Se entro in un locale, tutti mi chiamano The Prince e non è una presa in giro. Tutto ciò è scioccante o rispetta ciò che gli altri, onestamente, pensano di me veramente? Senza trucco né inganno, senza maschere sociali false? Eh già, debbo ammettere a me stesso che mi piace essere superbo, risultare simpatico quando recito la parte del più inguaribile antipatico-lunatico. Sono (il) contradditorio par excellence. Per questa mia colpa, vorrete considerarmi un peccatore e un impostore? Va bene, io reciterò per voi ogni fintissimo Atto di Dolore e poi tornerò a fare quello che voglio con estremo amor proprio. Se non vi sta bene, chiamate la neuro. Ne avete bisogno. Un consiglio ai giovani prima che diventino giovani vecchi. Sì, giovani vecchi. Ribellatevi finché potete. Vi è tempo, infatti, per stare stravaccati sul divano a farsi crescere la panza e a guardare, da frust(r)ati, le belle manze. Presto, io pubblicherò un altro romanzo. Inquietante, tragico e al contempo allegro, trasgressivo e irriverente, balzano e goliardico, dunque anche cattivo eppur clemente, impietoso e travolgente. Eh già, bella gente. Sono perfino duro nei confronti di me stes(s)o. Ripeto, se non vi sta bene, servitemi da bere. Ciò è cosa buona e giusta. Ah ah. Preferisco essere un allucinato piuttosto che un addormentato. Cari handicappati, lo so, la vostra vita è molto triste ma, ogni giorno, cercate di consolarla, inseguendo buonismi ruffiani. Questo vi fa sentire brave persone, in verità vi dico, e lo/a sapete anche voi, siete dei poveri idioti. Se non mi credete, al vostro Dio illusorio rivolgetevi, credendovi da illusi e, per piacere, ve lo chiedo in ginocchio, farisei ipocriti, non più la parola mi dovrete rivolgere con (com)passione. Ok? Ora, vi auguro buonanotte e, mi raccomando, svegliatevi al mattino, pensando che la vostra vita, prima o poi, migliori. Se lo dite voi, vi crederò. Come no.
di Stefano Falotico
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Evviva Kevin Spacey! Ah ah
A proposito, a un anno di distanza dalla porcata immonda che gli hanno combinato, che fine ha fatto Kevin Spacey?
Eh sì, povero Kevin, che tragedia. Si trovava a una festa a ritirare uno dei tanti premi di cui veniva insignito, tutto sorridente, col solito sguardo da volpe e di sottecchi, lumacone, osservava tutti quei bei guaglioni in prima fila coi lisci cocktail frizzanti, mentre già immaginava di sorseggiare, finito il party, le loro cannucce…
Ma in men che non si dica e oramai disse, a Kevin cadde un tegola in testa da lasciarlo tramortito, inebetito, totalmente distrutto. A sangue inculato.
Sì, pochi giorni dopo, gli arrivò una notifica tremenda. E su di lui piovvero denunce scabrose.
I carabinieri bussarono insistentemente alla sua porta in piena notte e Kevin, sorpreso da tanto inusitato, inaspettato trambusto, rimase scioccato.
Lo additarono come pedofilo e Kevin, dapprima, ridacchiò con la sua proverbiale, signorile superiorità, ma le accuse, a quanto pare, eran assai fondate. Kevin dal suo avvocato si fiondò ma un’altra denuncia, di punto in bianco, fioccò.
E Kevin fu prelevato con la forza da casa sua, nonostante cercò di divincolarsi dalla presa degli oscurantistici nazisti, per un po’, liberatosi che ebbe dall’assalto alla sua incolumità, in mutande nel bagno sgattaiolò. Facendosela però sotto nel corridoio. Fra le macchie escrementizie della sua involontaria defecazione, la polizia scivolò ma fu Kevin, metaforicamente, a prendere una bella capocciata.
