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Il Profiler del tubo, no, degli Youtuber cinefili di oggi come Frusciante, victorlaszlo88, Matioski/Lady Oscar, insomma, Jake Gyllenhaal di Zodiac mi fa un baffo


17 Dec

rust

Sì, sono abbastanza insopportabile. Ma, si sa, posso permettermelo.
Mentre la gente cosiddetta normale deve lavare e stirare i panni, io gigioneggio nelle dolci lenzuola.

Spesso scrivo libri per essere, oltre che bello, anche più carismatico.

Oh, che volete farmi? Suggestionarmi affinché, volendomi far passare per matto, possa demoralizzarmi e alle vostre bassezze prostituirmi?

Voi abbisognate di un lavoro e di una quotidianità infime poiché siete alquanto adatti alla massa e dunque anche alle massaie.
Di mio, ordino un caffè e osservo il panorama ove impazza una triste ebetudine, zuccherando il tutto con sinuosa lascivia da uomo che, in tale orrida putredine, non si mischierà mai. Che porcume! Pigliatevi un amaro e scolatevelo. Io vado a scrollarlo.

Ascoltate le profezie del Falò poiché lui prevede per voi giorni neri  cupi e voi, sempre più spogliati di dignità, ignudi piangerete onestamente (c)rudi.

Con classe impareggiabile, il Falò occhieggia e, senza sotterfugi, infila un altro libro alla faccia dei miserabili dai piedi coi funghi e agli uomini dal naso di Pinocchio, cioè (ob)lungo.
Il Falò non puoi fregare, lo so, è arido il vostro navigare nel cercare di castrarlo ma il Falò tutti incastrò grazie al suo far bestiale, geniale, assolutamente inimitabile e, diciamocelo, in una donna mai friabile eppur durissimo, miei grissini poco amabili.

Al che, per contrastarmi, potrebbe intervenire Nanni Moretti:

– Signor Nanni, sono bello.
– Purtroppo, sei pure bravo. Cazzo.
– Ah, lei non è bello e bravo, signor Nanni?
– No, lecco il culo solo a quelli di Sinistra che mi scambiano per genio poiché li compiaccio ma io non mi piaccio, affatto. Sono invidioso a morte di tutti.
– Già, in effetti è così. Stammi bene, nano. No, Nanni.

Sono una persona speciale. Sì, credo che l’ultimo film di Tarantino sia una cagata pazzesca e non chiedo venia.

Per tale mia affermazione apodittica, persone che si fanno i pompini a vicenda, così come dice Mr. Wolf di Pulp Fiction, a loro volta affermano che dovrei sintonizzarmi su una rete Mediaset. Ove infatti stanno programmando Kill Bill. Cioè la storia di Maria De Filippi. È vero. La “sposa” è Maria, lo dice anche il nome.

Maria, donna vergine dalla sessualità ambigua, ecumenica poiché non ebbe figli e allora istituì programmi come Amici per sentire in sé, nel grembo suo giammai materno, una missione redentrice nei riguardi di giovinastri già predestinati a finire sulla croce.

Sì, offrendo loro miraggi miracolistici, Maria s’illuse e illude di riempire il suo vuoto poco ludico. Secondo me, mai riempito da Costanzo in maniera godibile e impudica. Il David Carradine di turno. Sì, Maurizio è come il compianto (da chi?) David. È lezioso e nei suoi salotti invita(va) gente che crede(va) a Superman con le sue teorie fumettistiche.

Allora, avevamo Mastandrea Valerio. Uno che, sentendosi Spider-Man, classico ragazzo cresciuto coi nonni, un po’ alla buona, diciamo… riuscì a intelaiare, grazie alle raccomandazioni di Maurizio, una ragnatela di amicizie con romaneschi di origine controllata, cenando spesso perfino con Mamma Roma del nuovo millennio, ovvero Sabrina Ferilli. Ferilli fa rima con fusilli.

