Posts Tagged ‘Hugh Jackman’

Non criticate a priori i cinecomic, Joker e The Punisher sono dei capolavori


18 Nov

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Sì, copio-incollo qui l’opinione dell’utente Antisistema di FilmTv.it che rispose in merito a un mio post sulle splendide gambe accarezzabili di Saoirse Ronan. Donna dolcissima che sa come allupare perfino Hugh Jackman. Uno che, con un fisico così, fa finta di non degnare Saoirse, troppo “bimba” per lui.

Ma lei, per l’appunto, scoscia e Logan, a quel punto, perde forse il pelo (sullo stomaco, no, è glabro) ma non il vizio e giocosamente la infilza, prima offrendole una pizza Margherita e poi condendola con delle olive oleose con tanto di salame piccante.

«Essendo esseri umani, ognuno di noi percepisce la realtà attraverso i propri sensi e da un punto di vista differente da quello altrui, senza contare che, una volta percepiti gli stimoli esterni, ognuno di noi li elabora attraverso il proprio vissuto, cultura, estrazione sociale, sensibilità personale, ideologia etc

Alla cosiddetta oggettività credo poco, infatti nelle mie recensioni non troverai mai tale parola. Reputo impossibile, per l’essere umano, estraniarsi totalmente da sé stesso. I registi che sono considerati grandi, è perché ci sono stati alcuni critici che grazie alla loro autorevolezza motivazionale hanno coagulato, intorno a loro stessi, molte soggettività concordi, grazie alle loro argomentazioni.
Dire che un film è capolavoro perché lo dice la “massa” mi sembra un’argomentazione debole e che non tiene conto della propria persona.

Con Scorsese noto che c’è astio da parte di certa Critica per il suo giudizio sul genere cinefumetto.

Lì ha sparato una scemenza perché pretende di sostenere, in base a non so cosa, che il cinefumetto è un genere di serie B e non è artistico, non concordo.

Non è il genere che fa l’artista, ma la sua politica, cioè l’insieme del suo stile, contenuti, temi e vezzi registici ripetuti film dopo film.

Scorsese e Coppola avrebbero dovuto attaccare il sistema produttivo che impedisce qualsiasi libertà ai registi, il cinefumetto con la formula Marvel, preconfezionata e televisiva, non potrà mai ambire a qualcosa di più».

 

Ecco, nonostante una certa acredine fra me e questo utente, credo che lui concordi su questo: Hugh Jackman e Saoirse Ronan sarebbero una coppia bellissima.

Poi su Radio Deejay, oggi pomeriggio, un’esperta di animali… ha sfatato il detto secondo cui il lupo solitario sia feroce e sbrani gli uomini.

Di solito, lo fa in branco. Anzi a detta di lei, il lupo, anche in gruppo, rarissimamente attacca l’uomo.

Secondo infatti i suoi dati statistici, il lupo affamato di carne umana non è mai davvero esistito.

Quindi, il film The Grey con Liam Neeson è una stronzata.

Sì, la leggenda del lupo mannaro, secondo l’esimio parere di quest’eminente studiosa dei lupi, deriva erroneamente dalla favola nera di Cappuccetto Rosso.

Anzi, come ben so io e sanno anche gli amanti delle favole, non so se le amanti pure delle fave, la fiaba di Cappuccetto Rosso è una metafora ove il lupo incarna semplicemente il maniaco sessuale che attenta alla verginità delle ragazze indifese.

Lo insegna perfino lo stesso Scorsese col suo Max Cady7De Niro di Cape Fear nella scena della finta audizione a Juliette Lewis.

Secondo l’esperta del comportamento lupesco, i lupi sarebbero addirittura più docili dei pastori tedeschi.

Detti, per l’appunto, cani lupo in maniera del tutto sbagliata.

Sì, è più facile che un pastore tedesco, cioè un nazista delle valli germaniche, sbrani un uomo, piuttosto che un lupo d.o.c. metta a pecora una ragazza ancora d’immacolata lana pura.

Il lupo è di per sé un coglione. Per modo di dire…

Si trascura, si lascia crescere la barba e forse, anziché unirsi al gregge di pecoroni, detto altresì branco di bulli, fa il Joker della situazione.

È un bell’uomo come Joaquin Phoenix ma, a causa delle sue inguaribili melanconie e della sua atavica depressione bestiale, cammina tutto gobbo per una città piovosa e spettrale come Gotham City.

Un tempo, quand’era piccolo, faceva ridere gli adulti poiché pareva Sbirulino.

Oggi invece lo deridono perché non neanche più apparire come un cretino.

No, è infatti troppo intelligente per credere alla balla secondo cui sarebbe schizofrenico quando si trova con una mente così e con questo bel faccino.

Insomma, è praticamente Sylvester Stallone di Sorvegliato speciale.

– Stefano, cosa vorresti dire con questo?

– Quello che ho detto.

 

Fra l’altro, Stallone in questo succitato film si chiama Frank Leone. E non è certamente quello di Cop Land.

Cioè, morale della favola, non so se nera, ad alcune persone, i direttori sadici del sistema non vogliono permettere che esse volino liberi.

Perché sono troppo forti e invece è meglio che i leoni rimangano in gabbia.

Altrimenti, l’invidia potrebbe essere troppo alta verso persone con qualità superiori alla media.

Dinanzi però alla verità, solo il villain più scemo continuerebbe nei giochi (in)castranti assai infantili.

Purtroppo, “cattivi” così imbecilli esistono ma, parimenti, esistono anche stronzi ancora peggiori di tali idioti.

Sì, a me piace di più un altro Frank, Frank Castle.

Comunque, a differenza di Jon Bernthal, non ho intenti vendicativi nei confronti del mio Billy Russo di turno. È sufficientemente ebete da essere già morto, soprattutto nell’anima, da solo.

Trattasi di verme da strapazzo, di spaventapasseri, anzi di “spaventa passere”. Personaggio alquanto ignobile che continua ad affibbiarmi, per puro sfregio, la patente di matto e demente.

Sì, secondo lui, io sono Alex di Arancia meccanica, sì, il signor Malcolm McDowell. Quando è però in vena di complimenti, sostiene semplicemente che io sia Tyler Mine/Michael Myers del remake di Halloween, firmato da Rob Zombie. Affermando però che sarei curabile se m’affidassi allo psichiatra di questo film.

È sempre McDowell? Bravi, vedo che ancora non siete degli zombi viventi e, se vedete Sheri Moon, possedete nei vostri ormoni l’istinto ululante da Wolfman.

Bene, continuiamo così.

Sì, il mio Billy Russo in verità ha grande stima di me. Gli piace prendermi per il culo, tutto qui.

Cosicché, sin da quando avevo 14 anni, va a dire in giro che io soffra, per l’appunto, di demenza.

E che, se guardo il film Brivido, unica regia di Stephen King, a suo avviso, io non capisca nulla di questa pellicola e non possa nemmeno apprezzare la musica degli AC/DC perché sono diventato il leader di tale band, un altro Malcolm, però (non) Young, nei suoi ultimi anni di vita.

