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La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

Il sequel di Suicide Squad di James Gunn è una figa(ta) come Margot Robbie. No, fa schifo. Ok, boomer? Avete capito bene, è brutto/a, uccidetemi!


27 Mar

suicide squad james gunnOk, Boomer: chi ha inventato questa sciocchezza come la scempiaggine secondo cui James Gunn sarebbe tremendamente geniale? E il Covid parafrasato da de Curtis: il “sano” è un paziente che non ha pazienza! Non ne facciamo una tragedia di questo mondo, lo è!

La dovremmo finire con questa storia dell’ok, boomer.

Partiamo col flusso di coscienza, miei uomini incoscienti e finto sapienti, miei saputelli saccenti. Vai con la “demenza”. Scusate, non vi sto dentro con la testa, non sono un genio come Nikola Tesla.

Come dicono a Bologna, lui sì… che aveva ‘na gran test’. Era bravissimo nei test(i). Elaborava teorie pazzesche anche mentre mangiava un toast. Un uomo tosto. Uno scienziato paragonabile a Eratostene. Socmel’, se l’era tost’ il Testa, no, il Tesla.

Tu invece finirai arrosto e non sarai mai un Ludovico Ariosto.  Adesso, dopo questa mia provocazione, sei Ludovico Furioso? Mangiamo gli arrosticini. La vita è un pasticcino, il Covid invece quer pasticciaccio brutto de via Merulana? Evviva Carlo Emilio Gadda. Il lago di Garda si trova in Emilia-Romagna o in Veneto? Il lago più grande d’Italia non è quello Maggiore.

Evviva Alberto Sordi di Totò e i re di Roma. Evviva Totò/Antonio che fa ad Alberto il paliatone. Sapete che significhi…?

Dica duca, duca dica, a prescindere, Gadda o adda venì? Cosa? Non ho capito. Alda Merini? Ma come parli/a!!! Palombella rossa, le parole sono importanti!

E Nanni Moretti è sempre stato un frustrato auto-rinnegato! Io sono un autarchico, lui è un falso. Da anni vuole solo Laura Morante! La ficcava dappertutto! Che vuole questo nano, no, Nanni? In Caos Calmo sodomizzò perfino Isabella Ferrari. Ah, è insaziabile. Oltre alla Ferrari, vuole pure la Porsche?

Sei Sam Neill de Il seme della follia? Dai, su, fai il carino bravo bambino, lo vuoi per Pasqua il regalino, ciccino? Ciccia, Ciccillo, ciccioni, cafoni! Guarda che, se non ti comporterai da bravo soldatino, ti sbatteremo in The Ward di John Carpenter. Lavora, suvvia, sbattiti! Duri fatica, ora? Hai capito come si sta al mondo? Ma di che ti lamenti!? Vuoi fare il fighetto? Ehi, stronzetto! Fatti il culetto, sennò finirai a battere! Le mani, i tasti da dattilografa o i viali?

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

Evviva John Goodman de Il grande Lebowski!

Che cosa? Tu credi che il diavolo e dio siano la stessa persona? Stefano, non è che vai dietro alle teorie “complottistiche” di Mauro Biglino? Ah, ma allora sei Il signore del male. Vade retro, Satana.

Sei l’idolo delle folle, sei una barzelletta. Dio, me fai mori’…! Sei malato di disturbo delirante paranoide! Fatti curare da uno in gamba! Io non posso aiutarti, nemmeno lo voglio. Mi spiace, ora devo farmelo! Non vengo da una famiglia agiata, mio viziato del cazzo! Io mi faccio il culo! Della racchia con cui stai? O di quelle bagasce che paghi dopo una giornata di lavoro dignitoso?

Sei un mostro come Michael Myers di Halloween. Devi, devi morire… che tu sia maledetto. Che te possino ammazza’, ah, stronzo e figlio di puttana!

Evviva Un sacco bello e Mario Brega, prima ce sto io, poi ce sta De Niro…

Cosa? Non ti piace Compagni di scuola? Ignorante! È Il grande freddo all’italiana! Lawrence Kasdan! Ama Mario Monicelli! Tutti i dizionari dei film sostengono che Compagni di scuola sia un grande film. Acculturati! Vergognati! Che cosa? Ancora ti fidi di Paolo Mereghetti? Io credo che ognuno possa giudicare i film a modo suo. La Critica non serve a nulla! Serviva agli ignoranti, oggi siamo tutti istruiti. Possediamo cioè autonomamente la cultura per sapere la verità inconfutabile! Comunque, io sono democratico, sai? Cosa? Tu voti Salvini? Io ti ammazzo, non credo nel fascismo! Ah ah.

Io mi avvarrò, a mo’ di Abramo Lincoln, no, di Abraham Van Helsing, d’ogni forza di Cristo affinché tu non venga posseduto dal demone della schizofrenia! Sei un vampiro, un aborto staliniano, un russo comunista edonista nazista fancazzista e idiota fascista leninista! Evviva La visione del sabba di Marco Bellocchio e L’ora di religione! Po… o Dio, pu… na la Madonna Veronica Ciccone!

Secondo me, è più figa Maruschka Detmers di Diavolo in corpo! Tu le preferisci la scena (c)orale di Brown Bunny? Ehi, non fare il Gallo cedrone alla Verdone, povero co… ne, non sei Vincent di niente! Sei un perdent’ assolut’! Maledetto il giorno che t’ho incontrato! Non avrai altro dio al di fuori di William Friedkin de L’esorcista. Ah, ma allora ti piace pure quella donna terragna de L’esorciccio, povero coniglione! Mangia le carote, sei Bugs Bunny, io ti banno. Sì, ora ti comunico che ti scomunico. Sei bannato, sei bandito, mio bandito. Bambinone! Questo non è Cinema per vecchietti, neanche per bimbetti. Sei solo un’ochetta, povero somaron’ che non sei altro, ti sei ridotto come un tamarrone!

Sei noioso, mi hai fatto venir’ du marron’.

I boomer, ridicolizzati anche col termine bomber (famoso giubbotto di moda nei primi anni novanta fra zaini Invicta e Smemoranda diari, ah ah), se la prendono coi bombati-rimbambiti Bambi da Paese dei Balocchi alla Lucignolo, dicendo loro che, se vengono presi in giro in quanto giudicati rincoglioniti dai bambagioni ritardati e mai maturati, gli insulti torneranno indietro a questi ultimi, forse ai primi… della classe, a mo’ di boomerang. Stanno preparando una serie tv sull’ok boomer…

Gli spostamenti fra regioni, stando ai primi Dpcm del Presidente di che… da Jena Plissken di Escape from New York, dovevano regolarmente essere ripristinati alla normalità, eh sì, due mesi fa.

Ora dobbiamo aspettare il 30 Aprile. Le misure restrittive saranno ancora prorogate a data da destinarsi, procrastinando i nostri destini da scherzo legislativo del pesce apriliano? Ah, tu hai il naso aquilino? Oppure a patata? Hai visto quante belle patate al discopub? Non sei stronzo come Castor Troy/Nic Cage di Face/Off. Ti dà gusto mangiare la patata dell’hostess? Allora, non hai fatto i conti con l’oste. Osteria numero uno, ostregheta in venezian’, ostrica, Ustica, il litorale di ostia, sei una streghetta. Vuoi uno strudel? Sei crudel’. Diciamocela nuda e cruda al Proscutto di Parma. Sei flaccido e finito, ammuffito e bollito, schifoso e fallito come una mozzarella scaduta. Come mi sei (s)caduto in basso. Mi fai pena!

Dai, mangia un polpettone… come gli ultimi film di Ridley Scott e finiscila di polemizzare, sei un polentone o un po’ lentino? Ci arrivi o no? Sei scemo, Stefanino scemino o ci fai da furbino? Ti fa ridere Dumb and Dumber? Allora, non sei pazzo, sei un pagliaccio come Jim Carrey di Man on the Moon! Sei smemorato come Carrey di The Majestic.

Dai, dio bonin’, Stefano. Riprenditi ben’… prendi la vita con leggerezza, però attento a non essere troppo “light” come Forrest Gump, altrimenti sarai una piuma nel vento. Indossi scarpe ginnastica Puma? Hai mai visto Il bacio della pantera? Ne preferisci la versione originale di Jacques Tourneur oppure il remake di Paul Schrader

Ti commuovi con Dumbo? Vieni da L’Aquila o non sei un aquilone? Cioè, un uomo molto dotato intellettualmente dai riflessi pronti oppure sei pesante più dell’autore del libro The Kite Runner?

Come dice Jack Burton: basta, adesso!

Basta con questa merda nerd.

Voglio vedere quanto prima Cry Macho di Clint Eastwood e non vedo l’ora che Martin Scorsese inizi le riprese di Killers of the Flower Moon con De Niro & DiCaprio, caproni!

Sì, lo ammetto, sono vecchio, sono un boomer. Sono anche Frank Sheeran di The Irishman. Però, ho una bella voce come Frank Sinatra.

Sono sia Tim Robbins che Sean Penn di Mystic River.

Se non vi sta bene e vi venisse in mente di prendermi per il culo, divento anche Colin Farrell di Miami Vice e De Niro di Heat.

Look at me! Look at me!

Sì, grandioso De Niro quando ammazza, a mo’ di Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti, Ted Levine. Ah no, non è lui… il viscido… Come? Il viscido è Buffalo Bill? No, il detective Bosko. Tempo fa mi sbagliai. Mi corressi. Non vedrò questo film, non mi appartiene. Così come non mi è mai appartenuto giocare alla PlayStation. Faccio le cose che fanno gli altri perché sono depresso.

Dall’età di 14 anni, penso al suicidio. Ancora non sono morto. Per forza, in un mondo che crede che siano giuste le catene delle quarantene, è giusto che il Falotico vi svegli, deficienti!

