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Joker: analisi di un uomo che, dopo aver visto Taxi Driver ed essere stato ipnotizzato nel late night show di De Niro, divenne un genio rovinato


10 Dec

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"Rocky". Im Bild: Sylvester Stallone (Rocky). SENDUNG: ORF1, SO, 15.05.2005, 00:30 UHR. - Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

Bene, cazzo. Devo farmi bello. Mi aspetta il re dei talkshow, Murray Franlin. Un bel pezzo d’uomo questo qui. Irriverente come David Letterman, sadico come Jay Leno, sfrontato come Billy Crystal, simpatico come Jimmy Fallon, stronzo come De Niro, appunto, di Voglia di ricominciare.

Sì, è un tipo alla Maurizio Costanzo. Su per giù, come età ci siamo. Frankin, e non è Aretha, è un po’ più giovane, sì, assomiglia Bill Murray di Lost in Translation. Un uomo disilluso dalla vita che si diverte a prendere per il culo le giovinezze a farsi per acclarare se hanno i coglioni per resistere a questo mondo cinico e stronzissimo. Un cuore d’oro, sostanzialmente, un bastardo come pochi.

Due mesi fa, gli scrissi, chiedendo se cortesemente poteva invitarmi in trasmissione, dedicandomi la seconda serata. Dopo un’accurata selezione, dopo aver compilato una sorta di modulo d’iscrizione, quelli del programma mi hanno scelto. Invero, son stato abbastanza banale nel rispondere alle loro domande, inserendo crocette un po’ a casaccio. Ma ho allegato loro anche la foto della mia faccia di culo. Devono esserne stati immediatamente colpiti come Paolo sulla via di Damasco. Folgorati dai miei occhi stralunati. Mah, di mio so che mi piace il tabasco e anche il tabacco. Ma questi devono esseri rimasti impressionati dalle fattezze del mio volto, inquieto e inquietante, con un’espressione da uomo ammosciatosi per colpa di troppe fregature, come dice Wizard/Peter Boyle di Taxi Driver.

Sì, tutto il mio disagio esistenziale deve essere partito da questo film. La storia della mia vita, di una battagliera anima contradditoria che zigzaga nella notte, da straniero irredento e insonne.

Per me questo film è stato un’illuminazione. Come un fulmine a ciel sereno. Anzi, avevo solo tredici anni e già meditavo profondamente al suicidio. Quelli della mia età so che mi avrebbero per sempre rotto i coglioni e preferii divenire un licantropo, un lupo solitario. Precocemente nauseato da tutte quelle coetanee scorribande frivole, con le loro fighette del cazzo. Di solito, i cinquantenni fanno così. Io a tredici anni avevo già deciso di farmi le seghe.

Ero un Dracula in erba, anzi, puberale in pieno delirio adolescenziale.

Comunque sia, hanno accettato, come vi ho detto, il mio autoinvito e stasera Murray mi aspetta per testare veramente, dal vivo, se sono il più grande fan di De Niro del globo terrestre, come io affermo da tempo immemorabile.

Mi hanno riferito che Murray mi sottoporrà un quiz e, se non risponderò esattamente a ogni domanda, se sgarrerò di una sola risposta, mi daranno il reddito di cittadinanza a vita, declassandomi fra i matti e i rincoglioniti inguaribili che abbisognano di un sussidio perché oramai irreversibilmente estromessi dalla società che conta.

Uhm, non si prospetta un bel futuro, cazzo. Fratelli miei, chi arriva a chiedere il reddito di cittadinanza, significa che è un uomo devastato. Totalmente invalidato da troppe inchiappettate e, anziché spararsi in testa, tira a campare coi soldi dello Stato perché purtroppo non gliela fa. E, se vede Amy Adams nuda, preferisce sdraiarsi a letto e massaggiare il lembo del cuscino. Oh, quest’Amy qui lo farebbe diventare duro anche a Santo Stefano, il più grande martire della storia.

Ecco, è finita la trasmissione. Mi hanno già consegnato la ricevuta da firmare e francobollare in cui dichiaro che sono fottuto. E, per compassione, mi elargiranno appunto il reddito di cittadinanza nell’attesa che mi tolga quanto prima dalle palle. Semmai gettandomi dal decimo piano del Boscolo Hotel, qui a Bologna.

Sì, tanto quelli col reddito di cittadinanza, che cazzo campano a fare? Per andare alla merceria e corteggiare la commessa super racchia che indossa le calze della nonna? E per guardare le partire di Calcio, con sottofondo la musica di Nek e Lascia che io sia?

Il tuo brivido più grande?! Agghiacciante, meglio farsi prete che credere alle sdolcinate patetiche di Filippo Neviani.

E tutto questo perché, alla domanda di Murray, su quale sia stato il direttore della fotografia de La notte e la città, anziché rispondere Tak Fujimoto, ho risposto Ryuichi Sakamoto.

Good night and good luck.

Nel 1976, comunque, agli Oscar vinse Rocky. Taxi Driver è un film cinematograficamente superiore.

Ma questa scena è indimenticabile.

di Stefano Falotico

Salve, sono il Joker Marino, uomo che mangia a colazione i vostri cervellini, un uomo non acchiappabile e forse inchiappettante


23 Nov

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Sì, la sfacciataggine è il mio forte. Sono un uomo che alle 8 e trenta del mattino, mentre la gente già tribola nel traffico, mentre impazza precoce il delirio di massa che vi accompagnerà per tutta la giornata, fra urla isteriche, canzonette alla radio per consolarvi, terribili cure dimagranti e insipidi, integrali piatti d’insalata poco piccante, ecco, scivolo nella città con far cheto e oserei dire mansueto, entro di soppiatto in un bar cinese e mi scolo un ottimo cappuccino. Mentre voi, incappucciati in ipocrite maschere ruffiane, state sempre a commiserarvi, elevando il vostro patetico piagnisteo a stile di vita. Andate a scolar la pasta e voi, stolti scolari, scrollatevele! Lo so da sempre, vi affannate affinché la vostra collega, tutta in tiro, possa elargirvi un po’ di “zucchero”, miscelando la sua schiuma nei distributori automatici dei vostri fantasticati orgasmi da uomini oramai ammosciati.

