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Mi attizza il Joker di Joaquin Phoenix e Mickey Rourke poteva recitare in un film di Dario Argento


17 Sep

Phoenix Joker

 

Qual è l’esatta pronuncia della parola pudico? E qui casca l’asino. Lo so, asinacci, a Bologna dicono lo suocero, al posto del suocero. E a Bologna, spesso e volentieri, sbagliano anche l’accentazione della parola rubrica.

Sono degli uomini sgrammaticati, insipienti e sciatti, gretti, ignoranti e stolti, dei veri clown. Io, tutt’al più, sono un commediante, infatti scrissi un libro omonimo che potrete rinvenire sulle maggiori catene librarie online. Anche se, va ammesso e non rimandato al prossimo anno, dopo la lettura di tal succitato libro, non sarete più rinvenuti, sebbene continuerete a venire, forse pure meglio, nella vagina liscia e morbida della vostra donna. Donna carina, vera peperina, vera volpina, ottima prugnina.

Sì, come il Joker sono uomo armonioso, libero e giocoso, pagliaccesco, oggi malinconico e domani in te, donna, focoso, in quanto giammai uomo deperito e mai perito, come quelli degl’istituti industriali, nella sua passione ardentemente ardimentosa. Che si mantiene ritta, nonostante mi urliate che debba raddrizzarmi.

Uomo freak per eccellenza, fisiognomica incarnazione di ogni tormento esistenziale racchiuso in un’espressione sorridente eppur addolorata, con la pelle del viso emaciata e non raggrinzita, di fronte corrugata ma non rugosa, che si pone all’obiettivo fotografico in maniera obiettiva. E, dinanzi a questa società edonistica, frivola e materialistica, continua a conservare una lucidità bestiale, poiché il Falotico, nonostante i furbi e fuorvianti depistamenti, le devianze a cui potrebbe soccombere, non corrompendosi nell’animo, rimane perfettamente fotogenico. Sano come un pesce, squalo delle tenebre e pinguino come DeVito.

Uomo invidiato e ambito in maniera sesquipedale, sì, uomo di grandezza morale incommensurabile, spropositata. Che rifiuta le gentili offerte delle donne più belle semplicemente perché è un coglione e preferisce riguardare Mulholland Drive.

Egli non è affetto da nessun delirio demenziale, miei uomini affettati che, in maniera affrettata, addivenite a diagnosi troppo radicali e superficiali. Egli volteggia in modo grazioso sulle più belle grazie e, dopo gli amplessi sudati e sinceri, non le ringrazia ma scivola ancora al plenilunio laddove la sua ombra scompare nel tintinnio di un’altra orgasmica emozione. Emozione fa rima con erezione. A tutte ne do lezioni e olio il da farsi con precise lozioni.

Sì, Mickey Royrke, invero, ha già girato un film con Argento. Come lasciai intendere nella mia recensione di Angel Heart. Nella mia chiosa e postilla finale.

Alan Parker, nonostante qualche suo film madornale, è sempre stato un regista impersonale ma Angel Heart non ha nulla da invidiare al miglior Dario. Soprattutto nella scena in cui il Rourke, d’incubo terrificante, sogna e dunque immagina di trovarsi in una sorta di scantinato tetrissimo, con un losco figuro col cappellaccio.

In realtà nella suddetta scena, Mickey voleva chiedere a quel signore vestito di nero, sì, l’uomo nero delle favole per bambini timorosi di Dio, se assieme, in quella cantina scura, potevano bersi due litrozzi di vino. Da canzone dei folli alla Bukowski, infatti Barfly docet.

Eh sì, checché se ne dica, nonostante le maldicenze e gl’iettatori, questo Falotico è proprio un bel personaggio. Altroché.

E, alla domanda se preferisco River o Joaquin, risponderò sempre: prediligo Lauren Phoenix.

Adesso si è ritirata, ma quanto me l’ha tirato… Se dite che Lauren è o fu una troia, sì, lo è, lo fu eccome, ma non venite a dirmi che il suo culo non è/era da Oscar. Smaltato e da smaltare, così i chili di troppo smaltirete.

Ricordate: nella vita, bisogna sapientemente dosare il cervello con quel qualcosa che alle donne pare tanto bello.

Se una donna vi dirà che non è così, è una suora.

Che poi anche le suore…

 

di Stefano Falotico

Ogni uomo ha i suoi demoni


15 Sep

Angel Heart

 

Sì, ho rivisto due volte, negli scorsi giorni, Angel Heart.

Film che rielaborai perfino in un mio libro, Cuore angelico tenere tenebre sanguigne.

Sto rileggendo il pdf di suddetto mio libro, pubblicato qualche anno fa. No, non mi piace. E qui sono come Kubrick che, a proposito di Paura e desiderio o forse de Il bacio dell’assassino (non ricordo con esattezza, perdonatemi, e al momento non ho voglia di controllare su Google, ah ah), l’auto-definì una mezza schifezza e sostenne che era la pellicola di un esaltato giovincello che ancora della vita vera sapeva ben poco. Un progetto tanto ambizioso, moralmente nobile quanto pretenzioso e privo, sostanzialmente, d’ispirazione coerente.

No, l’ispirazione non mi mancò, affatto, ma il libro è troppo astruso, ci son virgolette ogni due tre parole, e ciò sfiancherebbe anche il lettore più paziente e introspettivo. È un’opera che, comunque, se volete leggere, trovate su IBS.it. C’è qualche errore di editing, ma poca roba.

E ripubblicarlo non vale la pena. È così, e prendete quei piccoli refusi come licenze poetiche, diciamo, ah ah.

Torniamo ad Angel Heart, non perdiamoci in digressioni troppo bibliograficamente inutili.

È un grande film, ribadisco. Credo che la prima volta che lo vidi, sì, avrò avuto undici anni. Ed ero ancora suggestionato dalle lezioni di catechismo. Pensavo che, se avessi alzato la gonna della maestra, sarei stato arso all’inferno. Il mio animo puro e ingenuo, come solo l’animo di un bambino può essere, rimase particolarmente impressionato da Robert De Niro. Che, soltanto in seguito, divenne il mio attore preferito.

Ora, sebbene ancora infante, nonostante mancasse pochissimo alla pubertà, il suo Diavolo mi spaventò quanto Freddy Krueger, uno dei miei babau terribili di quel tempo. Sì, non prendevo sonno la notte e immaginavo che Freddy, da dietro l’attaccapanni, che sta proprio nell’angolo del corridoio e che, dalla postazione del mio letto, è visibilissimo quando la porta della mia camera è aperta, spuntasse tutto lurido e fradicio. E, mentre i miei genitori se la ronfavano di brutto, potesse strappare coi suoi artigli il mio cappottino giallo da bimbo Georgie di It, e poi si avventasse sul mio pigiamino, stracciandomi il ventre col sol potere del mignolo metallizzato.

Sì, sarò per questo che ho sempre guardato con diffidenza i metallari. Ah ah. Sì, chi ascoltava i Metallica e gli Iron Maiden, con quelle magliette tutte sbrindellate, mi dava l’impressione di essere un ragazzo bruciato come il Krueger. No, mi sbagliavo. Ma non tanto…

Sì, mi sentivo spaventato e indifeso come Georgie. Ma state tranquilli. Molti adolescenti della mia generazione impazzivano per la voce melodica da Mulino Bianco e da fatina magrolina della cantante Giorgia e per Michael George, soprattutto se erano tendenti all’omosessualità. C’era anche chi, oltre a George Michael, sognava di averlo lungo e d’insaccare le palle come quel negrone di Michael Jordan. Ho detto tutto. Erano obesi e alti un metro e venti.