Margot Robbie è la donna più bella del mondo, certo, come no. James Gunn è un cazzo di fottuto cazzo di genio fottuto, cazzo, che genio, cazzo. Dio, come godo. Che roba è questo trailer? Spettacolooooo. Vengoooo!

Scusate, il mio gelato al cioccolato è più buono di queste merdate.

Mi avete stancato. I miei genitori sono oramai anziani. Non so quanto ancora camperanno. Beati voi che avete tempo per farvi i pompini a vicenda.

Che tristezza! Sì, sono triste. Mi piace esserlo. Provo a essere un idiota come voi, non vi riesco, non gliela faccio proprio. Perdonatemi, sono malinconico e da manicomio. Vi chiedo pietà. Ammazzatemi con dolcezza. Attenti, però, tenerezze! Sono poco intelligente, vi avverto, ho distrutto semplicemente tutte le teorie di Freud e Hung. Me ne sono testimoni dieci psichiatri di Bologna. Stanno piangendo da circa tre anni ininterrottamente. Non è difficile uccidermi, non credete?

Avete ragione.

Come darvi torto… Scusatemi se ho dubitato anche solo per un attimo, James Gunn è certamente un genio indiscutibile.

Certo…

Devo rivedere il Dracula di Coppola. Coppolone, un genio vero. Altro che Gunn e cazzoni.

 

di Stefano Falotico.

I più bei film romantici di sempre: ovviamente, sono per l’appunto solo dei film, mentre il più grande “film” del mondo è il nostro amore infinito che ha distrutto tutti i pregiudizi


13 Jun

femme fatale de palma

https://drive.google.com/file/d/15h0dMfu2wJ4-RB3lKEEdbjqhFT-yv-IK/view?usp=sharing

Ora, iniziamo con la prefazione semi-goliardica su freddura da Falò d’ordinanza. Puntuale, impeccabile, diciamo (im)prevedibile, sostanzialmente “inconcepibile” e impagabile, oserei dire ineccepibile, dunque di sinonimo, diciamo pure inappuntabile.

Molta gente pensa che, dopo tanti miei durissimi travagli esistenziali, dopo essermi arenato anzitempo e dunque dai miei coetanei soventemente inchiappettato notte e dì, a ogni ora e secondo delle mie uscite da Joker nel loro mondo da nerd, io covi atroci, recondite voglie vendicative assai patetiche e capricciose.

Sì, molti cretini, i quali ragionano col culo, sono fortissimamente convinti che, dalle sedate e poi rinate profondità del mio animo in passato sprofondato, riemergano or allarmisticamente dei segnali di preoccupante desiderio di revenge.

Ma smettiamola. Non siamo in Kill Bill.

Io non sono Russell Crowe/Massimo Decimo Meridio de Il gladiatore e neppure quello che scoperchiò tutte le verità nascoste dagli ipocriti à la Russell di Insider.

La mia attuale lei è decisamente più figa di Jennifer Connelly di A Beautiful Mind.

Ah ah.

Per molto tempo, va detto, mi coglionai da solo, diventando Nicolas Cage de Il genio della truffa. Il mio “miglior” amico si rivelò uno stronzo impari e alla fine, a mo’ di Sam Rockwell di Confessioni di una mente pericolosa, assolutamente convinto che io fossi Paul Walter Hauser di Richard Jewell, prima che quest’ultimo giustamente venisse scagionato totalmente da ogni falsissima accusa scabrosa, cazzo, rimediò una figura da white trash alla Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Devo esservi sincero, il mio ex amico mi considerò un malato di mente. Ah, molto intelligente costui. Se davvero io fossi stato matto, perché mai lui uscì con me per tantissimi anni?

Sì, direi che la parte di Jeff Daniels di Scemo & più scemo gli calza a pennello. Anche quella di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Ah ah. E siamo giù alla seconda freddura devastante.

Di mio, sono Jim Carrey di Bugiardo bugiardo, di Yes Man, di The Truman Show e di A Christmas Carol.

Piaciuta la terza freddura?

Ah no? Ah, ma allora insistete, cristo!

Perché mi gridate che dovrei togliermi la maschera? Ok, la tolgo subito. Leviamoci The Mask dalle palle e pure Cameron Diaz. Da anni non gira una minchia ma, secondo me, se ne gira più di quando era al top della topa.

Siamo onesti, non cazzeggiamo, alla Cameron dei bei tempi avrei certamente offerto la mia faccia da culo, no, da lupo.

Ma io sono, invero, Nic Cage di Con Air e anche di Cuore selvaggio.

Quarta freddura. Quinta? Non lo so.

Nic Cage è da sempre fissato con Elvis Presley. Sposò pure sua figlia, Lisa Marie. Mentre Tim Burton scopò sempre Lisa Marie.

Allora, non facciamo del casino! Di quale cazzo di Marie stiamo parlando? Di quella di Mars Attacks!?

Oppure della semi-diseredata figlia, per l’appunto, del re del rock?

Allora, per evitare confusione, scegliamo Sarah Jessica Parker di Mi gioco la moglie… a Las Vegas?

Demi Moore di Proposta indecente o Elisabeth Shue di Via da Las Vegas?

Guardate, a scanso di equivoci, optiamo per Laura Dern. Quale? Quella di Wild at Heart?

No, quella di Twin Peaks: Il ritorno.

Invece, al Kyle MacLachlan/agente Cooper, scegliamo Matthew McConaughey di Killer Joe o d’Interstellar?

Ah, certo è che gli sceneggiatori di Hollywood hanno proprio poca fantasia. Sempre con questo cazzo di cognome Cooper.

Di mio, preferisco il protagonista di Mezzogiorno di fuoco.

Comunque, con Elizabeth Berkley di Showgirls io passerei ancora delle mezzanotti di acqua… e basta.

Ma quale Cooper e uomo cupo! Io, al massimo, sono Cary Grant di Un amore splendido ma non sono affatto un puttaniere come l’interprete principale di Love Affair.

Non sono neanche Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo.

Non sono mica morto, eh? Anzi, il mio uccello va alla grandissima. Un “volatile” che volteggia nella notte da vero pipistrello come in un piano sequenza spettacolare di Alex Proyas. Sì, quello di Dark City. Ah ah.

Pare che Jennifer Connelly abbia scopato pure Rufus Sewell. L’unico che non ha scopato è Robert De Niro. Grazie al cazzo. Avrebbero denunciato Bob per aver violentato la minorenne Deborah di C’era una volta in America. Elizabeth McGovern, dopo lo stupro da Bob/Noodles orribilmente perpetratole e praticatole in macchina, avrebbe potuto sbatterlo in carcere come in Cape Fear. Ma s’innamorò, si fa per dire, di uno più corrotto di Nick Nolte…

James Woods! Quello che ci dava e ci dà di Cocaina…

Ora, lasciate stare i drogati. Non volete mica finire come James Woods di Casinò? Lasciate pure perdere Sharon Stone di Basic Instinct. Lasciate soprattutto perdere… Joe Pesci, anche di The Irishman. Lasciate forse pure perdere Carey Mulligan di Drive. Potreste innamorarvene alla follia, poi tornerà suo marito e voi diventerete il suo miglior amico. Ammazzeranno il vostro miglior amico e potreste vendicarvi come ne Il mucchio selvaggio. Dai, suvvia. Queste cose accadono solamente nei film. Nella vita reale, se ti vendichi in maniera violenta, ti sbattono in galera? No, in manicomio giudiziario. Ah, roba da matti! Amate invece una storia d’amore abissale. Che è già stata minuziosamente, straordinariamente narrata in un libro coming soon.

Vi piace la copertina? E invece la locandiera? No, volevo dire la locandina. È bellissima, è magnifica. Anche io lo sono. Se siete arrabbiati e volete fottermi, su Iris stasera ridanno il film Femme Fatale di De Palma. Ma per chi mi avevate preso? Per Black Dahlia? Basta con le puttanate. Sono molto più bello di Josh Hartnett. Anche assai meno ricco, però.

Sono però più giovane di Antonio Banderas.

Io e la mia lei, oltre che fantastici, siamo entrambi poco autoerotici ma molto autoironici.

Sappiamo prenderci per il culo sino allo sfinimento.

La adoro! La venero! La sbatto anche in cover. E lei mi sbatte tutto in faccia. Sì, questo è amarsi. Trovarsi, ingelosirsi, arrabbiarsi, vivere con intensità ogni emozione.

Se non vi piace, se non ce la fate, passerete tutta la vita a farvi i film. Solo quelli.

E sapete perché? Non valete un cazzo.
di Stefano Falotico

speculareipnosicop

GRACELAND: un mio cortometraggio, tanti anticipati auguri a Bob De Niro ed evviva il JOKER Jim Carrey, eh sì!


13 Aug

GRACELAND

Per molti anni fui scambiato per Sylvester Stallone di Cop Land, invece sono stallone e basta?

Di mio, sono romantico.

Be’, questo non è un cortometraggio nel senso più cinematografico del termine. E apparentemente non ha senso. Pare più che altro una mia vanitosa, esibizionistica gigionata. La solita incomprensibile faloticata.

Infatti, è nato per caso. Son stato di nuovo ad Anzola dell’Emilia.

Al che ho cominciato a filmare e a filmarmi. Quindi, cambiando stazione radio, è passata una canzone che sino a oggi m’era sconosciuta, ovvero Miracle of the Rosary.

È una canzone paradisiaca. Sì, ci sono e ci furono molte rockstar grandissime ma Elvis non si batte. Lui è il re eterno di tutti i sognatori, la purezza incarnata in una voce divina.

Ecco, puoi essere un carceriere, un carcerato reo di aver commesso dei crimini mostruosi, puoi essere un gerarca nazista pluriomicida o puoi essere invece il papa, un missionario in Africa, oppure una persona qualsiasi coi tuoi pregi e i tuoi difetti.

Nessun uomo, che sia credente o no, che sia pure il più pazzo del mondo, non può… non può assolutamente non commuoversi dinanzi a questa canzone. E inchinarsi a dio.