Tornando a Maria, non volle finire zitella e allora trovò il panzone che le diede onori e gloria. Forse però non le diede qualcosa di appetibile a livello prettamente più corposamente penetrante e sessualmente fruibile.

Sì, Maria è ancora inconsapevole. Pur di ascendere al successo, sposò Maurizio ma arriverà per lei il giorno della vendetta.

Sì, Tarantino sta preparando il terzo volume di Kill Bill. E io che ho detto, scusate?

Comunque, il fan di Tarantino è quasi sempre un ex adolescente mai sganciatosi dall’era in cui, ascoltando Eddie Vedder dei Pearl Jam e altri ebeti di tale stirpe, ora celebra passatisticamente l’adolescenza sua in cui sperò di andare a Seattle a suonare musica grunge ma adesso, annoiato a morte, non riesce neanche più a tirarsi una sega su Alanis Morissette. Donnetta tutte mossette.

Infatti, io tentai varie volte di emulare i miei coetanei maschi che impazzivano per Alanis. Appena slacciavo la patta, mi veniva voglia di riguardare Le iene.

Sì, io sono sempre stato Mr. Orange/Tim Roth.

Insomma, tutti pensarono che fossi un disgraziato come Gesù ma, detta fra noi, la mia fu solo un’esistenza da leggenda del pianista sull’oceano. Sì, meglio così.

Non mi vidi mai né mai mi vedrò a perdere la testa per Kate Winslet di Titanic.

Ebbi e ho ragione io. Basta vederla ne La ruota delle meraviglie. Assomiglia tanto a quelle pazze di Bologna che, per tutta la vita, si credettero attrici di Hollywood, teatranti di (ca)risma e invece scoprirono che, oltre ad avere un marito più grasso di Jim Belushi, dopo tre volte, Justin Timberlake le mandò a fanculo.

Andassero piuttosto a preparare i tortellini. Pensa te…

Vengo aggredito poiché dissi, come v’ho appena detto, che C’era una volta a… Hollywood è una stronzata.

Mi si dice che non possa capire certa roba. Per fortuna, sono troppo giovane per i “fellinismi” di maniera.

Cioè, non sono ancora così rimbambito per celebrare quel che (non) fu.

Vedo persone ancora piuttosto giovani che acclamano l’ultimo Tarantino. Urlando, orgogliosi, che sia un film che magnifica/chi la poesia del tempo.

Sì, infatti sono dei falliti. A forza di recitare retorica, si sono dimenticati sia del loro presente che di quello che (non) furono. Dunque non saranno, non essendo mai nati. Totalmente ammainatisi.

Stendiamo un velo pietoso. Tanto non lo sanno ma la loro vita realmente emozionale è finita. Se mai iniziò. Appunto.

Sapete qual è la verità? Loro la sanno. Ma chi li osanna? Ah ah. Per questo non hanno il coraggio di ammazzarsi e s’introiettano nel sognare ciò che, appunto, fu ed è un sogno. Non sarà perché questi qua, a forza di sognare, parlano, parlano, parlano…

Bello questo film, capolavoro quest’altro ma in realtà sono un cesso allo specchio.

Sì, non posso capire. Ma neanche loro però, eh.

Invece mi sa che capisco ma voi non volete ammettere che il massimo che v’abbia offerto la vita sia farvi, appunto, le leccate di culo vicendevoli.

Ne vogliamo poi parlare proprio di Leo DiCaprio?

Da quando lavora con Scorsese, ha assunto un tono senile.

Ora non piace né alle ragazze né a Scorsese stesso. Che lo chiama nei suoi film perché la gente è così stupida da riempire le sale appena vede, in cartellone, il nome di Leo. Ah, c’è Leonardo, dice La gioconda.

Scorsese lo sa e lo cogliona.

Tempo fa, un tizio intervenne a una conferenza:

– Sapete che Brad Pitt è stato davvero bravo in questo film di Tarantino? Io gli darei l’Oscar.

Pensavo che fosse solo un figaccione e invece m’ha stupito.

