Posts Tagged ‘Horror’

LONGLEGS, il nuovo capolavoro con Nic(olas) Cage


19 Jul

nicolas cage longlegs

A Zendaya preferirò sempre l’ex tennista Maria SHARAPOVA, poche balle & sexy beast/KING KONG!


23 Apr

John McEnroeMaria Sharapova Roland Garros zendaya challengers

Uomini, altro che Boris Becker, avete un buon Black & Decker?
Uomini in miniatura, no, miniatura (thumbnail) con bande laterali e Maria lo rende verticale.
0:01, sì, appaio “pazzo” come John McEnroe, eh eh.
00:50, precipitevolissimevolmente e non Supercalifragilisticexpialidocious (ivi da me italianizzato/a) ma sono spiritoso, oh oh.
1:58!
2:32, De Niro si contornava di Nerone con la n maiuscola?
3:08, volée, osé, no, olè! Eh eh.
3:44, ma quale Grande Slam, meglio il grande slurp, uh uh.
4:40, sono ambidestro e Giorgio Gaber lo fu?
5:19, ma quale The Prestige. Basta anche con Scarlett Johansson di Match Point?
6:17, quante cos(c)e.
7:02, il goal di Djorkaeff!
7:49, Carmelo Bene, grande tifoso del Milan e se la prese con Patrick Kluivert!
8:29, El Azzouzi! Zidou, alias Zidane, e Saelemaekers, cari salami.
9:03, la Sharapova e sai che alcova! Mica la Navratilova. Già dapprima (ec)citata.
10:00, Andrea Roncato.
10:07, Andy Serkis, sia Kong che Lumpy.
11:02, analessi o Torna a casa, Lassie!?
11:36, i somari, i sumeri, i babilonesi, la Torre di Babele e Bebeto con la sua celeberrima esultanza da bebè! Eh eh. Poi, il compianto Civolani, Sabrina Orlandi, Orlando Furioso, Gerusalemme liberata e Jerusalem! Gabriela con una sola l. La l di lingua? Charlize Theron è inoltre terrona, ah ah.
13:21, Ottone, no, il defunto Oddone Nordio, Marco Di Vaio e io giocai in un vivaio. Oh oh.
14:00, zona horror! Da puro Peter Kackson!
15:14, son sempre stato precoce! Un gerontologo, un biologo o un geologo, cari dinosauri. E il Paleolitico?
15:59, in eBook, l’indice c’è eccome. Lino Banfi e Licinia Lentini. Da non confondere con un ex calciatore. Chi? Speroni de L’allenatore nel pallone? No, Gianluigi. Ih ih.
18:15, lettura.
18:35.
20:36, buo(n)i a nulla. Il bue il buio! Cari figli di pu… na. Cioè della natura più selvaggia, ah ah.
21:51, scrittore (ri)cercato. Da chi? Ih ih. Sono un grande ricercatore… Predator(e).
23:01, il fiorentino, il pratese alla Roberto Benigni? (La) Fiorentina!!!
23:50, Stanley Kubrick era un uomo monolit(ic)o o addirittura felsineo? E le giornaliste sportive di Bologna son espressive, monolitiche o soltanto noiose? Oppure fanno venire… du’ p… le!?
24:45, salvarmi/si in corner, cari cornuti, e Diego Abatantuono di Ultimo minuto! Basta con Ugo Tognazzi e le super-caz… le. Amici miei.

Pre-finale esplosivo, osteria! Altro che B-zona! Siamo vicini allo Scudetto.

 

di Stefano Falotico

Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA


23 Aug

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Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi

Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?

Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.

Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.

In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.

Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.

Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!

Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.

Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.

Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.

Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto SettembreInteriors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.

Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.

Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.

E ho detto tutto…

Di mio, invece, che posso dirvi?

Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.

Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.

Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.

Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?

Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.

Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.

Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.

Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.

Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!

Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.

Ah, della mia vita sapete davvero poco.

Anche della mia attuale ragazza.

Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.

Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.

John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.

Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.

Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.

È pazza e brutta come voi. Ah ah.

Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.

Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.

Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.

Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.

Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?

Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.

