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Da bambino pensavo che sarei diventato Luke Skywalker, adesso sono indubbiamente Darth Vader


19 Jan

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Sì, non lascio oramai adito a dubbi, come si suol dire. Un uomo nerissimo, anzi noir.

Ecco, sono veramente stupido, no stupito di quello che è successo alla nostra umanità. Decerebrata, oramai andata.

Sì, dev’essere stata colpa dei Corn Flakes. Anche di quel gruppo metal di dementi, i Korn. In questa “colazione dei campioni”, lo so, vostro padre, saggio e moralizzatore, educatore ineccepibile, insomma Alec Guinness, vi diceva, dopo che li bagnavate nel latte e dopo qualche ruttino, dopo i vostri spassionati sorrisetti da ebeti: – Che la forza sia con te, figliolo. Crescerai sano e robusto e sempre tosto nell’arbusto. Sì, farai il mezzobusto, sarai giornalista seguito da milioni di rimbambiti che penderanno dalle fake news pronunciate dalla tua bocca ipocrita, tornerai a casa con un bel gruzzoletto. Accompagnando il dopocena nel far la scarpetta a una mogliettina in pantofole che saprà come rosolare la tua salsiccia dopo che berrai un buon vinello. E lo farete anche sul tinello, alla faccia dei coglioncelli.

Perché tu, ragazzo, giovane e forte, onore di questa nobile famiglia e dei suoi preziosi gioielli, terrai alto il casato e anche qualcos’altro, uscirai di casa sempre incravattato e ottimamente azzimato, da tante donne sarai corteggiato e, fra un gobbo e l’altro, mai t‘incupirai, prenderai per il culo quelli che giustamente mai questa vita capiranno, coi tuoi arditi insulti li offenderai e ingobbirai, altre te n’ingropperai mentre tua moglie, pensandoti in sala riunioni, berrà la grappa e non saprà mai che tu nel frattempo, mentre lei guarda Una giornata particolare, alla tua amante lo stai scolando ma non prenderai lo scolo perché da bravo scolaro hai imparato come tradir la somara con sane precauzioni. Attenzione, stai sempre accorto e allo stesso tempo lungo e dritto…

Sì, avrai una vita di sesso ardente e le amanti te lo ciucceranno come spaghetti al dente, darai fumo negli occhi e piglierai per i fondelli Pinocchio e Lucignolo nel mondo dei balocchi. Ah, mio cocco, tutte le cuccherai e poi, tornato a casa che sarai, una cioccolata calda scucchiaierai, ripetendo queste mie testuali parole a tuo figlio per crescerlo vigoroso e potente. Da uomo della RAI!

Questa è la vita.

No, non lo è.

La vita è vita. E finiamola con questi registi italiani orribili, patetici, con le loro storie risapute e sciapite, (s)fatte di amori lagnosi, di memorabili serate dimenticabilissime, di reumatismi esistenziali, di rimpianti, di giochi al rimpiattino e al pokerino, di amarcord cari diari. Ma che è ’sta roba? Ma quale Nuovo Cinema Paradiso e Splendor! Ma quale Mediterraneo e Nirvana! Salvatores? Meglio Salvatore, pizzaiolo che preferisce il caffè della Nespresso a Marrakech Express, non si cura mai i Denti e rimarrà puro come mamma l’ha fatto, senza corrompersi come Abatantuono di Io non ho paura.

E che ne sa Gabriele dell’Educazione siberiana e di ragazzi invisibili?

Sì, io più che invisibile son stato spesso inviso, soffrii di Amnèsia e così sia. Amen. Basta, non me la menate, me lo meno da solo e, se non la finisci, ancor ti menerò.

Eh, poi abbiamo quell’altro troione da trattorie, Tornatore. Uno che ha sempre sbavato per Monica Bellucci, come tutti d’altronde, ma lei non gliela dava e allora l’ha santificata e allo stesso temp(i)o sputtanata, cornificata e prostituita in Malèna.

