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Il mito di Robin Hood e le più belle storie d’amore del Cinema e non solo


09 Apr

robin hood crowe blanchett

 

 

– Già una volta ho detto addio a un uomo che andava in guerra e non è più tornato.

– Chiedimelo con grazia.

 

Cate Blanchett e Russell Crowe nel Robin Hood di Ridley Scott. Una delle scene più struggenti ed epiche, emozionanti di sempre che batte ogni pathos de Il gladiatore solo con la forza rocciosa della voce del doppiaggio di Luca Ward e con gli occhi languidi, innamorati di una straordinaria Cate/Lady Marion, a sua volta doppiata dalla calda, non so se solo di gola profonda, Roberta Pellini.

Ora, a molti uomini, dopo la prima volta serve la penicillina, altri non si riprendono più e spellati, facendo pena, patiranno solo pene… d’amore perduto.

Sì, una scena magnifica girata da uno Scott molto ispirato, forse in quel momento tremendamente innamorato di sua moglie. Innamorato Scott, no, cotto, insomma Scottissimo!

Sua moglie altri non è che Giannina Facio, detta anche Gianina, sì, l’ex di Fiorello.

Eh, si sa. Care oche, fiorin’ fiorello l’amore è bello soprattutto se lo fai con (il) Rosario, non quello per cui si prega la Madonna. Bensì col Rosario con la coda di cavallo ai tempi di Karaoke.

Ah, che scena. Rimembrante tempi davvero leggendari.

Commovente, peraltro, quasi quanto un uomo innamorato “a bestia”, non so se imbizzarrito come lo stallone cavalcato da Russell, forse poi reso cornuto.

E rimasto solo come un cane alla maniera dell’Harrison Ford di Blade Runner a sognare l’unicorno. Ah ah.

Ah, è bellissimo andare in pasticceria con una donna e mangiare assieme un cornetto alla crema. Quando il fornaio, a tarda notte, come in Qualcosa è cambiato con Jack Nicholson ed Helen Hunt, sforna Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda o pasticcini semplicemente stomachevoli come i film più pateticamente dolciastri e stucchevoli.

Intanto, il sindaco Merola di Bologna sostiene che molta gente, abbattuta dalla quarantena, non tornerà più alla normalità a livello psicofisico. Nel senso che, dopo tale privazione e quest’indotta, subliminale e non tanto sublime castrazione, non farà più all’amore? Vai di andropause e menopause.

Ma sì. Tanto alla tv daranno il film melodrammatico per eccellenza. Ovvero I figli… so’ pezzi ‘e core diretto da Alfonso Brescia. Uomo, non so però se regista stimabile, conosciuto anche con lo pseudonimo di Al Bradley.

Invece Dino Abbrescia di Cado dalle nubi con Checco Zalone con chi amoreggiò? Col suo compagno, ah, con tanto di burrata.

Checco osservò la scena, disgustato. Dino gli chiese:

– Com’è la pasta?

– Uhm, è cotta, è cotta.

 

Filmaccio che vale un’ottima battona, no, una splendida sbattuta, no, una meravigliosa battuta caduta “a fagiolo” nel momento topico…

Marmellata e cioccolata, ci può stare anche la frittata!

E il pesce pure fritto!

Comunque sia, voi preferite la coppia Kevin Costner e Mary Elizabeth Mastrantonio del Robin Hood – Principe dei ladri di Kevin Reynolds oppure i succitati, molto eccitati Russell Crowe e Cate Blanchett?

Quello che so io è che molti uomini, a letto, macchiano piacevolmente le donne e le donne amano più questo tipo di bianchetto rispetto a quello che serve per cancellare gli errori delle brutte copie. No, scusate, delle brutte coppie.

Cioè, per farla breve, si copia, a volte si copia male, spesso molti di voi malissimo copulano.

E poi scoppiano.

Va be’, è sporco a terra. Non basta il bianchetto, serve la scopa. Ma, soprattutto, la serva scopa?

Cambiando i fattorini, uno di loro due è più robusto rispetto all’altro e carica meglio le valigie.  Invece, invertendo i fattori, il prodotto non cambia anche se i fattori sono uguali.

Da cui il famoso libro La fattoria degli animali. Ah ah.

