Posts Tagged ‘Jack Nicholson’

Discorso di fine an(n)o del Presidente, cioè Falotico, detto anche l’uomo del mar ionico, forse solo Ronin


31 Dec

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Ebbene, un altro anno di merda, fratelli della congrega, sta giungendo finalmente alla “fune”, alla fine, e so che state leccandovi le ferite in attesa di leccare, stasera, qualche “feritoia”. Sì, molte ragazze influenzate si stan facendo belle per voi bulli e io me ne sbudello, ridendo nel mio eremitaggio secco come un caffè “zuccherato” di nevralgia e più forte misantropia. In codesto anno solare, per me non tanto, ho pubblicato vari libri, tutti prodotti dal mio esser libero e dunque dettante legge superiore alla moltitudine ammassata nei luoghi comuni e ammaestrata in lavoretti schiavizzanti che detronizzano le vostre potenzialità. Sì, impotenti, avete patito le ore dietro la scrivania e sognate stasera le orge. Per non par(l)are di quelli sottomessi a lavori sudanti la schiena spezzata in qualche orto e poco oro. Ma poco ne “verrà” e sappiate che io molto varrò, in quanto io var(i)o. Dopo questa stronzata, passiamo a cos(c)e serie. So che state fremendo affinché i 365 giorni dell’anno a venire, sì, non è bisestile, illuminino le vostre teste e vi rendano amara-mente spensierati come il sottoscritto, il cui “patimento” maggiore è riordinare i dvd in che si son accumulati nel mio letargo cinefilo. Sì, colleziono “cimeli” e amo la cima di rapa con le orecchiette, cari ricc(hj)oni. Detesto le compagnie sociali perché mi par gente asociale, che sta dietro il pettegolezzo, la burla sadica, la chiacchiera cattiva, l’uso nazista e fascistoide d’una mentalità cretina che vorrebbe tutti assoggettarci a meccanismi di competizione falsa e frivola, ove “vince” chi ce l’ha più “duro”. Me ne frego e della mia fregiatura me ne fregio. Anche un po’ lo sfrego, in un fregolismo da trasformista, da “equilibrista” di pene, di danzatore delle mie enfiate vene. Svenatevi in leccate di culo tanto la vita avrà da darvi sol un paio di cazzi fritti. Ricordatelo, donne, quando vostro marito, dopo una giornata spossante, vi chiederà il bis e voi volevate solo un sano “biscotto”. Sono preso da interessi che non stressino, dal mio cervello che ha poco da spartire con i vostri uccelli, sono più che altro “rappreso”. Eppur apprendo, al chiodo appendendomi, vestito di pelle da uomo degli an(n)i settanta, un po’ cruising e un po’ qualcosa (non) è cambiato. E qui De Niro aveva un carisma che vale più di 2017 premi Oscar.

 

di Stefano Falotico

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Batman V Superman, monumentale titania-litania del mio Credo che…


24 Mar

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Perifrasi, paragrafo introduttivo, omaggio e poi via sorvolando il cielo, sguinzagliando il lupo ch’è in me nelle notti cupe e tempestose del mio insopprimibile pen(s)are

Qualcuno, e non starò a dirvi chi(cchesia), non uno da chiesa e casa, ha enfatizzato i pregi di quest’enorme, sesquipedale cagata, oggettivamente (in)guardabile.

E io, essendo empatico, condivido “appieno” questo suo “viaggio” mentale. Così incensandolo, incessantemente.

Il maggior pregio di Bruce Wayne è saper evadere dalla realtà odierna, che è un horror vivente, per vi(b)rare di sue emozioni solitarie esplosive, che a sua volta condivide con noi mortali moralistici a cui, onestamente, il cinema (volutamente in minuscolo, sebbene pieno di “muscoli”) di Snyder fa semplicemente cagare. Bruce, invece, se ne strafotte della Critica intelligente, in questi cas(ch)i, e pensa solo al suo piacere, puro, glabro, privo di ogni compromesso con la realtà giornaliera. Un uomo giovanile che nell’animo conserva la grandezza di saper esaltare un film che sarebbe da demolire, e che gli piace davvero. Non è una posa, vi crede davvero e noi, leggendolo, siam quasi persuasi che abbia ragione da vendere. E che dunque sia assolutamente da vedere. Signori, Superman. Signore, Batman, cioè battete le mani e “masturbatevi” con questi toyboys.