Di mio, mi ricordo che mi lasciò di stucco la scena del film Il volpone, in cui quel marpione di Villaggio strappava le mutandine di Eleonora Giorgi. Una scena che, se vedi appena puberale, non t’infonde grande fiducia nel genere umano. Sì, in quel film Villaggio si finge moribondo, in fin di vita, per potersela godere come un matto. E così il suo migliore amico (Enrico Maria Salerno), che spera di accaparrarsi l’eredità di questa vecchia volpe malefica, una volta crepata, desidera che la moglie, la Giorgi appunto (che all’epoca aveva il suo perché), regali il suo splendido corpo al finto poveretto. Ma il volpone arzillone, comunque, non riesce a scoparsela. E alla fine rimane completamente inculato. Soffocato.

Va be’, detto questo, torniamo ad Angel Heart. L’unica pecca che posso muovere nei riguardi di questo film è la scena di sesso delirante e satanica fra un impazzito Mickey Rourke e Lisa Bonet. Che è praticamente uno stupro. E che trovo sinceramente un po’ disgustosa, esagerata. Comprendo altresì bene la ragione per la quale, nei passaggi televisivi, tutt’ora la censurino. Peraltro, stona assolutamente col climax elegantissimo della tensione armonicamente noir respirata sino a quel punto.

Scusate, mi sono perso. Stavo parlando di De Niro. Che c’entra questa squallida, animalesca scopata?

Ecco dicevo… sebbene piccolissimo, capii immediatamente che il suo personaggio, Louis Cyphre, insomma, era l’angelo ripudiato da tuo Signore del cazzo dal Paradiso. L’omofonia tra Louis Cyphre e Lucifero, anche se non conoscevo ancora l’inglese, mi parve istantaneamente evidente. Quindi, avevo intuito che De Niro altri non era che Satana in persona.

Ma, soprattutto nella scena finale, quando De Niro, con le gambe accavallate come un maiale, i capelli lunghissimi e il bastone appuntito, ridacchia dinanzi a Rourke, mi lasciò di sasso. Agghiacciante.

Adesso, naturalmente, non mi fa paura per niente, anzi, la trovo ridicola. Ma ci sta. Che cosa volevate? Che non mi spaventassi? Sarei stato un mostro. Sì, Michael Myers di Halloween.

Io ho una teoria su Myers. Myers, a mio avviso, non si può neanche definire, a conti fatti, un mostro. Il mostro è stato quello di Firenze (che, sempre secondo me, non era Pacciani, un contadino disgraziato che al massimo guardava i film con Edwige Fenech), Myers non è un mostro. Per nulla. Non è neppure, a ben vedere, uno psicopatico. Lo psicopatico, ed estendo un po’ genericamente tale definizione al cosiddetto serial killer, è sadico e prova godimento a sgozzare e trucidare le sue vittime. Questo suo insano, osceno godimento appartiene al quadro clinico della sua patologia.

Myers è proprio una creatura demoniaca. Un pazzo totale e scriteriato. Non ha alcuna coscienza umana. Ammazza tanto per. Gli tira il culo. Ma non è affatto consapevole neppure di avere ucciso qualcuno. Piglia il coltello e va in giro di notte come le streghe con le scarpe tutte rotte. Appunto, di lama appuntita.

Myers è un degenerato. Un mai nato. Un abominio.

Di mio, spero di non incontrare nessuno come lui. Anche se, posso confidarvelo, quello del quinto piano non me la racconta giusta. Non salgo mai con costui in ascensore. Perché potrebbe decollarmi? No, perché credo che sia frocio.

Angel Heart (leggetevi la mia recensione) è bello, bellissimo.

Invece, per quanto riguarda Freddy Krueger, ecco, perché continuate a scrivere Freddy Mercury? Ma quali ipsilon e i greche di tua sorella! È Freddie, lo volete scrivere bene o vi devo insegnare tutto? Adesso, imbecille, metti su Innuendo e cantiamo di qua e di là. Non va bene se la cantiamo qui? Vuoi che la cantiamo lì? Ok, tu intanto suona il violino. Guarda la tua donna che forme arrotondate e gustose da violoncello che ha, deve acco(r)darsi al mio l’uccello. Sì, quel LA va rivisto col diapason. Ecco la nota ficcante! Che gola profonda, che gemiti deliziosi. Musica celestiale. Invero un po’ carnale.

Lei, piuttosto, solo perché ha visto Showtime, la smetta di dire che De Niro non è mai valso un cazzo. Lo riguardi in Angel Heart. Che classe, che sguardo, che carisma!

Intanto, il mio caporedattore mi ha permesso di correggere la recensione di Quei bravi ragazzi. Non solo quella.

Tutto a posto.

Sarà un’altra notte in bianco. Ma, per fortuna, nel ripostiglio ci sono le scatolette di tonno. Sì, salate, salatissime, da leccare come leccheresti la donna dei tuoi sogni.

Per farla breve, potevo essere un playboy come Mickey Rourke ma m’innamorai di De Niro. Subii un’immensa fascinazione nei suoi confronti, e persi molto in fascino. Sebbene, come Angel, un po’ mi sdoppiai.

Sono comunque ancora in tempo per non arrostire.

Vedete voi, piuttosto, d’infornare le patate.

Vi conosco, eh.

Non mi fottete. Voi trombate la vostra donna ma, in autobus, ad altre donnine, pure brutte, mamma mia che pessimi gusti che avete, fate la mano morta…

Toccate, miei toccati.

Eppur alle volte ancor mi tocco.

 

E sgattaiolo…

 

di Stefano Falotico

La caccia alla “mia” strega, ci pensa Vin Diesel


24 Sep

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Circondato dalle tenebre di Eros Bosi


10 Apr

Recensione di Lokee

Tre racconti (im)morali per questa vostra Halloween da fottervi!


01 Nov

Compariranno in un altro mio libro, non provateci, è tutto salvato e registrato!

Halloween: la leggenda Gran Torino di Walt Kowalski, che macellò i bulli da “scherzetti” cattivi con un “dolcetto” imprevisto da eroe e “martire”

Calvario, anche calvo se mi va, me la son sempre cavata, lontano dal trambusto, sono un “bellimbusto”, un “ignorante saccente”, un ossimoro vivente, un teschio ossuto di carnale rinomanza “offerto in remissione dei peccati” dinanzi al (ro)manzo vostro delle carneficine da maiali. Se non vi piaccio, contattate il carro funebre, perché sono malinconico, adoro odorare l’odor del vento di prima mattina con la birra in mano, mi asciugo le palpebre in questo nosocomio di matti dai visi pallidi con giustizialismo Callaghan versione Good in mezz’appunto a bulli bad e al mio “ugly” quando sparo angry, ringhio e non dovevi farmi arrabbiare perché, se la prima volta ti salvasti per il rotto della cuffia, adesso t’acciuffo per la seconda lezione in casina tua, succederà un casino, non mi hai tranciato i canini né deragliato la mascella, macellaio ti spedisco in corte d’appello e poi finirai per direttissima a esser “incappucciato” in prigione, ove te lo faran “nero” assieme a secondini nel benedirti, “Dio che figa…” (come dici tu…), prima dell’estrema unzione nella “cappella” e dunque la sedia elettrica. Piaciuta la “sega?”.

