà con l’imbarbarirsi anche dalle origini “nobili” del suo cuore roman(t)ico e colonizzerà tutte le Escort di Cologno Monzese. Finendo ad Arcore con Manuela Arcuri. Abbiate Emilio Fede!

Offrendo a costui un “Baciammo”, d’inchino al nuovo (im)prenditore che Emilio leccherà.

Da me lo piglia.

 

 

Nelson Mandela è morto, la gente occidentale andrà a vedere “The Lone Ranger”, stronzata universale del Depp che fu


03 Jul

Mandela Day. La canzone? Sì, passerà in tutte le radio per circa due mesi per arricchire le biografie scritte di getto dai ghost writer sul leader sudafricano deceduto. Poi, dimenticheranno il (com)pianto tutto e gireranno altri mondiali, omologati filmacci, spacciandoli per ecumenici

Voltiamo pagina, torciamo il braccio a Depp

Johnny Depp è meno “bravo” di Nic Cage? Dentro le virgolette troverete l’applauso alla vostra guancia! Scrosciante! A doppi palmi sberla!

Prefazione “normale”, senza grassetto, neretti, corsivi e corsetti, una corsetta e una “giostra volante” al suo cinquantenne: ritratto dell’erede di Marlon Brando, prima che si rincoglionisse d’antipatico nonostante incasserà di simpatico, pasciuto nel blockbuster. Bloccatelo, prima che si possa perdere. Non perire, Johnny! Chiamate l’ambulanza, ha la crisi cardiaca da “I soldi gli escon anche dai ventricoli”. No, hanno sventrato Johnny, e Johnny s’è svenduto. Sto (s)venendo! Ah, non respiro!
Occorrono le flebo. Sta andando. Una volta dichiarato grande, ha mollato di brutto eppure è sempre belloccio! Dovete salvarlo!
Ah, cazzo. Ventilai che Johnny sarebbe arrivato a necessitare della respirazione bocca a bocca molti anni or sono del suo “didietro”. Soffrirà, fra un po’, d’aerofagia? Ah, è sempre stato un culone Johnny. Mica come voi, emulatori e cloni! Siete dei clown!

Prima che si “sputtanasse” con la Disney, amai Johnny Depp nel gotico suo più dark, ma il Tempo ha reciso il mito nelle forbici… di Edward? No, oggi Depp naviga di pepite dopo un trentennio circa di film da “zingaro”. Ah, combatteva in Cinema di qualità, mentre adesso la fiacca batte ma il suo conto in banca è imbattibile.
Per guadagnare la pagnotta, si mangian anche solo fagioli ma, ottenuta la celebrità da “noti”, la nottata è verde dollarone a sbiancare i poveretti che credono nella Trinità. Tagliategli le palle, questo Depp è da censurare!

Terence Hill dei tempi d’oro. Picchiali!

Vedevi Depp nel Kusturica “indie”, fra cineasti taglienti e brave, scavati nella sua anima bruciante d’attor di razza. Purosangue cavallo pregiato, unicorno bellissimo, sensualità debordante, s’è oramai ridotto a lauti assegni e già “rassegnato” nel “Finché mi paga così Jerry Bruckheimer, perché impegnarmi più di tanto?”.

Un altro film da “grandi magazzini” (come canta la strofa… per grandi e per piccini…), esportato in modo interplanetario per incassi galattici. Lo stellar carisma dell’indiano, appunto, con lo sceriffo solitario dopo le avventure nei Caraibi da pirata.
Lì era caricaturale e “sbilenco”, una forza nel claudicante d’occhiolino torvo spadaccino, qui è semi-“mascarato” da “pezzato” su torso nudista da “Visto? Reggo l’età, io rimpinguo i soldi ma son ancora magro più di voi con la pancia piena”.

Come dico io, chi non lavora ma è attore, più guadagna alla faccia dei fessi. Già, riempite le tasche dei “potenti” e poi dovete curarvi dall’impotenza. I pantaloni van stretti, al large sarai di nato con la camicia ma ora di maniche corte? Non perché è Estate, ma perché ti s’è ristretto versione “minuscola” dell’importante muscolo. Tu dai a “lui”, e il “tuo” non si sviluppa. Datti alle scialuppe, più che una cannuccia da granita, prevedo grandine sotto gli “ombrelloni”.
La donnicciola ha troppo caldo. Allora, scopasse la medusa al largo. Quella appioppa e col vento a prua odia però le ammuffite prugne. Sì, la medusa è pungente. Se non v’accontentate, danno ancora La Piovra, il “Placido” mediterraneo. Michele era rassicurante, il duro italico del maschio verace. Ah, faceva sesso. Espressivo come un sasso, dialettale nel comune volgo, piacione quando il nostro femminil Stivale adorava gli uomini rasati ma profumo non devi chiedere mai.

Ah, le donne… si dichiarano ancora fervide ammiratrici di Al Pacino. Ma guarda Omar quant’è bello, ispira tanto sentimento… Totò? No, meglio mangiare uno “scarafaggio” che bersi queste annacquate Pfeiffer da “ferri corti”. Un Tempo, Michelle mi piaceva, era un’algida bionda che stimolava l’uccello “volante”. Incontinenza da sogni sessuali intercontinentali. Oggi, anche Lei lecca solo i gelati Algida, il marito però l’è “fondente”. Insomma, non confondetemi con le “mass(ai)e”. Da cui il film The Family di Besson. Non avremo Alfredo ma un Bob scorsesiano di Capone alla De Palma.