 

 

di Stefano Falotico

batman pattinson

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

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Nell’oscura apoteosi dei nostri sogni giocosi, viviamo finalmente dello Shining che gode l’estasi dell’esistenziale nudità falotica


02 Nov

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Sì, è uscito Doctor Sleep, scemenza alquanto trascurabile, un film farlocco che terrorizzerà soltanto gli allocchi. Sì, quei ragazzi che, per fare colpo sulle oche, cioè le brutte tipe, non so se invece grosse tope, di Full Metal Jacket ricordano solo la marcetta di Topolin, topolin, evviva Topolin(o).

Sì, per molto tempo fui denominato Stefanino. Poiché venni attorniato da adulti saccenti, invero dementi. Ché degli adolescenti guardano solo se rispettano le composte certezze del perbenismo più ipocrita, pianificando la vita dei poveri lori figli secondo un regolatore piano guerrafondaio fatto di moralistici ricatti e dure imposizioni al fine di creare i futuri leader di una società classista, oserei dire nazifascista.

Improntata al vile culto virile della potenza più atrocemente maschilista. Egomaniaca e solipsista ad aderire all’unico credo di voler adattare la realtà, quindi anche il prossimo, a immagine e somiglianza dei loro Orizzonti di gloria.

Nauseato precocemente da tutto ciò, da tali assurdi precetti farisei assai pericolosi, me ne estraniai con impari arroganza. Poiché, piuttosto che conformarmi a questa sociale violenza (dis)educativa, preferii planare in stati apparentemente dormienti di coscienza. In realtà, metafisicamente già elevati rispetto a tale porcile di fradici, irredimibili bastardi. Cerebrali? No, cerebrolesi. Inutile che continuino a mangiare i cereali per crescere sani. Non sono dei santi, sono forse dei salumieri.

Io invece fui oltre, già distanziato anni luce da questo godereccio mondo immondo.

Perciò, fu chiaro che chicchessia, dagli appena succitati adulti pasciuti e panzoni sin ad arrivare ai miei coetanei già laidi e nell’anima putrefatti anzitempo, squagliatisi e immersisi nell’indottrinamento più duramente stronzo, mi vedesse come nano.

Figurarsi quando rivelai che fui e sono tutt’ora invincibilmente un amante dell’onanismo in ogni sua forma godibile. Poiché vivo d’emozionalità che soventemente non combaciano con le animalesche, plastificate emozioni del novanta per cento della gente.

Persone che basano basa la loro prospettiva esegetica della vita, abboccando agli ordini consumistici indotti loro dalla televisione. Poiché They Live. Invero già sono morti nell’anima da tempo immemorabile.

Ammetto, con profondissimo orgoglio, rinnovando le mie non tanto sentite condoglianze alla maggioranza d’un mondo verso il quale, essendo questo già perito e sepolto vivo, non verserò nessuna lacrima amara, che non sono cambiato più di tanto.

Malgrado anch’io cedetti alla lussuria per colpa d’un (im)puro capriccio, prodigandomi allo sverginamento di me stesso, acco(r)dandomi estemporaneamente al piacere sessuale condiviso, debbo constatare, toccandomi il costato e dunque sentendo ancora bruciare le ferite di tale mia scelta dagli altri forzata, che non servì a un cazzo.

Poiché solo quando dormo nei miei sogni sono grande e so trasfigurare fantasiosamente, in maniera eccelsa, la crudezza insalvabile di un’umanità bestiale.

Quando invece mi sveglio come tutti, piegandomi a un lavoro normale e costipandomi nella terrificante mansuetudine buonista, cado in depressione abissale.

Il vostro sarcasmo mi ripugna. I vostri sorrisini fake e le vostre pose da guardoni sospettosi mi spingono, infatti, sempre più ad alienarmi da voi.

Riprendo in mano la moltitudine di libri da me scritti in questi anni. Rimango io stesso esterrefatto e ipnotizzato dinanzi a qualcosa di così grandiosamente (ir)reale da lasciarmi davvero (s)finito.

Insomma, con buona pace dei miei detrattori e degl’imbattibili, ostinati invidiosi, io a questo mondo ho fornii, non so se ancora fornirò, una nuova visione luccicante.

E questo è quanto.

Se non gradite, domani è domenica. Andate a pregare il vostro dio e, il mattino dopo, continuate nelle porcate.

Tanto, ricordate: la Madonna v’accumpagn’.

Statemi buon’, ritardati.

Sì, ne ho viste cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare.

