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Cosa ne sarà del Cinema?


05 Apr
SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures' and Village Roadshow Pictures' drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne. PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures’ and Village Roadshow Pictures’ drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne.
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

 

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

Non lo so ma mi par inutile indagare sul futuro dato che siamo, pressoché dappertutto, salvo poche eccezioni, in zona rossa.

Augurandoci che i cinema riaprano, al momento devo però esservi sincero. Non è la mia massima preoccupazione la riapertura delle sale.

Sì, ho altre preoccupazioni che mi allertano maggiormente, molto di più rispetto alle fake news che impazzano per terrorizzarci oltremodo. Premure mie prioritarie e imprescindibili, assolutamente da non dimenticare.

Se ripenso al mio ultimo anno di vita, penso questo. Anzi, già lo pensai. Credo altresì che, con le dovute precauzioni, no, correzioni, il seguente testo entrerà a far pare del mio libro prossimo, ovvero Bologna HARD BOILED & L’amore ai tempi del Covid, seguito del mio libro Bologna insanguinata.

Se quest’ultimo verté su una disamina amarcordiana della mia adolescenza da me sanamente rinnegata poiché non volli infettarmi non della malattia derivante dalla pandemia attuale, bensì della vicinanza ammorbante coi miei coetanei immaturi e ignoranti, Bologna HARD BOILED sarà un libro tristissimo, cioè bellissimo.

Sì, reputo la “tristizia” qualcosa di stupendo. Tutto ciò che è baldoria, mondanità, feste e donne di qua e di là, mi annoia. Preferisco la mestizia della mia metafisica ancestrale e sfiziarmi (neologismo verbale e me ne vanto), oserei dire letiziarmi, in maniera armonica, col mio animo innatamente dannato.

Comunque sia, è trascorsa un’altra annata. E ciò vergai nelle scorse ore. Ripeto, il pezzo a seguire sarà inglobato nel libro succitato…

FINE DEL Cap. 16:

Comunque, mentre scrissi queste ultime righe, dal primo e dal 3 Aprile siamo arrivati alla vigilia di Pasquetta di tale anno tremendo datato 2021, cioè manca circa un’ora alla mezzanotte del Cinque maggio manzoniano, no, del 5 Aprile odierno.

Il 5 Maggio è il compleanno della mia lei, peraltro…

La mia vita è stata, fin a questo momento, una Divina Commedia. Sono l’incarnazione, in effetti, della celeberrima battuta pronunciata da Arthur Fleck nel film Joker con Joaquin Phoenix.

Invece, ah, strana coincidenza imprevista, Dante Alighieri compose il Primo Canto del suo Inferno fra la notte di giovedì 7 Aprile del 1300 e l’immediato, susseguente Venerdì Santo dello stesso anno. Cioè due giorni prima di Pasqua che si rifesteggia oggi, cioè esattamente nell’anno del settecentenario della morte del Poeta Sommo.

Alighieri infatti morì nel 1321 e siamo o non siamo nel 2021 dato che, per colpa del Covid-19, pare che invece siamo precipitati in una dimensione onirica o solo ridicola, una dimensione lisergica e drammatica sganciata dal tempo, cioè sembra che siamo giunti all’immaginaria Frittole del quasi 1500 del film Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni?

Quest’ultimo, inoltre, amante non plus ultra di Dante stesso Il cui figlio, nella finzione del suo film La vita è bella, si chiamò nientepopodimeno che Dante? Ricordo male? Necessito di errata corrige?

Sì, effettivamente ricordo malissimo, merito il Purgatorio, ah ah. Suo figlio, interpretato da Giorgio Cantarini nel film succitato e oscarizzato, si chiamò invero Giosuè Carducci. No, Giosuè Orefice.

Benigni fu Johnny Stecchino nel film omonimo in cui interpretò il sosia di Stecchino stesso, di nome Dante…

Ah, ricordo invero benissimo. Soprattutto quanto a me accadde in quest’ultimo mio anno e mezzo da girone infernale di ascendenza dantesca.

Un anno di transizione, un anno a suo modo davvero paradisiaco.

Anzi, del tutto idilliaco. O forse demoniaco…

Ma ora voglio andare a letto e festeggiare, nei miei sogni più allegri, non l’ascensione e la resurrezione di Cristo, bensì la mia discesa illuminante fra le mie memorie contorte, avvenuta in questi giorni tetri eppur profetici in cui pare che, dalle cripte delle nostre vite incarnatesi in una catacomba vivente, non vi sia via di fuga alcuna.

La luce ancora non vediamo chiaramente. Sono solo sprazzi di speranza, solo utopie da disperati.

Eppur io credo… nel ministro della Salute che di cognome fa per l’appunto Speranza ma a me pare solo uomo di poca sostanza.

Credo invece fermamente che nella mia vita passai molti traumi e penso di adorare a dismisura Mystic River. Al che chiunque s’aspetterebbe che il mio film preferito del mio regista, fra l’altro prediletto, sia quello appena nominato e a molte nominations candidato. Molto bello, certo, ma lo trovo imperfetto e retorico. Sì, ho detto retorico. Il capolavoro imbattibile di Eastwood è Gran Torino. Perché è quello, in tutta sincerità, più personale.  Walt Kowalski, l’unico boomer che ha le palle, dinanzi a un’ingiustizia immonda, di stupire tutti. Non ha più niente da perdere.

Mystic River è bello ma troppo studiato per piacere.

Comunque, tanto di cappello a Clint per la direzione degli attori, soprattutto per il casting impeccabile.

Tim Robbins, premiato con l’Oscar come miglior attore non protagonista, nella parte dell’uomo divenuto Lupo solitario, prima regia di Sean Penn nel suo titolo italiano. Che coincidenza assurda!

Robbins, regista di Dead Man Walking ove Sean Penn interpretò la parte di uno stupratore.

In Mystic River, il personaggio della figlia di Jimmy Marcum, eh sì, venne violentata alla pari del character interpretato non da Robbins, bensì dallo stesso suo personaggio incarnato da un bambino nel cuore scarnificato… Questo bambino infatti non fu ucciso fisicamente, nell’anima invece sì.

Mentre la ragazza che interpretò Katie Markum, ovvero la ninfetta oggi donna di nome Emmy Rossum, ammiccò a Penn non poco velatamente. Sean Penn è l’esemplificazione dell’uomo che fa veramente schifo da quanto è falso.

Un tempo, credetti che fosse un grande attore. Mi sono ricreduto.

Penso che sia una merda sia come attore che come uomo. Piace molto alle donne. Avevate dei dubbi? Vi fu un tempo in cui non ebbi alcun dubbio invece riguardo chi fosse il più grande attore di Cinema del mondo, cioè Robert De Niro. Un tempo in cui pensai, per l’appunto, che Sean Penn fosse molto più bravo di Gary Oldman, suo collega in Stato di grazia. Penso che Gary Oldman sia uguale a me. Essendo io amante di me stesso, fate voi… Sì, mi spiace risultare antipatico.

di Stefano Falotico

JOKER, ma che volete teorizzare?


10 Oct

Adesso abbiamo pure l’opinione del video-recensore Roberto Leoni.

Venerabile uomo venerando che ci rivela addirittura che Joker altri non è/sarebbe che Ruggero Leoncavallo.

E se fosse invece Ruggero Deodato, il regista di Cannibal Holocaust?

In verità, a ben pensarci, potrebbe pure essere Enrico Ruggeri, cantante-presentatore dalla voce cavernosa come quella di Phoenix, vincitore del Festival di Sanremo con Mistero. Poiché ove v’è mistero la vita acquisisce fascino notturno.

Ma per piacere!

Per anni gente imbecille pensò che io fossi una creatura della notte poiché amo Warriors di Walter Hill e After Hours di Scorsese. Ma robe da matti.

Se è per questo, amo anche tutte le lucciole belle di giorno. Ovvero le pornoattrici statunitensi più sulla bocca di tutti, tranne sulla mia. Ah ah.

Sì, sono un conoscitore non plus ultra delle maggiori attrici a luci rosse. La mia passione per loro iniziò verso il 2003. Divenni subito ammiratore delle sorelle Ashley e Angel Long. Bionde dalle gambe lunghe.

