Posts Tagged ‘J’accuse’

Burbanza inquisitoria, requisitorie, la retorica, le oche, il superomismo e le indagini aleatorie


23 May

Prove tecniche di trasmissione? No, di copertina.

J’Accuse, atto accusatorio ineludibile della mia ricerca di giustizia inestinguibile.

Bologna HARD BOILED & l’amore ai tempi del Covid, miei prodi.

Chi mi ama così come sono non mi persegua ma mi segua. Chi necessita di biglietti di giustificazioni, eh già, soffre d’indisposizione genetica.

Io insisto e, imperterrito, la mia strada perseguo, inseguo.

(In)Seguitemi, ah ah!

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di Stefano Falotico

 

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L’ufficiale e la spia, fa bene Polanski a sputtanare il sistema


25 Nov

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Introduzione: spero che venga colta l’ironia che sta dietro molti miei scritti. Da considerarsi flamboyant, cioè goliardicamente giocosi eppur veritieri di una realtà menzognera che si cela dietro false apparenze e istituzioni ove lo status quo è andato a farsi fottere da un bel po’, ohibò. Oh oh.

Orbene, figlioli, donne saccenti ma invero dementi, uomini saggi eppur inconsapevoli di essere solamente dei tonti, L’ufficiale e la spia è un grande film. Capolavoro, no, ma vi va vicino. Così come io avvicinerei non poco la moglie di Roman, Emmanuelle Seigner. Donna da luna di fiele a cui offrire una canzone romantica della stazione radio Lattemiele e anche di Pane Burro Marmellata ove passano sempre dei pezzi da “strappa-mutande” per baci alla francese come quelli fra Louis Garrel e Laetitia Casta.

Qui, ci sta la prima freddura falotichesca.

Passeggio per strada con aria sconsolata. Al che, avvisto una bellissima ragazza, anche se un po’ magra. Questa qua deve mangiare solo insalata. Cerco d’insaporirla subito, dandole migliori cibarie più proteiche e vitaminiche poiché, sebbene sia ben palestrata e coi piatti addominali da tartaruga, a forza di ficcarsi in bocca solo la lattuga, non conosce più la carne arrostita d’una deliziosa salsiccia al sugo…

– Ciao, ti piace fare all’amore?

– Ma come ti permetti? La prima domanda che mi fai è quella? Comunque, no, sono casta. Quindi, tu mi hai avvistato e sei arrivato subito alle conclusioni…

Mah, di mio, in realtà pensai solo… che sei castana. E, visto che siamo a novembre, forse dovresti leccarti delle caldarroste, dette anche castagne.

Comicità grottesca: è una vita che ti aspetto, dolce signora… della morte, sì, intanto attendo invano la morte sul divano, aspettando che escano altri godibili film malinconici

Rosemary’s Baby è risorto, andiamo di J’accuse e tutti quanti di nuovo in tribunale!

Tutti a raccolta, miei prodi. Voglio una baraonda con la folla che, in preda a un giustizialismo atroce, inneggi alla libertà. Basta con gli esili, con gli asili, con gli asini.

Ecco la persecuzione necessaria, tremenda, quella che v’andaste a cercare! Bifolchi, stallieri, stalloni, finti cavalieri.

È giunta l’ora che la tragedia sia risarcita, che ogni ammenda sia pagata e che anche colui che, vicino al semaforo, mendica, riceva l’assistenza pubblica di un medico.

Dov’è finito lo Stato? Dobbiamo subito costituire un nuovo statuto. Ora, scusate, permettetemi uno starnuto. Anzi, datemi anche della Sambuca.

Io nacqui a Bologna e sui suoi colli v’è la basilica di San Luca. Tu invece, donna sicula, suca…

Nacque il figlio del demonio e, appena partorito dall’utero, urlò:

– Basta, uccidetemi subito. Questa vita sarà solo un inferno!

 

Sì, da tempo immemorabile, la mia vita è distrutta dai miei demoni interiori. Pullulano, a volte cazzeggiano e si distraggono. Mi lasciano per un po’ in pace poiché vanno al bar a giocare a carte ma poi, dopo essersi svaccati anche con qualche prostituta raccattata nella bettola lì a fianco, rincasano e perseverano a darmi il tormento. Esistenziale ma soprattutto esiziale.

E non vi sarà mai cura cicatriziale! Basta coi punti di sutura. Basta, sono solo una fregatura. Tanto la pelle e le palle non torneranno come prima.

Basta anche con Scienze delle Comunicazioni, dell’Educazione e della Formazione. Bisogna, quanto prima, istituire Scienze della Fornicazione.

Convergenza di tutte queste materie. Basta con queste istituzioni della minchia che provocano solo ottundimento. Dobbiamo protenderlo con ardimento.

Sì, l’uomo primitivo divenne Neanderthal. Quindi, cominciò a comunicare. Unicamente per far capire a una donna che era più elegante se prima dell’atto sessuale, eh sì, le si poneva da distinto gentiluomo.

Tanto, l’istinto è quel che conta da che mondo è mondo.

La psichiatria è pornografica. Se uno è un diverso, ti sedano o ti castrano, ti lobotomizzano o ti fanno credere che la vita è bella anche se non sei, come gli altri, cioè un maiale, miei porcelli. Gli psichiatri vogliono non solo la parcella. Fidatevi, donne che usate il fazzoletto.

Appunto! Dov’è finito il carabiniere appuntato? Prenda appunti.

Il demone sotto la pelle di Cronenberg, Diavolo in corpo e La visione del Sabba del Bellocchio sono stronzate. Ah ah.

I demoni di Dostoevskij…

Sono nefasti, io sono Faust di Goethe in mezzo a questi spiriti interiori che, dalle viscere del mio fegato amaro, estemporaneamente risanato, ribollono feroci per farmi incazzare in maniera ancora più profonda e irosa. È tutto un brivido caldo e corporeo, un ludibrio.

Al che, adocchio una donna molto succulenta e seducente dal fascino diabolico. Vorrei esserle adiacente, ficcante e bollente, dunque me la faccio, no, le faccio un’avance piccante che la bruci subito, inventandomi qualche diavoleria affinché me lo succhi al dente.

Lei è angelicata, pura, stupenda, pudica e forse anche vergine come Beatrice, invero una fottuta meretrice. Al che, i demoni infingardi, consiglieri fraudolenti da Divina Commedia della mia (in)coscienza, mi traviano, fregandomi quello che poteva essere uno scottante orgasmo anche in mansarda. Inducendomi a dirle che, dopo aver mangiato un pecorino sardo, vorrei metterla a pecora col formaggio:

Vade retro, Satana. Sì, sei una donna che mi sta inducendo in tentazione malsana ma, nonostante tu sia una figa bona, ho una magnifica reputazione da Gesù Cristo da mantenere intatta e savia. E tu, Maddalena del cazzo, sarai crocifissa e non ascenderai in paradiso di nessuna comunione dei nostri corpi.

La tua bellezza è celestiale, sei una dea dell’olimpo ma io sono Michelangelo e non avrai la mia Cappella Sistina.