Io non sono omofobo, quindi fate quel cazzo che vi pare e piace. Basta che non mi diate dell’invertito.

Sono uno spostato? Non lo so.

L’amore, in verità, è bellissimo finché dura. L’amore, indubbiamente, leggermente rincoglionisce.

Provoca stati di estasi che rimbambiscono colui che ne è affetto. Ma si vive comunque di grandi affetti.

A meno che non siate troppo affettati oppure affrettati. Nel primo caso, lei non vi sopporterà poiché voi vi dimostraste poco spontanei, nel secondo caso, non vi saranno i preliminari e, in caso di troppa fretta, neanche il resto. Arriverete subito alla frutta.

Innamoratevi, uomini, della donna giusta. Una donna non si sceglie al banco degli affettati. Non abbiate, cioè, il prosciutto davanti agli occhi. E, quando troverete la vostra metà della mela, non fate i salami e, mie teste da meloni, offrite lei la vostra banana.

Se invece v’innamorerete della cassiera ma lei amerà, al posto vostro, un uomo che mangia solo la porchetta, recatevi al banco frigo e scegliete un buon tiramisù.

Vidi uomini amanti del Bardo come Kenneth Branagh che, appena la loro Emma Thompson li tradì con uomini meno scespiriani ma più sospiranti, fecero Molto rumore per nulla.

Di mio, so che per Kate Beckinsale farei un gran casino.

Ah, è meglio farlo il più a lungo possibile. Sì, non abbiate paura di sbagliare. Piuttosto, anzi molto tosto/i, spingete a più non posso.

Sin all’osso.

Resisterete o, stancativi presto, sbadiglierete?

Dunque, prima di sba(di)gliare o prendervi in pieno, prima di fallire, corteggiate con ardire, ardendo come dei cavalieri di distinto portamento. Anche di egregio istinto. Uomini di cor(t)e, non siate taccagni in quanto a sentimenti. Siate lunghi! Le lusingherete.

Non dovete avere il braccino corto. Tanto, anche se vi mancasse o vi moncaste un braccio, lei può abbracciarvi lo stesso. Un bacio, comunque, non vale la candela.

E che ve ne farete di tanti bacini se non pot(r)ete abbacinare la vostra lei con qualcosa che una donna non ha e per cui perde spesso la testa in maniera avvinghiante?

Sì, dovete essere avvolti, lì. A meno che, là, in quella zona, qualcosa vi manchi.

Alle donne manca, sì, poiché non ce l’hanno e vogliono arrossare la loro parte lilla ma sanno compensare il vuoto, non solo emotivo, in maniera più che empatica se al loro uomo invece può anche mancare tutto ma, in fatto a quello, non commette mai un fallo. Ah ah.

Sì, non avete mai usato il cosiddetto bianchetto? Io, sinceramente, con Lorena Bianchetti avrei usato anche l’evidenziatore.

Sì, comunque molti uomini confondono il Monte Bianco, sulla cui sommità fa molto freddo, detto anche Mont Blanc, in quanto si trova in Francia, al dessert omonimo.

Di mio, parafrasando Lino Banfi di Al bar dello sport, preferisco una vita dolce da montepremi.

Nanni Moretti, in Bianca, rese celeberrimo il dolce citatovi sopra. E in questo film leccò anche una confezione gigantesca di Nutella. Solo quella…

Per leccare invece il seno di Laura Morante dovette aspettare La stanza del figlio. E ho detto tutto.

Insomma, la dovreste finire di leccarvi. Qualcuno non leccherà più e sarà un pasticcio. Anzi, un pastrocchio.

A proposito di cose dolci e piluccanti, forse solo piccanti, di baci alla francese e di donne eleganti, Juliette Binoche guarda Johnny Depp in Chocolat. Colpo di fulmine all’istante! Appena incrocia il suo sguardo, se lo vuole, infatti, cuccare seduta stante. Johnny ha delle iridi stupefacenti. Ho detto cuccare. Potevo anche usare un altro verbo quasi uguale, aggiungendo due i e non una c. La c di…?

Non pensate male. La c di Como. Poiché, sulle rive del lago di Como, questo matrimonio non s’ha da fare, sostennero i bravi, capeggiati da Don Rodrigo, ne I promessi sposi.