Un mio compagno delle scuole medie si chiamava Angelo Longo. Ora, forse Angelo, no, ma era precoce. Aveva già la vista lunga.

Adesso, la mia bitch preferita è Karla Kush.

Sì, ho cinquemila dvd dei film di Sokurov, Takeshi Kitano e Lav Diaz ma sono anche Jim Carrey di The Mask. Uno che, davanti alle gambe di Cameron Diaz, fa le prove generali per L’Enigmista.

Dinanzi invece al seno di Krista Allen di Bugiardo bugiardo… non tanto. E divento Yes Man.

Qualche mese fa, però, successe un avvenimento assai allarmante. La situazione non fu da invertito ma sessualmente s’invertì.

Con l’ex figlia d’una mia condomina, la quale andò a vivere da anni col suo compagno lontano dal mio pazzo, no palazzo ove, per l’appunto, abita ancora sua madre, presi l’ascensore.

– Come va, Stefano?

– Solita vita di merda.

– E come mai?

– Sono perennemente al verde.

– Non ci sono problemi. Spingo subito ALT. Sarai anche povero e in bolletta rossa ma puoi avere tutto dalla vita. Partiamo con me. Avanti. Possiedimi!

Le urlai: – Non facciamo porcate! Qualcuno chiami l’ambulanza.

 

Ecco, questa mia ex condomina è una figona incredibile. Secondo voi io non sono pazzo?

Secondo lei, sono bono e basta. Va matta per me.

Non capisco allora perché mi voglia dare quella ma, essendo lei ben sistemata sotto ogni punto di vista, non voglia darmi da lavorare.

Questa si chiama disparità sociale. Sfruttamento! E io non mi prostituisco a un cazzo di niente. Ah ah.

JOKER è stato paragonato a Taxi Driver e Re per una notte. A Cape Fear, no? Di mio, sono Dante Alighieri reincarnato, sebbene in viso scarno

Sì, il mondo è un tragico Inferno. Soltanto le timorate di dio e chi, come cantava Vasco Rossi, spera ingenuamente che comportandosi rettamente sarà amato, rispettato e stimato, semmai ascendendo pure in Paradiso alla fine della sua dolorosissima Via Crucis, è un povero idiota.

Un illuso. Un tonto.

Il mondo è sempre stato una fiera delle atrocità. Un posto abitato da persone adatte, tutt’al più, alla teoria di Charles Darwin secondo cui resiste chi è più forte, tramandando i propri geni alle generazioni a venire.

Sì, peccato che più forti spesso significhi solamente più stronzi e ignoranti. Quindi, saranno ereditati i geni di gente non tanto geniale, bensì più animale.

Vi faccio un esempio. Questa si chiama inconfutabile verità.

Un vecchio detto recitava così:

conoscete una donna giovane che non andrebbe con quel matusalemme di Gianni Agnelli?

No, non esistette nessuna che, neppure di scarse tette, pur di andare a letto con uno che poteva comprarle una casa col tetto e non la Fiat ma la Ferrari, gli avrebbe detto no. Anche se mal sopportava la sua r moscia. Solo la r era moscia, però, ah ah.

Conoscete invece un ragazzo giovane, semmai pure sfigato come Arthur Fleck, che sarebbe andato con Rita Levi Montalcini?

Eh già.

Il mondo vive di morali create dal potere. E di deboli mortali generati dalla fame di carne. Sì, senza soldi non mangi. Se hai invece tanti soldi, hai sempre più fame anche sessuale.

Vi faccio un altro esempio calzante. Non oserei dire incazzato, bensì adotterei l’espressione più pertinente di sacrosanto, invero strafottente eppur irriverente giustamente.

Bene. Se un ragazzo squattrinato va da una donna e le dice pubblicamente che vorrebbe ingropparsela, si becca una sberla oppure addirittura una denuncia.

E viene apertamente deriso, sbeffeggiato, umiliato a sangue, condannato pure alla pena capitale. Pene!, urla il popolo inferocito. Infoiato nel dissanguarlo.

Nel pietrificarlo nel senso dello scagliargli appuntite, contundenti pietre durissime. Lo stesso popolino che crede di capire Lynch ma io credo che sia demente, no, di mente poco lince, insomma, gente lentissima che io, essendo elevato, (im)moralmente lincio.

Un tempo mio padre ebbe una Lancia Delta. Adesso ha una Musa.

Io guido la Punto ma ho puntualmente un imbronciato muso.

Sì, non me ne va bene una.

È vero. Una vuole uscire con me ma io voglio uscire solo con la mia macchina. Ah ah.

La mia ex condomina volle che usassi il Condom ma io la mandai a fare in culo.

Sì, incrociai anche donne che vollero uscire con uno con una Uno? No, con la Mercedes solo per farsi il viaggio con un burino.

Sì, il viaggio col ras del quartiere. Un po’ come fa Bruce Dern nel finale di Nebraska. Ah ah.

Credo, in totale sincerità, che mio nonno fosse un genio.

Oramai era distrutto in ospedale. Le metastasi del Cancro l’avevano massacrato. Ed era dunque in fin di vita.

Il suo compagno di stanza, poco prima che mio nonno morisse, gli domandò:

– Ma lei che lavoro faceva?

– Fui il più grande commerciante d’olio della Basilicata.

 

Mio nonno aveva solo una piccola campagna con pochi alberi di ulivo ma in fatto di palle, le olive, avrebbe fatto invidia a Popeye. Mia nonna però non era magra come Olivia. Divorava tutti i polli arrosto che mio nonno sgozzava affinché lei glieli cucinasse. Finito che avevano di mangiare assieme, mio nonno tornava a dar il cibo ai maiali mentre mia nonna perdeva tempo, nel cortile, a parlare con le galline. Donne che discutevano da mattina a sera delle brasiliane telenovele pure argentine.

Sì, quando sai che stai morendo, che ti frega se le spari grosse?

Sì, mio nonno morì ma il suo compagno di stanza, se costui è ancora in vita, credette e tuttora crede di aver assistito dal vivo alla morte del più grande commerciante d’olio della Lucania.

Mio nonno era un Joker mai visto.

Ma anche io non scherzo. Più che Joker, sono come Rambo.

I bambagioni credono d’avermi trucidato, seppellendomi vivo. Mi considerano un ratto del serraglio e cantano, come si suol dire, vittoria quando ancora il gatto non ce l’hanno nel sacco.

Poi, esco dal tunnel ancora intonso e più forte di prima. Al che, loro si sparano in testa.

Ecco, mi contatta una tizia alla Carey Mulligan di Drive.

Dice che dei balordi le stanno facendo stalking e hanno preso di mira pure suo marito. Che è mio amico. Definendolo un fallito. Anzi, l’hanno perfino, per filo e per segno, pestato a sangue. Già, per molto tempo pensai di essere Al Pacino de Lo spaventapasseri. Invece sono Gene Hackman. Non quello de La conversazione ma, appunto, di Scarecrow. Mentre tanti ritardati ipocriti assomigliano ad Al Pacino di Heat. Quando finalmente esclama: cosa guardavano? NOICi hanno scoperti.

Piaciuta la (s)mascherata? Con estremo cordoglio, posso asserire in totale schiettezza, in disarmante franchezza, che sono un diverso. Un diverso però più dotato di un uomo cosiddetto normale. Ora, se nella vita incontri un diversamente abile, cioè un demente, hai gioco facile. Essendo scemo, puoi prenderlo per il culo a raffica. Più lui s’arrabbia e si ribella, più peggiora la sua situazione. E rimane a vita in un centro di salute mentale, strillando da mattina a sera.

Disperatamente commovente, anche se patetico.

Se invece incroci me, avviene qualcosa di devastante.

Tornando a Sylvester Stallone. Avete presente quando, ne La vendetta di Carter, Mickey Rourke gli spacca la faccia?  Ecco, Mickey continua a ridere e ballare, sicurissimo d’aver macellato Sly.

Ora, in questo tipo di società, la parola genio deve far rima con soldi e sesso.