Mah. Preferisco un “affogato” all’amarezza del “chocolat”.
Se codeste galline rompono, uno scarface appunto di “amore livido sfacciato untouchable e Carlito, basta carini”. Sono il paniere. Il funny games alle uova. Ecco, a ben vedere, il primo “cedimento” avvenne proprio con Juliette Binoche. Quel film è una ruffiana pasticceria pubblicitaria del messaggio subliminale.
Osservate la locandina. Juliette “imbocca” il Depp e il Johnny la guarda con far “delicato” per infilarglielo nell’inguine “di sottecchi”. Mah, dal profilo delle loro iridi “addolciti”, pare che da un momento all’altro possano “incarnarsi” in un porno. Combaciano per la scopatona del dietro le quinte formato extra.
Sì, nel gioco della seduzione, lo Sguardo alla Depp è tutto. Depp ha gli occhi dell’impossibile ma “Da possedere”. E Johnny vi ficca nei sederini. Basta che alzi le sopracciglia e la donna si bagna, nascondendo l’eccitazione alzata per “a novanta” gradi. Oculari? No, da sbattimi centrifuga, la lavatrice smacchierà la fede nuziale.
Non parlo solo delle sue relazioni famose, in tempi non sospetti d’interprete “affamato”. Quindi della Winona Ryder e bona combriccola. Mi riferisco alla forza “penetrante” del suo bello col look “trascurato” in-colto eppur da oscurar a luci rosse.
Depp, il fascino di chi fu anche chitarrista per gli Oasis, “sporco” da catarro chic. Quando il performer è rock alternativo.

Sì, le donne vanno tutt’ora matte per il Depp. Già, se volete conquistarle, affidatevi a un disegnatore delle riproduzioni topografiche per il vostro “ritratto” da tope figone con contorni sfigati da lettori del “Topolino”.
Il disegnatore cesellerà una Gioconda uguale al Depp, da proporre nelle chat erotiche come falso profilo in mancanza di cartucce e di carta igienica dopo tanta masturbazione. Una papera la troverete. Attenti però a Zio Paperone. Quello è come Berlusconi. Si finge benefattore ma vuole solo che farsele in vasca di gettoni.

Sì, come Uomo non si discute mai il nostro Depp. Come attore, sta inanellando una serie di puttan(at)e. Oltre ad Amber Heard che, a giudicare dalle interviste, mi sembra Jo SquilloOltre alle gambe, c’è di più?
Mah, io vedo sinceramente solo due da calci nel culo. Anche se una botta potrebbe starci. A entrambi? Sì, da ambo le parti, Amber è bambola. E giocan di “carambole”.

Avete riso? No? La mia “battuta” è sempre meglio del Depp che oggi dovrebbe far ridere nel suo voler unire il talento al divertimento. Tanto per far contento il Depp, va detto questo: la botte è piena se la moglie è ubriaca? No, non sono ancora sposi. Ubriachi da “coglioni” sì, invece. I coglioni del Depp nelle vostre teste di cazzo.

E con questa andate proprio tutti in quel posto.

Fra il Depp odierno e il Nic Cage ancora “australopiteco”, scelgo il Cage. Tanto, se dobbiamo regredire, almeno imbarbariamoci al peggio.

O no? Sì, Big Jim va con Barbie. La scimmia va con una che mastica le gomme del pneumatico, il gorilla è messo a pecorina. Il buttafuori le prende dal nerd veloce di sparatutti della Playstation.

Il barbone va con le barbabietole e la barbetta di Depp concupiesce l’umanità buonista e “depilata”.
Forza, idioti. Pilates, patatine, sciocchine e peperine. Soprattutto da me palate!

Io rassodo i vostri glutei. Io sono il tonificante alle s-chiappe!

Ah ah!

Insomma, Nelson Mandela ha fatto tanto per sbloccare le mentalità razziste e voi avete distrutto da piattezza globalizzata.

Complimenti. Mi raccomando. Eleggete Rocco Siffredi a nuovo Presidente africano e abbiamo completato questo Mondo ancora (s)proporzionato.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Lone Ranger (2013)
  2. Rocky IV (1985)
  3. Blow (2001)
  4. Chocolat (2000)
  5. Invictus. L’invincibile (2009)
  6. Donnie Brasco (1997)
  7. Ed Wood (1995)

James Franco contro Zeffirelli che “compì”, di compitini, le primavere del suo cinemaccio “toscanino” da analini


14 Feb

Mercoledì 13Venerdì “maledetto” nel Febbraio 2013 d’italioti Zeffirelli tanto “taglienti” e pungenti quanto subito “unti”
 
Ieri dopo nel domani, Zeffirelli Franco ha compiuto 90 anni. Vi posso garantire che presto morirà, e girerò il film post-humus intitolato Franchetto nello zefiro Ponente di Franchi che lo francobollerà, papale, a Zagarol nel Levante, cioè nel levarcelo

Quando un vecchio invecchia di più, lo si celebra “alla carriera”. Carriera di che?

