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Attori rinati: Danny DeVito


20 Nov

Un gigante!

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Eh sì, stavolta andiamo a parare proprio su questo “piccolissimo grandissimo uomo”, il mitico Danny DeVito.

Lo stiamo vedendo in una particina spiritosissima e molto buffa da medico gnomo che cura la prostata di Michael Douglas nella serie Netflix Il metodo Kominsky, e nei prossimi mesi lo attendiamo nel Dumbo del suo fido Tim Burton.

Quale occasione migliore dunque per soffermarci su di lui?

Quest’uomo all’apparenza insignificante, bassissimo ai limiti del nanismo, goffo, tarchiatissimo, cicciottello, appunto un freak da circo, una creatura burtoniana per antonomasia. Ma anche un grande attore coi fiocchi.

Di qualche giorno fa, peraltro, la notizia assurda secondo cui in un college americano sarebbe stato trovato un segreto santuario eretto in suo onore. Ah ah.

Danny è un uomo che, se non sai chi è e lo vedi camminare in giro per strada, indubbiamente attrarrebbe immediatamente la curiosità di chiunque per via delle sue alquanto anomale fattezze fisiche.

È invece un factotum geniale del Cinema. Oltre che attore, è tra i più intuitivi e fini produttori di Hollywood, e a mio avviso anche un bravissimo regista. Insomma, proprio un bel personaggio.

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Nato a Neptune il 17 Novembre del 1944, Danny, nonostante i suoi appena enunciativi difetti fisici perfino un po’ imbarazzanti, è uno che ha voluto da sempre fare l’attore. E con enorme coraggio, senza sprezzo del pericolo, come si suol dire, s’iscrisse giovanissimo all’Accademia americana di arti drammatiche di New York.

Un po’ per le sue marcate stranezze corporee e un po’ anche per il suo indubbio, spiccato talento, Danny viene subito notato.

Al che esordisce con enorme successo, al fianco del geniale Andy Kaufman, nella famosa sitcom Taxi, sul cui set conosce anche Christopher Lloyd.

Appare dunque ne Il dittatore dello stato libero di Bananas di Woody Allen ed è fra gli interpreti de La mortadella del nostro compianto Mario Monicelli.

Al che, girando sempre assieme a Lloyd il celeberrimo, epocale ed oscarizzato Qualcuno volò sul nido del cuculo, diviene presto amico del suo grandioso protagonista, Jack Nicholson.

Jack dirigerà Danny in Verso il sud, i due sempre più affiatati gireranno Voglia di tenerezza e Mars Attacks!, poi Danny sarà il regista di Hoffa – Santo o mafioso?

E a proposito di Michael Douglas, peraltro produttore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, DeVito stringerà via via anche sempre più una collaborativa, fruttuosa amicizia con quest’ultimo.

All’inseguimento della pietra verdeIl gioiello del NiloSolitary Man, il già succitato Il metodo Kominsky e naturalmente La guerra dei Roses, diretto come sapete dal nostro Danny.

Ma Danny dimostra comunque di non essere l’ombra di nessuno e secondo neppure a divi molto più belli e fascinosi di lui.

Diventa lo straordinario protagonista de I soldi degli altri e nel corso degli anni continua a incrociare enormi cineasti. Brian De Palma con Cadaveri e compari, ovviamente Tim Burton col suo indimenticabile Pinguino di Batman – Il ritorno e con Big Fish, Curtis Hanson in L.A. Confidential, Francis Ford Coppola per L’uomo della pioggia.

I gemelli assieme ad Arnold Schwarzenegger diventa un hit mondiale e Danny gira con Jim Carrey, per la regia di Miloš Forman, lo stupendo Man on the Moon, ove chiarissimamente omaggia il mai dimenticato amico Kaufman nei panni del suo impresario Charles Shapiro.

Be’, mi pare inutile starvi a citare tutti i suoi film da interprete, finirò col dire che secondo me il suo ruolo più bello in assoluto… il nostro Danny l’ha avuto nello struggente, malinconico Kiss di Richard LaGravenese.

 

Insomma, si fa presto a dire nano. Danny DeVito è un gigante, altroché.

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di Stefano Falotico

TOP TEN Jack Nicholson


19 Nov

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Ebbene, quando sento dire che Daniel Day-Lewis è il più grande attore vivente, rabbrividisco.

