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SCORSESE vs JAMES CAMERON: un irredento umanista geniale e rockettaro contro un megalomane sesquipedale


29 Jul

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scorsese instagram

THE ABYSS, screenwriter and director James Cameron, 1989, TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

THE ABYSS, screenwriter and director James Cameron, 1989, TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

terminatorEcco, questo Scorsese non sta fermo un attimo.

Sono contento che, nel pomeriggio di ieri, io sia stato fra i primi a dare la notizia secondo cui il tanto atteso, sospirato, bramatissimo dal pubblico di cinefili di mezzo mondo, The Irishman, finalmente abbia ora una data precisa di release.

Per meglio dire, dopo l’assurdo forfait dal Concorso del Festival di Venezia, The Irishman aprirà le danze, come si suol dire, del prossimo New York Film Festival, inaugurando la serata di gala del 27 Settembre.

Ora però, scusate.

C’è stato detto da Alberto Barbera, la scorsa settimana, che lui e il suo staff avrebbero voluto fortemente inserire, appunto, The Irishman nella kermesse da lui diretta ma il film non è risultato pronto per fine agosto.

Il Festival di Venezia dura, come sempre, undici giorni. Si terrà infatti dal 28 Agosto al 7 Settembre.

Ora, essendo io un habitué veneziano, sebbene l’ultimo film da me visto al Lido sia stato Birdman, datato 2014, dunque son cinque anni che non me ne reco, avendo avuti gravi problemi personali protrattisi sin allo sfinimento dei quali non mi pare la sede opportuna riferirvene, all’ultimo giorno del festival non sono proiettati più né i film in Concorso né quelli Fuori Concorso. È una giornata nel quale sfilano solo gli omaggi delle retrospezioni dei classici e il giorno nel quale, prima dell’ora di cena, vengono assegnati i premi.

Dunque, sostanzialmente, la Mostra dura dieci giorni. L’undicesimo sta lì come il cazzo di quel mostro che mangia popcorn e aspetta che qualche donna lo premi. Dubito fortemente che sarà valutato come Leone d’oro.

Ah ah.

Detto ciò, continuo a non capire. Scorsese e Netflix lasciarono detto a Barbera che The Irishman necessitasse ancora di molti ritocchi e non poteva essere perciò completato per fine agosto-settembre.

Ma per il 27 Settembre, a quanto pare, invece sarà prontissimo.

Scorsese ha fatto un po’ il furbetto. Anche Martin è un paraculo. Chissà, forse il direttore del New York Film Festival deve essere fra i produttori di Killers of the Flower Moon.

Della serie tu fai pubblicità a me e io ti passo du’ soldi. Dai, dai.

Comunque, The Irishman è bello già che impacchettato, montato dall’inizio alla fine più di Lena Paul. Milf fatta e strafatta ch’è diventata la mia nuova attrice porno preferita.

Sì, parliamo di un capolavoro sotto ogni punto di vista. Lena può venir… fotografata anche dal signor Gennaro Calluzzo, celeberrimo guappo dei Quartieri Spagnoli che confonde una Nikon per Nicol senza e, famosa entraîneuse del suo rione, e c’apparirebbe lo stesso meravigliosa come i panorami suggestivi filmati dal cinematographer Rodrigo Prieto.

Sì, Lena Paul è una donna che si mangia Avatar e Titanic in un sol boccone.

Una che non ha bisogno degli effetti speciali per incassare più di Avengers: Endgame.

Sì, una vera Vedova nera, infatti è praticamente identica a Scarlett Johansson, soprattutto nello sguardo.

Sguardo eroticamente killerTerminator nuda e cruda, senza se e senza ma.

Sì, un tempo per essere una grande attrice dovevi sostenere i corsi di Lee Strasberg e farti il culo.

Adesso, basta che hai la faccia da coniglietta e guadagni a patate, no, a palate.

Ci siamo evoluti molto, no?

Sì, come in Terminator 2, siamo dominati dalle macchine.

Come no? Prendere la foto da me scattata circa un’ora fa. Macchine parcheggiate in doppia fila dinanzi a un baretto di periferia.

Come fece John Connor, cioè il sottoscritto, a bere un caffè? Parcheggiai a duecento metri di distanza.

Vicino a un vicolo ove incontrai una simile a Linda Hamilton:

– Ehi, bel ragazzo, vuoi che ti faccia da mamma, stasera?

– Non ci penso neppure. Lei è pazza più di Sarah Connor. Non turbi le sessualità pure dei giovani, si rivolga a Robert Patrick. Sì, vada dal T-1000.

Quello lì, eh già, anche se lo squagli, torna sempre intatto.

Guardi, signora. Se io e lei stanotte facessimo sesso, lei mi brucerebbe più di Arnold Schwarzenegger.

– No hay problema.

– Hasta la vista, baby.

 

Ecco, il paragone fra Scorsese e Cameron non sussiste.

Scorsese sta facendo i sopralluoghi, appunto, per Killers of the Flower Moon.