Zeffirello, per dirla alla Abatantuono, ha solo che girato drammoni pesantissimi, quasi tutti (rag)giranti nel chiodo fisso del sesso religiosamente ameno, amletico, “sorellizzato nel fraterello dietro gli alberi”, cinemucolo lunatico, volubile e volenteroso quanto poco solare e tristissimo come la Littizzetto che attizza solo il fruttivendolo del rione “Mi sciacquo i peli col sapone e vendo i miei salmoni con un’Hayek Salma d’onanismo serpentesco dal tramonto all’alba, abbaiando nel lupus in fabulina con tanta macedonia di fragoline”.

Esperto della lirica e di come rubava le diecimila lire agli spettatori circuibili coi suoi “filmoni” iperstrascicati e “incrociati” all’ossessione latente dell’italiano demente e medio, timorato di Dio, ecco che partorì dilanianti Gesù di Nazareth, San Francesco a “schiarirlo” dentro Chiara, con Massimo Troisi che lo “parafrasò” di “Ma ‘sti uccelli non ne han le palle…”, Mel Gibson “shakespearizzato” con tanto di “H” sospirante che non va aspirata da pronuncia originale di “Hamlet”.

Otelli a mangiar le tagliatelle col tè di MussoliniCallas a Venezia coi forever “calli” ai piedi, Romei con Giuliette prima di Baz Luhrmann, sì, Zeffirelli anticipò il kitsch moderno su kiss tragicomici del “melò-ne” su poesine per il paesano sognatore.

Tutti i grandi attori americani, a cui inviò il copione (eh sì, copia Franco, siam onesti, lo sa la ripetente Franca, detta “La calabra-lucana che ama la libertà della Francia ma mangia sol le mozzarelle di Robiola Osella come Rossella di Via col ventodelicata fuoricremosa dentro”), accettarono commossi… cerebralmente. Dopo aver lavorato con lo Zeffirello, la loro filmografia ha subito un balzo…, in giù. Pensiamo a Jeremy Irons, me l’ha reso, da M. Butterfly, un povero Cristo, o a William Hurt, da iconoclasta a “casto”.

Già, Franca veste a fiori ed è sempre “in festa”. Ma tutti la (ap)pestano, e nessuno la sfiora neppure con una rosa, figurarsi se la sua figa vien “forata”. Ah, il suo seno “maternissimo” produce latte per il formaggio del suo “grissino” spizzicato coi deliri erotici notturni davvero “Harmony”, tanto che Korine, il regista che si scopa la Sevigny, ispirandosi alle sue avventure “durissime”, sta già “montando” il biopic a “ella”-o-Maggio, di pesco, di poco conto e nessun coito, chiamato Date a Franca un Kid e ve ne sarà “grattata”.

Dopo tale Franca, donna “tagliata”, tornerei al cinemino di Zeffirello.
Cinema veramente italiota che gioca sui complessi di colpa del cristiano moralista con tanto di Rosario su Battesimo-battete le mani e “arrossare” il pene, ipocrita, “impiantando” il suo “farsi pena” e, d’in-salate, consolarsi nella consueta Consuelo, famosa colombiana “pasquale”, quando “vola libero” dopo tante pre-occupazioni.

Sì, Zeffirello è da osannare su musica del Toscanini, infatti nacque Corsi Gianfranco nella florida Florence.

Zeffirello è come l’Italietta tutta truzza che, dietro prediche dal balcone, osserva nel panorama “deserto” le tettone delle spettatrici sugli applausi nel loro spalto d’appalti edilizi da “virili” con ricatti-ricotte, fortilizio!
Ci voleva la forza di Sansone per massacrare una famiglia d’idioti, capeggiata da Matteino, il gran chiacchiericcio delle sue puttanine, nello sputtanarli con tanto d’ultimo monito potentissimo e “spuntatina”

Eh sì, Matteino, il diplomatico maialetto da Minghetti “liceino” e uccell’ di ditone medio a mandar “fanculo” a tutti, nel suo fottersene d’affezione davvero romantica ed “elevato”, quasi quanto la sua “egregia”, spettabile, appetitosa coscienza fra le cosciotte delle sue pollastrelle, non aveva previsto che il falotico mutar può ora richiedergli una multa, assassina come i suoi crimini “legalizzati” pro-tesi ad ammutolire il prossimo quando non par(l)ato dietro i suoi pezzi di… carta. Ah, alla carne il porco approdava, sbrodolando, con “prode” tanto lodata di “laureetta” d’aureola del reuccio a “fregare” color che, frignanti-ebetucci, abboccavano alla, eh sì Lucio Dalla, sua bocca “nobile” e “arguta”, di scibile magniloquente come la cattedra da fetentissimo che può dar patenti iellate e “schizofreniche” a suo sfregio da “fregolista”.

Ma, Matteo, tanto volle ammattire quanto presto finirà fra i matti, anzi al macello.

Egli, rispecchiando il “tricolore” del suo trombone, come da generazioni DNA di genitali gelidi m’anali (è in bacheca d’annuario “arrivato”) della sua razza “frizzi e lazzi”, incrociò sulla sua strada “asfaltata” colui che l’ha tirato. Tanto se “lo” tirò, “stappandolo” di brindisi e “brillantine”, che presto gliele strapperemo e lo metteranno al tappeto.

Non è “affare” mio il suo “arnese”, ma competenza degli “organi”… legislativi, i quali saran molto “lassativi” a digerirlo di “diagnosi” alla Costituzione “ricostituente” su emicrania del frantumarlo.