Sì, verissimo. È l’unico attore della storia del Cinema ad aver vinto tre Oscar come protagonista.

Ma non lo considero affatto il più grande. Mi ero già espresso molto tempo fa in merito. Anzi, considero Day-Lewis perfino limitato.

Per giudicare appieno un attore nella sua totalità, dobbiamo badare a molti aspetti. Day-Lewis è certamente uno dei migliori attori drammatici che, con metodo Stanilavskij (anche se non credo abbia mai frequentato l’Actor’s Studio, e non mi va di approfondire a riguardo, eh eh, perché fra cinque minuti devo andare a cagare), forse alla Douglas/Sandy Kominsky, s’immerge nel personaggio con assoluta dedizione e mimetica capacità camaleontica.

Ma Daniel non è molto bravo come attore brillante, non emana molta verve comica, anzi, è un gentleman molto compassato, sì, molto simpatico e carismatico, ma poco versatile sul piano della poliedricità.

C’è un altro attore che ha vinto tre Oscar, Jack Nicholson. Due come protagonista e uno come non protagonista. Ci sarebbe anche Walter Brennan ma Brennan chi era se non un “caratterista?”.

Quindi il discorso per quest’ultimo non vale.

Ecco, in molti sono convinti che sia proprio Jack Nicholson il più grande attore, perlomeno cinematografico, di tutti i tempi. Anche su questa radicale, netta affermazione io ci andrei molto cauto.

Ma è altresì vero che Nicholson, se non erro e non erro affatto, fratelli miei, è l’attore con più nomination fra i maschietti. Le candidature alla statuetta dorata in realtà non possono misurare l’effettiva, superiore grandezza di un attore rispetto a un altro che ne ha ricevute assai meno. Ora, bestemmio. A proposito di Michael Douglas, che produsse giovanissimo Qualcuno volò sul nido del cuculo, beccandosi l’Oscar appunto come producer, il signor Mike detiene un solo Academy Award, peraltro discutibilissimo, e una sola nomination.

Eppure Douglas non ha nulla da invidiare a Jack. Anche come sciupafemmine, categoria nella quale Nicholson è stato maestro assoluto, non fosse stato per la guastafeste Anjelica Huston, della quale è stato sempre inspiegabilmente innamorato, che l’ha distolto per molto tempo da tante zoccole.

Eh sì, l’amore è cieco e Jack chissà che ci trovava di bello in Morticia Addams…

Comunque sia, Jack è un mito. E mi sa tanto però che la sua ultima interpretazione rimarrà quella abbastanza innocua di Come lo sai. Eh sì, ora Jack, un po’ molto rimbambito, afflitto probabilmente da demenza senile, guarda le partire dei Los Angeles Lakers con far pachidermico da pagliaccio della scena. E fra una patatina e l’altra scoreggia senza far rumore. Questa personale classifica è assai provvisoria e alla buona. Perché di Jack, ahimè, mi mancano le sue primissime prove nei film di Roger Corman e Monte Hellman, oltre a Cinque pezzi facili, lo so, grave lacuna, e Conoscenza carnale. E anche qualche altra pellicola.

No, non sarà una top ten. Affatto. E, se avete letto sin qua, vi ho fregato. Ah ah. La dovete smettere di dire che Jack interpreta solo parti da pazzo. Semmai lui è sempre stato il simbolo ribelle dell’anticonformista cazzuto e fuori dagli schemi. Posso comunque dirvi che la migliore interpretazione di Jack in assoluto degli ultimi trent’anni è quella in 3 giorni per la verità. Per il resto, io so quali sono le sue dieci migliori performance ma non ve le dico. Sì, perché mi tira il culo così. Sono proprio un Joker alla McMurphy.

Per il resto, a molte donne io faccio drin drin da postino che suona sempre due volte. Loro non aprono la porta e nemmeno qualcos’altro, anzi, spesso i loro compagni me le suonano più di una volta.

Finito che hanno di suonarmele, faccio l’amore con Campanellino.

Campanellino ha un ottimo paio di cosce, possiede le ali e io la possiedo come Peter Pan senza paura che mi possa chiedere il divorzio o costringermi a un lavoro di merda perché vuole pane oltre che pene…

 

Ce la vogliamo dire?

Questo Jack è proprio uguale al Falotico. Con tanto di berrettino, sguardo da lupo e giacchetta di pelle.