Storia noir d’indiani arricchiti, di poliziotti corrotti, di troie a briglia sciolta, della tribù Osage che vuole fare lo scalpo al capo dell’FBI. Cioè J. Edgar /DiCaprio del film omonimo di Clint Eastwood?

No, DiCaprio sarà Tom White.

Chi sarà allora J. Edgar Hoover? Billy Crudup di Nemico pubblico?

No, ma Scorsese batte James Cameron trenta film a uno. Sì, James ha girato un solo capolavoro assoluto, Terminator, appunto.

Eppur DiCaprio fece il botto con Titanic.

Che vi devo dire? Hollywood è un losco giro ove Joe Pesci di Occhio indiscreto fa sempre la sua porca figura.

 

di Stefano Falotico
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THE PUBLIC EYE, Joe Pesci, 1992, (c) Universal

THE PUBLIC EYE, Joe Pesci, 1992, (c) Universal

Brad Pitt è superiore a Leonardo DiCaprio, dite la verità e non fate i Robert Ford e gli indiani


08 Jun

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In questo mondo terragno, l’umanità si divide in due categorie: fra chi, eterosessuale, potrà amare Brad Pitt di Ad Astra e quelle donne frustrate che, leggendo gli oroscopi della rivista Astra, sperano in una galassia lontana dalla realtà di poter un giorno farsi il viaggio, dicendo alle loro amiche che hanno baciato dal vivo Brad.

Brad Pitt batte Leonardo DiCaprio in un nanosecondo maggiore della velocità della luce.

Pensate che stia bestemmiando?

Già lo dissi in tempi non sospetti, ovvero qualche settimana fa. Ma non voleste prestarmi fede e udienza. Invece, udite udite quel che io qui dico e vi dirò, puntandovi il dito, sì, rivolgendomi arrogantemente a voi che di Cinema parlate da mattina a sera ma, senz’ombra di dubbio, siete invidiosi di Brad e solamente farneticate senza il gusto della sana faloticata.

Brad è un uomo dalla criniera bionda che, ribaldo nel suo Vento di passioni, eterno fluttua stuzzicante nei buchi neri degli ormoni femminili, forgia di speranza ardente anche le frigide dementi con pochi estrogeni bollenti, gigioneggia con classe navigata da performer oramai della Settima Arte eccome se sapiente e un po’ fa il marpione fra voi deficienti in quanto ardimentoso, maturo essere leonino che, nonostante sulla sua fronte, anche quando non la aggrotta, indossi i già estremamente visibili solchi di rughe comunque meno profonde dei vostri livori, è interprete stupefacente.

No, non sto scherzando. Sono convinto, certo al mille per mille che Brad sia ed è, in quanto vivente e presente, un attore una spanna sopra il bel Leo. Leo, rispetto a Brad, è assai meno dotato e carente sotto ogni aspetto e punto di vista.

Sono entrambi molto belli, ciò va ammesso. E ve lo garantisco io che spesso disdegno la venustà maschile in quanto attratto da quel triangolo femminile che attira il mio sguardo aromatico e carismatico che, inconfutabilmente, più mi tira anche se sovente non vengo a niente e mi brucio come un meteorite prima d’impattarsi su una stella bruciante.

Dunque, no, non sono geloso di Leonardo. Leonardo è leggermente più brutto di Brad anche se de Gustibus non disputandum est e Roberta de Matthaeis è una donna dal cognome greco per cui lotterei al fine di averla come Elena, (di)struggendomi da Achille o forse era Ulisse? Oh, Roberta me lo issa e m’è venuta un’altra fissa. Roberta è idilliaca e conquisterò le sue sacre sponde anche se non conosco a memoria L’Iliade. Sarà un’Odissea riuscir a uscire (riuscir a uscire non è male) coraggiosamente a notte fonda dal mio cavallo ma, impavido ed epico, dedicherò lei miliardi di sillogi poetiche per sigillarmi in una platonica, filosofica, elevata passione smisurata, inanellandole rime baciate in quanto anelo attimi indimenticabili in cui possa effondermene anche se, più probabilmente, lei mi rifiuterà, il culo mi sfonderà con due di picche devastanti e nella depressione sprofonderò da fall(it)o immondo.

Sì, Troy è il film più becero con Brad Pitt. Non c’è da stupirsi, è diretto infatti da Wolfgang Petersen, uno che un tempo girò con mano graziosa e leggera l’intramontabile film per ogni bambino in fiore e ogni adulto con la sindrome di Peter Pan, ovvero La storia infinita.

A me piace fare il Bastian non contrario bensì Barret Oliver con tendenze ribelli da Atreyu o forse da moderno Re Artù.

Ma non perdiamoci in infantilismi e buttiamo giù dalla torre questo bamboccione di Leonardo.

Perché mai, uomini poco prodi, invero lordi e tonti, sbandierate ai quattro venti i vostri vessilli da asilo nido? Sostenendo che Leo, avendo lavorato un mucchio di volte con Scorsese, sia automaticamente migliore di Brad?

Questa è una tenzone da ignoranti panzoni che meritano una severa lezione. Profani qual siete perché non potrete mai apprezzare la rinomante follia metafisica che permea le plumbee, melanconiche atmosfere oniriche, tragiche e malickiane del magnifico L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (da non confondere con Jenna Jameson).

