Posts Tagged ‘Javier Bardem’

Il listino 2017/2018 della Falotico Pictures


06 Jul

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Giornate mondiali e professionali di Cinema. Tempo di fare bilanci e soprattutto guardare ai listini dei film di prossima uscita nei mesi a venire, nei mesi anche invernali.

Mentre Beniamino Placido, da non confondere con l’esimio critico e giornalista scomparso qualche anno, con la sua Notorious, “presenta” Nonno questa volta è guerra, commedia per famiglie con De Niro, Uma Thurman e Christopher Walken (!) diretta dall’esperto delle pellicole per l’infanzia, Tim Hill, definendo la sceneggiatura “fantastica”, neanche questi scherzi fossero stati scritti da David Mamet, Falotico, il qui presente-assente, ha “prospettato” i film che vedrete da fine Agosto in poi.

Scorriamo l’intervista:

1) Falotico, può essere orgoglioso della sua compagnia di distribuzione. Quest’anno avete proprio un forte listino da competizione, con film di ogni genere che spaziano dalla commedia all’horror.

– Sì, verissimo. Non ci facciamo mancare niente e cerchiamo di soddisfare ogni tipo di pubblico, anche di “pube”, perché nel nostro listino ci sono perfino, poco fini, film erotici, piccanti, come si suol dire. Ad esempio, uno dei nostri must sarà Amore d’ambra e baci allegri, film “lampo” sulla relazione “teribile” con una r alla romanaccia fra l’allenatore della Juventus e l’ex “star” di Non è la Rai. Film di cosce, alla Edwige Fenech delle tette che furono, film ove Massimiliano ha davvero sfoderato un “sesso a pillole” invidiabile quasi quanto la sua pelata alla Sean Connery. Un film che parte con cadenze romantiche e poi decade nel grossolano pecoreccio, con un’Angiolini da Razzie Award in una delle sue migliori “performance” di sempre. La vedrete come mamma l’ha fatta, nuda, disinibita, e ci sarà, posso svelarlo, una scena d’amplesso da guinness dei primati, con Dybala, nei panni del paparazzo, che fotografa la “conchiglietta” di Allegri mentre lui allegramente schiaffeggia nel popò, appunto, “appuntito”, l’Ambra. Un cul(t). Imperdibile, “immancabile” per ogni cinofilo, no, cinefilo che si “rispetti”.

2) Andiamo avanti. So che avete, a proposito di Calcio, anche un film “biopic” sulla vita di Lionel Messi.

– Ah, altro nostro fior all’occhiello. Di Leo, il figlio di Fernando Di Leo, Carmelo Leonino, ritrae gli attimi della sua vita privata, quando con 39 milioni di Euro all’anno non sa se spenderli in zoccole o comprarsi un altro Pallone d’Oro. Un dubbio “amletico” che il regista, scommetteteci, “sviscererà” assai bene. Il finale, poi, è grandioso. Donnarumma vuole sfidare il maestro a colpi di dollari sulle note di un Morricone “d’annata”. Tutto da godere, cari cassaintegrati.

3) Insomma, “filmoni”. Ma ci può svelare quale sarà il vostro ass(o) nella manica?

– Senza dubbio il film Escobar, da non confondere con quello della Notorious di Beniamino. Lì c’è Bardem nei panni del narcotrafficante, qui abbiamo invece Xaviero Baro, guitto della Bari vecchia nella sua prima apparizione per il “grande schermo”. Se Bardem è il narcotrafficante più famoso della storia, Baro sarà l’uomo “ficcante” più famoso fra le troie. Un film che spinge, “tira”. Escobar, ricordate, scopar’.00960603

di Stefano Falotico

Il tuo ultimo sguardo di Sean Penn, un film che non merita nemmeno la prima “face”


26 May

vert The Last Face

Uscirà a fine Giugno questa boiata pazzesca, distrutta allo scorso Festival di Cannes, un polpettone melò d’indubbia “forza” retorica, che segna una macchia indelebile nella carriera registica di Sean Penn, uno che fino a questa cagata non aveva, personalmente parlando, mai sbagliato una pellicola. Il film non l’ho ancora visto e credo non lo vedrò mai ma, a fidarsi dei giudizi di Metacritic, dovremmo starne tutti alla larga, un film disastroso secondo pareri importanti, un vero buco nell’acqua, con un Jean Reno a quanto pare oltre ogni soglia del ridicolo, per una storia di banalità assortite che sembra uno spot allungato dell’8 per mille. La Theron si è “colata” nel personaggio con abnegazione e sen(s)o stoico senza vergogna e Penn ha fatto naufragare in tal frittatona anche il grande Bardem, “bardandolo” di un ruolo spaventosamente banale, per una trama di ralenti, riprese zoomanti e un’atmosfera ipocrita come poche.

