Posts Tagged ‘Jack Nicholson’

I più grandi attori della storia? Una lista variegata, diciamo, sorprendente


26 Jan

de niroMarlon-BrandoAl PacinoJack NicholsonKlaus KinskiLino BanfivandammeChristopher Walken

Rivedendo Edge of Darkness con Mel Gibson, mi ricordai tre nomi sottovalutatissimi, cioè Martin Campbell, Ray Winstone & Danny Huston


11 Jun

mel Gibson Edge of Darkness

danny huston Robin Hood

Ebbene, molte persone si dichiarano fan, mi auguro non alla Gil Renard, ah ah, di Bob De Niro.

Ma in verità vi dico che non lo sono. Poiché, nessuno fra questi, eccetto qualche eletto e illuminato, per meglio dire, vero aficionado del Bob mondiale, che rappresenta l’eccezione che conferma la regola, è a conoscenza che De Niro interpretò la parte di Jedburgh in Edge of Darkness con Mel Gibson per qualche giorno, prima cioè che desse forfait per ragioni abbastanza ignote e oscure, forse perché entrò in disaccordo col regista della pellicola suddetta e in questione, ovvero Martin Campbell. La parte abbandonata da Bob andò poi a Ray Winstone, splendido interprete, corpulento fisicamente e carismatico immantinente e immensamente, di Sexy Beast firmato da Jonathan Glazer, assieme a un Ben Kingsley che andò vicinissimo all’Oscar. Jonathan Glazer… il quale, prima di fare sfracelli con l’acclamatissimo Under the Skin, doveva dirigere il film Chaos, con De Niro e Benicio Del Toro, per la regia di Hideo Nakata, all’epoca un nome ricercatissimo da Hollywood dopo il suo celeberrimo The Ring pre-remake, con Naomi Watts, di Gore Verbinski. Mentre parve che Martin Campbell fosse stato designato da De Niro, prima della sua dipartita da Edge of Darkness, per dirigere 36 con George Clooney e De Niro medesimo. De Niro, attore scorsesiano per eccellenza, insomma per antonomasia. Ma in The Departed fu rimpiazzato da Jack Nicholson e non fu presente neppure in Hugo Cabret. Ray Winstone, invece, sì. Grande attore, Ray. Il Beowulf zemeckesiano. Il fiore all’occhiello della più pregiata e calibrata recitazione in sottotono, con la sordina assai rinomata e britannica, figlia della regina, no, della veterana e ben navigata scuola di recitazione di matrice affascinante e altolocata. Un omone che pesa più d’un quintale, un attore dalla caratura e recitativa statura degna della miglior Inghilterra quasi vittoriana. Patria ove, se un Winstone non ce la fa, altri ipotetici Winstone finiscono a fare gli hooligan.

Winstone, un degno sostituito del De Niro mancato. A Bologna, direbbero, che cartola… Cioè, a proposito di Winstone, in tal caso un uomo che recita senza recitare, cioè sibilando le sue battute con aplomb, per l’appunto, da vero englishman non da ora del tè, bensì da Guinness di cinque litri scolata e tracannata in qualche bettola e osteria da camionista duro e impuro, in qualche tugurio e scantinato ove si conservano i migliori vini d’annata, oppure in famosi pub di Londra anche più malfamati, pullulanti di gente scalcagnata e moralmente dannata. Ah ah!

Infatti, in The Departed, le sue migliori scene con DiCaprio avvengono in quelle paninerie e tavole calde ad alto tasso calorico e alcolico, anche pregne di uomini emotivamente sanguigni, calorosi e dal carattere fumantino e antiero(t)ico. Ove, fra tanto fumo di sigarette Chesterfield rosse, da un momento all’altro, potrebbe fare er… ne, no, irruzione l’ex stupenda pornostar Rhiannon Bray. Una delle donne per cui andai matto verso il 2006. Bellissima, tatuata, con un fondoschiena più eccitante di quello di tutte le modelle avute dal bel Leonardo… fra un ciak e l’altro.

In fatto di magnifiche donne, va forte ed è sempre andato fortissimo anche Danny Huston. A proposito del sovreccitato, no, succitato Jonathan Glazer, siamo sicuri che la scena di sesso fra Danny e Nicole Kidman, in Birth, fosse simulata? Diciamo che Danny entrò… nella parte in maniera molto sentita e accalorata. Ben goduta e sensibilmente recitata. Ah, adoro quest’uomo anche se non sono omosessuale. Lo venero perché è stato l’ex compagno storico di una Venere, una delle ex donne più sexy del pianeta Terra, vale a dire Virginia Madsen. Infatti, in The Hot Spot di Dennis Hopper, perfino il signor Miami Vice, ovvero Don Johnson (altro sciupafemmine mai visto, ex di colei che sta ancora con Antonio Banderas, cioè Melanie Griffith mrs. Omicidio a luci rosse, e ho detto tutto…), ebbe forti dubbi se scegliere Jennifer Connelly o Virginia. Sì, molti uomini considerano Jennifer la donna dei sogni suprema. Ma, dinanzi alla Madsen dei tempi d’oro, un uomo, se dovesse scegliere fra quest’ultima e, per l’appunto, la Connelly… be’, diciamocela francamente, la situazione per lui si farebbe… dura, veramente dura, durissima…  Siamo sicuri che io abbia scritto bene? Ho scritto durissima con la a finale? Ah ah, l’Ah di Deborah di C’era una volta in America. Eh eh. Ebbene, Martin Campbell sta girando un nuovo film con Liam Neeson e Monica Bellucci. Quale Monica, miei finti monaci? Quella de I mitici – Colpo gobbo a Milano, chiamata Deborah con la desinenza aspirata… da Ricky Memphis e invece avuta nella vita reale da Claudio Amendola? Ah, i figli d’arte sono avvantaggiati, non raccontiamoci cazzate. Danny Huston è infatti il figlio di John Huston. Non ho mai capito perché però sia nato a Roma. Inoltre, se Orson Welles realizzò Quarto potere a soli 25 anni, Danny Huston girò il suo primo film da regista in quella zona lì. Ah, Mr. North!

Di mio, alla pari di Danny Huston, avrei voluto girare il mio primo film da giovanissimo quasi imberbe, diciamo, in barba a tutti. Vidi Ronin e m’innamorai di un’altra ex di Danny, cioè Katarina Witt, una delle più grandi pattinatrici del mondo. Infatti, la vedevo e mi serviva molto ghiaccio, ah ah. Scivolava che era una bellezza! Pare anche che Danny abbia avuto un flirt con Olga Kurylenko. Ora, la sorellastra di Danny è Anjelica Huston. Cioè una delle donne più brutte della storia. Ma donna di grande classe. Ex amante epocale di Jack Nicholson. Sì, sapete, sono l’unico uomo al mondo capace di amare De Niro, naturalmente soltanto a livello virtuale di ammirazione sconfinata, e incarnare il Jack Nicholson della situazione.

De Niro non lavorò, quindi, con Martin Campbell ma stette con Naomi Campbell. Di mio,invece  non sono De Niro ma il mio fascino “folle” da Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo mi permette di possedere una grinta da Mel Gibson al topo, no, alla topa, no, al top. Non ho i celeberrimi occhi azzurri di Mel ma ho gli occhi neri. Rarità inestimabile. Molte donne, per via dei miei occhi desueti ma magnetici, a mo’ di presa per il culo gigantesca, mi guardano e mi cantano bello, bello e impossibile con gli occhi neri e il tuo sapor medio-orientale.

Sì, questo capita con le racchie come Gianna Nannini. La mia lei invece sa che, a letto, sono Mel Gibson di Arma letale.

Su questa freddura, vi lascio. Ah ah. Anzi, no. Per molti anni, essendo io un uomo libero, fui invidiato a morte e in molti cercarono di ammazzarmi, inventandosi la storia secondo cui mi inventai tutto da Falotico, no, da fantomatica “teoria del complotto”. A un certo punto, compresi ogni schifezza perpetratami a mo’ di Gibson di Fuori controllo. I nemici commettono difatti, prima o poi, sempre una mossa sbagliata. La mossa sbagliata di Danny Huston, in Fuori controllo, fu la seguente. Chiese al personaggio di Gibson, dopo avergli fatto le condoglianze, posso farle una domanda? Che cosa si prova?