Uno dei pochi capolavori degli ultimi dieci anni degno di essere, oserei dire, apostrofato, nominato e persino appellato tale. Dinanzi alla maestria del suo cineasta, Andrew Dominik, mi scappello.

Anche se non ho visto Cogan. Per avere donne come Roberta o come Heather Graham, diverrei Hulk Hogan, oh sì, ah oh, eh ih, a e i o u. Loro non mi spareranno da assassine, bensì in combutta alla maniera di Naomi Watts e Laura Harring di Mulholland Drive mi tradiranno per Angelina Jolie e allora, dilaniato da un’umiliazione da J. Edgar di Eastwood, farò l’amore con Armie Hammer? Attore specializzato, vedi anche Chiamami col tuo nome, in ruoli da gaio?

Ma non mi passa neppure per l’anticamera del cervello. Dirò a Roberta, sì, di cornificarmi pure con quel damerino di Timothée Chalamet e le sussurrerò, esalando l’ultimo respiro, killing me softly.

A parte gli scherzi, Brad Pitt, suvvia, non scherziamo, dai dai… è superiore a Leonardo.

Leonardo è un volpone e sa accattivarsi le simpatie degli Oscar ma Brad fu Coppa Volti per il suo Jesse James e per questo ruolo imbattibile venne scandalosamente ignorato agli Academy Awards.

Un’onta infima e imperdonabile.

Ora, tutto questo scritto, spesso scherzoso e goliardico, a che è servito?

Voi pensate davvero che DiCaprio sia meglio di Brad?

No, io sono qui ora serissimo come peraltro già lo fui nelle fi… e, no, righe vergatevi sopra, accennatevi poc’anzi.

Brad Pitt è un grande attore che il superficiale immaginario collettivo mercantilistico di massa ha identificato, sbrigativamente, soltanto come insulso e tutt’al più bravino actor non eccelso ma supremo, stellare sex symbol galattico.

Voi siete blasfemi, dovete vergognarvi delle porcate che dite. Ma quale mascellone! Brad possiede, nonostante la forza erotica che emana, lo sguardo limpido del saggio ieratico sulla montagna.

Brad per me è un attore straordinario.

Ora, vado a mangiare una lasagna.

A presto.

E state in campana. Sì, dovete svegliarvi e vedere la bellezza di Brad e del mondo.

State, se volete, pure in campagna. Anche in Campania.

Basta che non derubiate gli indiani nelle capanne.

Io comunque a Casey Affleck/Robert Ford ho sempre preferito Robert De Niro.

 

 

di Stefano Falotico

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CIA


29 Apr

Ribaltando così l’assunto del “Paradiso” terrestre, invero infernalissimo

Prefazione “meteorologica” con orologio da polsino-“pulsante” (rosso…) R(ol)ex, cane fedele ma rabbioso se vuoi fotterlo sul Tempo

Di questi giorni apatici, tendenti all’assottigliamento della Primavera nei primi intonanti scrosci dell’Estate “incipiente”, possibilmente prossima ad aderirvi di pelli abbronzate nel pene “scosciante” box-Er a PR marpiona-costumino “1, 2, 3, prova” sul solare scioglimento per le accoppiate ai moli del molliccio-“abluzione” “terse”-erse alla pinetina-colada-solstizio-solidific(c)ato Sol “caldo”, previo pedalò “al largo” d’orgasmi umidini “sott’acqua” dei tradimenti “profondi” con notaio a “metter mano” sudicia-leguleia di pratiche al divorzio “nudo” delle peggiori offese fra corna, cornetti in riva di “glassa” cioccolata succhiata, cucchiai “annegati” al caffè amarezza-brezze-bracciate e braccialetti “marocchini” d’alta marea Vendittivù cumpra’ fra un “bacio” e un’altra “leccatina”, leccornie “salsedine”, salatini dolci negli orifizi con l’orefice a regalar “lei” una “perla” colore “stella marina” e “buchi” del “galleggiante” a bo(i)a fra un calamaro “gigante”, una piovra eccitantissima con Fiorello a “stonare” di Karaoke reminiscenza al suo ex liceale scientifico poi “figo” e ora per le “foche” di chi vive, “chiava” nelle fogne dei (ri)sentimenti goliardici non più golosi di “crema” ma piovigginando sale sugli irti colli della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare e non “viene” neanche con Fantozzi, in quanto più sfigata di “lui” impotente cronico eppur di similarità “anemica” poiché frigida “imbottigliata” alle depressioni-pastiglia Chrono con dei coni per la “fragolina” più pistacchio di vita “stracciat(ell)a” in limonata granita “profumo” grandinate-burrasche-burrocacao-tempeste “rinfrescanti” la fighella arida e deserto “oasi” tanto felice come uno “spompato” da Camel Trophy, “dura” (com)petizione per petomani fumatori incalliti-Marlboro “boreale” aspirato di striscio e “liscia liscia va l’esca del pescar tra gli abissi una biscia”…, non v’è cer(tezz)a che non possa esser “toccata”, struccata ché l’allocca va col cocco su docce di teste “noci”-amplessi scimmie e arachidi in bocche “bocca bocca” fra le “bocce”, detta anche respirazione dell’umanità con la bronchite, causa stress logorante-polmonare, delle branchie fra banchi di nebbie serali quando il Tirreno non è più “torrido” e uno del branco “ab-Branca-menta” una “medusa” demente tra-montata, cantandole a “crepa”… “palle”… un abatantuonesco Diego fra tuoni del Cielo-tormenta-(om)one:


sono un fenomeno…,
“s
prupurziunat’” per quanto riguarda le dimensioni.,
e se trovo la “
tonna” giusta, me la ciuccio come un’aragosta!