Ebbene, se Lucia non fosse stata liberata dall’Innominato, si sarebbe data solo al cucito e al cucinare?

E amate di più Danny Huston nei panni di Re Riccardo Cuor di Leone nel film di Scott o il cammeo di Sean Connery?

Ursula Andress di Dr. No lo sa.

Orsù, uomini che da tanto tempo non più amoreggiate, sì, non amareggiatevi.

Mare, profumo di mare…, sapore di sale. Sale tutto.

Smettetela, suvvia. Sean compare tre minuti e batte Danny col solo potere del suo coronavirus, no, della Corona, malgrado avesse, già all’epoca, molti meno capelli del Principe Carlo d’Inghilterra.

La povera Lady Diana fece bene a non volere che Carlo indossasse la Corona, bensì un bel paio di corna.

Carlo, un uomo ricco fuori ma povero dentro. Infatti, secondo me Lady Diana ebbe una fortuna sfacciata.
Meglio morire tragicamente, imboccando un orribile tunnel, baciando però colui che davvero si ama, piuttosto che farlo tutte le notti con chi si odia.

Sì, è ovvio. Fu solo un matrimonio di convenienza.

Carlo fu da camomille, no, da Camilla.

Ora, a dire il vero, Russell Crowe nei panni di Robin Hood appare un po’ troppo panzone e, se non fosse stato per il suo carisma più contagioso del COVID-19, sarebbe risultato solo demenziale e un uomo in calzamaglia come Cary Elwes del Robin Hood di Mel Brooks.

Infatti, inizialmente, prima che alla regia subentrasse Scott, Crowe avrebbe dovuto interpretare lo sceriffo di Nottingham. Anche se così fosse avvenuto, avrebbe comunque sfigurato dinanzi alla cattiveria del magro Alan Rickman.

D’altra parte, il vero Robin Hood rimane e rimarrà Errol Flynn.

Certamente non Luc Merenda di SuperfantozziColui che ruba ai ricchi per dare ai poveri…

Sì, non lo sapevate? Alla fine di Trappola di cristallo, quando Bruce Willis fa il culo a Rickman, Rickman pronuncia:

– Com’è umano lei…

 

Che c’entra? C’entra eccome.

Sì, Patrick Bergin, in Robin Hood – La leggenda, chiese a Uma Thurman:

– Amore, siamo qui a letto e abbiamo fottuto, inculato lo sceriffo. Ora, possiamo godercela. Insomma, io me la godrò e tu te la/o godrai. Ma sono un attore molto dotato, infatti sono così versatile che potrei incarnare perfino una maschile pornostar.

Ecco, Uma, secondo te c’entrerà?

– Robin, si dice… c’entrerà, entrerà o centrerà? Ragguagliami. Non lo so, sono un’ignorante popolana da centrini. Ma domani, che è domenica, mi porterai al Centro di Imola a vedere il castello medioevale? Informami, intanto adesso infornami.

– Sì, va bene. Hai ragione, pensiamo al ponte levatoio.

 

Ecco, questa è una battuta, come si suol dire, del cazzo.

Comunque, i migliori film d’amore sono I ponti di Madison County e Un amore splendido con Cary Grant e Deborah Kerr.

Quindi, non fatemi più vedere puttanate come Dirty Dancing o Pretty Woman.

Altrimenti, con voce da Luca Ward, doppiatore di Samuel L. Jackson in Pulp Fiction, se mi farete davvero arrabbiare, farete la figura delle sceme come Amanda Plummer e dei cretini come Tim Roth nel suddetto film.

Innamorati cronici senza una lira.

Meglio così. Le persone ricche si tradiscono. Invece Tom Waits e Lily Tomlin di America oggi lo sanno…

Le coppie con troppi soldi, eh sì, hanno parecchi interessi ed è tutto un giro di prostituzione.

Fidatevi.

Come storia d’amore leggendaria, non è male neanche Rocky.

Rocky non è un film sul pugilato.

È, per l’esattezza, un film che prende la boxe come metafora della vita, è la storia di un uomoè la storia di un uomo, è la storia di un uomo…

Scusate, qui mi sono perso un’altra volta come Sam Elliott de Il grande Lebowski.

Amico, versami da bere un whisky.

A me quella non interessa. Quella, non solo si beve i film più brutti, bensì anche qualcos’altro dei meno romantici.