Anzi, che tu sia eternamente maledetta. E che tu arda, strega mentecatta, squagliandoti come una megera medioevale. Sì, con te sarò oscurantista e bestiale. Devo dimenticarti quanto prima e dunque obliarti. Mi stavi la mente obnubilando, donna dai piedi caprini. Amasti, da quel che so, non solo Leonardo DiCaprio ma anche tutti gli altri biondini, compreso il mio vicino di casa, l’anziano signor Cecchini. Te la facesti perfino coi bovini e con quel ragazzo così giovane che è quasi un bambino.

Sì, volli inizialmente oliartelo affinché, tu sciolta a me, potessi slegarmi da ogni inibizione asfissiante. Pur di averti, mi svenai, quasi venni… al dunque e tu quasi cedesti, accettando il mio appuntamento al buio malgrado tu mal cenasti e il mio dolce ti sarebbe risultato indigesto. Tu, bastarda che mastichi anche quelli di Asti.

Ma volesti sorbirti lo stesso il mio sorbetto, cara la mia mignotta che è grossa di tetta ma, in quanto a cervello, non vale un etto… di salame. Inetta.

Sì, eri dolcissima come Cristina D’Avena e i miei corpi cavernosi s’ingrossarono subito di vene così infermabili che avrei dovuto esserti davvero venale, avrei peccato di venialità ma chiamarono solo il pronto soccorso per prelevarmi i globuli rossi d’eccesso a causa d’una esagerata, arrossata virilità che sfogai nel cesso.

Questa è la verità. Adesso, pur non avendo fatto sesso io con te, sebbene quasi mi provocasti un infarto, col mio sangue in sovrappiù, stanno praticando la trasfusione a una donna che partorì per artificiale inseminazione e, da allora, si sente in colpa per aver messo al mondo un figlio di nessuno. Un povero cristo.

Questa qui ora crede di essere pure, sì, la Madonna. Sì, mi avresti soltanto trascinato nella notte nera e, lupa, avresti divorato la mia immacolatezza più linda, fottendomi l’anima da poeta con far maligno e lurida lingua. Sì, desiderai incularti in maniera sanguigna ma poi riflettei e preferii andare in cucina e prepararmi una gramigna. Pene d’amore non mi merito, pensai. E così sia scritto. Così tu sia fatta da altri. Non isperate mai veder lo cielo, uomini come me d’inviolabile uccello, traghettatori alla Caronte delle anime perdute di tali peccatrici invereconde ché vogliono solo l’anaconda, non insabbiatevi in queste viscide che si pareranno dinanzi a voi come la Gioconda ma sono malafemmine oramai annegate nella perdizione irredimibile dei loro mefistofelici inganni a noi sporcamente orditi con ipocrisia lorda. Poiché, dopo che c’avranno fottuto, alzeranno a noi il medio dito e quindi domani sarà un’altra giornata soltanto di lavoro duro. Tutto oramai è perduto, questa vita ci trombò in modo dogmatico e assoluto.

Ma continuo a vivere come cazzo voglio io senza rotture di palle. Senza Chiesa e chicchessia, abbasso la borghesia. Se mi va, anche se non tanto va, faccio il dissoluto. Tu, non pensare a me, pensa alla salute. Fottetevi, io me ne fotto.

Invero, quando concepii e cagai questo scritto, scoreggiai e ne venne una stronzata.

Tanto, anche se non mi fossi spremuto le tempie, per lo sforzo, sarebbe uscito solo il mal di pancia.

Sì, conobbi una e scopammo.

Ma lei, dopo un po’, s’accorse che preferivo guardare i porno.

Da allora, rimase traumatizzata.

Sì, nessuno psichiatra riuscì a curarla, forse però ce la fece a incularla.

– Non ti preoccupare, non è morto nessuno.

– Dio è morto.

 

La caduta degli dei e andate tutti a fare in culo. Compreso te, babbeo. Vai messo nel loculo.

Uno mi scrive che dovrei fare l’impiegato comunale e da me riceve solo pugni allo stomaco in modo fenomenale. Gli spacco pure le mani e gli rompo il cranio.

Così, anziché dare le regole agli altri, non potrà neanche scrivermi porcate dietro una tastiera.

Ufficiale e gentiluomo?

Ma per l’amor di dio. Le donne non valgono un cazzo, gli uomini oramai sono delle donnette e son stufo delle mezze calzette.

Finale col botto e con le botte: sono Augusto Aguilera di Too Old to Die Young, detto il Principe!

Macellazione totale.

 

di Stefano Falotico

C’era una volta a… Hollywood di un poeta dall’inferno e dal coraggio sovrumano


20 Sep

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Lasciate stare Rambo, evviva Arthur Rimbaud… Total Eclipse… of the heartuna volta a hollywood

Ecco, già questa storia dei puntini di sospensione m’innervosisce non poco. Dilania le mie viscere. Che senso hanno i puntini? Già odio quelli sulle i, figurarsi quelli nel senso di… ma che cazzo c’azzeccano e ci stanno a di’?

Non poteva essere C’era una volta a Hollywood e basta? A cosa vuole alludere il Quentin con questa sospensione?

Io sospenderei la sua carriera che, ultimamente, s’è gravemente ammalata di auto-referenzialità.

Sì, Paolo Mereghetti scrive onestamente cagate in quantità e obiettò, ancor obietta su C’era una volta in America, da lui reputato un film quasi abietto.

Chiariamoci. Aborrendo la posizione sua molto antipatica nei riguardi del Cinema di Sergio Leone, devo però ammettere che sono concorde con le sue recensioni degli ultimi film di Tarantino.

Non ho ancora visto l’opus numero nove di questo gigione di nome Tarantino e non credo, sinceramente, che mi recherò in sala a sorbirmi le maleducazioni oscene di ragazzini pubescenti in brodo di giuggiole, nel caso dei maschietti, per le forme graziosamente Baywatch della donna plastificata per antonomasia, ovvero Margot Robbie, e di donne quarantenni con gli ormoni in tiro, bavose nei riguardi del sempiterno Pitt e dello scavezzacollo Leonardo DiCaprio.

No, lo guarderò in home video, anzi, in streaming.

Poiché non ho alcuna voglia né mai l’avrò di comprare altri film di Quentin in Blu-ray.

Se, infatti, deve proporci e propinarci questa robaccia, al massimo sufficiente semplicemente perché gli siamo affezionati, è meglio spendere 15 Euro in maniera “feticista” sulle natiche di adultdvdempire.com.

Mereghetti ha ragione. E ha ragione a prescindere… dal fatto che io non abbia ancora visionato quest’ennesima bischerata di Tarantino.

È vero, verissimo più della bellezza finto-angelicata di Silvia Toffanin. Una che, dietro questa parvenza da signora educata, a mio avviso, nasconde perversioni peggiori di Charles Manson e della sua banda scriteriata.

Sì, negli ambienti Mediaset, quando cala la notte… avvengono macellazioni e stragi di vergini che, svendendosi per un programma televisivo in più, si danno al maggior (of)ferente.

Notti assai fosche e poco cristalline di compra-vendite, di mercimoni carnali, di complotti, di lerci insabbiamenti ma soprattutto di squallide inchiappettate di uomini-squalo affamati di brama, potere, sesso laido e lardo, assatanati più di Frank Langella de La nona porta.

Sì, per ripulire tutto questo marcio, questa corruzione e questa schifosa prostituzione, occorrerebbero due uomini, il grande Jean Dujardin di J’accuse e Bob De Niro di Taxi Driver.

Ah ah.