A Ferragosto e anche la Luna è un girarrosto!

Che schifo di società merdosa.

Per fortuna ci son (D)Io, Uomo di un altro Pianeta, profumo Terrence Malick metafisico e “scrutatore” delle vostre “urne”, intese come tombe “elettorali” al mio Dracula che “sfoglia” le sue “crocette” nei colli delle verginelle, strappando lor il tanga con tanto di Orango… Tango “latino” al loro allattarmi per donar sangue colorito pallido, (non) mor(t)o.

La CIAcentral intelligence agency di ques(i)to cazzo.

Ha fatto più danni “lei” del petrolio, altro che quel coglioncello arteriosclerotico di Rossi Vasco, fannullone guitto che “cinguettava” per le ignoranti a cui “rifilò” lo “sfilatino” su “concertoni” in “luci”-lucciole San Siro.

Ehi tu delusa, attenta che chi troppo abusa…

rischia poi di raschiare il fondo del barile, detto anche il “cantante” bidone-spazzatura-trash totale dei ritornelli alla “bona” per suo uccell’ “usignolo” di “USA e getta”, post salvietta e non “salvata”.

Anzi, ancor di più “inculata”.

“The Hollywood Reporter” annuncia un film della Paramount diretto da D.J. Caruso.

Quando mai i deejay fan i registi? Mah…, sarà un “discotecaro” con ambizioni “cineaste-melodramma” da Lucio Dalla:

Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai

Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare.

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
e scioglie il sangue dint’e vene sai (mi fa sangue!)

Potenza della lirica (e anche dei fianchi nella ficaaa!)
dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.

Così diventò tutto piccolo
anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica.

Ah si, è la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
èuna catena ormai
che scioglie il sangue…

Dentro il “dente” della vagina “salendo!”.
Be’, torniamo a Spys’ Kid, da non confondere con l’altra stronzata Spy Kids di Rodriguez Robert, da guardare solo per farsi du’ seghe con le tettone di Gugino Garla in modo “spaghiElio e le storie tese…

Siamo o no dei Watchmen? Sì, ancor tirerà per le “bambine” con lo Swatch.

Come sempre avviene oramai con le pellicole su commissione, si scelgono gli attori prima che ci sia la sceneggiatura. Che idiozia è mai questa?

Robert De Niro e Shia LaBeouf hanno accettato i ruoli, ma lo script è “vacante”.

Comunque sia…, sarà un (suc)cesso.

Trattasi di una trama “orrenda” che narrerà i retroscena “Storia vera”-non veridicità (in)credibile di una ex spia (De Niro), arrestato per il “crimine” d’aver rivelato i fasci… coli e, dal carcere “ergastolante”, impartirà “lezioni” di “vita” al figlio “purissimo” come i suoi von Trier per le ninfomani.

A galla, adamantino!

Tre capolavori da “valutare” e guardare con più Hitchcock.

Occhio alla finestra sul cortile. Il complotto c’è, è un “binocolo” in mezzo alle gambe di quella piagnona-“compianta” di Grace Kelly, una che avrei afferrato per la chioma dopo una birra “bionda” e, da sbronzo, avrei “cazzeggiato” in maniera non tanto “paraplegica” nel suo vedo-non vedo per “farla” vivere Donna “due volte”.
Anche tutta la Notte.

Una “Principessa” sul pisello!

Psycho?

No, Gli uccelli!

Ap-punto e a capo di Kamasutra giravolte “calmi” contro ogni falso “capo”.

Anch’io, come De Niro, ho detto tutto.

Mi sbatteranno in galera ma almeno non mi sbatto, come voi, le puttan(at)e. Miro al “sodo” bersaglio non delle “facili” s(ol)uzioni.

Anzi, NO! Deciso, infiammato, a “bruciapelo” dei criminali in abiti “legali” e in ambiti “sociali” network. Anche gli psicopatici “assassini” (bianchi?) provan “empatia” per le “sparatorie” a Palazzo Chigi

Per quale motivo dovrei arrendermi in questa “tragica” eppur per me rinascente storia dell’orrore “degna” di Stephen King “impermeabile?”

Ieri, è avvenuta un’altra tragedia che fa “onore” al nostro MOSTRO “bel” Paese dei nani con diritto di “cittadinanza.”