Secondo Wikipedia, la demenza è sinteticamente così stata definita: la demenza è un disturbo acquisito su base organica delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a breve e a lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità criticalinguaggio, orientamento spazio-temporale, con conservazione dello stato di coscienza vigile.

 

Sì, in effetti mi riconosco nella diagnosi. Essendo già molto oltre rispetto ai miei coetanei, i quali, anziché ammirare Marliece Andrada di Baywatch, giocavano a Doom e a Duke Nukem 3D, per non apparire il “bagnino” della situazione, mi accodai ai suddetti imbecilli. Fanatici di puttanate come Indipendence Day e Fuoco assassino. Che cazzo potevo fare? Soldi non li avevo per andare in California e, anche se li avessi avuti, Marliece non me l’avrebbe data. All’epoca io ero minorenne, lei no. La legge statunitense è molto chiara riguardo la pedofilia. Costoro, compreso ovviamente il nerd per antonomasia a capo della congrega di handicappati, cioè Billy Russo, reputarono me stupido poiché, ribadisco, anziché sognare Nicole Kidman, sì, giocando a Broken Sword, ah ah, fui molto onesto con me stesso e mi ritirai a vita privata, tirandomene tante. Peccato che loro questo non l’abbiano mai saputo e si trattò dunque di un equivoco di proporzioni tragicomiche mai viste. Per farla breve, Billy Russo continua ora a stupirsi di me, scioccato, quando mi vede o ascolta nei miei video su YouTube. Della serie: ah, ma allora questo Russo se la russa proprio, è più tonto di quello che credevo. Ora scusate, devo ordinare il nuovo film con Karla Kush da adultdvdempire.com.

– Cosa? Cosa? Cosa? Ma non ti vergogni? Alla tua età?

– No, assolutamente. Tu piuttosto dovresti vergognarti. Alle soglie del 2020, credi ancora nel matrimonio.

– Che vorresti dire?

– Che sei un demente, ecco cosa voglio dire.

– Perché mai?

– Scusa, il mondo è formato da miliardi di donne. Che senso ha una vita passata solo con una che insegna Latino e Greco ma, sostanzialmente, sa cucinare solo le linguine allo scoglio? Una vita di mer.

– Sì, ci può stare. Ma non capisco. Allora perché compri i film pornografici anziché andare con le donne vere?

– Le donne vere non esistono. Esiste solo l’invenzione della Madonna. Che la Madonna v’accumpagni.

 

Insomma, io non mi smentisco. Buona vita Italia e, mi raccomando, chi vincerà lo Scudetto quest’anno? La GIUVENTUS? Chi ha fatto goal contro l’Armenia? CHIESA? Che Belpaese Immobile.

 

 

di Stefano Falotico

The Greatest Showman sono io


13 Nov

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È uscito il trailer di questo film che fa dei colori dell’arcobaleno un Jackman coloratamente simpatico, egli, canterino di soprano e con questo lungo soprabito. Ah ah. Che, con mantello da Conte Dracula, intrattiene la gente affaticata da vite noiose e, circense, riempie con le risate i vuoti della gente. La ripetizione ci sta, altrimenti la gente non capisce.

Sì, la gente sta fuori… e infatti io sto dietro il tendone, ah ah, ben attento a non essere attentato da qualche malcapitato che vorrà trattarmi come elephant man, deformando la mia anima secondo il suo “genio”, come gli pare e piace. Sì, siamo invasi da persone che affiggono etichette e dunque i cuori altrui affliggono, castigandoli dietro patenti ripugnanti e impugnando il culto fascista dello sfregiarli secondo le loro bacate presunzioni, la loro “dotta” civetteria, le loro (d)istruzioni indotte da una cultura che ha ribaltato ogni valore sano e l’ha adattata al solipsismo più stolto, in questa rincorsa danarosa a una bellezza fatua e, vi dico, ingannevole, in cui avete smarrito non solo il senno ma, come disse qualcuno, anche il seno. Sì, donne rifatte, andate sempre dal chirurgo estetista che vi “drizza” verso una distorta etica, riempiendovi di botulino e, coi vostri soldi, costui mangia a sbafo da porcellino. Egli viene incontro alle vostre vanità e vi rende finte, siete invero finite, v’illude di avervi reso più belle quando invece vi ha imbalsamato da statuine maggiorate inespressive. Così è, non si discute. Inutile che ora mi bersagliate dei peggiori insulti perché son uomo che spesso si trascura e nelle oscurità rifulge di luce propria, al di là dei canoni stereotipati, dei modelli anoressici e di quelli che non conoscono il lessico. Io accarezzo il cane Lassie, a differenza di Liz Taylor che si rifece, che fece, da capo a piedi, rimanendo violacea soltanto negli occhi alieni alla vetustà da lei offesa, che madre natura le diede in grembo prosperoso ma che lei tradì per corromperla nello scempio alla figa che fu prima dell’obbrobrio.

Io me ne sto qua al circo assieme a pagliacci come me, mentre la gente stupida, quella che in giro ti prende in giro, si stravacca nella plastica, asettica, insulsa visione della vita che ha perduto, io vi dico, la retta via, inneggiando a tenerlo sempre (e)retto e dicendo a quelli come noi di raddrizzarsi. Evviva la stortura, anche la sfortuna, eh sì, quando è creatrice di beltà, di libertà, di guascona malinconia e poi di saggia ilarità, che bellamente se ne strafrega degli offensori del nostro candore. Qui noi festeggiamo giorno e notte con vero sapore, ergiamo in gloria la letizia e una delle nostre acrobate si chiama perfino Domizia. Domizia mangia la pura liquirizia e nel porcile non striscia, addivenendo raramente ai voli pindarici del suo saltar di palo in frasca. Sì, non ci sta tanto col cervello e, afasica, ragiona in maniera sconnessa ma è sempre attenta a non cadere nel vostro vuoto. Ella, suadentemente, oserei dire, galleggia nel limbo estasiante e piacevolissimo della più equilibrata follia, in quanto sposata con un equilibrista che la tiene, quando vola troppo di fantasia, coi piedi per terra.

Nel nostro circo abbiamo leoni ma anche belloni come Efron, e donne d’impagabile avvenenza tanto che la lor piccante bellezza induce in tentazione anche sua Eminenza. Non è demenza né scemenza ma savia sapienza, noi viviamo dei nostri sogni e vi divertiamo con l’arma innocente che non si spaccia per ambiziosa, pazza saccenteria. Volevate la rima con “saccenza” ma saccenza non esiste, esiste invece l’uomo falsamente saccente oramai spento nelle emozioni, a cui non crede più, che giammai di brio s’accende e sempre nella tristezza giace alla morte lì quasi adiacente.

Se queste cazzate vi hanno reso Felice, scusate, felici (sii felice anche tu della felce-feccia), buonanotte e sogni d’oro. Ma Felice è poi felice?