In quell’attimo, Craven/Gibson comprese che Danny fu uno dei principali responsabili della morte della figlia. Al che, lo inseguì per tutta la città di Boston a velocità pazzesca, entrò nella macchina ove vi era il mostro, cioè questo stronzone immane, gli puntò alle tempie e alla gola la pistola e gli domandò in maniera bestiale e micidiale: e ora che cosa si prova?

Ecco, amici, nella vita s’incontra sempre qualche strega che pensa di fotterti e rubarti la bellezza e la purezza.

Mai mettersi, però, contro uno da Interceptor. È un genio vero, lo è sempre stato, e ha fatto molto, molto male. Il male giusto! CHE COSA SI PROVA?

Una delle scene più belle del Cinema di Martin Campbell è presente in Fuga da Absolom. Sapete meglio di me qual è. Sono come Ray. Dirimpetto a un uomo grande e grosso che vuole intimidirmi, sono Ice Man.  Vi è un solo modo per fottermi. Se, davanti a me, mi trovassi Rhiannon Bray, non Ray(!), e Katarina Witt ignude come delle amazzoni selvagge, non avrei molte speranze di sopravvivere. Eh sì, figlioli, la situazione si farebbe dura, davvero dura. Ho scritto dura o volevo dire che me la vedrei, come si suol dire, assai nera? Almeno, Don Johnson ebbe la possibilità di scegliere fra una bionda e una mora. Comunque, come dice il detto, non vi è due senza tre. Perciò, con calma olimpica da Ray, no, non Liotta, Ray Winstone, voglio rivelarvi la verità e scoprire tutti gli altarini. Molti anni fa ebbi una relazione con una donna più bella di Angelina Jolie. Dunque, Rhiannon e Katarina, dopo avermi avuto, sarebbero gelose di tutte le altre donne del villaggio. Perché mai? Ah, ma allora non mi seguite. Secondo voi perché Anjelica Huston era sempre arrabbiata con Jack? E ho detto tutto. Insomma, per farla breve, Mel Gibson ha un casino di figli. Per forza! Ha gli stessi occhi di Danny Huston ma, onestamente, rispetto a Danny, ha molti più muscoli. Soprattutto uno. Da cui, per dirla alla Lino Banfi, state attenti a Mel, è incazzeeeto. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

angelina jolie beowulf

beowulffuga da absolom locandina

Non seguo più la cerimonia degli Oscar come un tempo, un tempo mi tiravo a lucido, quasi in smoking, e mi docciavo per essere al top durante la visione, neanche se fossi stato io il winner… o Peppino Lo Cicero


04 Mar

lo cicero servillo

Sono particolarmente legato al film 5 è il numero perfetto di Igort.

Lo vidi, in anteprima, al Festival di Venezia dell’edizione stravinta da Joker. Proiettato, peraltro, proprio in quegli stessi giorni.

Fu stroncato ma io l’amai subito. In quanto, l’incipit con Servillo dal naso adunco e posticcio, mi ricordò la caricatura di Bob De Niro in Ronin. Quest’ultimo, nel film di Frankenheimer, scendeva le scale di una scalinata (per forza, le scale fanno parte della scalinata, non credo della Scala di Milano, ah ah) di Parigi, passeggiando torvamente per poi addentrarsi in un bistrot frequentato da spie forse losche, forse bazzicato da Natasha McElhone. Diciamocela, una gran gnocca.

Inizialmente, De Niro fu corteggiato per la parte andata poi, dopo molte vicissitudini produttive, a Toni Servillo, definito il De Niro italiano. Ora, con buona pace di Toni, se lui è il De Niro italiano, io sono il Daniel Auteuil del bassifondi felsinei.

La vita va avanti, a volte va indietro. Credo che sia giusto così, in fondo…

Sì, credo che un tempo fossi una persona migliore con enormi ambizioni. Credevo fermamente che un giorno avrei vinto l’Oscar. Ma divenni un Toro scatenato. Infatti, nella domenica mattina della nottata a venire dell’edizione degli Oscar, che si tiene dopo la mezzanotte, ora italiana, entravo in ansia e mi lavavo imperterritamente per trovarmi in splendida forma spumeggiante, quasi schiumosa al Neutro Roberts, per tifare contro Julia Roberts, donna da me mai sopportata, sentendomi più che una celebrità, diciamocela, un uomo pulito e immacolato da disturbo ossessivo-compulsivo di natura maniacale-igienica tendente al carnato mio di pelle chiara, oserei dire candida e smaltata più d’una bella statuina dorata.

Mi ricordo comunque che non poco m’identificai col vincitore Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Ah ah. Ah, che annata. Vinse tutto Titanic, tralasciando Helen Hunt…

Qualcosa è cambiato è una vera, soprattutto realistica, storia d’amore, altro che il film di Cameron.

Non uccidetemi per questa mia affermazione: il Cinema di James Cameron è inferiore a quello di Mario Camerini. Comunque, Kate Winslet è più figa rispetto ad Helen Hunt.

Andiamo ora avanti. Non facciamo della dietrologia per queste mie asserzioni banali. Che volete? La banana?

Oggi come oggi, debbo ammettere di essere cambiato in qualcosa? No, quasi in tutto. A quindici anni fui Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, fui preso per pazzo solamente perché disertai il liceo. Non mi pento di tale mia scelta. Gli altri facevano occupazione mentre i professori facevano un po’ i disoccupati. Quindi, io sono stato coerente.

Se non vi sta bene, denunciatemi al sindacato di Jimmy Hoffa di The Irishman, miei mafiosetti e ragazzine smorfiosette. Ho delle belle fossette, dunque più di tanto non mi affosserete.

Peppino Lo Cicero, Peppino De Filippo, Peppino Impastato e Carlo Buccirosso as Totò o’ macellaio. Di mio, preferisco Antonio de Curtis di 47 morto che parlaE ho detto tutto…

Suvvia, guaglioni, non fatemi una Smorfia, neppure napoletana. Non ho bisogno di interpretare i vostri sogni per giocarmeli al Lotto. Voi, dalla nascita, vi siete fottuti il cervello. Quindi, i vostri sogni sono aria fritta come quelli di Iaia Forte nei panni di Madonna. Scusatemi, compari, ma non era Veronica Ciccone la… Madonna?

State messi male. In Italia, pensano che Sergio Castellitto sia un grande attore e che sua moglie, Margaret Mazzantini, sia una grande scrittrice. Sì, la Mazzantini vinse il premio Strega. Siamo sicuri che fosse della letteratura?

Castellitto è un mediocre. Lo apprezzo solamente nel film di Vincenzo Terracciano dal titolo Tris di donne & abiti nuziali.

La sua faccia infatti mi puzza di stronzo. Basti vedere le sue scene vergognose ne La carne con Francesca Dellera e il suo metodo molto sentito con Claudia Gerini in Non ti muovere.

Invero, di notte registravo tutte le puntate di Playboy Late Night Show. Durante la giornata, leggevo più di Dennis Hopper di Una vita al massimo. A eccezione della Notte delle Stelle in cui, possedendo io solo un videoregistratore ai tempi delle VHS, non essendo tale apparecchio dotato della possibilità di registrazione multipla a più canali, per una notte non mi distraevo con Marliece Andrada, futura star di Baywatch, fingendo spudoratamente, anzi, con estrema pulizia e pudicizia da Academy Award, per l’appunto, di essere un topo, no, un tipo che necessitava di starsene buono e zitto, amando donne bastarde eppur di gran classe come Louise Fletcher. Infatti, la parte di Fletcher in C’era una volta in America co’ De Niro fu tagliata…

Devo esservi sincero, Jack Nicholson ha recitato con attrici bravissime. Fra cui Diane Keaton, Meryl Streep, Faye Dunaway e via dicendo. Ed è stato sposato per anni con un’attrice meravigliosa ma, indubbiamente, oggettivamente bruttissima, cioè Anjelica Huston.