Ciao Matteo, salutami tua madre, signora di “onorevole”. Infatti, il padre, e dunque delinquente marito, non solo di “lingua italiana”, par che la tradisse con la consorte del fratello, disegnatore “romano”, ché ri-filava “alla romana” quando lui tratteggiava i “fumetti” della Rai mentre “era in vacante”.

Eh sì, Matteuccio, detto “Il merluzzo per le citrulle”, deve stare solo che zitto, giunti a “destinazione” del suo “cestinarlo” in manicomio, come presto avverrà da ingiunzioni psichiatriche, altrimenti le sue “Maui ans Sons”, d’ammanicato, oltre alle manette si beccheran Scevola e tutto “violetto” di “culone”.

Ove va il “gallo” al lardo, ci mette lo zampino e il mio bau bau t’ha sbranato.

Matteo, Miao!

Matteo, “regale”, regala zaffiri alla sua “firma”.

Con tanto di timbro nel “mittente”. E dire ch’era “eminente”.

Per finire con “dolcezza”, sposterei l’attenzione da Matteo a questi attori della Mattel, industria di bambolotti hollywoodiani:

 

1) 

 

Depp Johnny. Ammettiamo, bello è bello, cari maschietti rosiconi ma, ai Grammy, ha sfoderato una voce dark su espressione pirla.

 

2)    Pitt Brad, col Tempo è diventato un attore “maturo”. Ma l’impatto da pantaloni “zotici” è rimasto con tanto di “sberla” a dirti: “Ehi, bambina, t’accalappio nel killing me softly”.

 

3)    Clooney George e Affleck Ben. Le donne concupite  (tanto le donne non capiscono, eccome, un caz’…) e i soldi rendono l’acerbo un politico. Clooney è passato dalle copertine, ove tutte scopriva-scopicchiando, ai film “impegnati” (eh, come “impregna” Georgino le “prugnine”, nemmeno il Berluscon’), mentre Affleck, da Pearl Harbor s’è dato all’Oscar per Argo.

Io li seppellirei entrambi a Predappio…

 

4)    Le streghe “vengon” con Nolte di scarponi tutti rotti su camicia “al mascarpone”.
Anche un Nick può entrare al Chateau Marmont, fregando la sicurezza su “giullare” formato “Ciut”, espressione meridionale per identificare, “di primo pelo”, un deficiente che se le fa in barba…
Il mio video per antonomasia, il mio onomastico è il 26 Dicembre da Saint Stefano, non vesto Benetton ma riempio l’abete di “botte” artificiali agli ebeti nelle bettole di Alberobello, ove i trulli tengon “caldi” i grulli. Io, che son il Marchese non marchettaro del Grillo, spingo nel grilletto delle femmine e spulcio le terragne nell’arte di “arrangiarmele”. Gnam gnam, se le mangiassero loro con le “cime di rapa”
Mostro la mia intervista televisiva a una “mostra”, e le domando come son “venuto”:

– Oddio, perché scrivi romanzi che parlan di mostri?
– Te lo dirò dopo, vuoi vedere quanto ce l’ho “mostruoso?”.
– Dai, non scherzare, non “schizzare” subito. Non sei tanto a posto.
– Sì, non s-compormi. Non ho scheletri nell’armadio scomponibile, ma te “lo” Pongo affinché tu possa plasmarlo, sviluppandomelo nell’ingoiarlo-avviluppante di cavalcandola di chiave al buco della serra-“dura”.
– Ah, la butti sempre sul sesso. Marpioncello, t’ho tolto la maschera.
– Sì, ora posso struccarti il mascara?
– Che cosa?
– Quale coscia? La destra di Monti ch’è un montato col montone di Bruno Vespa, uno che querela i vispi in motorino Vespina mentre svelto guarda, di neo, la Brambilla demolition man, la Sinistra di Bersani o nel mezzo del “sano e felice del chi va piano, verrà planando, speriamo non lontano ché oggi i vicini ti denunciano per evitare casini che “piscian” fuori dal vaso di “terracotta” in quanto è troppo cottoletta a insudiciare i letti della cornificante del quinto?
– Che sta’ a dì?
– Dico che, se tanta mi dà del tonto, io nel “forno” la “cilieginizzo” di torta del mio “torni(t)o”. Tutt’attorno, leccando goloso, infilato nel “filotto” del clarinetto su ancor più di “basso” ritornello Arbore, l’ardente in “Venier” Mara, trombata al mare:

Metti che ti presenti a una ragazza e dici “Suono bene il clarinetto”.
Metti che lei capisce tutta un’altra cosa e ti fa subito l’occhietto.
Metti che sei un artista puro e questa cosa non fa certo un bell’effetto.
“Il clarinetto, quello che fa filù filù filà filà”.
Metti che lei non è un’artista e con la musica non prova alcun diletto:
il clarinetto si butta un po’ giù.
Non c’è emozione né soddisfazione a suonar da soli il clarinetto.
È uno strumento un po’ particolare che ha bisogno di accompagnamento
Ma dove sta una chitarrina per suonare insieme con il clarinetto 
jazz 
per fare qualche pezz’, per fare un po’ filù filù filà filà.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche 
swing
mentre il clarinetto sping…così nasce un bel 
blues.
A-hum! A-hum! A-hum!… A-hum! A-hum! A-hum!
Senza la chitarrina non puoi far manco una canzoncina un po’ sveltina in do
e allora come fo per fare un po’ filù filù filà filà. 