Io cammino, ridacchiando fra gli idioti che mi scherniscono poiché io sono l’incarnazione di un grande scherzo invertito, miei pervertiti. Per tanti anni la gente mi vilipese e per le palle volle appendermi ma, ribaltando tutte le loro ottuse, bacatissime logiche, fieramente danzo or nella vita con prelibatezza. Invitando una bella donna a deodorare la mia pelle mentre voi, incagniti, incattiviti, coi fegati a pezzi, delirate sol puzzolenti per leccarvi il culo a vicenda. Siete putrescenti, ah ah, e io son tremendo. Affogate oramai da tempo, senza più intelligenti tempie, in un martirio da uomini rimbecilliti che siete. Voleste far i galli ma non foste né celti e neppure adesso state a galla. Qui ognuno paga alla romana ma quella francese io la misurerei “a garrese”.

Io non sono solo il reale Joker, sono anche un Marino, sì, Marino con M maiuscola è il mio cognome, e Joker Marino è uno pseudonimo del Falotico, essere sgusciante e inculante che conosce il gusto dell’irriverenza geniale, ché dà consistenza alla parola sberleffo, uno schiaffo morale di rara potenza sesquipedale.

Son amabile scrittore dal gentil sesso amato e spesso “prosciugato”, artista incomparabile che fa del costruttivismo il suo Jodorowsky e vorrei tanto che Lady Gaga, tutta a me denudata, mi cantasse e dedicasse Alejandro!

Scusate, ora devo tornare in bagno. Mentre vi guarderete allo specchio, io raderò l’ultimo pelo dell’avervelo sinceramente fatto.

Sì, alla gente di cattiveria inaudita tirò il culo, mi diede la patente di tonto e invece a me tira sempre di più per le donne dai fondoschiena molto rotondi.

Sì, ho inquadrato la sporca faccenda, possibilmente adesso, senza più moralistiche reprimende da bacucchi cumenda, andrò a godermela… miei dementi.

Che mente! Che faccia!

Son proprio un Principe!

E vado inchiappettando con far da se tanto mi dà tanto devo/e avere anche un grande coso pimpante. Ah sì, miei poppanti, io son il maestro del pompando!

 

 

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Salve, sono il Joker, sono impazzito grazie a Robert De Niro


14 Nov

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Salve,

sì, con enorme (dis)piacere mi presento alla platea di babbei che applaudirà (tele)comandata.

La mia storia ha origini profondissime, oserei dire dostoevskiane, e attinge laddove la cupezza fa rima con l’avermi dato della schifezza.

Il mondo occidentale odierno mi ripugna e con tutte le mie forze, ostinatamente, con intrepida temerarietà incommensurabile, lo rinnego, cingendo forse il diavolo nelle mie notti insonni. Quando, nel tepore di questo rigido inverno, mi sveglio di soprassalto alle tre di notte e un’intera confezione di Nutella divoro, alla faccia della linea e del vostro fottuto salutismo.

Ecco, l’altro giorno ho ascoltato una vecchia intervista a Paolo Villaggio che dissertò riguarda la caduta del nostro Occidente. Simpatico. Ben acculturato il Villaggio. Peccato che io non possa dargli credito perché lui è stato il prototipo del piccolo-borghese chiacchierone che tanto ha blaterato ma in fin dei conti a questo sistema marcio e distorto ha pienamente abdicato.

Allestendo un’apologia della sfiga del misero uomo comune per raggranellare soldi con la creazione del suo Fantozzi e vivere di rendita sulla magnificazione delle disgrazie umane.

Un uomo infinitamente nano il Villaggio, con la sua voce arrogante, col suo sguardo da volpone, da uomo che semmai ha letto mille libri ma, stringi stringi, ha saputo soltanto adattarsi al conformismo più becero da lui tanto osteggiato e combattuto soltanto a parole.

Non posso prenderlo in considerazione. I “suoi” film e i suoi sfortunati personaggi, rivendicatori dei torti subiti nel triste quotidiano patetico, mi hanno sempre fatto ridere. Ma è sempre stata una risata amara. Compassionevole.

Io odio le persone pietistiche che ti sbattono in faccia le loro problematiche, i loro giornalieri disagi con l’autoironia tipica di chi, oltre i suoi limiti, il suo carattere scontroso, le sue piccinerie ancor peggiori di quelle altrui da lor signoria criticate, pensano di accattivarsi la simpatia del prossimo.

Quando qualcuno ti dice che sei un grande, be’, significa che la tua vita è terminata e, semmai, sei diventato un hater alla John Connor e la Destra fascista ti spedirà, oltre che in manicomio, in pacco regalo un corpulento Terminator a incularti ancora di più.

Oggi, sì, questo è evidentissimo, palese più del culo stratosferico di Jennifer Lopez, un culo che può distruggere ogni tuo bon ton e buon proposito di darti alla vita ecclesiastica e monacale, l’incarnazione lapalissiana del puttanesimo contemporaneo, vivete tutti male.

Me… non mi fregate.

La dovrebbero innanzitutto finire queste donne di frignare. Così, dopo tutta una vita da frustrate incredibili, roba che Pina di Fantozzi è al confronto la Regina, macellate dalla loro piccolezza, dalle loro paure che le hanno da sempre castigate in una vita da timorate di dio, se ne saltano fuori con inni alla felicità, con agiografie di sé stesse, e vendono libri da influencer, esponendo una contentezza falsa più dei film che dicono di amare alla follia.

Film buonisti. Che, a confronto, la torta di miele di mia nonna era merda salata di cavallo.

Sì, smettetela quanto prima.

Fratelli della congrega, qui riuniti, la mia storia è una grande stronzata, parimenti ai vostri vissuti. Una madornale demenza abissale!

Le malelingue dissero che abbandonai il Liceo Scientifico perché un tema mi andò male e, da quella delusione, mai più mi ripresi.

