Posts Tagged ‘John Rambo’

Il programma del festival di Venezia è più moscio di un eunuco ma vi andrò a riempire le mie “lag(u)ne”, basta anche con le lasagne e le (ciam)belle col buco


14 Aug

cruise eyes wide shut kidman

Che io mi ricordi, dall’inizio dell’adolescenza, pensai di suicidarmi ogni mattina. Poi, non avendo avuto io un’adolescenza, la gente senescente e malata di demenza pensò di ammazzarmi. Reputandomi un deficiente.

Mi salvai sempre per il rotto della cuffia, come si suol dire, per non dire qualcos’altro. Quando uno è fortunato, per esempio, gli si dice… sei un rotto in culo.

Solitamente, lo si dice anche agli omosessuali passivi sui viali. Luogo assai frequentato, all’epoca, dalla clientela dei miei coetanei. Gentaglia di bassa sega, no, lega. Credo che non abbiano neppure militato in Promozione, venivano sempre bocciati a ripetizione.

Ragazzi certamente in gamba che, a prescindere dalla loro sessualità normale o diversa, pensavano sempre a qualcosa fra le gambe. Diciamocela e non raccontiamoci puttane, no, puttanate.

Che io mi ricordi, trascorsi tutta l’adolescenza nell’infanzia. Cioè, anziché sverginarmi, aspettavo il sabato sera per farmi sfottere da chi se ne fotteva…

Comunque, aspettavo la domenica… degli Oscar.

Durante il resto dei 365 giorni, trascurando gli anni bisestili e agli ani estivi, lavoravo tantissimo. Sì, solo col cervello. Mentre gli altri si facevano, per l’appunto, il cosiddetto culo, io ero troppo occupato dai cazzi miei.

Ragionavo troppo ma mi diedero del cerebroleso. Dunque, fui preso di mira dai cacciatori. Non solo di uccelli. Sì, fui scambiato per il cervo che voleva rinascere a primavera alla Riccardo Cocciante. Invero, ho sempre amato The Deer Hunter.

La vita è un gioco duro come la roulette russa? Mah, per quel che ne sappia, molti reduci del Vietnam furono costretti a vivere in una roulotte. John Rambo solo fra i boschi.

Ad Apocalypse Now e Giardini di pietra di Coppola, ho sempre preferito Vittime di guerra del De Palma.

M’identificai in Michael J. Fox? Che ne vide tante? Non lo so, che io mi ricordi non vidi neppure quella della donna violentata da Sean Penn nel suddetto film poiché castrai subito la scena sul nascere in quanto la reputai scandalosa e tristissima.

Poi, anche Full Metal Jacket è una cagata. Dobbiamo darcela, no, dircela senza peli sulla lingua.

Kubrick non era una pacifista. Era un misantropo come Pino Scotto. E un misogino che voleva farsi passare per figo, inquadrando artisticamente il lato b di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Quando si dice, lascerà qualcosa ai posteriori, no, ai posteri.

Di sicuro, Tom Cruise lasciò sul fondoschiena (e non solo) di Nicole il suo liquido seminale. Kubrick, personalmente, non mi diede mai un cazzo.

Il suo Cinema è adatto a Umberto Galimberti e ad altri sociologi depressi.

Ho una tremenda voglia di stronzate. Voglio divertirmi e ballare.

Anche se ballo come John Belushi di The Blues Brothers, cioè da far schifo alla minchia, cazzeggiando non poco di movimenti anca-bacino da Christian De Sica di Fratelli d’Italia, fra una lambada e una che non s’è fatta solo la lampada, bensì tutti gli allampanati senza testa, ragazzi senza geniale lampadina, come si suol dire, qualche volta vado in bagno.

Per mandarvi a cagare.

Sì, è tutta colpa di Barry Lindon.

Difatti, credo che mio padre sia, malgrado i suoi settant’anni suonati, più inespressivo di Ryan O’ Neal ma a tutt’oggi più affascinante di Tom Cruise.

Non è vero che fosse e sia un uomo mediocre. E non ho da rimproverargli nulla.

Sapeva benissimo che, già a dodici anni, ce l’avevo più grosso di un pornoattore nero ma lasciò che mi masturbassi quasi solo mentalmente. Senza rompermi i coglioni.