Da “La Repubblica”:

Due carabinieri sono rimasti feriti davanti Palazzo Chigi a Roma dopo che un uomo in giacca e cravatta ha aperto il fuoco esplodendo numerosi colpi di pistola. I militari sono stati colpiti uno al collo e uno alla gamba. Uno dei due sarebbe grave, ma entrambi non sarebbero in pericolo di vita. Sono un appuntato e un brigadiere. Ferita di striscio anche una donna incinta che si trovava a passare…

Uno estrae una pistola e spara all’impazzata, già.

Poi un identico matto, fors’ancora peggiore (almeno quello ha il “coraggio” di essere “coerente” coi suoi squilibri mentali), piange o meglio finge, come al solito la sua notevole (senza “virgolette”) faccia di bronzo da suo blog Twitter (mi raccomando, vai a denunciarmi, sai che paura, ho le convulsioni) alla sua “testa(ta) giornalistica”, “emettendo” il coccodrillino ch’è. Fra le “palle” spunta qualcosina?

Subito dopo, infatti non avevamo dubbi in merito alla sua “emerita onestà morale”, si “reca” sulla tastiera e batte il suo “pezzo” da “integerrimo”, con testuale appunt(at)o frase che si dispiace per i parenti delle vittime.

“Regalando” il suo “cordoglio”. Nel frattempo, la sera prima è andato a troie, picchiandole pure, senza testimoni indiscreti che avrebbero potuto spifferare.

Ah, la soffiata.

Complimenti! Se prima però si specchiasse e vomitasse di fronte, anzi “bifronte”, alla sua personalità molto doppia, gliene sarebbe grato Saviano e la salvezza di “Stato”.

Costui, come tutti sanno e come abbiamo già ampiamente sputtanato, non molti anni fa cominciò a calunniare una “persona” (indovinate chi..?.), ex amico (nutriamo ora parecchie perplessità su tal “rapporto”) che conosceva dall’infanzia, per la sola “ragione” che all’epoca era “disoccupato (piuttosto che “lavorare” come “lui”, preferiamo tutta la vita…rella) e “vergine”.

Al che, “coadiuvato” da un teston’ testardo di padre, anch’egli circuito dal disegno omicida del figlio (la “natura” del tramandare il seme del Male?), di punto in bianco (vedi idiota che il tuo “articolo” è sempre conciso e preciso di “accerchiamento?”) intimò al suicidio, attentò alla dignità, all’incolumità altrui, “grazie” al nostro web.

Per combinarla sporchissima senza lasciar “prove”. Tanto basta un click e si smacchiano le macchioline, vero Matteino? Il cognome lo sapete.

E me ne frego! In platee! Tutti in piedi!

“Strumento” ar(m)atissimo col quale s’inventò profili falsi per nascondere il misfatto “profilattico”, molto d’ingegno “aguzzo” e coltello serpente affilato.

E, a tambur battente, perseguitò di offese, attacchi ignominiosi, minacce perfino di stupro a una ragazza… ché non “doveva” stare con uno che aveva “sofferto” soltanto di grave depressione (sempre comunque più viva dei porcili aggressivi della “compagnia fighissima” di tal “pantaloni” molto “taglienti” e “ficcanti”).

Al che, dopo reiterati abusi al decoro, al rispetto, a ogni patto di fedeltà da tal impostore orripilante vilipeso, traditi e arsi tutti i valori, una “persona” si ribellò platealmente. Come da tribuna precedente.

Scattarono denunce e contro querele.

In seguito allo shock devastante di questo “atto” (davvero “cristiano”) “pulitissimo”, la vittima fu scambiata per carnefice e sottoposta a trattamenti psichiatrici sedativi, tanto da andar vicinissima alla “lobotomia” che si vede nei film più spaventosi e da brivido…

La stessa persona che, dopo una sfrenata battaglia in tribunale, è oggi uno scrittore con quattro romanzi all’attivo, una reputazione untouchable e un altro capolavoro letterario da consegnare dentro, tutto dentro in cu(cu)lo alla sua “buchetta” delle “lettere”.

Eh sì, è “laureato” in “Scienze della Comunicazione” il nostro “scomunicatore” Savonarola da Inquisizione con lo “stendardo” del suo “Savoiardo”. Omuncolo Standa(rd).

Questo è il documento più “nascosto” della CIA, gran figlio di puttana!

Dai, prendi una rivoltella e fatti saltare le cervella, porco di merda!

Mi spiace, sono l’agente 007 Sean Connery.

Come nella scena dei nostri Gli intoccabili, in cui fa irruzione nella “tana” dei “lupi”, solleva uno scandalo e dà un “pugno allo stomaco”, mena un “coniglio”-fetentone, dunque ammicca allo spettatore e pronuncia: “Adesso come si sentirà, meglio o peggio!?”.

Voi che dite?

“Buttiamola” a ridere, dai, dai, dai!

Quando si “entra” in rehab, non “esce”, al massimo piscia e basta!

In clinica psichiatrica, si “vive malissimo”. Nel senso allusivo e “figurato”.

Almeno, se stai a casa “senza”, puoi masturbarti in “santa pace”. Lì,  (te lo…) “piazzano” anche con videocamere e “microspie”. Neanche in bagno è permesso “docciarselo”.

