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“Vampires” – Recensione


23 Oct


Vamp
-“(t)iro” messicano

Fra tutti i miracoli viventi, scaturiti in mezzo alla “malvivente” e omertosa America, un Esso vive di “regione” carpenteriana. John Howard, classe, e che classe… 1948, un anno in più di mio padre, che veste, soprattutto dentro, dello stesso abito che non è monaco. E non lo fa(i) fesso.

Mio padre indossa jeans-western col cinturon “a palle”, qualche volta è palloso, straparla a iosa, invertendo la sua tendenza giovanile al viversi solo dell'”animistico”.
Oggi, pare un “animale”, la pensione ha rinnovato la brada, luciferina “morte” rinata nella libertà dalle impellenze della “pelle” in giacca e cravatta. Va a letto presto, come Eastwood De Niro di Sergio Leone, perché alla mattina dev’esser già guardingo e reattivo come Al Pacino. Quando si sveglia di prima alba, si rade ogni “grammo” delle guance di tanti suoi guanciali non più sognanti ma veri perché disillusi da uno sporco Mondo, lacera la lametta per “sghignazzare” allo specchio contro i lerci, e poi tossisce, nervoso e di gola nervica. Si “rassetta”, si “reset-ta”, va in cucina, mescola il caffè nelle papille, controlla lo stato erogeno del “cavallo” dei pantaloni, e poi scorazza per la metropoli, adocchiando le donne sposate a cui “lo” appaierebbe volentieri di corna da “montone”. Come quei “teschi” che penzolan a mo’ di “cornice” sulle pareti dei cacciatori del Nebraska.

Mio padre è un grande, perché desidera solo la mia felicità e non m’incita alle ambizioni che non serviranno al “cazzo”. Infatti, s’è sempre prodigato per educarmi al giusto “menefreghismo” affinché me “le” sfreg(i)assi di godimento dei “quintali di coglioni miei.”
L’altra sera m’ha pure consigliato questo: – Guarda, a me non interessa la fottuta Laurea, ti condurrà solo al suicidio annunciato. La vita è una, unica e bisogna godersele, finché si può arraffare e “arruffare”. Questo è il segreto. Per quanto (non) mi “riguarda”, puoi anche aprire una casa d’appuntamenti, con l’intestazione di tale “evidenziatore”, “La casa dell’orrore del maschio in calore”.

Ecco, mio padre è uguale a Carpenter. Si ficca dentro l’autoradio, come James Woods di Videodrome e si “sballa”… a tutto volume, grattandosi finché c’è “benzina”.
Dando fuoco a tutte le oscenità di chi non dice la verità. Punta un sempliciotto e gli porge un “Vivi pure come ti pare, tanto arriverai a spararti”.

Vampires è un capolavoro incompreso.
D’apice sopraffino. Alla sua uscita, diedero a John del “rincoglionito”. Ecco, rincoglionito sarà quel critico che, anziché “zuccherare” la moglie di “filato”, riempie la carta igienica, “stampata”, della sua gastrite.

Già la scelta del casting vale l’applauso. Sì, John “ripesca” il James Woods più “cocainomane” del suo “esagerare” di cazzate, e gli “cuce” un ruolo da “cardiopalmissima”. Bello magro, rude, ruvido, un “ciarlatano” religiosamente “nietzschiano”, anche se “lavora” per il Vaticano.

Poi, il peggiore della famiglia Baldwin, Daniel. Un grassottello porcello che, appena vede l’icona di David Lynch, Sheryl Lee mai così “ignuda”, aspetta l’attimo “propizio” per stimolare il suo “prepuzio”, legandola a letto e “sadisticamente” umiliandola a “colpo d’occhio”.

James Woods è Jack Crow, proprio il corvo. La sua “missione” è scovare i vampiri ancora vivi e ammazzarli. E se non basta il paletto, bisogna bruciarli vivi.

Però, fra questi non morti rammolliti, ne spunta uno.. dalle tenebre. Fortissimo, una maledizione di Dio, l’incubo peggiore d’ogni casalingua che “confeziona” i “budini”. Il suo nome valoroso è Valek, e sbudella tutti. Scopandosele da matti.
Un highlander.

Stavolta, sarà davvero durissima.

Ma James Woods è tosto come mio padre. A costo di macerarsi, stai pur tranquillo, scommettici… che ti macellerà.