Conoscete Nikola Tesla? Eh già. Inventò una lavatrice rivoluzionaria. Quindi, aveva la villa a Beverly Hills? No, non aveva neanche i soldi per comprare la sua stessa invenzione.

Sono calate colate le tenebre e ora Joker fa davvero molta, molta paura. Solo ai pagliacci come voi. E come me.

Siamo tutti clown.

Di mio, vado ora a indossare il pigiama.

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Lettera d’amore a Cristina Quaranta: Deconstructing Steve, pezzo per pazzo da novanta


07 Aug

harry pezzi allen

Prima parte simile al film Harry a pezzi di Woody Allen

Le donne mi piacciono sconfinatamente. Non le resisto, sebbene spesso tentenni e desista dal concupirle.

Sì, sono bombardato di richieste d’appuntamenti. Sono pieno di pretendenti senza precedenti ma, stringi stringi, in poche il mio lo stringono, oserei dire lo stingono. Resto un ripetente.

In quanto, no, non sono estinto, ho ben vivo in me quel sano istinto ma a dir il vero, eh sì, poche mi pigliano. Cosicché non le tingo.

Sì, sia nel senso che, giunto al dunque, molte mi rifiutano dopo avermi mal fiutato, ah, malfidate, altre invece non mi prendono.

Che è la stessa cosa, ah ah. Lasciamo stare i significati metaforici. Con molte passo col rosso semaforo, sì, azzardo troppo e ricevo da codeste delle salate multe.

Sì, dopo mesi di corteggiamenti degni del Leopardi elevato alla massima potenza, ah Giacomo, uno che poco concretamente lo elevò dentro la sua Silvia, spingo eccessivamente. Loro si turbano, rimangono scioccate dalla mia avance inopportuna, giunta dopo un lungo periodo di mio dolcissimo Sturm und Drang romanticissimo, perciò… spiazzate da questo mio esser stato loro troppo diretto e infuocato, non rendono ritto il mio salato ma io non m’arrendo, non arretro poiché alcune donne hanno dei didietro su cui, detta in maniera naturale e spontanea, va spinto… Dinanzi alle loro inculate, anzi, ancor più m’infervoro e insisto.

Sinceramente, dopo tre no netti dettimi da loro, portimi anche sotto i portici, luogo buio ove voi porci attentate alle castità di quelle che più pudiche se le auto-oscurano, perdo ogni mia sicumera ma state scure, no, sicure che tornerò in sella. In quanto sono cavallo pazzo che, appena vede, Cristina Quaranta… parte a razzo, soprattutto a cazzo, la vorrebbe mettere a novanta. E montarla come iddio barbaro comanda.

Sì, conosco le attrici più belle del mondo, non me ne sfugge una. Ma poi mi passa la fissa.

Svolto altrove dopo aver preso botte… solo in testa.

Cristina Quaranta, invece, è il mio chiodo fisso da quando avevo tredici anni.

Cristina, invecchiando, diventa sempre più bona. È una figona esagerata. Tenetemi fermo, mi ci vuole il tranquillante, datemi la borsa del ghiaccio, la febbre sta salendo a quarantadue.

Sì, non oso immaginare se, anziché avere una sola Quaranta, ne avessi due. Due Cristine clonate.

Ecco, già pazzo di lei sono. Se facessi all’amore con due Quaranta, potete scommetterci… già odio quella piccolo-borghese di Emma Marrone, figurarsi dopo quest’amplesso doppio.

Il paradiso (non) esiste, eccome.

Sì, però poi, durante il giudizio universale, immagino la situazione.

Dio chiama a raccolta tutti i peccatori. Dopo aver aspettato 24h, così come avviene davanti alle casse della Coop il sabato pomeriggio, mi presenta il coito, no, il conto:

– Signor Falotico. Paga col Bancomat o all’inferno? Ce l’ha i soldi per la cauzione? Sa, io sono intransigente su certe cosce, no, cose.

Un uomo cristiano non può fare l’amore con due donne allo stesso tempo. Figurarsi se può farlo con due uguali. Dico, come osò di tanto osé? Ah, cazzo, dire che mi ero raccomandato con Mosè.

.- Mi perdoni, padreterno, perché ho peccato.

– Io non perdono proprio un cazzo di niente. Angeli secondini, cherubini, prendete questo Jovanotti, no, tale giovanotto e ficcatelo tra le fiamme perpetue.

Ora, per piacere, chiamate mio figlio, ovvero Gesù mio.

Eccoti qua, Cristo santissimo. Carissimo, ti ricordi quando moltiplicasti il pane e il pesce?

Bravo, ti ordino di crearmi dieci Cristina Quaranta. Finito che avrò questo Giudizio Universale, devo poi un po’ rilassarmi.

Ce la fai?

– Certo, padre. Posso farne anche Quaranta.

– Quaranta Cristine? No, Cristo, solo dieci. Dieci Cristine e prendi pure quell’altro essere uguale al Falotico. Sì, Keith Gordon di Christine – La macchina infernale.

Sì, è identico a quel cazzone del Falotico, questo qui.

Keith montò Alexandra Paul e pure la sua testa. Questo Falotico, da quando scopò una figona, perse ogni rotella.

Forza, dio Giuda di un Cristo! Prendi Keith e sbattilo assieme a Falotico.

– Così sia scritto.

– No, sia fatto.

Parte seconda: con Cristina partirei in quinta ma preferisco andarci piano come un poeta ermetico che sublima il vuoto pneumatico…

In una silloge di seconda mano. Perciò non in lei sigillato.

Cristina,

vengo io, anzi vergo qui il dolore piacevolissimo che da tempo tu mi provocasti e ancora mi provochi. Sei eternamente provocante.

Si da quando, anni fa,

ti vidi a Non è la rai, non passò una sola sera in cui, pensando a te, non mi cacciai, tirai una sega.

Sì, molta gente, per prendere sonno, conta le pecorelle, io facevo e faccio countdown, aspettando l’orgasmo, sognando con te una pecorina.

A volte, non basta. Devo alzarmi dal letto e mangiare, a causa della fame chimica, un po’ di pecorino.

A parte gli scherzi, ora viene il pezzo da Quaranta, no, da novanta. Appunto, ah ah.

Poesia da rimembrare… negli anali, no, negli annali d’ogni romanticismo e lirismo figli del mio ermetismo e del mio uomo eremitico.

Voglio che ti sia charissimo, Cristina.

Cristina,

il tuo viso, rotondo come quella della Gioconda, al solo posarsi di fronte ai miei neri occhi, arrossisce tutto.

Sei meravigliosa e, appena ti scopo, no, scorgo, sento fibrillare nel mio core e nel mio corpo la mia voce selvaggia che, fregandosene d’ogni moralismo e di queste voci allineate all’ipocrisia dell’omologato coro, no, non chiede perdono nel chiederti questo…

Dammi la tua figa, fammene dono. Infiammamelo di colato oro.

Sì, una poesia breve che va dritto al sodo.

Insomma, un capolavoro.

 

La tragica faccenda di tutta questa mia storia d’amore è questa, però…

Ho scritto a Cristina su Instagram:

– Ciao, Cri. Sono un tuo fan da anni. So che però non t’incontrerò mai dal vivo, nemmeno per un drink.

 

Al che, lei:

– Scusa, chi sei?

– Puoi vedere il mio profilo. Ti basta cliccare sul mio nome, ti rimanda alle mie foto.

 

Passano trenta secondi, alquanto imbarazzanti. Suspense incredibile, altro che i film di Dario Argento.

– Scusa, perché hai detto che non c’incontreremo mai dal vivo? Sei per caso sulla sedia a rotelle?

– No, perché?

– Guarda. Tu sei di Bologna, no?

– Sì, esatto.

– Col treno, in tre ore sei a Roma. Vienimi a trovare. Stasera, no, sono occupata. Ho da fare. Il 13 Settembre però ci sono. Ce la fai ad aspettare?

 

Ecco, dopo una cosa così, posso davvero considerare la mia vita una tragedia vivente senza precedenti.

Ora, nel ‘93, anno più anno meno, fu la prima volta che vidi in tv Cristina.

Io sono dell’anno 1979, lei del ‘72.