Qui si gioca mentre stasera la Nazionale giocherà. È tutta una questione di “palle”… ah ah!

E io, di mia faccia da schiaffi imbattibile, sorrido oggi con allegria, domani di altre agonie, mentre il mondo viaggia sempre di poca amabile leggiadria. E ricordate: evviva la codardia e la simpatia… di tua sorella! Ah ah.

 

di Stefano Falotico

All’uscita di Logan, il problema del blockbuster col supereroe (non) si pone e la mia solitudine ancor più, a Oriente, nel “niente” si (s)porge


05 Mar

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Ecco che la gente, in massa, si accalca per veder l’ultima fatica di Mangold, regista che io venero, dai tempi malinconici di Cop Land con le sue ballate springsteeniane, immerse nella natura verista dell’uomo fattosi carne metafisica. Aspetterò come spesso accade lo streaming, gustandomelo lontano dal chiacchiericcio isterico e da fanatici fancazzisti che potrebbero rimbambirmi più di quanto (non) lo sia.

Questa gente smaniosa del blockbuster “d’annata” mi annoia, più che altro mi turba. E io, da “egoista” delle mie depressioni e della mia ancestrale solitudine alla Johnny Cash, tengo molto ai disagi “asociali” che mi sganciano da questo mondo “contemplativo” dei botti, delle esplosioni e delle (cer)bottane. Al che mi “estinguo” nel mio io più denso di mesmerismo sensoriale e faccio dell’esser solo un solido remoto da questa gente che aspetta tali eventi. Io son uomo di venti, mentre questi al capolavoro inneggiano e Hugh Jackman sul podio sventolano. E sono accompagnati da delle sventole per facili, “fallaci” sveltine. Uomini di fallo, non dei falotici. Adesso questa non fa rima ma questo caos fa caciara di Roma. Mi osservo e mi chiedo perché mi piaccia tanto The Night Of con le sue atmosfere “prelibate”, questo Turturro con l’eczema che sostituì Bob De Niro, questo Riz Ahmed “schizofrenico” con gli occhi sbarrati che però non assume nessun farmaco, rinchiuso nella prigione del suo incubo peggiore, questo Richard Price sceneggiatore “calcolatore” al “goniometro” dell’ampiezza percettiva d’indagini a (dis)sotterrare un cuore. Questi crepuscoli mi allietano e vivo come Logan nei “muscoli” innanzitutto del mio “animale” strano. Tirando fuori gli artigli quando serve, quando mi trattano da servo. Sì, non son sereno, ma il tempo è variabile con precipitazioni di futuri avengers.

 

di Stefano Falotico

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Essere o non essere nel Cinema


19 Aug

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Ieri, ho “sindacato” su Christopher Nolan perché nonostante venga appassionatamente seguito da una schiera “indelebile” di ammiratori sfrenati, non riesce quasi mai a toccare invece il mio interesse, in quanto, a mio avviso (giudizio personalissimo e opinabile), non ha ancora carpito il vero senso del Cinema, che non è la sua ricerca maniacale e “perfezionistica” di un’idea della celluloide assai distorta. I film perfetti non esistono e i suoi sono “precari” invero di vera emozionalità, non scatenano in me le giuste reazioni cervello-anima, non sprigionano davvero vita. Ma è un parere su cui si potrebbe discutere, anche se ammetto di non aver voglia di polemizzarmi. Conservandomi fiero della mia contrastabile opinione.

Un problema, invece, che in me è sorto da tempo, è il valore mio del Cinema. Di film credo di averne fatto, specie in passato, una scorpacciata da guinness dei primati, e oramai penso di conoscere il mondo della Settima Arte come le mie tasche. Anche se, a dirla tutta, pochi soldi intasco. Ah ah.

Un’urgenza in me nata, essendo anche “esperto” di scrittura e dunque pubblicatore di molti libri, alcuni proprio dei saggi cinematografici, è l’azione “amletica” dell’essere Cinema. Stanco di essere soltanto uno spettatore, non volendomi relegare solo in questa dimensione apprezzabile di cinefilo ma povera di creatività azionante direttamente sull’Arte di cui vi parlo, sto seriamente pensando di trasformare alcuni dei miei scritti in sceneggiature, di far fruttare un mio indubitabile talento appunto per le emozioni in movimento del fare, del concretizzare una storia, di farla dipanare in ciak da cui s’evinca la mia passione per il Cinema.

Compito arduo perché dovrò imbattermi nel più (r)esistente rapporto umano, spesso da me (d)eluso, e immergermi nell’interpersonale scambio appunto di emozioni.

Ma vivere è anche far qualcosa vivere, farla (in)sorgere. Divenire (nel) regista.

Oggi, almeno, registro così il mio diario d’idee.

 

di Stefano Falotico

Credo al crudo


06 Jun

Panta rei? Credo al pantano, Pantani morì dopato, non cambia nulla, cambio solo senza Sole e il Cinema è peggiorato, spero in Paul Thomas Anderson, altrimenti mi sparo

È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny? Mangiare, bere, scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a 50 anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro. (Tony Montana, grande Pacino di Scarface)

Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che i vizi di questo Paese – speciale nel vivere alla grande ma con le pezze al culo – sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.
Pier Paolo Pasolini, «Scritti Corsari», 1975

 

– Stefano, c’è una festa. Vieni?

– Di mio, “vengo” da solo…

– Dai, su.

– Non devo dare proprio niente, credo al nulla vacante eppur tu va(gh)i.

– Suvvia!

– Vai via, sei da viali!

 

Così, deluso e arrancante, ammaccato e facendovi lo smacco quando, anziché darvi uno smack, io mi smoccolo, mi reggo il mon(a)co, sapendo che il pellegrin(aggi)o è un sant(uari)o alla mia accidia.

Molta gente per tale peccato vorrebbe uccidermi. Io rispondo loro che ho delle belle ciglia e dunque continuo a volteggiare nel nero (ar)cigno.

Viaggiando in macchina mentre borbottate nelle vitarelle quotidiane, alla faccia vostra sulla mia che è sfacciata.

 

E ballando vanno imbellettati.

Meglio il blu dipinto di “boh”.
Sì, sono cambiato. Prima mi masturbavo non solo mentalmente.

Ora il mio sguardo è pornografico, denudato dal regime alimentare dei vostri pasti nudi da rei eppur i principi voglion fregar la regina.

Sì, la torta è buona. Meglio di tua sorella che, a forza di mangiar dolci, è simile a una ciambella.

Tutte le (ciam)belle vengon col buco?

Non tutte, tua sorella fa un’eccezione. “Viene” guardando Hugh Jackman che lo sbatte invece a sua moglie, fottendosene, da grande schermo del Wolverine più glande.

E ricordate: come vi prendo per il culo io, solo me stesso.
Tutta glassa, a differenze di te, grasso, che coli.

 

– Che problema ha, lei?

– Mi hanno dato una fregatura.

– Si rilassi, ne prenderà ancora molte.