– Va’ a dar via er cul’!
– Lo so, sono Ercole!
– Quindi?
– Dimmi quando, quando, quando?
– Ah, sei proprio simpatico e stravagante.
– Ecco, allora non “farmi” l’antipatica, basta con le apatie. Straripiamo e ti “pompo”.
– Cosa?
– Quella che sta dietro.
– Il sedere?
– No, non sedarmelo. Dammela!
Dai, metti su i Doors, basta con queste piadine da Samuele Bersani. Quello fa solo piedino.

Sempre a piedi rimane, e rema senza “crema”. Col Cremino, sì, però stecca-lecca.
Sì, uno da Sanremo.

Alle prossime elezioni, non votare Neffa, piattola della “musica” nostrana del devi stare molto calmo.

Neffa deve solo sniffare con la sua “signorina”, se non vuol pigliarsi un cazzo-tto.

Sì, ne ho visti. Psichiatri altolocati col desktop della Fortitudo a fortificare le depresse pazienti “con un poco di zucchero e la pillola nelle tue Poppins…”, dei troioni con gli occhialini a cui ficcherò solo le “testone” contro la vetrata.

Chiaro?

No, saremo in Giancaterino, giornalista del Pescara, che pescai di pesce nell’Elvira che non me lo evirò affatto. Anzi, sfatta, ancor ricorda come la “feci”.

Ciao Elvira,
non voglio assillarti. Hai altri impegni, più inderogabili, che ti prendon di più d’uno che puoi prender per i “fornelli”. I fondelli lasciamoli ai fornai con la panetteria. Pen-s-iamo alla tua “pasticceria”. Sì, come lo pasticci tu, neppure la pralina che toglie la “papalina” al mio “pipino” mandorlato d’occhiolino per il “budino”.
Ora, lunghe, impetuose e tortuosissime curve si “dipen’… aron-ararono”, non pian in me, di rehab (non) adattato ché non allattato alla comune(lla) massa-ia, uno che è massaggiatrice solo d’olio d’arachidi. Non fare la Kelly Preston che dimentica di come me senza se ma “Madonna quanto sei bona!”, Travolta John traditore, mi perdonasti quando lo donai a Donata, una che al cavallo… guarda in bocca. Ah, soffro d’aracnofobia, e pulisco il soffitto della mia palafitta dai ragnetti, gente nerd alla Spider cronenberghiano nel meno man del Tobey Maguire col Garfield version arruffato.

“Menamela”, mie melina, sei sdolcinata e io te lo cuci(n)o. Ah, come cuocio il mio “cuoio capelluto”, neanche Alberto Lupo, e nella tua varichina-vagina “tutto” (ri)gira per girini erogeni.

Di mio, oggi son poeta e romanziere, che tu potrai disprezzare ma il mio prezzo è unico ed eccezionale, perché non scontato. No, scontai il pene degli ignoranti, virili di villica boria ma sfiatai nella Lettatura senz’aria fritta, sebbene me le dia di “martellate” e anche trivellate…

Troverai le mie opere (co)sparse nel net, nettaron’ ottimo di mente raffinata e olfattiva, non macrobiotica nelle etiche(tte).
Morale anche m’immolo a Montale, sono un bel ragazzo, perché negarmi un bacio sulla f-r-onte? Sì, sii sfrontata. sfacciata e deturpami. Colgo la “fragranza” del tuo (s)turbo, disturbamelo purè.

Eccolo a te, offerto su un piatto d’argento. Pronuncia la parola magica di “Aladino”, cioè “Genietto”, e vedrai come entrerà nella “lampada” di te “abbronzata anche nel culetto di bianchetti.

In poche parole, sei una zoccolona.
Spaccamelo con “comodo”, ma prima appoggia il fazzoletto, da te sporcato, sul comò.

Sì, ora mi dai del comico da nosocomio ma so che volevi ammorbidirmelo nel durevole coccolino.
Lo av(r)esti, ora vestiti. Sei oro e io avaro. Anche Vitali Alvaro.

E non rompermelo più…, devo “spartirlo” anche ad altre.

Finale con ammenda: chi mangia la merenda, è un Luc Superfantozzi.

Parentesi con accenti e virgolette di altro carattere su mia caratura:

incontro una ragazza, mi squadra perché m’ha “inquadrato”. Di mio, non indosso la camicia a quadri, dipingo solo dei quadretti sul quaderno:

– Come faccio a piacerti se non ci siamo mai sentiti?
– Eh, ma io la sento tutta, eh?
Sembro assente, ma sono un sentimentale.
– Mi sembri un demente di tal mia sentenza: “Soffri di disagio”.
– Ma non andrò adagio.
– In che senso?
– Voltati, ecco l’involtino!

Preferisco i maritozzi di panna infilata nel tozzo.

Insomma, donne, accettatemelo, sì, ascia fa rima con liscia.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Amleto (1991)
  2. Fratello homo sorella bona (1972)
  3. Franco, Ciccio e il pirata Barbanera (1969)
  4. Romeo + Giulietta (1996)
  5. The Doors: Live at the Bowl ’68 (2012)
  6. Sballato, gasato, completamente fuso (1982)
  7. Il Grande e Potente Oz (2013)

“The Lone Ranger”, B Trailer


13 Dec

 

Smaltato indianeggiante nel Verbinski più Depp fumetto.