Sì, Tarantino continua a fare i pompini a sé stesso e voi, a vicenda, gli leccate il culo, pendendo dalle sue labbra manco se foste Sofie Fatale/Julie Dreyfus di Kill Bill. Una che, per recitare la parte d’una a cui Uma Thurman mozza quasi tutto, la diede quasi tutta a Quentin. Forse appena un po’ meno di Rose McGowan che, pur di avere la parte della frustrata ragazza senza gambe di Planet Terror, la diede non solo a Tarantino ma anche a Robert Rodriguez e, ovviamente, ad Harvey Weinstein.

Dal troiaio generale, Rose si salvò, sputtanando Weinstein e finendo comunque in mutande, mentre Tarantino sgattaiolò, lavandosene le mani e facendosi produrre C’era una volta a… Hollywood dalla Sony Pictures.

Sì, Mereghetti ieri disse che i deliri pindarici di Quentin assomigliano ai capricci di un bambino viziato che vuole far credere che i suoi giocattoli sono i più belli del mondo.

Sì, un’affermazione pesantissima, forse troppo cattiva.

Ma ci sta.

Tarantino ha veramente rotto il cazzo.

Tarantino, dammi retta. Dovevi davvero girare un noir dai dialoghi secchi, non auto-omaggiarti di meta-cinema in cui vuoi esibire la tua conoscenza dei western all’italiana con Giuliano Gemma e Fabio Testi.

Anche perché io conosco questi film meglio di te. Essendo io italiano e tu uno che li vide doppiati.

Detto ciò…

Ho attualmente in mano una denuncia che potrebbe sollevare un caso più grande de L’ufficiale e la spia.

Un caso molto più raccapricciante e mostruoso di quello dell’omicidio di Sharon Tate.

Andrò avanti.

Perché no?

Gli altri l’hanno fatto con me. Senz’alcuna ragione. Per puro fascismo e mentalità malata di mente.

Non vedo perché dovrei perdonarli.

Signore e signori, il Joker.

Ve lo siete andati a cercare.

 

di Stefano Falotico

Quando gli idioti pensano di avere di fronte Giancarlo Giannini di Ti voglio bene Eugenio ma si accorgono che sei davvero un Giannini iper-normalissimo, ingenuo ma genio, che doppia al Pacino di Riccardo III – Un uomo, un re ed è Louis Garrel


18 Sep

ti voglio bene eugenio

Eh già, che tragicommedia pazzesca che è stata la mia vita. Per me ma soprattutto per gli altri. Una sorta di sceneggiata napoletana, una pochade, una pantomima di fraintendimenti, di sospetti dalle proporzioni disumane, di semi-complotti da Amleto ma soprattutto di super scemotti che di me credettero d’aver capito tutto e invece nemmeno io capii qualcosa del sottoscritto. Ah ah.

Cosicché fui il protagonista assoluto, oserei dire da incontrovertibile premio Oscar sacrosanto d’una commedia degli equivoci disarmante, il re(o) d’un valzer pirandelliano di maschere camuffanti, di birbanti bastardi, di furfanti che se la fecero nelle mutande, di vigliacchi e cazzoni andanti, di colpi bassi e offese a raffica.

Per un minestrone-zibaldone ove nessuno dei contendenti di tali orgogliose diatribe e meschine rivalse piccine, di questa tenzone ove tutti facemmo la figura, sinceramente, dei coglioni, volle ammettere i suoi sbagli.

Proseguendo indefessamente, da fessi e basta, detta come va detta, a mantener salde le nostre posizioni poco savie.

Fra odi, pettegolezzi e zizzanie da Tina Pica ove io sto giocando tuttora al ruolo del principe Antonio de Curtis, in arte Totò, come ne Il medico dei pazzi.

Invero, d’invertita parte.

Non sono io infatti a credere di essere attorniato da matti, bensì sono i matti a credere che io sia pazzo.

Dunque, in tale pasticciaccio, da diavolaccio mi reco al ristorante e ordino un caffè caldo, dopo di che mi reco in pasticceria e me ne frego se non apparterrò mai alla crème de la crème.

Mando a cagare ogni ipocrita espressione consolatoria come bonjour finesse. Anche perché i francesi non sanno neppure che significhi questo detto storpiato dagli italiani con la panza piena e ignoranti.

Poiché, malgrado tutte le botte ricevute e i metaforici pugni allo stomaco vomitati e senza parsimonia dati, nonostante tanti infingardi invidiosi m’abbiano villanamente gridato “Crepa!”, a me piacerà eternamente gustare dolcemente una farcita crêpe alla Nutella.

Poi, col mio magnetico sguardo al cioccolato, mi dà zucchero osservare una donna dallo splendido culo dondolante che, sul marciapiede antistante, cammina fighissima, stimolando il tiramisù della mia voglia matta assai capricciosa da monello onestamente molto bello.

Sì, non sempre sono in forma. Però, a causa delle mie emozioni, diciamo, basculanti, del mio carattere umorale perfino instabile o forse semplicemente odiosamente amabile, per via del mio carisma bestiale, perciò dagli stronzi considerato insopportabile, talvolta in profondissima depressione casco.

Questo già spiacevolmente nella mia dura esistenza innumerevoli volte avvenne e, diciamocelo, proprio un cazzo venne.

Ah ah. Non chiedo venia ma non mi faccio in vena. Che volete che sia? Un peccato veniale, suvvia.

Dapprima, per risollevarmi dall’inculata devastante, optai per il misticismo e la new age.

Ma m’accorsi subitaneamente che Jude Law di The Young Pope non è santo per niente.

Ah, certo, riesce a fregare Silvio Orlando. Me no.

Lo va difatti a dire a sua sorella che non s’ingroppò Ludivine Sagnier.

Beato lui. Voi non v’inchiappettereste una così?

In The Young Pope c’è un altro falso mai visto, Stefano Accorsi.

Uno che in Radiofreccia perse le parole e si suicidò. Però, nella vita reale, non ne perse nemmeno una. Come no?

Laetitia Casta lo sa. Ma, appurato che Laetitia ebbe che Stefano la tradì ripetutamente, essendo l’Accorsi un Maxibon, ovvero uno che non ama le scremature ma a cui piace sia una bianca che una nera, da cui Du gust is megl che uan, lo mandò a fare in culo. Direttamente.

Ah, maledetti, mi faceste incazzare e persi la testa. Sbranato dalla rabbia, inizialmente pensai che sarebbe stato opportuno isolarmi all’Overlook Hotel come il mitico Jack Nicholson di Shining.

Per sgombrare la mente da ogni porcata subita.

Però, anziché diminuire l’ira, crebbe a dismisura in ogni sen(s)o ancora la sfiga.

Ma ora di nessuno ho più paura, essendomi venuta una voce da doppiatore Giancarlo Giannini e una bella faccia da culo come il migliore lupo “cattivo”.

No, non Al Pacino ma sempre lui, vale a dire Bob De Niro di Cape Fear.

Detto ciò, oggi ho letto un annuncio lavorativo che potrebbe fare al caso mio…

Stiamo cercando una figura di BIBLIOTECARIO/A presso le biblioteche di Bologna.

Profilo ideale:

Laurea di primo livello in: Lettere, Archivistica e Biblioteconomia, Scienze Storiche; Scienze dei Beni Culturali o Beni Culturali.