Adesso sarò serio, pasoliniano o forse di mio “pisellino” stanco eppur sempre (s)oggettivo, aprite gli occhi, cioè siate obiettivi e obiettate, c’è infatti da aborrire ma, donne, non abortite la “voglia”, Madonna!

Credo che la mia natura irrequieta non sia (vaglia)bile e che nessuno psichiatra di ieri, oggi e (dopo)domani potrà invero curarmi da un’inquietudine di fondo (mal)sana. La mia testa gira sempre, i miei testicoli non son sedabili. E non posso, (non) voglio appiattirmi nelle burocrazie odiose di una “odiernità” che mi castra o meglio mi vorrebbe a cazzo loro. I castrati, Cristo!

Vissi per anni da Principe, che sfondato ano, per poi veder crollare molti miei sogni per colpa di rigide mentalità bacate, ché mi diedero perfino di uno vizioso che si “bucava” e dalla mamma ancora si faceva lavare il bucato. Di questa gente me ne lavai le mani.

Sono fatto così, sono Jack Nicholson non Joker ma di Qualcosa è cambiato. Cioè nulla. E mi va a genio esserlo.

Per il resto, guardatevi attorno. La gente se la prende per nulla e scatena attacchi terroristici non solo dell’ISIS ma s’incazza “di brutti” per lo scontrino della COOP. Gelosie, ricatti, invidie, troppe donne coi gatti e troppi attori cani. E i topi? Chi darà da mangiare ai ratti?

I ratti a tratti mi spaventano, a tratti mi tratteggio nei loro “atti”.

E comunque vada… sarà un fanculo a molta imbecillità umana.

Aspettando Silence di Scorsese, meditate su tali mie parole (in)sensate e date un “seno” a vostra moglie, perché vi chiede di “rifarselo”. Sì, vi ha reso cornuti come Batman e voi che vi pensavate Superman.

 

di Stefano Falotico

Cerchiamo tutti mondi nuovi alla Neffa, avvolti dalla (malinco)n(o)ia, Qualcosa (non) è cambiato, vai di Neffa e Nicholson Jack, che fu anche Hoffa, uffa


21 Apr

Qualcosa è cambiatoHoffa Nicholson

Il lavoro è un’afflizione, (ri)cor(datelo) in tem(p)i di ma(g)r(a)


20 Apr

Carmelo Bene lavoroTom Hanks il falò

Carmelo benizziamoci, uomini “benigni” che sbrodolate mielosi per la donna che, “leccante”, vi par(l)a il cul del vostro co(r)n(uto). Aveva ragion veduta Carmelo a shininghizzare il lavor’, “sghignazzando(lo), ché Kubrick sapeva quanto lavorar tutto il giorno rende Jack un triste figuro. Uomini “fighi” in (gi)acca e cravatta, siete ovattati nel mattino ha l’oro in bocca, e avete perso la fantasia labirintica dei bambinelli giocosi, siete oramai “(o)mici(di)” del vostro cagnolesco p(r)ender dalle labbra del “gentl” sesso che vi “lincia”, a sassate, ossessionandovi con la pagnotta per pene “dur(ature)” del fai “sem(pr)e” il tuo dover’.

Come Carmelo, sono un gen(io) e non oblitero il cartellino impiegatizio, non ho (bi)sogn(o) di entrar nei meccanismi incubatrici, che (in)cubo, carta-bollati del sis(te)ma sociale, terremotante e impedente-(in)dipendente la vostra libertà feconda, non gioconda di “gioghi”, eppur (in)castrata nel ma(ci)gno della catena di monta(ggio), ché farneticate di donne da sodomizzare e le prendete a “Calcio”, ossidandovi nel tribolato frust(r)arvi balistico di balle, ah, il pallone gonfiato, castigando l’uccellin’ spensierato del far quel che cazzo che vi piace. Volete esser “piacioni”, ma fatemi il piacere nel “popò”, come “sosteneva” Totò.

Nel falò delle mie vanità, non bevo “sborra” omologata e non poltrisco di birretta sul (di)vano, lustrando invece il mio fiero lettore dvd, comprato a poco (s)p(r)ezzo, gustando film d’ogni razza e religione, dalle americanate alle crude pellicole curde che, islamiche, irridon la vostra cur(i)a.