 
E ancora ricordate: Peter Boyle, Wizard di Taxi Driver, sa. Invece, non sa un cazzo, che volete ne sappia un tassista?

Una cosa come questa…

Wolverine vai vai!


31 Jul

Ho sempre preferito Ray Charles ai Ray-Ban, la bandana ai frutti dell’amor, cioè le banane, ho sempre visto i migliori VHS senza Blu-ray del cazzo

Amo i pirati, non della strada, ma asfalto la tua cecità!

Sono un cinico d’altri tempi, insomma “al taglio”

Questa società è ampiamente peggiorata. Donnette con poco cazzo “storiografico”, fan le fighe oramai che sono ad “anta”.
Perlustrando zone inesplorate nel rimpianto che spera che qualcheduno impianti qualcosa che possa germogliare più della piantina.
“Uomini” perlopiù con l’alopecia evidente degli stempiati senza tempie, fuori Tempo massimo e al minimo storico. Anzi, degli stoici. Per andar con queste, devi aver perso molti peli.
Infatti, l’impianto salva capra e “cavolo”.
Fidatevi, fratelli della congrega, non c’è peggior sordo della sorte. Non c’è peggior sorca d’una che se lo inforna per fornicargli il portafogli.
Ah, adesso nuove manie di protagonismo stan insospettendo gli ambiziosi senza cervello.
Appena spunta qualche mente geniale, si crede che abbia copiato da altre f(r)onti.
Bene, ho la mia teoria in merito. Chi vive di sospetti, merita che io lo spettini. E glielo spacchi anche, fiancheggiandolo e poi sbattendoglielo in mezzo ai fianchi.
In tutta franchezza, lo terrorizzo. Lui fa il terrorista se un “terrone” sale agli onori della cronaca, reputando impossibile che abbia tagliato il traguardo quando prima sbucciava solo la (ci)polla della moglie “alla buona”.
Ma la vita riserva sorprese, miscredente. Dalla credenza “popolare”, può venir fuori chi ti “screpola” le palle.
Sì, se sotto la panca la capra crepa, tu caprone non crei e critichi chi creò, in quanto tu crepato e da cremare. Cretinetti!
Lecca il Cremino e lascia star i bambini che sognan se non gradisci i loro “dolcini”.
Di mio, son duro cattivello, sganasciami contro il sorrisetto e a fette ti “righerò” con asce ridenti. Sì, le lame ridono, il lama ti sputa in faccia “a rissa”.
Se amaro giudichi il mio riso, allora orso sarò ancor più ad arderti. Un bel falò scagliato contro chi ruppe la vetrata, qui ad appiccar e impiccar dopo le picconate.
Piccione, io ti cago, non mi caghi? Allora, pisciami in testa. Ammesso che ti abbia lasciato i testicoli. Ci covi? Ecco il corvo!
Secondo me Einstein era un idiota. Tutti a dichiararlo genio. E che me ne faccio di un genio che rivoluziona la fisica se poi non inventò la dinamica per viaggiar spaziale?
Peraltro, andava fermato prima che Fermi brevettasse la bomba atomica per l’uso anomalo dei guerrafondai.
Meglio la musica planetaria, orbitante ad “assonnarmi”, a chiuder gli occhi e navigare piuttosto che questi neuroni tosti privi di ritmo ed elettrizzati a capelli sfibrati.
Meglio Doc di Ritorno al futuro. Quello leggeva Verne, non era una merda da ventimila seghe mentali sotto le tristi maree. La vedeva in grande, e realizzò il vettore dell’entropia, permettendo di “vettori” che i genitori “trombassero” di motore schizzante!
Poveri fessi. Tarantino non copia? No, non copia, trae spunto, ispirazione e reinventa. E, dall’inventar, va il copulare.
Lo sa Uma Thurman. Prima le diede la parte della drogata, poi della protagonista, poi le fu Bill previo non ingravidarla, dandoglielo tanto da Quentin delinquentello col contraccettivo previdente. Mai mettere incinta Uma, altrimenti vorrà l’Oscar per il Rosemary’s Baby. Parto della scopata schifosa e pulp.
Puro trash undergriund da Planet Terror. Al Sud, quando vedono una bionda così, urlano “Che puscio!”. E quindi spingono il tasto rosso del push. Per lo splash da bastardi senza gloria.
Figata della Madonna che Moretti Nanni non capirà mai. Sì, Nanni. Continua col tuo “Cinema” reumatico.
Di me si può dire tutto. Tranne che non sia un genio di “YouTube”, meglio di te che non sai non solo un tubo ma neanche come t’inculo.
Totalmente.
Con questa, per oggi è tutto. E un’altra ne conquisto.
A domani, per altre botte.
Ora, che c’entra Ray Charles? Meglio un “cieco” che sa come toccare i “tasti”. Ray è nero e alla porno attrice Bray Rhiannon piacque il suo “tocco”.
Dicesi piano-forte.
Sono uno stronzo? Lo sono sempre stato.
Dici di no?
Beccati questa “cattiveria”.
Ieri sera, ho vsito il signor Ionata in carrozzina. Gli ho offerto delle tazzine e v’ho bagnato il mio “cornetto”, augurandogli buona fortuna.
Mi ha maledetto, e io: “Non sono superstizioso. Amo i gatti di Edgar Allan Poe e soprattutto le nere gatte. Per lei, Ionata, la vedo invece nera. Abbaia, dai, bau bau. Lo so che ti faccio la bua. Me le faccio anche al buio. Se vuole guardarci, gliele mostrerò a luci accese. Nessun problema, ma non le tirerà ugualmente nonostante le tendine abbassate e infuocati noi da finestra sul cortile”.
Ionata: “Sei un mostro!”.
Io: “Ecco, tieni il binocolo. Reggici i moccoli e attento a non metter becco di bernoccolo. Insomma, eccola, guarda come lo allunga”.

Che c’entrano i VHS? Sono l’acronimo di “Vedi ah ah che slurp”.

Sì, alle banane, preferisco che mi lecchino le bone.