Sì, per quei quattro mesi in ospedale, l’astinenza sessuale mi uccise. Già ti “castrano” a livello psicologico, perfino il “Taglione” per “ammortizzare” lo “sfogo”. Che “cazzata”. A parte gli scherzi da “prete”, la figa non è mai morta. La foglia di “figo” è scomparsa.

A “prescindere”…, me la “tirai” lo stesso,  dicesi segona, previo altre due settimane di “controlli” all’“apparato” burocratico in quanto lo “temprai” ma non ottemperai alle regole “asettiche” dell’igiene…

Per le infermiere fu uno spasso guardar’ il mio “passero solitario”. I “dottori” andaron “dietro” al “mio”, incitando il casino generale del “trenino” con del vinello a “chiudere tutte le bocchin(ar)e delle schizofreniche “femminucce”.

Sì, se “perdi” un treno, guadagni in “trono”. In “Toto” ti tromba(no). Ti “elevano” eroe della “Patria” a benedire “ciò” ch’è finalmente stato “inserito” nell’“integrarsi” socia(na)lmente… per i cazzi degli altri.

Sì, l’Ottonello, reparto dei “malati” di mente bolognesi, è come la famosa qui esclamazione “Socmel’!”, un “ciucciotto”.

Se non l’avessi “(s)fatto”, si sarebbero perse una “gran cosa” e, fra l’altro, adesso “ce l’hanno (s)caricato” ad alleviare gli “stati” momentanei del lor sentirla “giù” da brave brad(ip)e. Le brache! Aprono VLC e si “piluccano” sopra il water, poi si puliscono streaming col VIM.

Assumevo vari milligrammi di neurolettici per farm(ac)i… smarrire la troppa voglia di letti. Sì, vollero che non “volasse” e mi “violarono” nell’“effervescenza” più spontanea e “spuntato”.

Sì, passò di “patata bollente” su tutti i monitor formato gigante “Maxischermo” con espressione Valium da scemo.

Uno “spettacolo”.

Ce “lo” vogliamo dire?

Sono un VIVIN C, da usare con “candela” durante i sintomi premestruali “andropausa”, previo effetti collaterali di controindicazioni nell’“incapsularlo” ai sintomi “febbrili” dei feromoni femminili “influenzabili” da una cura nel popò di depot con “fottuta” annessa e neuroni di spappolati “coglioni”.

In fondo in fondo, sto messo bene ma dove lo misi?. A pecora, come si suol dire. Eh sì, se non hai i soldi, non hai un cazzo. Neanche il tuo. “Piegato”. Chiara la spiegazione!?
Ho degli istanti di perdita mnemonica e anche di perso… Perdo peso e “lui” smagrisce mentre il panzone riccone tutte le “ingrassa”. E il bello è che lo vende all’“in… grosso”.

Che grassa opulenza! Eminenza, faccia… qualche cosina. A che minchia serve se no la chiesina?


C.I.A.o, acronimo dell’Uomo “anonimo” nel “minimo” espanso di sal(u)to “pimpante” alla Donna per il flauto “sonante”, “brevemente” si “allunga” ma il portafogli piange e “importo” schiaffi in faccia senza fica “sfacciata” perché son “fiacco” e, più che cagnaccio, un ghiacciato “miao” con le “fusa” del mio “sball(at)o”

Innanzitutto, sei bellissima, rossa, sexy, che fulvo ardore, anche furbizia femminile elegantemente nobiliare.

Sportiva, atletica, con il cellulare a occhiolino da marpioncella, molto ammiccante, lasciatelo dire. Lasciatelo “sciare”. Il dare e tu dai nel mio “inondante”. Così cantava Ligabue alle bovare già nella “bara”. Dammi la barretta di NOVI, mia barese da “innovare” sulle nevi in te “appianato”, pian pianin’ “zuccherato”-fondente.

Ti piace quello nero? E i bianchi? Come? Vanno con le extracomunitarie? Obama Barack ha risanato solo la moglie. Quale sanità pubblica… Mancano i “pubi”. No future, solo spacci(at)o e altre guerre, si “figuri”.

E non posso rimanere con le “mani in mano” in tanto (t)remare orgasmico d’erotico baciamano che mi porgi d’occhi.

A parte gli scherzi, la “vedo” dura. Sei più grande di me, vivi in Umbria, io emiliano d’adozione, “terrone” di nascita non so dove nella Terra Promessa con dizion(ar)i a pigliar la “lingua” come meno leccherà i culi.

Si chiama solipsismo geniale dell’Uomo onesto presto “animale” in quanto nudo “forestale”, cfr. “concupito” dal bosco senza Cappuccetto e senza “cappella”. Neanche i frati francescani mi pareran l’ano di “asilo”… nido.

Eh, l’inedia anodina. A dirla “papale”, un nodo in gola.

Da “luppolo” a lupetto. Che “(guarda)roba”.