Che immane cagata!

Chiariamoci. Se sono un letterato, significa che già all’epoca la professoressa d’Italiano voleva che le leccassi la figa. Perché mi assegnava sempre dei nove. No, non mi dava mai dieci per spronarmi a essere ancora più bravo. Ma, sapete, la osservavo mentre leggeva i miei scritti e più volte qualcosa colava dalla sua gonna…

Al che mi estraniai dal mondo e il mio film preferito divenne Taxi Driver. Il più grande film della Storia. Sì, nel corso degli anni, di pellicole forse oggettivamente superiori ne ho viste parecchie.

Ma Taxi Driver è il film della mia vita. E non c’è Lynch od Orson Welles che tenga.

Credo che suddetto film non l’abbiate visto molto bene perché lo guardaste mentre pensavate a come “orgasmizzarvi” per fare una leccatina a quella passerottina del primo b(r)anco. E la vostra sbadataggine deve avervi indotto a fraintendere tutto.

Ecco, Travis puramente s’infatua della sua fata. E la idealizza. Dunque, con coraggio inaudito, l’approccia in modo assolutamente schietto. Lei accetta di uscire con lui e fissano un “appuntamento al buio”.

Ma Travis la porta a vedere un porno. E Cybill Shepherd, disgustata, lo manda a fanculo.

Poi, Travis, involontariamente diventa un eroe cittadino, un giustiziere della notte che ha liberato una minorenne dalla prostituzione.

Cybill risale sul suo taxi e si capisce benissimo che vorrebbe tornare a uscire con lui.

Ma a quel punto, Travis, con aplomb da premio Oscar, le dice che non deve dargli niente…

Perché come sostiene il leggendario King of Comedy: meglio essere re per una notte che buffone per tutta la vita.

E dunque guardatevi allo specchio.

Il Re per una notte ha dimostrato di essere molto più in gamba di voi.

Continuate pure a fare video in cui, recitando pappardelle a memoria scritte da critici seri, osannate questo e quell’altro film. Avete stufato, riciclatori di una vita noiosa che si perpetua giorno dopo giorno nella ripetizione…

Ma le palle per fare quello che ho fatto io non le avete. Non le avrete mai.

Pigliatevi le vostre vite fantozziane e vedere di levarvi dal cazzo.

Come dice Clint ne Gli spietati, fra gli sguardi allibiti dei poveretti e dello stronzone sceriffo testa di cazzo: chi è il padrone di questo cesso?

 

Vi lascio con una delle clip più emozionanti di sempre: quella in cui Bob De Niro abbraccia tutti e viene omaggiato da Martin Scorsese, che lo definisce an extraordinary genius.

Che momento! Con la musica de Gli intoccabili… a terrific night…

Io sono chiaramente “pazzo”.

Ma questo si era capito da un pezzo…

di Stefano Falotico

La mia teoria sul Joker con Joaquin Phoenix, un monito contro questa società di clown


13 Oct

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Be’, che si può dire di me? Sono un nichilista, un ribelle, un contestatore, l’elemento anomalo di una società impazzita sull’orlo del collasso nervoso che, per illudersi di mantenersi stabile, si rivolge sempre più a ciarlatani curatori dell’anima? Affinché perfetti estranei, soltanto parlando con voi per trenta minuti scarsi, soprattutto di comprendonio, addivengano a diagnosi lestofanti, bruciando ogni vostro potenziale e inscatolandolo in reparti geriatrico-pedagogici di asservimento delle vostre coscienze, castrate, svigorite e svuotate, avviandovi a oscene riabilitazioni protese a un falso e fatuo perbenismo ipocrita? Affinché possiate, dietro maschere di finta rispettabilità e adempimento a un ordine costituito fallace, coprirvi di dignità farisee, bugiarde, improntate soltanto a uniformarvi a precetti istruttivi laidamente viscidi per assoggettarvi indeboliti e smembrati della vostra vivaddio autenticità ruspante, appunto, a questa società volgare, materialista, edonistica?

Sì, il Joker è un tipo da manicomio e certamente Phoenix, che è stato lo squilibrato protagonista di The Master, mi pare davvero la faccia giusta, tormentata e laconica, malinconica e sciupata da “bad boy” adatto, disadattato, per incarnare un personaggio i cui crismi esistenziali risiedono proprio nel suo esistenzialismo. Nella sartriana sua nausea rispetto a un mondo che, violento, l’ha respinto, declassato, umiliato, e dunque anestetizzato, frenandolo quando poteva enuclearsi in maniera vivamente vivace e attiva, vorace, serena e armoniosa. Un mondo che ha spezzato con furia cattivissima le sue armonie. Le sue ambizioni da simpatico e giocoso uomo col sorriso sulla bocca. Sì, un comedian vilipeso, strozzato, deriso, coperto dei peggiori insulti e messo alla gogna dalla televisione, dal sistema mediatico ove, se non sai vendere ed esporre la tua merce, contrabbandando la purezza della tua anima e dunque corrompendola al comune, chiassoso, esibizionista volgo ignorantissimo, vieni appunto emarginato, schivato e soprattutto schifato. Perdendo ogni entusiasmo vitale, inaridendoti e trasformandoti in uno sbeffeggiante, sardonico mostro cinico. Oramai dissociato da ogni sistema di valori, quindi disvalori, futili, frivolissimi, tesi soltanto a robotizzare il tuo cuore per omologarlo a una menzognera compiacenza verso la massa che pretende che tu sia, noi siamo delle macchine a modo, compostamente inappuntabili, schiavi di un lavoretto che, in cuor nostro, nell’intimità della nostra veridicità, ripudiamo, rinneghiamo ma facciamo di tutto per mantenere perché con la creatività e l’arte non si mangia, perciò dobbiamo, volenti o nolenti, attenerci a dei parametri basici di “costituzionalità sana e robusta” che non possa arrecar fastidio alla società.

Che orrenda bugia!