In questo pomeriggio, è avvenuto qualcosa simile al racconto di Natale del film Smoke.

Ho sostato e parcheggiato la mia macchina vicino alla chiesa principale di Anzola.

Al che mi s’è avvicinato un ragazzo di colore. M’ero un attimo distratto. Appunto, per estrarre la sigaretta e per accendermela.

Vedo questo ragazzone nero a trenta centimetri da me. E lo guardo, un po’ spaurito, dal finestrino.

Oh, a prima vista m’era sembrato uno di quei neri con una calibro venti, anche quaranta, per le specialiste…

Ma sì, un mandingo per film, diciamo, non da Denzel Washington. Anche se poi… Denzel è stato il protagonista di He Got Game. In questo film, suo figlio si chiama Jesus.

Questo Jesus però, a differenza del vero Gesù, il quale secondo Denzel Washington è negro, perlomeno mulatto come lui, lo dice in Malcolm X, distruggendo in un nanosecondo ogni falsa iconografia cattolica, ecco… tale Jesus comincia a corrompersi. Inizia ad avere successo come star del basket di una squadra allenata fra l’altro da John Turturro, un suo omonimo nel film Il Grande Lebowski. Sì, il celeberrimo figlio di puttana Jesus Quintana. Uno che deve conoscere bene cosa succede, diciamo, negli spogliatoi delle docce del carcere di San Quintino. Sì, i giochi poco puliti da saponette vanno forte lì. Se poi becchi uno più dotato di Denzel, cazzo…

Torniamo a suo figlio Jesus. Sì, è uno che sa infilare le palle in buca. Tant’è che un bel giorno mette piede in una stanza nella quale non sarebbe mai dovuto entrare. Diciamo che fa, come si suol dire, il passo più lungo… della gamba. E davanti a lui, semi-ignude, gli si presentano Chasey Lain e Jill Kelly.

Dunque, nel giro di un triangolo con due espertissime e navigate pornoattrici che sanno il fallo, no, fatto loro, da possibile Michael Jordan e Scottie Pippen, rischia di diventare Rob Piper e il protagonista assoluto dei film per adulti di Jules Jordan.

Vedi come può cambiare la vita in un istante? Basta una botta, una spinta. Meglio se due spinte…

Parlo per esperienza personale. Io sono ancora Roddy Piper di Essi vivono, lui però è purtroppo morto mentre io ora guardo, lucidissimo, chiaramente tutti questi stronzi destrorsi che se la spassano in maniera vivissima.

Be’, devo esservi sincero. Io sono stato iniziato al sesso, diciamo, un po’ più mature proprio da Jill Kelly.

Adoro il suo tatuaggio situato in una zona che già di suo è incisiva, adoro le sue forme che, in modo circonciso, ah ah, no, conciso si potrebbero definire estasianti.

Sì, è sempre stata comunque rifatta. Ah, per forza. Più rifatta di lei.

Non facciamo più frittate!

Comprai in dvd il suo film cul’, no, cult100% Jill.

Sì, qualche giorno fa v’ho detto che sono un ammiratore sconfinato di Shannon Tweed. Be’, adesso molto meno, Shannon ha la sua età.

Così come Jill. Ma all’epoca non ce n’era per nessuna. Tutti loro erano.

Ma non smarriamoci in cazzi miei che non v’interessano.

Torniamo ad Anzola e a questo nero. Mica un Jesus, solo un povero cristo.

Lui mi ha fatto un gesto. Non riusciva a parlare. Poi, ha avvicinato la sua sigaretta… per farmi capire che voleva che gliel’accendessi.

Gli ho dato un Euro, dopo avergli acceso la sigaretta. Lui me l’ha ridato indietro, come per dirmi… no, non voglio soldi.

Io ho insistito.

Lui è rimasto piacevolmente scioccato. Sì, dietro di me c’erano altre due macchine. Una piccola come la mia senza nessuno al sedile del guidatore. Un’altra invece molto grossa, una BMW. L’uomo dentro questa BMW aveva da poco trattato male il nero, urlandogli contro parole raccapriccianti.

Per cui, questo ragazzo nero dev’essersi sorpreso che un comunissimo sfigato come me, non certamente ricco come quello nella BMW, gli abbia voluto fortemente regalare un Euro. È stato felicissimo come se gli avessi donato una Ferrari.

Sì, a me onestamente non interessa una vita da Manuel Ferrara. Nemmeno a lui.

Si fottano questi porci.

Tutti credettero che io fossi De Niro di Lettere d’amore, invece scoprirono che ho pure i dvd degli esercizi pilates della Jane Fonda che fu

Fra qualche giorno, compirà 76 anni Robert De Niro.

Lui ha rappresentato molto nella mia vita. Adesso leggermente meno.

Ma vi garantisco che è stato così.

Voi metteste lingua alla mia esistenza. Sputandomi addosso sentenze dalla cattiveria inaudita ma me ne fotto. Sono un linguista e letterato che va avanti di resilienza e non me ne sbatte più delle vostre maldicenze.

JOKER poteva essere interpretato da Jim Carrey? La filosofia di JIM

Ecco, secondo me sì.

In verità, Jim è stato già protagonista di un personaggio assai simile al Joker. Ovvero Edward Nigma / Enigmista in Batman Forever.

Ma se il grande Joaquin Phoenix avesse rifiutato il suddetto ruolo assegnatogli nella pellicola di Todd Phillips, avrei visto molto bene Jim Carrey al posto suo.

Jim è stato, adesso molto meno, il re della demenzialità. Ereditando la tradizione insegnatagli e da lui presa a modello dagli indimenticabili maestri di questo tipo di comicità, ovvero Jerry Lewis, Mel Brooks e John Belushi, che invero è una vera e propria filosofia di vita, sì, la demenzialità non è propriamente demenza.

Anzi, è il contrario. Essersi straordinariamente elevati per sopperire a quella ch’è la vita col suo inevitabile carico di delusioni e amarezze. La vita col suo carico di spine.

Be’, tutti noi sognammo a tredici anni che avremmo avuto un futuro roseo, splendente, pieno di gratificazioni e perenni godimenti floridi. Poi, arrivarono i libretti di giustificazione, eh eh, le scuse delle indisposizioni.

In verità vi dico che io sognai di deflorare la mia compagna di banco, bellissima, ma lei era ancora ferma ad ascoltare Fiorello al Karaoke. Così, dissi addio per molto tempo alla mia oca.

Ho detto tutto. Ah, con quella lì, avrei buttato ogni Rosario dell’infantile catechismo e l’avrei messa a Katia Noventa.

Di mio, posso dirvi comunque che già sognai, invece, di alienarmi. Ah ah. Sì, m’iscrissi al Liceo Scientifico perché il mio sogno era quello di fare l’astronauta. Che mi crediate o no.

La mia casa infatti è colma di libri d’astrofisica, di opuscoli, manuali e tomi da Star Trek. E sono stato sempre ossessionato dal significato della parola vita.

Una volta, su un numero di Focus, da me conservato gelosamente ma, nel marasma di tutti questi miei libri accatastati, ficcato chissà dove, forse in mezzo all’entropia di quella ch’è tutt’ora la mia vita molto caotica, lessi le varie definizioni che la scienza oggettivistica dà, per meglio dire dava, appunto, alla parola vita.

Sì, uso l’imperfetto perché adesso la vita, mia ma anche quella degli altri miei coetanei, non è più tanto perfetta. Ce n’è sempre una. Giorno dopo giorno, è una gara dura.

È davvero un rebus. Mio padre era abbonato a La settimana enigmistica ma, sinceramente, non è mai riuscito a risolvere il cruciverba delle sue esistenziali scelte confusionarie. Riesce a riempire a tutt’oggi, malgrado la cavalcante demenza senile, molte caselle, sì, ma odia Giucas Casella.

Infatti, secondo lui i maghi sono dei ciarlatani. Mio padre è un uomo da romanzi di Charles Dickens. E ha sempre pensato che il mago David Copperfield fosse solo uno che riusciva a fare il prestigiatore con Claudia Schiffer.

Sì, Claudia credette che David fosse Edward Norton di The Illusionist ma invero fu solo una donna molto illusa.

A David interessò soltanto di far sparire l’arnese dei suo “magheggi” nella sua figa delle meraviglie che, detta come va detta, senza trucchi e senz’inganni, era magicamente fantasmagorica. Ah, una fata Turchina che lo rendeva, più che turchese, assai cremoso e cremisi per amplessi anche a garrese.

Ma ritorniamo alla vita vera, non perdiamoci in (s)fighe mai viste. Ah ah.

Secondo Focus, la vita è tutto ciò che nasce, aumenta in complessità, decade e muore.

Vale a dire il membro di David Copperfield quando Claudia davanti a lui si spogliava. Una volta terminato l’orgasmo, David infatti si sentiva morto. Ah ah.

Vita è ogni sistema capace di riprodursi, moltiplicarsi e tramandare i propri codici genetici alle generazioni a venire. Ah, per forza, che vuoi che venga se non è venuto?

Ah ah.

Secondo la teoria di Charles Darwin, il figlio partorito da una notte d’amore fra David e Claudia sarebbe un uomo superiore. È anche un supereroe? Mah, chissà.

Sì, David mica era brutto. Claudia, che ve lo dico a fare?

È per questa ragione che sono misantropo. Quasi sempre, infatti, la madre è brutta, il padre non degno di chiamarsi tale. Non è che questo mondo abbia un gran futuro, diciamocela. No, manco per il cazzo, ah ah.

Vita è anche un fenomeno basato sulla combinazione d’acidi nucleici, soprattutto il DNA, il desossiribonucleico, altre molecole e l’uccello, no, la cellulite, no, le cellule.

Sì, ma questa legge biochimica è applicabile alle forme di vita del nostro ecosistema. Già, altrove come già dissi…

Ecco, nel mondo ci sono moltissimi organismi pluricellulari. Adesso, peraltro, una persona è dotata di più di un Android cadauno, sì, tutti hanno almeno un cellulare.