Da che mi ricordi,
son sempre stato vecchio. Perlomeno, da una certa età in poi, quando la mia coscienza s’elevò da poeta. Arrivato nel bel mezzo di una quasi “normale” adolescenza, traviai fottutamente nell’adiacenze d’una serenità nottambula “ghiacciata” come le mie iridi vitree, su spalmarmelo lievemente in carta “al vetriolo” ostinato rimbalzante fra i balordi balzani e gli “adulti” panzoni. La mia ricetta era questa, un po’ di narcisismo, poche chiacchiere, tua colite su derisioni che mi fan un baffo mentre sbuffo altra noia da elegante “accattone” quasi “elefantiaco”, disprezzo totale per quasi tutta la società e tuo padre vada a lavar i piatti e s’ecciti di fronte alla scosciata del programmino “piccante” mai quanto me che gliel’appuntirò nell’evirarlo di netto appena “sbotta” dalla patta e mi urlerà ancora “Basta!”. Di mio, preparo la pasta e poi mi massaggio il “fagiolo”, scoreggiando in faccia a tali (g)nomi, essendo io mille nomee in questa contea di fascisti.
Mi chino per poi non salir la china e non faccio mai (f(at)ica, perché mi vanto di tirarmene… fuori. Se un’anziana signora mi disgusta, la “bacio” di saluto “militare” e le auguro un piatto “caldo” con mio sputo al catarro. Sì, la mia raucedine è acida così quanto la mia anima, liscia e levigata, ché di guerre e retoriche ne ho piene il mio “alzabandiera”. Preferisco strusciarmelo sotto il plaid assieme a un cane che carezzo soprattutto quando ce lo rizziamo assieme, contemplando il “planarlo” via in spirito ribelle su bollente affumicante vicino al camino.
Va da Dio, meglio di te in “carrozzella” con la “principessa” crocerossina.
Alle infermiere, preferisco “ferirmelo”. Al tuo miele, una sodomia a farti male.
Alla religione cristiana, un sano ridermela da matto.

Ma qui la gente non ha rispetto. In questo, è peggio di me. Quando succedono gli scandali, si fa i cazzi propri, tiene la bocca chiusa e pensa solo che domani, oltre al lavoretto per tirar… a campare, devono andare in palestra a “rassodare”.
Non dimentichiamo il bar(o).

Questo mio stile eccentrico di (non) vita, non è stato ben accetto.
Minacciarono e poi, vigliacchi, ribaltarono il crimine quando m’incazzai.
Arrivando perfino agli “stupri”.
Il prete è mio amico, m’intimò a lasciar perdere ma insistetti. Mi sta lì che un idiota venga in casa mia e si permetta di “sparare”, continuando nelle sue porcate.
Il prete m’avvisò che, se avessi reagito… di testa mia, avrei passato i guai.
Me ne fregai altamente, in linea con la mia Altezza.
Mi recai nei pressi del malfattore, l’animale, e lui sparò di nuovo, poco a “salve”.
Non mi salutò neanche, saltò.

Non morii e anzi sta continuando la battaglia legale.
Di mio non son cambiato, odio gli sciocchi e chi li ha “educati” all’omertà schifosa, provoco a f(r)asi alterne per veder come si “muovono”, non mi do una mossa e, se mi va, oltre a farti pagare altri soldi, ti “sedo” io stavolta, sbattendoti in manicomio giudiziario.
Vedremo se avrai ancora il vizietto di toccare oltre il lecito.
Figlio di puttana, ti avvertii di lasciarmi “perdere” ma non volesti darmi ascolto.
Allora, ne sentirai…

Notte di Halloween, racconti inauditi di un “deficiente” stralunato a babbei inculati: Dracula il maudit contro un idiota maligno, Dracula ulula e lui urla

Iniziamo con quello “serio”, se non gradite la serietà, passate al secondo, poi ci sarà il dolce a “frutto” della tua “banana” sbucciata!

Il lupo perde il pelo ma non il vizietto, ah ah!

Studio della mente di uno psicopatico, che trovò Dracula ad analizzarlo, anche in senso anale e presto carnalmente come la sua idiozia “straziante”

Appartengo a quella stramba, onorata categoria di chi oscilla perentoriamente fra stati umorali d’un brad(ip)o orgoglioso di mia “brodaglia”, poi sussurro agonico “malincuore”, stremato fra delusioni insistenti e una rabbia vincente.
Quella che ti fa innalzare tra suini a me or supini, in volo tramontante acciuffo il criminale di turno, strangolo la sua indole teppistica e lo inchiodo alle responsabilità del (ris)petto che non indossa a vesti altrui spellate.
Che costui, sciaguratamente, sempr’invade, copre di calunnioso “annot(t)arle” in diagnosi da schedario del suo paio di palle imbracate in pantaloni consumati di “strappo”…
Con me, iniziò una lotta sfrenata di abusi psicologici e ricatti degni di Auschwitz, per “infantilizzare” la mia volontà e circoscriverla nei suoi circhi stracolmi d’aridità e arsioni.
Abrasione dietro altre bruciature “marchianti”, col beneaugurante suo desiderio “intimo” del final arrostirmi in “fornace” crematoria. Gustare il rancore “impotente”, macellazione “sedante” d’altro “godere” oscenamente il suo ferreissimo “intelletto superiore” anelante alla cagione gradente nuove impiccagioni. Un manifesto mostro, reiterante in “tirarselo” a “lucido”, ghigliottinando con “appuntite” lame del suo “morto” di fame.
Qui, non c’è la rima ma il bacio del ritmo a suo graduale cagarsela.
Ma narriamola con calma, così può assaggiare la suspense dell’attimo vagamente “crepitante” in cui, (in)castrato con le (s)palle al muro e inchiodato in pelle tanto da lui scarnita da cane, “fremerà” in febbricitante nervosismo dell’implorazione a una pietà che non gli sarà concessa.
“Punitore eretto” in glorificarsi nel ficcare… ma trascurò l’impalatore Vlad, anima ribelle convertitasi al diabolico Cuore immolante spettri sonnecchianti un ritorno fervido, placante solo quando il Sole ancor m’addolora in troppi suoi raggi frivoli.
Queste luci stroboscopiche della Luna cangiante ossequiano la mia signorilità divinizzata in principato altero, or che mi son trasformato in ateismo (s)consacrato.
So, posso turbare le coscienze piccole, addentar di canini i virginali colli con “bianchetto” presto (s)macchiante del “segno” non ingravidante eppur affondandolo (s)degnoso da “lebbroso” in labbra calde su incagnirmelo di grosso spolparle, ruvido nel rovente sciogliermi con disgelat’anima in succhiotti a pelo maculato nel mantello nero dentro muliebri “oscurità” di fino esplorate. Ma sì, devo deflorarmi e smascherare me quanto soprattutto le bugie con cui vi “colorate”, a scopo assai scop(pi)ante, del già vostro essere imbruniti nel grigiore maleodorante dei porcili più ambigui, perciò ripudianti da podio di quelli che agognano a sgozzar il pollo per il podio dei “galli”.
Ai galli, ho sempre preferito sbattervi in galera.
Alle galee dei galeoni, il tuo galeotto. E vari giavellotti da Artù contro il traditore Lancillotto. Meglio Mina di Ginevra. Anche se Mina me lo conciò per le feste. Ginevra, almeno, spappolò i testicoli di Lancillotto. La perdonai, tanto Lancillotto non vale un cazzo. Avranno giocato solo a carte.
Alle futili “gioie”, un gioco adesso mio e non puoi sfuggirmi. Ti godo da Dio, in gola! Dove cazzo scappi? Ah sì, il tuo cazzo sta nelle mutande, spesso delle troie da te sporcamente denudate, subitaneamente “eiaculi” fuoriuscente.
Io sono il pulitore, mio punitore. Dai, stringimi la mano, attento al braccio. Sai… quando uno “spezza” a chi puzza… non fa male al polso reciso ma di solito, anche fra i mostri con forma umana come te, il braccio è collegato in quel “posto”. Alla base del collo o del culo? Il dolore, del rompertelo, lo avverti vicino alla giugulare e poi crepi di lento crepacuore… Un “infarto” dissanguante. Non urlare!
Idiota, chiamami solo ululato! Non sapevi che Dracula è matto?
 