Io amo più di me stesso Taxi Driver, la storia di un fantasma che vaga nella notte, soprattutto dei suoi tormenti e delle sue angosce, aspira, capta, inala un attimo illusorio, chimerico di vanità ma poi, per troppa integrità morale verso la sua natura innatamente dannata, non sa mentire a quella donna. E le dice schiettamente che non ama le romanticherie imbecilli ma gli piacciono di più i porno ben fatti, ché almeno sono sinceri nel loro nudo squallore carnale. Sì, Travis Bickle è talmente metafisico, talmente bergmaniano nel suo disagio, da essersi involontariamente elevato a messianico angelo devastante. E, guardandosi allo specchio, non sa raccontarsi frottole, non sa auto-ingannarsi, a differenza della maggior parte delle persone, e sa che la salvazione, l’unica possibile, dalla sua lucida follia, è diventare matto davvero. In un’apoteosi esplosiva di tutto il marcio, di tutta le merda che ha sopportato e ingerito per tempo immemorabile. Dando un senso alla sua esistenza da invisibile nello sbottare in maniera platealmente furibonda.

Rupert Pupkin, invece, di Re per una notte… chi è? Uno che, sempre in cuor suo, sa di essere un fallito, angariato da una madre che lo schiavizza e nanizza per complesso di Edipo in una stanza dei sogni ove, libero da sguardi indiscreti, è realmente-virtualmente sé stesso, immaginando una platea, appunto, che gli tributi quei minuti di celebrità a cui ha sempre anelato e che tutti gli hanno perennemente negato con acidità, con quell’aplomb ipocrita, altezzoso e affettato da Jerry Lewis stronzo. Perché Jerry è arrivato, a lui interessa soltanto di continuare ad avere successo e fregare la gente con le sue bambinesche battutine. Non può e non vuole aiutare nessuno. Può aiutare qualcuno soltanto se quel qualcuno può garantirgli ancora maggiore notorietà. Se dietro quel talento, ancora non rivelatosi, può individuare, in maniera egoisticamente profittatrice, un utile al suo “di(v)o”. Ed è per questo che se ne frega di Rupert. Perché Rupert è troppo strampalato per poter piacere alla gente che si beve tutto e poi va a consolarsi da qualche psicologo della mutua, il quale poi, pigliandola pel culo, beccandosi la parcellona, rifila a essa “al bisogno” caramelline e zuccherini per lusingarla, abbagliarla con questa scemenza della psicologia. Delle patologie, con questa immonda mistificazione della verità.

Sei depresso? No, non lo sei. Lo sei perché ti sei contornato di gente che non ti ha mai voluto bene. Ma bene davvero. Che usciva con te per un interesse. Ma quando l’interesse è sparito… ha violato ogni patto d’amicizia, tempestandoti d’insulti raccapriccianti. Deprimendoti, appunto, mortificando la tua beltà, la tua bella o brutta unicità di essere umano per sconfortanti persino con poderosi, minacciosi attacchi alla tua sessualità.

Perché, in questa società, puoi essere anche un genio, un man on the moon, ma conta sempre l’apparenza, contano i soldi, inevitabilmente la potenza sessuale che sai offrire agli occhi degli altri. Solo così qualcuno ti caga, ti ama, ti adora, ti eleva in gloria.

Solo così puoi divenire un pagliaccio accettato, una pornoattrice offesa e al contempo idolatrata nella segretezza delle vostre ipocrisie. Ché tutti, moralisti del cazzo, sputate in faccia alle puttane ma poi ve ne masturbate di brutto. E semmai sognate pure di metterle a pecora!

Io non credo né al comunismo e neppure al fascismo. Con le ideologie pesanti, con le prese di posizioni radicali ed estremistiche, si generano mostri. Si crea la pazzia. Si crea il fondamentalismo, si partoriscono divisioni, lotte di classe e individuali.

Si dà vita a una società di zombi.

 

Parola del Signore. Rendiamo grazie a Cristo.

Sempre sia lodato.

 

 

di Stefano Falotico

Il primo Ottobre era il primo giorno di scuola, una volta: invece, il Joker, il sottoscritto, è un Ferdydurke, e mi hanno anche curato male le carie, super video


01 Oct

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Ferdydurke è una comicissima allegoria dell’infantilismo moderno: un trentenne si trova sbalzato indietro nel mondo dell’infanzia, in una ridicola classe scolastica. Cerca di ribellarsi ma scopre che essere di nuovo “immaturo” non gli dispiace affatto. La nostra società che anela a rimpicciolire gli adulti e a mutarli di nuovo in bambini è il bersaglio del feroce umorismo del grande scrittore polacco.

Questa la sinossi del capolavoro letterario di Witold Gombrovicz, che io ovviamente ho letto e voi no, capre e caprette. Eppur DiCaprio è un ottimo attore, ah ah.

Sì, son state svelate le location del Joker con Phoenix, reminiscenti di Taxi Driver. Opera magna di Scorsese e naturalmente mio film preferito, essendo io, oramai da tempo immemorabile, l’alter ego vivente, reale, toccabile, possibilmente, mie donne, scopabile, di Travis Bickle.

Sì, il fantasma di Travis Bickle, verso i quattordici anni, dopo che il capolavoro assoluto di Scorsese mi folgorò, s’impossessò della mia anima. E, per anni insormontabili, ne assunsi le fattezze fisionomiche e non, divenni l’angel heart di Bob De Niro. Ah ah. Trasfigurandomi nel suo straniero e divenendo un God’s lonely man.

Pura essenza metafisica che, anche se vedeva passare davanti a lui una super figa, manco se n’accorgeva, preso esclusivamente da “deliri” burroughsiani che occupavano ogni mio neurone, (in)castrandomi in una zona di dormiveglia esistenziale… più che esistenzialista, un po’ fancazzista. Da istrione che si pavoneggiava da solo, ballando nel vento.