 

di Stefano Falotico

Pasquetta è sempre meglio di Pasqualina: Freddy Krueger mi ha salvato da ogni scottatura, gelando le distorsioni ardenti dei social, i nuovi forni crematori dei bambini


22 Apr

Ciao!

TV Teletodo 27 09 2016 Imagen de Son Robert Englund

Ah ah. Sì, io ho appurato con mano.

Pasquetta non è solo il giorno susseguente quello della resurrezione del Cristo il salvatore.

È una donna molto sexy. Sì, Pasquetta Ombretta.

La conobbi tre notti fa, anzi, quattro notti orsono. In una notte da polare orso. Avevo freddo e lei, più del buco dell’ozono, scaldò la mia calotta, rendendomi un Tarzan delle zone pluviali accaloratamente equatoriali.

Questa sorta di abbronzatura di sue ultraviolette radiazioni altamente termiche, senza crema protettiva ma con molta cremosità pari alla fermentazione del latte miscelato che produce lo yogurt, avvenne durante il Venerdì Santo. Giorno nel quale non si dovrebbe mangiare la carne.

Dio Cristo!

Santo mica tanto, a dire il Verbo, volevo dire il vero.

Sì, venerdì scorso crollai dopo una giornata assai pensante. Sostanzialmente pesante. Il mio cervello, squagliatosi a causa di troppi angoscianti pensieri perturbanti, infatti, per cui riflettei su un’umanità senza spina dorsale, collassò, si spezzò più della colonna vertebrale di un distrofico muscolare e di un paraplegico. E, barcollante, sognai una donna piccante con la quale, in pura fase REM molto più impuramente schietta di Losing My Religion, fui molto indubbiamente a lei incollato e poi eiaculato tutto colante.

E sapete bene che, quando questo accade, si vien colti dalla botta… sì, quella di sonno.

Cosicché, senza neppure indossare il mio pigiama comodo ed elegante, precipitai fra le braccia di Morfeo, dio mitologico secondo me solo allobiologico. Sì, questo se ne sta nello spazio extraterrestre fra le stelle e, non potendo quindi essere umano e giocar di conseguenza i numeri cabalistici del Lotto, penetra nei nostri inconsci dormienti per angosciarti in modo farlocco. Praticamente, una versione da Star Wars di Freddy Krueger. Sì, il povero Freddie Mercury morì di AIDS, per molto tempo lo discriminarono, considerandolo pervertito solo perché appartenente all’altra sponda, il Krueger era invece un emarginato. Prima fu sbattuto in una zona di confino, dunque lo combinarono pure per le feste. Voleva solo andare a una festa!

Lo bruciarono vivo. Ma, secondo me, entrambi avrebbero risolto tutto se avessero scopato Diane Kruger.

Sì, la gente normale, eterosessuale e pen-pensante, volevo dire benpensante, se un uomo si scopa Diane, stai tranquillo che sta tranquilla e non rompe ciò che sapete benissimo, essendo voi uomini fatti e tosti.

Se invece sei come Mercury, ti fanno ammalare. No, non dell’HIV, di paranoie. Per colpa dei deficienti, vieni colto da immunodeficienza. Sì, questi malati nel cervello ti fanno credere di essere un mostro e tu allora cominci a delirare, ad andare in ebollizione febbricitante come il termometro con tanto di mercurio che sale di Saturno contro. I più deboli si riducono pure a leggere l’oroscopo.

A proposito, Paolo Fox è stato davvero una volpe di (cog)nome e di fatto. Avendo capito che era la versione di Luca Laurenti meno simpatica, non avendo però alcun talento, nemmeno musicale, ha guadagnato miliardi, scrivendo stronzate settimanali.

Toro: dopo tante batoste, non sarai più incornato. Sfonderai. Nuove porte si apriranno dinanzi a te e tu, con forza ed energie belluine insospettabili, entrerai in un castello dorato grazie a una donna Ariete che romperà e sfracellerà ogni tua timidezza. Sì, ti ha rivelato di soffrire di Cancro e che per molto tempo hai dormito, non pigliando Pesci. Hai rivisto adesso ove pende l’ago della Bilancia, sei anche dimagrito, hai compreso che devi vivere l’ultimo tuo giorno da Leone prima che la tua malattia ti avvinghi mortalmente come uno Scorpione.

Sì, Paolo Fox ha le corna in testa, è del segno zodiacale del Capricorno?