Il film finisce appunto nel “carnaio”. Con tanto di prete “impotente” che si beccherà la “sacra unzione” di James. Con battutella satirica a completare la “goliardia”.

Il vampiro è stato inculato a sangue!

(Stefano Falotico)

 

Le “iraconde” lezioni agli “studentelli” dell’anaconda falotica – Io impongo la mia Legge e, quando scrivo sulla lavagna, son lavico


20 Oct

 

Sono un Fonzie, e mi lecco le dita

Un mio amico, l’altro Giorno, s’è “adolescentizzato”, regredendo in un Liceo “Classicuccio” ove le ragazzine “imparano” a pappardella le loro “ballerine” suonate di pessimo rock “strizzaorecchie” e di tamarri con voglie “formose” di scibile “sibilante” alla compagn(i)a dei “branchi” con “dolce merendeggiar” per una “culturella” mnemonica da “sviare” nel Sabato sera “imbottigliato” coi drink “montanti” su pub(i) ancor in zona “infantile” e “brillanti” alterigie “sensuali” c(i)occolati nei “bei”-belati scosciamenti al “pogo” e il “Pongo” del pompin’ nel bagnetto tutto tutto “bagnatina”.

Il mio amico gestisce una videoteca carpenteriana, ove “smista” il traffico dei Dvd a “famelici” piccolo borghesi con “proletaria” a carico, ai teppisti della zona lmitrofa malfamata e “insudiciata” nelle vite di merda, ma anche agli eletti che non guardan le tribune elettorali, se non quando la conduttrice accavalla l’ormone dei loro “intellettuali”, “aggiustando” la “mira” del cinefilo che, repentino, diventa “cinofilo” e per “Lei” tutto filante-“filantropo” con zucchero di “canna”.

Su Facebook, ho ironizzato sulla sua incursione nelle “escursioni termiche” di tal gioventù bruciata, e ho “arguito” di “commenti” alle sue foto, che lo vedono giganteggiare fra nani da imboccare, con tanto di biondine a “pender dalle labbra” di “quello” accanto alle loro gonnelle-“margheritine” da “gomme” su seno già “al gommone”. Nella “comunella” che “sgomita” per il maschietto più “belloccio” d'”accartocciar” nella loro “saccoccia”.

Mi son catapultato sulle sue foto e ho (supp)post-scritto: “Qui, Federico insegna a questi bonaccioni il Goodfellas, qui invece mima il gesto rotondo-rotolino del Tinto Brass, alzando il dito medio in segno di ditalino. Infine, su maglietta sdrucita, elargisce Rob Zombie di metallo inkazzato”.

Lui ha riso, e ora ne “faccio” le “veci”, ereditando la sua “discesa” in quell'”inferno” chiamato “scuola”.

Mi presento in aula, come un gonzo. Con la patta aperta e la cintura Levi Strauss da Jerry Lewis di smorfie.
Quindi, esigo subito il silenzio. E inizio la lezione, salutando “all’inglese” del mio “good morning” formato filastrocca “sollazzante-solare”:

oggi, l’alba è desta e l’uccell’ di sera non s’arresta. Quando cala il tramonto, l’Uomo senza dopobarba usa e abus(s)a della sua temperatura di profumo Fahrenheit, con scarmigliata rasatura nelle aiuole da spelar-spellar’, pizzicandole come le corde vocali dei gridolini femminili su chitarrina del mandolino.
Dunque, come si suol fare, strimpella di pelo e pialla di palle
.

La classe scatta nel primo adorante applauso!

Al che, il più “colto” studente alza la mano.
– Sì, mi dica.
– Lei è un ciarlatano. Non conosce Seneca. Le sue son solo ridondanti frasi sentenziose.
– Sì, è vero. E tu uno che “semina” di seghe. Osserva ora la moretta vicino a te, “strabuzzala” d’occhi languidi, e si “scioglierà” nelle mutande di melodici “Roxette” su rossetto sbavato. Ora, lasciami andare avanti, pisel’ mio pischello.

Il più grande regista del Mondo è Scorsese Martin, e chi obietterà sarà un abietto.

– Io obietto. Lei non è obiettivo. Il più grande è Coppola.
– Sì, di tua sorella. Una che con Sofia “la” vedo bene nel prossimo film di tal “figliaccia”: Lo snob padrino della sicula insicura.

