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Le recensioni del corsaro


06 Aug

COMPRARE!

Stefano Falotico ha pubblicato “Le recensioni del corsaro”, per un’umanità più immaginativa e a mia “Imagine” di Lennon nel PacinoIl video, che più sotto troverete, esemplificante è una figata di raro gusto. Sol(e) chi, non nell’anima vetusto, potrà arruffarsi nell’ennesimo delirio falotichesco, un Falotico ruspante, gaudente e che perfin balla, fra un nero che sfuma e un “bianco” che si sfama da Notte “lupa”.Sì, fratelli della congrega, qui riuniti in religioso silenzio e a miei inchini, son Uomo che mille ne pensa e moltiplica il pensiero per un progresso.
Il Genius, avveniristico, avvenente più d’ogni Venere mascolina, d’ambiguo è oggi femmina, domani fiammeggiante, ieri antropomorfo e nel Futuro deformante a vostri (di)letti allietanti. Ah ah. Aggiungi un posto a tavola! Alleluja!
Nuota con vigorosa “ipocondria” fra sbalzi umorali da spaventar anche il suo “sonnifero” più pigro a recinzioni d’un castigo che si perpetra da sé con gli eccitanti. Ah ah!
Allattato dal seno della vita, di Cinema aspirò ogni “ombra”, di luci d’illumina, spaziale è già personalità. Per frontal bifronte, miei “unti” dall’unica mano che tocca le corde dell’anima da voi stessi sfondata. Ah ah!
Non bestializzatevi, vi conosco. Corteggiate le donne da “montati”, ma son qui io colui che non (s)monti, ché cavalco il mare per il Sinai. Asini. Ah ah!
Monte saggio, a mio comandamento non solipsistico dei dogmi biblici, ideologici e fanatici.
Io spartisco le acque e anche le fette di torta, diluendole nel purpureo candor a sapore oceanico.
Dall’Oceania alla Mesopotamia salto con far da canguro, non ingravido di “marsupiale” eppur di soppiatto un altro libro piazzo. E non mi vendo in piazza. Ah ah!
Mentre voi ve le spupazzate sopra e dietro, io mi spelai, mai bruciato son lindo e non laido, son lì dietro di te e spio, son là nella l(i)ana in queste giungle soffocanti. Districandomi e c’è talvolta l’orticaria. Ah ah!
Alitante la brezza dei tempi stoici, rimembro la Preistoria a Rinascimento dei tempi, costruisco grechi templi e di tempie scardino ogni ottuso basamento. In quanto nuovo Michelangelo e di mente, miei dementi senza dipinto della mia faccia da “paint”. Ah ah.
Entropico, genero caos pedissequo, mi perseguiteranno ma nell’ano ecco il mio “ricevimento”.

Acquistate questo libro, donatevene tutti. Sfoglierete i vostri cuori impietriti, fra un Bryan Adams di colonna sonora, un Kubrick di glorie, un fisher king con Williams e il mio “Lebowski” da Jeff Bridges.
Sì, che mareggiata. I fiumi esondano, il di Brooklyn ponte addento da Godzilla, io pontifico fra un cavalcar e il valicare. Fra divaricate e ora però non di troppo complimenti allargatevi.
Altrimenti, mi monterò la testa. E poi la coda patirà il reflusso gastrico. Detto anche vortice della mia forza, con evacuazione da tutte le circuizioni.
Aiuto, il leone è scappato dal circo! Sono io, ma tu sei la giraffa?
Ah no? Allora, sei la tigre. E che facciamo? Ce la mangiamo? Ah ah!

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Al Pacino from “Imagine”


01 Aug

Pacino & Cannavale


05 May

Digressione che dovete saltare se al mar di mare non volete “affondare”. La Donna “al largo” merita il canotto. Dopo c’occuperemo del “cupo” cipiglio del Cannavale, attore “teatrale” che a me pare un melodramma napoletano amaro!
Io so(g)no, poiché son sempre desto e non m’arresto fra chi, nel “lecito”, è sconcio per “conciare” a sua pelliccia d’animale! Sono Io che investo su di me e ti rivesto di par “parere” nel murarti fra le pareti!