Nel tempo libero, fra una lite e l’altra con Morticia Addams, a mo’ di 3 giorni per la verità del suo amico Sean Penn, autore di Lupo solitario, col quale Jack avrebbe recitato pure ne La promessa, pur conservando omertosamente, a mo’ di mafioso bugiardissimo, L’onore dei Prizzi e l’impeccabile reputazione della “famiglia” alla Marlon Brando de Il padrino, non aveva prezzo quando segretamente sfilava le calze col pizzo di Amber Smith. O no?

Come si suol dire, Wolf – La belva è fuori? No, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sì, Jack è sempre stato un vizioso e non è affatto vero il detto fariseo… l’ozio è il padre dei vizi.

Di mio, per esempio, ho sempre oziato eppur non soffro de Il vizietto con Ugo Tognazzi. Non sono omofobo, non so neanche se sia io un uomo. A volte, comunque, mangio le uova. Le donne ovulano e i maschi amano spesso le galline spennacchiate. Molti uomini sono dei galli cedroni. Be’, fatemi bere ‘na cedrata.

Per via dei miei innocui vizi pubici, no, pudici, fui accusato di essere uno sfigato come Ugo Fantozzi. Sì, i miei coetanei mi sfottevano a sangue. Si sa, erano e sono immaturi e strafottenti. Loro se ne fottevano…, ancora se ne fottono.

Io accettavo ogni presa per il culo senza battere ciglio? No, senza battere. Sì, molti adolescenti della mia età invece già battevano senza darlo a vedere…. Stavano sempre a cazzeggiare e a limonare in qualche pub(e). No, non erano delle prostitute di bassa lega. Meglio non fare una sega? No, farsene molte… Questi pubescenti venivano… foraggiati dai genitori d’alto bordo che li mantenevano agli studi di ogni lingua, straniera e non, scandinava, spagnola o semplicemente “poliglotta” affinché si sviluppassero… con qualche tamarra già molto “esperta”, sebbene prematura con scapp… mento a destra? No, maturanda presto laureanda bravissima agli orali… Molte di queste donne, ex universitarie da Conoscenza carnale di Mike Nichols, adesso sono diventate Anne Bancroft de Il laureato. Sì, per mantenere la facciata di brave signore moralmente integerrime, sono regolarmente sposate a un uomo laureatosi alla Bocconi, poi nel privato, forse solo nel club privé, amano un Piccolo grande uomo alla Dustin Hoffman da attrici “navigate” come Brenda James, Julia Ann, Brandi Love. Finito ciò, ritornano a fare le donne di casa da maionese Calvé. Attenti, mariuoli, queste vi rigirano come un calzino e vi fanno impazzire.

Sì, queste attrici da me appena menzionate, sono specializzate alla boc… hini ai ragazzini? Forse, diciamo, che non sono Jodie Foster di Sotto accusa e de Il silenzio degli innocenti? Direi di no.

Be’, diciamo che i tempi sono cambiati. Dobbiamo aggiornarci, non essere bigotti. Nel sessantotto, si combatté per la libertà sessuale, poi arrivò il 69, adesso le Anne Bancroft dei “tempi d’oro” sono diventate Jodie Foster di The Dangerous Lives of Altar Boys.

Essendo un po’ in là con gli anni, tifano per Ragazzi fuori, no, per ragazzi puri come Ethan Hawke di Paradiso perduto. Eh già. Che cazzo possono fare, d’altra parte? Come si suol dire, nemmeno Francesco Benigno se l’inc… a. Cioè, sono passate dal bramare John Lennon e Paul McCartney dei Beatles a parteggiare per il protagonista biondino de L’attimo fuggente.

Ah, per forza. Vecchie decrepite come sono, possono solo recitare la parte delle filantrope. Sono passate dal credersi Ava Gardner al ballare nel giardino delle loro great expetactions perdute per colpa della menopausa più cavalcante di un Cowgirl – Il nuovo sesso con l’ex di Hawke? Sì, Uma Thurman ma queste qui non “thurmano”, no, non mi turbano. Onestamente, sono già state fottute da parecchio. Che si fottano. Riguardassero Ethan Hawke in Prima dell’alba e poi, se ancora sentiranno qualcosa, rivedessero il loro Prima del tramonto?

Che volete farmi per queste battone, no, per queste mie battute? Sono nato nel ‘79 e, parafrasando il buon Eastwood con E.G. Marshall in Potere assoluto, sono troppo vecchio per raccontarvi puttanate.

Il nostro mondo ha perso. Meritava di vincere come quando fu candidato Al Pacino agli Oscar per …e giustizia per tutti ma Al fu battuto, ingiustamente, da Dustin Hoffman di Kramer contro Kramer.

Quest’anno, tiferò per Nomadland. Tanto per dimostrarvi che non sono misogino. Sì, ci sono ancora le grandi registe donne dopo Jane Campion.

Ma mi sorge, qui, spontanea ora una domanda. Come ca… è stato possibile che Gran Torino di Eastwood non sia stato candidato a nulla? È semplicemente uno dei tre quattro film per cui valga la pena di vivere. Vedo gente che litiga perché è in disaccordo su un film. Vedo uomini che ammazzano le loro donne solo perché hanno scoperto che esse amano Jodie Foster. Da quando nasci, t’insegnano che sei una brava persona se fai lo schiavo che lavora come un negro e vive di messe e compromessi. Mentendo sempre a sé stesso per avere tanti amici e tante stronze. A un certo punto però, in questo mondo che non crede a nulla ma crede che siano giuste le quarantene dovute al Covid, come dice Eastwood/Walt Kowalski, avete presente che di tanto in tanto si incontra un tizio che è meglio non far incazzare? Beh, quello sono io… Sì, mi spiace che, a fine maggio, Clint Eastwood compirà 91 anni. Non penso che girerà molti altri film. Come dicono a Napoli, cè pecchet’! Cioè, che peccato! I geni non devono morire mai, i geni non devono stare con la gente normale. La gente normale è formata da ladri, da bugiardi, da guappi, da cornuti e traditori, da gente che di mattina mangia un cornetto e poi prega col cornetto affinché tu possa morire d’un male impietoso. È gente che crede a dio, è superstiziosa. Pensate, molti credono pure al diavolo, uno con le corna in testa… Crede davvero che un attore sia meglio di un altro perché a differenza dell’altro ha vinto l’Oscar. Appena alla gente sputi in faccia la verità, ti dicono che sei delirante. Be’, non ho bisogno più dei figli di bottana. Poiché, come sostenne Nietzsche, l’uomo all’apparenza più debole è invece il più forte. Un tempo, inoltre, la Critica cinematografica era formata da uomini in gamba. Adesso, tengono banco Frusciante e victorlaszlo88. Il primo è uno che, nella sua monografia su Carpenter, sostiene che dovremmo lavorare un’ora al giorno, massimo, e goderci la vita. Parla, parla, parla ma sta sempre a fare un cazzo, chiede soldi per “lavorare” a mini-recensioni di 2 min. Il secondo, a furia di vedere film e non farsi una trombata con Valeria Golino, sta diventando Victor Frankenstein.

Come sosteneva Clint, il mondo si divide in due categorie. Quella degli umani e quella dei nani. Voi siete nani. Continuate con l’onanismo. Ciao ciao.

 

locandina 5 numero perfetto servillo

di Stefano Falotico

 

Sarebbe finalmente ora di glorificare il grande Michael Douglas: attore rapace, sexy beast dal fascino immarcescibile, il man per antonomasia del suo stesso incarnare il vivente thriller più avvincente


08 Jan

Michael+Douglas+26th+Annual+Screen+Actors+VGhtfMxj5o_l

 

Michael+Douglas+BAFTA+Los+Angeles+BBC+America+Xgl3Sjha5tQl

Ecco, pezzo super falotico, prettamente adattato al mio modo unico e inimitabile di vedere il mondo e filtrarlo attraverso la beltà fascinosa dei registi, delle attrici e degli attori più carismaticamente portentosi.

Ora, se proverete ad andare in giro, domandando a chicchessia che incontrerete lungo la strada, non so se della via o della vostra tortuosa vita, quale sia/è il suo attore preferito, praticamente nessuno vi risponderà fermamente Michael Douglas.

Anche il cinefilo più incallito o presunto tale, invero forse un esaltato ignorantissimo in materia, vi fornirà banali risposte a glorificazione dei mostri sacri dati per assodati.