Quindi, io nel 1973 avevo quattordici anni non ancora compiuti. Cristina ne aveva ventuno.

Eh no. Non poteva venire con me.

Diciamo che ora le cose sono un po’ cambiate. Io ne ho 39, quaranta fra un mese.

Sì, il 13 Settembre è il giorno del mio compleanno.

Cristina ha adesso, vale a dire fra pochissimi giorni, visto che è nata il 19 Agosto, 47 anni.

Una di 47 anni farebbe carte false per fare sesso con uno di quaranta. Cioè il sottoscritto. Che ne dimostra venticinque.

Che culo.

 

di Stefano Falotico

cristina quaranta

TOM CRUISE in COLLATERAL è dio: perché è stato diretto da Michael Mann? No, finitela con la storia che pure voi sapreste essere degli dei se foste stati diretti da un cineasta divino


03 Aug

collateral cruise

Visto che uomo dotto e forbito che sono? SE FOSTE STATI DIRETTI.

Io ieri, con una ragazza bellissima, fui diretto. Lei stette per mandarmi a fanculo per direttissima ma io scelsi di perdere il treno con una littorina.

Sì, il diretto è troppo veloce, meglio un montante. Calibrato lentamente, ficcante, sprofondante, eiaculante in modo fornicante e piccante ma senza troppa fretta eccitante. Ah ah.

Ah, raccontate un sacco di stronzate. Sì, vi prenderei a pugni, mie pugnette.

Millantate talenti da dietro una tastiera. Anche io dietro una tastiera sono Shakespeare. Sì, lo sono davvero. Anzi, la mia prosa è perfino più tragica. Ah ah. Assomiglia anche a quella dell’Alighieri, uomo che sprofondò nelle tenebre e, nella sua solitudine arcaica, reinventò la Lingua italiana in maniera aulica. Anche se, essendo più solo di Dostoevskij, dai suoi demoni interiori partorì un Inferno.

Ah, Dante in cuor suo sognò sempre di ascendere paradisiaco in quella di Beatrice ma la Bice non amò mai carnalmente quest’Alighieri, uno che, nel suo delirio d’onnipotenza da superuomo, anticipò anche molte teorie di Nietzsche.

Dante si morse le mani e si spaccò pure un dente ma perseverò pervicacemente e indefessamente nel suo Purgatorio, malgrado Beatrice l’avesse spurgato e, sinceramente, l’avesse sporcata con qualcun altro più ardente e bollente come le fiamme più scaldanti che si trovano nel magma lavico delle vostre vite oramai, diciamocelo, bruciate.

Di mio, infatti, allestisco drammi letterari di matrice scespiriana, ispirandomi ai migliori film di Kenneth Branagh. Ne respiro le rarefatte atmosfere, le introietto nei miei canali percettivi, le deglutisco, le assaggio e snocciolo fra le labbra della mia sensibilità femminile tendente a scoparle da maschilista pompante, quindi virulentemente e potente le vergo come un nero su una bianca. Poi, lascio che le emozioni, in me inoculate come in Videodrome, diventino carne poetica della mia anima incendiaria, lasciva, impudica da marchese de Sade.

Sì, su Facebook, colto dall’entusiasmo nei confronti di Tom Cruise dopo aver rivisto la sua magnetica performance in Collateral, ho scritto che non dovete mai più offendere Tom.

In molti infatti lo considerano ancora un attore mediocre nonostante il suo carnet prestigioso e inviolabile di grandi film ma anche di superbe sue interpretazioni.

Ecco, prendete certamente Top Gun e il suo Maverick e datelo in pasto a Vittorio Sgarbi. Lui, in tal caso, avrà ragione a insultare Cruise, urlandogli villanamente… capra, capra, capra!

Caro Vittorio, lei fa però il gagà sul mio campo di battaglia, cioè la storia dell’Arte ma, onestamente, di Cinema e di Musica non capisce una minchia. Sì, non sa un cazzo nemmeno di altri argomenti. Neppure dell’altro organo genitale inversamente proporzionale al suo ego smisurato.

Quello delle donne scultoree ove lei, si fidi, non sa affatto il fallo, no, fatto suo. Lei ebbe infatti la facoltà universitaria, oserei dire, di leccare i buchi della Venere di Botticelli realmente incarnata in questa terra nostra sconsacrata, ovvero Casalegno Elenoire. Lei però, dopo pochissimo, lo lasciò, preferendo forse Rocco Casalino. Uomo di cervello piccolino ma, chissà, di qualcos’altro molto più del suo grandino.

In verità, Elenoire va pure con te, zotico scemino.

Sapete cosa disse Vittorio, in sua discolpa, quando Elenoire lo mandò ove sapete?

Vittorio disse che lei lo lasciò perché s’era fatta un tatuaggio. Dunque, un uomo della sua cultura, si sentì quel punto addirittura (dis) onorato dall’essere stato trombato da una tamarra con la pelle impiastricciata.

Ora, che Elenoire sia un’impasticcata, si sa. Lo ammette lei stessa. Che sia impiastricciata, pure. Ma io la impiastriccerei di più…

Sì, partiranno schizzi degni del van Gogh alla sua massima follia pittorica, un Vincent, come Tom Cruise di Collateral, dolcemente piluccante, affrescante eppur ardentemente scaldante come i rossi globuli più accesi della sera più abbrustolente. Volerà estremamente toccante il pen(nello) più pitturante per orgasmi impressionanti degni di nature selvagge dal floreale impressionismo schiumante.

Sì, date a Tom Cruise lo spumante. Può permettersi d’imbiancarle tutte con tanto di carisma da albino brizzolato e classe sfavillante.

In verità vi dico che Elenoire non si fece solo un tatuaggio, si fece altri uomini di più lungo raggio.

Forse pure il mandingo Jamie Foxx.

Da allora, per Vittorio furono solo miraggi.

Ora, arso più di Notre-Dame, pontifica da tuttologo, mettendo bocca su tutto tranne che su quella…

Sì, finitela con la favoletta che anche voi avreste recitato alla grande in Collateral se foste stati diretti da Mann, un grandissimo.

Gli attori presi per strada potevano funzionare nei film neorealistici-pauperistici di Pasolini.

Voi, sinceramente, non funzionate manco col vostro accattone pisellino.

Se vi do in mano una pistola calibro 20, non funziona lo stesso.

Sapete perché Tom Cruise è magnifico in Collateral? Perché Tom Cruise è uno stronzo patentato.

Quando dunque lo vedete alle prime che ride come un bambino di otto anni, non è lui. Sta usando una maschera.

Quando invece diventa cattivissimo, è un genio.

Perché Tom è un mostro… di bravura.

Altamente professionale, sofisticato, un veterano che s’è fatto il culo per arrivare ove è arrivato.

Voi parlate ma non sapete neanche in italiano parlare.

Figurarsi se potete solo sognare di spararle.

Vi racconto questa.

Anni fa, un demente di cognome Calzolari mi disse arrabbiatissimo:

– Stefano, allora non ci siamo capiti! La gente scopa, si diverte, va alle feste. Tu queste cose non le farai mai perché sei matto! Ora ci sei arrivato?

 

Rividi questo tizio al Medusa Cinema di Bologna. All’uscita della proiezione Nemico pubblico di Michael Mann:

– Idiota, ci provi adesso a dirmi quelle cose che mi dicesti anni fa?

– No, scusa.

 

Non successe niente. Lui si avviò verso la sua macchina, ridacchiando eppur malignamente ancora pensando:

– Solito coglione.

 

Al che, avendo io adocchiato la sua smorfia di derisione, aspettai che partisse con la macchina e lo seguii senza che se accorgesse, con decisione.

Arrivò a casa sua, parcheggiò e, quando uscì dalla macchina, a tarda sera, gli apparii io davanti.

Non lo sfiorai neppure.

Mai più si riprese da quella paura…

Infatti, dallo spavento, ha i capelli bianchi ora come Tom di Collateral.

Sì, ebbe di fronte uno che, con la sola occhiata sinistra, l’aveva già macellato.

Come diceva lui… uccellato e inculato.

Sapete, mi piace farvi divertire e fare il Joker.

Se pensate che lo sia davvero, lo sono.