– Bravo, hai ragione. Tu invece non m’hai stupito. Sei brutto e non sei neanche bravo.

– Ora ti meno.

– Sì, però prima fai la fila.

 

Sì, sono Karl Urban di Hangman. Il peggiore film con Al Pacino di tutti i tempi.

A dirla tutta, sono un uomo che presto finirà a vivere nei sotterranei della metro. Ma neanche lì starò tranquillo. Incontrerò un licantropo come in un Lupo mannaro americano a Londra. Peccato che lo sbranerò io poiché, anche fra le sbarre del mio mangiare me stesso, rimarrò Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti.

Sì, prevedo un mio futuro da homeless. Come Richard Gere del sottovalutatissimo Gli invisibili e come De Niro di Being Flynn.

Alla pari di Bob del suddetto, appena citato film di Paul Weitz, sono uno storyteller forse superiore a Mark Twain. Che ovviamente voi non conoscete. Basta che mangiate, alla domenica, le tagliatelle e che prendiate in giro chi veste con le bretelle e, freschi, state belli, miei coglioncelli.

E come Bob, nonostante il mio delirante talento letterario, dai pensieri sconnessi e poco allineabili al pensiero uniformato di massa, dopo essere stato scambiato per un pagliaccio e dopo aver scritto il libro Il commediante, libro ispirato a The Comedian con De Niro stesso, anticipatore di molte tematiche sviluppate poi da Todd Phillips in Joker, poiché lessi e amai Opinioni di un clown da tempo immemorabile, dopo essere stato maltrattato da paperino, mi darò al pauperismo. Cioè, mi accusarono di essere una persona barbosa con la trascurata barbetta, lasciatasi andare… al puttanesimo e invece, guardate un po’, mi sono dato al barbone.

Sì, non sopporto quasi tutto il gentil sesso. Come Marina Ripa di Meana, (non) pace all’anima sua, le donne sono viziate, viziose e capricciose. Sposano un cane ricco e qualunquista, il quale ogni mattina semmai legge Il Resto del Carlino, visionando poi le sue azioni in borsa su Il Sole 24 Ore, quindi tali galline vanno a fare shopping a spasso coi carlini. Alla ricerca di una nuova borsetta, mascherando in pubblico le borse sotto agli occhi grazie all’effetto lifting di farsi sostituire da Carol Alt de I miei primi 40 anni.

Donne, appunto, che avranno un nipote a cui daranno da vedere film come 4 cuccioli da salvare oppure C’era un castello con 40 cani.

A proposito, siamo sicuri che fu Glenn Close a interpretare Crudelia De Mon nel film La carica dei 101? A me parve Meryl Strepp de Il diavolo veste Prada. Mah.

Sì, sono talmente misogino che mi riesce difficile stimare pure quella che viene considerata la più grande attrice vivente, appunto, la Streep. Donna che mi farebbe strippare. Interpreta spesso la parte dell’altezzosa nevrotica. Poi, diciamocela, è sempre stata una racchia. De Niro de Il cacciatore e soprattutto d’Innamorarsi forse non superò mai i suoi traumi da reduce del Vietnam di Taxi Driver per finire a letto con questa finta suora. Il dubbio docet.

Sì, Meryl in questo film fu attratta dal parroco, Philip Seymour Hoffman. Pover’uomo. Lo prese sempre in culo dalle donne. In Scent of a Woman, lo pigliò in quel posto da Al Pacino che lo distrusse, in Happiness, più che attaccarsi al tram, disgustato dal solito tran tran di zoccole, mignotte, ferrotranvieri e Lara Flynn Boyle, che pare un trans, schizzò di brutto… attaccandosi al cazzo, come si suol dire.

Invece, in Onora il padre e la madre sodomizzò Marisa Tomei nella primissima scena di “apertura”.

Ma finì egualmente inculato.

Nel film Il dubbio, appunto, fu accusato di essere un pedofilo solamente perché volle fare il pedagogo alla Giovanni Bosco. Dio Boscoli!