Rispeditelo a Baarìa quest’uomo delle stelle. Sì, dalle stelle alle stalle. Ah, non si può? Ma sì che si può, vedrete, è solo una pura formalità. Coi soldi che s’è fatto, troverà un appartamentino nella sua città natia.

Se non troverà casa, buttatelo in mare. Glielo do io La leggenda del pianista sull’oceanoMorirà affogato. I suoi amici e parenti, non sentendolo da mesi, chiameranno a casa sua, chiedendo alla sua badante:

– Stanno tutti bene?

E lei: – Sì, perché usate il plurale? Noi stiamo bene, solo Giuseppe è morto. Fra l’altro, forse è meglio il remake di Kirk Jones con De Niro.

– Cosa?! È morto? Maledetta! Sei stata tu ad ammazzarlo. Lo sapevo. Beppe non doveva assumere una sconosciuta.

– Sì, son stata io ad affogarlo. Un suo nemico, forse Sorrentino o forse Virzì, mi ha pagato bene. È stata la migliore offerta. Adesso, mi scusi, devo vedere il Papa.

– Il mandante dell’assassinio è stato un camorrista?

– No, un camionista.

 

Insomma, basta con questi De Sica, sia Vittorio che Christian, con questi falsi cristiani, Cristo santo!

Basta con Avati Pupi e il pupone, con Fellini e tutti questi felloni. Con questi femminoni e con questi principini, con Visconti e il Conte di Cavour, basta anche con Pasolini con la sua mania per i pisellini, ché poi, avendo questo vizietto, voleva spacciarsi per diverso, facendo l’intellettuale appunto del cazzo, basta con Moretti e tutte queste morette, basta un po’ con tutto.

Tutto, tutto è un tragico lutto.

Vogliamo un Cinema cazzuto, falotico, pornografico, erotico, psicopatico, una bella botta allo stomaco.

Un Cinema mozzafiato da rendere asmatica ogni vostra illusione alla Respiro di Crialese. Quella Golino è matta, il Falotico invece è proprio un’anima nera.

Ma che sono questi psicologi? Ti offrono la caramella e si pigliano le parcelle per poi andar con le porcelle.

Abbiamo bisogno di una storia devastante come un libro di James Ellroy.

Sì, un Cinema di troie, di bagasce e di asce, di femme fatali bastarde piene di lardo, di poliziotti lerci e guerci, di giustizie ribaltate e fottute, di battone spione, d’idioti asserviti al sistema inculati.

Abbiamo bisogno di una furia scatenata.

Che distrugga tutte le certezze del vostro mondo di frittate.

Trombate questo sesso borghese corroborato di amori da canzonette, di pietismi e compassionevoli sguardi, di competizioni e gare non solo scolastiche ma perfino sciistiche, di slalom e trabocchetti, di ricatti e proibizionismi, di religioni a vostra immagine e somiglianza, di bugie, d’imbrogli e sotterfugi, insomma d’idiozie. Di cretini e di scimuniti.

E ben vi sta!

Come una manna caduta del cielo. Mannaggia, puttana la madonna, evviva il lupo mannaro.

Al che, Skywalker mi sferra contro la spada laser. Se la ficcasse in mezzo ai suoi occhi da tonto. La Regina, peraltro schiattata, ma non quella d’Inghilterra che ha quasi cento anni e continua a grattarsela a Buckingham Palace, lo sognerà, modellando il suo vaso di terracotta, ascoltando melodie imbecilli da Ghost e ricordando i tempi dolci di quella lor ricotta.

Il mondo è sempre stato questo. Una gioia, un dolore, una disgrazia, amori sognati, toccati, spezzati e una musichetta per le mezze calzette.

E non voglio sentire altre falsità.

Ah ah!