Insomma, Penn, rimani un umanitario senza ammorbarci con la tua “umanità”.

 

di Stefano Falotico

Piccinini non commentò Barcelona vs Juventus, ma in compenso è iniziato il Tribeca Film Festival con De Niro


20 Apr

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Ebbene sì, Sandro non c’era. E la Juventus, con catenaccio vero e un Higuain scoreggione e lentissimo, appesantito da troppo cibo torinese, non un grissino insomma, ha espugnato il Camp Nou, facendo cadere in lacrime amare il vivace Neymar, che ha voluto strafare e invece ha raccolto mosche. Ma il 19 Aprile del 2017 sarà ricordato anche come l’inizio del nuovo Tribeca Film Festival, in cui De Niro, “capo” della kermesse, ha esibito una pancetta da commendatore niente male.

Tutto qui, giornata apatica, probabilmente come Sandro, assente.

Robert+De+Niro+Clive+Davis+Soundtrack+Lives+xbkZrcGa0csl

“To the Wonder”, il Trailer ufficiale


05 Jan

 

Magnifica perla incompresa.

Una società di fessi e di condomini col camino che, ogni anno, lo prende nell’ano


31 Oct

Quando m’annuvolo, mangio le nuvolette cinesi, dette anche “patate” da evaporare di “sgranocchio”. Gnam gnam, “entran tutte in bocca”