Esperienza documentata in servizi bibliotecari di front office.

Competenze relazionali elevate quali le capacità di ascolto, accoglienza, comunicazione efficace, spirito di gruppo, adattamento agli ambienti pluri-culturali.

Conoscenza del software gestionale SEBINA NEXT.

Disponibilità da settembre 2019

Mansioni da svolgere:

Servizi di Front Office: Gestione del pubblico (accoglienza, prima informazione, iscrizione al servizio e attività di prestito/restituzione, assistenza e orientamento all’uso delle risorse, iscrizioni).

Reference di base e specialistico.

Servizi di Back Office: Gestione del patrimonio documentario (ricollocazione, riordino scaffali, etichettatura, gestione emeroteca, gestione materiali informativi).

Sorveglianza e riordino dei locali della biblioteca anche in occasione di iniziative culturali diurne, serali o festive.
Attività di supporto alle iniziative culturali finalizzate alla promozione del Servizio e del suo patrimonio

Si offre:

Contratto e inquadramento a seconda del profilo individuato. Inoltrare candidature con foto a…

 

La mia risposta:

Buongiorno,

mi chiamo Stefano Falotico.

Ho letto su Indeed che siete in cerca di un bibliotecario. Ho altresì letto la descrizione della vostra prestigiosa offerta, dunque mi candido e v’invio il mio c.v.

Detto ciò, non posseggo una laurea triennale in Lettere, Archivistica e Biblioteconomia, ma ho scritto numerosi libri, romanzi d’avventura, noir e perfino storie erotiche, saggi monografici su registi e attori di estremo rilievo mondiale. Opere ottimamente apprezzate, tutte regolarmente in vendita sulle maggiori catene librarie online, dotate di codice ISBN e depositate legalmente proprio alle nazionali biblioteche di competenza e archiviazione dei testi editi in Italia.

Su Amazon e su IBS.it, le più fornite e importanti librerie online, per l’appunto, potete trovare tutte le mie pubblicazioni nei vari formati cartaceo e digitale:

https://www.ibs.it/libri/autori/Stefano%20Falotico

Sono anche creatore, ideatore e curatore di alcuni siti a tematica cinematografica come www.mulhollandlynch.com e da parecchi anni svolgo, in veste di collaboratore giornalistico, il lavoro di critico e recensore presso la rivista Daruma View:

http://darumaview.it/author/stefano-falotico

Poche settimane fa, infatti, da accreditato stampa sono stato alla 76.a Mostra d’Arte Internazionale d’Arte Cinematografica come inviato della rivista suddetta per recensire i film presentanti a quest’importantissima kermesse. Inoltre, l’anno scorso, il quotidiano Il Giornale mi ha dedicato un bellissimo articolo comparso nella pagina Spettacoli riguardo la mia monografia sul cineasta John Carpenter:

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/john-carpenter-genio-discusso-destinato-rinascere-1581202.html

Se foste interessati alla mia candidatura,

potete gentilmente scrivermi alla seguente mail oppure telefonarmi al numero… al fine di poterne discutere assieme.

Distinti saluti,

Stefano Falotico

 

Ecco, arrivati a questo punto della storia, assomiglio sempre più al vero, attuale amante e marito di Laetitia Casta, cioè Louis Garrel di J’accuse del Polanski. Secondo voi, no? Secondo me, sì.

O forse ho solamente una voce migliore del figlio di Giancarlo.

 
Morale: a dispetto delle batoste micidiali di cui patisco ancora il contraccolpo, di Joker ce n’è solo uno, gli altri non sono nessuno.

 

di Stefano Falotico

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Venezia 76: Roman Polanski vincerà il suo primo, sospirato Leone d’oro dopo le polemiche della presidentessa Martel?


05 Sep

polanski accuse

accusepolanskiAllora, plachiamo gli entusiasmi. I ragazzi infervorati e arrapati dietro le transenne non si scaldino. Va bene, Emmanuelle Seigner ha ancora un seno gioioso come in Luna di fiele ma non mi pare il caso di sovreccitarsi in modo così focoso.

Neanche se aveste visto la moglie di Louis Garrel, ovvero Laetitia Casta. Ah ah.

Allora, qui per fermare tutto questo chiassoso isterismo, questo volgarismo di massa bifolca, occorrerebbe un uomo come Dujardin, sì, The Artist.

Siamo stanchi di questa società impietosamente cinica e Joker/Joaquin Phoenix lo sa.

Non è populismo il nostro, bensì la presa di coscienza che questa società improntata al culto dell’immagine ove le donne, da oggetti sessuali mai davvero ribellatesi al maschilismo da sempre imperante, espongono soltanto la mercanzia del sodo culo, affidandosi poi al movimento femminista MeToo quando non incontrano un produttore come Jules Jordan, uno che non produrrà mai un film altamente fine e delicatissimo come Il pianista, film capolavoro per il quale Polanski vinse il suo unico Oscar come regista.

Sì, Lucrecia Martel la sparò davvero grossa in conferenza stampa, affermando senza battere ciglio che non avrebbe mai presenziato alla serata di gala in onore del maestro.

Poiché, come sappiamo tutti, malgrado mi paia osceno rimarcarlo, su Polanski sempre pendette e ancora vige un’accusa di stupro per cui non fu davvero condannato al carcere, alla giusta punizione e alla sacrosanta ammenda.

Ma è poi così? La stessa vittima della violenza sessuale ricevuta da Polanski che, peraltro, in quella serata si trovò in stato di fortissima infermità mentale per via del fatto che assunse potenti stupefacenti distorsivi, pubblicamente riconobbe che in un certo senso Polanski la sua condanna, anche bella tosta, già ricevette. Poiché subì la totale estradizione e fu confinato in Francia.

Per tale ragione, non lo si vide in passerella in laguna assieme a sua moglie, ottima passerona, ripetiamolo a scanso di equivoci. Detta come va detta, Emmanuelle è bona forte. Luca Barbareschi lo sa. Per questo è amico di Polanski e co-produttore di questo suo ultimo film magnifico. Poiché Luca spera che, durante una notte plumbea come le atmosfere cupe filmate da Roman, lo stesso Roman si assenti, lasciandolo solo Luca con Emmanuelle.

Sì, Luca è un grande bluff. Sa come farsi nuovi amici, come tenerseli buoni per arrivare, come sempre, alla bontà.

Nel 1994, Polanski lo diresse nella riduzione dello spettacolo teatrale Amadeus.

Ma per l’amor di dio. Luca, ricordiamolo, è uomo che viene da Via Montenapoleone, insomma un ricco volpone che fa il cascamorto alla Riccardo Cocciante, cantando a Carol Alt l’intramontabile Margherita.

Ah ah.

Roman, se ci sei, batti un colpo. Io, se fossi in te, non mi fiderei di questo Barbareschi. Questo è più infido dei vicini di casa di Mia Farrow e John Cassavetes di Rosemary’s Baby. Fidati…

Infatti, Luca interpretò anche il film Tv La tenda nera ove non la raccontò affatto giusta a Valeria Cavalli.

Ah, ebbi la fissa per Valeria, a quei tempi era una stra-figa mai vista. E il mio cavallo s’imbizzarrì quando nel film Il caso martello, a pochi minuti dall’’inizio, ha una scena di sesso in cui non viene cavalcata ma è comunque avvinghiante, di cosce avvolgenti, nella sua missionaria travolgente.