Come inculo il Mondo da lupo e regalo un (t)orso notturno alle “lontre”, dette foche per fighe mie mobili, talvolta anomale, eh sì, sono le magie del “mio” su “ prestidigitazione” in malia “oliata” e limonante da “solo-sodo”, il “mobiliere”

Le “regioni pneumatiche” di un gatto

Da che mi ricordi, dall’età di 13 anni, prendo per l’ano il Mondo. A tambur battente. Se una ragazza vuole del “burro” da me, che non mi svendo, prima lascio che s’imbrodi da lasciva e dopo la… sbroglio, “facendola” che si decolli a sognar il mio Ercole. Io a costei non lo sventolo. La sventrasse un altro goloso. Già, imbrogliandomelo da solo, essendo fuori dalla ma(ta)ssa. Sì, le donne stressano, meglio il materasso Eminflex di tuo fletterti in peti cosmici, il cui odorino “sparisce” senza “darlo” a vedere. Un po’ si sente ma è evacuar “sentimento”, dicasi anche gastrite e farsi il marcio fegato.
Da allora, oramai ho perso il conto delle mie masturbazioni. Un Tempo, sapete, le annotavo su un taccuino. Periodo puberale ove abbisogni di tener le “notti” quando si gonfia dinanzi a svettanti tacchi su belle cosce pienotte. Oltre a registrarle dalla TV, le archiviavo in un “diario”.
Insomma, non lo davo eppur venino… lucidato. Talvolta, dovevo pulire lo schermo per troppi atti “impuri” incontenibili. Ve ne racconto “una”, ad esempio, del mio “lampante”. Sì, se non schizzava sul lampadario o sul pavimento, è lapalissiano che, issato al massimo in acme arrossito, “partiva” di “botto” previo fazzoletto “imbranato” su troppo eccitamento fuori dalle orbite. Strabuzzando, si (s)lanciava “fulminante”. E le macchie cospargevano la catodica “vittima” (non) designata. Sì, avevi mirato in mezzo a quella con le gambe più carine, accavallate per il tuo cavallino matto e, invece, “cannavi” su inquadratura (s)voltante di primo piano aberrante del presentatore “mascolino”. Cioè, un minchione. Avevo e ho un bersaglio “infallibile”.
Gioco di fallo e di fava, di fame e di feci non tanto me le facevo, di Fuca e tutto lungo di forza.
Oggi, la “musica” non è tanto cambiata. Ad Halloween, questa festa pagana importata dagli americani, preferisco sempre il mio “cagnone”. “Celeberrimo” lupus in “fragola” per la zucca “vuota” eppur di scherzetto a poi addolcirsi con niente fra le dita, tranne il “dolciastro” un po’ amarognolo-denso dell’essertelo infranto.
Vengo umiliato da tutte le gatte “nere”, da cui il mio racconto preferito, “The Black Cat” di Edgar Allan Poe.

Morale:

“tiratelo da sé” se non c’è il tiramisù, meglio “berselo” in un bicchier d’acqua.
Poi, mescolare con altro “zucchero”, detto anche saliva sbavante dell’ultimo grido, fare… un gir(in)o in macchina e “inondare” le strade affamate su malfamati spermatozoi innocui, poiché già denutriti della “potenza” pericolosa. Sì, sono un onanista a luci rosse dei cazzi miei. Meglio di te, pedofilo. Al lupo, al lupo, tu pervertito mi fai paura! Non violentare il bambino!
Ce la vogliamo dire? Non cambia (contro)mano, me ne son sempre (s)fregato delle regole. E, se mi spacchi il pacco, te lo apro con una tegola sui testicoli e testacoda sgommante.
La tua scema non voleva delle gomme da masticare? Mangiasse allora la schifezza!
Brum brum, ah ah, salutami tua madre! Me ne son fatte tante… su di lei.
E lo sa.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Halloween. La notte delle streghe (1978)
  2. Halloween. The Beginning (2007)
  3. Il signore del male (1988)
  4. Gran Torino (2008)
    E Pippi Calzelunghe si chiama Tama Rein e ha (e)messo il primo porno.
    Sai che roba. Ne verranno altri. Da me lo prenderanno nel culo.

Viggo Mortensen di Cronenberg, il C(h)rono, testa di tuo con(at)o e manicomio!


29 Sep

I soliti idioti che non sopporto di questa società

Una generazione egoista, ipocrita, fascista, partorita dall’anestetizzante e flaccida borghesia “tranquilla”, oserei definirla aberrante e da pulir con egual “nazismo” a bugiardini… nasi

Dovete sapere che per “puro” diletto, sto prendendo di mira nuovamente uno “squalo” squallidissimo, incosciente, una delle più vomitevoli sanguisughe cannibalistiche che la mia (s)fortuna incrociò Tempo “memorabile” addietro, per fortuitissime circostanze ch’ebbero in me la grave “colpa” di frequentarlo per an(n)i ebbri. Può capitare d’incrociare un criceto e poi non pender più dalle labbra su(dat)e di topaia. Ma “imbarcarlo” di sbraco.
Mio gioco adesso invertito è “giocondamente” sputtanarlo, anche a costo di ricevere altre “sedanti” querele e varie sue ammende a mo’ di ammonizione “spurgante” per (in)castrarmi, espellermi e spel(l)armi. Ho sette vite come i gatti. Perciò non ho paura. Di total sfacciataggine, ne son a “esso” (infatti è amorfo disumano d’antropomorfe “somiglianze” con l’ominicchio quaquaraqua e dunque paperino) l’antipatia schierata in perenni battaglie, non solo legali. Esemplare “codesto” delle sempre deste frivolezze più ridanciane, “baldo” giovincello d’una spaventevole adolescenza protratta a sua elefantiasi mai “profilattica”, immolata al “moralismo” miope della “sanità” mentale e morale (e neppur proficua delle sue tanto “decantate” e manifest-at-e “fighe” del circolo rionale), esemplifica appunto le oscenità incarnate più a scannarsi antropofago in maniera sesquipedale. Un idiota anale e annualmente giornaliero a spacciarsi come giornalista. Da sé coglie il “sesso” in fallo a scadenze puntuali, essendo malato di borioso puntiglio maialesco. Il famoso “cerebrale” e lodabilissimo esserino adunco che mette il becco dappertutto per sbeccar di “puntini” (quasi neri come le sue escrescenze maleodoranti e “carnali”) sulle “I” di tutti a delirio ardente d’arderli. Per “bruciarlo godendo” in sadico, sai quanto, scompisciarsi a Carneval tutto l’an(n)o appunto. Insomma, uno psicopatico tutt’ora inconsapevole dei danni che sta infliggendo, inseguendo solo la cretineria d’una incurabile, tristissima idiozia dei “personali” suoi.
D’alcuni mesi, ha allestito un blog “mirabile” assieme ad altri suoi (ex) compagni di b(r)anco.
Ove può dar sfogo, più dei suoi brufoli tardo “deformanti” di storpia, bislacca e distortissima anagrafica età, alla sua infantile, patetica (s)mania d’onnipotenza. “Forte” quanto la tenerezza più “tosta” dei suoi “testicoli”. Già, ogni Sabato sera deve “testarli” su qualche tardona trentenne per constatar se gli dà “taste” gustar la patatona bollita. Oppure, quando gli va grassa, sulle diplomande del magistrale. Ingenuotte da prender per e in culo.
Fra “insalatiere” e salami… sì che va la cena ancor diffamante eppur “fagocitante”.
“Campione” della scemenza più “potente”, ah ah, s’è anche prestato a un “corto” da deficienti, World Invasion Battle Bologna (e come poteva esser altrimenti se non demenza da comparsa balbuziente, asmatica e irritante), ove sfodera, bucando lo schermo ah ah, un volto “carismaticamente pigro ma senza carisma”, per attenerci a “impressionante” sottotitolo testuale della sua “recensione riguardo Bling Ring.
Un suo “affine”, dopo aver “attentamente” letto la stronzata masturbante, interviene di commento davvero “illuminante”, sì spaziale, ah ah: “La Watson è diventata una figa galattica”.
“Lui” contro(s)batte, è “molto d’accordo” e tutto ciò condividono di “Mi piace”.
Ora, a prescindere che la Watson mi par ben lontana da Naomi Watts, più vicina alla definizione di “racchia arricchita quindi leggermente più sciacquante d’un cesso prima sol annacquato nella saponetta”, tal “emerito” rimane senz’ombra di dubbio una mezza calzetta.
Mancan ancora vari mesi, e sue “mess(alin)e” ipocrite appunto, dalla Befana. Eppur ho già preparato il suo scalzo.
Mio “carbonaro”, prevedo lavori forzati in miniera. Dicasi risarcimento?
No, farsi e farti il culo.
Mi denuncerai ancor in modo (im)punito?
E il “Cazzo me ne frega?” non lo calcoli? La partita IVA? Eh no, tu pensi solo alle uvette, mio volpino. Ad allevar il tuo fisichino, a infiacchire, sfiancarle (si capisce  da come ami la piscia) ma dovevi prevedere il fisco.