Una peculiarità della mia anima è codesta: smarrisco la retta via per infilarlo nel retto a ogni ebete. E, dato che l’umanità è formata per il 90 per cento da tale categoria, credo che non mi rassenererò a insederarli. Mi dà gusto, sono provocatore dalla nascita, “uscita” extrauterina fuori dai canoni (ah lo so, vostra madre è la donna cannone che mangia il cannolo, detto anche “cagnolo”, del marito, un “babà”). Anni fa, una ragazza iperdepressa con “manie” smaniose di smagliature e annessa anoressia di bulimia da biliosa, provò a baciarmi stimolando il “telaio”. “Rettificai” subito: – Credo che la mia lingua ha poco da contagiarsi col tuo “adagiarlo”. Spero non ti arrabbierai se preferirò noleggiare un porno alla videoteca qui di fronte, aprir la portiera e farti scendere. Sai, ho bisogno, una necessità inesausta di salir di grado. Tu non m’aggradasti né ti gradirò. Ecco, alza il piedino sul marciapiede, e mostra le cosce ai “fruttivendoli”. Ragazzoni “dabbene”, ché puoi “berteli” tutti d’un fiato di mela cotogna. Sei una da Toto Cutugno. E anche da circo Togni. Quindi, levati dai coglioni. Mi diede una sberla, comprese che l’avevo messa alle berlina. Una povera matta da prendere giustamente a calci in culo. Una cronica tontolona come quasi tutti. D’altra parte che potevo aspettarmi da quest’Italia? Narro delle interpretazioni di Al Pacino e le “donne” mi porgon dei baci “affettuosi” in segno di tenerezza, mi siedo dinanzi alle pompe funebri e il becchino fuma la “pipa” di una che fa un pompino a un morto. Mah, non è un gran bel vedere. Dunque, ribadisco. Meglio prenderli per il sedere. Sì, m’accuseranno d’esser blasfemo. Ma sappiate che Ulisse sconfisse Polifemo perché non lo vedeva di buon “occhio”. Quante sceme a questo Mondo. E io le “piglio” tutte… Di Notte, mi camuffo da “negro” col monster cock, allupandole su Facebook ove esibisco un sorriso brillante da Eddie Murphy “pittato di fresco” nel ballo “pelvico” alla Michael Jackson. E poi, simil “leoncino” della Metro Goldwin Mayer, spalanco le “fauci” nel loro stupido stupore dal profumo “candore”. So che dall’altra parte dello schermo si toccan e non apron più bocca. Diciamo che ho “colto nel segno”. Per anni, fui pedinato da una famiglia di schizofrenici, un nucleo assai disfunzionale. Il padre era, fu e sempre sarà, spero che muoia prima di far un altro “botto”, un grassone repellente di flatulenti borie. In tutta la sua vita, ha combinato “parecchio”. Dopo aver sputtanato tutta la sua “gioventù” a mendicare dei “prosciuttini” felsinei, s’ammogliò a una sicula “combattente” che per un decennio fu solo la supplente dei ripetenti. Per consolarla dall'”insalata”, “la” (es)portava a teatro, ove ammiravano i commedianti per quattro risate a sdrammatizzare la loro vita quotidiana. Una volta, assunsero perfino degli attori “professionisti” quando la loro “magra” non ebbe i soldi per tale “passatempo”. Giunsero a casa pupolista loro, tutti “preparatissimi”. Ma, alla fine, l’isterica della moglie ruppe i piatti e scattò l’applauso del figlio epilettico che urlò “trionfante”: – Puttanazza di genitrice, adesso hai capito che non sai recitare quando mio padre finge di scoparti? Dovevamo assumere degli gigolò per farti capire che sei frigida? Sì, è sempre stata una famiglia d’idioti, da manicomio. Credo che, a ragion veduta, questi si meritino solo una “spremuta”. La famosa arancia meccanica della loro “bottanica”. “Concentrandoci” invece di nuovo sui figli, allarghiamoli al plurale, due esemplari di babbei come pochi. Anzi, come il loro babbo. Per quanto mi riguarda, “di mio”, i miei condomini sono dei deficienti. Quello del primo piano pretese che la figlia uscisse dall’università con la lode. Adesso è sposata con uno coi rotolini. Sì, le cucinò gli “involtini”. Quello del settimo piano ha girato tutti gli psichiatri di Bologna. Di lavoro era geologo. Speriamo abbia estratto l’oro minerario dopo aver sperperato tutti i suoi guadagni per finire alla Certosa della sua pensione da Lucio Dalla. Che volete farci? Sono uno stronzo. Non “raccontiamocelo” d’imbrogli e sotterfugi. Voi mai fuggite perché parlate sempre di figa, ma friggete d’invidia perché io me ne sbatto… Questa è la verità. Che a voi piaccia o meno. Come ve “lo” metto io, neppure il vostro amante più fantasioso e trasgressivo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. 007 Skyfall (2012)
  2. Argo (2012)
  3. 7 psicopatici (2012)

“The Counselor”, set photos


01 Oct

 

Dopo la tragica scomparsa del fratello Tony, Ridley Scott (appunto…) pareva aver abbandonato le riprese di questo film.

 

Invece, “foto alla mano” dell’altro ieri, ecco che tutto pare invece essersi “elaborando”.

Sex bomb… con lo “stecchino” alla Clint Eastwood in cravatta e pettorali…

 

Il fascino “cavallo” di Brad…, e Cameron ne è “costernata”.

 

   Sono io il più “bono“. Dove vai, Michael? Te la sei presa? Ah, ma ne “prenderai” altre. Suvvia.

     A bordo piscina, si confabula col regista e intanto si “spizzica”.

          Javier, la “forza” di Sansone. Sì, il suo fascino latino e “biblico” sta nei capelli. Dopo la “pettinatura” di Non è un paese per vecchi, questa può “stupirvi?”.