Poi, esco di ca(u)sa, recandomi in una gelateria ove succhio lo yogurt sciogliente del mio fe(ga)to (ri)bollente. Faccio sì, eh sì, che mi “permei” nel tubo digerente, assaggiando “esso” stes(s)o e (s)palmato la discesa nel vostro triste an(n)o. “Regredisco” a uno stato stupefacente d’infantilismo soddisfacente, senz’altri “stadi”, nel “me” (dis)facendomi del fatuo prender la vi(t)a così come (s)viene il f(l)a(u)to, fischiettandola allegramente con una van(itos)a fiaschetta non fi(ac)ca di vin’ nel dì del “darci” anche se le donne, qual danno, non me la daranno, poiché non ho danari e di “quello”, nel dire e il (non) fare c’è di mezzo il mare, son av(ar)o e sparviero del mio “usignolo” can(t)e(rino) fra voi, i basta(rdini). Siete da prender a bastonate, di b(r)isc(ol)a clandestina nel “rubamazzo” della “scopa”.

Sto scop(pi)ando!

E ancor scappo, senza vi(t)a di scampo(li).

 

di Stefano Falotico

Voi, voi che attore di Hollywood siete? Io sono Jack Nicholson


09 Jul

 di Stefano Falotico

Impazzano su Facebook i quiz per sapere “chi sei”. Compilo le domande in(s)erenti a quello che concerne il mio quoziente intellettivo e salta fuori la scritta “Sei un genio!”. Perché pare che, almeno, potenzialmente lo sia per le capacità deduttive, logiche e di apprendimento immediato superiori alla media. Mah, di mio so che, se una donna mi fa l’occhiolino, so come “prenderla”… al volo… Sì, sono veloce, (s)vengo… subito, e voglio impararne altre.
Fra sveltine e sventolarlo.

A parte le (s)battute, compilo anche il “mod(ul)o” riguardante l’attore di Hollywood che, secondo il test, “affidabilissimo” e “impeccabile”, più assomiglierebbe alla mia personalità.

Sì, rispondo che sono un “topo”, cioè un tipo profondo, che l’aggettivo che più mi s’addice è “temibile”, che vorrei essere Iron Man e lo invidio a morte, che preferisco la saggezza alla brillantezza e l’ac(u)me della mia mente rispetto al sesso preconfezionato della nostra società carna(scia)le(sca) e già putrefattissima. Dichiaro che Tim Burton è superiore a Chris Nolan, un regista da supereroe identico però, e che indubbiamente Shining è un capolavoro per cui avrei fatto follie, peggio di Jack Torrance, pur di ottenere il ruolo da protagonista a tempo debito. Avrai spaccato lo studio della Warner Bros pur di poter parlare con Kubrick e urlargli, con ascia in mano, di farmi fare il pazzo!

Così, salta fuori che “sono” Jack Nicholson.

Non avevo dubbi. L’unico dubbio, che ho, è questo: DiCaprio assomiglia dunque a me, Falotico? A giudicare dall’aspetto “nicholsoniano” di lui “sformato” a Ibiza, stempiato, col ghigno malefico mentre osserva la sua modella Tori, be’, direi che ce la (s)battiamo in (s)piaggia.

Ricordate: il lupo perde il pelo e non il vizio. Io perdo i capelli ma guadagno di peli e tutte mi viziano.

 

“One more time” con De Niro, Pacino, Hoffman e Nicholson, notizia sola


17 Sep

(AGI) – Viareggio (Lucca), 16 set. – Un kolossal girato in Italia con Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson. L’anticipazione arriva dal manager delle star di Hollywood, Oscar Generale, che nel weekend ha fatto visita alla Capannina di Forte dei Marmi insieme alla fidanzata Denny Mendez, ex Miss Italia, proprio per scegliere le location del film che si intitolera’ “One more time” e vedrà lavorare uno di fianco all’altro le quattro stelle del cinema americano. “Ho appena finito di girare un film con Nicolas Cage – ha spiegato Generale durante la sua apparizione nel locale versiliese – e subito mi sono lanciato verso il nuovo esaltante progetto ambientato interamente in Italia. Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson interpreteranno se stessi alle prese con una vacanza di relax e divertimento in giro per la penisola italiana. Le riprese cominceranno il prossimo anno per la regia di Paul Sorvino. Mia intenzione e’ quella di mettere in scena diverse citta’ italiane, facendo tappa anche alla Capannina di Forte dei Marmi. Vorremmo girare delle scene anche a Venezia, Firenze, Abruzzo e Calabria”.

Questa news mi puzza di cagata!