Insomma, avercene di pazzi come me e come Jack.

Rendono la vita più gustosa, meno lagnosa, e sanno dire stronzate con classe inaudita.

Un po’ cazzeggiano, un po’ folleggiano, sostanzialmente sanno…

Io faccio miracoli, ragazzi. Con me, amico, non devi fare l’indiano.

Vuoi scoparti quella lì? Eh, capirai. Perché tutte queste inibizioni e formalità col sottoscritto?

Scopatela pure, sai quanto cazzo me ne fotto. Ho da scopare a terra, adesso. Poi, una volta finito, mi mangerò il gelato Indianino.

Morbido, con tanta cioccolata, aspettando altre scopate…

 

 

di Stefano Falotico

Il fatto che un uomo e una donna non possano rimanere solo ottimi amici è una balla messa in giro dai maniaci sessuali


16 Nov
FATAL ATTRACTION, Glenn Close, Michael Douglas, 1987, (c) Paramount

FATAL ATTRACTION, Glenn Close, Michael Douglas, 1987, (c) Paramount

ABOUT SCHMIDT (2002) Kathy Bates, Jack Nicholson Ref: FB Supplied by Capital Pictures *Film Stills - Editorial Use Only* Tel: +44 (0)20 7253 1122 www.capitalpictures.com sales@capitalpictures.com (f/sd013)

ABOUT SCHMIDT (2002)
Kathy Bates, Jack Nicholson
Ref: FB
Supplied by Capital Pictures
*Film Stills – Editorial Use Only*
Tel: +44 (0)20 7253 1122
www.capitalpictures.com
sales@capitalpictures.com
(f/sd013)

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Sì, esistono molte dicerie e luoghi comuni duri da sfatare. E molte fate che te lo fanno diventare duro, difficili da stantuffare.

Sì, è così.

A parte gli scherzi. Credo ad esempio che Pasolini fosse davvero un intellettuale molto avanti. Ma che sparasse molte stronzate. E la sua anima non è che fosse lindissima. Sì, in quelle brughiere, fra quei cespugli Pier Paolo rinnegava il suo porcile e diventava un porcospino.

Questo va detto per dovere (im)morale. Eppure, Pier Paolo, con viso smunto e cristologico, criticava aspramente la società borghese, scopandosi i ragazzini proletari.

Ecco, una delle più grosse stronzate, ahinoi attecchita nella testa della gente e nel testosterone, è che gli uomini non possano essere amici delle donne. E viceversa.

Sì, secondo la maggioranza della gente, un uomo e una donna non saranno mai davvero amici. E aggiungo io: perché non possono esserlo per la pelle? Ah ah.

Sì, mi trovavo l’altra sera, dopo aver succhiato un brodino coi passatelli, a discettare di tal tematica con una che voleva la imbrodassi e la farcissi come il ripieno dei tortellini.

Ma non la intortai e preferii mangiarmi tre torte. Leccandomi i baffi.

Sì, lei sosteneva che un uomo, per quanto inizialmente o molto “a lungo…” possa sembrare amico di una donna, per quanto possa apparire sessualmente poco interessato a colei a cui confida i suoi intimi segreti, prima o poi, anche se tal lei è un cesso osceno, se l’inchiappetterà bellamente, tradendo ogni patto d’amicizia e trovandosi, da solo che era a tavola, con due piatti e forse anche di più, per via dei figli che potrebbero scaturire e venir partoriti dall’attrazione tardiva eppur fatale. Dunque, spermatozoica nell’ovularla fetale.

Ecco, chi partorisce queste troiate?

Io sono amico, ad esempio, di moltissime donne. M’intrattengo in interminabili conversazioni telefoniche con loro, quando la notte si fa dolcemente buia e, sdraiato a letto, apro a esse il mio cuore. E la patta dei pantaloni. O forse rovino il pigiama, ben stirato, sì, le lor amabili chiacchiere indubbiamente me lo rendono tirato, dunque me lo tendono di cavallo con mio adirato nitrito. Perché so che, mentre parlano con me, il marito ha la sua testa fra le loro gambe.

Sì, può esistere l’amicizia fra un uomo e una donna. Certamente. Posso giurarvelo. Posso mettere la mano sul fuoco che sia così. E anche le mie dita bollenti nei vostri buchi sacri, lo so, già ardenti.