Mezzanotte del riscatto di Richard: dicesi “tardivo”, prossimo al senil avervi insederato! L’Oscar è suo!


30 Nov

Quest’anno, l’Oscar come Miglior Attore è suo. Alla facciaccia dei detrattori. Il detrattore va in trattoria e mangia coi ratti

Lo so, vi sta antipatico. Solo perché si portò a letto, “ammogliandosela”, la superba Cindy Crawford, famosa per il suo neo atipico da tipetta topona. Crawford non ammoscia, Crawford è da “affondare” di “rafforzante”.
Be’, pare che anche quello di De Niro, celeberrimo di “stampo sulla guancia-zigomata”, se la sia fatta.
All’attore di Hollywood, una Cindy miei candidelli.

Che cosa rosicate? Richard, in fondo, è ben più misero di me.
S’incravatta, s’impomata eppur di gigolò non è come Al Pacino. Che fu calunniato quando ebbe successo, con le solite cattiverie infami sul sesso. Sì, sparsero la voce che, prima di essere Al, “abbacinava” le donne sicule. Son scherzi da prete. Il padrino non ci sta! E vi rifilò dei colpi in pancia!

Ecco, Al Pacino calza a Richard, essendo stato Richard a “rubargli le scarpe” per Arbitrage. Ruolo per cui era designato Alfredo e che invece andò poi al Gere.

Io so tutto. Mentre voi cazzeggiate e “mollate”, contentuzzi delle vostre (in)felicità da ipocritoni, io scruto la fauna di Los Angeles, e me n’affamo, alla faccia di voi, beffatori. A chi volete portar iella? Son io che vi sbudellerò di “patenti” pirandelliane se vorrete ancor cancellar le mie centomila trasformazioni, annerendomi in un “nessuno”, miei piccoletti qualunque. V’illudete, vi prostituite, v’inculate a vicenda, eppure siete sempre più insoddisfatti, soffrendo “pene” che aumentano parimenti all’uccello tanto “infornato” quanto sempre più “panettiere” da farine del vostro zucchero a velo velenoso.
Che vergogna! Adesso, pure con la lavandaia. Uno che vi s-tira il pann(olin)o. Che sconcezza!

Pane al pane e vino ai divini. Ma quali divani!

I panni sporchi non van lavati nei tradimenti di famiglia, ma esposti in pubblico. Se siete ossessionati dal pube, pubblicate. Invece no, di Clooney George v’”innamorate”, sognando il suo cotonato che “brizzolato” ruzzoli in voi, le zozze. Che zoccolone!

Sì, scherzate e volete l’uomo “maturo” (credo non sia il vero “duro”) di fascino “screziato”.
Che screzio. Ah, come vi screpolate le labbra e crepate d’invidia per la sua Stacy, ginnasta che “avvoltola” il suo “smoking”, “affumicandoglielo” di scopa che scoppietta “al tappeto”. Che mossa da lottatrice. Invece voi, “casalingue”, sol di lingua inaridita e spruzzata d’aceto nelle insalate, lordate le “lodi” d’un marito già sudicio che, di par suo, s’appaia “sudato” a “una” da sedar di “sedere”.
Che schifezze!
Mamma mia, che sifilide catodica, vi dichiarate cattolici con tanto poi di foto (segnaletica…) ambigua su Facebook dell’amico a fianco del vostro consorte con le braccia al vostro sen assetato. Conserte, assortite e tirate le cuoia.
Che malesorti. Che maialini! Che sorci! Che porconi!

Basta, ghiri che vi raggirate, date a Gere il Re del suo girino.
So che voi donne “lo” volete. Vi piacerebbe un figlio da cotanto sperma.

A me piace, non sono omosessuale, ma sono un Uomo.
Quindi, amo chi è un grande, come me.

Sì, è una società di puttane conclamate. Prima, negli anni ’80, avevano almeno un po’ di ritegno. Adesso si tingono, si fan mantenere, e dunque si tengono. Ma son più meretrici di Mara la “stiratrice”.

Oggi pomeriggio, sempre attraverso questo mezzo dei “Mi piace-Condivido”, falso come una stampante a colori per la vostra testa in bianco e nero d’inchiostro “simpatico”, mi contatta una senza “cappella”.
Elargendomi “grandi complimenti”.

– Sei carino. Mi dai il tuo (ucc)cel.?
– Sì, hai due belle tette. Però, ora devo preparare la cena. A base di peperone.
Ciao.
– Ma come? Non ho delle fantastic boobs?
– Certo, infatti mi son già salvato le tue immagini.
In poche parole, per “farla” breve, me lo leccheresti?
– Credo di sì. Anzi, certo. Cosa vorresti di più?
– Che ti togliessi dalle palle!

Scoprii, tramite un altro suo contatto, ch’è una lesbica ragionierina del reparto amministrativo da segretaria-“segregata”, la qual nel Tempo perso s’”annoia”, fottendosene degli spam.

Ecco, recapitai al suo compagno, trovato nelle “Informazioni” del suo “nobile” Profilo, tutta la “messaggeria”.

Domani non divorzieranno.
Il fidanzato pare che sia un pappone.

Ho detto tutto.

Osserviamo tutti i ruoli che gli sfuggirono per “una manciata di secondi”, e furon la fortuna di altri.