Sì, signore e signori, possiamo ribattezzare questa causa come Il caso Martel!

Scusate, ci fu anche Il caso Mattei e Lucrecia è la versione argentina di Borgia Lucrezia!

Diciamocela!

Il fatto che, in quella notte in cui Polanski violentò la tredicenne Samantha Geimer, il nostro accusato fosse drogato, dunque il suo stato cognitivo della realtà fosse profondamente alterato, anzi adulterato, certamente non lo giustifica né lo assolve dal suo gesto vigliacco e lercio.

Ma c’è un ma che non possiamo sottovalutare, signori della corte.

Vi prego d’ascoltare con molta attenzione la mia arringa in difesa di questo genio indiscutibile della Settima Arte.

Non possiamo giudicare i suoi capolavori sulla base delle sue oscure vicissitudini personali. L’arte ha ben poco a che spartire col cinema a luci rosse dei suoi cazzi privati. Anche se c’è un SE che poi sottolineerò in tale mia spregiudicata, infoiata predica oratoria.

Mi concentrerò, in tale mia linea difensiva, su alcuni aspetti precipui che, alla luce dei fatti da me esposti, evidenzieranno come il mio assistito già patì la sua pena, dettata da quel che fu un momentaneo “colpo di testa” del suo surriscaldato p… e. Ci siamo capiti…

Andiamo avanti, orbene. Non dobbiamo essere orbi ma valutare, con lucida obiettività, la sua poetica. Senza lasciarci ammorbare dai nostri culturali retroterra di natura pregiudizievole che, per l’appunto, potrebbero compromettere la nostra integerrima oggettività decisa e ferma.

Polanski, a tutt’oggi, non può mettere piede al di là dei francesi confini, dunque non può oltrepassare il limite della linea di demarcazione che separa la Francia dal resto del mondo.

Naturalizzato, infatti, francese, non si può assolutamente spostare per trasferte estere, cioè in terre straniere alla sua. Altrimenti, dopo 5 minuti scatta l’allarme dei massimi organi preposti alla sua libertà vigilata assai particolare da sorvegliato speciale e la polizia lo può acchiappare e sbattere dentro, gettando pure ogni chiave di qualsivoglia lucchetto.

Quest’uomo, in sua discolpa, per redimersi dall’esecrabile suo atto lussurioso, infame e vizioso, girò tremila capolavori.

Perdonando anche la setta di Charles Manson che nei confronti della sua ex moglie, Sharon Tate, compì un abominio ben peggiore del suo veniale vizietto…

Quest’uomo che fu soltanto scandalosamente una sola volta Palma d’oro a Cannes, proprio per Il pianista, mentre per tutti gli altri suoi film monumentali dai premi vari e dagli Academy non fu cagato di striscio, ci regalò, qui in Concorso a Venezia, un’opera che non piacque soltanto a quegli idioti dei critici americani.

L’ufficiale e la spia è un masterpiece cattivissimo.

Deve vincere qua a Venezia.

Lucrecia Martel non deve però premiarlo alla stessa maniera di Mahmood a Sanremo. Cioè onorarlo per azzittire le polemiche da lei stessa scatenate.

Altrimenti, Lucrecia bella, premi Joker e buona vita a tutti.

Sì, come si suol dire, uno vale l’altro. Sono entrambi dei j’accuse.

Io propenderei per il Leone d’oro ex aequo sia al film di Polanski che al film di Phillips con Phoenix.

Se invece questa giuria del cazzo vorrà premiare Noah Baumbach, sapete che vi dico?

Andate a dar via il cul’.

Applauso!

 

di Stefano Falotico

JOKER a Venezia 76: tutti gli spoiler(s) che, se vorrete, potre(s)te leggere… comprese le mie rivelazioni clamorose di tale mia Mostra da “monstre” un po’ clown molto up, giammai in down


01 Sep

joker trailer

joker trailer 3

jokerfaloticusPrefazione pindarica, immersa nelle notti veneziane della mia vacanza non tanto da lupo solitario, bensì da leone scatenato

Ebbene, la nostalgia di me si sta nuovamente impossessando della felicità oramai scomparsa che negli scorsi giorni vissi. Da ieri pomeriggio, sul tardi, infatti il mio Festival è finito. O, se preferite, finì!

Molti mi urlano che sono terminato ma io vi dico che la mia vita è soltanto nuovamente iniziata e non più sarà nel mio animo infilzata.

Magari… perché sono ben conscio che l’esistenza mia, così come la vostra, miei poveri illusi, ci riserverà ancora tremende mazzate.

Sì, funziona così anche quando sembra che tutto… funzioni. Eh già, credi di aver fatto colpo su una, lei ti lascia il suo numero di cellulare ma poi scopi, no, ma manco per il cazzo, scopri che, dopo l’entusiasmo iniziale, per sbaglio lei accese un vocale mentre le partì un orgasmico urlo con uno dei suoi innumerevoli uomini semi-animali forse persino di minore uc… lo.

Madonna, che botta bestiale! Ah ah.

Sì, non sono mica un nababbo come molti viziatelli che possono permettersi il lusso di stare al Lido per tutti gli undici giorni del Festival, vigilia annessa poiché il Festival partì il 28 Agosto con la proiezione di primissima mattina de La Vérité, dunque, a dircela tutta, come me foste già in hotel la sera prima. Ah ah.

Io la passai in bianco, andando a letto tardi, fumando un intero pacchetto di sigarette tra un caffè e l’altro, dialogando su Facebook con amici e conoscenti al fine di metterci d’accordo su come e dove incontrarci il giorno successivo. Invero il giorno stesso in quanto, come detto, la notte già fu tarda, praticamente io quasi feci l’alba. Ma mai mi farò la Parietti. Chissà. Di viso è invecchiata e troppo magra, di fondoschiena ho notato dalle sue recenti foto in spiaggia che sta messa ancora ottimamente per una serena botta a 90.

Semmai anche per un giro in barchetta nel portarla al largo. Spero di allargargliela, allagargliela. Cazzo! Non ho i soldi per lo yacht! Porca mignott’!

Sì, c’è chi ha successo e a chi tante ne successero. E comunque la vita non è fatta solo di sesso. Voi, miei ossessi, ne siete ossessionati.

Anche io talvolta mi fisso sebbene fare il fesso quando non hai una fessa è un buon modo per fumare, appunto, una calda sigaretta, aspirando la vostra cenere da peccatori già nel cuore bruciati e probabilmente corrotti, oh sì, miei insetti infetti. Datemi ora un confetto e lecchiamo assieme la confettura.

Fregandocene delle fregature!

Meglio sembrare un inetto quando non puoi leccare una tetta e (non) dormirsela sotto un tetto piuttosto che farsi l’amaro fegato a fette.

Ah ah.

Sì, a proposito di fettine e gran pezzi di carne, vi racconto questa.

Qui si passa dal presente al passato prossimo, dalle fette biscottate a quelle spalmate, dal remoto all’anteriore e poi al posteriore in un batter la fiacca!

Due di notte. Mi svegliai di soprassalto a causa di un incubo mostruoso.