Avete letto? Sì, così ragiona lo psicopatico che mi “pedinò” per anni, salvo esser sedato nell’ano. Ora, par blindato in casa, gli hanno d(ot)ato l’immunità dopo le sue munizioni e i suoi ammonimenti ai “musoni”.
Dicesi vendetta sottile(tta) al tontolone che pensò di girarsele e raggirar e invece adesso gironzola di stanza in bagno a cagarsela

Sì, “avventuriamoci” nella “criminal mind” d’un “acuto (web)master”. “Dottore” in “Scienze delle culinarie”, par che si vanti d’aver culo. Mah, a giudicar dalla sua ragazza, che ha raccattato nell’immondizia del suo immondo “USA e getta”, a entrambi non donerei salviette né salvezza.
Ma quale “sanità”. A questi qua solo che un lavaggio. Mentale? No, da ridurli in ospizio con la mentina e il mio “bon ton”. Insomma, provasse a “sbottonarsi” la “patata”, giudicando le patte altrui e non rispettando i leali patti, giocandosela sporca, e il suo porcello chiederà l’elemosina format(o) salvadanaio, prossimo articolo del suo “giornalismo”.
Che altro aspettarsi da un ebete del (de)genere? L’albero genealogico era già (i)scritto nella pessima borghesia che, pedante, “pedala” e ti dà una pedata.
Insomma, usiamolo come pedone. E se non sarà steso, allora il torpediniere. Non basta? Allora, aggiungiamo un topo nel letto della sua topina.
Impaurita urlerà e finalmente si “bagnerà”. Ché, stando con “uno” di tal “sfatto”, poco è soddisfatta. Per forza, si stufa senza lo stantuffo. Sebbene stia messa male anche quando si consola con marmellata di confettura. Fai fai! Iattura. Il catturone!
Sì, una coppia da “(s)ballo”. Lei di San Diego, una palindroma or “inserita” socialmente ma sempre in quel posteriore assieme all’impostore.
M’immagino le loro notti. Lui: – Cara, hai preso nota di come, dopo un mese, te l’ho reso noto?”.
Lei: – No, ho preso sonno. Mi annoiava. Sei un tonto. Lo voglio tornito.
Lui: – Che cosa ti ha dato noia?
Lei: – Non lo so. Non ho visto né sentito nulla. “Tirava” cattiva aria, così mi son voltata dall’altra parte e ne ho cacciato un altro.
Lui: – Un altro di che? Un peto?
Lei: – No, uno che non come te, “grazie” alle sue (ri)petizioni, mi fa goder di giravolte.
Lui: – Sì, voltiam pagina. Che voto avevi in “Educazione sessuale?”. Che condotta?
Lei: – Mah, non ricordo. Credo d’aver superato il Ginnasio grazia a un po’ di “ginnastica” con quello… di fisica.
Lui: – Ah, un capoccione alla Einstein.
Lei: – No, uno di buone flessioni di cappelle.
Lui: – Svergognata. Che facevi comunella con uno dell’ISEF?
Lei: – No, gliela concessi di “palle a mano” ma respirava male.
Lui: – Soffriva di asfissia polmonare?
Lei: – No, aveva la fisima di non aver il fisico per infilarmelo.
Lui: – E come ha fatto a insegnare quella “materia?”.
Lei: – Scopava con l’insegnante di chimica, specializzata in astronomia. Sì, che viaggi si fottevano. Lei gli decantava le costellazioni, lo allattava e lui veniva in Venere.
Lui: – Ah, quindi quella prof. gliele “girava”. Sarà stata una docente bona che credeva agli oroscopi del Venerdì 13.
Lei: – Non era il diciassette?
Lui: No, non raggiungeva neanche quello più sviluppato dei sette nani, quindi. Ah ah, me le suono da solo.
Lei: – Di suo, appariva un missile ma era sempre sulla rampa di lancio.
Lui: – A scoppio ritardato, insomma. Cioè: scaldava, stava “trombando” e poi evaporava?
Lei: – Sì.
Lui: – E come hanno fatto ad avere una relazione così “duratura?”.
Lei: – Be’, guardavano le stelle col telescopio. Previo la gastroscopia.
Lui: – E quindi tu, piccola stella senza cielo, hai scoperto il tuo Ligabue.
Lei: – Ah, il “pianeta” Liga esiste solo per le ragazzine da boni e bovari.
Lui: – Però le fa sognare.
Lei: – Preferisco un sonnifero. Dai, dormiamo.
Lui: – Aspetta, “amore”. Ho visto cose che non puoi immaginare…
Lei: – Io non ho visto mai le mie cosce, domani ho da far… una radiografia di raggi a balenottera. Devono individuare se esiste.
Lui: – Allora, ti auguro sogni d’oro.
Lei: – Sì, se mi regalassi qualche volta…
Lui: – Una galassia?
Lei: – No, mi basterebbe una collana. Almeno, posso andare sui viali d’alto “bordo”. Altro che borghi di Correggio. Altro che scoregge.
Lui: – Come Belena con Corona? Finirai in carcere. Poi, succhierai quelli dei secondi(ni) col collarino.
Lui: – No, come il tuo coglione.

Al che, spazientita, si alza dal letto e gli urla: – Sono una zoccola, ci sei arrivato? Sto con te perché mi dai il tetto!.
Lui: – Stronza, dammi le tette.

Finisce con tutt’è due distrutti ma peccato. Tutti quei “dementi” andran perduti nel Tempo come lacrime nella pioggia.

Questa play fa… tristezza?

No, fa verità.

Posso, onestamente, dichiararmi l’unico sano di “manto” in una società di ammattiti.
Non c’è la rima? Ma almeno, c’è stata la freddura indementita. Ah ah!

Definizione di freddura: “Battuta, non battona, sbatacchiata a muso appunto duro, che brucia”.

Ah ah.

– Che cazzo ridi?
– Non posso?
– No, non puoi nulla.
– Sei solo che nudo.
– Be’, ma è un bel vedere, no?
– No.
– Perché mai?
– Perché sei volgare.
– Ricorda mentecatta: la volgarità un baffo mi fa e Donna baffuta sempre piaciuta.
– Vai con quelle coi baffi?
– No, me la rido sotto il “buffo”.
– Non capisco.
– Allora, ti piscio.
– Piscialetto.

Finisce col pugno in faccia.

E al solito la “fica” s’infiacchisce, il ricco poltrisce, io danzo il liscio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Wolverine – L’immortale (2013)
  2. Fuori controllo (2010)
  3. Lake Placid 4 – Capitolo Finale (2012)

Facce da books


11 Jul

Su Facebook, la mia recensione di Mulholland Drive riscuote molte offese, e chiamo i marines per salvarmi dall’assedio. Telefono al Pentagono, ma risponde Bush nelle “veci” di Lynch…

Capitolo 1, se sei unico, devi per forza sviluppare l’unicità, anche la lunatica ambiguità, di baionette da baronetto un po’ qui e un po’ senza quaquaraqua

Recensire è difficile mestiere, specie se non ci s’attiene ai “normali” riassuntini scolastici. Tento, nel limite delle immani e disumane potenzialità, di andare oltre. Mi spingo sempre più delirante per vie impervie dell’esegesi sperimentale ma, lungo il cammino “orbitante”, perdo anche l’obolo non dell’universo spaziale ma delle retine oculari, leggi accecanti pugni in faccia a detonazione che frantuma le mie “iridescenze”.

Delle iridi o di quel che fu ieri chi mai può sapere chi fosti, forse Foscolo che diede valore ai posteri o nel posteriore d’ammaccatura al tuo “C’era una volta…” eppur da Proust sei finito fra gli stronzi di tutti i giorni?