Ma voi davvero credete che Neil Armstrong sia stato sulla Luna? La bufala è spiegata nel film Capricorn One, film complottistico che le spara grosse più di Fox. Non Paolo in questo caso, bensì Chris Walken di New Rose Hotel.

Sì, questo Chris e Paolo sono dei ciarlatani galattici. Incarnazione disumana di Balle spaziali.

Anche Asia Argento comunque la vedo, da parecchio tempo a questa parte, fra le nuvole e partita. Sì, non le nuvole del nostro emisfero, bensì quelle dei fumati con cui ha vaporizzato ogni residua ambizione d’attrice seria. Perdendo pure i cerebrali emisferi.

Tornando agli sfigati Mercury e Krueger, se scopi una venere come la Kruger, nessun nazista ti fa più il culo. O forse te lo fa ugualmente. Da cui il film Bastardi senza gloria.

Il Krueger di Nightmare, al plenilunio, quando le streghe vengono con le scarpe tutte rotte, cioè sempre Asia Argento, me lo sognavo di brutto. Ah, più brutto di lui, non so chi possa esserci. Forse Dario Argento.

Regista meraviglioso ma uomo che, se lo vedeva George Romero, l’avrebbe preso subito come protagonista.

Sì, Romero conosceva benissimo Argento. Lo stimava molto. Anzi, lo invidiava se volete sapere proprio la verità.

È per questo che per i suoi zombi scelse delle brutte copie di Dario. Per non gratificarlo.

Ah ah.

Anche Mick Jagger non scherza, eh. L’ho visto alla tv l’altra sera. Non ha una gran cera, siamo sinceri.

Mi spaventava a morte il Freddy. Sì, sì, sì.

Tanto che scrissi, tempo fa, una lettera a Robert Englund per ringraziarlo della sua interpretazione:

Signor Robert,

vorrei chiarire innanzitutto sentitamente che lei viene dopo Robert De Niro in ordine gradimento. Non so in quale posizione potrei classificarla. Non se la prenda.

Mi perdoni se non è il mio Robert numero uno. Detto ciò, devo però, dal profondo della notte, no, del mio cuore, ringraziarla perché grazie a lei capii precocemente che le bambine della mia età avrebbero voluto dalla vita adulta solo essere delle Barbie. Delle marce edoniste stupidamente palestrate. Queste sono graffianti più dei suoi artigli. Oppure sarebbero diventate come Asia Argento.

Lei mi aprì gli occhi. Guardando la sua mimesi in Freddy, le confido che rabbrividii. Lei squarciò le viscere di quei poveri adolescenti sognatori. E sviscerò ogni mio timore da infante, ogni mia fobia infranse.

Lei, sì, col suo terribile ma sincero, ghignante babau allucinante, mi fece già capire che il mondo altri non è che un sanguinolento, violento horror ed è meglio, dunque, un incubo immaginario piuttosto del carnaio d’una realtà che ti arde a fuoco lento.

Lei perse la faccia per colpa di gente bigotta. Di mio, dopo la prima volta, dopo essermi scottato col sesso, mi venne… la gastrite. Un’acidità di stomaco insopprimibile.

Sì, m’infiammai e, da allora, sono spento. Ebbi fegato a lanciarmi con tanta foga e avventatezza nella ventosa di quella donna aspiratrice, ah, ottima figa, dopo che le regalai delle dolci mimose e pure un aspirapolvere, ma lei succhiò tutto il sangue del mio vitale ardore malinconico, rubandomi perfino il posacenere. Voleva scoparmi a ogni ora e impazzii perché non gliela potevo fare nemmeno se avessi chiesto aiuto al diavolo più infernale.

Peraltro, tutte le donne, comprese le potenzialità del mio incendiante… (lei ha capito a cosa alluda, no, allupo quando sono ignudo), inaridirono ogni mia purezza, smembrando ogni incendiaria passione.

Che delusione cocente.

Sì, mi dissero robe immonde come… che te ne fai del Cinema e dei tuoi libri? Ci sono qua io, la donna dei tuoi sogni. E vorrei sognare con te. Semmai ci sveglieremo assieme il mattino dopo la nottata focosa.

Donne scassa-marroni. Mi pare ovvio, no?

Durante l’inferno, invero l’inverno, staremo abbracciati sul divano a guardare un film con Julia Roberts dopo il rosso di sera, bel tempo si sperava. Sì, non si spera più. Queste donne sono oggigiorno disperate.