Sì, sognai Gioacchino camuffato da Joker che ordinò a degli infermieri di saltarmi addosso, di tenermi fermo, d’imbarcami, no, imbracarmi in una camicia di forza e di sbattermi in manicomio, sedandomi come un cavallo soltanto perché scrissi all’account Instagram di Joaquin Phoenix stesso in persona che Rooney Mara me lo scioglie più dell’Oceano Atlantico.

Joaquin s’incazzò come nel finale di Joker, appunto. Diede, come si suol dire, di matto.

Sudai freddo e poi, in viso paonazzo, al risveglio urlai:

– Cazzo, non sono pazzo!

 

Ah ah.

Al che, in tutta fretta, in pigiama aprii la porta della mia camera.

Già vi dissi, giusto, che alloggiai in un albergo col soggiorno e l’angolo cucinotto-cottura in condivisione?

Sì, mi trovai dinanzi a un uomo anzianotto quasi completamente ignudo. Soltanto in mutande, anzi in tenuta da mare con costumino iper-aderente da cui s’intravidero le sue palle fumanti… per via del caldo asfissiante.

Un uomo dal petto villoso, un essere scimmiesco, insomma.

Il quale, convinto che tutti dormissero pacifici, nel mentre che mangiò come un ludro, rosolando in padella salsicce e inghiottendo un petto di pollo con patate fritte, m’apostrofò in modo da lui ritenuto appetitoso e tosto:

– Salve, ragazzo. Hai fame?

– Ah, mi scusi. Mi spiace averla disturbata. Torno a dormire. Volevo solo bere un bicchiere d’acqua.

– Figurati. Mangia con me! Diamoci del tu.

– No, grazie.

– Anche tu sei qui per il Festival? Io e mia moglie pure. Siamo dei cinefili onnivori. Siamo cannibali un po’ di tutto. Io adoro i film noir ma anche le commedie con Vincenzo Salemme, magno prosciutto e salame e odio gli attori con le facce da pesci lessi.

– Capisco.

 

Tutti gli spoiler di Joker che nessuno vi disse nelle recensioni online ma io ve li dico a costo di farvi andare storto, in un sol boccone, ogni sorpresa

Partiamo dal teaser trailer. Bene, nel film non c’è la scena del teaser in cui Joaquin Phoenix balla con sua madre. Neppure quella in cui la aiuta a farsi il bagno.

Todd Phillips deve averle eliminate dal montaggio finale. In verità ci sono, ah ah.

Nel trailer finale in italiano perché quando Arthur Fleck s’esibisce nel locale da standup comedy la sua voce rimane quella di Boccanera? A me pare la sua, non quella di Adriano Celentano, no, Giannini, il figlio di Giancarlo.

Adriano Giannini, eh sì, subentrato infatti al Boccanera, appunto la voce di Phoenix nel teaser, non fece in tempo a doppiare interamente Phoenix in un trailer di due minuti?

A voi una cosa del genere pare normale? A me sinceramente sembra più folle del Joker stesso.

Il bambino che vede(s)te nel teaser, il bambino a cui Fleck porge la sua risata da dietro il cancello è suo fratello minore, Batman.

Thomas Wayne, ovvero il padre di Joker e Batman, è invece come Benito Mussolini.

Mise incinta la madre di Fleck e poi sbatté in cura psichiatrica la povera donna disgraziata interpretata da Frances Conroy.

La quale, così come fece Ida Dalser nei riguardi del figlio di puttana Benito, sostenne giustamente che Bruce Wayne fosse suo figlio. Ma Thomas, divenuto nel frattempo un pazzo grosso, no, un pezzo grosso, l’accusò di pazzia.

Distruggendola.

Infatti, una volta divenuto sindaco, più che altro sadico, pensò a cosa avrebbe pensato la gente come lui, ovvero perbenista e ipocrita, nel sapere che un uomo “distinto” e “intoccabile” s’accoppiò con una donna con dei problemi di natura psichica, cioè una donna scoppiata ancor prima di essere da questo troione-trombone scopata.

E insabbiò tutto dopo che bellamente alla scalognata, pur di godersela come un porcello, lo inabissò e poi schiumante perfino dentro le schizzò.

Uh uh che rivelazione! Dannazione!

Mentre Paolo Mereghetti, nella sua discutibilissima video-recensione su Il Corriere della Sera, poche ore fa disse, senza peli sulla lingua, che Arthur Fleck/Joker subì abusi violenti.

Da parte di suo padre Thomas?

Questo non viene esplicitato nel film.

Ma soprattutto di quale malattia mentale soffre Fleck?

Non viene specificato. Mentre di sua madre ci viene detto che soffrì di psicosi delirante e paranoi(d)e.

Cioè una balla colossale inventata da Thomas. Quale? Paul Thomas Anderson, regista di The Master, film nel quale Phoenix è più fuori di testa che in Joker?

Poiché, ribadiamolo, Thomas Wayne non desiderò che la stampa ufficiale fosse a conoscenza di questa sua relazione forse extra-coniugale…

L’avrebbero stroncato, dandogli del virile flop… avrebbero scritto che un uomo “blockbuster” non può permettersi di fare all’amore con una alla Anna Magnani. Ne sarebbe andata della reputazione dell’elegante puttanazzone. E gli avrebbero dato del magnaccia. Mannaggia! Lui mangia…

Sì, per questo suo figlio più piccolo, Bruce Wayne, è psicopatico.

Certo, non lo sapevate? Batman è schizofrenico.

È affetto da doppia personalità. Di notte è un lupo mannaro come Joker, di giorno scopa più donne di James Bond.

Corteggiandole con finezza da Presidente degli Stati Uniti. Che è Donald Trump. Ho detto tutto…

Insomma, è un fake. Una merda, una faccia da poker.

Meglio il Joker.

Sì, un grandissimo. Avete presente la scena del primo trailer in cui Fleck viene aggredito da tre manigoldi sulla metro?

Bene, nel film assistiamo a un’inaspettata reazione da parte di Fleck. Che li trucida. Poi scappa in galera, no, in galleria (sempre scena del primo trailer) e diventa Eric Draven de Il corvo.

Entra in un bagno pubblico, si trucca da pagliaccio, balla con Jimmy Durante, quindi si precipita a casa. Ove sale le scale in tutta fretta, suona alla porta della sua condomina Zazie Beetz e la bacia con far succhiante, arrapante, probabilmente ficcante.

La scena però vira al nero… Poiché ha ragione Bob De Niro, da sempre amante delle donne di colore, dunque di puro calore. E lo sapeva Zucchero Fornaciari con la sua bella Baila Morena.

Le donne bianche come Kim Basinger, Catwoman come Michelle Pfeiffer o Anne Hathaway saranno pure bone ma poi rompono i coglioni a dismisura. Sono, diciamocelo, delle tr… e bioniche.

Queste vogliono, appunto, la villa col maggiordomo da Batman. Insomma, Joker non è un riccone. Ma non è neppure un ricchione.

Per far du’ soldi gioca al bar a scopa. Perde puntualmente e poi, non potendo pagare il vincitore della partita, per sdebitarsi finge di dare i numeri e di essere monco come il re di bastoni.

Ho detto tutto… Dunque, uomini che fate i moralisti, non venite a farmi la predica poiché, si sa, il papa può permettersi di fare il gagà come Jude Law. Io, sebbene a tratti sia bello come Jude, non ho la casa a Beverly Hills.