Può essere! Soprattutto se il marito non sa che la sua donna ha un amico che la rende più felice di come sta a pecora con lui.

Comunque, sostanzialmente, io ho in verità una grande amica donna. È Kathy Bates, ma non l’ho mai incontrata dal vivo.

E le altre che non sono solo tue amiche? Nemmeno quelle. Ah ah.

E qui potrei anche mentire. Ma si sa, il mio naso si allunga mentre qualcosa forse s’ingrossa. Quando mi tradiscono. E m’incazzo.

 

di Stefano Falotico

Solo l’incoerenza dei pazzi può generare capolavori, statemi bene…


26 Mar

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Sì, sono un tipo ostico, ostrica, il litorale di Ostia… e ha ragione Papa Francesco quando dice che è meglio essere un ateo che un ipocrita cattolico. Sì, vediamo questa gente che puntualmente va a prender le ostie benedette e poi già il lunedì mattina maledice tutti quanti, non dà la mano ai poveretti al semaforo perché sono “lerci” e poi guarda Brutti, sporchi e cattivi… ho detto tutto.

Sì, leggo sconcezze inaudite. Tutti patiti di Cinema e scrivono che il film tal dei tali ha una colonna sonora “allarmante”. Allarmante ho sempre saputo fosse qualcosa che desta inquietudine, spavento, preoccupazione e apprensione. Allarmante… capisco. L’unica “track” su cui ci sarebbe da allarmarsi sarebbe l’encefalogramma di questi deficienti che oramai usano la lingua italiana adattandola a un gergo giovanilistico, non giovanile, ho detto giovanilistico, che sa di modaiolo nella sua accezione più vetustamente meno allineata alla venustà, sì, alla bellezza della forbitezza del parlare con purezza. Siate puristi della lingua e usate invece la lingua di pa(pi)lle gustative poco puritane. Per la Madonna pu… a!

Altra espressione “cool” è A BESTIA. Bestie… si utilizza per definire gli essere viventi che non appartengono al genere umano. E quindi di scrivere cose “random a bestia” è qualcosa che esula dal mio pensare, non so se sapiente ma antropologicamente senziente.

Eh sì, quanto è figo quello… io ho sempre odiato la fatuità, questa frivolezza che ammira persone prive di talento, senza valore, che però contentano il gusto mediamente conforme della carineria, del ruffiano piacere. Tutti ossessionati dal culto dell’esteriorità quando, invero, tutti i valori si son smarriti e tutti badano egoisticamente ai propri interessi, presi dai loro stress, ben fieri di “dormire” perché, a detta loro, sognare da imbecilli è “letizioso”, piacevole, è pigliar la vita con “melodica” leggerezza, inutile penarsi, anche pensarsi, per una visione più equa, egualitaria, ed ecco perché abbonda il cinismo programmatico di Black Mirror, perché la gente è talmente impudente, nel suo falso romanticismo gridato ai quattro venti e poi sempre nel concreto rinnegato, che adora la sprezzante consapevolezza d’incarnare la merda. Merda esaltata, coccolata, spacciata per cioccolata, moralmente inaccettabile.

Non appartengo alla frustrazione di massa. Le persone frustate… ah, ce ne sarebbero da dire. Sono quelle donne che semmai hanno davvero sposato un uomo colto e intelligente che le porta a teatro e garantisce loro un’ottima stabilità economica, ma son comunque inappagate perché poi vanno al cinema e notano che gli uomini strabuzzano gli occhi e sbavano per Monica Bellucci, e allora si struggono, rosicano e fra sé e sé si chiedono imperterritamente… a me cosa manca per essere come lei? Ah, ma guardatela… è una villana, è poco istruita, sarà anche bona ma volete mettere me con questa malcostumata e rustica zotica? Insomma, mi curo, mi reco sempre dal dentista che mi dona un sorriso smaltato e perfetto, vado in palestra, sono di sinistra, quindi intellettualmente “superiore”, ho delle belle gambe, un seno che fa invidia a tutte le mie colleghe ma a stento mio marito mi caga… Eh sì, chi ti caga? Un tempo quest’espressione veniva usata dai maniaci sessuali che amavano pratiche abbastanza escrementizie per sollecitare il godimento, nell’“eccitarsi” con qualcosa di schifosamente trasgressivo, ché faceva “CARNE & SANGUE”.