Sapete da dove derivi questa bestemmia?

Dalla storia di Pietro Paolo Boscoli.

Non sapete davvero una minchia, cristo santo! Miei boscaioli, continuate con le tagliatelle alla boscaiola e con le campagnole.

Sì, le donne vogliono solo uno che le faccia ridere. Se devo ridurmi come un guitto d’avanspettacolo con la faccia del figo inespressivo, a questo punto preferisco essere Silvio Orlando di Ex.

– E con questo stai? Che è pure brutto!

– Ha parlato Brad Pitt!

Silvio, un vero pasticcere trozkista super-fancazzista che, dolcissimo, balla in mezzo a gente ritardatissima che adora solo le creme morbidissime e spalmanti/spalmate dopo che tutto entrò durissimo, mica tanto. Creme, eh già, soltanto solari da allampanati abbronzati con la lampada e la Lambada.

Ora, arriviamo al punto.

Frusciante dice che dopo circa vent’anni di onorato servizio, eh già, la sua videoteca stia fallendo.

Quanti anni ha, Fede? Più di 40, giusto?

Dunque, aprì la sua bottega dopo la maggiore età ma Fede sostiene di essere “terzo mediato”.

Di mio, giocai a Calcio anche nel ruolo del mediano e della semi-ala fluidificante. Solamente a tratti ficcante. Prima di aprire la videoteca, Fede come (si) formò la sua struttura mentale?

Credo che abbia vissuto una profonda inquietudine adolescenziale. Non è un male, è solo giusto malessere. Da lui curato nel sublimare una realtà edonistica che gli parse ostile, di conseguenza introiettandosi nel Cinema e nella Musica più adatti/e alla sua poetica esistenziale.

Di victor non parlerò, invece, neanche di Mattia. Mi sembra infatti superfluo soffermarmi su due che, a differenza di Fede, dalla nascita sono (in)fermi. Si scherza, eh. Infatti, le vostre video-recensioni sono una barzelletta.

Di me, volete sapere qualcosa? Chiedete pure. Non ho nulla da nascondere. In primissima adolescenza, avvertii inconsciamente un immane disagio a livello, più che sessuale, carnale. Sì, m’accorsi subito, saggiamente, che la vita è un troiaio. Di conseguenza, mi “trasfusi” in meccanismi psicologici di autodifesa come il disturbo ossessivo-compulsivo e le rituali “maniacalità” mnemoniche. Mantenendo un’igiene impeccabile nonostante molti atti impuri.

Io so tutto sulla mia vita, siete voi che non sapete nulla sulla vostra.

Vi faccio un esempio. Mezzora fa, presi l’ascensore assieme a un ex mio condomino, detto Cocco. Poiché, sino a una certa età, lui visse coi suoi genitori. Ah ah. E quelli del palazzo, simpaticamente, anziché denominarlo bamboccione (all’epoca non era ancora stata coniata quest’espressione), gli affibbiarono la patente di Cocco. Insomma, del coglione.

Lui, per dimostrare ai condomini di essere “cresciuto”, partecipò a una puntata della trasmissione che allora andò per la maggiore… piena di maggiorate, vale a dire Colpo grosso.

– Come stai, Stefano?

– Bene, lei?

– Insomma, sono venuto stasera a incontrare mia madre.

 

Ora, finalmente, avete capito chi sono. Be’, me lo disse un mio amico qualche anno fa…

Mi disse che io e Rust Cohle di True Detective siamo molto, molto simili.

Entrambi delusi, senza legami affettivi particolari, ascetici. Al massimo, possiamo fottere la donna del nostro migliore amico perché ci fece girare le palle ma siamo sostanzialmente sganciati dalle “termodinamiche” dei cosiddetti ilici.

Quindi, essendo molto cerebrale, freddissimo, posso individuare chiunque in trenta secondi netti.