Dunque, vado a parare su Lynch.
E il solito “secchione” mi contraddice:

– Lei distorce David. I suoi capolavori non appartengono al suo delirio.
– Ah sì? Le vedi le “gambe” della cattedra? Si posson “estorcer'” e ficcare a mo’ di paletto nel tuo Cuore “selvaggio“.
Oppure, ti torco il braccio, strappandoti il “lobo” come Michael Madsen de Le iene in zona Velluto blu.

Per metter fine al “contenzioso”, la più gnocca, “disgustata” dalla mia prosopopea, si “solleva” e mi sputa in viso quest’insulto:

– Lei è un mostro!
– Sì, e non hai visto ancora “niente”. Secondo te, perché sono entrato qui dentro con la patta aperta?

Applausone!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Vampires (1998)
  2. Happy Days – La banda dei fiori di pesco (1974)
  3. The Elephant Man (1980)
  4. Casinò (1995)
  5. Somewhere (2010)
  6. Anaconda (1997)
  7. Il falò delle vanità (1990)

Il pagliaccio ridens, “al dente” – L’italiano vero è un russo che se “la” russa


08 Oct

Stephen King sono io, e pure Sutter Cane.
Meglio il purè, dai

Ho sempre amato i clown.
Il clown, di “suo”, cazzeggia e se ne bea. Sta nel circo, “scoscia” alle donne, mostrando il pelo “ritto” dinanzi ai mariti “dritti”, e d’occhiolino “annusa” già le prime pubertà dei bambini, “solleticando” la loro voglia di gelato al limone, con occhio “indelebile” da Pennywise che spunta da dietro le lenzuola dei “panni sporchi” d’una società bugiarda.
Egli è It, di Notte s’accomoda in salotto e gioca all'”allungotto”, selezionando con “cura” le migliori pornoattrici che “gliela offrono” sul piatto d'”argento”.
Sì, quello d’oro è già servito da quello “colato”, erculeo e dunque “inculato” più vicino alle zone “prelibate”, da “yogurtare” per “fermoimmagine” raccapricciante delle sue smorfiettina da gatta soddisfatta.

Mah, “goduta” o solo (ap)pagata?
Sul dubbio, “rimango in mutande”.
“Sfinisce” sempre così, sul più “bello” mi s'”ammoscia”.
Perché, dai “frizzi e lazzi” iniziali delle tante “infilzate”, il mio Cuore malinconico si spegne, arreso di fronte a quest’obbrobrio di carne “macellata” per “proiettarti” nel “piacere”.

Così, “scendo” nel tinello e accendo i fornelli. Spesso, medito seriamente (più serio di me, chi c’è?) di “porgere la guancia” sulla fiamma, per riscaldarla d'”amore bollente”.
Ma desisto e mi brucio solo il dito col fiammifero nell’attimo “friggente” delle riflessioni.

Passato il “bruciore”, riempio però lo stomaco, e mi cucino degli spaghetti con aglio, olio e peperoncino, appunto, cotti “ardenti”.
Più di quelle fredde mentecatte che son già fritte nella padella di quelle “palle”.
Sì, la pornografia è pallosa, dopo un po’ provoca… solo la fame.

E, mentre aspetti di “venire”, ritardi solo l’appetito.

A “dirlo” tutto”, io non ho mai avuto una grande propensione, diciamo, per questo tanto “vivandato” sesso del cazzo.

Mi ricordo che abbandonai gli studi, proprio in “virtù” di tale turbamento. Sì, le ragazze a quell’età sono frivole e pensano solo al pene. Giocando con le tue “dimensioni” e guardandoti dalla loro prospettiva.
Avranno tutto il tempo per “rifarsi”.
Infatti, dalla “bella” imbecillità iniziale della “passerella”, (s)passan” poi nello “shopping” delle scemelle, “colleghe” indaffarate ad amare i tacchi e a vestirsi “attraenti”.
Sì, per quel panzone che le riempirà di coccole.
E anche di pugni. Infatti, le cause di divorzio stanno aumentando più dell’idiozia delle “massaie”.

I maschi (non) son da meno(mati).
“Faticano” per le pagnotte, e poi infornano prendendo in giro il panettiere a cui rubano la farina del suo “sacco”.
Sì, quel poveretto viene solo umiliato dalle loro bocche ingorde da dottori “provetti” e di “provette” nella lievitazione della “mozzarella”.
Prima acquistano la mollica e poi gli fanno la “crosta”.
Perfino, il nostro “esimio” Jovanotti li appoggiò di sfottò col suo tutto il giorno inforno…
Il doppio senso del “venduto”.