Se il Poker non è fortunato, l’asso nella manica te lo sbatte.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Trappola di cristallo (1988)
    Willis Bruce.
    Meglio così. Richard è da doppiopetto, non da canottiera.
  2. Wall Street (1987)
    Michael Douglas.
    Peggio. Douglas è un erotomane, pure i soldi vuole.
  3. Traffic (2000)
    Ecco, qui Michael rinsavisce salvando la figlia.
    Gere sarebbe stato più credibile.

    A me Douglas, nella scena del “salvataggio”, parve uno che “ammiccava” all’attrice minorenne, “sangue del suo sangue”, un “Drogami nelle doghe”:

  4. Fuga di mezzanotte (1978)
    Brad Davis.
    Una faccia come il culo.
  5. Arbitrage – Sesso, potere e denaro (2012)
    Appunto.

 

 

“Nemico pubblico”, recensione


13 Nov

Ultimo “Manhattan” fra i “gangster” dei propri demoni

Il Cinema energico, poderoso, folgorante di Michael Mann, stavolta s’inerpica nell’imbrunito volto dei tramonti che si cosparsero di vital linfa trasgressiva.
Intonata a battiti di ciglia, nerissimi, come gli occhi dall’abisso “candido” di Johnny Depp, arrochiti nei tagli cristallini, turbinanti, “digitali” di spari e spasmo laconico, spalmati di limpida acquiescenza “assorbita” nelle vene drogate delle lisergiche calme apparenti, a detonar scattanti su, sopra, dentro sventranti, meticolose, furiose, “lancinanti”, infiammate rapine a rapirsi proprio l’anima per saccheggiarne il valore o, forse, elevarlo a trono di ribalda sfacciataggine “scont(r)ate” nelle regole assurte a insostenibile modello di “stile”. La vita dei (propri) processi alla morte d’esorcizzare nella perenne fuga assurda, appunto, che risorge a ogni smaltato fucile della chimera polverosa, abba(gl)iata di schizzi esangui, affranti ma mordaci con gaglioffe spavalderie frantumate, ecco, nella putredine che annebbiò gli squarci visionari della lirica mistica all’increspato ora romanticismo ferito nel ventre d’una levigatezza a destarlo poi nell’abisso del vortice della Luna più melliflua e “incatenata” all’incanto perduto.

Dream perito, strada piovigginosa di vetri affumicati, d’una battagliera rivalsa a istituzioni che legifereranno, ferocissime, a imbrigliar caudine la morigerata “castità” del te già divelto, svelto però a sfoderar il “grilletto”, come un gringo del solitario, assolatissimo West, era remota, scomparsa nella tua riapparizione da fantasma più vivo delle ombre che perseguitano la tua, “assediano” e bloccan lo sterno del tuo deviar dello sterzante, feral sferrar attacchi al brado, disumano lor morirsi dentro nei boschi sempre più foschi d’una menzognera “dolcezza”, apnea galleggiante delle temperature “equilibrate”, stagn(ol)e. A cucir claustrofobiche, e di fobia a impaurire, a iniettare la leguleia osservanza del loro, sì, cupo eclissarsi e tetro, stridulo occultarsi cadaverici dietro (s)coperte, “rinomate” nomee.
“Egide” di stelle di latta graffianti da sceriffi monolitici come J. Edgar.
Un Edgar che sbircia i suoi passi “robotici” per avvolgere l’America nell’illusione solo automatica delle calibro. Sì, “calibrata” nel t(u)ono soffuso, plumbeo e dentro burocratiche archiviazioni per un catalogo di plastica dalla compostezza tanto “filigrana” ad attenuar l’anima da incenerirla nella “pulizia formale” d’una asettica” virtù “bibliotecaria” del proprio volto legnoso. La setta dei corpi segreti…
Un Edgar manichino, scarnito negli zigomi obnubilati, “nubili”, tanto nobili anche da spezzarsi nel “cuoio” inespressivo d’una sagoma “virginale” del Billy Crudup obliato nel bianco più “cerone” e ceruleo, che (non) c’è. Come un ruolo “secondario” di demiurgica, ieratica, orripilante presenza inamovibile.

Michael Mann azzarda nel noir camuffato da “poliziesco”, un urlo raschiato d’una Storia nota quanto “banale” e senza “guizzi”.

La “vera” avventura di Dillinger, già un inganno. Perché Johnny Depp, anche se all’anagrafe più vecchio del “reale” Dillinger, appare etereo d’immarcescibile giovinezza senza Tempo, una proiezione svecchiata dunque, rinvigorita nell’efebica diafanità angelica di Depp stesso e altro(ve), smacchiata dal John “biografico” dei documenti ingialliti.
Ove le poche foto dell’FBI ce lo “dipingono” canaglia e sporco, Mann “immedesima” Depp nella sua iconica statura decadente da eroe bellissimo.
Come l’adorante primo piano iniziale, martellante di colonna sonora da “biglietto da visita” del suo innato carisma.