Al che, vi sentirete rispondere De Niro, Pacino, Dustin Hoffman, forse perfino Philip Seymour Hoffman dallo snob che ama gli ottimi interpreti trapassati, riempiendosi la bocca d’una necrofilia dotta, ah ah, Jack Nicholson, se il vostro interlocutore almeno una volta durante la sua esistenza si beccò un TSO che fa sempre “uomo problematico dal torbido sex appeal dall’occhio malandrino del lupo di mare che esperì la sofferenza dell’anima, restaurandosi o forse deturpandosi sensualmente da Joker di Tim Burton”, ah ah, probabilmente Marlon Brando ché è luogo comune definirlo il più grande… qualcuno opterà anche su Daniel Day-Lewis perché è il solo ad aver vinto tre Oscar come miglior performer protagonista.

Sì, Daniel, lui no. Al massimo tale mentecatto, il quale parla per frasi fatte e attori strafatti e ripetitivi, monotematici e melodrammatici, avrà recitato la filastrocca di Natale davanti allo specchio, solo come un cane dinanzi a una foto ricordo della sua prima comunione nel mentre di questo Covid-19 ammattente anche lo spirito più clemente.

Basta con le ciance. Io, fra i primissimi posti della mia personalissima classifica, ficco Michael.

Attore di allure estrema, figlio d’arte di cotanto padre che morì ultracentenario, marito d’una donna bellissima, ovvero Catherine Zeta-Jones, la quale ora fa la Lorella Cuccarini di Beverly Hills da casalinga della sua Scavolini losangelina.

Catherine, interprete di Prima ti sposo poi ti rovino. Una delle poche, peraltro, a non essere state a letto con George Clooney. Ah ah.

Catherine recitò con Antonio Banderas ne La maschera di Zorro ma pare che non fu attratta da Antonio e, finite le riprese del film di Martin Campbell, andò in bagno e fu una Piscina à la Romy Schneider mentre, sul water, a mo’ di catalogo PostalMarker per signore altoborghesi e non per ragazzini degli anni novanta, sfogliò l’album delle foto di scena di Zorro di Duccio Tessari con Alain Delon.

Arrivata alla terza pagina, ipnotizzata e arrapata dal tenebroso Delon dei tempi d’oro con tanto di spada affilata, la casa di Catherine assomigliò alla Diga delle Tre Gole, da non confondere col Triangolo delle (sue) Bermude.

Catherine conobbe Michael sul set di Traffic. E Michael avrebbe meritato l’Oscar al posto di Benicio Del Toro.

Ora, rividi Delitto perfettoremake di Andrew Davis con Douglas, per l’appunto. Certo, film mediocre, scialbo ed affrettato, efferato nel finale davvero tirato via e con un Viggo Mortensen che, prima di Cronenberg, assomigliava a Navarino, bidello del liceo Sabin di Bologna con velleitarie ambizioni da cubista-fancazzista in zona perennemente “succursale” del suo credersi un pittore d’alta scuola, semmai un giorno recensito da Sgarbi Vittorio, in verità vi dico… identico anche al Viggo di Lupo solitario.

E ho detto tutto…

Federico Frusciante considera il rifacimento di Davis una schifezza. Poiché, a suo avviso, Hitchcock non si tocca.

Sicuramente. Però io ho questo dubbio. Gwyneth Paltrow, dopo essere stata con Brad Pitt e Chris Martin, perché non fa più l’attrice? È proprio tocca. Che fa ora? Si tocca su Michael Douglas de La guerra dei Roses?

Infoiandosi nel pensare che Douglas sia invero l’idealizzato, invero mai soddisfacente, Ben Affleck? Col quale lei non andò d’accordissimo caratterialmente e con cui giocò al tiro al piattello, no, ai piatti dopo una cena a base d’inferocite urla non piccanti come il Tobasco più “caliente?”. Michael ebbe la fortuna di superare il Cancro. Il suo compagno Val Kilmer, sì, di Spiriti nelle tenebre, purtroppo invece sembra spiccicato a Patrick Swayze. Quest’ultimo protagonista de La città della gioia…

Sì, adoro Michael Douglas perché è come me.

Nei miei momenti di rabbia acuta, lo idolatrai in Un giorno di ordinaria follia. Dopo che mi sverginai, invece, rividi Basic Instinct e, in un attimo di auto-venerazione, pensai che arrivato io all’età in cui Mike fece all’amore, per finta, con Sharon Stone, io avrei avuto una donna più bella di Demi Moore di Rivelazioni.

Purtroppo, sono deluso e mi sbagliai di grosso.

La mia lei è molto più bella di Demi Moore.

Inoltre, pensai sempre che gli uomini affascinanti come Douglas, sì, sposino una come la Zeta-Jones, molto più giovane di lui, perché hanno i soldi. Non è vero.

In Last Vegas, Robert De Niro, capì subito che uno come Douglas non poteva sposarsi con una ragazzina ma doveva stare con Mary Steenburgen.

Be’, avrei da raccontarvene tante sulla mia vita. Mi ricordo che, ai tempi delle scuole medie, un mio compagno di classe, tale Alessandro Gravina, biondo, alto un metro e novanta e con gli occhi azzurri, mi prendeva sempre in giro, definendomi nano. Le ragazze andavano matte per Alessandro. E lo seguivano a ruota… libera. Dandogli manforte.

Durante una lezione di Educazione Fisica, Gravina mi disse a mo’ di sfottò:

– Nano, vediamo se riesci a segnare?

 

Sì, giocammo a Calcio e lui militava nella squadra avversaria. Ebbi fortuna e riuscii a segnare.

Mi sono però dimenticato di narrarvi un particolare. Se può interessarvi. Dribblai Alessandro e segnai? No, avete presente Maradona? Non era molto falloso, in campo. Però era davvero stronzo. Quando si adirava, faceva davvero piangere tutti.

Credo che Alessandro, quel giorno, non lo dimenticherà mai.

Non lo dimentica ancora in quanto lo umiliai? No, perché gli chiesi, già all’epoca, se gli piacesse Michael Douglas e lui mi rispose:

– A me piacciono solo le ragazze. Non me ne può fregar di meno degli attori.

 

Sì, oggi come oggi, Alessandro è sempre alto, biondo e con gli occhi azzurri. Però è sposato forse con una di nome Giuseppina Cannavello.

Forse Giuseppina è bella e intelligente? Secondo voi, Giuseppina ha mai visto Chorus Line? No, eh. Eh già, l’attore preferito della signora Cannavello in Gravina è Vincenzo Salemme. E ho detto tutto. Comunque, evviva anche Mario Merola ché I figli… so’ pezzi ‘e core.

Di mio, ho sempre preferito i figli di pu… na come Mike. Perché io amo Black Rain!

Quindi, se non vi piaccio, cari uomini, è meglio. Mi piace di più, rispetto a voi, Douglas ma non sono omosessuale. Se mi date del pazzo, credo che piangerete più di Gravina.

Voglio concludere con quest’ultima…

– Pensa te, questo qui. Si vanta di sc… re una tizia.

– Certamente. Non è mica tua moglie.

– Che vorresti dire?

– Tua moglie è la signora Cannavello e tu non sei l’unico, caro Gravina, che se la fa.

– Che cosa? Quindi, tu ti fai mia moglie?

– No, per carità. Se la fa il suo amante. Quindi, caro Gravina, sei pure cornuto.

E l’amante di tua moglie non è Douglas di Wall Street.

Mi spiace per te e per lei ma chi ti mette le corna assomiglia a Michael Douglas durante il Cancro. Però ha trent’anni e non ha il Cancro.

– Senti, Stefano. Andiamo a farci una partita a Calcio?

– Va bene, tanto ora sei sposato. Ti lascio vincere…

– Ehi, ora stai esagerando. Adesso ti meno! – gridò Gravina per fare il figo coi suoi amici cassaintegrati.

 

Sì, me la cavavo a giocare a Calcio. Avevo solo tredici anni.

Ma, col passare degli anni, cominciarono a piacermi pure la boxe e il kung fu.

E ho detto tutto.