Mah, il peggioramento è evidente.
Prima, avevamo la tigre di Cremona, adesso Cremonini Cesare.

Stava (sta ancora?) con Malika Ayane, ma son “falli” che (non) mi riguardano.
Malika mi ha sempre dato l’impressione di essere una “maiala”.
“Le” preferisco il Cinema di Terrence Malick e pure la figa del dragone di CiminoAriane.

Mah. Abbiamo avuto le tre parole di Valeria Rossi (meglio Pablito dell’82, che ne infilò tre al Brasile, che Sole!)
adesso le tre cos(c)e di ‘sta qua:

tre sono le cose che devo ricordarmi di fare 

Te “lo” dico io quali:

1) In primis, guidi sempre in prima. Cambia marcia e il sedile posteriore sarà “reclinato” e non ti serviranno i fiori. Però la Notte rumoreggerà.

2) in secundis, dovresti conoscere Pasqualino, secondino che, assieme ai carcerati, gioca al “buchino”.

3) in terzis, vai a dar via il culo, appunto. Di tette stai messa bene. Mi pare una quarta. Otterrai un “lavoro” da “cantante” melodrammatica sulle strade dei “sogni”.
Dei camionisti.

Un mio amico mi “sprona”:

– Stefano, perché sei sempre triste?
Ti è morto il gatto?
– No. Sai però che verso fa il cane?
– Lo sanno tutti, fa bau-bau.
– No, fa “bua” che t’azzanna di dolore.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il seme della follia (1994)
    Son tutti scemi.
  2. Come l’acqua per gli elefanti (2011)
    Mah, c’è Pattinson il vagabondo-orfano, Reese al solto da “imbiondare” e Waltz “domatore”. C’è pure unoelefantiaco.
    Sì, ma manca il pezzo da novanta.
    Indovina chi?
  3. This Must Be the Place (2011)
    – Ecco, questo dev’essere proprio il posto.
    – Ah sì? Finalmente. E qual è?
    – Girati di schiena e capirai subito.
  4. La promessa dell’assassino (2007)
    Non ho capito il titolo.
    Più che una promessa d’assassino, mi sembra The Pledge di Sean Penn, appunto.
    Un film “tremendo”. “Amaramante”, “mente” parlando”.
  5. Zodiac (2007)
    – Sei Vergine?
    – “Tendente” al Toro.
    – Ah, ma è proibito.
    – Perché?
    – Avrai la Luna in Capricorno.
    – E tu quella nelle corna.

Illustrazioni carpenteriane


17 Sep

 

Il Maestro è ammalato, il Maestro è (redi)vivo, il Maestro “sfornerà?”.
Dov’è scomparso? Nelle grinfie della sua New York “millenaristica” e apocalittica, o fra i vampiri del Messico?

Jena, se ci sei, batti un colpo.

Sono un megalomane, me ne vanto e “lo” sventolo nel mio ventaglio da pavon!


23 Jul

 

Esteta, sexy come non mai, ambito da tutto il genere femminile, che “scimmiotto” in urla tarzanesche, vago di Donna in Donna nella loro “zona vacua”

Sì, la mia mente si sta ingigantendo in modo esorbitante, direttamente proporzionale alle “proporzioni” delle dimensioni disumane delle mie notti “stratosferiche”. “Globalmente” nel melting pot, sì, in cui “crogiolarlo”.
Ne afferro una e poi, saltando da una “lanosa” alle liane d’amori che non han il Tempo di sfilar i calzini di lino, mi “rintano” in un’altra che “accalda” le piogge “tropicali” della giungla selvaggia, fra unghie, graffi, “azzannarlo” e “impellicciarlo”.

Questo sono io, le insegnanti dell’oratorio saran “crocifisse” per giochini con le “freccette”. Con tutti i bambini a cantare: “La suora è or ascesa, e il nostro sale!”.

Il mio cervello si “arcua”, è impavido, fire che “schizza” nel vento, e “le” stende tutte, nel “battipanni”.

Come “le” attizzo io neppure Brad Pitt, scialbo che “imbionda” malissimo la Jolie, tanto ch’è ricoverata perché dimagrita di troppo desiderio.