Comunque, tornando a Luca Ward.

La sua voce, a dircela tutta, non è un granché.

Può piacere solo a Giada Desideri.

E ho detto tutto.

A parte gli scherzi e i gusti, il Robin Hood di Ridley Scott è appena sufficiente.

Dura due ore e mezza ed emoziona solo nella scena del bacio speranzoso fra Russell e Cate.

Stessa cosa dicasi per Interstellar di Nolan.

Emoziona solamente quando la figlia incontra il padre. Sì, più giovane di lei. Inoltre io ebbi sempre questo dubbio.
Non è che la figlia di Matthew McConaughey desiderasse un rapporto incestuoso? Oh, con un padre bello come Matthew, non si sa mai.

No, che cazzata. Da grande sarebbe diventata Jessica Chastain. Avrebbe potuto permettersi più di un McConaughey. Ah ah.

Se proprio vogliamo essere onesti e non invidiosi, la mia voce è più bella di quella di Luca Ward.

Non ho gli occhi blu di McConaughey, però. Infatti, le Jessica Chastain di Bologna mi mandano a fare in culo. Sì, è bellissimo essere mandati a fanculo. Soprattutto se il loro fondoschiena è più bello di quello di Jessica Rabbit.

Ah ah.

Sono più bravo a scrivere di Quentin Tarantino e forse sono più autoironico di Mel Brooks.

Insomma, chi sono?

Forza, la verità la sanno tutti. Tranne io.

Tornando a Pulp Fiction e a Bruce Willis.

Dovevo incassare i soldi e perdere. Ora mi vogliono tutti morto. Cazzi loro.

Come dice il mio hater preferito, sono l’idolo delle folle.

Sono Joker e Robin Hood. E non ho niente di cui vergognarmi.

Ah ah ah ah ah ah ah ah ah.

Ho molte frecce ancora al mio arco.

Sì, e che me ne faccio? Viviamo nel 2020. Le frecce, oggigiorno, servono solo per segnalare alle autovetture che stai svoltando.

Dove? Io non vedo nessuna svolta. Ah ah.

Molta gente, invece, crede ancora a Cupido.

Sì, soltanto sotto San Valentino. Per tutti gli altri giorni, sfogliano solamente il giornale e non le margherite.

Per finire, tralasciando gli scherzacci e le cos(c)e goliardiche, il bacio fra Russell e Cate è una delle scene più ficcanti di sempre.

Scena masterpiece.

 

di Stefano Falotico

 

Italia uguale Malavita, belli miei


13 Oct
Malavita, a film by Luc Besson with Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Diana Agron, John D'Leo...

Malavita, a film by Luc Besson with Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Diana Agron, John D’Leo…

L’Italia è come un palo dopo 90 minuti per recuperare, Paese arretrato, bigotto e da biscotti, non solo calcistici, ci vuole il pentito Manzoni, non Alessandro