Ce l’aveva pure il nero di Anzola di cui v’ho sopra parlato.

Che ne sai? In un altro posto, la gente ne potrebbe avere solo una a testa. Sì, quindi gli alieni sono tutti monocellulari.

Questo nostro mondo fa schifo. C’è una disparità fra chi ha tutto e chi non ha proprio un cazzo. Sì, ci sono anche gli eunuchi, no?

Roberto Benigni, davanti a Raffaella Carrà, una volta disse che gli uomini primitivi avevano tre uccelli da cui il famoso detto… che cazzo vuoi?

Meglio fare l’astronauta e involarsi alla volta d’un pianeta ove non ci sia una sola Claudia Schiffer. Sì, Claudia ora è invecchiata, forse in uno sperduto pianeta della galassia lontana, però vi saranno molte Claudie super fighe e giovanissime con cinque buchi neri. Che ne puoi sapere?

Ci sei stato? Macché. Tu al massimo stai ficcato in quel buco-tugurio a bucarti. Fidati.

Vita, nell’accezione del termine più teologico, è amare dio e basta.

Ah, bell’inculata. Scusi, dio, io volevo amare solamente Claudia. Per la madonna!

Questa è demenzialità da Balle spaziali!

Cioè averla buttata in vacca, prendendola terribilmente, impietosamente a ridere, altrimenti sarebbe un continuo, ineludibile piagnisteo. Probabilmente veritiero e, appunto, assai sincero, nient’affatto menzognero.

D’altronde, la frase di lancio di Joker con Phoenix sintetizza perfettamente e in brevissima, inquietante, lapidaria schiettezza il concetto da me appena espresso:

Pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora mi rendo conto che è una commedia.

Ecco, molta gente mi dice che io mi auto-inganni. Ah, ma sono proprio dei bambini. Devo tirare… a campare.

Se fossi Yes Man, sì, sarei una persona estremamente trasparente. Mi denuderei. Ma, se dicessi sempre quello che penso, ma soprattutto peno, sarei sul lastrico.

Per esempio, a volte la figlia di quello che abita al settimo piano, adesso sposata e con dei figli, torna a trovare suo padre. Il quale abita nel mio palazzo.

Spesso prendiamo l’ascensore assieme. Ora, malgrado la maternità, questa qui è più bona di vent’anni fa.

Secondo voi, potrei dirle quello che penso e non auto-ingannarmi? Sì, davanti a questa Krista Allen, dovrei spingere il pulsante ALT? Quello rosso?

Potrebbe pure starci… sì, poi però dovrei vedermela col marito. Krista stette (eh che tette) con George Clooney, uno a cui i soldi uscivano già dalle orecchie e ora escono pure dal culo. Il marito di questa qui non è ricco come George però, diciamo, che è molto potente. Potrebbe incularmi di brutto.

Sì, volete che mi licenzino e castrino? Semmai, tutte le volte che prendo l’ascensore con questa, sale, no salgo al quarto. Sì, scendo prima di lei. Lei va al settimo cielo, no, piano.

Dunque, quei venti/trenta secondi sono per me insostenibili. E mi debbo castrare.

È la classica situazione in cui non sai che cazzo dire e fare. Figurarsi se provi ad allentare l’Alta tensione, tergiversando sul tempo che fa fuori e lei ti risponde così.

– Ah, piove oggi. Che tempaccio!

– Sì, hai ragione, Stefano. Sono tutta bagnata.

 

Ah ah.

Sì, più volte nella vita, davanti a me s’è presentata una come Cameron Diaz di The Mask.

Situazione davvero imbarazzante.

Sapete che vi dico?

È meglio rimanere un Man on the Moon, anche un mammon’. Sì, erano meglio i tempi in cui spopolavano i proboscidati, cioè i mammut. Adesso la gente è troppo viziata. Vuole pure la pizza alla farina Kamut.

Sì, poi sono tutti egoisti. Appena qualcuno ottiene più successo dell’altro, sospettano che non sia merito di quella del suo sacco.

In realtà, un po’ di verità c’è.

Per esempio, conosco uno che è diventato premio Nobel della Letteratura. E dire che aveva solo un’infarinatura. Sì, però scopò la selezionatrice del Nobel. E dunque, se è arrivato lì, cazzo, è stato in virtù della sua scrotale sacca.

Prendete Re Artù. Lo reputavano tutti un demente e nessuno gli dava un soldo. Le ragazze, peraltro, non gliela davano mai neppure se avesse comprato l’armatura di Batman per fare il pipistrello figo.

Al che, miracolosamente estrasse la spada Excalibur dalla roccia. Guarda un po’, Ginevra, a quel punto, si trombò. La donna più bella del reame. Anche se quella Ginevra lì, diciamocelo, era solamente una zoccolin’.

Lancillotto lo sa. Sì, puoi essere anche uno degli uomini più sexy del pianeta così come lo fu Sean Connery de Il primo cavaliere. Sono cazzi amari però se Lancillotto ha la faccia di Richard Gere.

Sì, se ci provassi con quella, vi dirò, potrebbe andare pure bene. E vivrei Una settimana da dio.

Sì, io m’innamoro perdutamente, sempre. Lei però mi lascerebbe presto perché non ho i soldi a sufficienza per poterle garantire un futuro soddisfacente…

Distrutto dalla gelosia nel saperla assieme a uno stronzo, diventerei Scemo & più scemo.

Oppure, dopo troppe delusioni, odierei del tutto l’umanità e farei, come fanno purtroppo molti di voi, l’animalista alla Ace Ventura.

Sì, veramente. Non vi si sopporta più. Solamente perché quella non ve l’ha data, vi comprate gli animali domestici e fate i vegetariani sotto ogni punto di vista.

Siete diventati talmente cinici, dunque animaleschi nel vostro odio sociale, che io se fossi al vostro posto avrei già chiamato il WWF.

Di mio, che cazzo posso dirvi?

Sono Jim Carrey di The Majestic e anche di A Christmas Carol.

È un film magnifico… The Majestic.

La storia di un uomo che subisce una disgrazia e perde la memoria.

Dunque, una volta rinsavito, pensa a godersela…

Sì, ma neppure tanto.

Il suo sogno più sentito è il Cinema.

Sì, nella mia vita, sino a questo momento… ho avuto due ragazze vere, forse tre e mezzo, chissà, molte trasognate ma mai veramente toccate, altre molto idealizzate che si son rivelate delle puttane.

– Stefano, come mai è finita con le tue ex? Hanno, alla lunga, scoperto che sei pazzo?

– No, non credo. È finita poiché non esistevano le condizioni affinché durasse…

– Ah, solo per questo motivo? Che stupide. Ora, c’è il Viagra.

 

Al solito, il mio amico non ha capito una minchia.

Lui lo chiama mio AUTO-INGANNO.

Sì, di sua sorella.

krista allen liar liar


di Stefano Falotico

Siate padroni del vostro delfino, scusate, del vostro destino, siate torvi e corvi


12 May

ritorno al futuro crispin glover

 

Ho da poco terminato il mio nuovo libro, il seguito de Il diavolo è un giocattolaio.

Del quale, al momento, non posso rivelarvi il titolo. Si tratterà, dunque, di un libro erotico, molto eroico come il precedente, innestato sulle mie modulazioni di frequenza emozionali. Altamente corrosivo, spropositatamente scabroso nel senso migliore della parola. Sì, spingete, ragazzi! Senza vergogna, senza timidezze e pudori inutili.

Un thriller torbido, un’altra storia di patti luciferini in una realtà insipida, grigia e meschina. Un altro volo d’angelo nei meandri della mia anima mai supina ma leggermente volpina. Per sorvolarla, scarnificarla, disossarla, riesumarla e far sì che, dopo tante turpi deturpazioni, in gloria risorga senza più false macchinazioni, senza più crudeltà immonde perpetrate per puro dileggio sfregiante il mio cuore pulsante.

E così nella notte sfreccio col mio volante dopo tante violazioni alla mia vita giammai però stanca. Sempre più battagliera, coraggiosa e intrepida nel navigare marino in tale umanità di bambini che si credono adulti e di adolescenti frenati e multati, mutilati e invalidati dalla severità misera di persone infime da manicomio.

Di criminali nella mia vita ne ho incontrati tanti. Ma i peggiori non sono tanto i criminali veri, quelli che, come dice la parola, commettono crimini e trasgrediscono illegalmente le regole. Mettendo a soqquadro gli ordini prestabiliti. Questi sono personaggi lombrosiani forse geneticamente predisposti al male che, per colpa di tante vicissitudini sbagliate, di cattive frequentazioni, di strani casi del destino sfortunato, son stati perfino costretti, dalle sfavorevoli circostanze, a rinnegare del tutto il bene e a oltraggiare la moralità.

Questi sono poveri disgraziati, diciamocela.

Se non mi credete, guardate l’episodio uno di Mindhunter del grande David Fincher e prendete lezioni dall’insegnante di criminologia.

I criminali veri sono coloro che, invece, commettono abusi, praticano bullismi esasperanti al prossimo dall’alto di chissà quale presunta, bisunta superiorità e ardiscono ad ardere, da nazi-fascisti incurabili, le vite degli altri.

Sì, tutto parte addirittura in tenera età, dalle più basse, triviali, malvagie competizioni scolastiche, dalle ripicche e dalle piccinerie cretine di giovani già trucidatisi nell’anima, avviati alla scontentezza che si finge felice, indirizzati, spesso da genitori stupidamente ambiziosi, verso la capricciosa, suprematista voglia smaniosa di primeggiare, di schiacciare l’altro e soffocarlo nei loro caudini ricatti cani.

Me, no, non m’hanno mai incantato. Si tracannassero loro!