Vogliono solo essere fornicate, bere il vinello e riscaldarsi anche davanti a un caminetto col fuocherello. Regalate loro un Acquario alla Paolo Fox e saranno contentissime. Queste vogliono pure i pesciolini rossi, mica solo il vostro oramai anemico.

E non desiderano nemmeno pulire il tinello e il gabinetto.

Sì, pensai che il sesso mi avrebbe reso felice. Invece è successo il contrario.

Ho capito che le donne ambiscono solo a quello oltre ai soldi.

Noi uomini siamo sfortunati. È davvero una realtà puttanesca e mortificante.

Oserei dire raggelante. Mette i brividi. Altro che i film di paura.

Almeno, se fatti bene, ti danno una scossa.

Queste donne invece non ti cagano se non te le fai bene, vogliono la limonata che costa dieci Euro a bottiglia, fanno tante mosse ma non m’incantano. Andassero ad ascoltare Incanto di Tiziano Ferro.

Non me le bevo…

Perciò, Robert, la ringrazio dall’altra parte dell’oceano per avermi presto donato quest’immenso mare dentro molto amaro ma incantevole.

All’amaro, ho sempre preferito comunque il whisky. Roba, questa sì, bollente. Forte. Che spinge.

 

Distinti saluti,

un uomo come il suo Freddy, ovvero pieno di bruciature.

Quando le persone pensano di avermi inculato, in realtà, se la stanno dormendo alla grande. Si son proprio fatti/e un film e un sogno.

Vogliono con me spuntarla ma io rispunto. Sì, dinanzi ai loro spauracchi pure in faccia sputo.

No, non vanno promossi.

 

Già, nella vita non ho mai avuto una bocciatura. Son stato io a bocciare tutti. Sì, non ho neanche mai ricevuto due di picche.

Le mandavo a fanculo ancor prima che potessero svelare le carte. Eh sì, da me volevano soltanto calore quando invece io volevo, appunto, spararmi Heat col Robert migliore.

Meglio il De Niro infatti ai buonismi e ai cuoricini di quell’altra che voleva le mie palle di Natale. Che stellina. La mettiamo sull’alberello di quel Cicciobello? Se lo scartasse. Non infiocchetterà me. No, non m’infinocchierà.

Pasqualina, Pasquetta e un’altra ochetta. Se voi di queste qui siete delle buone forchette, meglio il mio digiuno.

Mi pare ovvio. E mi pare anche molto da uomo.

Sì, ora ve la racconto… ah, splendida botta(na).

Ero in una grotta, in una di queste spelonche scavate nella roccia che si possono trovare vicino alle scogliere di Dover.

Lei, eburnea, bianca come l’alabastro, dalla pelle pallidamente abbronzata solo dalla pigmentazione dei suoi sensuali nei, in quella notte fosca come un buco nero, fuori dalla grotta, in riva al mare, stava pescando le cozze.

Cioè tutte quelle donne invidiose della sua bellezza madornale, non so se virginale. Anzi, considerando la sua bellezza pazzesca, credo che tale Pasquetta sia una pornoattrice.

Come no? Le donne bellissime hanno solo due possibilità nella vita. O fanno le attrici a Hollywood oppure la devono dare comunque in maniera sputtanante. Sì, Rose McGowan è dovuta andare con produttori importanti per girare con De Palma, ah, proprio una Black Dahlia, e ha dovuto farsi palpare da Harvey Weinstein per il Planet Terror delle sue ipocrisie da donna che prima ottenne appunto la parte, dandola, e poi volle passare per santa e sana poiché sostenette che Harvey le avesse tagliato le gambe.

Ah ah, questa non è bella, è magnifica. Ah ah.

Cosa voglio dire con ciò? Che le donne belle siano tutte delle messaline?

Macché. La messalina è donna spesso di bassa lega che la dà anche ai leghisti, esseri ovviamente inferiori, malati di folle maschilismo perversamente virile. Uomini che, più che avere le palle, son pallosi. Sessisti, pure omofobi e razzisti. Cazzo.