Sì, sono io che impongo e tutte “le” capovolgo, son assiduo ad “assediarle”, nel seder “permearla”.

Chi non mi ama, non “lo” merita.
Ed è un simpatico ragazzin che piangerà i miei “bagni”.

Una vecchissima conoscenza, atterrita, mi sputa in faccia così: – Stefano, mi ero fatta un’idea diversa di te.
– Perché sei una racchia, e a te non l’ho mai mostrato. Dicesi “mostruoso”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il seme della follia (1994)
  2. Il nome della rosa (1986)
  3. Stone (2010)

“La cosa”, recensioniamolo…


04 Jul

 

Gelatine d’Antartide viscida

 

Caposaldo del fanta-horror, ecco il prequel de La cosa, incursione transgenere che definirei “gelatinosa”, ibernata in tese cacce claustrofobiche nella suspense di respiri angoscianti ma palpitantemente, per noi smaliziati, alquanto noiosi in quanto, dopo multiple visioni “specialistiche” da cinefili oramai freddi e calcolatori, siam “teporizzati” in emozioni già (pre)viste e desuetamente rispettate con puntiglio cronologico del colpo di scena “comandato”, atteso e piazzato con qualche “scarto” di variabili non disattese.

 

Trama ridotta a una lastra di ghiaccio dalla misterica presenza di forma “aliena”, o forse anomala, per i soliti esperimenti da laboratorio di ricercatori “eremiti” fra polari battiti cardiaci del “romanticismo” scientifico fuori dal Mondo e dall’epoca odierna.

“Russi” installati su una base lastricata di cellule “impazzite”, o meglio clonate nella mutazione “assorbente” di un non ben identificato “oggetto” vivo e vegeto di tentacolare famelicità carnivora.

 

No, non può rivaleggiare col modello e antesignano dell’82 firmato John, ma emana una strana sensazione di morte lungo la schiena, “cutaneamente” rabbrividita dall’aria condizionata di cinema rinfrescati dal caldo estivo battente e turgido.

 

L’eroina è carina, modellata su estetiche canoniche d’una Bellezza che non turba ma stuzzica, soffice d’occhi azzurri intonati alle sintonie raggelanti di lacere abrasioni brucianti ad “appiccarsi” al mostro “(non) infiammabile”, che si rigenera come un T-1000/Robert Patrick del … giorno del giudizio di James Cameron.

Ed è proprio Cameron che fa capolino, più che il Re John.

Il finale ribalta The Abyss e lo cita platealmente in una caleidoscopia celeste ove, stavolta, la nave è il covo d’una serpentesca creatura di “fetale” rifugio, sotterraneamente colonico, nel “matriarcato” dell'”amazzone ibrida” di “femminea” voracità. Ignoto spazio profondo d’artigli extremely dangerous e letali, sceso e approdato sul nostro Pianeta da predatore vibrante di sue spire divoratrici.

 

Il duro Edgerton è il sopravvisuto, alive sino alla rivelazione finale ambigua.

 

Il contagio s’è annidato nei titoli di coda, ove i crediti son inframmezzati da una “perturbazione” ansiogena d’immediato monito catastrofico.

 

(Stefano Falotico)

 

 

Il Leone “Licaone”, Federico Frusciante “in Carpenter”


27 May

 

Federico è un Uomo titanico, nel suo corpo, mutevolmente “scarnificato” nel Cinema, “vige” la ribellione incorporated contro le vigilanze psichiatriche, un Carpenter della Toscana, precipitato fra colline del Chianti e rabbia “melodiose”, alle origini ignote del suo “Hannibal Lecter” titubante se spaccar la faccia agli ipocriti o punzecchiarli di dentini. Una mente che nasconde file “incompresi”, compressi, anche “depressi” ma con energia e briosa forza che attinge dalla celluloide più cazzuta per non farsi inculare da nessuno ma, vivaddio, fottersene di tanto falso perbenismo, fra un Rob Zombie, un Tarantino, un metal pesante, una sberla e la religione del Mondo a modo suo.
Applauso!