Come quegli idioti, che dio li perdoni, che durante quel periodo tanto follemente adolescenziale, nel suo significato più becero e acerbo, si son presi gioco di quelli che percepivano come deboli e li sodomizzavano psicologicamente, con la prosopopea e dal podio pseudo-cattedratico di crediti formativi e fantomatici bonus culturali che, a livello formalmente istituzionale, attestavano o avrebbero attestato che loro potessero permettersi il lusso di giudicare, con insana protervia e malevola pusillanimità, i propri coetanei.

Adesso, lavoreranno per qualche testata di regime. Prendete a testate queste teste di cazzo.

Ecco allora il Kiefer Sutherland di turno, permettetemi questa metafora cinematografica, che come in Stand by Me troneggiava punk nel far il galletto, il luridissimo figlio di puttana lordo e ludro. Deridendo i nerd, i ragazzini obesi, quelli da lui visti come perdenti nati, come sfigati irrecuperabili.

Nell’esibizione virulenta e vigliaccamente macha d’ogni sua imbecille, distorta visione gretta e violentemente virile della sua nullità esistenziale.

Circola voce che chi fa così lo faccia solo per esorcizzare le sue paure. Quindi, il debole e il malato è lui.

Ne ho conosciuti tanti così. Quei bambagioni che, per via del fatto che frequentavano il Liceo Classico, scuola considerata per ariani e gente migliore, ah ah, che scemenza, trivellavano di offese e ingiuriose calunnie le ragazze tristi e malinconiche, ghignando di gusto sadico.

Che poi… anche questo vecchio, fascista retaggio secondo cui esisterebbero le scuole migliori, sarebbe da abrogare, come dice Giampiero Mughini, io lo aborro!

La scuola è un luogo, sovente comune e anche comunale, parastatale e soprattutto paraculo, di professori altezzosi e annoiati che distillano, con tronfia arroganza, il sapere in Bignami istruttivi che son solo distruttivi. In quanto allineati a precetti vetusti.

E basta con Leopardi, col Foscolo, col Manzoni e la carne di questi manzi. E con quell’edonista del D’Annunzio. Secondo me solo un troione.

Ma sì, lui e la sua fissa per gli aeroplani, i deltaplani. Meglio gli aquiloni. Che non sono gli oggetti volanti vincolati a terra tramite un piccolo filo, bensì è il plurale di aquila maschile in forma accrescitiva.

Ah ah.

I giovani necessitano di Jack Kerouac, di Francis Scott Fitzgerald, di Francis Ford Coppola, di Bukowski, di Edgar Allan Poe, di Lovecraft e pure dei primi capolavori di Stephen King. Prima che anche lui s’appiattisse nel merchandising ripetitivo di sé stesso. Scrivendo tomi strepitosi solo per le loro copertine intriganti, coloratamente attraenti e accattivanti.

Sì, fra trenta libri pubblicati da King negli anni scorsi, se ne salvano al massimo due. Gli altri sono da comprare solamente per le cover.

Ma non state a spendere soldi. Andate su Amazon e cliccate, col tasto destro, sulle rispettive copertine dei suoi ultimi libri davvero brutti, salva immagine con nome. Potete anche stampare ogni image nel formato migliore e farvi l’ingrandimento a mo’ di poster.

La mia vita è stata un errore perfino giudiziario di proporzioni clamorose. Un body horror cronenberghiano.

Ma ogni porcata è stata ripulita dal diluvio universale, da un nubifragio illuminante. Altro che Magnolia e quell’altro pretenzioso primo della classe di Paul Thomas Anderson.

Di cui stimo e apprezzo solo onestamente Il petroliereThere Will Be Blood!

Io non sono come questo matto avaro del Daniel Plainview/Daniel Day-Lewis. Sono come Jim Carrey di A Christmas Carol. Un misantropo che fa finta di odiare l’umanità e fottersene, perciò un misantropo da strapazzo, ed è invero un amante dei bambini, delle feste, delle donne, anche del mio tacchino nel giorno del Ringraziamento.

Io dovrei, quindi, prendere tutti quegli storpi che sino a poco tempo fa telefonavano ai centri di salute mentale perché mi consideravano anormale. E volevano, pretendevano, oserei dire, che mi curassi.

Do loro un consiglio, conigli. Dovreste (ri)vedrevi allo specchio e poi telefonerò io. Non al CSM bensì al vetraio.

Perché, se continuate a vedervi belli e sani, dovete quanto prima aggiustare il riflesso. E soprattutto i vostri fessi.

Andate a farvelo dare ove dico io. Da quando in qua un Falotico deve farsi comandare a bacchetta come Pinocchio da pivelli che me li mangio con l’unghia del mignolo sinistro fratturato? Dico, mi pare che lo scherzaccio sia durato troppo.

E, se io vivo così e vi fa schifo, siete dei bugiardi. Io sono più bello e bravo di voi, so che questo vi fa andare su tutte le furie.

Ma questa è la verità.

Se non ci arrivate, domattina vado a comprarvi i liofilizzati della Plasmon.

Quindi, m’innamorerò anche di una prostituta, se mi va.

A me va sempre.

A te non va.

Per forza, hai sposato un cesso.

Ricordate: se una donna dice che Mickey Rourke di Francesco è una merda d’uomo, bene, telefonate subito al convento più vicino e chiedete di poter parlare con la rettrice. Un posto da monaca di clausura a questa suorina glielo troviamo subito. Un buon pasto caldo…

Se un uomo, invece, dice che Falotico è pazzo, è un malato di mente e gli prescriviamo immediatamente, per direttissima, un TSO.

Così, lo curiamo dalle sue invidie del cazzo.

Detto ciò, succhiatemi Il corvo.

Sì, forse farò la fine di Xander Corvus. Beato lui.

Vivo nella beatitudine, mentre voi nell’insalvabile ebetudine.

Fidatevi, dovete farci l’abitudine. Tanto siete scemi e io non posso farci niente.

di Stefano Falotico

 

thecrow lee

 

Gli 80 anni del grande Francis Ford Coppola, i quasi quarant’anni del Genius


29 Mar

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Sì, oramai ci siamo. Il prossimo 7 Aprile, Francis Ford Coppola taglierà il traguardo di ottanta primavere.

Onestamente non indossate benissimo. Visto che, dalle sue ultime foto da me rinvenute, debbo ammettere, un po’ sconcertato, che si è appesantito davvero notevolmente più di quanto, leggermente obeso, fosse già da giovane.

Obeso significa semplicemente sovrappeso, non è un ‘offesa, è una constatazione oggettiva del suo aspetto fisico.

Qui in Italia si fa molta confusione con le parole. Se dici a qualcuno obeso, il “malcapitato” a cui hai rivolto quest’epiteto, ti si scaglia contro, ti s’avventa, oserei dire, con avventatezza. Coprendoti a sua volta degli appellativi peggiori e più infamanti.

Non c’è niente di male, dunque, a definire obeso il signor Francis Ford.

Il suo aspetto esteriore, diciamo, non è mai stato propriamente quello di un modello di Dolce & Gabbana.

E quindi?

Io nutro invece stima immane per quest’uomo dall’eleganza inaudita, un regista sempre finissimo anche quando s’è cimentato con film violentissimi come il suo epocale Il padrino.

Film che, in men che non si dica, oltre a fregiarlo di Oscar a iosa, con tanto di seguito egualmente oscarizzato, l’ha elevato di colpo fra i maestri quando, prima di allora, veniva solamente considerato un buon regista e uno sceneggiatore dal discreto intuito.

Il padrino fu un colpo colossale, un colossal enorme che avrebbe generato, in maniera seminale e sesquipedale, tutta una serie di film “mafiosi” e gangsteristici emulatori del suo stile. Più o meno riusciti, variazioni sul tema dimenticabili o geniali rielaborazioni scorsesiane come Quei bravi ragazzi.

E chiariamoci una volta per tutte. C’è una profonda differenza tra Goodfellas e The Godfather.

Quest’ultimo è incentrato sulla genesi della famiglia mafiosa più potente del mondo, i Corleone. Dunque, per quanto esecrabile e orrenda, la “famigghia” (come diceva Marlon Brando) che stava al vertice piramidale della scala gerarchica di Cosa Nostra.

Quei bravi ragazzi invece è un amarissimo divertissement, guascone, irriverente, molto divertente, geniale e forse persino uno studio antropologico della mentalità e degli ambienti criminosi.

Ma parliamo della piccola manovalanza del crimine per antonomasia. Di teppistelli da quattro soldi asserviti a poteri molto più forti.

Parliamo di “buffoni” come il Tommy di Joe Pesci e del “playboy” dei poveri Ray Liotta. E di un De Niro/Jimmy lontano anni luce dal suo spettrale Don Vito.

Fra l’altro, Joe Pesci in questo film di cognome fa DeVito. Ah ah. Sì, come il tutt’ora in vita ex cantante dei Four Seasons e il bassotto Danny DeVito de L’uomo della pioggia.

Per caso, quando avete visto il trailer di Jersey Boys di Clint Eastwood, vi è venuto alla mente Goodfellas?

Ecco, ora sapete perché.

Detto ciò, eh eh, Il padrino e Quei bravi ragazzi sono due film completamente diversi l’uno dall’altro.

Lasciando stare invece DeVito, in C’era una volta in America di Sergio Leone, be’, sappiamo tutti che il protagonista è stato De Niro.

Anche nel caso dell’opera magna di Leone, il paragone col Padrino però non c’azzecca per nulla, tanto per dirla all’Antonio/Tonino Di Pietro.

Eppure, a ben vedere, tutto il Cinema del mitico Coppola… sì, del Coppola, non della coppola, famoso berretto da mafiosetti ben diverso dalle pellicole minimalistiche di Sofia, uh uh, dicevo… tutto il Cinema di Coppola è una Once Upon a Time in America. Una continua, eccezionale, infinita rielaborazione proustiana sul tempo perduto.