Siamo sinceri. Ci allibisce…

 

(Stefano Falotico)

 

Immaginazione, impressioni sonanti, eruzioni “assonnate” e percezione “isolata” della detonazione urlante


18 Sep

 

Un Principe non morirà mai, né ieri né (nel) domani… L’ignorante s’inteporisce in un cantuccio di “calducci”, e fenomenologie da baraccone, da “baracchine” e da baraccopoli si districan (s)fumando in un gemito doloroso, costernato di “meteorologie” dell’anima che si raschia nelle intimità patite, nel color soffuso di variegate schegge ove la stella, offuscata, si spegne nel “patibolar” (rim)piangersi e latrar per “abbindolare” un altro po’ l’asma che, un Tempo recondito fa, si sfamava, amò e negli ansimi si “deturpava” d’una Bellezza anche melanconicissima di “cristalli liquidi” nel tuo plasma “criogenico”, “igienicissimo” e mai sbavato al pudore da equilibrare per non essere disintegrati da una meta solo acrimoniosa e da meteore di lagrima “corrugata” nell’adirato volto “patetico” da buffone di “classe” senz'”arte” dell’erta, artefatta, costruita pantomima ove ogni maschera è celata dietro geli agghiaccianti, e si (s)posa nel “riposo”. Spossati. Così, la vita avvolgendo va, fra ricordi appesi al tracollo e chi decollerà… anche nel “collare” di ghigliottine a reciderti e stremarti col fin, “affinato”, di temprarti per inorgoglirti o solo, invero, “impoltrirti” e impoverirti dentro per adombrarti e “adorarti” secondo l’idolatria di massa di un tuo “santino” senza imperfezioni… ché difetterà sempre dell’amore e degli affetti, anche “infilato” nel “sacro” sesso d’una promessa da fedi nuziali. Così, ronzando, airone del mio arcobaleno e dei miei aquiloni, falco e rapace, “inetto” e “non adatto”, gabbiano solitario di libertà maestra su lidi e scogli di “scoscese” rive imbrunite e “incarnate” nei tuoi granuli polverosi, Donna desiderata o solo “ariosa” per vanitose “burle”, seduzione inarrivabile di frammenti levigati, ardimentosi e “labili” di sabbia (im)mobile, m’inarco e prostro senza più frecce. Scagliando una pietra, come una roccia (in)felice d’un pacato tramonto, ai sogni che ambii, rifuggendoli per “nascondermi” com’esigo che io non mi (s)trucchi d’apparenze da aperitivi “tranquilli”. Oh, chi scorgo laggiù. Il mio amico dell’infanzia, guarda guarda come è intonato all'”intonnato”. Come corteggia la sua collega e la “squadra” da “feticismo” con lo zuccherino su “galanterie” furbette d'(ig)nobilissima altezzosità da “elegante”. Estro o solo pedestre della solita corsa per l'”aiuola” campestre? Che bel cravattino e che risata “impareggiabile”, come beve “leggero” e come muove la bocca di “delicatezze” sorseggianti il già “prossimo” (m)assaggio. La genetica (s)radicata, la ribellione mai castigata, violentata eppur ancor sono puma indomito. Senza spalline, “spalluccia”, “palle”, e non sgomiterò ma, sgommando, andrò affondando. O solo riaffiorato e da voi, sfioriti, neppure sfiorato. Ancor non “forgiato”, ancora non “adagiato”. Non imputtanito e neanche “(fianc)ancheggiante”. Fin a quando, in una serenità “dolomitica” di montagna “a strapiombo”, non sprofonderò nel vostro sonno. Tragico addio o coraggio? Interruzione o miraggio? Viaggio o “lavaggio?”. Forse, solo i raggi…

Firmato il Genius (Stefano Falotico)

  1. To the Wonder (2012)
  2. Taxi Driver (1976)
  3. Ronin (1998)

“To the Wonder” – Recensione


09 Sep

 

(In)visibili onde em(p)atiche

 

Venezia è il porto della mia anima quando, scoraggiato spesso da un Mondo vigliacco, attracco “ai bordi” d’un Mar Adriatico ch’è “scala mobile” dei miei pensieri, come le acque a sommerger le antiche, adamantine ville nelle sue “lenzuola” meste, modernità “sincronizzata” a un Tempo d’incanti e atavica, splendida nostalgia che balugina nelle sue profondità trasparenti, ove i miei neri occhi si “tuffan” nei vicoli della memoria, fra vetuste nevrosi dell'”uomo” contemporaneo, avvezzo alla frivolezza per scacciar le noie e raggranellar solo aromi appassiti.

 

Qui, affogo le autodistruttive pulsioni e, nel tramonto sfocato di gondolieri “canterini”, son infuocato nel battito alato dei miei falchi “licantropici” a irradiar il Sole “smorto” delle rigide piogge autunnali, nella neve “rugiadamente” abbagliata da mistiche contemplazioni.