 

 

 

Un Uomo in the mouth of madness, Stefano Falotico

 

 

Rimembro… nelle membra di John


15 Nov

 

Lo Sguardo, la visione che non è cenere, ma polvere ch’è turgido bagliore, fuoco di dinamitarde pulsioni dinamiche, la Notte, passeggera nel dondolio che fremerà, s’arroccherà in una locanda ove sguinzaglieremo le nostre “canaglie” bastardelle, appisolati in un altro sogno di “funerea” danza, vivaddio cristallo che si plasma nelle anime, le attorciglia senza cosmetiche “cure” a morsicarle d’ipocrita perbenismo, e, “balordi”, gozzoviglieremo con gole arrochite, tempestosi di una nave che “scorazza a perdifiato” lungo i “sentieri” di mareggiate che illuderemo per eluderci ancora.
E non recluderci, nella morte, nell’asfissia di giornate flatulenti d’inezie con cui “sperticarci” seppur “pettinati”.

È l’indole, abbigliata di noi “biglie”, nel nostro parapiglia, che “sparerà” impazzita lungo strade di fuoco, di lingua che serpeggia lungo un viale alberato di ormoni festosi, di tiepide voglie che tempreremo nell’indomabile Tempo, nel vivido chiarore che le “singhiozzerà” per accenderle di nuova enfasi. Ah, anche di retorica ci coloriamo e trasecoliamo, ché d’immalinconite “sconfitte” è piena la valigia, e qualcuno potrebbe svaligiarci anche dei sapori senza Sesso nei suoi scippi che tanto (ci) leccano e poi, col malloppo, di gran galoppi, scappano per altre donnette-scaloppine.

Evoco John Carpenter, l’ultimo dei “maledetti”, in una società imborghesita nel politicamente corretto, ché io e lui “scoreggiamo” per non “accorarci” in questo “coraggio” di plebiscitarie regoluzze che non vogliamo, no per niente, c’ammansiscano in “cortesi” bon ton “abbottonati”.
Noi tiriam fuori le palle, e c’appaiamo a Lune terse nel madido horror allucinatorio, intrise di crepuscoli nelle “spelonche” o in case demoniache ove Dio bacia i suoi angeli più cari, accudendoli col gift della fantasiosa Bellezza.

Alcuni, genericamente, l’appaiano a David Cronenberg. Quale bestemmia, quale blasfemia!
Invece, non oso pensare a registi così agli antipodi. Uno, David, nel podio aureo della sua “chirurgia” indagatoria, per come scandaglia tutte le “scaglie” della nostra (dis)umanità, l’altro, il nostro John, appunto, per come, intrepido, spella senza peli sulla lingua, le paure ataviche del nostro leggerci in leg(g)ende articolate in sangue “vitreo” & sudore-furore. Forse, “cremisamente”, innaffiato di sé, volto “teschio” dalle esorbitanti idee “bislacche”, ch’occhieggia al buio e lo sonderà, sempre, da sponda a sponda, nelle sue onde emotive.

Stamane, spolverai le mie “smemorate” memorie o “amnesie” e, proprio in cucina, sì, proprio lì, vicino ad altre riviste, ecco fuori che spunta “Incubi e deliri” di Stephen King, “sinopsizzato” così:

 

Un dito che emerge da uno scarico del lavandino, giocattoli che si trasformano in micidiali strumenti di morte, mosche che si annidano in un vecchio paio di scarpe da tennis, il deserto del Nevada che inghiotte una Cadillac… la leggenda di Castle Rock ritorna per ammaliare l’attonito lettore. La fertilissima immaginazione di Stephen King e la potenza della sua vena narrativa non sono mai state così efficaci, e terrificanti, come in questa antologia di racconti, capace – letteralmente – di togliere il sonno.

 

Ecco, non oso immaginare a uno scrittore più carpenteriano di Stephen, tanto che c’è da chiedersi chi sia “nato”, artisticamente, prima, se Carpenter o King.
Sono speculari, uno col Cinema, l’altro cinematograficamente dietro un Pc che raccoglie e “annoda” ogni sua “perversa” malia letteraria.

 

Un mio amico di Roma, Giuseppe Avico, oramai ci siamo affratellati… è l’affinità elettiva di chi, nella mente, ha il dono dell’esoterismo metafisico che non si scarnifica in putride realtà di “balocchi” solo carnali, ha montato per noi un omaggio-tributo al grande John.

In questi dieci minuti, possiamo così ripassare tutta la sua filmografia, irripetibile, unica.
Che Dio lo benedica, e anche il Diavolo.

Con quei picchi incendiari de Il seme della follia, il “Messico” di Vampires, fin giù alle sue macchine infernali, e altra porpora di magnifica “mostruosità”.