Cos’è Apocalypse Now infatti? Col pretesto del film bellico, di guerra, Coppola aveva elaborato un incubo a occhi aperti sui sogni smarriti di una generazione di americani distrutti dal Vietnam.

E non sto scherzando quando qui ora affermo che Kurtz altri non è altri che Cobain Kurt se l’ex leader dei Nirvana non si fosse suicidato.

Questa sarebbe stata la sua fine. Nella giungla delle sue ossessioni, della sua totale perdizione, ai piedi d’un fiume biblico e profetico, messianica incarnazione-mystic river della sua impossibile salvazione irraggiungibile.

Un asceta maledetto, un buddista nichilista, un uomo oramai totalmente congiunto al(la) this is the end del suo fratello “gemello” Jim Morrison in un continuum spazio-tempo rigeneratosi non solo in maniera rock. Un grunge man che, se fosse sopravvissuto, oggigiorno… nell’era edonistica d’Instagram, avrebbe preferito fare l’eremita nella sua isola selvaggia da Dr. Moreau.

Puro pasto nudo d’un musicista annichilito dai tempi bui di questa modernità che ha cancellato ogni poesia jazz, ogni Cotton Club.

Un ex Rusty il selvaggio, un ragazzo della 56ª strada a cui dedicherebbero retrospettive televisive introdotte dalla super malinconica colonna sonora di Carmine Coppola.

Sì, la sua storica ex Courtney Love chi è, ora come ora, se non Kathleen Turner di Peggy Sue si è sposata?

Una pazzerella che disdegnava tutti i ragazzi seri, i secchioni, i timidoni e ha avuto una cotta bestiale per lo “scemo del villaggio”.

Per il suo Elvis, per il suo Cuore selvaggio. Per il suo Charlie/Nicolas Cage col ciuffo da banana, per il suo biondino, un amante da Love Me Tender, un amico da Come As You Are.

Che film, ragazzi. Peggy Sue…

La prima volta che lo vidi, sì, sarà stato nel 2001. Alla fine del film mi commossi.

Che splendida storia. E lei si risveglia dal coma. Attorno a lei tutti i suoi parenti. Ma soprattutto il più grande Nicolas Cage degli anni ottanta.

È stato bravissimo, qui, Nic. Ha recitato come un cane da nipote raccomandatissimo, appunto, da suo zio. Ma ci ha messo l’anima.

Guarda la sua donna, è stato un miracolo, la sua donna, quella che per lui sarà sempre sino alla morte Peggy Sue, quella ragazza un po’ matta che gli ha fatto perdere la testa. Rimane immobile con le lacrime agli occhi.

Pare che le sussurri… siamo ancora tutti vivi, Peggy, più vecchi, più tristi, non siamo più quegli adolescenti cretini, quei nerd stolti. Io non sono diventato quello che volevo essere. Vendo solo lavatrici. Alcuni sono morti, quel ragazzo invece che era innamorato di te, quel genietto occhialuto, morirà e non verrà ricordato come Einstein.

È andata male a tutti noi. Ma siamo vivi.

È stato tutto un sogno. Magnifico. Un sogno lungo un giorno.

Quanto mi ha fatto piangere Peggy Sue…

Quanto ancora vorrei superare le barriere del tempo e rinascere come Dracula di Bram Stoker.

Eppure, devo essere realista. L’amore della mia vita è oggi sposata con uno stronzo.

Sono spesso solo nei mei giardini di pietra…

Sogno un’altra giovinezza e un ultimo sogno “pazzo” come Tucker.

Ma che posso fare? Ricominciare daccapo?

Ah, farei la figura di Jack.

Pensate che nella mia vita mi son/ho pure dovuto subire falsità sulla mia persona.

Io non ho mai delirato su nessuno. Ero solo molto incazzato. Non sono certamente Gene Hackman de La conversazione.

Al massimo, posso essere Edgar Allan Poe di Twixt. Anche se al Twix ho sempre preferito il Mars e a Marte un rapporto venereo.

Sì, sto coi piedi per terra, io. Sì. E se invece mi sposavo con l’amore della mia vita e lei mi trasmetteva qualche malattia venerea?

Già. È stata sempre bellissima. E già all’epoca sapevo che andava con tutti.

Che vi devo dire?

Probabilmente sono l’incarnazione della prima sceneggiatura di rilievo di Francis Ford Coppola, Il grande Gatsby.

Non giudicate la mia vita così come io non giudico la vostra:

ogni volta che ti sentirai di criticare qualcuno, ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i tuoi stessi vantaggi.

Ce la vogliamo dire?

E diciamocela!

Francis Ford Coppola è un Genius!

Già, ieri pomeriggio son stato dal cardiologo:

– Falotico, non andiamo molto bene, sa?

– Ho problemi al cuore?

– No, il cuore è a posto. Lei innanzitutto deve fumare meno sigarette, respirare di più, dare più ampio respiro alla sua vita.

Sennò, potrebbero accentuarsi i problemi. Chiusure non solo alle arterie, al sangue delle vene, bensì claustrofobie all’anima.

Lei è troppo sentimentale. E, ogni volta che riceve una delusione, si soffoca.

– Quindi il problema è solo questo?

– Sì, le ho fatto anche l’elettroencefalogramma. La testa va benissimo. Anzi, va troppo bene. Dovrebbe avere una testa più semplice. È molto cerebrale. Non stia sempre a rimuginare.

Se ne fotta.

– Ma sono un sentimentale.

– Anche questo è vero. Lei è un uomo da Megalopolis, il più grande dream mai realizzato della storia di tutti i temp(l)i.

Sa che le dico? Lei mi è molto simpatico.

– Grazie, dottore.

– Ce lo spariamo assieme, quando uscirà, il nuovo film di Sofia?

– Ci sarà ancora una volta Bill Murray.

– Eh sì.

 

Insomma, Francis Ford Coppola è un genio strabiliante.

Quando incontri uno così, tutti gli altri rimangono in mutande.

Con la sua poesia, i suoi sogni, la sua immaginazione, la sua forza distrugge in un nanosecondo tutti i nani.

Perché è un gigante!

Uno davvero emozionante!

 

di Stefano Falotico

Il bisbetico indomabile: non reggo più l’alcol, ma continuo a bermi tutto


10 Nov

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Sì, l’altro giorno son stato dal mio psichiatra. Sì, che c’è di male? Tre volte l’anno vado da lui per dargli cento Euro a botta. Lui, nell’ora in cui parliamo dei film con Celentano, può comprarsi coi soldi miei e degli altri clienti una nuova villa nel Chianti. Nel frattempo, mi fa bere le sue rabbie da alcolizzato che dice di curare il mio fegato amaro.

Sì, ogni tre volte l’anno il mio psichiatra controlla che abbia imparato a moderarmi. Sì. è convinto che abbia troppa voglia di scopare e quindi, coi suoi lavaggi del cervello, fa sì che per un po’ il mio bucato sia più pulito.

Come ho letto oggi su lercio.it: uomo fa pace con sé stesso dopo dieci anni e ha ricominciato a masturbarsi.

Sì, il mio psichiatra vuole che mi riappacifichi col mondo e mi accheti in una visione più buddista. A forza di farmaci antidepressivi, mi è venuta una panza, appunto, da Buddha e sublimo ogni trombata che ricevo grazie alla forza compressa delle mie budella spappolate e condensatesi ancor di più in un piagnisteo strozzato molto ombelicale.

Il mio psichiatra attuale mi ha paragonato a Jerry Lewis. A suo avviso, un genio che fa il cretino per far ridere gli scemi. Quello di prima, uno psicologo rinomato di Modena, mi aveva invece paragonato a Jim Carrey. Compreso quello di Dark Crimes. Annamo bene… sì, in Dark Crimes, Carrey interpreta la parte di un uomo serissimo, meticoloso e composto che ritiene di avere un fiuto infallibile. Tant’è vero che si scopa quella depravata della Gainsbourg. Ma non aveva capito che lei lo coglionava e alla fine l’avrebbe pure avvelenato.

Sì, Carrey in quel film è veramente “sveglio”.

Io ho un rapporto spesso sin troppo normale con le donne. Come no?

Ad esempio, vi dico questa. Negli scorsi tre mesi, ho chattato inesauribilmente con una bella bionda. Sì, una gran donna. Ha solo venticinque anni e ama la De Filippi, ma a me non fregava un cazzo dei suoi discutibili gusti televisivi. Avevo notato, sin dapprincipio, le sue slanciate gambe, la forma tonica e molto soda del suo culo ciclopico e indubbiamente, con far marpione, avevo adocchiato immediatamente la sua propensione per gli sbaciucchiamenti.

Chattavamo soprattutto la sera quando lei, dopo una giornata da commessa alla Coop, amava ascoltare le mie stronzate. Devo confidarvi che platealmente ci provava. E mi riempiva di complimenti.

Al che, trascorsi questi novanta giorni di desiderio immane, io mi son spinto un po’ oltre il lecito.

– Ecco Mariella. Vorrei farti una domanda, arrivati a questo punto.

– Dimmi, caro.

– Si è capito che voglio leccarti la figa?

 

Dunque lei, sconvolta da questa sfacciata avance volgare, ha chiuso tutti i battenti e ha cominciato a ingiuriarmi pesantemente.

– Oramai sapevo tutto di te. Mi hai raccontato ogni tuo cazzo. Di quante volte l’hai preso nel culo in questa vita di merda e tutte le sberle che ti hanno dato. Ma sino a oggi non sapevo una cosa.

– Quale?

– Che sei un pervertito.

– Anche io sapevo tutto di te. Almeno, pensavo di sapere ogni cosa. Mi hai detto che, fra una chat e l’altra col sottoscritto, ti prendevi delle pause di mezz’ora per fare i pompini a quello che del banco dei salumi. Sì, l’ho accettato. Come ho accettato anche quando mi hai detto che uno dei clienti della Coop in cui lavori non paga mai e ti rilascia solo il Bancomat quando gli fai lo sconto nel retrobottega. Ecco, conoscevo queste tue turpitudini, ma non avrei mai pensato che tu fossi una suora.