Un bel casino! E qui, come un ratto, sto in casina, consapevole che però in mezzo alle gambe ho una bella cosina…

Ma posso rivelarla solo alle donne che amano appurare e vederci chiaro. A fondo…

Ricordate: siamo tutti dei pagliacci.

Soltanto il pagliaccio migliore è uno che, malgrado dorma alla diaccio, rimane sexy come un diavolaccio.

Adesso vi do un abbraccio, a te, drogato, non do neppur un emostatico laccio, a te, figa liscia, un bollente bacio che t’invoglierà a qualcosa anche di (s)pompante, a te invece, stronzo, proprio un cazzo.

Poiché sono un uomo esuberante, dico quello che penso ma soprattutto ciò che ogni giorno peno.

Eppur la pelo.

Lasciate stare la psichiatria, meglio la gerontofilia, abbandonate ogni pedagogia e la chiesa, perciò buona (s)figa a chicchessia

Sì, verso la fine Bob De Niro ha i suoi 15 minuti ingloriosi, ah ah. Come ben dice Francesco Alò nella sua video-recensione, Rupert Pupkin è diventato David Letterman, probabilmente concretizzò il sogno d’una vita intera poco integra. Ah ah.

Da comico fallito, da God’s lonely man che sognò come Travis Bickle di diventare qualcuno, alla fine ce la fece. Un criminale travestito da uomo probo, una sorta di squallido-squalo Maurizio Costanzo americano con tanto di parlantina strafottente e battuta dai cosiddetti riflessi pronti da stronzo a cui telespettatori fessi danno da mangiare, abboccando a ogni sua falsità come pesci.

Insomma, la gente si beve tutto. Anche la sciolta delle loro stesse merde illiquidite.

Vanno tutti liquidati. Fortemente cagati e sfanculati.

Già anticipai tutto nei miei video profetici, il film non mi smentì.

Avviene seriamente un confronto simile a quello da me immaginato e recitato di pura fantasia nei miei recenti video sul mio canale YouTube.

Arthur Fleck, davvero, le palle si rupp’… Da una vita fu in analisi, da una vita subì fantozzianamente. Anzi, più si dimostrò gentile e disponibile con tutti, più la gente della sua buona fede si approfittò, umiliandolo “a bestia”.

Perché il mondo è cattivo.

Vi racconto questa.

Serata prima della proiezione del mattino dopo di Joker.

Passiamo all’imperfetto, uomini che ambiste alla perfezione ma finiste persino con le iniezioni con tanto di deportazione…

Stavo in albergo, era ancora piuttosto presto. Quasi mezzanotte.

Al che, annoiato, forse annottato, uscii a farmi un giro. Tutti i bar della zona vicina al mio albergo, ubicato in una calle di Via Garibaldi, erano chiusi.

Avvistai però una trattoria con le luci ancora accese.

Me n’avvicinai con passo felpato e con estrema gentilezza domandai a un cameriere, forse il proprietario del locale:

– Mi scusi, buon uomo, state chiudendo?

– No, guarda. Siamo nella periferia di Venezia e in questo locale dopo le undici non arriva più nessuno. Stiamo aprendo. Ma va’, scimunito!

– Mi scusi. Ho visto le luci accese. Vedo anche la macchina del caffè. Posso almeno fare in tempo a bere un cappuccino?

– Che cosa? Questa è una trattoria, non un bar! Senti, testa di cazzo, sparisci, altrimenti ti cucino in forno!

 

Ora, se non esistesse la polizia a questo mondo, questo villano avrebbe visto il mio villain.

Sì, c’era ancora ancora un tavolo apparecchiato con tanto di coltelli e forchette.

So io cosa avrei fatto…

Sì! E voi smettetela di crocifiggervi.

Appena una non ve la dà, vi rivolgete ai cosiddetti curatori dell’anima. Innanzitutto, non vedo come possano aiutarvi. Punto primo ci vorrebbe l’andrologo ma soprattutto, punto secondo e vari punti di sutura, il chirurgo plastico.

Eh sì, non è colpa di quella donna che vi rifiutò. Lei è bella, voi no.

Quindi, potrete anche assumere psicofarmaci per stare tranquilli ma lei sposerà un uomo più tranquillo di voi, potete starne certi.

Soprattutto se ha i soldi di Thomas Wayne.

Sì, la povertà economica spesso s’appaia anche con la scarsità di qualcos’altro.

Sì, conosci una tizia. A lei piaci. La inviti a cena, semmai alla trattoria del villano sopra descrittovi.

Ma se non hai i soldi per pagarle la cena, il villano v’infornerà e voi non fornicherete.

Rimarrete sempre belli ma la notte sarà come un risotto in bianco.

Se vi dico che è così, dovete credermi.

In questi anni conobbi donne che avrebbero fatto carte false per incontrarmi.

Sì, avrei potuto scoparle ma poi cosa ne sarebbe venuto… a lungo andare?

Tanto vale mandare a puttane tutto!

Ecco allora che del concetto assurdo di dignità piccolo-borghese, maschera miserrima per cervelli piccoli che non sanno aprire la mente e, appunto, quella che sapete ma mai conosceste in profondità, ah ah, il Joker se ne fotte.

Molta gente si sposa. Sì, le coppie poi si tradiscono. A lui piacciono gli Avengers, a lei piace Scarlett Johansson, sì, la moglie è lesbica, a me piace Elizabeth Olsen mentre Chris Evans, a quanto pare, ebbe delle notti da Captain America con entrambe nella vita privata.

Sì, assieme a Chris e alle due bionde v’era Toni Servillo di Loro.

Basta con Sorrentino!

Avete notato, fra l’altro, che ho ragione sempre io?

Su Netflix Italia, il trailer de I due papi con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce ha ottenuto visualizzazioni spropositate. La gente, qua da noi, è fissata col papa. Figurarsi se nello stesso film ce ne sono due.

Fidatevi, coglioni, Joker è un capolavoro e J’accuse un altro gran bel film.

Beccatevi inoltre questa clip e capirete che il mondo non è per quegli ipocriti del PD, ex DC, gente falsissima che prima predica e poi combina porcate. Non è nemmeno per i populisti dei 5 Stelle. Tantomeno per i fascisti, i satanisti, i polemisti.

Il Joker ha fatto benissimo a sparare in testa a De Niro.

Tornado invece a Roman… Come fate ancora a non capire che ogni suo film è in realtà una sua autobiografia? È ovvio che sia così. Infatti, dopo Per favore, non mordermi sul collo!, in cui fu presente sua moglie, Sharon Tate, dopo il brutale stupro e omicidio commesso dalla setta di Charles Manson alla sua bellissima consorte, Roman mai più si riprese. Come si chiama infatti l’isola in cui viene sbattuto Louis Garrel? L’Isola del Diavolo… Possibile che non riuscite a capire che anche dietro un grandissimo artista come Roman c’è semplicemente un uomo? Coi suoi traumi, con le sue rabbie, i suoi dolori, con le sue perdite incolmabili che, ogni giorno, combatte con qualcosa di tragicamente orribile che gli successe?

In fondo, come diceva Carmelo Bene, chi se ne frega del successo, è solo il participio passato del verbo succedere.

Eh già, doveva succedere. Mi spiace. Ma almeno non ditemi che a voi dispiace per fingervi pentiti. Avete sbagliato. Punto.