Prefazione ironica, “drammatica” in linea con gli sfottò di massa, ove si abusa del prossimo a violenze psicologiche reiterate dal non ritirare mai la mano, anzi a infilarla di coltello nella piaga solo a “plagio” di noi che dovremmo piangere, invece sonanti “rideranno” di modo nostro nelle lagrime versate di sangue!

Tempo di “alta marea” cinematografica, piattezza per sale prossimamente deserte, rinfoltimento invece del “grande schermo” per costumini da “quattro dimensioni” quatte quatte nel mio nuotarle “sott’acqua”, che limpida visione!

Questa è stata una cattiv’annata cinematografica. Sempre “figa”, come no.
Moscia come tre mosconi al bar di un nullafacente eterosessuale in apparenza una roccia che pur vuol farsi il commendatore roco ottantenne con la camicia “profumo” tal stronzata-etichetta(ta): “La cravatta odora di mattino levigato nel cappuccino sciolto a te contessa scremata dello zuccherarmi i bottoni marroncini su noia annodata da slegare in modo aperitivo-appetitoso”.

Pochi titoli d’annotare per le nostre notti affamate di Cinema… anche perché d’altra fame moriamo “in bianco”.

Questa la lista di ciò che m’è piaciuto:

1) Jimmy Bobo, Stallone in Hill dei tempi d’oro cazzuti.

Fine.

Il resto, qua e là, quattro stellette, ma nessuna mi dà… il “cinque”.

Meglio tornare all’ovile del vecchio Sly spaccamascelle senza rompiballe d’ordinanza formato “Tornita per muscoloso più tamarro di me il nervoso sparacazzate da eclissare con calci volanti in mezzo inculanti all’addolorarlo e non dorarla in Luna ululata a due”.

Sì, quando una Donna mi piace, divento un boom tequila della mia anguilla liscia nel bum bum di tambur battente, soprattutto al mio “abbattuto” ma carro “a(r)mato”.

Cazzo tanto scazzato. Più che altro, tanto a(tt)izzato quanto azzannato.

Ah, le donne sono come la stampante.

“Ficchi” la carta e selezioni i colori vivi per dar… vivacità alla tua anima “annerita” ma loro preferiscono fotocopiarti di delusioni opache come il primo paragrafo d’un romanzo venturo, narrante di voce castrata dentro, come no, varie sventure “provocate”… dall’invocarle ma non molto “imboccarle”. Che sventole!

Sul ponte sventola bandiera…

S’intitola “Le epiche epopee del mio marinaio in poppa, perché il singolare è meglio del plurale”. La pippa a te psichiatra di pipe! Ti viene il Pepe? Vai Beppe, vai!

Sottotitolo: “Sempre sotto, inteso nel senso sfigurato senza seni, inseminai d’autoerotismo appaiato all’applauso soddisfacente come loro, le seducenti eppur ad altri più sull’attenti”. Attraenti? Sono il Tenente!

Vi do… l’anticipazione. Se mi deste… l’anticipo, potrei scrivere il resto dato che, come dice il detto appunto, se non te la dà, perdi l’ispirazione a lungo non andare, e non c’è poi più da fare…


Capitolo 1

L’abbronzatura del mio ronzio, Riace rimase sbronzo come un dissanguato branzino “al dente”
 
Vado al mare, prime cosce bollenti da guardare dopo tante attrici “ammirate” di virtuale “impalpabile”.

Ma tocco… di nuovo il fondo, tentando un approccio con una meno porcina delle altre.
Meno pia ma da spioncino! Capolavoro di abbordaggio e di spionaggio! Sotto il vestito, c’è tutta la pistola subacquea!
Un pulcino che pulsa(nte)! Impermeabile quarzo!