I padri degli altri invece obbligavano i figli ad andare violentemente con la prima ritardata raccattata per strada. Così che potevano vantarsi con gli amici di avere avuto un figlio maschio davvero duro. Più che altro, un futuro nazifascista che non avrebbe mai e poi mai guardato un film di Kubrick né ascoltato Mozart in vita sua poiché di conseguenza avrebbe, prima o poi, così “istruito” dai “saggi adulti, “spinto” e maleducato alla cacciagione sessuale più turpe, stuprato la moglie di un loro collega medico. Semmai ginecologo o psichiatra.

Che poi l’avrebbe sbattuto in cura Ludovico. Tagliandogli le palle e curando la moglie dal trauma derivatole dall’aberrante violenza a lei praticata senz’anestesia né farmacologica sedazione.

Secondo me, la moglie del medico era già distrutta psicologicamente prima ancora di essere fottuta.

Quando, come Malcolm McDowell di Arancia meccanica, sapeva benissimo che suo marito scopava come un matto tutte le infermiere, tornando poi a casa nel rivedere, con gli “acculturati” amici, Orizzonti di gloria e soprattutto Shining.

Tanto per fare il trombone pieno di sé.

Ce la vogliamo dire?

Kubrick era da manicomio, io scrivo meglio di Tarantino e tua sorella è triste perché non ha mai incontrato Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Al che, per fingere di essere intelligente e finemente romantica, adora i film intimisti più pallosi come Il filo nascosto.

Lo sanno tutti che Tom Cruise di Magnolia non doveva redimersi.

Se uno nasce una testa di cazzo, è giusto che prenda una giornalista dei miei stivali a mo’ di Val Kilmer/Jim Morrison di The Doors, e glielo ficchi in quel posto.

Il resto, compreso fare i cinefili da quattro soldi, è un alibi che vi raccontate per non ammettere che non ce la fate. Non siete Kubrick, non siete Paul Thomas Anderson, non siete Tom Cruise. Non siete un cazzo. Di mio, non credo più in dio? Può essere. Non credo nei falsi. Molti giovani, per esempio, sostengono che le discoteche siano frequentate solo da ricchi idioti. Può essere. Così come può essere, anzi, è verissimo, che gli stessi giovani che criticano aspramente le discoteche, oggi ce l’hanno con le discoteche, per l’appunto, domani però ce l’avranno con qualcos’altro. Solo perché non accettano che oggi lo si prende in culo, domani anche. Poi no, poi di nuovo sì. Finitela di credervi superiori e di recitare la parte degli inferiori o viceversa. Come dice Il Mago di Taxi Driver: chi più chi meno, siamo tutti fregati.

L’avevo già capito a tredici anni. Così come avevo anche capito che Cybill Shepherd era una figona ma anche una troia.

Sul resto della mia storia, vi racconterà De Niro.

Adesso, chiedete a lui, non ho più tempo da perdere. Devo vedere un film con Al Pacino.

 

di Stefano Falotico

Il ritorno di John Rambo, il ritorno del più grande revenant di tutti i tempi


26 May

Chiedo venia se talvolta mi sveno. Soprattutto mi sventro eppur mai mi svendo.

Che anni straordinari questi miei ultimi da cinematografaro letterato adoratore di Eastwood

Ma quale sfigato! Ma quale rincoglionito! Ma quale andato!

Io son bello che ritornato, sempre dannato e come il miglior vino d’annata, perfino azzimato, altolocato, sempre un po’ incurabilmente toccato, non so se guarito o forse stasera dalle gambe di una donna stupenda inguai(n)ato.

Sì, mi piacciono troppo le donne. Mi piacciono talmente tanto che, al primo due di picche, mi spacco più dei vertiginosi spacchi delle gonne più maliziosamente seducenti.

Sapete che ho scritto a una donna su Instagram felicemente fidanzata? Ah, sul felicemente avrei dei dubbi. Sarebbe, credo sarà, molto più contenta e soddisfatta se lasciasse quel baggiano con cui sta, quel baccalà senz’arte né parte e incontrasse Steve Everett di Fino a prova contraria, cioè il sottoscritto.

Ho scritto questo:

«Sei grande per me, cazzo, è brutta la grandine. Sei impegnata, non so se da lui impregnata. Se non stessi già con questo, il quale comunque credo che tanto a posto non s(t)ia, ti corteggerei a morte e tu crolleresti. Sì, so che con me coleresti…

Ti regalerò mille rose, forse anche 1000, 3 periodico, libri smaglianti come la tua pelle incantevole e intarsiata nei tuoi abiti aderenti alla perfezione stilistica delle tue cosce appassionanti come un romanzo eroticamente avventuroso e incalzante. Lascia che io sia per te incazzato.