WHY SO SERIOUS?

La faccia da culo è servita.

 

di Stefano Falotico

 

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Se volete essere artisti, attori, registi e scrittori in Italia, vi presento l’orrenda situazione medioevalistica del nostro Inferno dantesco


30 Jun

paradiso perduto de niro

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Ieri sera, con un amico abbiamo discusso della situazione artistica italiana. Prendendo assieme coscienza, per l’ennesima volta, che in Italia chi vuole affermarsi per divenire puramente artista, ecco, non solo non ha la strada spianata, bensì ha davanti a sé un dirupo, un precipizio.

Sì, se un perfetto sconosciuto desidera(sse), in questo nostro Paese di medici e avvocati truffaldini, di stronzi analfabeti e cazzoni, di elevarsi dalla media e prodigarsi al fine di portare avanti le sue idee creative, può anche subito gettarsi giù da uno strapiombo.

Perché, come molti di voi sapranno, non arrivi a pubblicare o a girare perfino soltanto un cortometraggio rilevante, se non sei ammanicato a un viscido, puttanesco sistema editoriale-produttivo e/o promozionale di gente falsa e ruffiana.

Prendiamo, traslando la situazione di merda/e, l’apparentemente rosea fabbrica dei sogni di Hollywood.

Comprendo benissimo le recriminazioni doverose di tutte quelle attrici che, stanche, esasperate, distrutte, avvilite, umiliate da Harvey Weinstein, denunciarono quest’ultimo in massa.

Perché, sostanzialmente, la legge ferrea per sfondare nel firmamento delle stelle è principalmente, soprattutto per le donne belle e avvenenti, quello di farselo sf… e, appunto, accettando compromessi, sessuali e non, assai riprovevoli, disgustosi e ovviamente criminosi.

In quanto, il signor Weinstein concesse onori e lusso, prestigio e Oscar alle sue predilette, alle sue pupille (e papille gustative) alla condizione che, prima di lasciarle, lussuriosamente, accedere alle prime delle migliori passerelle mondiali, donassero le loro p… da put… elle.

Ha sempre funzionato così, inutile girarci attorno.

Quello che però non capisco è perché queste donne abbiano dapprima abdicato alla sua schifosa legge e poi, non ottenendo i riconoscimenti, gli onori e la gloria che s’erano illuse di ottenere, l’abbiano denunciato. Volendolo fottere. Il famoso lasciapassere, no, lasciapassare.

Dovevano denunciarlo prima di essere v(i)olate. Eh già, un manipolo, anzi gruzzoletto, ah ah, d’ipocrite altrettanto lerce a laide.

Com’è che invece io non faccio così? Innanzitutto perché non sono una donna e poi perché non mi svendo. In una parola povera da poveretto, eh sì, ridete pure, non mi prostituisco.

Ben conscio oramai da tempo di essere molto dotato, avrei potuto optare per una vita da Richard Gere di American Gigolo. Sono un caso umano.

Oggi sarei considerato un sex symbol ma soprattutto, coi soldi fornitimi dalle vecchie signori abbienti anche se probabilmente racchie, decrepite, storpie e grasse deficienti, sguazzerei in una piscina, gustando cocktail a mollo…

Eppur giammai mollerò!

Vi è gente che, grazie agli introiti riscossi dai loro video inseriti su YouTube, è diventata ricca e famosa.

Persone geni(t)ali! Al loro canale sono affiliati e iscritti milioni di persone bestiali.

Questi youtubers sono più bravi di noi? Sono davvero talentuosi, sono semplicemente più cazzuti?

Hanno avuto più culo, come si suol dire, hanno investito un patrimonio, ereditato dai genitori nababbi, per comprarsi gli inserti pubblicitari di Facebook o, invece, oggi va di moda il trash? Campo nel quale sono maestri? Eh sì, un tempo, anche solo per fare il maestro delle elementari, dovevi diplomarti alle scuole magistrali. Questi ammaestrano tutti, hanno più visualizzazioni della BBC ma, in fatto, di ABC, non è che li veda benissimo. Diciamo. Ci vuole la babysitter per farli stare zitti.

Cosicché, se uno realizza un video in cui fa una scoreggia, diviene il nuovo Laurence Olivier con tanto di applauso scrosciante d’un pubblico di spettatori da bonjour finesse davvero spiccata, oserei dire da premio Nobel. Pulitzer! Pulizia!

Macché, youtubers di successo bravissimi ce ne sono.

Ma i più sono dei cretini, degli svenduti oppure delle puttane che, per ascendere all’olimpo della graduatoria, si son dati nudamente porcelleschi alle imitazioni più becere e patetiche di Alvaro Vitali, venendo a loro volta inondati da una progenie degenerata di assoluti debosciati?

No, non è affatto vero. Stai, sto scherzando?

Sono uomini e donne che, nella vita, mai mollarono.

Infatti, ne mollano talmente tante che oggigiorno sono scambiati per Che Guevara del meteorismo.

Non sono mica meteore qualsiasi. Grazie alle loro aerofagie volano altissimi come mongolfiere. E svolazzano per decenni interi nel blu dipinto di blu.

Invece, chi parla nei video in maniera competente, seria e oserei dire altolocata di Cinema e Letteratura, a meno che non lecchi il culo a qualche promoterinfluencer di grosso calibro, uno a “cazzo duro” insomma, viene preso per mongolo in questa società di palloni gonfiati.

Ecco, il mio editor aveva ragione e ha ancora ragione su tutta la linea, sull’intera collana… Mi disse di continuare nel selfpublishing, tanto la Mondadori pubblica solo chi spedisce regali e doni al figlio di Berlusconi, la Newton Compton pubblica i classici e non caga gli autori postmoderni mentre le case editrici, piccole o grandi che siano, non a pagamento, cioè quelle che non richiedono il contributo editoriale, esistono ma se sei una donna devi scoparti l’editore, se invece sei un uomo devi essere già un giornalista affermato che è sposato con un’ex attrice italoamericana, un tipo alla Annabella Sciorra per intenderci, che dopo averlo preso in quel posto da Weinstein s’è riciclata in campo editoriale, mettendo su una casa editrice di romance (ig)nobili da Cinquanta sfumature di grigio.

Se invece sei un intraprendente, coraggioso regista alle prime armi, al massimo possono darti 300 Euro per filmare, come se fosse il super 8 della prima comunione, uno spot della Pubblicità Progresso con le solite banalità superficiali sulla povertà, l’anoressia e la bulimia, la depressione e la situazione sociale… è questa. Sì, ieri notte ho contattato una, una che davvero è una correttrice di bozze importante/i, soprattutto dei suoi educazionali refusi nel galateo del cazzo:

– Ciao Benedetta. Sei ancora sveglia a quest’ora? Disturbo?

– No, se mi hai visto online, significa che non dormo, ovviamente. Non ho sonno, stanotte. Quindi, dimmi pure.

– Ecco, domattina posso inviare alla mail della tua casa editrice, della quale tu mi hai parlato in termini lusinghieri ed entusiastici, avendomela tu descritta come una rivoluzionaria casa editrice all’avanguardia che privilegia le grandi speranze giovanili, un mio manoscritto inedito?

– Sì, certo. Buonanotte.

 

Incredibile.

Siamo sicuri che questa Benedetta sia una davvero benedetta dal talento di scoprire talenti? Non è che sia, detta come va detta, un’entraîneuse che fa entrare… nel suo circolo cul-turale solo chi le si dà con prosa poetica poco intellettuale, invero animale?

Ben detto.

E che dio vi benedica.

Sono il nuovo Dante Alighieri e voi, no, non brucerete all’Inferno. No, non sono così cattivo.

Diciamo che però il Canto Diciottesimo della Divina Commedia potrebbe essere la vostra casa dei piaceri…

O no?

Già, ma per piacere!

Ricordate: Beatrice era in verità una meretrice.

Oh, signore benedetto!

 

di Stefano Falotico

Mickey Rourke è un grande, Western Stars di Springsteen è un album splendido splendente come la Rettore e Vincent Cassel non è solo l’ex marito di Monica Bellucci


14 Jun

wrestler rourke cassel black tide

Finalmente è arrivato il 14 Giugno e ho comprato il cd del Boss, Western Stars.