Chissà. “Recapitandovi” in archivio qua, su “FilmTv.it”, ieri mattina la postai bella che “magna” e non di “pompa idraulica”, io che di vuoto gonfio e alzo le leve per boicottare i militari. Discretamente, il Frusciante la condivide ma presto i detrattori spuntano e, cataclismatici, mi “disgraziano” con poco grazioso “Grazie”. Un netto rifiuto da “cassonetto”.  Di rosicar perdo degli etti. Sì, la formula migliore per dimagrire… è venir attaccati e, dalla critica distruttiva, ricostruirsi anche cagando i ricostituenti.

Resisto, piango, disperato mi “strangolo” da “mouse” impazzito. Vaneggio, abbaio, urlo con furia, la vicina bussa alla porta ma ho già preso contatti con l’aldilà.

– Pronto? Lei è Dio?  Aiuto! Non sono un povero Cristo!

– Oh Signore, che succede? Gesù mio?

– Mi stanno sverginando. Solo la Madonna può miracolarmi da tali impurità. Intervenga Padre. Sia eterno. Li costerni.

– Figlio, devi cavartela da solo. Al momento, sto guardando un documentario sul Papa assieme a San Pietro.

– Ah sì? Che racconta il Pontefice?

– E chi lo sente? Serve per tener alta la nostra nomea. L’etere, ricorda figlio, non è sognar fra le nuvole ma dar alla gente dei “pezzenti” perché credano a me e a Pietro, che ora stiamo rispettivamente con Petra e un’altra “buona” figliuola nel Paradiso amar(e) loro di tanto “predicar” e poco “predicato” in donne “verbali”.

– Devo aspettare molto per anch’io meritarmele?

– Devi avere fede. E poi potrai toccar il Cielo con le dita.

– Padre, ma tu abiti al settimo piano del mio palazzo?

– No, quassù.

– A volte, mi viene il dubbio… al settimo piano del mio condominio, abita il Caggese. Lo vedo sempre in compagnia di puttane. Sicuro che non sei tu, Padre?

– No, figlio. Caggese con quante va al mese?

– Non ne tengo il conto. Più o meno, una quindicina.

– Ah, non pen(s)arci. In Paradiso, ogni “Giorno” è Notte. Migliaia di morte al secondo e, fra tante racchie, anche molte da “elevare”. Ti saluto, figlio. Altrimenti, poi avrò delle “arretrate”. Pretenderanno lo straordinario e sarò costretto a spedirle da Lucifero, il magnaccia. Ciao.

– Salutami mammata! Volevo dire la più “Vergine”.

La questione, però, non è stata risol(u)ta. Tutta salute!

Da ogni fronte, l’attacco è devastante. Tiro fuor le trincee per non uscire. Mi barrico e provo a smorzare il piagnisteo con una di cioccolata di barra. Poi, scaldo le orecchiette baresi e spruzzo sopra della panna.  Nulla… s’appian’, scoscio come la scotta Alessandra Appiano, “soffoco” di gola nell’amputato sfumar’ e penso di darmi, all’Alessandra e al Magno, alle novelle “rosette”. Di mente surriscaldata, il grido si fa manifesto e vorrei defenestrarmi, a mo’ di una briciola per gli uccelli… nel rov(inat)o. Meglio un Magnum.

Che calibro, che colibrì.

Dopo però le orecchiette pappate d’indigesto, un piatto di minestra per la “zuppa” coi funghi della foresta. Mangio delicatamente, ingoiando le verdure ma le merde son erbe cattive da estirpare. Si chiama maligna tricologia.

Addirittura, la mia recensione ha scatenato una guerriglia che, giunta sin al giaciglio della mia abitazione, armata è già pronta d’ariete. Allarmato, non ho l’allarme, cazzo.

Sfondano di sferratissimo ed entran di striscio… infatti uno ha la siringa per drogarmi. Si chiama anestesia “locale” per l’Uomo non da frivoli locali.

Sì, abito nel loculo alla Dylan Dog.

Il capo della “banda” aizza altro mio intirizzirmi:

– Non devi stupirti se poi la gente ti prende per il popò. Se sei in un pub(e) e compare una figona mentre stai sbevazzando coi tuoi amici e tu, anziché “sussurrarle” un “Ammazza!”, sollevi il calice d’un complimento così… “Oh, sublime frangente di luce, intrappolato in un infinito giuoco di specchi, levigati dallo scorrere di innumerevoli lacrime d’argento…” , ti pigliano per scemo e di sperma non (con)vieni al “conveniente” della “socialità” amichevole d’ammiccar in quanto “amiconi” sulla troiona.

Capisco che un brainstorming baroccheggiante possa essere una forma di catarsi ma, minchia, siamo oggettivi e non prendiamocela per il parere della gente se si decide di metterla su un blog pubblico.

Risposta del Falotico in corsivo poetico:

infatti sono l’ultimo arcano romantico alla De Niro di Heat. Corteggio le donne, quand’ammiran il planar delle trasparenze a mia eclissi lunatica e fluorescente, torbidi allunaggi mai di cinismo o senescenza come una primula di (piu)Maggio. Navigo fra tempeste oniriche. e nel neo criptico me ne sbatto se vengo “colto” in fallo. Oh, nerezza, salvami ermetica da Nerone coi suoi “bruciori”.

Ché dell’ano v’è certezza se della Bellucci Monica ne sei scontato gridar di lietezze, ma del poeta sia mai che può esser più grande di Dante e del ridondar! Ah ah.

E ricordati che le fragole non tutto l’anno son polpose come il mio esser languore e di amor pomposo.

Mi ammazzano.

E ora sto con Dio.

 

Capitolo 2, se il culo è “divino”, ti castigherà all’orgasmo da equino(zio) ma perirai per troppo “perizoma” ossessionato da quelle erogene zone

Trastullandomi, anche oggi di “rapina a mano armata” dell’erotismo “magniloquente” in miei orgasmi, eh sì son camaleontici e nelle “penombre”, fra tanti tonti “spicco” e pochi spacchi (rin)vengo…

Ad avvallo dei miei “cavalli”, son senza ambiziosi vessilli ma non assillatemi coi vostri postriboli. Ché appunto, di posteriori, ne ho oramai ben (d)onde e, a tal inguinali, son subliminale ad apparirti in viso nel tuo sbattermi a muso duro. Contro la parete? Sì, ma rispetta le parti… Sei Donna di cattivo part(it)o e spos(s)sarmi non m’avrai in te dissanguata. Preferisco placidamente disossarmi, “allegramente” inveire nello scorrazzare di mie corazze che tu, femmina a effeminarmi negli scherni, giochi a scherma come Vezzali Valentina. Meglio “quella” di Milo Manara. Ché è più mannara mentre la Vezzali è avvezza a vestir in tuta con la “maschera” e poi tutta a scosciar nel diguazzare sensuale su cosce del mio “accavallato” e piangente rimmel su rima “struccata”.