Morale della “fava” a costui:

ai tempi del “Liceo”, incitava i “deboli” al suicidio, tormentando di stalking le ragazzine depresse per indurle allo stesso gesto. Oggi, è cresciuto… è “notevole”.
Per farla breve, s’accanisce ancora sulle “brutte” Sofia Coppola, concentrandosi solo però sulla “forma” della sua cappellina e non sul Cinema, criticabile o meno e speculare in pere moraliste. Poi da “laureato” lo lo(r)da da americano a Roma con segaiole opinione, “elevando” la Watson a Marilyn Monroe.
Ce n’è ancora, mio “caro”, di pene da mangiare…
E ,soprattutto, ricorda sempre bene, non scordarlo mai: a volte può capitare di confondere Tom Stall per Forrest Gump, solo perché “lasciava perdere”…
Una volta sconfinato, fai la fine di William Hurt…
Che c’è di “buono” stasera da far a fette?

Firmato il Genius

  1. A History of Violence (2005)
  2. The Ring (1998)
  3. The Ring and the Dragon – La leggenda dei Nibelunghi (2004)
  4. La promessa dell’assassino (2007)
  5. Amabili resti (2009)
  6. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
  7. Harry Potter e i doni della morte. Parte II (2011)

 

Eroticus Pennywise


21 Jun

Stefano Falotico ha pubblicato, tramite Kindle, “L’eroticus Pennywise”, James Gandolfini è morto, Johnny Depp è quasi cieco da un occhio e tuo fratello è un finocchio! Compratemi!

Giusto questione di ore, di lancette che corron, e sarà disponibile su vostre piattaforme un altro prodigioso joint stellare della mente del Falotico. Irresistibile e instancabile, stacanovista della fantasia, per illuminarvi da vite grigie! Vi terrò al corrente, salvo che il mio conto bancario dei vostri soldi sia lautamente pagato. Ah ah!

Il Falotico persevera con “accanimento incagnito” nel suo letterario percorso, fra un nuovo capolavoro in uscita a Settembre, bizzarrie sparse qua e là, con una nuova creazione “mefistofelica”, di savoirfaire.

Ah, per forza, publishing fai da te. Chi fa da sé fa per tre, tu invece ti fai e nessuna, del tuo “andazzo”, ti farà! Cia cia cia (io lo stacco di balletto) e la segretaria da me riceve sol che boccacce!

Meglio il can arruffato Chow Chow di questo Mondo annacquato! Quel cane sa come esser “griffato” senza seguir le mode, Egli è signor che non abbaia quasi mai, in quanto razza ammutolita dinanzi ai suoi simili, gli uomini.
Molti arrabbiati! Che sbraitate! Leggete e museruola ai musoni!

Finitela d’accanirvi appunto se la malasorte v’è contro. Al massimo, ordinate un porno per “rilassarvi”. Ah ah.
Son “maligno” di linguino, son volpone a voi col bastone. Ah, tanti son giovani d’aspetto ma già di testa vecchi come i farfalloni. Il papillon v’è gustativa pa(pi)lla, sgranate e non “bombardate”. Terroristi, avete subito un’involuzione. Da terragni a “mine vaganti”. Ah ah! La vita va gustata e non angustiatevi per le ingiustizie se prima del giusto guardarvi allo specchio non v’osservate da vicino. Anaffettivi, cinici e con la colite.
Dai, decollatevi se giudicate chi beve a collo. Non è da una bottiglia che si “canalizza” un genio.
Voi di scolo scolate, miei scolaretti ma rosicate. Ah ah, quanto tutto vi bevete.
Mangiate a sbafo e ridete sotto i baffi ma come potete pretendere di “tenderlo” se non v’è più freccia al vostro gengivale arco? Ah, che bava, soffiati il naso. Non starnutir se sei cornacchia, non adocchiar se poi fai l’allocca.
Oche, ecco allora un “orco”. Colui che deglutisce le vostre amarezze e, da questi esangui rimpianti, sbocca di via d’uscita. Ah, non chiamate la sicurezza, ho il culo assicurato.
Non oscuratevi per me, schiaritevi le ottiche… binarie dei vostri ragionamenti (con)torti.
Ah, in faccia a te la torta spiaccico e pasticcio di dolcezza. Con riverenze, vi porgo l’estrema unzion’ di condoglianza. Ah, che doglie! Ma quando mai partorirete opere così birbanti miei burattini roboanti?
Ah, abbottonatevi prima d’uscire, potreste terrorizzar anche i piedi(ni) nel terriccio.

Terremoto! Son motorino di cervellone, miei tromboni! Son lo schianto contro il luogo comun dello scontato.
E, per di più, alla mia età ancor gioco agli autoscontri e non pago il pedaggio a chi si diverte con sadici pestaggi.
Appestato sarai tu, ingurgitati il pesto e non darmi del lebbroso. Io non sono peste, pestifero sì agli stronzi!
Luciferino e mai fortilizio come il vostro vuoto escrementizio!

Ah ah, il Pennywise è qua. Non abbaiargli, cagnaccio. Egli non puoi calunniare. Non abita nel tuo canile ma di parole t’è canino. Come sei carino! Ah ah.

Teppista, prima di sparare, controlla la pistola della tua invidiosa impotenza.
Turista, prima di fotografare una scosciata che, a novanta, prega in ginocchio sua “Santità”, attento alla saliva del mio “zoom” alla tua “messa a fuoco”. Ah ah! Son San Pietro, ho io le chiavi del Paradiso, miei effeminati!
Maschilista, non fare il femminista per ingropparti delle facili femmine, accondiscendenti per ingenuità al “plagiarle” in zona “erogena” tua “ascendente”. Prima, curati dall’ascesso se vuoi che non ti sbatta a lavar i cessi.
Giornalista del nostro “Stivale”, non copiare dai taccuini altrui per spacciarti da intellettuale che cammina impettito. Solo Monica Bellucci, può permettersi di accoppiarsi con me, di “stilar” i tacchi e impettirsi quando le entro di “inchiostro”. Ah ah, anatroccoli, come siete fessacchiotti!

Sì, tutti al cinema a identificarvi nell’uomo d’acciaio. E poi giù a buttar recensioni “brillanti” per la corsa all’oro del “superuomo”. Di mio, uso il mantello solo da Dracula, colui che succhia con la “S” di saliva.
E sale… vola sempre più su anche quando io sto giù e Lei mi porta fra le nuvole. Ah, lo innalzo. Immolazione! Aviazioni! Che azione centrifuga e che fighe centrate! Mica de centrini, ne ho di centimetri!
Ah ah, quali fumetti, miei affumicati di retorica da strapazzo. Strapazzatele… le uova son tonde come voi tonti.
Ah ah, e io vi giro in tondo, sgraffignando vostra moglie di rotondità.
Son “Pio” di pulcino da Padre di Giovanni Rotondo? No, non son San Giovanni Paolo Secondo ma avanzi un altro an(n)o. Ah ah! Miao, miagola! Ah ah! Bau bau, non aver paura ché soltanto, in solitaria, sono colui che bussa non solo due volte. Ah, che giravolta!
Il mio pelo non mette la testa a posto, si (radd)rizza a raggi vulva, e sapete perché? La testa deve stare “in mezzo”, in profondità… ah  ah! Concavo e nella cavità. Ah ah!
Lì se la gode e sempre più golosa è voglia che, arrossita, usufruisce del parassita…
Ah ah! No, non sono un montato, Lei però è montata. Ah ah! Pensa alla maionese, a farla… impazzire ci pensa quel che “mattarello” è gustosamente matterellone in quel bucone.
Non spiar dal buco della serratura. Le serre van innaffiate! Mentre io, in sella, arraffo di arruffata e spruzzo poi quand’è calda come la “botanica” serra d’effetto “ozono”. Ah ah!