Al che la polizia sfondò la porta del bagno e Kevin, oramai denudato di ogni dignità, fu deportato con violenza inaudita in un centro di riabilitazione per maniaci e pervertiti sessuali.
Nel tragitto, gli cucirono la bocca perché Kevin, ancor ardimentosamente ribellandosi contro tal criminoso, osceno abuso, disperato tentò di emettere alcune parole in sua difesa. Ma tapparono ogni sua resistenza col potere ricattatorio dei distintivi. E adesso Kevin, poco distinto, a causa dei suoi incontrollati, impuri istinti, sopravvive in un’allucinante resilienza.
Ficcato a dovere in uno squallido residence.
Sì, ove riguarda la clip in cui, nella notte degli Oscar del ’95, talmente contento e in preda all’euforia più smoderata per aver appena vinto l’Oscar come migliore attore non protagonista con I soliti sospetti, senz’alcun motivo, se non appunto quello derivato dalla sua gioia incontenibile e contagiosa, quando Nicolas Cage ingiustamente sconfisse Anthony Hopkins di Nixon, assieme a quella figa incredibile di Elisabeth Shue, spronò Nicolino a darci dentro, alzandosi in piedi e incitando i presenti a una collettiva, festosa standing ovation ingiustificata.
Nicolas gli fu riconoscente e gli produsse The Life of David Gale… ho detto tutto.
Sì, da The Usual Suspects, Spacey in un batter d’occhio divenne come Mikkelsen del film Il sospetto.
Dapprima fu guardato con aria circospetta e dunque assai presto fu interrogato senz’aver diritto di parola da un malvagissimo ispettore.
Ora, sfatiamo quest’idiozia. Kevin Spacey non è mai stato pedofilo. Anzi, mi sembra il classico tipo pieno di joie de vivre che sicuramente avrebbe portato i suoi nipotini a vedere Dumbo di Burton.
Spacey è semplicemente un uomo maturo, adulto e vaccinato come si suol dire, che di tanto in tanto peccava… con ragazzi un po’ immaturi. Come in Mezzanotte nel giardino del bene e del male…
Ora, volete criminalizzarlo per questo? Innanzitutto, in questo film Jude Law è molto giovane ma già maggiorenne e poi, se voi foste froci, non vi fareste Jude Law? Non c’è law ipocrita che tenga dinanzi a un judge, no, Jude così figo!
Altro che The Young Pope, Jude è sempre stato un bel pappone! Mica un papetto, mie pappemolli, miei Cicciobelli.
Sì, n’era conscia benissimo e di gran coscia Ludivine Sagnier. Lei grida al miracolo ma in verità sa, poco santa, che Jude s’intrufolò di notte nella sua casa, eludendo la sorveglianza dei Lanzichenecchi e, lontano dall’esserle checca, regalò a Ludivine una scopata che fu una chicca.
Tanto che ne venne… un bel bimbetto da negozi Chicco.
Sì, l’ex di Jude Law, Sadie Frost, una donna dal seno esagerato, deve aver “misurato” più e più volte, dal suo balconcino, la potenza di questo Law, uomo stempiato, forse adesso tinto eppur Michelangelo della sua Cappella Sistina.
E ancora Sadie, nonostante le molteplici confessioni e tremila Ave Maria, implora San Pietro di darle altre chiavi così… per il Paradiso…
Va be’, ci siamo persi in Jude e in quella passerona di Sadie.
Torniamo A Kevin.
Come passa ora la sue giornate, Kevin? Sì, sta in pantofole e accappatoio a bordo piscina dell’ospizio dei rincoglioniti e pensa: volevo essere ricordato per sempre come la divina Greta Garbo e invece peccai di troppi “sgarbi”.
Sì, Greta. Eccola là, anche lei fallita e nella merda, qui come me in questo posto. Greta Scacchi. Oramai non la caga più nessuno e, caduta in depressione, l’hanno spedita fra questi impasticcati.