La signora Cannavello ha chiesto il divorzio. Pare che, al posto di Gravina, abbia scelto Val Kilmer. Sì, povero Val, passato da Cindy Crawford e Daryl Hannah e or a non avere una girlfriend da 20 years come da sue recenti dichiarazioni. Non è vero. Val mentì. Da tempo, si consola infatti con la Cannavello. Forse anche con Carmela o la cannamela. La signora Cannavello, eh già, che, a sua volta si consola con Kilmer dopo Gravina e il suo amante non tanto bello.black rain

 

di Stefano Falotico

Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA


23 Aug

118488146_10217328430505624_679290307290038865_o

Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi

Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?

Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.

Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.

In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.

Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.

Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!

Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.

Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.

Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.

Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto SettembreInteriors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.

Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.

Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.

E ho detto tutto…

Di mio, invece, che posso dirvi?

Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.

Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.

Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.

Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?

Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.

Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.

Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.

Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.

Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!

Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.

Ah, della mia vita sapete davvero poco.

Anche della mia attuale ragazza.

Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.

Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.

John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.

Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.

Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.

È pazza e brutta come voi. Ah ah.

Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.

Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.

Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.

Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.

Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?

Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.

 

 

di Stefano Falotico

batman pattinson

La malattia mentale esiste davvero non soltanto nel Cinema e in True Detective? Oppure è una fandonia creata appositamente dalla psichiatria a mo’ di spauracchio per chi odia i geni che non credono all’eugenetica della mi… a?


28 Jun

van gogh schnabel dafoe

Inizio spiritoso per poi arrivare al finale malato… di metafisica.

Ora, che c’entra True Detective? C’entra eccome.

Nella prima stagione, così come le altre due, scritte da Nic Pizzolatto, Rust Cohle/Matthew McConaughey è malato di mente. La sua non è però una malattia mentale socialmente pericolosa, anzi, tutt’altro. È lui che, grazie al suo fiuto da tartufo, in virtù del suo pessimismo cosmico da Giacomo leopardi ante litteram e, forse, rispetto a lui meno letterato ma probabilmente più lettore dei libri di criminologia non scritti da egregi, noiosissimi dottori, bensì da provetti, privati investigatori alla pari di lui espertissimi di assassini seriali, perfino rispetto a lui più intuitivi e migliori, in maniera prodigiosa riesce a catturare lo psicopatico pedofilo e a smascherare non soltanto il maniaco sessuale, bensì anche le false congreghe di ciarlatani affetti da manie religiose.

Rust non è un fanatico, non è neanche un esaltato. È proprio un gran figlio di puttana nella sua accezione più figa di Michelle Monaghan e di Alexandra Daddario.

Invece, il suo “partner” esclusivamente lavorativo, Marty/Woody Harrelson, non soffre di nessuna patologia mentale, non è uno psichico, tantomeno uno da internare in un centro psichiatrico.

Però, a vederci chiaro, è in effetti malato del seno della Daddario. Mentre Rust sodomizza sua moglie e poi scatta la rissa fra i due amici/nemici che si danno più colpi di quelli rifilati a Rachel McAdams da Ray Velcoro/Colin Farrell nella seconda stagione.

Anche Ray è malato.

Difatti, è tanto certosino e impeccabile nel suo lavoro quanto borderline e facile alle botte da dare non solo a Rachel, bensì a ogni ragazzino bullo, indubbiamente disturbato, che fa lo sbruffone con suo figlio “ritardato”.

Vince Vaughn, invece, è manesco, è un puttaniere conclamato ed è un fesso mai visto.

Sì, sua moglie è una fessa incredibile, nel senso meridionale del termine (fessa infatti, al sud, significa gran pezzo di patonza che, a sua volta, si dice in Toscana, maremma maiala!), eh già, Kelly Reilly.

Oramai specializzata in ruoli da mangiatrice di uomini, “rinomata” nella parte della bagascia di bell’aspetto che può cavalcare sia Kevin Costner, ovvero MrBalla coi lupi, di Yellowstone che un nerone come Denzel Washington di Flight.

Nonostante ciò, Vaughn la tradisce con delle meretrici di bassa sega, no, lega.

In ciò, va detto, assomiglia a Stephen Dorff. Uno che, alla pari di Bret Michaels, riuscì a fottere Pamela Anderson.

Mentre, in Somewhere, Stephen inchiappettò Laura Chiatti. Secondo me, non solo nella finzione.

Con buona pace del cornuto di Marco Bocci.

In True Detective 3, Stephen interpreta la parte, per l’appunto, del tipo piacione un po’ coglione e, nel finale, molto panzone ubriacone.

Stephen, in questa serie, non è malato di mente. Di bionde, nel senso stavolta di birre, sì.

Ha pure la parrucca biondissima!

Mentre Mahershala Ali diviene progressivamente demente e non ricorda più quasi niente.

Vi garantisco, comunque, che Carmen Ejogo è una passerona che non si dimentica facilmente.

Ora, perdonatemi. Non ho più voglia di scherzare e sdrammatizzare.

Avverto un blackout dietro di me, qualcosa di enormemente bergmaniano.

Negli ultimi anni, quasi tutte le persone a me care, purtroppo, sono morte.

E anch’io non mi sento bene.

Più che malinconico, sono nostalgico.

Ma forse qualcosa è rimasto, qualcosa echeggerà eternamente.

La mia anima vivrà per sempre.

Non è un testamento funebre ma una presa di coscienza lapidaria.

Ecco, detto questo, elenchiamo dei film ove i protagonisti sono, in un modo o nell’altro, dei pazzi.

Blown Away – Spazzato via:

Ecco che si riforma la coppia formata da Corey Feldman (identico nell’aspetto a un mio ex amico delle elementari e delle medie, Marco Trasatto) e dal compianto (da chi?) Corey Haim.

La loro patologia consiste in questo: perdono la testa per la stessa donna, cioè Nicole Eggert. In tale thriller erotico girato col culo. Un film, diciamocelo, del cazzo.

Non guardatelo, scaricatevi solo le clip in cui Nicole si mostra più e più volte generosamente ignuda.

Comunque, a Nicole Eggert e a Pamela Anderson, ho sempre preferito Marliece Andrada. Anche lei bagnina bagnatissima di Baywatch e sicuramente una che, come Alexandra Paul, soprattutto di Christine, può trasformare un nerd come Keith Gordon in Flash Gordon.

Proof:

qui, Anthony Hopkins, dopo essere stato il celeberrimo cannibale de Il silenzio degli innocenti, interpreta la parte di un genio matematico impazzito. Il quale non riesce neppure a capire che sua figlia, incarnata da Gwyneth Paltrow, la diede a Brad Pitt.

Dire, cazzo, che Anthony e Brad girarono assieme Vento di passioni. Anche Vi presento Joe Black.

Pare che Pitt e Claire Forlani non abbiano mai avuto alcun tipo di relazione sessuale e/o sentimentale.

Sì, questo lo andranno a dire a quella zoccola di Angelina Jolie.

Andiamo avanti…

Qualcosa è cambiato:

qui, Jack Nicholson interpreta la parte di un misantropo che scrive romanzi d’amore. Ma che significa?

Allora, odia l’umanità o non gliela fa? Lo sa Helen Hunt.

Per riuscire a farcela…, Jack prende le pastiglie, cioè gli psicofarmaci.

Molti di voi, invece, non abbisognano di pasticche come il Viagra.

Non gliela fate manco con questo/e. Ah ah.

Joker:

non so se ne siete stati informati. Questo film è la storia della mia vita.

La mia esistenza è stata plagiata da Todd Phillips e da Scott Silver.

Ho chiesto il risarcimento danni all’Infortunistica Tossani. Ma come? Ho pure vinto l’Oscar come miglior attore protagonista? No, l’ha vinto Phoenix.

Insomma, ‘na tragedia. Ah ah.

Rambo:

qui, Stallone, dopo essere impazzito a causa degli orrori del Vietnam, dà di matto.

Sicuramente meno, comunque, rispetto allo sceriffo e ai suoi scagnozzi fottuti. Non solo nel cervello.

Risvegli:

una malattia chiamata encefalite letargica. Un miracolo inaspettato. Peccato che duri pochissimo. Quasi quanto la corta durata di Stand by Me di Reiner. Una magia e un magnifico ricordo che finiranno solamente nel brevissimo, impercettibile tempo di un’estate bellissima.