Spero che il mio viso focoso potrò incorniciare fra le tue labbra ardimentose, incastonando la mia capacità linguistica al frontespizio della tua copertina, dopo la copertina esorbitante davanti ma soprattutto estasiante nel retro abbacinante.

Mi concederai almeno un bel ballo? No, eh? Mi darai invece una sberla. Che botta pazzesca, che sventola da capogiro».

Sì, quanti incontri magnifici che ho fatto negli ultimi anni.

Con Davide Stanzione scrissi qualche anno fa, quando ancora non era diventato inviato giornalista di Cinema e recensore raffinatissimo per Best Movie, il libro Nel neo(n) delle nostre avventure.

Un libro viscerale, sentito. Immaginifico. Scegliemmo di non usare il formato giustificato affinché il nostro impaginato fosse allineato alle linee sconnessamente editoriali dei blog.

Giustificateci.

E con Davide Viganò, che oggi si è sposato, questo qui.

Amici carissimi, chiedo venia a tutti. Sì, lo ripeto. Negli ultimi giorni, profondi trambusti esistenziali hanno scosso il mio melanconico torpore e mi sono dimostrato leggermente aggressivo nei riguardi di voi tutti.

Mi conoscete. Quando le burrasche emozionali inondano la mia anima spesso già di suo amareggiata, basta una frase storta per rammaricarmi ancora di più e buttarmi giù.

Ieri sera, leggendo la notizia secondo la quale Eastwood realizzerà The Ballad of Richard Jewell per la Warner Bros, mi sono ricordato, ah me, povero smemorato e spesso sciagurato, di questo libricino perlaceo.

Un mio omaggio sentito e dorato verso un uomo da me adorato. E venerato.

Nessuno credo che lo abbia comprato ma è una poesia amorosa onesta come la poetica del Clint, il regista da me onestamente più amato.

Ecco, sulla qualità cinematografica dei seguiti di Rambo possiamo discuterne. No, non sono granché.

Ma quante emozioni in First Blood.

Sapete, la vita va avanti. Alcuni miei amici sono tragicamente morti, non so quanto vivranno ancora i miei genitori.

Non so nemmeno quanto vivrò io stesso.

E questo è quanto.

Quanto sono melodrammatico, quanto sono bestiale.

Quanto sono romantico, aromatico, forse oggi malinconico, domani da manicomio, invero solo il leggendario Falotico.

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di Stefano Falotico

John Rambo, secondo voi, è uno gnostico?


05 May

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Che cos’è lo gnosticismo?

E la dottrina gnostica?

Un’ascesi in poche parole.

Riguardate i film della saga e capirete che Rambo è uno gnostico, un ilico.

E, di fronte a tanta ignoranza, diventa una furia.

 

di Stefano Falotico

 

Attori bolliti: Sylvester Stallone, una fama legata a personaggi che riescono a prendersi la rivincita


09 Jul

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Ebbene, so che mi detesterete per essere andato a parare sul beniamino della vostra infanzia, l’idolo che ha accompagnato i più verdi anni spensierati della vostra vita, perché nei vostri sogni da infanti proiettavate in lui, colosso muscoloso dal viso buono, ogni aspettativa e immaginavate fantasiosi un giorno di potervi rivalere di ogni angheria che già piccoli subivate, immedesimandovi in Sly, sì, questo è il suo “nickname” storico.

Parlo di Sylvester Stallone propria ora che ha terminato le riprese di Creed II e fra pochi mesi inizierà Rambo 5? Sì, pare che stavolta non useranno il consueto numero romano a enumerazione di questo capitolo della saga, a differenza di quello che han fatto appunto col succitato spinoff del franchise su Rocky Balboa.

Proprio per questo lo voglio simpaticamente sbertucciare. Perché, in fin dei conti, nonostante tantissimi film, Stallone a settantadue primavere suonate, in cui le ha suonate a tutti, in realtà non ha mai saputo emanciparsi dai suoi due personaggi che l’hanno consacrato, Rocky Balboa, appunto, e John Rambo. E invece io gradirei che, alla sua età, tralasciasse gli affetti nostalgici, quasi patetici, e sfoderasse gli ultimi colpi, dimostrando la sua peraltro mai del tutto comprovata versatilità con personaggi di altro genere.