Sulla mia vita, ne ho sentito un sacco… bugie immonde. Che nessuno aveva saputo indirizzarmi a un percorso “corretto” e quindi mi sarei ritrovato sbandato, “tagliato fuori”. Mi spiace deludere questi luoghi comuni infami e pressappochisti, che con me non attaccano.

C’è sempre tempo per trovarsi una squinzia con cui giocar di liquirizia. Eh sì, la liquirizia ha questi “valori”… nutrizionali: è un ottimo digestivo, espettorante e antinfiammatorio, cura tosse e acidità gastrica.

Qui, i malati di panza siete voi, sempre indaffarati ad apparire, a “esternarvi”, a socializzare col vinello d’annata in mano. Che voi siate dannati! Ah ah!

Solo i pazzi come me possono creare capolavori. Visionari, allegramente malinconici, umoristici e umorali, di qua e di là…

Che se ne fa uno come me di sapere la vita di Quinto Curzio Rufo?

Ma per piacere e pigliate delle pasticche… non per curarvi dalla depressione. Emanate una tristezza ch’è qualcosa d’insanabile, fidatevi, e nessuno può sanarvi dalla scemenza e dalla becera sguaiataggine.

A proposito, ma c’è ancora chi ascolta Riccardo Cocciante?

Povero diavolo, che pena mi fa…

Eh sì, stanno tutti bene…, ah no, quello era il film di Tornatore, c’è anche il remake di Kirk Jones, mi riferivo al Muccino Gabriele. A casa… come va? Insomma, è arrivato un’altra bolletta. Fortunatamente però cucino un lesso aromatico ma non sono bollito come la maggior parte… delle “patate”.

Direi di concludere in “bellezza”… conversazione fra una psichiatra e un “matto”:

 

– La vedo in ottima forma. Adesso si potrebbe davvero pensare un a inserimento lavorativo.

– Mah, sa, io invece stavo pensando a un altro tipo di “inserimento”. Di altra natura, diciamo.

– Mi prende per il culo? A cosa vuole alludere?

– Guardi, vada a darlo/a via.

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di Stefano Falotico

Per un mondo migliore, il 4 Marzo vota la lista Falotico, uomo contro ogni luogo comune, insomma, uno non da comunali e pettegole comunelle


13 Feb

Pop Bowie Mosca

 

Ecco il mio programma elettorale. Bando alle ciance.

Innanzitutto, la sera prima delle elezioni, riguardate i film di Jim Jarmusch e, incantandovi in minimalista poesia amabile, il vostro cuore ne gioverà e sensibilmente, toccati emotivamente nell’animo da istanze più positive e romantiche, andrete alle urne rinnovati, dunque saprete ove mettere la crocetta. Prima, fate un esame delle urine!

Ora, mi presento, sebbene alcuni mi conoscono bene, o forse fingono di conoscermi.

La mia strada, spesso solitaria, è stata travagliata quanto un parto dalla sofferenza acutissima, eppur mai mi arresi dinanzi alle false illazioni sul mio conto. In quanto, nel bene e nel male, son amante del coito, con buona pace dei miei detrattori che sostengono che sappia amare solo me stesso. Devo dire la verità. Amo meglio da steso. Sì, quando sei sdraiato a schiena all’ingiù, lei ti cavalca e tu devi solo avercelo duro. Sì, a me far fatica non è mai piaciuto. Dunque, per una società che se la goda, propugno l’emancipazione da ogni tipo di lavoro fustigante, castrante e anchilosante. Viviamo in una società ove l’avanzamento tecnologico permette a chiunque di usare la mente, e dunque basta con questi lavori manuali, aprite la coscienza e scrivete storie fantastiche. Non addoloratevi in quest’immensa falsità dell’inserimento lavorativo. Dobbiamo smetterla di guardare al prossimo come un “elemento” produttivo, ché già la parola elemento elementarizza invero la complessità delle nostre grandiose potenzialità. Non siamo nati per produrre “industrialmente”, ma per vivere piacevolmente, gustando la lietezza del nostro passaggio in questa Terra per far fruttare la meraviglia d’idee brillanti. Dunque ben vengano i “pazzi”, i sognatori, coloro che non si pensano e penano come automi e pezzi di una catena di montaggio frustrante, che logora i nostri io profondi e ci appiattisce in dimensioni squallidamente mortificanti, in cui veniamo giudicati, valutati e quindi livellati solo secondo la nostra “efficienza” capitalistica. Stringiamoci le mani e rimbocchiamoci le maniche soltanto per rendere la vita un’esperienza irripetibile. Non si nasce per lavorare come coglioni, per sposarci con una donna che non amiamo solo perché gli altri possano dire che siamo “brave” persone, si nasce per essere. Dunque esplorate il vostro sangue, fatelo schizzare, issatevi in progetti che magnifichino la bellezza del contemplare, l’estasi madornale dello stare e non del ricattatorio “fare”. Non è una cultura, la mia, né negazionista del sistema e neppure nichilista, neanche fancazzista. È la visione sana del mondo. Anche un po’ santa. Quanti giovani ancora dobbiamo far soffrire dietro false induzioni meramente scolastiche, dietro indottrinamenti fascisti, tesi solo a voler oscenamente controllare le stratificazioni splendenti del nostro sentire vivo, del nostro patire, ripartire, emozionarci con calore e puro candore?