Sdraiata sul materassino, me lo gonfia ma, dopo altro rifiuto, userò solo le braccine “su e giù” per non essere affogato nelle sue “bracciate”. Che braciola di maiala ch’è?
Un tuffo dove è più blu! Asciugamano e fazzoletto (de)tergente!

Eh sì, sembrava una poveretta, invece noto che fa l’amore con un cane tenuto al guinzaglio che le regala il collarino mentre “lei” lo cinge fra mani delicate “circoncise” dai polsi pulsanti attorniati nei braccialetti verde “smeraldo” di  suo “fedele” a inondarla-baci di donati “amori” morbosi dalla sprizzante purezza istintiva-(s)tingersi.

Ah, una coppia d’“oro”.

Lei mi sbeffeggia mentre mangia il suo animale sotto i baffi, nella derisione anche di un bambino lestofante col gelato “limonato” della sorellina lattea colorito “crema protettiva” sapore “fragolina”.

Fa un po’ freschino dopo la “calura”, o meglio la cattura, al che comincia a piovere. Prima il Sole brillò “folgorante” ai f(i)ori delle spiaggianti sul raggiante venirne infornate di “dardi”, poi la burrasca fu già annunciata di “annuvolamento”.

Riaffioro!

In pineta, in mezzo a ortiche, orge, ossa spolpate, carni arrostite, trovo una cinquantenne ancora “in tiro”.

Al che, le propongo di far a botte e inalberarmi da incazzatissimo!

Lei fraintende e vuole davvero scoparmi.

Ed è qui che sono cazzi amari.
Il boschetto della boscaiola! Che imboscata!

Capisco che il buco dell’ozono è causa del mio Pianeta alieno.

Ribelli, scatenate il putiferio, spellati voglio che issiate chi eravate, chi siamo lo sappiamo noi! Tu non sei, incarni la carne del vuoto! Nullità!
Tu hai finito di “circondarci”, di circuire col tuo sorrisino da cannibale ammaestratore del circo!
E devi solo cucirti in gabbia, perché ti segregheremo nell’urlo irruente del tuo “leone” ora da noi ammansito di “dolce” non frenarci a vendetta della fiera “feriale” del tuo sbranare con graffi “festosi!”

Ora, basta! Finiamola. Le cattiverie gratuite per troppo Tempo han “accerchiato” i nostri destini, il nostro delfino! immutabili nel loro pregiudizio “forte” da violenti “temprati” alla vita che si “spacca il culo” per “distruggerle” e coccolarle a lor danza invero di morte, come da Salmo del mio Santo lucertola nel mo’ della salamandra fra tali mannaie che io, da mannaro, ammainerò sempre, mordendo non morbido bensì a loro mostri tanto mordaci tanto or lordati!
Smerdiamoli!

Sì, sono impazzito ma soprattutto sparo all’impazzata, a salve di giustizialismo “innocuo” che però ferisce ove la cicatrice “amputarono” d’altri tagli inferti a frattura rimarginata ma di lor giudizio emarginante coi soliti attacchi del branco “inviolabile”, dietro l’arroganza della “compostezza” in lor sussiegosa e rugosissima bo(r)ia da (in)fermi(eri) abbrustolenti!

Arderai di arbusto!

E non me n’addormento ché altre dominazioni alimenterebbero di loro “catena” a fregarsene, così elementari nello sradicare, deflorare la nudità delle anime per inorgoglire solo il privilegio del luogo comune!

Che scempio di florilegi! Se voi aveste letto “Il signore delle mosche”, zitti e mosca v’ammutolireste di tal “ammutinare”, e saettanti rane bibliche avveleneranno il già pruriginoso e falso inamidarvi per “umide”, faraoniche cene d’amplessi. Che fessi!

Dico a te, donnaccia! Che ti divertisti col sadismo più sfrenato a “scherzare” di anonimia appunto con voce in falsetto, nello stuzzicare mentre ridacchiasti col tuo marito ancora “ridente” sul tuo corpo gemente d’unti unguenti, com’acuminasti a derisione a tuo (di)letto pieno di aderita, schiava opulenza! Puzzolente! Delinquenti, tu di biforcuta lingua e il tuo… di “linguine” allo scroto dei coiti da cotti! Ecco gli “spaghetti” a collo nell’a tutta birra di spappolarti!