Oh Vezzali, sei la mia ebbrezza e “rigidezze” d’erezioni cotte “a puntino” su mio decadentismo da “spadaccino”. Tanti m’odiano e poche donne massaggio d’olio, ma Vezzali mia sei più brutta di come ti “penai” attillata senza trucchi. Oh, la mia sciabola scudisciò tanto quando tu d’anca eri a mio “moschettiere” una D’Artagnan, una Donna da gnam gnam. Oh, mia regina, donami delle regge come quelle principesse sul “pisello” del Sole a Versailles. Altrimenti, solo poesie verserò nell’impoverimento ma tanto arricchirmi sia interiormente che sbudellato di fegato e interiora.

Ognuno, in tal vita combattiva, è a mo(n)do suo diverso e inespugnabile. Asciugami e poi getta le “pugnette”. Tergi il mio sudore detergente ché, cristallino, sia ancor duellante in tua vagina di “botta” inflitta sul mio fendente.

Il mio nerbo vitale è come Totò, da molti “contemporanei” disprezzato e di filmografia recisa nella derisione. Han perso il gusto delle nobili buffonerie, e si son tutti adattati a questi tristi crocevia. La gente oramai vive di rebus e indovinelli per “vincere” da belli e le signore belano come pecorelle, illudendosi dive che aman farsi corteggiare da pagliacci e poi mendicare un posto a tavola rotonda…

Oh, Ginevra, accogli il Lancillotto di tal gi(n)ostra. Oh, sono un Artù velenoso e anche un po’ Cagliostro. Ché siam tumefatti da chi le regole civili ha ribaltato, tutti “inquadrati” e impostati. Di me, posso elargirti, speriamo che tu le “allargherai”, la mia timida compostezza e le mie “erette” destrezze.

Amami Ginevra, e la vita ti sarà davvero figa e scevra da questi zotici e pedestri.

Oh, guarda che (di)stacco da podista, ho anche un emporio a differenza di chi sta in Parlamento ed è un demente “imperatore”. Son giocattolaio “matto”, prendimi così… e non “lasciarlo” più. Imbrigliato nelle tue re(di)ni, cavalca con me la Notte.

Fondila e io “dentro” sprofonderò. Affonda pur un altro colpetto, mio cacciatore di lepre da volpone. Donna, mostrami quel che c’è in mezzo alla “gondola”. Senti come l’acqua struscia, come fibrilla e rompe gli argini delle mie “fibbie”. Sai, la mia fibra però più di tanto non “dura”. Adesso è durissimo, coglilo prima che mi “afflosci”.

Son Uomo e domani non lo so se sarai mia Donna. Dunque, dominami e smettila di giocar a Risiko, stai solo rosicando nell’entroterr(on)a. Conquista il mio territorio e si sbriciolerà come un torroncino. Piantandolo torreggiante in te supina e ancor torrida, umida e ignudissima.

Questa è la verità, fratelli della congrega. Stringetemi e voi Donne “stingetelo”. Vi cingo senza vostro marito, violento di cinghia(le). Ne godrete e tutto tutto sarà “irretito”. Ben “nascosto” di pene “losco” fra i “boschi”.

 

Capitolo 3, non ci son pazzi senza pinzimoni, vai cauta con le pinze e donami la tua capricciosa pi(a)zza, basta che non sia uno schiaffo in faccia

Voi ignoranti, “laureati” alla Bocconi e dunque creduloni che, dall’oratoria “bocca”, otterrete lingue nelle bocche, posso solo dire che dovete “aizzare”. Troppo azzimati, finirete zittiti. Altro che Professor Zichichi! Siete delle zingare come la Zanicchi!

Altro che Zanichelli! Indossa lo zaino, torna a scuola e non azzannare!

Troppo agghindati, marcirete zoppi.

Non fa rima, ma ti fa il culo.

  1. W. (2008)
  2. Wolverine – L’immortale (2013)
  3. Pain & Gain – Muscoli e denaro (2013)

Hugh Jackman non è solo Wolverine, “Prisoners”, Official Trailer


02 Jun

“Wolverine”, CinemaCon Footage Trailer


02 May

I am Wolverine!


27 Mar

Wolverine aspetta guardingo e ti trancia da Mandingo, mio manigoldo, eccoti il (rac)conto!

Wolverine sono io, non scherzo, non schernirmi, altrimenti sarai “scheggiato”

Ove la società, annichilita dal consumismo del “grattarsi le palle”, esondando “brillante”, si “perseguita” d’attacchi screnzati e mina le dignità, c’è un Uomo che s’eleva in trono, mai “tronista”, afferra un microfono e lo sbatte in testa a chi non mi batterà mai, poiché sono batteria e “batterio” alle scimmie, il cui cibo è lo “sfoggio” di facce “normali” dietro parametri del “paravento” in questa giungla che, nel frattempo, disboscata da “segaioli” lapidari e combriccole bricconcelle, menan l’uccellino di qua e di là, come “picchi” a issare l’alberino “secolare” della progenie malata alla radice. In quest’assalto ai miei frutti boschiferi, alzo lo scettro e anche il “ramo”, amandomi tra foglie e lo sfog(li)are un libro ammaliante, a discapito e “scalpo”, scapolissimo, dei piccoli picchiatori nel loro “spacciatore” drogato e ruga di gote invero marcissime, scalfite dal veleno “sottile” da ruffiani anali che coltivano l’erba malsana.

Sì, fratelli della congrega e voi gregarie, subalterne e tu, alternativo fra i nativi del Capitalismo a diarrea d’ogni bieco cagar’, ti mando in quel posto, Io, il Capitano, appendendoti da testa in giù, nel col(l)ante che martorio su ascia da toro. Una bella torta e la mia “ciliegina” a “guarnire” i tuoi intenti-“attentati”-stai attento! da “guaritore”.

“Sciroppati” questo, sciroccato! Azzarda una mossa e ti caccio una Tirabusciò!

Ti conosco psicopatico. Tu che ti bardavi di maschera cosicché la ragazza della tua “classe” pendesse dalle labbra dell’orator di massa. Ah, volevi “ammazzarla” a letto, allettandoti d’una “bontà” in condotta. Nelle condutture, invece senza “cottura”, ti concerò di “candito”, nella fogna di tue “foghe”. Ecco le fighine al tuo “figo”, fidati, attendo il momento giusto e poi ti scateno il cane, fra l’altro tuo affine, di pari omicida canino ai tuoi crimini da “crema della crema”.

Non dimenar la coda ché solo sarà menata, non menarti per l’aia, nessuna “aiuola” stavolta ma se sotto le suole calpestavi gli “appestati” tanto adesso, a sangue, ne sarai “pest(on)e”.

Canta, mia scugnizzo, cagnone per la cagnolina di pelo rizzo, aizzasti e poi, di zizzania, perfin ti pararon le tue “zie”, vecchie come te d’una gioventù sempre vostra sbertucciata, ah, gli ebeti, il “belato” mia bertuccina!