Ma un’amicizia simpati(c)a è chieder (la) troppo? Mica t’ho chiesto di spos(s)arti. Pretendo di “sfondare”.
Insomma, “pelle e ossa”, ti riempirei di bac(h)i e smalterei le unghie che toccheranno… un telefono “squillante” come le tue gambe appena appena pronunciate di lentiggini piccanti a “sgambetto” per il mio… “arrossito-arrosto”. Sono un b(r)uco. Restituiscimi al licantrop(ic)o del Cancro nella brughiera mia me(ge)ra stregona.

Azzanna, ma attenta alle zampe da gallina…

Non mi streghi ma, se me lo sfregassi , vedrai come “brucerà”.

Sono uno scrittore di nome, non so se di “fallo” ma Stefano Falotico. Ibs.it ti donerà la “vista” ad opere di mia Arte, cara la mia vispa Teresa. Che vespaio, sono il moscone dello zitti e mosca, prendimi per “quello che ho”, non esigere che preghi durante i vespri mia quarantenne ancora in Vespetta. Fai… le curve spronando il turbo del mio “motorino” ronzio e di ozio ti azionerei nel tuo seno “in quinta” marcia. Marcandola di “tiro a segno”, altro che i tuoi vestiti di “marchetta”. Vuoi lo yacht, mignottona? Da me solo un Chino(tto).

Equilibrismo di un bimbin’ birichino con venturo salto nel “vuoto” a ricadute de(pri)menti? Ah, cadrò solo nella tua “erba”. “Bollicine” mia drogata. Togliti l’ago dal braccio e anche dal pagliaio. Non sono un pagliaccio.
Sono nel “fieno” eppur la vuoi “piena” nella stalla. Che vacca. Che gazza ladra, che “gattina” che ovula…

Il “Può darsi” mi salverà di donne “offerte”. Come feriscono loro, neanche le spine della Madonna di Abel Ferrara! Mary?
Sì, per sempre… Come? Era Meri? Solo amari… , altro che “merlo”. Altro che cor(v)o.
Altro che coito. Noto solo una Notte da “cotto” alla brace mentre loro “abbrustolicono” di grigliate la salsiccia di una “cenetta” propria “romana”.

Dai, concedimi un Facebook e bando alle ciance. Bagascia!
Le tue guance, ah, i guanciali.

Ricorda: avrò la tua (ri)cotta con un cuscino a “scudisciartelo”.

Sì, il tuo Poster è meglio di come me lo metton’ nei posteriori. Almeno, ammirandoti, un po’ “mirerà”.

Dammi “retto”, sei tanto retta che ho il dubbio, lecito, che in molti te l’abbian “infilzata” di ritto dritto filotto al “biliardo”.

Sono pien di bile?

Certo. Oh, non sono un bullo. Ma tu sempre brutta rimani. Non imbellettarti.

Vai a “sciacquarti” in cattedra(le).

The Good Shepherd

Buon pastorino per le “pecorine”.

Sempre De Niro in “cabina” di regia con “montaggio” osceno-scenico e “graffio” Eric Roth grafia (ir)riconoscibile “al volo”, Inside(rMan finto “tonto”-Forrest Gump.

Oltre il giardino…

Spy Game

Assieme a The fan (vedi che il De Niro “guardone torna?), il film più “serio” e non cazzaro di Tony Scott.

Verità che scottano.

Ronin

De Niro con Frankenheimer, l’esistenza dei saggi è una valigetta “misteriosa”.

Altro che Pulp Fiction e stronzetti.

Va bene “condire” dei dialoghi brillanti…, ma si torna malinconici quando si è troppo avanti.

Ora, facce di stronzoni, seduti!

Altrimenti, vi legherò al sedile anteriore senza CI(ntur)A di sicur(ezz)a. Questa è castità!

Vi ho scoperto! Tutti in avanscoperta sotto le coperte!

Insomma, scopare!

Cioè a terra.

Mani in alto in caso d’emergenza. Potreste “venire” subito. E rimanerci “secchi”.

Vaffanculo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Spie come noi (1985)
  2. Bella ciao (2002)
  3. La regola del sospetto (2003)
  4.  La Talpa (2011)
  5. JFK – Un caso ancora aperto (1991)
  6. J. Edgar (2011)
  7. Segreti e bugie (1996)

“Nemico pubblico”, recensione


13 Nov

Ultimo “Manhattan” fra i “gangster” dei propri demoni

Il Cinema energico, poderoso, folgorante di Michael Mann, stavolta s’inerpica nell’imbrunito volto dei tramonti che si cosparsero di vital linfa trasgressiva.
Intonata a battiti di ciglia, nerissimi, come gli occhi dall’abisso “candido” di Johnny Depp, arrochiti nei tagli cristallini, turbinanti, “digitali” di spari e spasmo laconico, spalmati di limpida acquiescenza “assorbita” nelle vene drogate delle lisergiche calme apparenti, a detonar scattanti su, sopra, dentro sventranti, meticolose, furiose, “lancinanti”, infiammate rapine a rapirsi proprio l’anima per saccheggiarne il valore o, forse, elevarlo a trono di ribalda sfacciataggine “scont(r)ate” nelle regole assurte a insostenibile modello di “stile”. La vita dei (propri) processi alla morte d’esorcizzare nella perenne fuga assurda, appunto, che risorge a ogni smaltato fucile della chimera polverosa, abba(gl)iata di schizzi esangui, affranti ma mordaci con gaglioffe spavalderie frantumate, ecco, nella putredine che annebbiò gli squarci visionari della lirica mistica all’increspato ora romanticismo ferito nel ventre d’una levigatezza a destarlo poi nell’abisso del vortice della Luna più melliflua e “incatenata” all’incanto perduto.

