Sì, ancora parliamo di mister ignoranza par excellence, il ratto, no, ritratto per antonomasia del pensiero fariseo più retrogrado da vecchiardo in(s)etto, orgoglioso e svergognato portavoce di una bieca arretratezza pseudo-culturale più gigantesca della sua panza senza sostanza e materia grigia poco correttamente funzionante. Il classico, cosiddetto, ignorante funzionale. Un ignobile mentecatto saccente ma non sapiente, un devastante trombone pazzesco che si crede(va) perfino intelligente. E, quanto prima, va educato in modo intransigente. Un uomo che la dovrebbe finire con le mascher(at)e ma, ahinoi, con un piede nella fossa, puntualmente invece si dà, irredento e irredimibile, a inenarrabili e patetiche, carnevalesche sconcezze verbali da nano sesquipedale che esemplifica il più schifoso e lebbroso concetto di vivente schifezza deambulante, suscitando ilarità immane e irrefrenabile. In poche parole, un poveretto-poveraccio oramai totalmente finito e (mal)andato. Mentre il Falò, vivaddio sua nemesi vivace e vitale, è sempre più re(g)ale e incontrastato. Gradirei il suo contradditorio per sfigurarlo di più, ohibò, ah ah.