Vecchiaia, giovinezza intrecciata, maturità “scorticata”, scorze del Cuore e il suo raggrinzito, arrugginito “arrotarla”, rodarsi ancora, arrotolarsi nel fango delle disillusioni e nell’incanto poetico, nuove esperienze, volti “ostili” che “tremano” di tenerezza affettuosa, amicizie da lucidare, rinnovati patti “di sangue”, affratellata Bellezza delle virili lune ancora “sporche” di fulgidità e saggezza
Jamie Cullum, prima Eastwood, nei titoli di coda, poi Lui, dunque loro, assieme, mnemonicamente mischiati, stretti, alleati, (im)pavidamente nudi e maschi, “collateralmente” adiacenti, seducenti, giovane uno, “vecchietto” l’altro, melodia e jazz autunnale, ballata malinconica, eppur gioiosa, in una vita che muore e una che scatta, che agguanta il manubrio della propria strada, lungo le vie dei sogni, di quelli persi, di quelli da inseguire, “agguerrire”, “ammantare” nel manto dell’asfalto, “sfrecciandoli” o, poi, cautamente, un po’ “canuti” o caduchi, (ri)spolverare per un’altra speranza.
il cuore è rinchiuso in una Gran Torino
batte un ritmo solitario per tutta la notte…
Grow heart locked
In a Gran Torino
It beats
A lonely rhythm
All night long
It beats
A lonely rhythm
All night long
It beats
A lonely rhythm
All night long
(Stefano Falotico)