A Beautiful Mind:

discreto film, assai retorico. Nemmeno una donna bella come Jennifer Connelly riesce a salvare un genio dalla follia.

Neppure il suo amore riesce a curarlo dai suoi demoni…

E che se ne fa John Nash del Nobel?

Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità:

forse l’arte, la fantasia, l’immaginazione salveranno il mondo da ogni aberrazione e da ogni ipocrisia.

Forse, la forza della grandezza artistica permetterà a Vincent di essere un grande uomo come il Pasolini descritto da Abel Ferrara. Ancora una volta, strepitosamente aderente al viso cristologico del leggendario Willem Dafoe.

di Stefano Falotico

Ma che bel film che è Richard Jewell, praticamente la storia della mia vita: per fortuna non sono diventato Jon Hamm e Olivia Wilde


16 Jan

sam rockwell richard jewellEbbene, ieri pomeriggio mi recai allo Space Cinema di Bologna, multisala che non è male, al primo spettacolo pomeridiano, ovvero alle 16.45, inclusi i venticinque minuti di pubblicità.

Arrivando io con un po’ d’anticipo, oltre a fare il biglietto, adocchiai la bigliettaia ma capii che era troppo brutta per farmela e deglutii l’amarezza, ordinando un caffè. Zuccherandolo mestamente con cucchiaiate oserei dire crepuscolari come il Cinema meglio miscelato di Clint Eastwood.

Un uomo che invecchia come il buon vino. Insomma, ora ha quasi novant’anni, è un vino molto stagionato però giammai scaduto.

Sì, Clint non è un uomo normale. Trovatemi un altro uomo capace alla sua età di possedere ancora una così forte, compattissima lucidità, in grado di dirigere un robustissimo film di due ore e un quarto circa, coordinando magistralmente una scena di massa con tanto di Macarena.

Prima di gustarmi il film in totale souplesse, in gradevolissima solitudine con tanto di gamba accavallata, sedendomi su un posto non assegnatomi tanto in sala v’era quasi nessuno, dovetti però sorbirmi i promo pubblicitari, detti più comunemente trailer, della nuova elegia dolceamara di Gabriele Muccino, Gli anni più belli.

Sì, con un Kim Rossi Stuart incartapecorito e non più bello come una volta e una Micaela Ramazzotti che, a forza di leccarlo a Paolo Virzì, è ora prosciugata, cioè pelle e ossa. Con un Favino diverso anni luce dal suo Bettino Craxi, forse pure con un sospetto parrucchino e liftato più di Al Pacino.

Gabriele Muccino, uno a cui non offrirei da bere neanche un cappuccino poiché idiota totemico di quel tipo di cinematografia ruffiana, melensa e precocemente nostalgica da Cinema formato pasticcino.

Sì, i pasticcini sono buoni, grondando di cremosa delizia da trangugiare e mandare giù come un buon tiramisù.

Ma risultano poi stomachevoli.

I pasticcini, dunque anche Gabriele Muccino, sono come Olivia Wilde. La vedi e vorresti subito impiastricciarla di panna montata per un amore al profiterole.

Quindi, capisci che è una zoccola ammuffita e dà il voltastomaco.

Sì, la Wilde è tutto ciò che non fu Shelley Duvall, donna invece timida e pudica, povera moglie di Jack Torrance/Nicholson di Shining e Olivia, appunto, del Popeye di Robert Altman.

Sì, un uomo vede la Wilde e non gli pompano i bicipiti come Braccio di Ferro, bensì (gli) diventa duro come Jon Hamm. Ah, un omone con molti ormoni questo Hamm. Uomo che, assieme a Hugh Jackman, le donne accoglierebbero dentro le loro coscione come un vero bambagione. Un uomo lupo, un mutante da strappa mutande.

Sì, nel film di Eastwood, la Wilde lo seduce al bar. Lui vi casca come un coglione, forse con entrambi i coglioni. E, pur di darle lo scoop, si sputtana e la scopa da lurido marpione, insomma, un bellissimo puttanone. Altro che investigatore dell’FBI. Hamm vuole solamente vedervi lì chiaro, in maniera profonda.

Sì, una ragazza riesce a trombarsi Hamm. Lui però è uno stronzo e lei, al mattino dopo, canta già Albachiara.

 

La Wilde se la tira presso la redazione del suo giornale come l’Alba Parietti nazionale, esibendosi in sorrisi autocompiaciuti più fieramente sfrontati di Brandi Love, l’attrice porno più rifatta della storia, dunque dandola a vedere senz’alcuna vergogna per l’applauso scrosciante di tutti i colleghi suoi maschi che pendono dalle sue gonfiate labbra soprattutto quando cammina su tacchi a spillo molto alti e cavalcata arrapante assai scosciante.

Olivia è un po’ come Luisa Ranieri. Luisa è bella ma non apprenderebbe l’italiano nemmeno se imparasse a memoria tutto lo Zingaretti…

Olivia, invece, ha un vocabolario d’attrice che va dalla chirurgia facciale mono-espressiva alla mastoplastica della sua recitazione come il culo.

Olivia Wilde è una che, infatti, se lo fece fare pur di arrivare… Mica come la grande Kathy Bates, una che invece se lo fece e basta.

Donna grassoccia, la Bates. La quale, a forza di passare le nottate in bianco, prese sempre più chili poiché, insonne e bulimica, svuotò tutto il frigorifero. Soprattutto della sua voglia di qualcosa di buono…

Legò al letto, in Misery non deve morire, pure James Caan, famoso ex puttaniere e abituale frequentatore della manson di Hugh Hefner. Sì, un playboy davvero Rollerball.

Kathy si spogliò dinanzi a James. James, divenuto paraplegico a causa dell’incidente in macchina, non riuscì a muovere un solo muscolo, figurarsi se avesse potuto muovere quello per Il gioco di Gerald.

Oddio, se sopra di lui si fosse trovato Carla Gugino, pur con molti sforzi, credo che si sarebbero eccitati i suoi cuginetti.

Ma con Kathy non poté fargliela manco ficcandole sul viso un cuscinetto.

Comunque, la Bates vinse l’Oscar nello stesso anno in cui anche Al Pacino lo vinse. Per Scent of a Woman. Ah ah, ho detto tutto. Poi, la Bates si sparò… il viaggio… con Jack Nicholson di A proposito di Schmidt. E ho detto tutto un’altra volta. Ah ah.

Comunque, meglio il lupo che perse il pelo ma non il vizio, appunto Jack Torrance, piuttosto che Dermot Mulroney.

In Nonno scatenato non è manco tonto, si fa inculare sia dal figlio che dal padre.

Kathy, comunque, se ne sbatte. E sa di essere una Mia Martini a cui nessun George Clooney offrirà la sua Olivia, no, olivine. Al massimo, Kathy è donna che, prima di andare a letto, si fa un altro quartino di vino.

Richard Jewell invece non vuole né la botte piena né la moglie ubriaca. Allora, fottendosene pure del complesso di Edipo, fa l’addetto alla sicurezza.

Sì, mentre gli altri si sbronzano e ballano, si baciano e sbattono, lui deve stare attento che nessuna coppia scoppi, no, nessuno faccia esplodere una cazzo di bomba sexy? No, bomba e basta.

Ah, torniamo a Olivia. Sì, uomini, chiamate gli artificieri appena vedete Olivia. Dovete disinnescare subito l’ordigno della vostra eiaculatio praecox da imbarazzanti fuochi pirotecnici. Ah ah.

Di mio, sono come Sam Rockwell. Sì, v’assomiglio non solo fisicamente. Olivia Wilde entra di soppiatto nella mia macchina e posa il suo sedere stupendo sul posteriore.

Io la mando a fare in culo, subito. Ma che volete farmi? Fui per anni Nicolas Cage di Matchstick Men.

Sì, che può venire con una così? Guardate, ragazzi, fidatevi. Preferisco che mi seghiate piuttosto che pigliare lo scolo da questa malafemmina.

Sì, anni fa subii una diagnosi psichiatrica. Dissi al perito che soffrii di disturbo ossessivo-compulsivo misto a depressione bipolare.