Come puoi dar torto a Jack Nicholson


17 Sep

From Comingsoon.it

Era circolata, all’inizio del mese, una notizia che avrebbe voluto Jack Nicholson ritirarsi dal mondo della recitazione. Notizia che venne subito smentita, soprattutto per quanto riguardava le supposizioni riguardanti problemi alla memoria dell’attore e la sua incapacità di memorizzare le battute.
Oggi, l’eterno ragazzaccio di Hollywood ha deciso di parlare in prima persona riguardo alla questione.

Nel corso di un’intervista al The SunNicholson ha dichiarato di avere ancora “il cervello di un matematico” e che non si è affatto ritirato dalle scene ma che, più semplicemente (?) non vuole girare più film.

“Non lavorerò fino al giorno della mia morte, non è per questo che ho cominciato a recitare,” ha detto l’attore. “Il fatto è che non sento più la motivazione. Prima, l’avevo, ora no. Non sento più il bisogno di andare lì fuori. Mi è venuto l’agghiacciante pensiero che forse i ventenni e i trentenni di oggi non vogliano più essere commossi, emozionati. Che forse vogliano solo vedere più bombe, più esplosioni, perché è quello con cui sono cresciuti. E io non farà mai quel genere di film”.

Insomma, dopo aver suscitato gli strali della critica, quelli di filmmaker come Spielberg e Lucas, anche un altro monumento di Hollywood come Nicholson getta, a modo suo, un grido di allarme sullo stato attuale del cinema americano.

Qualcosa è cambiato


26 Aug

Il roboante, mellifluo, imprevedibile, depistante Falotico “calvo” simil Matt Damon di Elysium: look rasato, da “sparatoria marine

Il Falotico si destreggia a cambiar aspetto. Camaleontico nel deniriano imparar dal Maestro della recitazione versatile, oggi in camuffa, domani ammuffito, ieri in cantina, nel Futuro cane da vita urlante, strangolata, recisa, spezzata, amputata eppur mai a puttane e avvinta agli strozzini. Egli “inala” percezioni sensoriali, morbidamente declina nel  Far(sele)West, le sveste di “fondina”, spinge sul grilletto senza più il Grillo che parla fuori luogo non mirando mai al “centro” delle cosce, sorvola le pianure emiliane in totale sfrontatezza di fronte spaziosa, “rugginosa” di semi-rughe con addominali-tartaruga, veloce e non lumaca come voi, il Falotico è lumacone per “aderir” di serpentine fra donne che “invischia” col suo fluidomor(t)ale”, blob che “uccide” nel lasciarle secche, ancor “viscide” sguazzan infatti e in fallo desiderose della bisc(i)a, (s)lavate a centrifuga depurativa d’ogni schizzo residuo. Fa dello squirt un Nesquik, addolcendo le dita in leccante sapore “insaponante” da patatine croccanti alla Fonzie(s), Henry Winkler rinforzato di “pelle” a giubbotto (im)permeabile dei suoi happy days torna(n)ti al meglio. Più di così… non posso d(or)are. Mi paion già troppe queste top(p)e.

Alzo il pollice, su il medio e vai di jukebox. Lei slaccia la gonna e io lecco “giù” d’ugola sempre al primo posto della hit, parade per ogni cicala alla Heather Parisi. Un’altra sbattuta contro la parete, un’altra da “imbiancatura” e tutti voi, di “stucco” e distrutti, mentre Lei a bocca aperta addenta il “pennello”. Smaltando nella variopinta “cappella” del mio Michelangelo molto “indiavolato”.

Sì, sono De Niro di Paradiso perduto eppur ho grandi speranze.

Sono come Jack di Qualcosa è cambiato. Misantropo tendente alla tenerezza che si dà manforte con un cagnolino e una Helen Hunt che gli regge il “moccolo”. Mi fingo misogino, Lei con me non finge, anche se non so se è figa o un mio romanzetto d’amore. Meglio di Greg Kinnear. Anche come checca risulta poco credibile.

Sono sdolcinato, sbuccio il “pelato” e di pelo vizio il lupo.

Consiglio per chi soffre d’alopecia, praticamente tutti i maschi con ormoni non da ermafrodita: prima o poi, i capelli cadono.
Allora, per rinforzarli, bisogna sfoltirli. Attenti col rasoio. Potreste beccare in p(i)en(o) la vostra testa di cazzo e lì saran dolori.
Anche perché “sopra” crescono, in mezzo… una volta “sminuzzato”, ti riman da prenderlo in culo.