 

di Stefano Falotico

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Il programma della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è rivelatore del mondo odierno come ha affermato Barbera?


25 Jul

Siamo seri, stavolta, parecchio. Sebbene, come già profeticamente predissi, preventivai e asserii sicurissimo, Joker è stato selezionato addirittura in Concorso.

Se non vado errato, è la prima volta che un cinecomic partecipa a un Festival di risma. Forse, neanche a Cannes, nemmeno nelle sezioni collaterali, vedemmo l’autoriale Thor di Branagh. Sbaglio? No, non credo.

In effetti, quando la senior della Warner Bros italiana, alle Giornate Professionali di Riccione (o Rimini?), disse che Joker è la vera storia del principe del crimine di Gotham City, probabilmente non era informata bene.

Ecco, sono cose che personalmente non sopporto. Sarebbe come dire che un chirurgo non sa cosa sia un bisturi, che un biologo non sappia cosa sia una cellula, che un cardiologo sia amante di Manuale d’amore di Veronesi. Ah ah.

Come dire che Selvaggia Lucarelli pensa davvero di essere una giornalista e non una che invece ha sfondato perché il suo seno è da sbattere in prima pagina.

Sì, il livello d’incompetenza di certa gente, arrivata a certi vertici, è scandalosa.

Io ho giocato a Calcio. Non seguo più molto il campionato di Serie A ma capisco, per esempio, al volo se un giocatore è in gamba o solo uno che fa gli sgambetti, cioè bluffa di dribbling da leccaculo all’allenatore per venire schierato come titolare.

Un brocco lo riconosci subito. Anche questo non è però sempre vero.

Prendiamo il celebre scambio di batture di C’era una volta in America fra Noodles/De Niro e il suo amico ristoratore. Fratello della donna amata da Noodles, vale a dire Deborah:

– Chi avrebbe puntato su te?

– Io avrei puntato tutto su te.

– E avresti perso.

 

Ecco, se fossi stato nell’amico di De Niro, avrei spaccato la faccia a Noodles, cioè sempre De Niro.

Reinventiamo il dialogo in maniera falotica:

– Chi avrebbe puntato su te?

– Ma come cazzo ti permetti? Mi dai del fallito? Guarda che per gestire un ristorante ci vogliono du’ palle così, parafrasando il grande amico di Verdone di Un sacco bello, amicissimo peraltro proprio di Leone, il mitico Mario Brega.

. Guarda, non volevo offenderti.

 

Al che arriva Frank Vincent di Quei bravi ragazzi…

– Noodles stava scherzando, cristo. Non ti vedeva da tanto… a te ti va subito il sangue alla testa.

– No, no, no. Io l’ho insultato un po’…  ho sbagliato anche io – si giustifica Noodles alla stessa maniera di James Conway.

– Va bene, amici. Un paio di drink, offre la ditta…

 

Ah ah.

Al che, in tarda notte, entra a sorpresa Joker/Joaquin Phoenix.

 

– Ehi, guarda che non è carnevale, scimunito. Non è neppure la notte di Halloween. Qui siamo tre amici al bar come nella canzone di Gino Paoli. Tornatene nella tua tribù. Vai a trovare quel povero disgraziato di Michael Myers.

– Non sono un matto. Mi sono conciato così perché sono felice. Hai sentito, Bob? Siamo stati selezionati in Concorso!

– In Concorso? A Venezia? Dove io girai con Deborah/Elizabeth McGovern un’iper-romantica dichiarazione d’amore nella spiaggetta dietro l’Hotel Excelsior? Quella appunto di Once Upon a Time in America.

– Sì, cazzo, lurido figlio d’una cagna, grandioso interprete di Taxi Driver e Re per una notte. Barbera c’ha ficcato in lizza per il Leone.

– Che Leone? Sergio o quello d’oro? Va be’! Allora, avvicinati. Unisciti a noi. Festeggeremo sin all’alba.

 

I quattro cenano pure, gozzovigliano e chiamano dieci Escort per movimentare un po’ l’arrosto.

Quindi, consumata ogni carne nell’aprire le loro botteghe, si stravaccano nel retrobottega, ascoltando le parole di Barbera.

Barbera declama che sarà un festival incentrato sulle donne e appoggia perciò il movimento MeToo.

Una delle Escort, di nome Susannina, s’infoia, si scalda dopo essersi caldamente scalmanata coi quattro:

– Sì, basta col maschilismo! Allora perché Barbera ha inserito come film d’apertura una pellicola con Catherine Deneuve? Una che ha sostenuto Alain Delon, dichiarando che è giusto essere uomini anche un po’ stronzi?

 

Parla ora De Niro.

– Ehi, zoccolett’! Con Catherine ho girato in gondola una scena di Cento e una notte. È una grandissima donna.

– Lo sanno tutti che Catherine è una Bella di giorno!

– Perché tu, no?

 

Fa irruzione nel ristorante Ciro Guerra. Regista di Waiting for the Barbarians.

– Cazzo. Alcuni giornalisti sono più scemi dell’ex conduttrice de Le invasion barbariche. Dio barbaro!

Hanno scritto che saranno quattro i registi italiani in Concorso al Festival, ovvero Martone, Maresco, Marcello e il sottoscritto.

Io sono colombiano.

– Sì, ma porti un nome da napoletano.

– Ciro è molto usato in Colombia. Comunque, voi sapete chi sia questo Marcello Pietro?

– Pietro Marcello, vorresti dire.

– Non lo so. Pietro è il nome e Marcello il cognome o viceversa? Oddio, che macello!

– Sì, è una società andata a puttane. Ci vuole un J’accuse da Polanski.

– Mah, a dire il vero queste Escort sono svedesi. Servirebbe una bella polacca come in Radiofreccia. A proposito, Stefano Accorsi non ci sarà in The New Pope? Eh no, eh. Come mai?

E Louis Garrel si presenterà al Lido assieme a Laetitia Casta?

– A proposito di donne caste – riprende a parlare l’Escort sovreccitata… – Che ha questa Laetitia più di me? Nella vita fa lo stesso mio lavoro ma io non vivo in Francia da riccona.

– Ma chi pensi di essere? Laetitia è Laetitia. Una che manda fuori dalle orbite anche Brad Pitt di Ad Astra. Sei orba? – le risponde acidamente la sua Escort rivale, una molto triviale.

– Dai, su. È rimasto del caviale!

 

La verità che la nostra generazione ha perso. Anzi, la vostra.

Robert De Niro aveva quarant’anni quando girò C’era una volta in America. Anche se uscì nei cinema l’anno dopo.

James Woods ancora meno. Gente cazzuta, questa.

Voi, invece? Ma come vi siete ridotti? Avete quasi cinquant’anni e fate le video-recensioni dei film da quattro soldi nella vostra cameretta, in ciabatte! Dio mio. Mosci, borghesotti, cacasotto.

Sapete perché?

Nanni Moretti di Caro diario docet:

Voi gridavate cose orrende e violentissime e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne!

 

Anzi, io sono un meraviglioso uomo senza tempo.

Guardatevi. Non valete un cazzo, appena ve la vedete brutta, vi celate dietro un pc e v’infervorate nelle peggiori offese disumane. Sapete fare solo questo.

once upon a time in americavenezia-76-programma-copertina-609x330

cento e una notte

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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