 

Sì, siete come Don Rodrigo. Vi è piaciuto fare i signorotti arroganti? Sì, non sopportavate l’idea che quella passerona di Lucia venisse scopata da Renzo. Uno troppo sempliciotto per poter meritarsela e far sì che lei si maritasse con uno stolto del genere. Uno da maritozzi!

Allora, volevate rovinare la vita di Renzo, castrando i suoi sogni romantici o forse tagliandogli l’uccello.

Soltanto quando, in punto di morte, afflitti dal male impietoso e terribile della peste, tremando nel letto, avete meditato su tutte le vostre porcate e, prima di schiattare come maiali, avete fatto il pianto del coccodrillo. Finalmente riconoscendo l’orrore della vostra vita da stronzi mandrilli.

È la stessa cosa che capiterà a Salvini e ai fascisti. Sì, vi è andata fin ad ora molto bene. E allora non tollerate chi propone visioni alternative del mondo. E lo ricattate, dicendogli: – Ah, se sei sfigato è perché te lo sei cercato. E non ti sei mai davvero impegnato. Hai sbagliato. Quindi, arrangiati.

Sì, quando ci si trastulla nei privilegi intoccabili, ogni sofferenza e urlo di rabbia altrui lo spacciate per demenza. E ridete, ridete, ridete di grana grossa.

Poi, un bel giorno, vi capita ’na tragedia. Soltanto allora, dopo che perpetraste abomini e discriminaste chiunque con retoriche ricattatorie, comincerete a osservare la vita da un altro punto di vista.

Sì, immagino… adesso è tutto finito, vero? Tutte le vostre ambizioni, le vostre leziose lezioni da maestrini sono finite nel cesso.

E le vostre giornate trascorreranno nel ricordo malinconico di tutto quello che poteva essere e non sarà mai più.

Sì, vi ricordate quelli che reputavano la depressione una malattia immaginaria, un’ipocondria della gente limitata? Che dicevano: – No, lamentarsi non serve, non esistono sofferenze psichiche ma solo quelle fisiche. Voglio vedere se ti piglia, domani, un Cancro e ti rimane poco da vivere, come ti verrà subito il pepe al culo e voglia di far baldoria. Invece, stai lì, melanconico e mi fai ‘na tristezza immensa, povero idiota.

I tuoi, bello mio, sono solo sofismi. Solo inutile piangersi addosso. La vita ha una sola verità. Cioè quella che non esistono altre possibilità. Se soffri, significa che non sai adattarti, che hai dei limiti e fai dei tuoi limiti un fortilizio alla tua limitatezza. Crogiolandoti nel piagnisteo, nella metafisica idiota, nella spiritualità superflua.

Ora et labora e vedrai come la gente ti vorrà un mucchio di bene.

Invece, continua a dire la verità, ché io so ch’è la verità ma non si può dire, per carità, e ti strapperò le palle.

Avanti.

 

 

 

di Stefano Falotico

Il mio intellettuale colorato di “nero”, anche De Niro fra notti in bianco e le “luci rosse” del mio decadente uomo a cui fan male i denti


20 Dec

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Ecco uno spicchio della mia folta biblioteca ove la mia mente può spaziare fra letture di Ellroy, cari amici che non credete al mio “antieroe”, e biografie deniriane, nel portrait di me che danza e bascula nella vita con far alle volte smargiasso da gigione imprendibile, altre da chiacchierone insopportabile, altre da (in)sospettabile man, da cui (i) men che non si dica(no), che passeggia cauto nella nube dei suoi pensieri, arrochendo la sua voce fra sigarette Chesterfield dall’aroma abbrustolente i polmoni su di giri e nightmare accesi della mia anima tormentata.