L’Italia, paesaccio di sciattoni, di “sciatori” a Cortina d’un pezzetto di figa, di bon(azzon)e, di ciabattini, puttanoni, battone e “imbattibili” tromboni, di cascamorti e “Viva la gnocca” con le nacchere. Hanno rotto!
Basta, una delle mie massime è questa, inappellabile: “se vuoi giudicare la mia cappella, ti spacco la faccia e, se vuoi insegnarmi come si vive, t’ammazzo da schizzato”.
Sono secco, son fatto così. Di mio, alzo il “gallo” di buon ora, mischio la cedrata nel latte scremato, me lo scolo d’un fiato, caccio un peto che gaio non critica i gay, rispetto gli albini e canto nell’alba. Abbagliandomi dei primi raggi per poi abbigliar quella che mostro nuda, l’essenza mia senza maschere o retoriche petizioni ma “costretta” a indossar i pantaloni per non dar nell’occhio. In vita mia non ho mai mangiato le ostriche ma spulcio le ochette, ringalluzzendo il rizzato tirarmelo da stronzetto. Così nacqui, così annuso voi marci, così “cazzeggio” al fin “propedeutico” d’educarvi al (ris)petto. Le pollastrelle mi corteggiano ma le schiaffeggio, dopo aver versato loro in capo un po’ di “shampoo” a base di “cappuccino”. Non sei da saponetta, sei sempre bagnata da sciacquetta. Ecco il “dolcetto”, cara zoccoletta!
Da anni, son in lotta con una famiglia contro di me accanente, perché mal tollera il mio star per i cazzi personali. Gentucola cagnaccia da strapazzo, insomma i soliti (pu)pazzi. Li faccio incagnire, pensan di farmi incazzare ma rimangono incassati nelle bare del mio cagarvi.
Si copron dietro un lavorino rispettabile, son degli scribacchini ma svaccan appena in TV appar un buon cul, esaltati dalla “fica(ta)” di massa e rimpicciolendosi pur “ingrandendolo” su sgranarli eccitati. Vanno scannati o trascurati? No, a questi  coglioni va spento l’abbonamento… si dichiaran buoni e si recano a messa eppure hanno solo una fissa. Ficcarlo a una di tradimento per presto “pentirsi” dinanzi al crocefisso. Insomma, prima (si) bacian le mani, toccano e intaccano ma basta una “confessione” e la lor coscienza smacchiano.
Son “impeccabili”, vestiti a (tra)punta, per cuocerle a (s)puntini. Le puntano e le raggiran per l’anale dietro l’abito “elegante”.
Attaccano i politici e da un po’ giudicano tutto coi pollici, “girandosele” nel prenderla… a girasole e ove tira… il vento.
Mangian, cagano, dormon “beati”, son “belli” e rasati, si sballano e dunque si ridanno, come dannati patetici, ai balletti per altri an(n)i. Oggi prenderan di mira Berlusconi per sfogarsi più del suo dentro le Escort ad Arcore, meglio comunque delle lor “donnacce” d’orticaria, domani “affiggeranno” un “libro” in bacheca del cotanto lor esibito “curriculum”. A questi scoreggio coraggiosamente! Mi affliggono! Vanno asfissiati di evacuarlo!
Non preoccupatevi. Ho una scorta di fazzoletti in caso di lacrime!
Sì, dopo aver rubato lauree e sempre perdonarsi come finti santi con l’aureola, pur di conquistare Laura, adesso arieggiano da intellettuali.
Son da Carnevale di Viareggio!
Leggo l’anteprima del loro “parto”. Un libro sgrammaticato che vorrebbe diventare un vademecum per vivere “felici”.
Al che, m’abbasso alla loro ipocrisia, faccio il falso ignorante “cafone” e scrivo sotto la mia recensione: “Questo libro deve andar a prenderselo nel culone. Voto sottozero e sottomesso”.
Mi denunciano tramite polizia postale, ma recapito loro il mio plico, cioè un pacco di pugni formato “anonimo”.
Ilaria è “giornalista” grazie alle gambe, tua sorella sta in ospedale ma pensi a “curar” l’infermiera, parli in grande ma da me solo palate plateali.

Sono colossale e ora son le tue spaccate. Chiaro, animale? Se non ti va bene, ti strappo il pene. Ciao.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Totò le Moko (1949)
  2. Vincere (2009)
  3. Cose nostre – Malavita (2013)

 

Il sogno di Don Rodrigo


25 Jan

 

Uditene tutti. Il monito contro i signorotti.

“I promessi sposi”, Notte d’imbrogli & sotterfugi


14 Jan

 

Imbroglioni, mani in alto, siete stati scoperti. Urge confessione salvo rovina del vostro risarcimento!

Il promesso sposo che son io


12 Jan

 

Per chi si fosse perso i precedenti appuntamenti, ecco un “vano” esempio contro la vacuità morale, l’oggetto della disputa cos’è se non un vezzo dei “potenti” a cui opporre la mia voce “al vezzeggiativo”, trasformista di cambiamenti imprevisti, di fronte “roca” e labbra che van di qua e di là, si piegano agli angoli come il De Niro più smorfioso e “intollerabile”, “indigesto” perfino alle mie digestioni d’un fegato “sballato”, ecco che navigo a illustrarvi ogni mio genial leggere, interpretare, “esegizzare” con esigenza, cazzeggiando fanatico qual sono di diegetica allineata alla mia dieta che mi vede qui dimagrito e in forma “stecca(to)”, che di palo in frasca frega sempre chiunque, attenti allo “sfregio”,  infilandovi i paletti nelle “pallette” e buttandovi nella fogna se non rispetterete gli ordini miei, essendo l’ordine io sacerdotale quando i sacerdozi vengon messi in discussione da “bravi” e da signorotti coi loro tranelli e “sotterfugi“.