 

Seduto col mio giubbotto, respirandogli polmonare, mentre sfila una ragazza in pantaloncini corti e strizzato seno nel “balconcino”, ne “alliscio” il profumo delle sue gambe nei chilometri delle ruote della sua bicicletta flessuosa a evocar l’orgasmo fruttuoso ché, assieme, ne fruiremo, roteando vicino agli scogli del nostro Eros più “grezzo”.

 

Ma poi, appunto, “annacquo” il “livello” e m’infilo solo in una sala affollata da gente che non merita il mio saluto. Anche qui, “(l)odo” donne snodate, dai culi perentori che saran solo “aculeo” al mio (g)orgoglio virile. Nello “snobismo” più “selettivo” del maschio meno metafisico ma dalla taurina fisicità, ché la proteggerà accalorandola senza indolenzirla con le sue depressioni e la solleciterà, sollevandola d’umor ad “amarla” anche nel “Meteo” della mestruazione, nel solletico “affascinante” d'”arguzie” lessicali spesso “infurbite” dal poter goder tale “alta”, l’ambita “vessillifera” di tacchi a spillo che lambirà, invece, solo il mio dolore troppo recondito per baciarla di “gentilezze” squallidamente carnali.

 

Impiegati, preoccupati dal mut(u)o, ecco che adocchian Malick sbuffando e, dopo circa mezz’ora di proiezione, “elevan” un grido infastidito da una storia “senza tra(u)ma”, pretendendo “spiegazioni” perché “non capiscono”.

Solo una signora, stravaccata nella poltroncina “dietro di me”, ha il coraggio d’esser sincera sino in fondo e allora, quando Ben Affleck, anziché recitare monolohi interiori che poco s’addicono a un “carino” tanto distante dalle filosofie immaginative (e in immagini liquide) di Malick, scioglie tutte le sue illanguidite iridi in un più ben più “materico” amplesso, sfoderando addominali piatti e un bicipe dal tatuaggio “carismatico”, la senti eccome “eruttare” in un “Era ora che ti spogliassi, Cristo! Almeno, noi del gentil sesso godiamo un po’, ché qua non c’è piaciuto neanche Javier Bardem in veste talare, poco consona alla sua sciupafemmine robustezza, non c’ha attizzato così conciato pateticamente e fuori ruolo in abiti da ieratico prete triste e perplesso, insoddisfatto della sua vocazione” (tanto che, quando verso il finale, proprio il grande Bardem accetta la sua “missione” e si prodiga, senza più dubbi, nella cura degli anziani e dei bisognosi, la stessa “signora”, “in linea” con la sua “spiccata spiritualità religiosa”, “sbrocca” in un “Oh Dio, oh Signore e Madonna Santissima, di Male in peggio, ora sembra lo spot dell’otto per mille alla Chiesa cattolica, ma vai in mona(co) davvero, espressione molto di moda, appunto, fra le vecchiette della zona).

 

Si tira sempre in ballo il “National Geographic” quando si vuol ironizzare su una fotografia all’apparenza troppo “di cartolina”, ma Malick crea la prima opera senza alcun dialogo, se non nell’onirica (messa in) scena in cui la nostra italianissima Romina Mondello incita la sua amica “melanconica”, e noi spettatori, a fluttuare nel Mondo, come zingari, come streghe, come vampiri, come “mostri“. A viverci rendendoci visibili… altrimenti passerà in un lampo…

 

Malick, oramai, non ha più bisogno di “esternare”, e decanta aforisticamente dentro (“sventrandoci” da ogni orpello e agghindata falsità) l’anima dell’amore.

 

Nel suo Grazie alla Bellezza. E dei pochi che ossequiano e, a loro viverla/lo, questa pellicola e il Mondo, ne applaudono l’unicità.

 

Poi, esco sconsolato, mentre fuori “dardeggia” una Notte di Luna meditabonda.

E, mentre il motor “impazzito” del mio “abitacolo” mentale, è diluito nell’asfalto morbido, mi sento “spaesato” come Bardem, d’allucinazioni di coscienza in una società barbarica travestita nella “vivacità” più superficiale.