Ma Sylvester Gardenzio Stallone, sì, questo il suo nome completo all’anagrafe, non cambierà mai.

Wikipedia recita esattamente così: Sylvester Stallone ha legato la sua fama all’interpretazione di personaggi che riescono “a prendersi la rivincita su una società spesso chiusa e corrotta, superando avversità e ingiustizie grazie alla propria forza di volontà e fisica”.

Tutto parossisticamente vero nel semplicismo schietto della filosofia di mondo di Sly, l’uomo che si piega ma non si spezza e che risorge dalle ceneri, sconfiggendo i pregiudizi e le ostilità, dovute a mentalità sovente bastarde.

Sì, però non è riuscito a combattere la limitatezza di sé stesso, ripiegandosi sempre più narcisisticamente nel riproporre, pur con piccole variazioni sul tema, la solita annoiante e prevedibile solfa.

Lui contro tutti in one man show alla lunga tediosi e già visti.

Film dal solito canovaccio, lui messo in condizioni semi-disperate che deve salvarsi da situazioni difficilissime, facendo affidamento sulla sua possanza fisica e sull’indomita sua tenace grinta. Oppure salvare persone più sfigate di lui.

Sarà per questo che, trascurando involontari scult, come Cobra, e film godibili ma telefonati e abbastanza ovvi come CliffhangerSorvegliato specialeDaylight, Stallone il meglio di sé l’ha dato insospettabilmente in pellicole d’autore e in ruoli più sfaccettati?

Pensiamo a I falchi della notte, al suo ruolo di capitano, portiere miracoloso del retorico ma commovente, emozionantissimo Fuga per la vittoria del grande John Huston, o al suo sceriffo sordo da un orecchio e mezzo tonto dello splendido Cop Land di James Mangold, ove non sfigura affatto con campioni di razza come Harvey Keitel, Ray Liotta e Bob De Niro. Anzi…

In queste pellicole Stallone ha dimostrato di essere un attore che poteva dare molto di più e non soltanto un’icona action à la I mercenari e compagnia bella.

E a me, da ex suo enorme fan, dispiace non poco.attori-bolliti-sylvester-stallone-03- attori-bolliti-sylvester-stallone-02-

di Stefano Falotico

Stallone beccherà il killer di Budrio nel suo John Rambo QUINTO


15 Apr
JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

Sì, sta scappando, forse anche scopando o solo scoppiando, Igor o Ezechiele, russo o serbo, probabilmente “ceco” da occhi ciechi a forza di tuffarsi nei canali “sordi(di)” del Reno per non farsi vedere dagli elicotteri con gl’infrarossi. I cani latrano e digrignano i denti mentre Igor, armato fino al culo sfondato e con la scorta di Nutella, scorrazza “indisturbato” e nella fatica scoreggia rumoreggiando fra i droni silenziosi, seminando il panico fra Molinella e una vecchia del Mulino Bianco. C’è poco da scherzare, costui è un farabutto e va consegnato, nel giorno di Pasqua, alla giustizia divina, con un’esecuzione capitale da “ascensione” infernale. Eppur non lo prenderanno e a pig(l)iarlo ci pen(s)erà Silvestro, più noto come Sylvester, colui che fu il Cobra e da Cobretti “curava” i pazzi alla Igor, picchiando anche Drago Ivan di edonismo reaganiano che farebbe “combutta” con il doppio mento di oggi del Trump-one. Uno che vuole bombardare quei bombardati dei coreani, per una Pasqua di “letizia” e di “tanto io ho Melania”. Letizia, sì, è sorella di Tiziana, che volete me ne freghi della Panella se son uomo di Pannella? Lui combatté di scioperi della fame mentre la società di oggi, assetata di bellicismi, vive alle (s)palle di gente che è stufa di quest’umanità che pensa solo a “stantuffare”. Sì, la pornografia impazza fra gli orientali che non trombano da decenni, lavorando come dei negri, mentre in Occidente le giornate si sono “allungate” e “durano” più dell’uccello di Siffredi. Lo sa Putin e la Russia non va più a puttane come un tempo. I tempi o i templi? Si può dire in entrambi i modi, anche se come plurale di tempio è preferibile templi, appunto, tienilo a mente nelle tue tempie, caro stempiato. Stallone invece di capelli ne ha eccome, grazie al parrucchino del suo parrucchiere di Beverly Hills, e sogna un Rambo cinque a settant’anni suonati. Non è un suonato ma alla scuola dell’Actor’s Studio lo trombarono. Eppur Brigitte Nielsen dei bei “templi”, no tempi, trombò. Insomma, se Stallone beccherà Igor, sono cazzi suoi. Io penso al mio. Tu pensa a quello di un altro, visto che sei frocio.