In tutta sincerità, avete mai visto un cane con gli occhiali? Se sì, siete voi il bastardo


25 Aug

Sono un mercenario, mi presto prestante a chi mi garantisce dei “prestiti” e, fra i preti, son quello che predica le bone, anziché la bontà. Se qualcuno, ostile al mio “Verbo”, oserà infangar il mio “Innominato“, sarà perdonato perché il suo matrimonio s’ha da fare, così “ammogliato” sarà rovinato

Dovete sapere che ho acquistato vari volumi “enciclopedici” sulla razza canina, a cui m’affil(i)a solo il canino destro, essendo stato, quello sinistro, “paffutamente” arrotato da una Donna troppo “zuccherosa” che prima “cariò” il mio “smalto” e poi da tartara, “calcificò” il mio “titani(c)o” dopo averlo “visto” enorme, e gridando “esultante” come Doc di Ritorno al futuro: “Grande Giove!“. Sì, davvero “glande”. Diciamo un martello che si (s)lancia simil “giavellotto”. Sì, è un bel “gianduiotto”, “cioccolata “raffinata” che mette la “sua” di buon umore, dolce come la seta seral di come Lei, “sorseggiando”, s’asse(s)tò “rosseggiando”.

Fra tutti gli esemplari, vi porrei un esempio, il cane chiamato “L’incagnito incarnato”, “famoso” di “pelo” ruvido, mansueto quando non accarezzato, liscio se non “movimentato”, ché si rizza “abbaiando” nel bacino.

Sì, “a garrese”, son bassotto ma non prendetemi per un film di Garrone. Io son “arido” solo nel profumo del suo mare.

Ecco, psicopatici e bestioncine, statemi alla larga, ché il mio è lungo e “annusa”.

Un mio amico, osservandomi, urla sull’orlo della crisi di nervi, col guinzaglio e la museruola: – Stefano, il tuo cambiamento è “ululante!”.
– Sì, perché l'”amico” a quattro zampe, detto anche quadrupede, è Uomo di “quadrifoglio” che tutte “le” inquadra e poi “azzanna” nel “bianco notturno.
Sì, sono il Jim Carrey di The Mask. Maschio “fino in fondo”.

No, le sfumature di grigio sono per gli “incroci”.
Al massimo, con me, “allarga” d’un “candore” che neanche Coccolino lo “smacchiatore“.
Sì, fra una smanceria e l’altra, ci sta l’orsettino con una da Crazy Horse, infatti mi chiamano Cavallo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Frozen Ground (2012)
    Un trailer già “cul”.

    La “ragazzina” Vanessa Hudgens (di)mostra al maniaco John Cusack l'”indelebile valore” della spogliarellista.
    Se hai un costumino nero, lo specchietto è per le allodole di chi pagherà il biglietto per questa “pura” porcata.

  2. Ritorno al futuro (1985)
    Il delfino, sappiatelo, è Uomo letterato che si “fa” i film, lavora di Scienza con la Fanta, e spesso, “a lungo andare”, mette tutti a novanta.
    Compreso chi gli diceva che era un “senza palle”.
  3. I promessi sposi (1941)
    Esiste anche una versione televisiva con Alberto Sordi nella parte di Don Abbondio.
    Sordi è sempre stato un “vigliacco”, l’uomo medio “maccheroni & cartellino”, ma sapeva che Renzo, prima o poi, l’avrebbe “fatta” in barba ai “bravi” e si sarebbe “allucinato” con Lucia.
  4. Prometheus (2012)
    Rischia di essere l’ultimo film di Ridley Scott che, scioccato dalla morte (in)aspettata del fratello Tony, ora non ha più i soldi per “girarsele”.

    Sua moglie, l'”elegante” minigonna sfacciata di cognome Facio, pare che però non “glielo” alienizzerà.

    Mah… vedremo. Sembra che Ridley, dopo aver “costellato” Charlize Theron, ancor non l’abb(a-z)ia atterrato.

    E dire che Rapace è meglio.

Genius-Pop

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