Ma fu un’adolescenza comunque amabile. Poi, di colpo, questo dolce dormire sparì come per miracolo. E venni aggredito senza soluzione di continuità perché accusato di essermi interrotto. No, è una versione sbagliata. Fallata. Poco falotica. Io mai m’interruppi, al massimo gigioneggiai. Di qua e di là, danzando fra una crêpe alla Nutella, con la gente che mi diceva… , tu per vivere così, credi di essere il più bello?

Che io fossi il più bello mi pareva ovvio. Infatti, come Travis Bickle, parlavo allo specchio delle mie brame e, dal riflesso dell’essere il più bello del reame, non ero nessuno, essendo gli altri molto più brutti e invidiosi. E dunque escludendomi dal piacere delle loro stronzate.

Ah, stronzate di “gran” livello. Si procacciavano le bimbette nei disco-pub(i). Ah, che discoli, io lo sapevo, facendo finta di non aver visto nulla. Occhio non vede, cuor non si duole, soprattutto per la sanità di me stesso e del mio fegato. Ah ah.

Eppur mai me ne dispiacqui e sott’acqua navigai nelle zone lombrosiane del mio Amleto ecceziunale veramente. Sì, mi pettinavo malissimo, simil Diego Abatantuono misto a Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Ma questa spettinatura (sì, esiste, è sulla Treccani) era facente parte del mio personaggio, un cerbiatto, un furetto, vilipeso da chi mi considerava solo un furbetto. Va be’, sì, qualche masturbazione, non solo mentale, ci scappava. Anni straordinari di (moto)seghe migliori di quella di Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Ah ah.

A parte gli schizzi, no, scherzi, un tempo le scuole riaprivano il primo Ottobre. Mah, di mio le avrei proprio chiuse. Soprattutto quelle superiori. Sì, come sosteneva Carmelo Bene, sono inutili, atte a diseducare con libri di Storia falsissima, scritta da un fascista che esaltava Mussolini, e a rincitrullire con versioni di Latino e Greco, con poemi omerici per esser trattati come Calimero da insegnanti boriosissimi e per creare l’uomo italico “ellenico”. Basta, guardate invece quella troia di Elena su Instagram, lei sì che sa come “raddrizzarvi”. Ah ah.

Sì, Elena è molto buona. Ma accetta scopate solo da uno col conto in banca di un banchiere. Ho detto tutto…

Le donne sono la mia croce e delizia. Tutte mi cercano, mi angustiano con le loro richieste ma io voglio soddisfare soltanto Emily Blunt. È un bel problema, cazzo, a questa Mary Poppins non basta certo il mio “supercalifragilistichespiralidoso”.

Sì, va detto, non per essere misogino, ma le donne credono alle favolette. Basti pensare che la figlia della mia vicina di casa è ancora convinta che la parola più lunga italiana non sia precipitevolissimevolmente ma, appunto, supercalifragilistichespiralidoso.

Questa qui come sta messa? A forza di andare a messa, nessuno gliel’ha messo. È una bigotta! E, a forza di vedere troppi film della Disney, è diventata Raperonzolo. Sì, è l’incarnazione di una favola iper-buonista, dovrebbe invece darsi alla fava del marito. Un saldatore che sa bene come “incollare”. So che il marito è un buon “incollatore” perché me l’ha confidato quello del terzo piano. Sì, quando le mogli sono in vacanza, questi due cantano il Triangolo di Renato Zero. Due tonti mai visti che non sanno neanche calcolare l’area dell’essere tanto sistemati e inquadrati nella società del cazzo, a furia di scambiare il film Rambo per un rombo… di tuono con Chuck Norris.

Comunque, precipitevolissimevolmente non è la parola più lunga dell’italiano.

La parola più lunga è esofagodermatodigiunoplastica, operazione di ricostruzione plastica, che si esegue dopo l’asportazione dell’esofago e dello stomaco.

Praticamente quella che le malelingue annali nei miei confronti stanno eseguendo dopo la figura di facce di merda che hanno fatto col sottoscritto.

Tornando invece a Ferdydurke, tutti i rimbambiti vecchi e tromboni dovrebbero riprendere posto sui banchi di scuola.

Per imparare come si sta al mondo.

E per pigliare lezioni di classe.

Si chiama sdentata.

Mie care cariatidi, io son brillante a mille carati. Ah sì, Lilli Carati, che passerona. Vi pare una volgarità? Why so serious?

 

Eh eh, adesso sgattaiolo nella notte, nel senso che, quando scende la notte, ci son molte gatte da pelare. E mi allupo. Bevendomi la bionda con ottimo “luppolo”. E lei, succhiandomi, fa glup glup.

Miei Don Chisciotte, al galoppo, mangiamo tutte le scaloppine al limone!

Ah ah.

Sono proprio un Joker-ellone. Talvolta iellato ma comunque giammai al gregge di belanti pecoroni ancor omologato.

Sono uomo dal pelo fino e pregiato. Spesso inculato ma non maciullato e vieni a me, donna, sarò per te tutto eiaculato. Introiettato!

Mi date dello psicopatico? Macché! Semplicemente, ho smesso di essere apatico.

Son lunatico, inimitabilmente Falotico.

 

 

di Stefano Falotico

 


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Dal dentista

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Non si fa altro che parlare del Joker con Phoenix: io ho una teoria dei supereroi alla David Carradine di Kill Bill e anche alla Rupert Pupkin


25 Sep

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Sì, secondo me Tarantino ha scoperto l’acqua calda in Kill Bill con quella sua stronzata su Superman. Kill Bill che, detta fra noi, è il suo peggior film assieme a The Hateful Eight. Sì, Tarantino è un geniaccio, ma questi succitati film li ha cagati male. Ha messo troppa carne al fuoco. Sì, The Hateful Eight, certo, capisco, è tecnicamente magistrale, ma indubbiamente è anche di una noia mortale. Basta! È così!

E la dovreste smettere di affermare che ogni film di un maestro è un capolavoro solo perché porta la firma appunto di un maestro. Ad esempio, l’altro giorno mi ha davvero inorgoglito un mio lettore. No, non ho molti lettori ma me la cavicchio. È stato il primo in assoluto a comprarsi il mio libro su Carpenter. Gli è piaciuto da morire. E, in privato, su WhatsApp, mi ha fatto i complimenti. E siamo stati a parlare tutta la serata attraverso messaggi vocali magnifici.