In questi libri rifulgo, fumandomela nello sfumar altero da intellettuale che vuol stare sulle sue e molto sta “lì” a chi non vuol guardare la mia, sua anima. In questa mia anima mi disamino e spesso la mia coscienza esamino, anche se alle volte con qualche donna vorrei “esaminarmi”. Piacevolmente “dissanguarmi”. Ah sì, venir nello “svenarmi”, ma lei mi offende e la mia dignità sventra. Solo angoscia, altro che cosce…

E nell’angosciar mio affatto vacuo scrivo poeticamente implacabile nello “squittio” dei giorni che si trastullano dondolanti a volte nell’apatia, altre volte nel dolore esistenziale che vorrebbe lasciar che ogni dubbio voli via. Eppur mi “violo”, esplorando parti intime della mia violacea anima romantica che crede, nonostante tante disillusioni, che Ronin di Frankenheimer sia un gran film, e che De Niro sia enorme quando gira dei noir.

Prendiamo Angel Heart, avercene di diavoli come quello… un vero giallo delle incognite in questa vita che a volte riserva sorprese. E ti costringe a indagare sui tuoi battiti cardiaci…

Prendiamo Heat, vero “calore” di un amore impossibile, di strade metropolitane dalle vie decumane ove i destini della coralità umana si “stagnano”, nei sogni si stagliano, s’intersecano, viaggiano nelle onde delle emozioni virili per poi squagliarsi in un finale al cardiopalma…

Ah, De Palma, il suo ellroyano Black Dahlia non andò bene, ma avercene di quelle Hilary Swank.

E De Niro fu un intoccabile Capone in quello che è un poliziesco di amici, di bastardi, di un grande Sean Connery, di Garcia che amano le loro origini italiche, di un Costner che ancora non ballava coi lupi…

Sì, spesso sono un lupo solitario e lo sa il mio “amico” Sean Penn… di Carlito’s Way. Quello ti mette nei guai peggio di Joe Pesci di Casinò…

Ma chi era Gordon Pym? E fresco e veloce come una piuma ecco che di nuovo son brillante come un puma. Eppur fuori girano tanti pullman. Si spera non siano come Bill di Strade Perdute…

 

di Stefano Falotico

Marilyn Monroe – 50Th Anniversary


05 Aug

 

Scocca il 5 Agosto, ed è il cinquantesimo anniversario di Marilyn Monroe.

La rear window End User, il nostro gestore, mi contatta privatamente perché diffonda l’esclusiva “certezza”, attestata da People, secondo cui, sarebbe proprio vero, con tanto di prove, che la Monroe si suicidò.

Dobbiamo credere a People?

 

The story made headlines around the globe: Marilyn Monroe, the world’s most celebrated starlet, had apparently committed suicide. 

 

But many who knew her didn’t believe she’d take her own life, and as the 50th anniversary of her death at age 36 approaches, her tragic end remains shrouded in mystery.

 

In the new issue of PEOPLE, guest writer J.I. Baker – author of The Empty Glass, a new murder thriller based on her death – uses his research and fresh reporting to explore the truth.

A Mysterious Death

On August 5, 1962, Monroe was found dead in the bedroom of her Brentwood hacienda.

 

Toxicology reports showed high levels of Nembutal and chloral hydrate in her bloodstream, and her death was ruled a “probable suicide.” But why wasn’t her body turned over to medical examiners for more than five hours after it was discovered?

 

Forensic pathologist Cyril Wecht tells PEOPLE he has “a strong suspicion she might have been injected,” given the lack of pill residue found in her stomach – but by whom?

 

Why did not-yet-tested tissue samples go missing, along with Monroe’s phone records? And were Jack and Bobby Kennedy, with whom she was rumored to have had affairs, involved?

 

For more questions and answers surrounding Monroe’s mysterious death, pick up the latest issue of PEOPLE, on newsstands Friday.

 

Quale occasione migliore per questo “diario?”.

 

Marilyn, mito inossidabile d’immarcescibili “ossigeni” anche metacinematografici.

A imbiondarci, come la platinata sua chioma schiumosa, di fiammeggiante eternità.

Eterea, perché solo e mai più Lei.