A meno che tu non abbia anche una faccia da culo.
A quel “punto” la vedrei nerissima. Cioè, più che nuca, neppure eunuco.
Solo bocchino.

Per la sutura fai affidamento alla sarta. Ella taglia e cuce, oltre non può misurartelo.
Ciao.

“I mercenari 3” sono io, io sono la Legge!


26 Aug

Un Mondo laido di mercenari, evviva il mio “lucernario” da Lucifero”. Dio renda grazie… alla Luce, Dio abbia in gloria l’onore dei miei odori, mai però mercific(c)ati, a cerniere di…

“Cola la cera della candela!”

La nostra è una società di falsi Pater Noster, di minestroni, megere e analfabetismi che, frivoli, la prendon alla  “legger”, di putride sconcezze senza leggi e di acconciature che chiudon la mente e apron la “cena”

Fratelli della congrega, esemplifico ciò che non “figo” reputate “odioso”. In quanto analizzo e mai anal son vizioso! Quindi, preso a testate, anche dai giornalisti privi di testicoli, ripudiato e sputato! Ma chi siete voi per giudicarmi? Sono io che vi macchio!
Di croci tramutate presto in “letizie” per poi altre finta impudicizia ove simulate afflizione per castigar, ipocriti, il vigliacco vostro dentro più bestiale. Che camuffa antri orgiastici e si pavoneggia da “santo” a gastrite con tanto di radiografie e cancrene di “lastra”.
Invero, meticolosamente moralisti, “inquisite” per poi smentirvi nella coscienza. Arrabattandovi in vite arrangiate ove tira… il vento dell’opportunistico carnaio che mutate in metafisiche quando invece vorreste spacciarvi per savi, nel batter la fiacca di facciate “sane”. Sì, per voi la sanità è la bifronte disonestà morale. Tacete i peccati e denudate soltanto l’ambizione sfrenata di mostrarvi “giusti” e “corretti”. Siete mostruosi. Falsità! Evviva sua Maestà! Io!
Amputando invece i valorosi, gli “eretti” e la retta via che proprio io non smarrii neppur nelle “selve”. “(O)scura” tu in quanto oscurantista bugiardo, io schiarisco i dubbi di questa collettiva dissipazione nel dar voce all’umile eppur punitrice “benedizione”. Maledirmi, e di maldicenze, inveir contro di me, non sortirà il sortilegio dell’estrarmi, come desiderate maligni, il sorriso. Incancellabile è schietto e, di franchezza, freme e non lo frenerete.
Rivoltando le verità a uso e “costume” dell’abusarne di “potere” odierno. So che tu sei impotente, eppur t’agghindi nel “lucente” gaudio. Qui, dinanzi a te, l’Uomo che nessun dolore scalfirà. Roccia anche vanitosa e di Luce ariosa.
Ave ai miei felici alveari. Miele son ape e sgranocchio le donne di dolcezza che snocciola poetiche notti calde in sapor mescolante di corpi esasperanti. Al limite del più vertiginoso (s)venir nostro come sempre sverginarci a rinnovati palpiti. Ella che, mordace, inguaina il pen vorace, lo annette al nettare che le “dissanguo” mentre, avvinghiante, succhia fin ai nostri unti “ori” colanti. Barcollante, appena disgiunto, poi “crolla” esangue il mio “bisonte”, stanco di tanto spronarlo, spremuta è in Lei imbevuto. Ubriachezza! Ella s’abbevera alla mia fonte dilettevole, lecca il frutto “proibito” e lo incastra fra voi castrati e colmi di pudore nel tagliarvi sesso aberrante, lordo e senz’affetto da inetti all’origine adamantina dei cuori puri. Noi siamo gli “agnelli”. Eppur abbiamo il bianco uccello! Di-vino! Fra vigne e vive vulve! Evviva!
Ella vien con me che, encomiabile, la domo, la inondo e di lode ancor alluderà per ululanti amplessi sinché Luna giammai albeggi. Aurora o aureola!? Aureo argenta, di lamenti, per cento e una Notte discinte a mio firmamento lucidato!. Sottil, “ingarbugliato”, rosso nel nitrito e nitrato nell’adirarlo vorticoso e rosse ad arrossir. “Appanno” l’Uomo in diluirlo mansueto, di libidini a caramelloso budino, cari bovini. Ah, svaccate ma Lei non vi dona la “spaccata”, ché sa quanto non l’amate eppur volgari la bramaste.
Vi brucerete se sol di Sesso lercio non arderà la fiamma eterna della Passione, come querce secolari radicate a cosce sue che squadrate ma poco atterrate. Scolorirete e nessuna ve lo s-colerà. Eppur d’onanismo vi “colorate” nelle fav(olett)a d’ovatta e fazzoletti, neanche un letto ma, “lieto lieto”, il “flauto” canta da solo nel grigio arcobaleno addolorato, stinto, afflosciato, di cazzo masturbato. Non attecchisce il vostro coltivar futile e, al primo “colpo di fulmine”, abbattuti tutti venite colti da un coitus interruptus proprio quando stava per “tuonare”. Che lutto! Che (a)dorabile!
E non tornerà… fidati. Non “torreggerà” e, a breve, non lo sorreggerai…, mio “pappagallo”.
Ripeti a memoria le pappardelle apprese ma da me sol lo prendi e finirai pappone delle paperine a mangiar la pappina, fra un altro mio dartelo nel popò e il tuo “Papa” a pregar per sperar che “ascenda”. Nessuna pappa il tuo.
Ah, sta sol che scendendo… e il tramonto s’annuncia Notte fonda in nessuna in cui “affondarlo”. Dammi rettamente la schiena e t’entrerà rettilissimo nel retto. “Udirai” un dolor provenir dal ventre, diciam pure che ti sventro.
E ne svesto una per poi “ricoprirla” al massimo dei carati e della cascata fluente di “gioielli” miei a erezion della top(ic)a eiaculazion’. Si chiama adrenalina con in bocca l’acquolina. Tu datti a Jolie Angelina e ad applaudire al tuo Brad Pitt virtuale ma molto di “toccasana” rituali. Che applauso, che st(r)appo al suo brindisi. Mi scocci, non la scosci, e da me uno “scrosciante” d(or)arti.
Rammemorate miei fratelli della congrega. Innamoratevi e siate come me, Al Pacino de L’avvocato del diavolo.
Sono nato figlio di puttana, meglio dei poveri cristi. La loro madre non ha goduto. Porca M… donna!
Lubrificano anche i sogni più ottusi con fantasie a base di oro e di dollari finché ogni essere umano diviene un aspirante imperatore, il suo proprio Dio! E a questo punto dove si va?! E mentre noi ci arrabattiamo da un affareall’altro, chi è che tiene d’occhio il pianeta? L’aria si inquina, l’acqua imputridisce, perfino il miele delle api ha il gusto metallico della radioattività e tutto si deteriora sempre più in fretta. Non c’è modo di riflettere né di prepararsi. Si comprano futuri si vendono futuri dove non c’è nessun futuro. Siamo su un treno impazzito figliolo!