Ora le propongo di giocare a dama e le ricorderò i tempi in cui, con quel suo culo magnifico, si faceva leccare il seno da Harrison Ford in Presunto innocente e, quando ancora ero etero, mi rendeva un “duro” come Tom Berenger con Prova schiacciante.
Sì, adesso vado dalla vecchia Greta e le chiedo un po’ di Sale sulla pelle, con Ardore. In fondo, sono solo un Coca Cola Kid.
Mi hanno rovinato per un Misfatto bianco.
di Stefano Falotico
Kevin Spacey è stato diagnosticato pazzo
Sette film che celebrano, cari cerebrolesi, lo stato mentale a me più consono, cioè la pazzia alla Kevin Spacey, creativa e da “ambiguo” stronzo…
Kevin Spacey: la gente ha pensato che fossi matto 11 anni fa quando mi sono trasferito a Londra e ho dato vita a una compagnia teatrale – “ma che fa? È fuori di testa” -, la gente pensava che fossimo matti quando abbiamo firmato il contratto con Netfix per House of Cards – “sono fuori di testa, non funzionerà mai” – . Sono abituato al fatto che la gente pensi che sono matto. E sapete una cosa? In fondo mi piace un sacco”.
Concordo, diciamo che mi rispecchio.
Una quindicina di anni fa, iniziai a scrivere un libro e i miei coetanei pensavano fossi diventato più matto di quello che ancora, orgogliosamente, (non) sono. Pensarono: “Adesso, ‘sto cazzone, vuol anche fare lo scrittore. Ma andasse a lavorare come noi tutti, coglionazzoni, e vedesse di trombare qualche volta, invece che amare il Cinema e farsi i cazzi suoi, oltre a scrivere poesie alle donne, tanto le donne son solo delle puttane e noi le riempiamo di soldi ricattandole che la diano, che sudasse!”.
Oggi, li ho inculati ma, nonostante le varie botte… di miei colpi da letterato raffinato, eppur sempre lì (ri)posato, non è che possa dire di avere culo. Infatti, ho più di una donna e sono tutte di buoni fondoschiena. Se lo fanno sodo insomma, e non pretendono neanche i soldi. Una la uso per scopare, l’altra per lav(or)are al posto mio, l’altra come Kathy Bates di Misery non deve morire, cioè le prometto di finire un libro sulla sua eroina preferita, da lei inventata, ma nel frattempo va a far la spesa al posto mio. Se vorrà spaccarmi le gambe, non può, è convinta che io sia paraplegico. Fa parte della sua patologia, compreso il fatto che crede che io sia pazzo e non uno scrittore. Qui si sbaglia ancora di più. Sono entrambi.
Morale? La gente si preclude molte cose dalla vita perché limitata dalla loro normalità.
Io non mi precludo nulla perché non valgo niente. E di questo niente ne vado matto, in quanto son la pazzia incarnata alla libertà. E quando si è liberi si è anche incoscienti?
No, fra le cosce. Ma non vi starò a dire se nel senso ficcante o inculato a sangue.
Su quello, ragionateci voi che avete sempre le risposte. Di mio, non suppongo, come già spiegato. Ho però in casa le supposte in caso di part(it)o. Se dovessi mettere incinta qualcuna, meglio darsi alla fuga e poi a un’altra figa. Andasse male, andrà bene e (da) dritto. Esiste apposta quello che te lo raddrizza. Non è un omosessuale ma un andrologo dei tuoi coglioni…
Sette film “atmosferici” perché nessuno ha la sfera di cristallo e non sai mai che può capitarti. Decapitati, eppur fosti un capitano tosto di capitale che “decollasti”… sii “elastico”…
Dai su, seppur non desti(no), io son desto?