Con le donne, adotto la zona mista, un po’ “didietro” con loro sulla “difensiva” e poi io d’altro contropiede (s)piazzante. Ah ah!

Sì, che te lo dico a fare, “grufolava” Pacino in Donnie Brasco al cagnolino Depp Johnny. Uno dell’FBI con la fedina nuzial’ “intonsa” eppur da penal’ per aver tradito l’amicale.

Non ammiccare. La tua amica è miciona. Ah ah!

Un “animale” quel Johnny. Mah, Johnny avrebbe bisogno di una cura da “Bracco”, Lorraine de I Soprano.

Povero Gandolfini, grande caratterista morto di heart attack. Azzo! Gli son saltate le coronarie! Bene, a me saltano accorate. Accollati i mortacci tua. Donna, scollati i collant.
Il collare te lo do io! Io incalzo, io son liscio lisciatina.

Ah ah!

Son scherzi che si fan al Cuor?

Ah, Dio abbia in gloria James, un attoron’ coi fiocchi, appunto.

Di poche ore fa, la rivelazione shock… (anafilattica o assonanza della filantropica…?) di Johnny Depp.

Dichiara che è quasi cieco oramai da un occhiolino. Dall’infanzia, la sua vista s’è appannata.
E oggi sta peggiorando da scent of a woman.

Questa non l’ho capita? Devo “inquadrarla”. Ma come? Non eran gli occhi la figata del Depp?
Anche lui è uno sfigato preso per sguardo “penetrante” ma si scopre ch’è solo strabico? Non è che farà la fine de Il Pinguino di Batman? Sì, Tim Burton doveva scegliere Depp.
Compare in ogni suo film, tranne nella parte che gli sarebbe venuta deforme senza uniformarsi alle deformità del suo strabuzzare recente.
Ah, cose da orbi. In effetti, l’andatura sbilenca ne I Pirati… era un’immedesimazione “piratata” da Keith Richards o Actor’s Studio della sua cataratta fra le cascate…? Ah ah!

Naviga la barchetta, tu non lanciare aeroplanini. Son di carta, non avrai mai un castello gotico. La regina vuole il dark, non il fricchettone.
Dunque, meglio il Falotico. Egli esorcizza la morte alla Takeshi Kitano, vi fotte senza “darlo a vedere”, e ai Depp preferisce un altro libretto. Ai finti malinconici, il suo Hana-Bi perché tu sei ancor fermo all’ABC.
E quindi che cazz’ stai a di’? Vedi che con me non attacca ma Lei “strucco?”.

Accattare! Accattoni!

Folle e visionaria raccolta di pensieri “loschi” in notti fosche e maculate d’annusar in glabri diamanti d’essenza fantasmatica…

Sì, attingendo a uno dei personaggi meglio inventati da quel geniaccio, quasi quanto me, di Stephen King, vero spauracchio da decenni delle certezze borghesi, anzi pittandomi in sua anima sbruffona e coagulata in rughe attenuate e telluriche, di rugiada in occhi neri corroboranti, qui il Maestro vostro è incolume e ancor immunità in suo decadentista monumento, elargendo a vossignoria, spesso distratta da troppe ratte, un’altra perla di raro e pregiatissimo valore, cioè appunto “L’eroticus Pennywise”, prima puntata d’una serie (forse… se il Tempo e la concentrazione non carenti m’accarezzeran d’altra certosin pazienza, scrupoloso puntiglio e ferma destrezza…) dedicata a tutto ciò che avreste sempre voluto dire sul sesso ma neanche affidandovi a Woody Allen ne ricavaste giovamento. Per carità, ligi voi al dovere, siete sol che menzognere megere! Ah ah!

Qui, il Falotico, in tal assaggio privo di smancerie, miei che m’odiate in quanto nemesi su sputi d’idiosincrasia, qui io asserisco che mi son superato. Sì, già sorpassai ogni confine dell’immaginazione quand’appena adolescente, in primissima pubertà fioccata, deturpai l’amor vano a favor della fantasia innamorata.

Mai fioco ma focoso! Col fiocchettino del “bambino”. Ah ah! E ficcante adulterino! Ah ah.
Che datteri quelle cosce, nettare di suggere sin al midollo spinale dell’esistenza e delle mai mie sfinite “resistenze”.

Attimo fuggente? No, intimo detergente!

Ah ah!

Romantico per vocazione, di “cattiva” condotta mai i voti prenderò ma il volo presi nello scoccar d’Icaro e giammai arso. Imbocco te e in bocca a Lei lo conduco… Ah ah! Mi sei cara?
Ah, no? Ecco la cintura di castità a 24 car(i)at(id)i. Ah ah!

Imparate, apprendisti e non più a depistarmi, ardite al duellar con chi v’è alto anche quando eleva il “basso” umorismo nel mescolarlo ateo d’alveare nobile e gagliardo.

Vegliardi, sveglia!

Falotico, un Uomo d’allevar in tal valle di villici. Come dice Lui, non abita in ricche ville ma, anche nell’agnosticismo di notti ignote, strambe e sfiancanti, roboante n’è manto infuocato dell’anima nel suo arricchimento. Spu-dorato! Ah ah!

Risorse inimmaginabili egli scova dal cilindro, poliedrico d’estrosità e impagabile eccentrico in questo Mondo dai parametri concentrici. Egli non è mai greve m’acutezza anche quando appare negli spiragli delle tapparelle.
Scopa come un coniglio e non ne caverai un ragno dai buchi… Ah ah! Egli puoi scovarlo solo se la tua di me si scotterà. Quell’attrazione fatale mi sarà allor letale, e ci saran altre gatte da pelare! Ah ah!

Sì, Egli annusa con Nutella chi d’amplessi non è poi così appetitoso ma merda, per spronarlo alla fame innanzitutto del non sol “lì” di pensieri lordi gravitare.

Craterico, un eruttivo fra voi ch’eruttate e, di borbotti tediosi, v’attanagliate di lesivo imbavagliarvi a vicenda, per ambir a cene da vincenti, invero insipide.

Ah, il Falotico sorseggia sangue ed è divinità in tal baccan’. Dio oggi bacco e domani bacchettone, però contro i moralisti in quanto non è un “topo” da vender all’asta alle donne da canaste per il “tipo” tosto di “girarrosti”.

Egli sa quando il rossetto… cola…  e se n’imporpora su labbra smaltate di “fresco”, sventola sol le tovaglie e sulla sua testa ci son molte taglie. Non è da sezionar al taglio delle chirurgie plastiche anche se esteta fra gli edonisti.
Estetista, sei troppo rifatta. Fammi far da la tua “paziente”. Io uso il bisturi a mo’ di turbo. Duro! Pungente, in fondo sei un delinquente se non mi permetti d’ometter quel che si apre al riempimento! Ah ah!
Io tappo e stappo, al tappeto!

Egli dall’horror trae spunto, “estraggo” per spuntarla…, dunque leccarla tutta. Ah, che leccornia di (l)acca. Come scoccan le albicocche della sciocca cagnolina ché non avrà da me coccole se prima non si acconcia. La finisca di scaccolarsi se vorrà che io dentro m’accovacci.

Perché son buongustaio dei piaceri raffinati e dal pelino fine su prose talora poco “posate”.

Eccesso fra una società d’incassatori e appunto incazzati, provocatore a ripetizione fra tu che evacui un peto e guardi sol le “misure”… d’una tenerona, Falotico t’è onda frigorifera se il ghiaccio non sarà al dente di purezze tue bollenti.