– Senti, impotente! Non farmi la predica!

 

Ho detto tutto…

 

Sì, oramai da quindici anni a questa parte, bevo al massimo una birra condita di pizza capricciosa. E un gingerino mentre ballo rincoglionito per casa come Fred Astaire, fra un’isterica che vuole bermelo tutto e la tv accesa ove mi voglion dar a bere che Carlo d’Inghilterra è un uomo del popolo.

 

No, sono un essere anomalo. Di solito, alla mia età, sia gli uomini che le donne impazziscono per il vino.

Di mio, intrattengo Jimmy il Fenomeno, schiacciando l’uva nel dar spettacolo.

Non mi pagano per questi show, il piatto piange sempre di più ma tengo allegra la gente.

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di Stefano Falotico

Il primo Ottobre era il primo giorno di scuola, una volta: invece, il Joker, il sottoscritto, è un Ferdydurke, e mi hanno anche curato male le carie, super video


01 Oct

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Ferdydurke è una comicissima allegoria dell’infantilismo moderno: un trentenne si trova sbalzato indietro nel mondo dell’infanzia, in una ridicola classe scolastica. Cerca di ribellarsi ma scopre che essere di nuovo “immaturo” non gli dispiace affatto. La nostra società che anela a rimpicciolire gli adulti e a mutarli di nuovo in bambini è il bersaglio del feroce umorismo del grande scrittore polacco.

Questa la sinossi del capolavoro letterario di Witold Gombrovicz, che io ovviamente ho letto e voi no, capre e caprette. Eppur DiCaprio è un ottimo attore, ah ah.

Sì, son state svelate le location del Joker con Phoenix, reminiscenti di Taxi Driver. Opera magna di Scorsese e naturalmente mio film preferito, essendo io, oramai da tempo immemorabile, l’alter ego vivente, reale, toccabile, possibilmente, mie donne, scopabile, di Travis Bickle.

Sì, il fantasma di Travis Bickle, verso i quattordici anni, dopo che il capolavoro assoluto di Scorsese mi folgorò, s’impossessò della mia anima. E, per anni insormontabili, ne assunsi le fattezze fisionomiche e non, divenni l’angel heart di Bob De Niro. Ah ah. Trasfigurandomi nel suo straniero e divenendo un God’s lonely man.

Pura essenza metafisica che, anche se vedeva passare davanti a lui una super figa, manco se n’accorgeva, preso esclusivamente da “deliri” burroughsiani che occupavano ogni mio neurone, (in)castrandomi in una zona di dormiveglia esistenziale… più che esistenzialista, un po’ fancazzista. Da istrione che si pavoneggiava da solo, ballando nel vento.

Ma fu un’adolescenza comunque amabile. Poi, di colpo, questo dolce dormire sparì come per miracolo. E venni aggredito senza soluzione di continuità perché accusato di essermi interrotto. No, è una versione sbagliata. Fallata. Poco falotica. Io mai m’interruppi, al massimo gigioneggiai. Di qua e di là, danzando fra una crêpe alla Nutella, con la gente che mi diceva… , tu per vivere così, credi di essere il più bello?

Che io fossi il più bello mi pareva ovvio. Infatti, come Travis Bickle, parlavo allo specchio delle mie brame e, dal riflesso dell’essere il più bello del reame, non ero nessuno, essendo gli altri molto più brutti e invidiosi. E dunque escludendomi dal piacere delle loro stronzate.

Ah, stronzate di “gran” livello. Si procacciavano le bimbette nei disco-pub(i). Ah, che discoli, io lo sapevo, facendo finta di non aver visto nulla. Occhio non vede, cuor non si duole, soprattutto per la sanità di me stesso e del mio fegato. Ah ah.

Eppur mai me ne dispiacqui e sott’acqua navigai nelle zone lombrosiane del mio Amleto ecceziunale veramente. Sì, mi pettinavo malissimo, simil Diego Abatantuono misto a Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Ma questa spettinatura (sì, esiste, è sulla Treccani) era facente parte del mio personaggio, un cerbiatto, un furetto, vilipeso da chi mi considerava solo un furbetto. Va be’, sì, qualche masturbazione, non solo mentale, ci scappava. Anni straordinari di (moto)seghe migliori di quella di Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Ah ah.

A parte gli schizzi, no, scherzi, un tempo le scuole riaprivano il primo Ottobre. Mah, di mio le avrei proprio chiuse. Soprattutto quelle superiori. Sì, come sosteneva Carmelo Bene, sono inutili, atte a diseducare con libri di Storia falsissima, scritta da un fascista che esaltava Mussolini, e a rincitrullire con versioni di Latino e Greco, con poemi omerici per esser trattati come Calimero da insegnanti boriosissimi e per creare l’uomo italico “ellenico”. Basta, guardate invece quella troia di Elena su Instagram, lei sì che sa come “raddrizzarvi”. Ah ah.

Sì, Elena è molto buona. Ma accetta scopate solo da uno col conto in banca di un banchiere. Ho detto tutto…

Le donne sono la mia croce e delizia. Tutte mi cercano, mi angustiano con le loro richieste ma io voglio soddisfare soltanto Emily Blunt. È un bel problema, cazzo, a questa Mary Poppins non basta certo il mio “supercalifragilistichespiralidoso”.

Sì, va detto, non per essere misogino, ma le donne credono alle favolette. Basti pensare che la figlia della mia vicina di casa è ancora convinta che la parola più lunga italiana non sia precipitevolissimevolmente ma, appunto, supercalifragilistichespiralidoso.

Questa qui come sta messa? A forza di andare a messa, nessuno gliel’ha messo. È una bigotta! E, a forza di vedere troppi film della Disney, è diventata Raperonzolo. Sì, è l’incarnazione di una favola iper-buonista, dovrebbe invece darsi alla fava del marito. Un saldatore che sa bene come “incollare”. So che il marito è un buon “incollatore” perché me l’ha confidato quello del terzo piano. Sì, quando le mogli sono in vacanza, questi due cantano il Triangolo di Renato Zero. Due tonti mai visti che non sanno neanche calcolare l’area dell’essere tanto sistemati e inquadrati nella società del cazzo, a furia di scambiare il film Rambo per un rombo… di tuono con Chuck Norris.

Comunque, precipitevolissimevolmente non è la parola più lunga dell’italiano.

La parola più lunga è esofagodermatodigiunoplastica, operazione di ricostruzione plastica, che si esegue dopo l’asportazione dell’esofago e dello stomaco.

Praticamente quella che le malelingue annali nei miei confronti stanno eseguendo dopo la figura di facce di merda che hanno fatto col sottoscritto.

Tornando invece a Ferdydurke, tutti i rimbambiti vecchi e tromboni dovrebbero riprendere posto sui banchi di scuola.

Per imparare come si sta al mondo.

E per pigliare lezioni di classe.

Si chiama sdentata.

Mie care cariatidi, io son brillante a mille carati. Ah sì, Lilli Carati, che passerona. Vi pare una volgarità? Why so serious?

 

Eh eh, adesso sgattaiolo nella notte, nel senso che, quando scende la notte, ci son molte gatte da pelare. E mi allupo. Bevendomi la bionda con ottimo “luppolo”. E lei, succhiandomi, fa glup glup.

Miei Don Chisciotte, al galoppo, mangiamo tutte le scaloppine al limone!

Ah ah.

Sono proprio un Joker-ellone. Talvolta iellato ma comunque giammai al gregge di belanti pecoroni ancor omologato.

Sono uomo dal pelo fino e pregiato. Spesso inculato ma non maciullato e vieni a me, donna, sarò per te tutto eiaculato. Introiettato!

Mi date dello psicopatico? Macché! Semplicemente, ho smesso di essere apatico.

Son lunatico, inimitabilmente Falotico.

 

 

di Stefano Falotico

 


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Dal dentista

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Nella taverna delle mie angosce, risplendo e gioisco di savio ardore, di lindore rifulgo eppur ancor giustamente “fuggo”


16 Dec
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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La vita. C’è chi vive senza sapere cosa sia, senza interrogarsi sul suo senso profondo e allora abbisogna di Woody Allen che gli spieghi con La ruota delle meraviglie che siamo tutti vittime e carnefici del nostro destino, ci arrabattiamo, arranchiamo, tra euforie, slanci amorevoli, amorosi e romantici, cadiamo, ci rialziamo, veniam (d)elusi e quindi, nonostante tutto, come in Miserere, alla vita brindiamo. Allettandoci di quelle piccole, estemporanee gioie che dan calore alla nostra anima, nonostante col tempo proprio le nostre anime si son imbruttite, nell’involgarimento ci siamo appiattiti, a squallidi lavoretti, per la “menzogna” del bieco tirare a campare, giocoforza ci siamo adattati, perdendo il gusto della sincerità, della più spontanea ilarità, assillati da patetiche quotidianità che hanno dimenticato la mortalità.

Sì, siamo esseri mortali, ma molti se ne scordano. Allorché tutti, me no, si affannano a primeggiare, a stare sempre sul pezzo per fregare chi è più “lento” o solo dondola magnificamente nelle sue sane solitudini angoscianti. Ah, l’angoscia… sentimento che affatto ripudio, in grembo lo serbo e di cui non sono scevro. Son suo servo e, asservendomene, non mi compatisco se con tanta foga lo inseguo. Non biasimate questo “pover’uomo” che son io, mentre quasi tutti voi vi accapigliate in giochi competitivi in cui vi scambiate offese e di ripicche, gozzovigliando, v’incaponite, puntando i piedi e restando, nell’anima oramai corrotta, appiedati. Oh, datemi pure dell’appestato, io mangio la pasta col pesto e il prossimo mai calpesterò, essendo uomo che è già troppo preoccupato del proprio malessere per avere il tempo d’infestare e insudiciare le anime degli amici e dei nemici che alle volte mi stanno appresso. Sì, sono spesso depresso se per depressione intendiamo quel moto appunto “biasimevole” dell’animo che molte volte induce alla malinconia e non ama i “vincenti” come l’ex Duce.