Sì, basta che Rocco Siffredi si spogli e capiamo subito, tutti noi, che non lo ha/abbia di trenta, sì, Rocco è sopravvalutato.

Sì, è difficilissimo per un comune mortale però capirlo, visto che un normodotato lo ha di solito di dieci.. A meno che uno non apra Instagram. Anche un idiot savant capirebbe al volo che quella lì non è una professoressa, bensì una bagascia. La faccia da culo la dice tutta. Questa va sia con Rocco che con ogni allocco. Fidatevi.

Mi basta osservare le sue mosse e risalire a come sviluppò la sua personalità. Bella o brutta che sia. Comunque di chicchessia, anche dei finti uomini di Chiesa…

Mi urlano… per cortesia! E il giorno dopo hanno ferite leccate da qualche crocerossina.

Sabato scorso, fui a Castel San Pietro Terme assieme a un mio amico.

Andai al bancone di un pub e ordinai un drink.

Al mio fianco, ecco che apparvero tre ganzi…

– Cazzo, quella ha la figa profumatissima. La sento da qui. Ci provo.

– Dai, provaci.

 

Ecco, con un campionario di dementi di un certo tipo, è comprensibile perché io possa essere quello che sono e voi no.

L’uccello forse vi arriva ma il cervello non capisce un cazzo.

Ora, levatevi dai coglioni, altrimenti finirete tutti in manicomio.

Mi raccomando, però, prima di entrarvi, rispettate la mia anzianità. Sì, il primo della fila di attesa sono io.
Anche in questo arrivate sempre secondi.
gyllenhaal zodiac

di Stefano Falotico

Paolo Mereghetti stronca parzialmente Everest, Cinema che non svetta né precipita, rimane arrampicato agli specchi della mediocritas


03 Sep

ELENA Watson?

Povera EMILY!

Quante volte son stato Vasco Rossi e Jake Gyllenhaal


16 Mar

NC_01229L’altra sera, ho criticato l’ultimo video della recentissima canzone del Blasco, “Sono innocente ma…”, ma appunto quante volte le sparo grosse, per “calcar la scena” d’estremi momenti di meraviglia.

Questa è più bella, quante volte penso alle cose che non torneranno mai…

Stanotte, ho dormito malissimo, assalito d’attacchi di panico simili a quelli di Don Rodrigo nel finale de “I promessi sposi”, quando ha la crisi di coscienza. Be’, non sono un “bravo” né un signorotto, un signorino, sì, dai, sudai, sbavai, questo sì, realizzando che il mio passato fu molte volte da Donnie Darko.

Quella faccia pulita, “schizofrenica”, assediata da dubbi perenni d’una permanente instabilità interiore, un “mattoide” col viso di Jake, con accenni alla Jack Nicholson.

Ho pensato è finita, poi mi risvegliavo il lunedì…

Arrivava la realtà

Io non voglio più vivere solo per fare compagnia… non mi diverto più…

L’occhio di Jake “stampigliato” sulla mia facciotta da schiaffi, “arzigogolato” nella mia incognita esistenziale da essere o non essere amletico, lunatico anche se, appena all’alba, già in gamba.

Uno sgambetto del cuore, un attimo d’incertezza, l’estemporanea paura tremenda di sentirsi tremolanti, proprio un fremito tremante, che non si arrestava come i miei mille pianti e non “piantarla” mai di lagnarmi. Le l(i)ane di questa giungla che è la citta nella tenerezza romantica del mio sbuffar (in)sincero dinanzi a un’altra (s)figa, un altro “anacoluto” della mia “via” arricciata come un naso pagliaccio.

Paure…

Dei miei che invecchiano, la nostalgia che mi (s)cavalca ton(itru)ante, le discussioni di Cinema con un “compagno di mer(ende)”.

Questo post non significa “niente”, ma forse c’è un significato…

E chi se ne frega dei significanti, delle “dietrologie” di (rim)pianger gli “orrori” commessi, compreso non comprare un film di Tobe Hooper, vero horror come se ne facevano una volta.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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