Sì, io ho visto Bruce Springsteen dal video. No, dal vivo, molti anni fa. Quando allo stadio di Firenze, ove gioca appunto la Fiorentina, il Franchi, in una serena serata fresca del 2003, la gente cominciò lentamente ad assieparsi sul prato, riempiendo anche le tribune. Vi sarò franco. Prima dell’esibizione del Boss, molti non mangiarono delle succulente fiorentine ma, essendo venuti anche da Napoli, addentarono pizze più capricciose delle loro fidanzate di nome Margherita.

Calò lievemente il tramonto e pareva di essere a Piazza San Pietro. Prima del concerto, v’era appunto un magico silenzio religioso.

Quindi vertiginosamente il cielo, da imbrunito e rossastro, malinconico ch’era, s’oscurò nel buio sopraggiunto, frastagliato da nuvole turbolente. D’improvviso le luci del palco s’accesero di brutto, bellissimamente.

Ma non era un concerto dei Metallica, dei Guns N’ Roses o di Marilyn Manson. Uno che non si sa ancora che cazzo voglia dalla vita. È passato dal maledettismo appunto di Charles Manson ad Asia Argento, ha scopato Rose McGowan ma non sapeva che, nel frattempo, lei veniva trombata da Harvey Weinstein.

Sì, lui ammazzava i gatti “in diretta” e Rose elargiva la sua gattina al volpone nella segreta cameretta. Per poi denunciarlo parimenti ad Asia in un gioco scabroso d’ipocrisie da Ingannevole è il cuore più di ogni coscia.

Ho scritto coscia, non cosa. E la figlia del compianto Giuliano Gemma, il mitico Montgomery Wood di un Dollaro bucato, è davvero una femminile Vera Gemma secondo me ancora bucata e bona, comunque bucabile. Sì, è un po’ rifatta ma, bando alle ciance e alle balle, io me la farei. Qui parliamo di una donna dal fondoschiena profondamente amabile, liscio, sodo, pneumaticamente gonfiabile…

Mica una Scarlet Diva qualsiasi. Eh.

Non è una volgarità. D’altronde Anche gli angeli mangiano fagioli.

Le vere porcate sono altre. Come romanzare la vita di J.T. Leroy in un film per Melissa P. Al fine di guadagnare i soldi per poi tirarsela da intellettuale come Luca Guadagnino. Luca fu furbo, diede al popolo la puttanata per poi avere il potere di valorizzare, nel remake di Suspiria, la bella Dakota Johnson.

La protagonista della sega, no, saga più mercantilistica di sempre, quella delle sfumature di grigio…

Asia, ce la possiamo dire la verità? Questo tuo film è peggiore della Sindrome di Stendhal.

Secondo me, tuo padre, il leggendario Dario, ha cominciato a rimbambirsi da quando tu sei nata. Degenerando del tutto quando tu le confidasti delle tue nottate selvagge con Morgan.

Ma chi è questo Morgan? Per anni si è spacciato come il David Bowie de no’ a(l)tri ma poi è stato pure con Lucarelli Selvaggia.

Insomma, Selvaggia ha onestamente un paio di bocce che non si possono bocciare ma è l’incarnazione, appunto, di Joan Bennett del Suspiria originale di Dario.

Sì, di notte pratica fatture stregonesche in un collegio di marchettari e casi umani, relegati in una magione di Friburgo ove sono obbligati a leggere i suoi libri di merda.

Sì, se un suo allievo non impara a memoria ogni passo di danza della sua prosa sboccata, da autrice col calamaio strafottente che attacca ogni Calimero da costei ritenuto deficiente, lei gli appare in modo subliminale come la viscida Marta di Profondo rosso, sì, Clara Calamai.

Questa vuole sempre ascendere e aprire bocca. Facciamo subito una cosa. Tagliamo la testa alla t… a, al toro. Parimenti a David Hemmings, la decolliamo in ascensore con la sua collana… della Rizzoli.

Ma torniamo al Boss. Non perdiamoci in stronz(at)e e troniste. Sì, a quest’ultima parola potremmo togliere la parte di mezzo e il significato del valore, per modo di dire, di Selvaggia rimarrebbe immutato.

Come sostiene la matematica legge basica dell’algebra, cambiando gli ordini delle fatture, no, dei fattori, la somma delle sue minchiate non cambia.

Insomma, se 3 più 4 fa sette, 4 più 3 fa sempre sette ma lei, svendendosi, in quattro e quattr’otto esponenzialmente sale in classifica grazie alla sua f… ga nel letto di qualche editore corrotto che la mette a novanta.

È un’equazione lapalissiana. O no?

Avete letto la recensione di Western Stars su Rockol?

Sì, Bruce Springsteen, che vi piaccia o no, e se non vi piace ve lo faccio piacere a colpi di mazzate, ah ah, rimane il più grande cantante del mondo.

A proposito, che ci faceva Asia Argento in Last Daysbiopic sui generis di Gus Van Sant su Kurt Cobain?

Questo è un mistero di Fatima da Terza madre…

Come diceva l’imbattibile Antonio Di Pietro, detto Tonino: ma che c’azzecca?

Sì, cosa ne può sapere Asia del Trauma di Kurt, della sua vita da Inferno?

Asia, per caso, faceva colazione coi cavoli a merenda di Kurt?

Basta! Quest’Asia è una falsa come Marilyn Manson, appunto.

Che presto vedremo in The New Pope. Ho detto tutto…

Springsteen, autore della magnifica colonna sonora di The Wrestler.

Avete mai visto l’intervista di Fabio Fazio a Mickey Rourke a Che tempo che fa di circa dieci anni fa?

Sicuramente un’intervista studiata per emozionare e commuovere lo spettatore, un po’ retorica, ma Mickey mi è comunque parso sincero in più di una risposta. Da mettere i brividi.

Dopo The Wrestler, invero, non ne ha azzeccata, come sempre, quasi più una. A parte il suo ruolo folle in Iron Man 2 e il suo Re Iperione in Immortals.

Ma ciò fa parte del personaggio. Uno amico di Springsteen, amico di Liliana Cavani e uno dei migliori amici di Michael Cimino.

Ma è un grande. Indiscutibile!

Così come è un grande Vincent Cassel. L’ho visto ieri sera in Black Tide. Film che presto recensirò.

Che attore, ragazzi!

Voi invece, invidiosi a morte, quando stava con Monica Bellucci, faceste perfino fatica a cagarlo.

Ora che se n’è separato, gli date pure dell’impotente.

Se dunque viviamo in una società di hater come ne L’odio è perché spesso stimate gli idioti e le sceme e, se invece c’è qualcuno che merita di stare dove sta, lo schifate e gliene dite peste e corna.

Non va bene, sapete?

Sì, siete fatti così. Io non sono invece invidioso e geloso di nessuno.

Di mio, se un amico mi dice che s’è scopato Monica Bellucci, non gli stringo la mano perché non è vero e se l’è appena tirata. Invero, se la sta ancora tirando.

Poi devo sciacquarmi le mani pulite…

Come già scrissi, farò la fine di Elvis Presley.

E questo è quanto.

Sculettando, ballo.

 

di Stefano Falotico

profondo rosso calamai suspiria

 

Il discorso del re: la coerenza e la forza di alcuni grandi registi e pensatori come Dante Alighieri, Pasolini ed Eastwood m’impressiona, io onestamente sono privo della loro allegorica moral guidance


25 May

discorsore firth

Sì, questa mia considerazione parte da un piccolo scambio di battute stimolanti avute su YouTube, nello spazio commenti, fra me e un altro utente di questa piattaforma famosissima, oramai imprescindibile, facente parte del cronenberghiano, oserei dire, codice genetico delle nostre eXistenZ scisse fra la vita normale di tutti i giorni (che poi normale non lo è mai e forse non vorremmo neanche che lo fosse) e la vita virtuale da noi tutti spesso più amata, anelata, bramata rispetto alla vita quotidiana stessa. Orripilante nella sua facciata sfacciata, nella sua impertinente volgarità smodata e allineata solamente alle stupide mode più orride e ripugnanti.