Ha mosso solo due critiche al mio libro. Innanzitutto, non ha amato molto la rilegatura, che per lui non è un granché. Può essere… ma la copertina rigida e un altro tipo di formato avrebbero fatto lievitare il prezzo di stampa, dunque del libro stesso. Così, invece, il cartaceo a 11 Euro è convenientissimo. Poi, su IBS.it è pure scontato. Secondo lui, avrei dovuto soffermarmi di più su Halloween, in particolar modo su Michael Myers. E ha osservato che non parlo molto della regia del suddetto film, a parte la doverosa citazione dello storico piano-sequenza iniziale. Be’, dovete sapere questo. La copertina era già pronta, concordata e limata in ogni intarsio. Stavo per dare il visto si stampi, al che, son stato colto da un dubbio mostruoso. Sì, fra le immagini disegnate a mano, mancava Michael Myers. Dunque ho ricontattato la grafica e le ho detto:

– Ci siamo scordati di Michael. È imprescindibile la sua presenza. Altrimenti, verrà sotto casa mia a sgozzarmi.

 

E l’aggiustamento ci fu. Dopo questa parentesi pubblicitaria, ah ah, che ci sta, passiamo alla mia teoria sul Joker. Anzi no. Solo un altro attimo di pausa promozionale. Permettetemelo. Questo ragazzo, col quale siamo diventati amici, mi ha anche detto che ho avuto enorme coraggio ad allestire una monografia non agiografica. E ad aver stroncato parzialmente Christine. Come dire… Non è che Carpenter, solo per il fatto di essere Carpenter, ha girato soltanto capolavori. Ha girato anche film, non certo brutti, ma decisamente meno riusciti e, che vi piaccia o meno, minori. Ecco, ora possiamo andare avanti.

Che il Joker sia uno psicopatico lo sanno anche le pietre. Non molti invece sanno che pure Batman lo è. Sì, Bruce Wayne non è affatto solo un signore affettato, raffinato e dai modi garbati, un playboy incallito e irresistibile. Che si fotte Kim Basinger, Michelle Pfeiffer e Anne Hathaway nelle varie versioni… cinematografiche. Sì, se le fotte eccome. Da vero “pipistrellone”. Nei film non si capisce chiaramente, ciò non viene del tutto esplicitato, ma è palese che Batman sia uno “sventra passere” mai visto. È anche uno schizofrenico. Sì, Batman è il re dei dissociati. Di notte indossa il mantello del cazzo, di giorno legge il quotidiano come un impiegato comunale, col maggiordomo che gli taglia le unghie. E guarda le partite della Juventus sul divano, con le gambe accavallate. Sì, state attenti ai vari Batman in giro per strada.

Questa è la mia teoria. Sì, io sono un uomo che nella teoria è perfetto, impeccabile, immenso. In pratica, insomma… cioè, in teoria sono uno dei più grandi trombatori del mondo, in pratica lo prendo spesso in culo. Ma fa parte del personaggio. Sì, il supereroe che più mi assomiglia è Flash Gordon. Adesso, dopo questa puttanata micidiale, prendo la mia macchina Punto, ben diversa dalla Batmobile, e la porto dal meccanico. Ieri pomeriggio, uno che si credeva il Joker l’ha sfasciata perché gli tirava il culo. Adesso pare che costui sia stato ingaggiato da Todd Phillips che aveva bisogno, nel suo film, di un totale malato di mente. Per rendere la pellicola più realistica.

 

 

di Stefano Falotico

Perché ce l’avete con la Joker mania? Siamo tutti dei clown in questa società! Io vampirizzo col mio carisma


25 Sep

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Siete dei Joker

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Ora, siamo bombardati da nuove immagini del trucco di Joaquin Phoenix nel Joker di Todd Phillips. Phillips, con due l, non Philips, perché dovreste presto cambiare il vostro televisore e acquistarne uno della Sony. La Sony è il massimo, cazzo. È affidabilissima. Ho una videocamerina Sony che, in questi anni, mi ha dato enormi soddisfazioni, e non intendo cambiarla. Funziona ancora da Dio, non s’inceppa mai e filma tutto in soave HD, miei nerd.

Ecco, seguire passo dopo passo la lavorazione di un film è oramai qualcosa facente parte del nostro patrimonio genetico di spettatori. Sì, Mel Gibson, a quanto pare, presto dirigerà il remake di The Wild Bunch del Peckinpah, e subito su Facebook si son scatenate diatribe in merito. Innanzitutto, qual è l’esatta pronuncia di diatriba? Io lo so, voi no. Insomma sia DIÀTRIBA che DIATRÌBA sono giuste. Dipende dall’intonazione che volete dare alla parola.

Ecco, quindi non ammucchiatevi selvaggiamente a cercare l’esattezza delle cose da opinionisti improvvisati ché state cercando solo altre visualizzazioni sul vostro canale YouTube.

Quello… de L’impero del Cinema ce l’ha con Matioski. Mah, non avete un cazzo a cui pensare. Secondo me, alle vostre disamine da bamboline formato matriosca, è sempre preferibile quel gran pezzo di gnocca di Linda Kozlowski. Quella del MrCrocodile Dundee. Dundee! Ma che Dandini Serena? A quella Linda, nella giungla, avrei infilato il mio cobra in maniera puramente selvaggia, lindissima. Eh sì.