Quello che ho capito è che la gente che ti vuole male ne avrà sempre una per demoralizzarti, per spegnere le tue pulsioni, per castigare la nostra spontaneità, per irreggimentarla in facili giudizi legati soltanto all’apparenza e all’orrendo culto dell’esteriorità. Semmai, da adolescente, eri ritroso e rifiutavi la compagnia dei tuoi coetanei perché indubbiamente erano dei cretini. Così ti prendesti le peggiori e più derisorie patenti, ti dissero che eri afflitto da fobie sociali, che eri inetto, e non sapevi affrontare la realtà.

La realtà, amici cari, la costruiamo noi. E se la realtà dei nostri padri è stata una realtà piena zeppa di regole assurde, demagogiche e stupidamente “pedagogiche”, ben vengano gli artisti, che fan cambiare le mentalità, che si prodigano e si sacrificano per ideali superiori, per volontà ecumeniche di pace ed eguaglianza. Perciò, se qualche stronzo vi darà del fallito, del mentecatto, dello sfigato e del perdente, c’è una sola soluzione con una merda di questo genere. Mandatelo a fanculo e, se preferirà un film di Muccino a Heat di Michael Mann, chiamate un centro di salute mentale e curatelo a base di pellicole di William Friedkin.

Voi, che avete creduto di essere diversi, non avete mai pensato che la vostra diversità è un privilegio, una forma mentale e psichica elevata, superiore all’andazzo carnascialesco e puttanesco di un mondo porcellesco? E che le vostre malinconie sono solo l’avamposto di un punto di vista più sofisticato? Meno aderente alla putrescente realtà figlia di puttana?

Edgar Allan Poe era “pazzo”, Martin Scorsese è “aggressivo” nei suoi film, e perfino David Bowie preferiva scoparsi una nerona piuttosto che una scema col cervello proteso alle smancerie e alle melensaggini figlie della dolcezza più finta.

Insomma, leggete qualche mio libro. Alla fine della lettura, la vostra mente avrà esperito sensazioni che avranno dilatato la coscienza, così come Lynch ha reso il mescolar realtà e finzione qualcosa di stupendamente delirante.

Il resto è questo critico che andrebbe preso e sedato!

E ricordate: Qualcosa è cambiato è secondo me un capolavoro. Che classe quel “matto” di Nicholson!

E, tornando ai programmi elettorali, io una bella botta a Tiziana Panella gliela darei.

Il resto sono chiacchiere paracule.

 

di Stefano Falotico, incurabile, non inculabile, sostanzialmente unico

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Tiziana Panella

Sono nauseato dalle illusioni, spero di non fare la fine di Jack Nicholson


21 Oct

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Passa il tempo che, sottile, tagliente, squarcia i silenzi. E, rannicchiato in pensieri dolenti, mi svesto della mia dignità per indossare la più malinconica ilarità, mentre un altro altero giorno scorre insincero, tra facili consolazioni e il sentore che tutto crolla sotto il peso di ambizioni mai anelate.

La vita è un continuo darsi slancio, illudersi che il domani possa essere appagante e qualcuno meglio ti paghi, e meno plagi, per il lavoro che fai, se lo fai.