Il sesso va scaldato, il condizionatore non raffredda l’Estate, il “gelato” è al limone “al bacio”.

Pezzi di stracciatella, io vi stracciai solo col mio neurone da cono, cornuti!

E, quando comprerò una gelateria intera, ancor integro sarò yogurt cremoso su amarene succose, fragoline permalose ma da permeare, e v’incazzerete verdi di rabbia sol come il pistacchio.
Sì, voi tentaste d’addolcirmi ma steccaste a erigere steccati. Io vi do i punti e sempre più c’è distacco in tutte le vostre appiccicate. Ah ah! Ma chi volete impiccare?! Chi vuoi picconare?! Son io che le prendo a martellate di marmellata. Ah ah! Tu “la” agogni, sgomiti (eh sì, il gomito del tennista) ma io sgommo mentre tu guardi 21 Grams. Ricorda, WatsonNaomi Watts ama l’erezione a mille volt. Da te non ne vuole. Ama King Kong, non le scimmie. Quindi, Stephen King, che non è elementare per niente. Non c’è nulla da fare.
Come ve lo faccio io, lo sa tua sorella! Ah ah!
Naomi sfoglia la banana e, tra le frasche, urla con Tarzan. Sì, poi daremo in pasto il suo tanga agli Orango Tango del Togo. Agli africani, preferisco il ripieno di cioccolato al latte. Sono un cocco al Bounty.

Hulk è qui in carne e muscolo di bicipiti in tante discinte, tu sei uno che s-fotto. Saresti Ercole? Ma vai a darlo via, va’ va’! Il cul’

Ricordatelo: leccar a lungo andar non val’ se valoroso non ce l’hai anche grosso.

Cosa? Mi riferivo al cervo, miei cervellini che ragionate con l’“uccello”.

Ah ah, il Pennywise è qua, ve l’ha fatta.

E ora voglio la peperonata più pernacchia su smorfia da Pinocchio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Glielo faccio vedere io cosa significa esagerare!
  2. L’uomo d’acciaio (2013)
    Non eravate pronti a capirmi subito.Vi dovevo prima spaccare miei generali. Le regole fasciste le date alle vostre bimbette.
  3. Rocky V (1990)
    – Toccami e ti denuncio.– Vammi a denunciare.– Rocky. Gliel’hai data una bella lezione, eh?No, padre. Questo è solo l’antipasto, anzi, “scontiamogli” pure il primo. Il secondo, più dolce con caffè amaro e senza frutta, glielo daranno i secondini… vede, padre, un conto appunto è se dà del fallito a me tale bamboccio ritardato. Che dopo aver sfruttato, appunto, ha iniziato a deridere… un altro paio di conti in sospeso… è se offende persone di sessant’anni.  Peraltro, appoggiato nell’orrenda malefatta, un’atrocità per usar un “eufemismo”, dal padre. Uno che, alla sua età, avrebbe dovuto capire cos’è la vita. “Lui” la celebra e la “recita”… ah ah!
  4. Gran Torino (2008)
    – Che vuoi fare, Walt?- … Ci siamo padre, a costo di morire.

Capolavori horror di Settima Arte metacinema


10 May

L’orrore è nella società a ogni angolo che svoltate. Si leggon di storie macabre, di pestaggi e ragazze insanguinate, d’orchi famelici a predarle, d’appiedati disoccupati (e qui v’è il marcio più spaventoso…), di licenziamenti in tronco e di filmoni stroncati che, col senno di poi “postumo” inalberato, emergon con cadavere vampiristico nei fascini agli afflati del sottovalutato-sotterrato fu(nebre) sulle radici, sradicato ed evirazioni

Innovazione, aviazioni, levitaction!

Per anni, la Universal fu fucina di talenti, con esposizioni di Bela Lugosi e figlio, di Karloff Boris e Christopher Lee prima dell’avvento del colore o “Technicolor”.

Che ci fucilò.

Quindi, periodo di “magra” nei 70, quando forse solo De Palma trasse uno dei primi King di nevrosi adolescenziali esplosive in Carriesatanica.

Da Shining, incubo “velato” da intellettuale con metafore a tutt’andare di bambino-“triciclo” ma oltreTempo, ecco il Sam Raimi che rinverdisce i fasti, affastellando carrellate e piani sequenza tra foreste Necronomicon, memori sia delle haunted houses sia di Romero.

Armato di tenebra, s’ottenebrò tristemente nel blockbuster “fumettizzante” e, dalle ragnatele spiritate, a Peter Parker di Maguire “rassicurante”. Solo il Green Goblin del Dafoe salvò di grand guignol al fosco che fu.

Ma qui avete scordato altri.

Oggi, chi abbiamo? Rob Zombie, appunto? Un nome che è un programma di Moon (ah, Sheri, come me la farei quando cala… il “plenilunio” dell’ululato…)

Ne cito setteCapitali! Anzi, quattro perché Seven di David Fincher è un thriller.

Asso. Poker!

Sbanco, sbraniamo. Il tavolo verde si tinge di “rossa”.
Storie lugubri di decapitazioni, impermeabili col “cappotto”, d’accapponar la pellaccia.

Mischiate al sangue “nitrato” di cavalli nitrenti, di giugulari “incipienti”, di cavalcate arroganti, di diavoli inchiappettanti.

Da paura, rabbrividite? No, meritano l’applauso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
    Coppola recupera il Mito del Nosferatu, incarnandolo nel volto d’un Old… man. Ringiovanendo tutto!Lo svecchia a bobina che rammemora il Cinematografo innamorato di Mina.Apparizioni, sparizioni, eclissi, una Ryder Winona d’affissione. Mi “crocifiggerei” per il seno debordante della sua fanciullezza a me di “castello” distante, di mostruosi pipistrelli. Perché, ove c’è il lago della Transilvania, l’Uomo della Notte si tuffa nel Giordano della sua “redenzione”, urlando a suo seno il Dio “maledetto” che la benedica.
  2. Frankenstein di Mary Shelley (1994)
    De Niro monstre, soprattutto perché è strepitoso anche se (s)coperto dal trucco (in)visibile. Tragico Branagh d’uno Shakespeare Zoetrope, memore del Bram Stoker di Francis.Altro che Era mio padre di Sam Mendes!Chi vuol intendere, intenda. In medias res, m’imbattei nella selva oscura del “ricrear(mi)”.Nel bel mezzo delle cose, avreste da offrirmi una bona Bonham Carter di affinità elettive di “cosce?”.Tim Burton sa quanto può essere freak Helena…
  3. La casa dei 1000 corpi (2003)
    Capostipite della stronzata altissima e purulenta di polente al sugo, dunque masterpiece scatologico d’escrementizia antropofagia eleva a beltà. Bestie, a bestia!Picture show, donne dipinte, bisce metallare, cazzi sparati, vaffanculo gratuiti, una figa della Madonna.Manca solo Tim Curry è quest’oggetto misterioso sarebbe stato perfetto It.
  4. Eccezzziunale… veramente (1982)
    Rimane un po’ così terrone, ma ce lo mangiamo tutto.Torrone del tor nel torreggiar!Donna, dammi la mela, partì l’Inferno in Terra dalla tua Eva non mielosa con Adamo, a cui il demiurgo tagliò il pomo e anche spruzzarti di “potato”.Donna, vai a sbucciar le “patate”, vogliamo abbellirti dalla scorie e piangerai di cicoria.Questo è (Abatan)tuono che spacca tutto. Orripilante “cotonato” di carisma ove neanche Al Pacino di Dick Tracy.Puro pus undeground, altro che Moretti!Qui si sfiorano vette incontaminate di totale schifezza.

    Dunque, d’annoverare, senza niente invidiare, agli altri tre sopra.

    Vogliamo mettere un Vanzina formato Diego contro Le streghe di Salem(me)?