Oggi, in questo spaesamento collettivo, insoddisfatti da un lavoro che tanto avete cercato, ottenuto e poi ripudiato, ma che vi rende comunque equilibrati e attraverso cui vi siete emancipati dalla vostra ex condizione precaria di mantenuti, ve la tirate anche da Bukowski, vomitando la vostra perenne insoddisfazione verso questo status quo sociale, sputando nel piatto in cui mangiate per pose iconoclastiche da poveri stronzi.  Insomma, ora che avete la panza piena e nessun ideale vero, tangibile per il quale combattere, ora che vi siete liberati dai ricatti genitoriali e dai pedanti obblighi scolastici, e vi guadagnate la vita grazie ai vostri miseri contributi, ora che siete remunerati per il vostro falso adempimento a metriche tutto sommato produttive di questo par de palle, dunque vi sentite appagati in quanto discretamente pagati, non più da nessuno condizionati e plagiati, ci ammorbate con le vostre prese di posizione moralistiche, pedagoghe, precettive, didattiche, educativamente pregne di una pochezza da farmi ribrezzo. Andate a dar via il culo!

Da nerd viziatissimi col ciuccio in bocca, dopo lo sverginamento con la prima sguattera che vi ha fatto assaporare le gioie del sesso, un sesso peraltro da coatti, da buzzurri, da borgatari frustratissimi, vi siete montati la testa. E ve la tirate da viveur poiché avete superato la fase adolescenziale da voyeur nella quale, nell’intimità cupissima delle vostre solitudini da reietti e sfigati, vi masturbavate caldamente sulle natiche di Nicole Kidman dei bei tempi. Ah, che bellezza “spumeggiante”, eh? Sì, appena qualcuna, per compassione, ve l’ha data, lenendo l’obbrobriosa vostra repressa, timorata, castigatissima voglia capricciosa, sprigionando la vostra escrementizia forza erotica nascosta, siete stati liberati come per miracolo dal vostro stato pietoso e anche pietistico di merde viventi, vi siete guardati allo specchio, vi siete piaciuti un sacco, sì, sovrastimandovi terribilmente, pensando di essere diventati grandi uomini. Svezzati, duri, coriacei, tosti, granitici, inaffondabili. E davvero, orrore degli orrori, dal delirio vostro solipsistico derivante da tal madornale, distorsiva, bacata, inguardabile degenerata montatura, vi siete creduti Marlon Brando. Tutto ciò è alquanto agghiacciante. Schifoso! Immondo! Ripeto, andate a dar via il culo. Sì, dovreste riguardare tutti i film di Todd Solondz per comprendere l’abominevole vuoto abissale della vostra scempiaggine. Suvvia, siete proprio dei Dark Horse…

Sì, sono Gary Oldman del Dracula di Coppola. Questo oramai è chiarissimo. Un vero Joker… Guardate invece questa Linda e cazzeggiate realmente, finitela, cazzoni.

 

di Stefano Falotico

Maniac, su Netflix, non parte, Joaquin Phoenix è dimagrit’ come me, e saltello tutto bello nelle vostre patologie mentali, in quanto sono 009


21 Sep

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Joker dimagrit’

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009, colui che si fa il viaggio virtuale sino a Giove, va su Marte come Schwarzy in Atto di forza, e si scopa la tua Venere senza contrarre malattie veneree in quanto usa il profilattico, e su questo non ci piove.

Mah, non è che abbia una gran voglia di vedere questo Maniac. Del Fukunaga. Uno che adesso dirigerà James Bond 25 con Daniel Craig.

Ora, lo ribadisco, mi spiace che la pensiate in maniera diversa da me. Daniel Crag è il peggior 007 della storia. Mio nonno Pietro, ch’era un coltivatore diretto, aveva una faccia più elegante di Daniel. Uno a cui stringo la mano perché sta con Rachel Weisz, donna dalle cosce strepitose e dagli occhi ammalianti, ma che carismaticamente vale meno, appunto, di un trascurato agricoltore.

Sì, mio padre è ancora più cattivo di me quando gli chiedo cosa ne pensi di Craig.

– Ah ah. Chi, Craig? Quello del cantiere edile di Castel Maggiore (località limitrofa all’estrema periferia di Bologna, situata a nord rispetto al centro storico di questo capoluogo emiliano-felsineo) ha molta più classe.

 

Sì, concordo con mio padre. Craig ha una faccia da scaricatore di porto. Niente a che vedere col sex appeal maturo dello Sean Connery che fu, molto meno figo di Pierce Brosnan, che comunque faceva anche lui abbastanza cagare nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo, più magro di Roger Moore ma assai meno simpatico. George Lazenby e Timothy Dalton neppure li prendo in considerazione. Ma, a loro modo, migliori del Craig. Una faccia da burino ch’è molto, paragonato a lui, più attraente Ricky Memphis.

Sì, Craig è veramente una merda.

Quasi quanto Justin Theroux. Uno che dovrebbe fare un monumento a Lynch per avergli dato, a tutt’oggi, il ruolo della vita in Mulholland Drive. È grazie a questo ruolo ch’è riuscito ad accarezzare le coscione di Jennifer Aniston. Diciamocela! Ah ah!

Sì, c’è anche lui in Maniac.

Ma questa serie non mi parte su Netflix. Mi collego al mio account, vado su questo titolo, clicco e mi dice: disponibile dal 21 Settembre.

Scusate, non è oggi il 21 Settembre? Dev’essere una sorta di strategia occulta e subliminale per farti impazzire come Jonah Hill. Mah, riproverò domani.

C’è pure Emma Stone. Tutti sostengono che sia una buona passerotta, questa qui. Insomma. Ha un seno inesistente e spesso interpreta la parte di donne patetiche e lagnose, sì, la Margherita Buy d’America. E Maledetto il giorno che t’ho incontrato del Verdone docet. Sì, piace molto a Nanni Moretti che, dopo quell’altra isterica perfettina di Laura Morante, ha trovato in Margherita la musa delle sue frustrazioni. Pessimo il Moretti, un uomo tristissimo.

Molto meglio Andrea Roncato/Margheritoni. Uno che, in Mezzo destro mezzo sinistro, sapeva che da Isabel Russinova voleva solo una trombatona in una calda alcova. Uomo verace, Andrea, ruspante.

E non sfogliava le margherite… Di mio, son dimagrit’ e mi piacciono i quadri del belga René Magritte.

Questa è la stronzata falotica del giorno! Non c’è nessun Joaquin Phoenix che tenga. Il vero Joker sono io. Imbattibile!