D’altronde, lassù nel Cielo, accanto al suo trono da “stronzo”, nostro Signore sa… che John ama le sue “malvagie” vie perché è un Uomo che non mentirà, mai.

Così, per Lui, abbiamo scelto un titolo: John Carpenter, un Uomo Snake per folgorate jene.

Perché New York non è solo una Donna che ci pitta in erotismi delicati, è anche un “bandito-manigoldo” che nessuno abbatte, neanche il virus degli essi vivono.

E ora gustiamocelo, anche se squillerà il telefono, e una gran testa di cazzo c’impartirà lezioni sul “vivere”. Che si tenesse la sua “coccolina”, ché noi c’accoccoliamo con questo “cane”.
Anzi, un lupone!

 

 

 

Applauso!

 

 

Firmato il Genius

M'”alluno” e allupo in Halloween


30 Oct

 

L’occasione merita un’altra faloticata-travis-iata…

 

31 Ottobre: c’è sempre un Michael Myers che “spia” alla Austin Powers e, “dal freddo”, si mangia la “zucca”, col “sale”, sale eccome…

Alla viglia di codesto dì, dunque Notte, che “dindiriggerà“, m’appresto a indossar la maschera stevensoniana del mio “doppio”, per “dopar” le donne in “doppiati” amplessi cow

Stamane, mi “marmottizzai” in un grande manuale della Cucina “reg… ale” poiché, zuccone, non ho ancora imparato a “cocer” la zucca.
Mia madre la serve calda e “impatatata” al gusto “peperone”, si scioglie in bocca come un …da quella sera non ho fatto più l’amore senza te!.

Sì, la zucca addolcisce di “buchetti” le rabbie dell’Uomo poco festaiolo e induce ai balli “orrorifici” in transilvaniche “mostruosità” da lupi siberiani e fatali streghe dalla “mano” fatata, per “inturchinizzarti” in un Sesso “caramellato” con scodinzolii “paradisiaci”.

Uno dei grandi meriti di John Carpenter fu scoprire Jamie Lee Curtis.
Vittoriosa, di seno appuntito, ma maternissimo per i tuoi “burrosi” miraggi in Una poltrona per due, ove il bue si “suinizza” da “poveraccio” e Lei lo “arricchisce” in un orgasmo alla Wall Street, “incoccolandolo” di “sbaciucchi” da “derelitti-ciuchi”.

Sì, sono un Uomo true lies e, come il “muscoloso” Schwarzy, teutonico anche nell’erogenia meno glabra, avrei “pinocchieggiato” molto perché Jamie si svestisse per me, come un’odalisca per il mio Occhio ardente che ulula per l'”idromassaggio” del suo ventre, l’ombelico d’ogni più maschile fantasia erotica.
Sì, Jamie, quella “bugiardona” che s'”impiegatizzava” la mattina per poi liberarsi in una carica irresistibile, era uno dei miei più verecondi “tuffi” allo “Splash” delle mie tante, puberali adolescenze, fra pubettini “al Cuba Libre” e la “libbra” lirica del mio “playboy late night show“.

Sono un fuso di testa alla Mike Myers, perfino il “meccanizzato psichiatra” Malcolm McDowell mi dà la caccia, quando non rispetto l'”arancione“.
Sono il suo Michael preferito, ma datemi una Sheri Moon e non mi “zombificherò” più.
Come dice il detto… “quella” fa resuscitare i morti e, come c’insegnò il Maestro Romero dei suoi viventi, il posto migliore ove farlo è “la cantina”. Lì, poco si “candeggia” ma molto, di canditi, si “cantilineggia”.
Fra un vinello, un'”intopata” senza “inzoccolarci” troppo, ma “imbiclettizzarla” di gran “pedalate”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Halloween: The Beginning (2007) Michael s’aggira di Notte, per una selva “nera” con collanine da teenager.
    Ma, alla fine, preferisce una Milf.
  2.  The Strangers (2008) Datemi Liv Tyler e la “incaviglierò” io senza croci a “esorcizzare” le mie “diavolerie incappucciate”.
    D’altronde, ai rosari ho sempre preferito il Kamasutra “al corollario”.
  3.  La casa dei 1000 corpi (2003) A me basterebbe un “evil dead” con la moglie del regista, solo due corpi.
    E Lei, alla “sua” vista, griderà “Che physique du rôle!“.
    “Rolliamoci”.

 

 

 

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