A volte manca anche il lavoro, ma non bisogna amareggiarsi. Fare i barboni risolverà i conflitti economici della vita occidentale e potrai sederti su una panchina senza un ombrello sotto la pioggia della tua grandine vivente.

Al che, appare Jack Nicholson, grasso a dismisura, col panzone che deborda, e comprendi che non si può essere sempre affascinanti come in Chinatown.

Mentre un altro bombolone mangi nella crema amarognola di una risata forzata.

 

di Stefano Falotico

Il miglior complimento, “componimento” che possiate ricevere è di essere un po’ matti


28 Jun

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L’appellativo di “cappellaio matto” è quanto di più “elegante” un uomo, anche una donna, possa ricevere in vita sua. Non gli si è detto che è scemo, ma di “soffrire” di qualche “turbamento” mentale di troppo. Insomma, si viene paragonati ad Artaud, a Burroughs, a Jack Nicholson, a David Lynch, una bella compagnia di uomini barfly.

Se oggi arriva la notizia che appunto Nicholson tornerà in “scemo”, scena, per il rifacimento di Toni Erdmann, avete di che gioire uomini “picchiatelli”. Non venite omologati alla massa né annessi a quei porcellini che hanno solo la fighella in testicoli, in testa. Un’umanità, questa, alquanto repellente e cagionatrice di false competizioni. D’altronde, l’indottrinamento alla cosiddetta, triste normalità avviene sin dalla più tenera età, quando quei “batuffoli” di bambini, col loro carico di tenerezze, vengono redarguiti, sgridati, “ammoniti” da insegnanti boriosi, presuntuosi, arcigni, maligni, uomini e donne con una vita logorante alle (s)palle, che svolgono il loro lavoretto “punitivo” per portar a casa la pagnotta. Pane e pene, insomma…

Di cosa io mi occupo? Di disoccuparmi. Sebbene gente malvagia voglio incasellarmi in sche(r)mi comuni, non mi mummifico in tali arbitrarie etichette, e viaggio per lidi lindi di pure nostalgie, di fantasie prelibate, semmai anche alate, ben conscio di essere geniale e di aver sorpassato molti precetti, ricette e “ricotte” del vivere normale. Adesso è il tempo, in quest’estate vanagloriosa, in cui l’uomo medio si reca al mare a farsi il bagnetto, se è una lei sognando di farsi il bagnino. Sì, questi si bagnano sempre, invece io sono un corvo in cui piove per sempre.

Molta gente, non dandosi una ragione di come spesso io (s)ragioni, sebbene faccia dei bei ragionamenti, vorrebbe rendermi un ragioniere. E, quando “fallo”, mi dà patenti fantozziane. Insomma, sono uno scapolo e non un ammogliato, e spesso non “lo” metto a mollo, mollandone qualcuna quando non “la” digerisco.

Uomini mediocri, siate infelici nelle vostre istruzioni per l’uso, di farmaci antidepressivi pure abusate, mentre io ordino un altro caffè, facendovi le corna mentre mangio un saporito cornetto.

di Stefano Falotico04070423

La nuova categoria “lavorativa” di oggi, i “collaboratori giornalistici”, tristezza assoluta


13 Jun
BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

Premetto che anch’io sbarco il lunario, arrotondando con articoli di Cinema, ma i più sono gratuiti e svolti per estrema passione, quando e come voglio. A titolo esemplificativo i miei post qui su FilmTv.it e su altre riviste online…

Ma in questo desolante panorama di disoccupazione, purtroppo, sta prendendo piede una nuova forma di “lavoro”, quello dell’articolista pagato a numero di battute. Allora, impazzano questi siti improvvisati, artigianali, senza poetica, senza direzione precisa, in cui veniamo sommersi da “notiziari” sull’ultimo progetto di questo o quel divo, sul nuovo film in lavorazione del regista pinco pallino.

Ragazzi usciti da quella scempiante “università” di scienze delle comunicazioni, una facoltà che andrebbe presto abolita, come sostiene Goffredo Fofi, si “accapigliano” per “rielaborare” news spulciate da siti internazionali, e in ottica SEO, altro obbrobrio “comunicativo”, vengono allestiti “promemoria” che non danno niente né al Cinema vero né alla nostra fame cinefila. Articoli scritti per puri sfoggi “stilistici”, per vantarsi di essere sul pezzo, escrementizi, enfiati esibizionismi di “bello scrivere” usa e getta. Una marea d’informazioni, spesso superficiali, inneggianti al blockbuster che andrà per la maggiore, in “onore” di film osceni, inguardabili come La mummia. La critica cinematografica diventa così un orpello, qualcosa di “cool”, qualcosa da consumare in fretta per altre abbuffate ignoranti di “hit”.