Guaisci ché io sgualcisco, ecco l’addolcito al tuo “cucirti”. Stai zitto in quanto sei già cotto. Datti al cucito, son il caffè arso del tuo cucinotto. A cuccia! Nessuna te lo ciuccia!
Bolli(to) di ripicca, appicchi altro fuoco da “benzinaio”. Ma, (im)moralmente, accendo un fiammifero e aspiro la sigaretta, tappandoti, mio nano, da sughero.
Sei un’alga, un’ameba, meno degli analfabeti con un vocabolario che va da Alfa a Beta, la tua Berta fila… e “insaporisci” di tutto “struscio”. Che “lisci”, che integrità, che aperitivo. Sei un po’ ingrassato? (De)noto un fisico a pera, saran le tue “mele”. Imbarcato di “banane”, la scimmia ti sta possedendo e, di “sedere”, assetando. Che “assatanato”. Nelle tane sei (Gin)tonico, ma io intonaco da “tonno” le tonalità del mio tuono!

Eccomi, tornato, non scappare di tornanti. A ogni svolta, a ogni angolo, potresti incrociare una “crociera” ad affogarti. Ecco a te lo “sfigato” su cui sfogavi le frustrazioni che, di frusta, ti rende un “fusto”.

Ti manca solo un’asta “lì” e, dopo anni di tue canne, “canino” sei ora tutto cariato.

Un consiglio: “quelle” delle canaste aspettano il “canestro”.

Io, di estri, ti fregai! Mostro, ecco il tuo pastrocchio!
Non pianger d’occhietti, dammi retta, nel retto la tua “rettitudine” ottusa è “perpendicolarmente decumana” al tuo sempre “venir”… alle mani.

Non t’ho neanche sfiorato, un “leggero” for(nin)o alla tua “forza”. Non fuggire nei fortini, sei un topo da formaggino!

Suvvia, adesso circuiscine un’altra, mio pagliaccio da circo.
Guarda che il frigorifero ti conserva di muffa!

Che “torchio”, ti torciamo tutti attorno e, in gran coro, saremo, non sanremesi di canzonetta, “innamorati” a cuore… aperto!

Che cibarie! Non ti dai le arie?
Come? Non va il riscaldamento? E allora ti useremo come ventola!

Credo di essere sempre stato Huck Jackman, da che ho memoria… mi tagliai gli arti(gli) inferiori, eh sì, vissi in Antartide, ove l’orso mangia il salmone…

Di bianco pelo ruvido, l’orso è iroso, tramuta in lupo e, come questa “creatura” X Man, optai, oplà, poi per l’Oriente di combattimenti dai legamenti… “crociati”, shock anafilattici a quelle “a mandorla” di (g)nocca, causa troppo stress patibolare delle mandibole “calorifere” dinanzi a cinesine che gli fan nasin “asino” nasino con tanto di “vasellina” a un licantropo di miglior bur(r)ino. Il burrone!

Sì, Wolverine è un pollo al limone!

Ve lo siete sparato questo teaser del Wolverine, oggi uscito di Marvel in James Mangold?
Che cazzo c’entra James Mangold, ch’è specializzato in storie “a tu per tu” di anime difficili e “stonate”, sorde alla Stallone di Cop Land, con questa semi… scimmia, semiscemo, versione Hulk rabbiosa ma umana già di suo muscoloso, ipetrofico senza idrofilo, affilato di denti e Jackman pompato, slabbrato, “scamiciato”, urlato, “ludro” e ossesso a spaccare le ossa? Senza corazze da Iron Man del cazzo?

Non c’entra proprio nulla.
Infatti, a dirigerlo doveva essere Aronofsky, Jackman s’era già levigato di dieci ore da palestra(to), salvo poi imbruttirsi miserabile e recuperare “pesi” e “attrezzo” al fine di rassodare i culetti, suoi, e dei cattivoni da mangiar in un sol boccone!

Uno dei filmati più corti ma orripilanti della Storia.
Appena “parte”, Jackman ingrana la quinta del bicipite su pettorale “tartaruga” e jeans da James Dean “duro”. Ecco che fa svalvolare pugni fra i pugnali, sì, il film appare un cappa e spada nel Kitano più scimitarra del Takashi Miike “fumettizzato” alla John Woo d’Ang Lee scimmiottato nel samurai senza codice, cambiando registro in zona Hollywood “spettacolarizzante” di coreografie su “grafia” e graffi del nostro e una bella fica puttanina, che non ci sta (?) mai male per condire la salsa agro-dolce d’involtino Primavera su questo “bono” da ravioli al vapore e capelli cattivelli da cirro pazzo e cotonati come le patate della rosticceria “Cin Ciun Lin”, da cui anche il napoletano Ciccillo “asporta” un “cartoccio” in fronte di “gustativo” i figli so’ pezz’… de’ mer… “Mer” sta per mare alla francese o per bacio al tuo “gelato” fritto? Questo lo sa, appunto, Mario Merola.

Un film che si prospetta “appetibile”.

Una megastronzata colossale col colosso Hugh Jackman in tenuta d’animale!

Si “tiene bene” il bell’Uomo.
E chi lo conterrà? Accontentatelo! Finale ove vissero tutti contenti? No, da infelice rimarrò tale per un altro sequel tale e quale.

Egli azzanna, urlando “Tieni questo!”, salta, esulta, evolve e, d’involuzione, è primitivo guascone!
Che ti rompe il musino e ti schiaffeggia, mio Balanzone, di “sganascioni!”.

Sì, Wolverine sono io.

Come già scrissi, mi scambiarono per Clark Kent, quando invece sono Cary Grant di Flash Gordon su “sbandierarlo” in modo avventato ma alle corde degli orgasmi vocali. Cary Grant interpretò anche Gary Oldman di Batman. Cary piglia, pigiava nelle donne e si faceva sfilar anche il pigiamino. Senza Bignami, Egli era gnam gnam.

Infatti, mi “catapulto” su ogni donna e accuso le “botte”.

Rimango genio in the bottle, borbotto!

Ma nessuno “mi batte!”.

Quindi, meglio Wolverine, un William Burroughs a cui è preso lo “scazzo”.

Ora, fratelli, urgente è un ambulatorio!

Applauso!

Bacio, Notte, mio mignottone!

Ti rompo il mignolo e ti frego il Magnum! Che cioccolato!

Lo stecchino tuo ha steccato, beccati il mio ciuffo laccato!
In culo tuo appiccicato!

Regola dello stronzo, qual sono: coniglio ieri mi desti, mi destai incagnito e ora, dentro, ne sei incagliato!

Che figura da coglione, mio gran trombone!

E leva quel manifesto di Claudia KollCosì fan tutte, così ti ho infestato di fece qual sei!

Lo senti il basso?! No, è un Brass di brusio ad abbrustolirtelo!

Pollo arrosto, più quaglia di te, neanche tua madre che amava macellarmi mentre di un uccellone se ne godeva da pazza.

Son matto? No, ti son mattatoio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Hulk vs Wolverine & Hulk vs Thor (2009)
  2. Wolverine – L’immortale (2013)
  3. Wolf. La belva è fuori (1994)
  4. Balla coi lupi (1990)

Genius-Pop

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