E che, a causa del mio disturbo da Jack Nicholson, però di Qualcosa è cambiato, molti bastardi attentarono alla mia vita.

Fui indagato e sottoposto a un processo sommario, anzi, da somari della minchia.

Sono sfregiato come Anna Levine de Gli spietati.

Ma rimango sempre William Munny e Walt Kowalski.

Quindi, ciccino, andate a dirlo a quella bagascia di vostra madre, cioè Olivia Wilde.

Ho vinto io…

Ah, dite pure all’Indio, che sono anche Lee Van Cleef di Per qualche dollaro in più.

– Colonnello, prova con questa…

 

Indio, non è che adesso te la fai sotto?

Eh già, mi sa che sono più bravo di te.

L’hai sempre saputo.

Oh, non farti una sciolta.

Non voglio un finale per te piagnucoloso come un film di Muccino.

 

di Stefano Falotico

Post scioccante: BASTA CHE FUNZIONI, sì, in effetti funzionò, fu per questo che non ha funzionato, Qualcosa NON è cambiato


17 Nov

larry david basta che funzioniSì, passo dal passato remoto al passato prossimo.

Conobbi una, poi passai a quella dopo.

Il detto non c’è due senza tre è una balla messa in giro da chi non ama il numero perfetto.

È il 3? È il 5 come nel film di Igort?

No, per me, dopo le prime due, tornai allo zero assoluto.

Ora, vi spiego tutto.

Se mi presterete fede, qui mi confesserò di Atto di dolore, ah, fatemi il piacere, basta che non sia quella nuziale o quella religiosa.

Sono ateo, lo sono diventato quando ho capito, anzi capii che la maggior parte della gente crede a dio, dunque all’amore.

L’amore, a mio avviso, è un modo romantico per disconoscere la masturbazione.

I cristiani, infatti, pensano che la masturbazione sia un peccato poco veniale. Non è vero, io me ne sveno.

A volte però non vengo, svengo e basta.

Sì, a volte pure fare l’amore con me stesso mi fa (s)venire.

Per esempio, guardo un film pornografico. All’inizio sto per venire. Poi, appena l’amante della tizia nel video, ecco, sta per arrivare al dunque, capisco che lei è una troia.

Dovevo capirlo/a prima. Oramai è troppo tardi.

Sì, lei è stata con un animale e non posso fare molto se non starmene con le mani in mano.

Come no? Se volessi ucciderlo, lei, essendo oramai innamorata di lui, chiamerebbe la polizia.

Ah, non mi preoccupa però, più di tanto, la prigione. Tanto, ripeto, pur essendo un uomo libero, per me la vita reale è Alcatraz.

Le persone che stanno là fuori, così come i neri che te lo mettono dentro sotto quelle docce col gioco della saponetta, t’inculano. Fidatevi.

La gente è malfidata.

Meglio incularsi da soli.

Sì, se uccido quel bastardo, lei si dimostrerà nei miei confronti più bastarda di quel che fu ed è ancora.

Vorrà inchiappettarmi, perfino (in)castrarmi, cazzo.

Non la vedo bene. Anzi, è meglio che questa donna non la veda più.

Sì, prima di fare l’amore con lei, io ero molto religioso. Anche lei lo era. Credeva che ce l’avrei fatta se mi avesse fatto credere alla figa. Sì, lei si considera una dea.

Ora infatti, come avrete capito, è una pornoattrice.

Adorata da tutti gli uomini del mondo. Il 90% di loro non vedono l’ora che esca su Netflix il film I due papi.

Sì, le loro (r)esistenze sono andate a puttane ma, quando vedono il papa, ipnotizzati dal loro retroterra religioso insanabile, per me assolutamente imperdonabile, riescono a perdonarsi.

Figurarsi quando ne vedranno due.

M’immagino anche il mattino dopo la sera in cui avranno visto il film.

Vedranno ancora più porno di prima. Tanto, questo film è servito a discolparli per l’eternità.

Mentre loro infinitamente, be’, non esageriamo, almeno sino al momento della loro morte, non vedranno l’ora di eccitarsi dinanzi alla donna da me eccitata, no, sovreccitata, semplicemente da tutto il mondo inculata che, nonostante tutto, no, malgrado tutti, non vede invece l’ora di scoparvi.

Ho detto tutto.

Sì, molta gente pensò che andassi spinto a sverginarmi.

Così sarei cresciuto. Che fosse/i cresciuto, lo sapevo già alla pubertà. Già all’epoca scrivevo cose spinte e ficcanti. Che la mia futura lei, con cui mi sverginai, fosse mal cresciuta, l’ha saputo solo quando l’è entrato in culo. Metaforicamente, ovviamente, mica da me. Dal mondo che tutti fotte. Senz’eccezione alcuna, a volte il mondo, sapete, se ne sbatte anche se il Presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente, soffre di mancanza di erezione. Prima o poi c’arriverete. Ora è presto. L’amante della mia ex amante, nel porno, è ancora ai preliminari. Fra mezz’ora, gliela farete. Sì, solitamente, un ragazzo non vede l’ora di scopare per la prima volta. La mia prima lei lo sapeva. Infatti, a sangue m’inculò. Peccato che non avesse previsto che, dopo la prima volta, me ne sarei fottuto alla grande. No, per me il sesso reale, condiviso, è stata una porcata. Prima di allora, vedevo i film di Woody Allen ed ero convinto di essere misantropo e anche misogino come lui. Adesso ho capito che, infatti, lo sono ma, a differenza di Allen, fra le gambe sono molto più dotato. Un bel guaio, cazzo, essere misantropo e misogino combinato così… Sì, tutte le donne mi vogliono. Gli amici invece, essendo invidiosi, desiderano ficcarmelo in quel posto. Così, mi trovo costretto a vivere da eremita. Poiché, non potendo soddisfare tutte le donne del mondo, ho paura che qualcuna possa poi prendersela e farmi dello stalking. Tanto il bullismo l’ho già subito, sì, per quanto riguarda i rapporti interpersonali, a prescindere da quelli sessuali, sono stato per molto tempo passivo. Me lo sbattevano tutti lì, cazzo, questi uomini socialmente attivi, più che altro malati di mente e pervertiti. Poi, reagii e la gente volle ficcarmi in manicomio. Insomma, rimpiango i tempi in cui soffrivo del DOC; il disturbo ossessivo compulsivo di cui è affetto il personaggio di Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. Almeno, tenevo sotto controllo l’ansia con le manie igieniche e ritualistiche. Del resto, me ne fregavo altamente. Poi, le persone vollero sporcarmi e ora ho perso pure la mia sana, pulitissima follia.  Insomma, una tragedia. Come dice Larry David, sapevo che un uomo della mia grandezza, sensibilità e profondità, non doveva farsi fottere da un’umanità stupida come Evan Rachel Wood. D’altronde, l’umanità vuole che tu sia Superman, ovvero Henry Cavill. Cioè un uomo apparentemente perfetto con un lavoro da miliardario, un uomo dal corpo di dio greco come in Immortals, bellissimo e infallibile.

Soprattutto infantile.

Joker è meglio. Ha il coraggio di dire la verità. Tanto non è Donald Trump. Non deve imbellettarsi per leccare il culo al mondo. Insomma, voi pensavate di farmi il festone e invece il festino da Maschera de la morte rossa di Edgar Allan Poe ve l’ho fatto io. Sono un “mostro?”. Certo, con una sua lodevole dignità. Ma questo lo sapevate già. Perché, dunque, avete fatto di tutto per portarmi a credere che sarei diventato un demente come voi?

No, funzionò. Non ho mai avuto dubbi riguardo i cazzi miei. Sui vostri, invece, sì.

Infatti, ora non avete più le palle per attaccarmi. Andate a messa e che la Madonna v’accumpagni.

Comunque, prima di lasciarvi, voglio essere The Punisher.

Un’ora fa, ho fatto un giro notturno da Batman con l’armatura interiore di RoboCop.

Parcheggio vicino al solito bar ove, a mezzanotte, bevo il caffè.

Al che avvisto, dentro il locale, un burino con una tizia tutta scosciata al suo fianco.

Entro…

– Il solito, grazie.