Ah, la malinconia è quel cuore che, stanco di troppe frivolezze e sciocche noie, di notte proprio si rincuora a burlarsi un po’ di tutto, da pagliaccio di cor(te) si camuffa e agli occhi degli altri appare buffo. Oh sì, sbuffo essendo un Puffo, un bluff persino per me stesso, ma meglio di tante merde che si fan chiamare prof. e maestri e invero, di panza piena e appetiti sessuali da maniaci, vivono divorando chi non rispetta le loro regole mendaci, ipocrite e vanagloriose.

In questo mondo siamo tutti matti, chi più chi meno. Il meno matto è colui che ha reso il suo solipsismo qualcosa di valido agli occhi degli altri. Pensate ai grandi registi. Erano tutti in qualche maniera ossessionati dai soliti “argomenti”. E ci giravano sempre attorno, girando appunto quasi sempre lo stesso film, modificando solo la trame e ambientandolo in epoche diverse. Fellini stesso dichiarava che in realtà aveva fatto sempre lo stesso film. Di nostalgie sulla sua giovinezza perduta, pieno di donne, grasse o magre ma comunque “atipiche”, caciarone e zoccole, di sogni mischiati alla fantasia variopinta di quest’incubo mortale, spesso così falsamente morale, che è la vita. Ma nessuno ha mai accusato Fellini di essere matto. Perché aveva adattato la sua follia a un principio di realtà. Cioè aveva “prodotto” film, film che la gente vedeva e amava e che la Critica adorava. Altrimenti, sarebbe finito in manicomio.

Oggi, siamo ahimè invasi dalla “normalità”. Quelli che si dichiarano anormali sono poi i peggiori. Si viene a scoprire che sono i più conformisti, i più zuccherosi e falsi, buonisti da quattro soldi, e che semmai odiano i film “violenti” perché sono un “cattivo” esempio per le nuove generazioni. Che assurdità. Avercene di serie come The Punisher, secca, senza fronzoli, qua e là un po’ lenta ma girata da Dio, piena di eccessi, d’iperboli improponibili che diventano assolutamente verosimili perché è un cinefumetto e quindi appassionatamente vi crediamo, per il suo antieroe tifiamo, al suo rambistico essere uno spare part ci affratelliamo.

Ma chi ha trasformato questo mondo in questa spazzatura di frasi fatte, di patetica retorica e melensaggini agghiaccianti? Ah, saranno stati gli psicologi. Mamma mia… terribili. Ne ho conosciuti un sacco, alla fine a loro interessa che tu vuoti il “sacco”, anche la scrotale sacca, visto che danno pastiglie che sedano la sessualità troppo “ruspante”, vogliono che tu sia un soldatino “a modo”, che sappia stare compostamente al mondo e che sia efficiente e produttivo. Che orrore. Le menti più creative e fervide sono state e sono le menti di persone sganciate dalle aberranti, mostruose regole comuni, pensate a Scorsese.

Solo a un “pazzo” come lui sarebbe saltato in mente di fare un film come L’ultima tentazione di Cristo. E Dio l’abbia in gloria. Scorsese produce Arte, produce idee, produce verità, non chiacchiere da divanetti, non fazzoletti per consolare le vecchiette, non “cioccolatini” per persone affette da deficienza, da tonteria, da una visione buggerante del mondo. Sì, non ho inventato io il termine tonteria, sebbene il wostro word vi darà errore, esiste eccome… significa alloccaggine, scemenza, idiozia. E questa società è piena d’idioti, io vi dico, che si credon geni solo perché guadagnano un mucchio di soldi.

Di mio posso dire che son mezzo squattrinato ma ho talento da vendere. Anche quando voglio dormire per giorni interi e spegnere l’interruttore per anni.

 

 

di Stefano Falotico

Martin Scorsese pensieroso passeggia, Woody Allen d’autunno non cazzeggia, Jim Carrey non è depresso, Uma Thurman è ipocrita e io son sempre più una ciambella non “venuta”… col buco


26 Nov

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Sì, cogliamo questo foto di Rodrigo Prieto dal dietro le quinte di The Irishman, lui, direttore della fotografia che ha immortalato Martin mentre, avvolto dai suoi pensieri mutevolissimi, laconico si stinge nella malinconia dei suoi dubbi. Angosciato da come girerà la prossima scena o forse con la mente acquietata dopo tanta fatica a meditare quale cena gli hanno preparato per la pausa serale in cui lautamente immergersi in cibarie piccantine come le battute più caustiche di Allen, che sempre a New York allestisce la sua prossima pellicola, gironzolando placidamente nella dolce chete nevrotica dei suoi umori baldanzosi e poi di tristezza smaniosi, uomo che ottantenne è ancor fresco come una rosa mentre le foglie caduche dagli alberi di viali crepuscolari si posano leggiadre sul manto asfaltato delle sue infinite strade mentali.
Jim Carrey, nel frattempo, dichiara che è uscito dalla depressione, in tal tunnel precipitò e precipitevolissimevolmente cadde… preda di angustianti pensieri autodistruttivi, soffocato da umori castranti perfino la sua genialità comica, resasi schiava delle più astruse mortificazioni del sé. Peraltro, ultimante è stato anche indagato ma ne uscì pulito, sebbene con la testa ancor confusa. Paragona la salvezza spirituale dell’animo restaurato al Graal e gli consigliamo La leggenda del re pescatore, anche se credo l’abbia visto. In quel Gilliam, Williams si salvava grazie alla follia savissima del calice di Cristo dell’ultima cena, conciliandosi con la vita, pur rimanendo matto e immutabilmente danneggiato.

Invece, la Thurman, che a Weinstein dovrebbe far un monumento, augura ipocritamente la morte a colui che l’aiutò parecchio nella carriera e spera che il signor Weinstein venga asfissiato dalla solitudine in cui marcire nei più atroci sensi di colpa, in una brutale esternazione vendicativa ancor più “tagliente” delle lame della sposa di Kill Bill. Ho detto tutto… prima il mentore la fece… Uma, poi Uma volle veder morir lentamente il suo “creatore”. Mah, roba da rimanere piuttosto sconcertati.

E, in questo sconcerto disumano in cui i fessi vanno ai più osceni concerti, vivandando il fancazzista prendere la vita come un ritornello sciocco, ieri sera su Facebook si discusse del lavoro, in uno scambio di opinioni costruttivo eppur alla fin fine sterile.

Sì, tante belle parole ma i giovani sono divisi fra desideri volgarmente ambiziosi, voglie persino insane di libertà, adesione al dovere, inadempienza alla loro creatività.

Siamo il lavoro che facciamo, sosteneva il mago Boyle in Taxi Driver ma Travis replicava con indubbia sfacciataggine amletica, beffandosi di tale affermazione discutibile.

La questione lavorativa ha sempre ossessionato l’uomo. C’è chi, con l’avvento della robotizzazione, è convinto che l’uomo non lavorerà più e verrà sostituito dalle macchine. Sì, e chi ci darà i film splendidamente umani(stici) di Allen e Scorsese?

C’è chi ritiene il lavoro davvero qualcosa che possa nobilitare l’uomo, nell’emanciparlo dalla vuotezza di giorni monotoni e indirizzandolo alla sana disciplina del forgiarsi nell’elevazione di sé, per una civiltà basata su idee migliori, proiettate al progresso, al futuro più solidale ma forse ugualmente non solido.

E io sto solo, arrangiandomi nell’arrabattare qualcosa che mi renda degno di non venir sdegnato, ho ritegno e penso che la vita non sia solo squallido prostituirsi al primo lavoro che ti offrono. Sì, questo ritengo e ben mi mantengo, anche se spesso mi faccio mantenere. L’importante è tenere duro, alle donne non piace tenero… ah ah, mentre gli stolti si affannano a trovar ragioni di vivere, io faccio della mia apparente stolidità motivo di elastica ubiquità e mi colloco nel mondo senza uffici di collocamento. C’è chi lavora per far soldi e poter acquisire quelle “credenziali” economiche per “soddisfare” le donne. Sì, alle donne non piace ladro e neppure laido, alle donne piace semmai “lardo” con la panza piena… ah ah.

Rifletto sullo sfacelo odierno e di come molti disoccupati si buttino giù dal grattacielo. Alcuni sono barboni per scelta, altri barbuti perché non hanno i soldi per dare un “taglio” al loro essere barbosi. Tagli agli stipendi, Berlusconi si ricandida “candidamente” e, in mezzo a grillini che non sanno usare i congiuntivi, al suo “eletto” popolo di elettori si presenta smacchiato da ogni accusa, continuando a farsele in tanti letti. Se diletta voi, donne a lui asserventi e anche di troppi “assorbenti”, beate siate, belate, ma lasciatemi con la bellezza dei ca… i miei.

Stamattina al bar, mangiai una ciambella, mie belle.

E ora vi pongo una domanda, uomini? Preferite i tagli di Lucio Fontana, pittore e scultore padre dello spazialismo, o vorreste “spaziare”, anche “spazzolare”, di buchi nella scultorea Federica Fontana?

Su questo dubbio, oserei dire, esistenzialista, forse anche non moralista, vi lascio masturbar il cervello e non solo quello. Ah ah.

Insomma, amate la vostra vita e rendetela… f… ica. Ah ah.

Sì, piove, “piove” sul bagnato se siete omosessuali, e piove sulla bagnata se siete etero. L’importante è che sia… “fontana”… ah ah.

Eh sì, nessun mi batte, son un battutista ma cammino in ciabatte. Che battuta, quante battone ci stan in giro, ma me ne sbatto.

Brillante! Ah ah

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di Stefano Falotico

Genius-Pop

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