Per quanto mi concerne, mi congedo con questo patto demoniaco: “Meglio la mia patta dei patti chiari e l’amicizia di un amico che l’allungherà nel tradimento da Giuda”.

 

I miei rapporti “sessuali”

“Ciao cara, vorrei leccarti il collo, anche quella vicina al culo, posizionata opposta, circumnavigarla e di solletico nell’inguine esserti lingua a svilupparlo”.

Lei mi dà subito il numero di telefono, io non le do proprio nulla. Le fornisco solo la bolletta del telefono.
Mi aveva contattato per far due “chiacchiere eccitanti”.
Eh sì, la bolletta sale, il bollore non tanto se “lievita” la cornetta. Intesa non nel senso del marito, di parole cornificato, ma del conto di ENEL.
Sì, sono come la “Luce”. Interrompo e lascio al “buio” tutte. All’improvviso. Effetto blackout. Poco gatta nera, molto cazzi amari. Il “mio” si elettrifica, la figa va su tutte le furie. Insomma, tutto si scalda, e finisce con “Buonanotte”.

Lei: – Cazzo, perché fai così? Non si fa. Mi hai illuso! Sei una merda!
Io: – Così è, così la vedo io. Non vedrai quel che volevi vedere. Ciao. Rimani con gli occhiali, servono in caso di perdita di “gradi”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Nulla, solo più seghe, non solo mentali e romanzi mielosi.
  2. Elysium (2013)
    Mi son tagliato i capelli a 3mm come Matt Damon.
    Sembro più inespressivo di Damon. Sono stato bravissimo.
  3. Red 2 (2013)
    Al posto di Morgan Freeman, Anthony Hopkins.
    Non vale un cazzo nero.

“The Crossing Guard” by Sean Penn from “Springsteen’s Missing”


02 Jun

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)