 

Il tipo mi tocca la spalla e mi chiede:

– No, dimmi, secondo te questa qui ha 46 anni?

– Sì, perché?

– Ma dai. Ma che cazzo dici? Non metteresti la firma per arrivare alla sua età così? No, dico. L’hai vista bene? Questa ha firmato un patto con il diavolo.

Che gran donna.

– Scusa, è la tua donna?

– Ah, magari – intanto strizza l’occhiolino alla quarantaseienne.

– Secondo te, io quanti ne ho? – gli chiede nel frattempo la barista cinese.

– Non saprei, signora. Se li porta bene. Anche lei è una donna stupenda. Ma come fa? Non avrei mai detto che ne ha 46.

– Infatti, ne ho tredici di meno.

 

GAFFE devastante del cretino.

Dunque, io mi permetto di chiedere alla tipa di 46 anni:

– Scusa, ma per caso questo qui ci sta provando con te?

– Ovviamente.

– E a te fa piacere?

– A tutte le donne fa piacere essere corteggiate. Basta che non si spinga oltre.

 

Il tizio ci rimane come una merda.

E dire che non ho avuto bisogno neanche di spaccargli la faccia. Ha fatto tutto lui.

Esco dal bar e racconto questa storia a uno su Facebook:

– Stefano, fammi però capire bene. A questo punto, sei stato tu a provarci con le due.

– No.

– Come no?

– Ho bevuto il caffè e sono tornato a casa.

– Lasciando quel maniaco sessuale solo-soletto con due donne indifese in un bar sperduto?

– Sì, perché? Tanto le donne vogliono quello…

 

Che posso farvi?

Sono lebbroso, penoso, poco focoso, odioso, umanamente poco caloroso.

Contro di me, non potete farcela.

Semplicemente perché potete pure picchiarmi, massacrarmi e, per l’appunto, incularmi.

Non ne verrà un cazzo.

Ora, distrutti, pronuncerete la vostra classica… dio che tristezza.

Sì, lo è.

Ma è sempre meglio di fare finta di essere felice così che possiate pensare che lo sia davvero.

Praticamente, quello che mi avete obbligato a recitare per quindici anni perché avevate paura di un diverso.

Più chiaro di così, si muore.

Infatti.

Finale:

Un tempo, la gente era pudica, faceva l’amore e non lo sapeva nessuno. Al massimo, se due persone erano sposate, lo potevi facilmente dedurre. Se non avevano figli, poteva venirti qualche dubbio.

Sì, se sua moglie non ti avesse confidato che è sterile, potevi credere che suo marito avesse l’amante.

Altrimenti, che cazzo stavano assieme… a fare?

Oggi invece, la situazione è cambiata.

La gente si premunisce. Appena inizia un flirt, le nuovissime coppie inseriscono il selfie a mo’ di annuncio.

Con la faccia di lui, ebete sorridente, quasi a dirti: forse, me la faccio. E lei, assorta in adorazione del babbeo, come a dire… finalmente, ho trovato uno che forse mi scopa, speriamo che ce la faccia.

Peccato che, quando divorziano, non inseriscono un altro selfie di loro due in tribunale.

Col loro figlio piccolo che li osserva e i genitori: – Scusaci, è stata una stronzata.

E il figlio: – Ma almeno una volta l’avete fatto. Sono nato io.

I genitori: – Purtroppo, hai ragione. Ora sono cazzi nostri. Al massimo, se non ce la faremo, il giudice ti sbatterà da qualche parte.

 

Insomma, devo prenderla tutta con filosofia. Non è male, in fondo. Sei pure intellettuale, possiedi dunque il fascino di colui che può rimanere misantropo e misogino e, pur sparando cinismo a iosa, rischia di prendere pure il Nobel.

Il Nobel, comunque, è come la vita. Puoi essere premio Nobel ma non serve lo stesso a un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

 

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

nicholson shining

Nell’oscura apoteosi dei nostri sogni giocosi, viviamo finalmente dello Shining che gode l’estasi dell’esistenziale nudità falotica


02 Nov

bmd

bmd

bmd

Sì, è uscito Doctor Sleep, scemenza alquanto trascurabile, un film farlocco che terrorizzerà soltanto gli allocchi. Sì, quei ragazzi che, per fare colpo sulle oche, cioè le brutte tipe, non so se invece grosse tope, di Full Metal Jacket ricordano solo la marcetta di Topolin, topolin, evviva Topolin(o).

Sì, per molto tempo fui denominato Stefanino. Poiché venni attorniato da adulti saccenti, invero dementi. Ché degli adolescenti guardano solo se rispettano le composte certezze del perbenismo più ipocrita, pianificando la vita dei poveri lori figli secondo un regolatore piano guerrafondaio fatto di moralistici ricatti e dure imposizioni al fine di creare i futuri leader di una società classista, oserei dire nazifascista.

Improntata al vile culto virile della potenza più atrocemente maschilista. Egomaniaca e solipsista ad aderire all’unico credo di voler adattare la realtà, quindi anche il prossimo, a immagine e somiglianza dei loro Orizzonti di gloria.

Nauseato precocemente da tutto ciò, da tali assurdi precetti farisei assai pericolosi, me ne estraniai con impari arroganza. Poiché, piuttosto che conformarmi a questa sociale violenza (dis)educativa, preferii planare in stati apparentemente dormienti di coscienza. In realtà, metafisicamente già elevati rispetto a tale porcile di fradici, irredimibili bastardi. Cerebrali? No, cerebrolesi. Inutile che continuino a mangiare i cereali per crescere sani. Non sono dei santi, sono forse dei salumieri.

Io invece fui oltre, già distanziato anni luce da questo godereccio mondo immondo.

Perciò, fu chiaro che chicchessia, dagli appena succitati adulti pasciuti e panzoni sin ad arrivare ai miei coetanei già laidi e nell’anima putrefatti anzitempo, squagliatisi e immersisi nell’indottrinamento più duramente stronzo, mi vedesse come nano.

Figurarsi quando rivelai che fui e sono tutt’ora invincibilmente un amante dell’onanismo in ogni sua forma godibile. Poiché vivo d’emozionalità che soventemente non combaciano con le animalesche, plastificate emozioni del novanta per cento della gente.

Persone che basano basa la loro prospettiva esegetica della vita, abboccando agli ordini consumistici indotti loro dalla televisione. Poiché They Live. Invero già sono morti nell’anima da tempo immemorabile.

Ammetto, con profondissimo orgoglio, rinnovando le mie non tanto sentite condoglianze alla maggioranza d’un mondo verso il quale, essendo questo già perito e sepolto vivo, non verserò nessuna lacrima amara, che non sono cambiato più di tanto.

Malgrado anch’io cedetti alla lussuria per colpa d’un (im)puro capriccio, prodigandomi allo sverginamento di me stesso, acco(r)dandomi estemporaneamente al piacere sessuale condiviso, debbo constatare, toccandomi il costato e dunque sentendo ancora bruciare le ferite di tale mia scelta dagli altri forzata, che non servì a un cazzo.

Poiché solo quando dormo nei miei sogni sono grande e so trasfigurare fantasiosamente, in maniera eccelsa, la crudezza insalvabile di un’umanità bestiale.

Quando invece mi sveglio come tutti, piegandomi a un lavoro normale e costipandomi nella terrificante mansuetudine buonista, cado in depressione abissale.

Il vostro sarcasmo mi ripugna. I vostri sorrisini fake e le vostre pose da guardoni sospettosi mi spingono, infatti, sempre più ad alienarmi da voi.

Riprendo in mano la moltitudine di libri da me scritti in questi anni. Rimango io stesso esterrefatto e ipnotizzato dinanzi a qualcosa di così grandiosamente (ir)reale da lasciarmi davvero (s)finito.

Insomma, con buona pace dei miei detrattori e degl’imbattibili, ostinati invidiosi, io a questo mondo ho fornii, non so se ancora fornirò, una nuova visione luccicante.

E questo è quanto.

Se non gradite, domani è domenica. Andate a pregare il vostro dio e, il mattino dopo, continuate nelle porcate.

Tanto, ricordate: la Madonna v’accumpagn’.

Statemi buon’, ritardati.

Sì, ne ho viste cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)