Non sono omofobo, non sono fobico, più che altro sono Falotico.

di Stefano Falotico

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Il Cinema e Facebook


20 Mar

In memoria del Cinema, nobile arte, prima dell’avvento orrendo di Facebook, che ne estirpò il mito, soggiogandolo a base di esibizionismi da attori dei po(ve)ri

 
Dal Vangelo secondo Stefano Falotico, atto apostolico delle sue costole rotte dopo essersi scassato i “marroni” di tutti questi perdigiorno che, su tal innominabile social network, risiedono da mattina a sera nel girarsi i “Mi piace” su far da cazzoni


Dopo appurate analisi, anche gastroscopicamente dall’ano, e numerosi attacchi, anche con post “frontali”, il qui presente, vivo e vegeto, più vero del “tuo”, puoi scommetterci… sulle palle, dato che quello non c’è, fidati, asserisce di tutta boria che il Cinema è stato oramai spazzato via e seppellito dagli immondi 15 minutes degli iscritti su Facebook, a cui, inculato, egli stesso se n’annette solo per curiosità e ribaldo gioco di (r)esistere.

L’iscritto medio alza le dita medie in segno di urlar al mondo che lui “vince”, con tanto di primo piano su occhi strabuzzati a rammemorarci, frattanto, in espressione sbilenca e di smorfia raccapricciante, che in verità è uno dei suoi tanti sfoghi quotidiani.

Sì, è deciso, Facebook è un ritrovo di cazzoni, e così sarà. Ho sentenziato, io battezzo il male che qui alberga e non se ne vuol andare. Il male pervade le vostre anime e io sarò il suo albero a piantarvi radici inestirpabili, inestinguibile come le altre serpi che nei suoi rami strisciano.

Se non posso battere questo “forum” di malati, allora ne diverrò il primo gerarca affinché soggiacciano agghiacciati dall’essermi posto nei loro posteriori sul piedistallo. Applauso!

Ora, citerò quei film per cui ogni guerriero del Cinema, distrutto dall’imbecillità latente di tal postaccio malfamato, ove eppur tutti voglion rendersi “famosi”, potrà dormire sogni tranquilli, perché è nato, così come i film da me sotto (ec)citati, prima di questo cataclisma oramai irreparabile.
Film ove il tipo solitario si rompe il c… e fa piazza pulita.

  1. Léon (1994)
  2. John Rambo (2008)
  3. Gli spietati (1992)
  4. Lo straniero senza nome (1973)
  5. Gran Torino (2008)
  6. L’anno del dragone (1985)
  7. Bastardi senza gloria (2009)

Eastwood – Fino a prova contraria sono il bastian, bastardissimo, contrario e “ingrato”


28 Jul

 

Guerra!

Sì, voi ebeti col ciuccin in bocca e il capezzolin del vostro capezzale da “cappellino” e visiera cieca, non contagerete, non mi contrariete più, da me contrarrete, “contriti”, il mio attrito.
Questa è la Legge! E dovete obbedire!

Piuttosto che essere il vostro servo della gleba, preferisco sputarvi addosso di “lebbra”, voi e le vostre donnacce labbrose, “carnali” e materialiste, peggio o come voi, “fancazzisti!”.
Voleranno asce sventranti!

Ne vogliam parlar di quella radio che sarà presa d’assedio e “filmata” in ogni spostamento con cui insudicia la “rete” con porcate musicali “firmate” da “cantautori” di gran “uccello?”.
Sì, tagliate quella “frequenza”. Alzate il volume, tambureggiate, forza, più forte! Che “basso!”. Che riff! Come li “definiamo” nel “nitido”, che “stecche!”.

Il “cronista” è un povero terronazzo nel senso più dispregiativo del termine dei suoi terminali già terminati nell'”Intona che, intanto, la tua ragazza fila(rmonica) e suona, con l’ocarina”.