 

 

5 Agosto 1962, uno dei giorni più scioccanti per il Mondo, la sua morte.

 

Oramai, ci siamo tutti “wikipediazzati”, e quindi ne estrarremo proprio tal “memoriale”:

 

Le circostanze della sua prematura morte, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di numerose congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. La successiva sparizione di tracce e documenti dalla casa dell’attrice, dove sembra fosse stato anche Bob Kennedy la sera della morte, nonché innumerevoli omissioni e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, hanno dato adito a molteplici dubbi sugli eventi di quella notte. Tra le varie versioni formulate, la più plausibile vede ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, dettasi pronta a dichiarare pubblicamente le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.

 

“Sfogliacchiando” questo raggelante “reportage“, mi balza alla mente, angosciandomi, la Dalia Nera, fonte d’ispirazione letteraria, in primis James Ellroy col suo capolavoro macabrissimo, e l’omonimo film d’un incompreso Brian De Palma.

 

Come Dalia, forse, una “vergine” santa ma prostituita alla seduzione del Potere, ch’ella stessa seduceva in ammalianti pose ammiccanti d’impudiche esibizioni sensuali di dolcezza.

 

Il suo cadavere, un terrificante mistero che continua ad affascinare, irrisolto, su cui fantasticare e inventarsi più e più storie. Stessa sorte ingrata affiliata a molti eterni, leggendari, immortalati d’icona ancor più maliarda e invincibilissima nella forza evocatrice, appunto, dell’immortalità di chi è asceso nel Paradiso degli dei.

 

Marilyn, forse non so, non una grande attrice, ma perfetta per la società puritana dell’America sull’orlo delle rivoluzioni sessuali, mangiauomini che ossessionava sol sbirciando di occhi pittati, d’uno Sguardo malizioso travestito da ingenuità bambina. Di svolazzanti gonne per un vedo-non vedo ipocrita, accaldato, guardone, “mansueto” e incantato dalla sua pelle di pesco.

 

Culto infinito d’intere generazioni, pietra di paragone, tutt’ora, per qualsiasi Donna che voglia varcar la soglia della reggia splendente ove aleggiano le divinità intoccabili.

Incarnazione femminea d’ogni podio conturbantemente enigmatico. Impercettibile come un fantasma erotico d’abbagliante splendore, di suo sangue bianco e lucente nelle nostre vene.

 

Così, immagino lo scrupoloso, maniacale e perfezionista J. Edgar, in un’apparizione contemporanea del suo fiuto da tartufo, a gironzolar in macchina per Los Angeles, salire su Mulholland Drive, toccare, timido, le scale del desiderio, entrar “di sottecchi” nella proprietà privatissima della limpida villa di Marilyn, e ammirarla, con gli occhi languidi, perdutamente innamorati, mentre “danza” delfina nella sua ultima doccia.

 

Nuda, si avvicina a J. Edgar, lo bacia e gli consegna la “dinamica”-dinamite della sua morte.

 

Edgar annota sul taccuino l’allucinante, inconcepibile retroscena, spaventoso, glacialissimo.

Poi, la saluta, porgendole un occhiolino color benedizione.

Sale sulla sua cabrio, ingrana malinconicamente la marcia, si ferma vicino al “dirupo” della collina dei sogni, brucia una sigaretta amara tra i bagliori ardenti del sottostante panorama liquido di gorgoglii brillantemente artificiali, e “lancia” al vento la verità.

 

Incamminandosi nel noir omertoso di chi troppo ama la Bellezza per sporcarla…

 

E, con una smorfia corrugantemente (ir)ridente, svanisce nel traffico del Mondo, come Lei.

 

 

A 50 anni dalla misteriosa morte, Stefano Falotico “formula”, non solo le ipotesi, ma un suo lynchiano video inquietante “dietro le quinte”.

 

E sbirciamo anche un “Noir Nightmare…”.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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