Come tutti i capolavori, e soprattutto come in Michael Mann, la trama è “stupida”. Buoni osservatori della “legge”, senza sfumature psicologiche, contro i “malvagi” banditi “mascherati”.
Gatti coi topi e viceversa. Fra evasioni a cui basta “schioccar le dita” per organizzare la propria liberazione, dall’angoscia ancora di sé, d’un viaggio già schiantato e cosciente della sua “intrepida”, tenera vigliaccheria.
Duelli metropolitani da spadaccini con le pistole, appunto un western “in costume”. Anni ’30 sbiaditi, o ancor più lucenti delle praterie, rasoi e creme da barba più affilate e dissanguanti delle lame dei coltelli, macchine lussuose e firmati “occhiolini” più coraggiosi delle cavalcanti città coi saloon, aperitivi morbidi e “harmony”  più “scostumati” e smargiassi delle birre stronze nelle tavole calde.

Un Christian Bale titanico, senza sonno, missionario della “giustizia”, freddezza implacabile, un Depp asmatico e malinconico che sa quando e dove morirà, aspetta la sua fine proprio nello “schermo” del suo “melodramma” (in)glorioso.
A issare, brindare nel suo Cuore le gioie, i rimpianti, i rancori, la rabbia, l’amore e la Bellezza.
Una Cotillard sfuggente, peccaminosa anche solo quando terge d’acqua erotica pruriginosa, in vasca da bagno, col suo piede “scosciato” e stuzzicantisismo, il feticismo nervoso d’un leone combattivo ma fratturato, arso fra il vivere o morire da re(o) delle errabonde, “erronee”, sbavate, “brave” e “bevute” notti.

(Stefano Falotico)

 

“The Lone Ranger”, il Trailer


03 Oct

 

L’abbiamo discusso il Johnny, ma non si discute…

 

 

 

Johnny Depp – Una carriera allo sbando, infatti da sbandato divenne un mito con qualche ruolo da “bandito”


03 Oct

 

Suonava anche in una banda, adesso esce ancora dalle bare di Tim Burtonma entra soprat-tutto tutto nel “burro” in “quella” di Amber Heard, da “pirata“.
Più che altro, quest’angelo ha mercificato il suo Cuore…

Depp, attore che aveva il suo perché.
Fra l’altro, all’epoca il seno di Winona Ryder mi eccitava non po(r)co, e invidiai molto il suo “tatuaggio”, wine foreverche, tradotto (il)letteratamente, significa appunto nella “figa” di “vino“. La “divina” da (div)ano.
Sì, la Ryder non era una di “legno” e Depp era un buon pastore di “bastone”. Con mani di forbice, fornicava su visopallido“, quali sono infatti le sue origini da mezzo “pellerossa…“.

Winona, dopo averlo “stirato”, lo tradì con Daniel Day-Lewis, un altro che, al di là delle sue “doti” indiscutibili d’attore, pare che sia diventato semieremita perché “minchione”. Il suo piede sinistro però “tira” ancora di “boxer“.
“In fallo”, di ciabattino a Firenze poi di nuovo vinse doratamente l’Oscar del “petrolio“.

Sì, l’enigma Depp.
Mi ricordo che la mia prima ragazza, quando scopava con me, fissava gli occhi del poster(iore) di Johnny. Non era molto gratificante e, dopo gli amplessi, al fine che non mi pensassi solo un fesso, mi sussurrava sempre un “Gli assomigli”.
Oltre al “sesso” immaginario, pure l’amante in un altro “sdoppiato” d’empatia da fan…
Sì, le donne hanno sempre un idolo migliore della tua “cartapesta”.
Per anni, le intellettuali eran sposate con gli operai, ma poi si toccavano con Woody Allen.
E, di contro, gli “uomini veri” stavan con la casalinga per poi “aprir le cosce” alla vista di Stone Sharon, per “spioncino” nel buchin’ che vedo-non vedo-eccola “là”.
E, appunto, volava, “schizzava” nell’et voilà!

A volte, temo che lo psicopatico (in)castrato di “Sfiga” senza regole avesse ragione in merito alla “poesia”, di cui s’è perso ogni romanticismo per colpe delle “chimiche” di questi farmacisti dell’anima: le rose sono rosse, le viole sono blu, voglio ficcarvi il c… in mezzo agli occhi, brutti stronzi!

Nonostante tutte le inculate che ho preso dalla mia “innamorata”, continuai a pensare che Johnny era un grande. Già per “desiderarlo” così tanto di “glande”, è certamente un Uomo di glassa. Di un’altra “galassia”. Sì, dei suoi viaggi quando non ha le mestruazioni.

Pensiamo a un grande regista con cui è diventato amico: Kusturica, da zingaro, ora si dà alle “zingarate”.

Oggi, si può “permettere” di rifiutare Wes Anderson per “girarci” (le palle…) di un’altra avventura con la “ciurma“.

Recitò quasi meglio di Pacino, e ora è tornato ai “bacini”.

In poche parole, anche Depp (da molti pronunciato “dip“) è finito come Flavio Briatore, in jeep con le chiappe chiare.

Ecco, quando gente che stimo “troieggia” così, penso seriamente di aprire un bordello intitolato “Rocco 2”, ove mi “riciclerò” d'”incarnazione” nel “remake” di Siffredi.

Sì, alle case editrici interessa solo quanto puoi “fruttare” (che sfruttamento) e, prima o poi, anche i maledetti devono “svenderlo” e arrendersi. Se non vendono, finisci nel “vento”.

Triste verità o una “bestemmia?”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il mistero di Sleepy Hollow (1999)
  2. Donnie Brasco (1997)
  3. Lone Ranger (2013)
    Ho detto tutto…
  4. Angel Heart. Ascensore per l’inferno (1987)

Genius-Pop

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