Non sei sul lastrico, perché penzolante dal soffitto…
Non può piovere per sempre… Il corvo con Brandon Lee? No, nel culo lì perché infatti, e in fallo, come da legge di Murphy ché andrà mal di testa e di tempo, grandinerà dentro… eternamente…
Chiuso per colpa del fuoco fatuo, dell’esser stato una meteora, delle cattive, avveratesi previsioni meteorologiche? No, perché hai praticato un incontenibile meteorismo rabbioso in faccia al capufficio e ora non hai neanche i soldi per il cappuccino. L’importante è: funziona la cappella del cappero? Neanche quella? Allora, ti rimane solo il cappio al collo e, “colando”, non sulle donne a sfilarle loro ma appeso a un filo. Eppur c’è “tensione”. Sì, se è tesissimo va bene, le donne amano gli uomini dai nervi “tirati” a lucido per poi incappucciarli in boccucce del “ciuccio” con tanto, se ti va il pene, di lor far le ciuche, da cui il “bagnasciuga”. Eppur, a causa della “fame” non riempita neanche di “languorino”, sei magro come un’acciuga e hai perso la forza per gridar “Accipicchia!”. Sì, quando la vita è solo l’aceto senza l’insalata, sei fritto in padella, (e)salato… ove potrai scagliar tutte le “saette” che vuoi a meno che tu non sia già all’inferno in Terra bruciato…, internato!
Eppur va, si tira a campare fra un tresette e una briscola, incluso il gioco della scopa.
7 film, appunto, da tuo bollito cotto “a puntino” perché, senza spuntini, se il dito punterai, gli appuntati ti pianteranno in gattabuia ove sarai sodomizzato notte e dì con tanto di “passatempo” a guardar il tempo che, fuori dalle grate, (non) cambia. E bestemmi a chi ti ha ingabbiato un “Che Dio vi fulmini!”.
Io, il campione, campo eppur la scamperai nonostante tu sia un pervertito scambista.
Vai a scheggia, ci son anche gli schivati, gli schiavi schienati. Donna, chinati e, chinata, berrai il mio “Chinotto”.
Sì, andiamo i coltivar i campi dopo la moglie ubriaca, c’è da riempir le botte, attenti alla volpe che vuol oltre all’uva anche la vulva della (con)sorte. Che (s)figa.
A noi la vita agraria, agli altri quella di “agrumi”, ad altri ancora quella grama. Impara la Lingua ma non sai baciar senza “linguette” perché ami il bacio unto fra gli “scogli”.
L’importante sono i grammi, se più di 21 non sei salito al cielo oppure laggiù dal Diavolo che sempre t’inculò e t’inculerà, previo il Purgatorio di “imbuto”, a (s)fiammante con Beatrice che, “be(l)ata”, si fa Virgilio nel giorno dei morti e ognissanti.
Oh, signur’.
Le rane bibliche, la pioggia nel pineto eppur D’Annunzio se lo faceva da sé, scrivendo anche “Auto da fé”, ah no, quello era Montale, ma chi “montò” questo caso inquisitorio alla strega fottuta a sangue?
Chi (se) la fa, l’aspetti. Ti chiederà gli alimenti ma tu non hai più il respirante mento.
Sì, sei strozzato per colpa della società puttana e strozzina.
Ma anche Gesù era uno stronzo.
Consolati. Lui morì a 33, tu hai fatto s(ucc)esso solo perché ce l’avevi lungo… di trentacinque.
Comunque, sia, meglio morir suicidi a 40 che tutta una vita “a novanta”.
Abbiam fatto tredici. Bingo!
Domani, andando a riscuotere, saremo scippati da uno che farà “montepremi” in galera ma tanto non lo beccheranno e ne “beccherà” altre… cioè le troie che pagherà…
La pagherai…
Comunque, a che val il “pene” di credere all’amore se farai la fine de Il corvo?
Prendete “quello”, donne, Xander Corvus, pornoattore che se ne sbatte…
Pioverà “dorato”, Xander, tu invece credi alle fav(ol)e della vendetta…
Stai (al) fresco e “ammira” il “tramonto”… un tramonto splendido…
Di mio, posso dire che della vita non ho capito un cazzo.