     

Federico Frusciante, l’Uomo “zombie” Rob-espierre spietato-spia del Cinema più profondo


02 May

Da qualche anno, un personaggio anomalo e controcorrente rispetto alla “cafoneria” di massa col caffettino “rinomato”, sviscera gli antichi vizietti di quest’Italietta frizzi e lazzi e invero amorevole sempre e solo di fascismo ideologico.

Un titano nella sua videoteca livornese, ove con ingordigia è cinefilo notevole, d’intuito alto d’acume e giustamente irriverente, a tambur battente, contro il cinemino dei cretinetti col “Cremino” in boccuccia che oggi par “elevato” a rango dello stilema stolto ma “serio”. Tifone! Tifate!

Egli, appassionato di horror dei più memorabili(e) anni ’80 e anche “oltre” nel Romero indietro temporale eppur avanti sesquipedale, non teme di spararle grosse, “sbocc(i)ando” di bocciare ciò che a suo genio proprio non va giù. Non la bile, lo “sbudello” bellissimo promuove e dà una mossa a chi è buffo di abbuffate!

Sigaretta alla mano e camicetta metallara, inveisce furioso contro il Nolan Christopher sopravvalutato e oramai “marchettaro” di svendita. Approvando solo i suoi esordi migliori del senno di poi.

Frusciante non si svende, un Pacino Al dell’entroterra toscano a sciacquar il Cinema “sporco” in Arno da purificare nel Carpenter John.

Fra gli altri suoi pupilli, impressi nelle pupille oculate e ador(n)ate, Tarantino Quentin, capostipite della nuova rivoluzione cinematografica.

Sì, se le donne ingrassan di “gioielli” mucciniani con le cicc(h)e dei bacetti fra squali-squallide ammucchiate sul cazzo in “cenetta” degli arricchiti stronzi a “onor” della società falsamente “buonista” e accondiscendente, Frusciante sempre più ascendendo osanna il Cinema “disturbante”, sputtanando a iosa le “rosette” e il “pan in forno”.

Tirando fuori Sam Raimi e piazzando calci alle palle a coloro i quali non “entra” in testa che i lor testicoli son da parecchio stati (in)castrati d’assurde amenità “scolastiche”.

Nel grande Cinema, già, non tutto “torna”, amiamo i film che ci “torturano” di dubbi “al tor(ni)o”, che c’inducono a pensare, a coinvolgerci, a “miagolarci” di fusa eccitate nella creazione della Settima Arte propulsiva, “impulso” di cratere incendiario, sanguinante e padella, polsi recisi, incubi, splatter, piatti che volano, aerei che bombardano la piccola borghesia ignorantona nei “missili” piazzati alla “base” di piccinerie.

Contagio, contaminazioni, mine vaganti noi siamo sane in questo Mondo di perduti e deperito nei “balletti” da “stalloni”. Balere, ecco le balene!

Ragazzina in ballerina, andrai in bambola con noi “bimboni”.

Vaffanculo, gridiamo! Fieri di non aver sviluppato la visione “pingue” di queste lumache, noi siam ogni Pinguino di Tim Burton, domani ogni Joker un po’ più saggio di Batman.

 

Una manciata di video monumentali di un Uomo che non abbatterete neanche coi carri armati.

Egli è l’armata delle tenebre, il Bruce Campbell della sua “ferramenta” aurea fra tanta gentucola da carrucole e “vincitori” carrozzoni!

Forza, la corazza. Scusate, volevo dire la carrozza!

Azione! Anticipazione! E soprattutto: “Baywatch” fu una serie orrenda, ma Marliece Andrada era una figa da “orticaria”.

“Vampires” – Recensione


23 Oct


Vamp
-“(t)iro” messicano

Fra tutti i miracoli viventi, scaturiti in mezzo alla “malvivente” e omertosa America, un Esso vive di “regione” carpenteriana. John Howard, classe, e che classe… 1948, un anno in più di mio padre, che veste, soprattutto dentro, dello stesso abito che non è monaco. E non lo fa(i) fesso.

Mio padre indossa jeans-western col cinturon “a palle”, qualche volta è palloso, straparla a iosa, invertendo la sua tendenza giovanile al viversi solo dell'”animistico”.
Oggi, pare un “animale”, la pensione ha rinnovato la brada, luciferina “morte” rinata nella libertà dalle impellenze della “pelle” in giacca e cravatta. Va a letto presto, come Eastwood De Niro di Sergio Leone, perché alla mattina dev’esser già guardingo e reattivo come Al Pacino. Quando si sveglia di prima alba, si rade ogni “grammo” delle guance di tanti suoi guanciali non più sognanti ma veri perché disillusi da uno sporco Mondo, lacera la lametta per “sghignazzare” allo specchio contro i lerci, e poi tossisce, nervoso e di gola nervica. Si “rassetta”, si “reset-ta”, va in cucina, mescola il caffè nelle papille, controlla lo stato erogeno del “cavallo” dei pantaloni, e poi scorazza per la metropoli, adocchiando le donne sposate a cui “lo” appaierebbe volentieri di corna da “montone”. Come quei “teschi” che penzolan a mo’ di “cornice” sulle pareti dei cacciatori del Nebraska.

Mio padre è un grande, perché desidera solo la mia felicità e non m’incita alle ambizioni che non serviranno al “cazzo”. Infatti, s’è sempre prodigato per educarmi al giusto “menefreghismo” affinché me “le” sfreg(i)assi di godimento dei “quintali di coglioni miei.”
L’altra sera m’ha pure consigliato questo: – Guarda, a me non interessa la fottuta Laurea, ti condurrà solo al suicidio annunciato. La vita è una, unica e bisogna godersele, finché si può arraffare e “arruffare”. Questo è il segreto. Per quanto (non) mi “riguarda”, puoi anche aprire una casa d’appuntamenti, con l’intestazione di tale “evidenziatore”, “La casa dell’orrore del maschio in calore”.

Ecco, mio padre è uguale a Carpenter. Si ficca dentro l’autoradio, come James Woods di Videodrome e si “sballa”… a tutto volume, grattandosi finché c’è “benzina”.
Dando fuoco a tutte le oscenità di chi non dice la verità. Punta un sempliciotto e gli porge un “Vivi pure come ti pare, tanto arriverai a spararti”.

Vampires è un capolavoro incompreso.
D’apice sopraffino. Alla sua uscita, diedero a John del “rincoglionito”. Ecco, rincoglionito sarà quel critico che, anziché “zuccherare” la moglie di “filato”, riempie la carta igienica, “stampata”, della sua gastrite.

Già la scelta del casting vale l’applauso. Sì, John “ripesca” il James Woods più “cocainomane” del suo “esagerare” di cazzate, e gli “cuce” un ruolo da “cardiopalmissima”. Bello magro, rude, ruvido, un “ciarlatano” religiosamente “nietzschiano”, anche se “lavora” per il Vaticano.

Poi, il peggiore della famiglia Baldwin, Daniel. Un grassottello porcello che, appena vede l’icona di David Lynch, Sheryl Lee mai così “ignuda”, aspetta l’attimo “propizio” per stimolare il suo “prepuzio”, legandola a letto e “sadisticamente” umiliandola a “colpo d’occhio”.

James Woods è Jack Crow, proprio il corvo. La sua “missione” è scovare i vampiri ancora vivi e ammazzarli. E se non basta il paletto, bisogna bruciarli vivi.

Però, fra questi non morti rammolliti, ne spunta uno.. dalle tenebre. Fortissimo, una maledizione di Dio, l’incubo peggiore d’ogni casalingua che “confeziona” i “budini”. Il suo nome valoroso è Valek, e sbudella tutti. Scopandosele da matti.
Un highlander.

Stavolta, sarà davvero durissima.

Ma James Woods è tosto come mio padre. A costo di macerarsi, stai pur tranquillo, scommettici… che ti macellerà.

Il film finisce appunto nel “carnaio”. Con tanto di prete “impotente” che si beccherà la “sacra unzione” di James. Con battutella satirica a completare la “goliardia”.

Il vampiro è stato inculato a sangue!

(Stefano Falotico)

 

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