In questi siti e articoli, poi, stupisce la grossolana, imbarazzante povertà ideologica. Non si parla mai di film d’autore, dei capolavori del passato, se non per sentito dire e con frasi zeppe di banalità, da parte di gente che quei film non li ha neanche visti e scopiazza da qualche dizionario “nobile”.

Insomma, una nuova massa di deficienti sta rovinando il Cinema. E acclamano anche i film straight to video!

 

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Se DiCaprio non lavora, la Winslet se lo cucca, memore del Titanic che fu, e intanto io bacio la “tettonica”


17 Apr

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DiCaprio si sa, da due anni non fa un cazzo, girovagando nel mondo “a bordo” del suo carisma indistruttibile, accumulando chili sull’addome e dormendosela bellamente, mentre Ridley Scott sogna un altro film con lui. Eppure è stato paparazzato, anche spaparanzato, assieme alla Winslet con cui pare che di lingua abbia dato vogliosamente il suo calore italo-germanico-americano “al bacio”, gustando poi un gelato al pistacchio su limone “capriccioso” della fragolina di Kate.

Sì, DiCaprio è uomo piccante, che tutte si fa “a briglia sciolta”. Mentre il grasso lo “corrode”, elargisce labbra voluttuose all’aroma di caffè con la “schiuma” e la panna montata dei suoi capelli oleosi di biondezza “ficcante”.

Insomma, Leo è un volpino, io rimango uno con molte scosse nel fegatino, eppur non mi smuovo. Pensando a una scogliera ove il mio cor(po) riposerà meditando le nevrosi del mio ego smisuratamente navigante nel “revenant” delle mie idiosincrasie verso un mondo a cui mi pongo come Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato, immaginandomi oggi come Kinnear carezzante il suo cagnolino, domani “giocante” con la gattina. Sappiatelo, uomini di “poppa”, quando la pru(gn)a vi chiederà altra amarezza.

E al largo mi allargherò, non tanto “allungherò”, mentre lei mi “allagherà”. Di sputi in faccia.

Eppur non le alla(r)ga. Come si fa?

Si fa, si fa, si va.

 

di Stefano Falotico

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Il ritorno di Jack Nicholson per il remake di Toni Erdmann


08 Feb

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La notizia è di quelle da leccarsi i baffi. Non ce l’aspettavamo e, come un fulmine a ciel sereno, ci coglie piacevolmente sorpresi. Solo pochi giorni fa, l’attore Peter Fonda aveva dichiarato che il grandissimo Jack Nicholson era andato “ufficiosamente” in pensione, dando l’addio alle scene dopo una dozzina di film pluripremiati con gli Academy Award, un record imbattibile di nomination e tre Oscar tondi tondi. Invece, stando a Variety e ad altre testate autorevoli del panorama hollywoodiano, Jack sarebbe pronto per tornare sul grande schermo come protagonista assoluto del remake di Toni Erdmann, il film pronto a debuttare prestissimo anche nei nostri cinema, osannato dalla Critica mondiale (meno però dalla nostra, assai perplessa) e candidato alla statuetta prestigiosa per la categoria, appunto, di miglior film straniero. Jack sarebbe infatti in trattative con la Paramount che finanzierà il progetto e sarà affiancato dalla “regina” delle commedie per adulti Kristen Wiig. Nicholson, entusiasta dell’originale, avrebbe immediatamente, senza pensarci due volte, accettato di prestare il suo volto al bizzarro personaggio lunatico e “creativo” di Toni Erdmann. Questo “rifacimento” non ha ancora un regista e neppure uno sceneggiatore. Quindi, è ancora prematuro parlare di una possibile data d’inizio delle riprese. Speriamo che, in quest’intervallo di tempo, Nicholson non ci ripensi e decida invece, come tutti c’auguriamo, di fare appunto il suo entusiasmante ritorno. Ricordiamo che l’attore è dal 2010, anno della sua ultima apparizione in Come lo sai di James L. Brooks, che non recita più in un film.

 

 

 

di Stefano Falotico

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