Maniac

Maniac

 

di Stefano Falotico

Mi attizza il Joker di Joaquin Phoenix e Mickey Rourke poteva recitare in un film di Dario Argento


17 Sep

Phoenix Joker

 

Qual è l’esatta pronuncia della parola pudico? E qui casca l’asino. Lo so, asinacci, a Bologna dicono lo suocero, al posto del suocero. E a Bologna, spesso e volentieri, sbagliano anche l’accentazione della parola rubrica.

Sono degli uomini sgrammaticati, insipienti e sciatti, gretti, ignoranti e stolti, dei veri clown. Io, tutt’al più, sono un commediante, infatti scrissi un libro omonimo che potrete rinvenire sulle maggiori catene librarie online. Anche se, va ammesso e non rimandato al prossimo anno, dopo la lettura di tal succitato libro, non sarete più rinvenuti, sebbene continuerete a venire, forse pure meglio, nella vagina liscia e morbida della vostra donna. Donna carina, vera peperina, vera volpina, ottima prugnina.

Sì, come il Joker sono uomo armonioso, libero e giocoso, pagliaccesco, oggi malinconico e domani in te, donna, focoso, in quanto giammai uomo deperito e mai perito, come quelli degl’istituti industriali, nella sua passione ardentemente ardimentosa. Che si mantiene ritta, nonostante mi urliate che debba raddrizzarmi.

Uomo freak per eccellenza, fisiognomica incarnazione di ogni tormento esistenziale racchiuso in un’espressione sorridente eppur addolorata, con la pelle del viso emaciata e non raggrinzita, di fronte corrugata ma non rugosa, che si pone all’obiettivo fotografico in maniera obiettiva. E, dinanzi a questa società edonistica, frivola e materialistica, continua a conservare una lucidità bestiale, poiché il Falotico, nonostante i furbi e fuorvianti depistamenti, le devianze a cui potrebbe soccombere, non corrompendosi nell’animo, rimane perfettamente fotogenico. Sano come un pesce, squalo delle tenebre e pinguino come DeVito.

Uomo invidiato e ambito in maniera sesquipedale, sì, uomo di grandezza morale incommensurabile, spropositata. Che rifiuta le gentili offerte delle donne più belle semplicemente perché è un coglione e preferisce riguardare Mulholland Drive.

Egli non è affetto da nessun delirio demenziale, miei uomini affettati che, in maniera affrettata, addivenite a diagnosi troppo radicali e superficiali. Egli volteggia in modo grazioso sulle più belle grazie e, dopo gli amplessi sudati e sinceri, non le ringrazia ma scivola ancora al plenilunio laddove la sua ombra scompare nel tintinnio di un’altra orgasmica emozione. Emozione fa rima con erezione. A tutte ne do lezioni e olio il da farsi con precise lozioni.

Sì, Mickey Royrke, invero, ha già girato un film con Argento. Come lasciai intendere nella mia recensione di Angel Heart. Nella mia chiosa e postilla finale.

Alan Parker, nonostante qualche suo film madornale, è sempre stato un regista impersonale ma Angel Heart non ha nulla da invidiare al miglior Dario. Soprattutto nella scena in cui il Rourke, d’incubo terrificante, sogna e dunque immagina di trovarsi in una sorta di scantinato tetrissimo, con un losco figuro col cappellaccio.

In realtà nella suddetta scena, Mickey voleva chiedere a quel signore vestito di nero, sì, l’uomo nero delle favole per bambini timorosi di Dio, se assieme, in quella cantina scura, potevano bersi due litrozzi di vino. Da canzone dei folli alla Bukowski, infatti Barfly docet.

Eh sì, checché se ne dica, nonostante le maldicenze e gl’iettatori, questo Falotico è proprio un bel personaggio. Altroché.

E, alla domanda se preferisco River o Joaquin, risponderò sempre: prediligo Lauren Phoenix.

Adesso si è ritirata, ma quanto me l’ha tirato… Se dite che Lauren è o fu una troia, sì, lo è, lo fu eccome, ma non venite a dirmi che il suo culo non è/era da Oscar. Smaltato e da smaltare, così i chili di troppo smaltirete.

Ricordate: nella vita, bisogna sapientemente dosare il cervello con quel qualcosa che alle donne pare tanto bello.

Se una donna vi dirà che non è così, è una suora.

Che poi anche le suore…

 

di Stefano Falotico

Il regista Todd Phillips annuncia su Instagram l’inizio delle riprese del Joker con Phoenix


03 Sep

 


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Here we go.

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Ebbene, in queste ore siamo bombardati da news riguardanti uno dei progetti più caldi del momento, ovvero il cinecomic Joker col tre volte candidato all’Oscar Joaquin Phoenix. Innanzitutto, abbiamo avuto la dipartita di Alec Baldwin dalla pellicola, il quale all’ultimo momento si è ritirato per colpa di altri impegni già presi per film che, a suo avviso, hanno maggiore priorità.

Quindi, Joaquin Phoenix è stato fotografato per le strade di New York con un nuovo, entusiasmante look. L’attore che, pochi mesi fa, avevamo visto in sovrappeso quando era arrivato in Italia per presentare A Beautiful Day, adesso, per calarsi nei panni inquietanti del Joker, è apparso decisamente dimagrito ed emaciato. Una trasformazione fisica repentina e incredibile.

Inoltre, proprio poche ore fa, attraverso il suo account ufficiale Instagram, il regista di Joker, cioè Todd Phillips, ha inserito una sua foto con la scritta Here we go.

Vale a dire Ci siamo!

Stando alle nostre informazioni, le riprese infatti dovrebbero partire immediatamente, nei prossimi giorni, esattamente il 10 Settembre. Quindi, siamo proprio agli ultimi preparativi e manca davvero pochissimo ai primi ciak.

Che dire? Auguriamo a Phillips, al cast e alla troupe un sincero in bocca al lupo perché Joker è uno di quei film che, almeno sulla carta, si preannuncia epocale e importantissimo.

di Stefano Falotico

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