Di tuo, manco quello. Sei eunuco.
Fidati, io taglio… la corda, ti salverai “al pelo”… di nodo alla gola va l’uomo goloso e le donne amano i “duri” che “resistono”. Li vedono “cazzuti”.
A letto? No, se riescono a non incazzarsi perché non c’è più acqua… non solo nella “loro” e aspettan la morte assieme, senza tradimenti di “sorca”. La luce funziona?
Oltre al tuo da cornuto, la tua donnaccia ha staccato tutto tutto.
Evviva le forche!
Chi è la foca? Tua sorella? Ma non si era fatta suora? Ah, capisco, una finta monaca…
Questa è l’opinione di un uomo scoraggiato perché i tempi non vanno radiosi? No, di mio son raggiante. Diciamo che, pur essendosi alla(r)gata la fogna che sono, in quanto dalla nascita “in barca”, m’arrangio. (T)remando. Di freddo? No, per troppo caldo non (soddi)sfatto. Le donne vogliono solo il riscaldamento autonomo.
Il problema è che non mangio. Lo psicologo dice che sono depresso.
Di mio, credo soltanto che sono stitico al cesso. Ma pur rimanendo sul “cesso”, ti cago in testa.
Guarda come “piove”.
I sette film non ci sono. Non c’è. Che bel tempo che fa. Che fu. Che fe(li)ce.
La gente è volubile…
Molte donne sostengono che ho numeri da vendere. Al che, apro un chiosco e li vendo. Cosa? Ma i numeri, no? Alla signora regalo un 7, sì, il seno la salva, a te invece, bellimbusto, un 10. Sì, te lo sei meritato… di “entrambi i palmi delle mani aperte”. Con tanto di pizzicotto e pollice su dopo che ti ho spaccato il cranio.
Al che, sopraggiunge l’ambulanza per assistere il devastato e l’infermiera mi urla: “Ma che è matto? Lei ha dato i numeri!”.
M(or)ale: se hai un talento, non darlo. Tanto le donne se lo prenderanno lo stesso. Alle donne non importa che numero porti di taglia e neanche la lunghezza di centimetri in mezzo al cavallo. Calcolano il livello numerico del tuo conto in banca. Il resto va da sé, se sei povero “in canna”, non andrà. E prevedo solo un 47 morto che parla.
In poche parole, la frittata è fatta. Ma vorrei sapere questo: la frittella come sta? È masticabile?
Sì, ho sempre preferito le frittelle, anche se non disdegno il fritto misto con la frutta al posto giusto.
Cioè a capotavola, da colui che magna alla faccia vostra.
Per il dolce, rivolgersi al cameriere. Io non servo nessuno. E al dolce ho sempre preferito essere amaro come un caffè bollente che non “digerisci” subito.
Che ti piaccia o meno, questo sono io. Sciolto, “accalorato” d’ustioni al tuo stomaco debole.
Se non ti sta bene, vorrà dire che ti offrirò da bere della gassosa.
Tanto ti bevi tutto il peggior Cinema da gasato che non apprezzare le effervescenze delicate. Una cazzata in meno, peraltro gratuita, ti renderà contento come gli happy end.
Rimanga fra noi, sparecchia sempre tua madre.
P.S.: indovina-indovinello, chi sono dei personaggi di Spacey? David Gale, Prot, Lester Burnham, Jim Williams, John Doe o Roger/Keyser Soze?
Risposta: nessuno di questi, sono me stesso. Ma comunque, come Kevin, so imitare Al Pacino meglio di Pacino stesso, infatti alcuni credono sia più bravo di Pacino.
La verità? Sono Al Pacino.
Tu invece sei De Niro? Beato te che ci credi.
I film con Kevin li conoscete. Neanche uno sapete? E Seven?