Sì, quando “studiava” al “Classico”, si manteneva la sua musica sciocca da Bon Jovi come “cameriere” del Mcdonald’s, ove serviva le patatine rosicando la patatona che scosciava per hamburger ben più saporiti. It’s My Life…
Sì, era già cotto, ora dopo tanta “istruzione” è divenuto la mascotte dei ritardati di Bologna, quando di mattina sciorina la sua “parlantina” semisudata di panzetta “allietando” i felsinei “svegli” con cavernicolo “eloquio” da “porchetta” sui dischi.
Sì, mentre mette “su”, fa la “scarpetta” con la saliva dell’impiegatina, molto piegata…

Sì, una radio che potete trovare nella “discoteca” d’una tangenziale ove si scopano le scemine “rifilando” loro le “tangentine”. In quei bagnetti, si bagnano…

Ecco, questo letame, questi mangiaschifezze hanno incontrato stavolta uno che li farà roteare nelle loro stesse “palle”.

Questa è vendetta “a sfera”, sferica, che vi mangia vivi.

Chiaro, merdosi?

Contatto il mio avvocato.
– Sì, quell’eunuco che ha fatto la segnalazione, dovrà subito cercarsi un bidone della spazzatura, per dormire al freddo e al gelo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le belve (2012)
  2. Gangs of New York (2002)
  3. Cosmopolis (2012)
  4. Fino a prova contraria (1999)

 

Sì, come Rambo che torna a casa, nella serenità, dopo aver fatto piazza pulita delle merdissime!

Fra le stelle della mia anima, sono Sylvester Stallone con qualche Donna nelle stalle


23 Jul

 

 

Quando cala la Notte, sono il Silencio

Sì, fin da piccolo veneravo Sly, l’Uomo dal labbro pendulo che t’appende al muro, “ghignando” di colpi “bassi“, come l’Olanda dopo pugni di trip(pa) in testa ad Amsterdam, ove t'”annacquerò” immergendo la tua testa d’asino nei canali con lo “scolo”. Sì, altro che droghe libere, “dragherai” tutta la città chiedendo pietà al Dragone Rosso, che sono io, nel mio anno alla Cimino.
Col Tempo, dai film “ringhianti“, ove il Balboa, poco snodato, “statico” ma d’allucinante mancin di jet lag “sapor uncino'” stendeva, di muscolo tonante, gli stronzi rivoltanti, evolsi in Jean-Claude Van Damme, “nano” marziale ed emulo di Bruce Lee nel suo Bruxelles da aerobici “cazzi amari” a chi vedeva la vita “rose e fiori”.
Sì, l’Uomo bloodsport che non “accechi” neanche quando, di spaccata, avvertirà un dolorino nell'”osso sacro”.
Egli, peperino, “svolazzava” in Cielo infliggendo, di “Spezza palle”, i pallosi sulle “note” della gnoccolona, quasi sempre bionda, a volte Morositas e “gommosa“, da bubblegum per il “Vivrà felice e soddisfatta con tanto marcantonio, hip hip urrà, con lui godrà!”.

Poi, ci fu la “stagione” alla Battiato, leggasi Bob De Niro, esistenzialista malinconico d’indole borderline, insomma un bravo ragazzo.

Oggi come oggi, dopo molte vacche che non ho “munto”, ché le “ungesse” il “mugnaio” Bianco, e numerose “botte” (soprattutto in testa), son ritornato al primo amor che non scordi mai, lo Stallone italiano, che salta la corda e un po’ t’impicca. Sì, Uomo con gli spaghetti ma anche con lo “spago”.

Applauso!

Tre film ove il nostro eroe mette “a soqquadro” chi pensava di stare “sopra” e gli urlava “Cagasotto!”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rocky IV (1985)
    Improponibile sfida.
    Il mostro russo contro il “marruchin” americanizzato in Reagan.
    Ne prenderanno di santa ragione, ma alla fine Rocky vincerà nella retorica “globale”: “Se io posso cambiare, se voi potete cambiare, tutto il Mondo può cambiare”.

    Sì, però chi pagherà il risarcimento alla mia vita con la “cambiale” non ancor “emessa?”.

  2. Fuga per la vittoria (1981)
    I prigionieri pareggiano i conti, grazie a una parata “al rallentatore”.

    La storia di come conquistai la Francia.

  3. Cobra (1986)
    L’Uomo che sono sempre stato. Uno che si fa i cazzi suoi e “protegge” le modelle. “Tagliandolo” allo psicopatico che non “la” avrà.

    Il mio “stuzzichino” nella sua bocca “lo” dice tutto.

Genius-Pop

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