Astanti, sarete ammaestrati e, dopo di che, estrosamente da me equidistanti, nel senso equo del mio equino cavalcarvi
Parentesi goliardona!
Al pezzo sugli Oscar di Natalia Aspesi su “La Repubblica”, preferisco il pelo pubico: sì, non è un tocco di f… ma una vecchia anche “porta-sfiga”
“Christoph Waltz, cui si ricorre ogni volta che si vuole un vero soave nazicattivo, quindi anche in Django Unchained”. Firmato Natalia Aspesi
Giornalista da anni militante presso il secondo quotidiano più prestigioso d’Italia (Italia di che?, perdemmo Michelangelo e oggi Giona Nazzaro celebra la “Botticelli” Christina Hendricks…), Natalia è come le palle di Natale. Non quelle dell’albero natalizio, appunto, ma quelle “ammosciate” del “tuo”, inblackout dopo che te l’ha appese.
Pignola, arrogante, “diaristica”, fa infatti concorrenza a Bignardi Daria “in merito” alle più altezzose d’elevatezza tutta inventata a fisionomia della loro boria.
Daria continua a pubblicare librucoli da mercatino di Via Senile-Annusa il vero amaro, poi intervista “pezzi grossi”, “snocciolando” sulla scrivania una penna stilografica “sapor” del “Quanto sei puntigliosa, posso provare a sfiorarti con bocca di rosa?”. Sì, vedrai che così ti “funziona”.
Ah, donnetta “untrice” che prende in giro le meretrici, ex sinistroide ora “attaccata” alla gonnella del Berlusconi più “Sputtianomoci ambidestri su Mondadori elettorale”.
Daria ha un marito che conosco bene. L’altra sera, ad esempio, mentre stavan cenando, mi trovavo sotto il tavolo della bettola presso la quale, appunto, si sfamarono.
Sì, dopo infami calvari, infiammai la sottana di Daria, da “Il banchetto mi nasconde qualcosa”.
Un film alla Vanzina di Sotto il vestito niente? No, dietro il volto da cozza, c’è solo un granchio.
Sì, Daria ha castrato il marito. Prima era un uomo “attillato”, adesso è strabico.
Non per gli amplessi ma perché ogni Notte, prima d’andar a letto con Daria, trapianta le cornee della cornuta che si scopa con più amabile “radical–chic”.
Da questa distorsione “ottica”, non sempre “ci prende”. Lei gli molla un ceffone perché ha infilato l’amante quando, invece, voleva gustarselo (“lei”) di “triangolo stuzzichino”.
Sull’Aspesi, appunto, spesi parole an(n)i fa.
Donna dagli sgargianti costumi (anche d’aglio… “fastoso”), apparentemente timida ma che cova, dietro l’aria da “borsetta”, un non so che di stronzona “assorbente” per emoliarti da non ammogliata.
Sì, la giornata “modello” di Natalia è iscrivibile a tal filastrocca: “Tutte le altre son gnocche, gli gnocchi miei di patate son conditi al sugo più pepe col caffè della Peppina ad allentar l’aroma poco digeribile Giuliani. Le altre son gioiose, io mangio il formaggio-latticino Belgioioso, dopo un’amena serata in cui me la meno da me(gera). Prendiamola alla leggera perché stamattina son andata a far la spesa, poi ho tirato su di pesi e, pesandomi questa fatica, ho pensato che i soldi ben spesi rendono la donna meno sospesa”.
Quindi, sospendiamo Natalia.
Evviva Natale, fratello di Calogero, che non sa che farsene di questa calimera.
“Ella” stronca di calamaio ma le sue recensioni son assassine più di Claudia Calamai.
Christoph Waltz ha vinto ma non meritava.
Natalia se “lo” meriterà sempre. In quel “posto” ben “pagato” ch’è il giornale di “Stato”.
Ti sta “tutto”.
Parentesi quadra(ta) senza Quaresima
Se vuoi dar una botta al cerchio e una botte a una bottana, hai invertito i neuroni in ormoni incasinanti. Sì, un bordello
Il Tempo passa e, più passa, più me lo spasso. Molte passerotte mi offrono le loro labbra, ma preferisco lo yogurtananas a queste asine da gelaterie crema-nocciola di bacio e pistacchio.
Sì, giungiamo al nocciolo della giungla dei frutteti.
Se sei un cocchiere, basta con le (albi)cocche.
Lo yogurt va assaporato lievitante di cremosità, non badando al risucchio del suo retrogusto fragoloso.
Domenica scorsa, ho vinto come Miglior Attore Mai Visto, e fregai tutti saltando fra i poltroni, pur rimanendo nella mia poltrona di casa. Ove mi stravaccai al Jack Nicholson di ultrasuoni tra le flatulenze del vicino appartamentato a fianco. Eh sì, di fianchi caccia peti quando meno te li aspetti, e spettina tutto il condominio che se la dorme. Ora, non tutti. Il signor Caggese ci dà. Dietro una parvenza rispettabile, colgo sempre, di Notte, non solo in quella degli Oscar, il suo pavimentar la moglie, sebbene sia rachitico e paraplegico.
Già, nonostante la malattia, egli monta come Nick Nolte dei tempi veri, dei tempi più maturi e duri, fregandosene della carrozzella e del carro da vincitore. Spinge le sue rotelle a più non può fra le molle, e anche lui qualche volta molla. Un fallito di fallo, un fatto incontrovertibile di vertebre ancor articolanti. Insomma, Caggese è come le anguille. Scivola ed è umido, sebbene la consorte non sia ancella ma uccella nel suo cu(cu)lo fangoso.
Per quanto mi concerne, la mia cerniera fa parte della personale cernita.
Odio le pere ma garbo le mele, sgambo tra le coccinelle, e son pipistrello fra le piastrelle. Mi tengo di fisico, su figa ben (sos)tenuta, e son mantenuto.
Non posso chiedere altro dalla vita, se non la mia esistenza.
E ricordate: so che i vostri impegni si fan stressanti e la vostra donna vi asfissia. Non fissatevi, ficcateglielo in modo rilassantissimo di piccante.
Se non servirà, se pretenderà di più, appiccatela/o!
Vedrete che vi brucerete!
Applauso!
Invero, vi dico che sono il Maestro assoluto. Non mi credete?
Bene, vi racconto questo/a:
ieri, stavo correndo al parco da nudista, quando una porca volle sporcarmi. Una molto sexy, come un frigorifero vuoto.
– Sei refrigerato, scalmana i polmoni con me!
– Figliola, so che vorresti il latte caldo ma da me riceverai solo un congelatore.
– Che dici?
– Ora, ti sei sposata giovane, vero?
– Sì, perché?
– Deduzione intuibile dalla tua faccia.
– Scusa, che faccia avrei?
– Non esiste la tua faccia.
– Come, prego?
– Prega di più. Prosciuga meno.
Al che, chiamò la polizia, ma si trovò un manganello.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)