Ce l’avete il fegato!? Sfigati sarete voi! Facce da Sfinge! Ecco la sdentata, ecco come ti pietrificherai, pentendoti, e implorerai della tua ribaltata piramide! Pente-cost(ol)e!
E tu eri un figone? Ah ah!

A te ch’accusasti con l’intransigenza d’un caporale coi “diritti” di uccidere in maniera “fredda” ché solo volesti scaldare la rabbia al fine di spegnerla con sedazioni per “rinsaldarci” al tuo “intenderla” che non offre saldi!

Ecco il sandalo di Mosè! Ecco lo “spartiacque” del tuo bagnarle! Ti piace il musetto?

A muso distrutto, rotto mio bastardo!

Dei tuoi ricatti, dell’urto al non ascoltarci! Mio vello, svelto svelati!

Adorami!

Siamo in guerra! E si combatte, maledetti vermi borghesi!

Come vi crogiolate di abbuffate, fra cellulite, sbattere in cella e cellule di celluloide che i vostri neuroni neanche carpiscono. Non possedete le iridi per la magia iridescente del Cinema, miei insipienti!

Noi siamo sapidi, noi siamo la lapide al vostro presumere da “somari!”.

Meglio i sumeri! I celti, le accette! I barbari dei barbosi!

Le sal(s)e affollate, tutti vestiti “in riga”, su poltroncine della carreggiata che “scoreggia” fra popcorn(a) e altre patatine di porcata alla “maionese” sudicia in ketchup piluccato da drogati del Sesso imbevuto come Coca… della “cann(ucci)a”.

V’infilziamo noi di rimpinzate!

Ecco le pinze! Quante donnicciole, coi “pizzetti” su mustacchio per il virile muschio dei selvaggi mucchi, di pizze in faccia saran “capricciose!”.

Fottetevi, sarete aggrediti a fiotte!

Appiccicose! Appicchiamo!

Chiaro, figli di mignotta!?

Questo come me lo sorseggi?

La sorte meglio della tua s(p)orca!

Dopo tale poema, di cui non frega a nessuno, a qualche “fregna” sì da fregare già, è ora il Tempo di (s)parlare di Cannavale!

Sottotitolo: come costui corruppe tutti gli Stati Uniti per interpretare la versione di Americani a Broadway e ora ha assunto le “veci” del figlio di Al Pacino in Imagine

John Lennon sta gridando “Pietà!” ma Cannavale “ci sta”.

Ruolo inizialmente pensato per Jeremy Renner che, dopo conflitti intestinali con lo script, abbandonò il “Padrino” a suo discepolo BobbyDe Niro di Corleone?

No, comunque un siculo sicuro di sé ma molto meno bravo di John Cazale. Da pronunciare in modo banfiano così: “Don Jon(hnson?) cazzell’”.

Ah, rimpiangiamo John. Nell’immediato futuro, dovremo sorbirci Cannavalo, qui detto all’Abatantuono.

Non spenderei molte parole su quest’analfabeta, mi congederò con tali due “da antologia”:

Al Cinema, Michele Placido è uscito col film Il cecchino.

Al che, avvicinai la mia vicina di casa per chiedere di vederlo assieme d’occhiolino.

“Lo” vedrò malissimo. Il marito ha un cognome da morirci secchi: Cecchini.

Per svagarmi dall’ennesimo “trivellamento” sbudellante di mia delusione “a mano armata” (leggi “sega” da s-chiappa “bombardata”), vado in giardino, rado il prato e son lì per cantare… all the people

Ma mi viene in mente come la gente mi rade al suolo. E rimango solo senza patate, ma potato del tutto.

Con te “donna” non ho ancora finito!