Questa mia riflessione nasce dopo aver visto La casa di Jack (e forse lo rivedrò in Blu-ray per rivedere la mia recensione probabilmente più tagliente delle lame e delle cesoie usate dal macellaio Matt Dillon nel “recensire”, soprattutto censurare, gli altri esseri umani) e dopo aver ascoltato, fra il timido, l’imbarazzato, l’incuriosito e il coraggioso, Federico Frusciante porgere al grande Joe Dante la domanda secondo cui il suo cognome Dante, appunto, essendo uguale al nome di colui che è considerato il padre della Lingua italiana, ovvero l’Alighieri della Divina Commedia, potrebbe forse, inconsciamente, aver ispirato la poetica stessa dell’autore dei Gremlins.

Ecco, io mi son sempre chiesto come sia possibile creare un indiscutibile, universale, morale, immortale capolavoro come la… Commedia se si possiede una vita cosiddetta normale.

Sarebbe impensabile, credo per chiunque, oggigiorno scrivere qualcosa del genere nella società attuale che viviamo giornalmente.

Dante era ricchissimo sebbene, come giustamente osserva Wikipedia, la famiglia degli Alighieri (che prese tale nominativo dalla famiglia della moglie di Cacciaguida) passò da uno status nobiliare meritocratico a uno borghese agiato, ma meno prestigioso sul piano sociale.

Detto ciò, Alighieri comunque aveva soldi che gli uscivano, come si suol dire, perfino dalle orecchie e dalle narici del suo lungo, oblungo naso adunco del suo celebre “avatar” da profilo Facebook.

Sì, non viveva certamente le condizioni socio-economiche degli eroi sottoproletari di Ken Loach, era forse apolitico, girava per l’Italia malgrado stazionasse perlopiù a Firenze, dunque non era apolide e nemmeno poliglotta. Non avrebbe mai potuto essere un uomo storto e pericolante come la Torre di Pisa ma soprattutto come la Garisenda di Bologna ove è affissa, come saprete, incorniciata una sua poesia dai felsinei adorata.

Reinventò dal volgo la nostra Lingua ma non conosceva una sola parola d’inglese.

Roba che oggi finisci all’Inferno, soprattutto internato, anche se non sai accendere un PC.

L’Alighieri non doveva pagare le bollette perché era cotto di Beatrice. Anche se lei non gliela vada, la sua vita andava grassa comunque. E dunque non poteva finire fritto e bollito, poteva permettersi il lusso di crearsi il Paradiso a immagine e somiglianza della sua vita da nababbo al settimo cielo.

No, non voglio ardire a dire che non pagasse la tasse, ci mancherebbe. Ma secondo me non lesse mai una sola parola dei libri di Torquato Tasso. Su questo posso metterci la mano sul fuoco. Finirò arso per questa mia blasfemia?

No, perché è verissima. Tasso nacque molto tempo dopo. Al massimo, l’Alighieri da lassù, assieme a qualche dio della nostra tivù da spot Lavazza, non dovendo farsi il culo per pulire né la tazza del cesso né la tazzina di caffè, sì, può aver avuto e ha tuttora il tempo di farsi una cultura…

Insomma, che cosa ha reso paradisiaci Pier Paolo Pasolini e Clint Eastwood? Al di là delle loro conclamate, evidenziate ed evidenziabili contraddizioni, a differenza dell’uomo medio che tanto favella e assai poco combina, sono riusciti ad adattare la loro dura visione del mondo, del Cinema e della vita ai loro principi (mettete l’accento ove volete) di realtà.

Io purtroppo sono un uomo medio. No, forse mediocre no. Medio certamente, ancora, sì. Poiché in un mondo iper-stimolante, sovreccitato come quello di oggi, bombardati come siamo da richieste lavorative sempre più schiavistiche, da stress quotidiani mai visti, da oneri e impellenze burocratiche inderogabili ché, se non le rispetti, finisci multato o peggio incarcerato, sapete com’è…

Non credo sia facile isolarsi nella propria casetta e passare le giornate a scrivere e redigere capolavori letterari da mattina a sera. Io questo lo faccio, invero. Ma io sono pazzo. Ed è tutto un altro discorso… Comunque, è tutto opinabile. Che tu sia sano lo dicono solo i tuoi leccaculo. A mio avviso, tu non sei né pazzo né sano, neppure santo, nemmeno psicopatico o puttaniere. Non sei e basta. Ah ah.

Sì, voi non siete folli. Siete distratti dalla folla, dal dubbio oserei dire amletico riguardo il possibile, nuovo allenatore della Juventus oppure del Milan, miei poveri diavoli non solo rossoneri. Una modella di Instagram vi caga mentre stavate cagando ed ecco che, oltre a cagare, ve la tirate sopra il water.

No, non sono ipocrita. Io sono pieno di difetti. No, avere un rapporto sessuale con una donna, e non parlo di semplici prostitute, è piuttosto facile a meno che non si soffra di gravi problemi ormonali o psicofisici. Starci assieme però per me diventa impossibile. Le donne mi nevrotizzano, mi angosciano. Sì, le vedo e sono un fuoco. Ma poi loro mi spengono appena non mi fumano. Le donne, in parole povere, terra terra, m’inceneriscono. A prescindere da queste inculate da parte di donne che non m’inculano, anche perché altrimenti sarebbero degli uomini omosessuali attivi, io vi brucio tutti in partenza. Non è difficilissimo. La vostra vita, fidatevi, non è mai partita. È dalla nascita partita, abbiate fede calcistica, dunque, e continuate a guardare le partite…

Le donne sognano sin dalla più tenera età un principe azzurro. Vogliono accanto a sé l’uomo perfetto e immacolato. Ah, questo femminismo è da addebitare all’Immacolata, ve lo dico io. E provano sempre a cambiarlo. Si chiama idealizzazione. Proiezione falsa… Come dice il mitico Sly in Rocky II a Talia Shire: io non ti ho mai chiesto di smettere di essere una donna. Per favore, te lo chiedo per favore, non mi chiedere di smettere di essere un uomo.

Dunque, a voi tutti, uomini e donne, domando realmente e regalmente di non chiedermi mai più di cambiare. Ho già patito pene dell’inferno al fine di omologarmi e diventare “normale”. Per ascendere ed essere accolto nelle comuni grazie… Qualcosa salì e si elevò ma son di nuovo a pecora. Sono nel bene e nel male un diverso. Lo sono sempre stato. E non ho più bisogno di consiglieri fraudolenti.

 

In fede,

il re.

Un uomo che, in quanto re, forse anche di tante colpe confesso reo o solo fesso e talvolta babbeo, conosce assai bene la vita re(g)ale. Dunque può fottersene, rimanendo favolistico, sognatore realistico e incallito. Voi invece sempre fantasticate su di me e soprattutto sulle vostre idealizzate Beatrici. Fidatevi, sono delle stronze beote. Beati voi… a credere che siano grandi donne, miei grandi uomini del cazzo…

Morale della fav(ol)a: voi fate di tutto per farvele, io faccio di tutto per apparire diverso e in verità non lo sono?

Purtroppo, o per fortuna, lo sono.

Siete voi che non siete. Siete solo non esseri che vorrebbero essere. E volete anche questo, quello, quella ma siete persone che fra di loro non si vogliono bene davvero.

Dunque non siete persone.

Anche oggi (re)spiro.

 

di Stefano Falotico

Portrait of Dante Alighieri (Florence, 1265 - Ravenna, 1321), Italian poet. Painting by the Italian school, 16th century. [Innsbruck, Schloss Ambras (Castle), Kunsthistorisches Museum Habsburger Portratgalerie (Portrait Gallery)] [11245882]

Portrait of Dante Alighieri (Florence, 1265 – Ravenna, 1321), Italian poet. Painting by the Italian school, 16th century. [Innsbruck, Schloss Ambras (Castle), Kunsthistorisches Museum Habsburger Portratgalerie (Portrait Gallery)] [11245882]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

matt dillon casa di jack

INNERSPACE, director Joe Dante, 1987, (c) Warner Bros. /

INNERSPACE, director Joe Dante, 1987, (c) Warner Bros. /

 

 

 

Quella poveraccia di Eleonora Giorgi la dovrebbe finire di starnazzare, però potrebbe venire… bene per il brodo


02 Dec

eleonora giorgi (1)-2

Ecco un termine che io ho sempre amato: starnazzare.