 

E sono io a non capire, tentennando di “farneticazioni” violentissime, come se un ignorante si fosse alzato dal suo “comodo” seggiolino e avesse scheggiato, con “frantumanti” pugni disgustosi, lo schermo, le emozioni e lo sguardo di Terrence. Credendosi per altro intelligente col suo umorismo “satirico” e acido.

 

E tutto ciò, quando poi mi vien mente che quasi tutta la sala ha “inveito” di fischi e “Buhhh!” ridanciani, mi rattrista ma, all'”unisono” trascendente ed “enigmatico”, son Bardo-amatamente felice di me, a passo leggiadro fra chi, osceno, distrugge le armonie.

E ne annerisce o annerirà ancora le luci. Nel frastuono del loro madornale buio.

 

Chi ha stroncato questo film, è giusto che si meriti una vita da “pizzaiolo” che vorrebbe “piazzarsi”.

 

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

Ammazza la vecchia col flit – Ogni anno, al Lido di Venezia, m’imbatto nella mia “affittacamere”, un’anziana da racconto horror


12 Aug

 

Mafalda, la donna che non t’accalda

Anche codesto anno, in data pomeridiana del 27 Agosto, partirò alla volta (un po’ Alessandro, quello che “ridava” la carica alle batterie ammorbate dai batteri del “daterro sociale, dolce di “succhiotto” e acido di retrogusto ) del Festival di Venezia.
Ma, fra Leoni, gallerie, personaggi da galera, le galee della Regata Storica e qualche bella “patonzina” per un filmato “hard” alla Brian De Palma più “ambiguo” d’occhio “maligno” nella sua “doppia personalità“, dovrò sfidare una che lo ammoscerebbe anche a Javier Bardem di Prosciutto prosciutto, rendendolo uova d’oro.
Una così ti spacca le palle del cervello, e ti rende il mare dentro “paraplegico” dell’ Amenábar più “menomato”.

Sì, da due anni “pernotto” il suo appartamento, amenissimo con vista sugli scogli con tanto di “spaghetti ai frutti” del ristorante adiacente “Ostrica che troia quella trota!”.

Codesta è una scassaminchia di livello sesquipedale.
La scorsa “stagione”, mentre stavo “armeggiando” con una nella doccia del suo bagno, da me ribattezzato “Gocce dacquolina sull’impietrito rovente“, fece, sì, anche nel senso escrementizio, irruzione con un’eruzione da “rapina a mano armata” mentre ci stavamo amando: – Alto là, la casa è mia, non “imbrattatela!.
– Stavamo colorendo l’arredamento scialbo, dando un “tocco” di “pennellone”.
– Sentite, marpioncini, questo è il forcon! Perché stavate fornicando?
– Be’, non è un male “insugare” un po’. Lei crede che stavamo “insudiciando”, non è vero, è un’insinuazione. Era solo “insinuato”.
Sono il bambino del re nudo. Lo so, fra un pompin e l’altro, ci posson “scopar” dei figli, ma è colpa di tale “signorinella”. Mi spogliò senza chiedere permesso. Che poi io “lo” abbia immesso non son “falli” che riguardano le sue messe.

Al che, mi sparò “lì”.
Ed è per questo che, ogni Settembre, c’è Takeshi Kitano alla Mostra. Lui è l’Uomo che dà il suo genio senza darle a vedere.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Outrage Beyond (2012)
  2. L’estate di Kikujiro (1999)
  3. Takeshis’ (2005)
  4. Gocce d’acqua su pietre roventi (1999)
  5. 007 Skyfall (2012)
  6. Non è un paese per vecchi (2007)
  7. Mangia prega ama (2010)

“Skyfall”, il nuovo Bond, le prime immagini del villain Javier Bardem


12 Mar

 

Ecco a voi le prime, esclusivissime immagini del look di Bardem nel nuovo 007 di Sam Mendes.

Dopo la “cura” dei fratelli Coen, un’altra capigliatura “mostruosa?”.

 

A prima vista, “da lontano”, mi parve Bon Jovi.

Staremo a vedere, forse, intanto, vediamolo…

 

 

 

 

 

 

(Stefano Falotico)

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