Dream perito, strada piovigginosa di vetri affumicati, d’una battagliera rivalsa a istituzioni che legifereranno, ferocissime, a imbrigliar caudine la morigerata “castità” del te già divelto, svelto però a sfoderar il “grilletto”, come un gringo del solitario, assolatissimo West, era remota, scomparsa nella tua riapparizione da fantasma più vivo delle ombre che perseguitano la tua, “assediano” e bloccan lo sterno del tuo deviar dello sterzante, feral sferrar attacchi al brado, disumano lor morirsi dentro nei boschi sempre più foschi d’una menzognera “dolcezza”, apnea galleggiante delle temperature “equilibrate”, stagn(ol)e. A cucir claustrofobiche, e di fobia a impaurire, a iniettare la leguleia osservanza del loro, sì, cupo eclissarsi e tetro, stridulo occultarsi cadaverici dietro (s)coperte, “rinomate” nomee.
“Egide” di stelle di latta graffianti da sceriffi monolitici come J. Edgar.
Un Edgar che sbircia i suoi passi “robotici” per avvolgere l’America nell’illusione solo automatica delle calibro. Sì, “calibrata” nel t(u)ono soffuso, plumbeo e dentro burocratiche archiviazioni per un catalogo di plastica dalla compostezza tanto “filigrana” ad attenuar l’anima da incenerirla nella “pulizia formale” d’una asettica” virtù “bibliotecaria” del proprio volto legnoso. La setta dei corpi segreti…
Un Edgar manichino, scarnito negli zigomi obnubilati, “nubili”, tanto nobili anche da spezzarsi nel “cuoio” inespressivo d’una sagoma “virginale” del Billy Crudup obliato nel bianco più “cerone” e ceruleo, che (non) c’è. Come un ruolo “secondario” di demiurgica, ieratica, orripilante presenza inamovibile.

Michael Mann azzarda nel noir camuffato da “poliziesco”, un urlo raschiato d’una Storia nota quanto “banale” e senza “guizzi”.

La “vera” avventura di Dillinger, già un inganno. Perché Johnny Depp, anche se all’anagrafe più vecchio del “reale” Dillinger, appare etereo d’immarcescibile giovinezza senza Tempo, una proiezione svecchiata dunque, rinvigorita nell’efebica diafanità angelica di Depp stesso e altro(ve), smacchiata dal John “biografico” dei documenti ingialliti.
Ove le poche foto dell’FBI ce lo “dipingono” canaglia e sporco, Mann “immedesima” Depp nella sua iconica statura decadente da eroe bellissimo.
Come l’adorante primo piano iniziale, martellante di colonna sonora da “biglietto da visita” del suo innato carisma.

Come tutti i capolavori, e soprattutto come in Michael Mann, la trama è “stupida”. Buoni osservatori della “legge”, senza sfumature psicologiche, contro i “malvagi” banditi “mascherati”.
Gatti coi topi e viceversa. Fra evasioni a cui basta “schioccar le dita” per organizzare la propria liberazione, dall’angoscia ancora di sé, d’un viaggio già schiantato e cosciente della sua “intrepida”, tenera vigliaccheria.
Duelli metropolitani da spadaccini con le pistole, appunto un western “in costume”. Anni ’30 sbiaditi, o ancor più lucenti delle praterie, rasoi e creme da barba più affilate e dissanguanti delle lame dei coltelli, macchine lussuose e firmati “occhiolini” più coraggiosi delle cavalcanti città coi saloon, aperitivi morbidi e “harmony”  più “scostumati” e smargiassi delle birre stronze nelle tavole calde.

Un Christian Bale titanico, senza sonno, missionario della “giustizia”, freddezza implacabile, un Depp asmatico e malinconico che sa quando e dove morirà, aspetta la sua fine proprio nello “schermo” del suo “melodramma” (in)glorioso.
A issare, brindare nel suo Cuore le gioie, i rimpianti, i rancori, la rabbia, l’amore e la Bellezza.
Una Cotillard sfuggente, peccaminosa anche solo quando terge d’acqua erotica pruriginosa, in vasca da bagno, col suo piede “scosciato” e stuzzicantisismo, il feticismo nervoso d’un leone combattivo ma fratturato, arso fra il vivere o morire da re(o) delle errabonde, “erronee”, sbavate, “brave” e “bevute” notti.

(Stefano Falotico)

 

Omaggio a Leo DiCaprio


20 Apr

 

Omaggio al grande Leonardo DiCaprio.

Heat of the Night, anzi leone… forse Lionheart…

Un Uomo bellissimo, naturalmente dopo di me…

 

(Stefano Falotico)
 

Genius-Pop

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