Verbo bellissimo che si addice, parimenti alle galline che si azzuffano di Battiato, a donnette come Eleonora Giorgi.

Sì, è stridula costei, sembra una megera di qualche favola di Hansel e Gretel. Infatti, già quando era molto giovane interpretò il film Mia moglie è una strega. Fiore all’occhiello, come no, della cinematografia “par excellence” del nostro Cinema più mediocre.

Sì, questa romana di origine controllata, adesso lascia interviste in radio e in talkshow ove, incartapecorita, partecipa appunto a trasmissioni come Un giorno da pecora. Titolo che esemplifica la storia della sua vita, anzi, del suo girovita in una certa condizione…

Eh sì, è oramai una donna poco Borotalco, ma è rimasta con un Cuore di cane.

Eh sì, la sua vita sessuale dev’essere stata un Inferno da vero, artistico, come no, Nudo di donna.

E adesso, invecchiata che è come una bacucca, rimembra i membri dei suoi Compagni di scuola. Anzi, di culo.

Addirittura tira…, ah, adesso poco, in ballo quell’altro super puttanone di Warren Beatty, rivelando in maniera scabrosa, si fa per dire, che lui e Il volpone Warren avrebbero avuto una relazione nascosta tanti an(n)i or sono.

Ciò è anche possibile, visto che Warren non andava per il sottile. Una zoccola di qua e una di là, non badava molto alla qualità. Basta che infilava, Warren, anche se non tutte le ciambelle venivano… col buco.

Uomo zuccheroso, il Warren, uomo al pandoro che a Eleonora lo dava da duro di razza, smaltato d’oro e, prendendola appunto per il didietro, può darsi che le abbia detto che l’adorava. Ah sì, uomo brillante, Warren, come le smerigliava, meraviglioso, lui col suo birillo neanche Mastro Lindo. Sciacquava tale lavandaia e la lustrava, rendendola luccicante nel regalarle, fra un pompino e l’altro, il ben servito dopo il contentino di un paio di diamanti e gioiellini. Sì, Eleonora s’incazzò e, distruggendo tutta la sua collezione di piatti di porcellana, gli urlò con voce poco piatta: – Sei solo un porcello, pensavo con te di vivere una vita argentata e invece sei soltanto una buona forchetta. Ora ti accoltello! Ti sbudello, Warren, tu non sei nessuno, vai a fare il bidet e anche il bidello!

Eppur Eleonora, poco linda, amò quell’amore segreto molto intimo ma soprattutto assai variopinto… d’altronde, l’amore non è bello se non è litigarello.

Tempo fa, Eleonora ha attaccato Benicio Del Toro. Definendolo un mostro con occhiaie da malato di calcoli renali. Eh sì, forse non è del tutto sbagliato, Benicio non beve acqua Uliveto e neppure la Ferrarelle ma, al giorno d’oggi, mia Giorgi, uno come Benicio te lo sogni soltanto quando, con la testa oramai tra le stelle, nella sala d’attesa del tuo psichiatra, scarti le morbide caramelle. Senti come si scioglie in bocca tutta questa dolcezza…

Sì, Eleonora continua a rilasciare confessioni spinte ma assomiglia sempre di più al suo merdoso luogo preferito della menopausa cavalcante, ovvero il cesso.

Eh sì, Eleonora è stata per molto tempo la compagna storica di Massimo Ciavarro.

Ma ora, andata completamente, ama Laura Pausini e Il coraggio di andare. E, su uno scoglio, mentre mangia la pasta alla carbonara, ascolta il rumore del vento e il sapore di mare.

Che attrice straordinaria!

Poi, la gente si chiede: ma come mai Meryl Streep non è mai stata bella come Eleonora Giorgi a trent’anni ma è considerata la migliore sul mercato?

Fatevi una domanda, mi raccomando non una Giorgi, e datevi una risposta.

Se non riuscirete a spiegarvi l’arcano, ficcatevi non la Giorgi ma una supposta.

Dunque, supposto che siate riusciti a risolvere l’enigma, facile più di Eleonora, capirete anche che significa essere donne supponenti: sì, quelle che credono che con un bel faccino vinceranno l’Oscar e invece son finite da Ficarra e Picone.

 

E io sono sempre più grande! Ah ah!

E, tornato che sono in forma bestiale, sì, sputtano ancora! Sostanzialmente, me ne fotto!

 

di Stefano Falotico

 

 

La pace del Papa Re, cioè me, contro i papponi rei, cioè i They Live


15 Sep

Ecco, oggi ho sparso nel net la mia notizia su De Niro nel film su Edgardo Mortara, avendola appresa da THR e subito, nelle mie elucubrazioni inventive, rielaborata di mie parole. Le mie parole sono perle e voi dovete ringraziare un Papa come me che, ascetico, estraniatosi da anni da una realtà miserrima e cinica, “coltiva” le sue unghie con inevitabile sex appeal che non lo dà neanche mor(t)o, tendente al cast(an)o. Ridere, ridere, trombate, fratelli della congrega. Io, in an(n)i lontani, sverginai la mia proboscide “inoculandola” là ove il “lilla” florido si aprì al mio organo “sonante”, armonioso di ero(t)ica armonica. Che musica quando liscio, vellutatamente “oleoso”, in “ella” ficcò con piacevole, “brillante” scodinzolio di “acque” germoglianti al mio candore, allora, rubato. Divenne rubino e, incandescente, fu in quel tempo mio da peccatore che ebbi l’illuminazione rosea. La vita, “apertasi” alla magnificenza del mio caloroso ardore, mi fece comprendere che la mia (s)figa sarebbe stata altra. E giammai più scopai, rimanendo vergine nonostante più non lo fossi. Studiate a memoria questi miei passi “pudici” quando soffrirete “pene” dell’inferno e Tom Hanks non girerà più stronzate con Ron Howard, meditando sulla sua e vostra vecchiaia da “buoni” James Stewart perché condannati al miglio verde. In quei momenti di senile disperazione, rimuginerete sul vostro passato e capirete quanto gravemente sbagliaste la vostra esistenza. Sì, v’adattaste per “cheto” vivere alla noia dei giorni impiegatizi, piegandovi al padrone nazista che volle il vostro “ebreo” lavoratore “duro”, rammollendo la vostra vita(lità) dietro una scrivania di ufficio e cappuccino “zuccherato” nelle prese pel culo alla collega scosciata sul (di)vano della vostra mediocrità. Allora, quando capirete che “istruiste” i vostri figli alla vita casina, casino e lavoro, verrete da me in adorazione del mio san(t)o di mente, e gioirete, anche se tardivamente, della mia e vostra capacità di aver capito il tutto.

E ricordate: la vita degli uomini “normali” è un lutto, e io sono oggi lupo, domani cupo, e più avanti nel tuo cu(cu)lo. Sappiatelo quando verrà il giorno…

di Stefano Falotico

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Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis. Photo credit: Zade Rosenthal

Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis.
Photo credit: Zade Rosenthal

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I 60 anni di Tom Hanks, omaggio alla Forrest Gump


10 Jul

Ieri, Tom ha compiuto sessanta primavere. Ieri, mi sembra, non ricordo bene. Può darsi che fosse invece due giorni fa. Fatto sta che 60 sono, giorno più giorno meno.

Ecco, Forrest parla così:

provo spesso a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, ma loro sono più grandi di me e non ci comprendiamo. Al che, preparo loro una torta ma me la tirano in faccia.

State lontani dalle ammiratrici che vi mirano. Quelle voglion solo fra le gambe la mirra! Sono miranti, non ammiranti. Né mirabili.

Il mondo si divide in due categorie indiscutibili. Nella terza ci sono io.

 

Più che Gump, sembra Falotico, ma è un Tom di doppio mento e anche doppia mente.
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di Stefano FaloticoTom+Hanks+Inferno+Press+Conference+Marina+KH8UCvG3aCXl

 

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