Tu mi vuoi raffreddare, invece beccati questa freddura:

– Cosa fai nella vita?
– Impiegata ed esco con le amiche.
– Mah, sarà.
– Perché?
– Pensavo impiegassi molte minchie entranti. Si chiama “bustapaga” di shopping.

Ciao.

Ricordate: scioperare rendere l’Uomo un filosofo alla Schopenhauer!
E a Cannavale mille volte meglio la cannella sui canditi di Natale!

Da gustare dopo un primo di cannelloni!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Palle in canna (1993)
  2. I cannoni di Navarone (1960)
  3. Una canzone per Bobby Long (2004)

Imagine… Pacino o John Lennon? Cannavale o Bombolo? Julianne Moore o Annette Bening? La bona o la banana?


04 May

Change cast

Cannavale Bobby sostituisce Jeremy Renner, Bening la Moore. Non mi sembra uno “scambio” figo.

Jeremy ha i muscoli canini, Cannavale la faccia da scugnizzo,  la Moore è biondona, la Bening una morettina di cui mai m’innamorerei.

Su tal stronzata, vi chiedo di riflettere.

Imagine all the people? No, immagino molta gente e mi passa la voglia di cantare.

“Imagine” Al(l) Pacino


26 Oct

Imagine there’s no countries

It isn’t hard to do

Nothing to kill or die for

And no religion too

Imagine all the people living life in peace

 

Immagina, puoi… dice George Clooney. Be’, potrà lui, il riccone.

Per la gente comune, la vita è molto più duretta, sa signor Georgino?

 

Lei, anziché far il “belloccio” e cattivo Tempo, dovrebbe invece prender lezioni di recitazione dal Maestro Pacino Al, uno che non si perde dietro (paravento?) inutili chiacchiere da “regista impegnato” e attore “dotato” di strafighe.

La prenderemmo più seriamente nei suoi sponsor.

 

Anzi, “signore” mio, annoti, sul taccuino delle sue donne coi tacchi, il nuovo progetto “di” Al.

 

Si chiama proprio Imagine, trae leggerissimamente spunto da una delle canzoni più celebri di John Lennon. Vero?

 

Sarà diretto da Dan Fogelman, lo sceneggiatore di Crazy, Stupid, Love.

Narrerà la strana storia di un vecchio, ex musicista, Danny Collins (Pacino, appunto), che riceve una postuma lettera “affascinante”, scritta dal “pugno” di Lennon in persona e dalla sua ancora viva compagna, Yoko Ono.

 

La vita di Danny è pensionata da un pezzo e non se la sta passando affatto benino.

Ma quest'”epistola” scatenerà le voglie “paterne” smarrite, inducendolo a reincontrare suo figlio, con cui non scorre più buon sangue, forse non è mai esistito o mai l’ha “sentito”.

 

Il figlio avrà le fattezze di Jeremy Renner, e nel cast ci sarà anche la divina Julianne Moore.

 

(Stefano Falotico)

Pittatevi nella Bellezza, non odiate! “Oliate!”


30 Jul

 

Inutile essere ipocriti, la Donna tinteggia i nostri cuori.

 

Quadri e Arte, donne felliniane da pennellare…

Incontri ravvicinati… 

L’uomo col vino rosso guarda il Sole, l’uomo col mandolino regala le rose, l’Uomo vero è l’Universo.

Il bambin paffuto sa il fatto suo, e “marina”.

Sulle note di John Lennon, con la colomba “pasquale”, balliamo con Picasso.

Quando l’Uomo, nel turbinio del destino, fra Eros e Thanatos, preferisce la “pittura”, per dar colore al Cuore.

Altrimenti, iperambiziosi, maniacali e accentrati solo al vostro benessere insaziabile, diverrete come il petroliere.

 

  1. 8 donne e 1/2 (1999)
    Una locandina che vale il caldo…
  2. Fuori orario (1985)
    La mia Notte s'”avventura…”.
  3. I mercenari 2 (2012)
    Nella vita c’è chi riesce ad amare sia Ronin sia “Stallone“.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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