Donne di questi qui, orsù, ditemi la verità. Voi non siete delle donne vere, vero? Per stare con queste teste di minchia, siete delle transessuali. Eh sì, per forza, visto che non sono riusciti a operarvi giustamente per un cambio di sesso soddisfacente e la chirurgia ha partorito delle frigide devastanti, almeno vi eccitate, appagate, con tali coglioni impotenti che pensano di avere un potere devastante.

O no?

Sì, ho da mesi uno stalker su YouTube chiaramente omosessuale. Viene puntualmente a provocarmi, tirandosela da bastardo saputello molto cazzuto. Vuole perennemente mettermi a pecora.

Gli ho risposto che, secondo me, se la tira ma da tempo non gli tira. Questo, fra l’altro, non sa manco stirare.

Provoca. Chi pensa di essere? Sharon Stone? Sharon è provocante, questo al massimo è uno con la testa vacante.

Pensa di avere a che fare con uno da prendere a sventole, quelle che non prende lui, se non pagandole o circuendole alla stessa maniera con la quale vorrebbe fottermi. Purtroppo per lui invece ha scoperto che da me lo piglia eternamente in quel posto.

Questa è stata una delle mie risposte all’ennesimo suo attacco:

– Pronto? Sei tu?

– Sì, sono io.

– Ancora tu a scassare? Uff!

– Questo ti disturba? Lo so che ti disturba.

– No, non mi disturba, assolutamente. Soltanto che stai spendendo un patrimonio di ricariche per niente.

 

Dopo questa risposta, ha tolto pure l’abbonamento a Fibra.

Tanto usava Internet solamente per fare il cretino.

E dunque, ora che è finito con me ogni divertimento, come passerà la Pasquetta?

Con una passera come Pasquetta?

No, sembra che si sia alzato presto stamattina e sia andato al bar vestito da Freddy Krueger per spaventare una vecchietta di nome Pasqualina.

Dopo aver bevuto il cappuccino, però ha realizzato che Carnevale è finito da un pezzo.

 

di Stefano Falotico

L’ESORCISTA (The Exorcist) di William Friedkin non è un capolavoro


06 Apr


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Prefazione, disamina e poi una riflessione sul Cinema degli anni settanta

Sì, L’esorcista è un film che a tutt’oggi è agghiacciante. Sì, credo che l’aggettivo appropriato sia agghiacciante.

Ma non è un capolavoro.

Fare paura è più facile di quanto si possa credere.

Si può intimorire, suggestionare il prossimo, inscenare la sua pazzia perché si è ipocriti e forse è più facile nascondersi nello sgabuzzino degli orrori ove son celate tutte le segrete malefatte. Quando si dice, ah, gente con scheletri nell’armadio. Un’armata delle tenebre che cresce giorno dopo giorno, avanza putrescente a ogni ora di notti concupiscenti, ingorde e lorde.

Paranormal Activity? Filmaccio da quattro soldi. Dobbiamo aspettare un’ora e mezza, giù di lì (1h e 26 min), per venir terrorizzati dalla ragazza posseduta che, in primo piano, ci fa la boccaccia. Suvvia, che sono queste scemenze?

L’esorcista ha agito a livello subliminale sui nostri antichi retaggi, sulle nostre credenze popolari.

Si chiama, in gergo cinematografico, lapalissiano meccanismo della paura e della suspense.

Presenze misteriose che ci sono, non si vedono, si colgono, aleggiano al buio e penetrano le coscienze di una massa addormentata e superstiziosa.

Totale oscurantismo (dis)umano di una società tanto tecnologicamente moderna quanto arretrata di mentalità. Inestirpabile nelle sue vetuste, superate convinzioni terribilmente maligne. Sepolte dietro il perbenismo più ripugnante.

Proverbiale umanità che crede ancora nei proverbi e nei detti medioevalistici.

Sospettosa, malevola, diffidente.

Prefazione scherzosa

Ne sono convinto. Posso mettere la mano sul fuoco. E non quello del demonio.

Non indemoniatevi per questa mia uscita. Non è fuori luogo. Non scaldatevi, non demonizzatemi.

Io so esorcizzare le sopravvalutazioni e liberarvi dai dogmi troppo religiosi del Ver(b)o cinematografico dato per assoluto.

Che Dio vi benedica.

Non bestemmiatemi contro.

Su, dai, non fate i preti.

Non siate blasfemi.

Altrimenti, chiamo James Woods di Vampires.

 

Analisi seria e sincera del mio punto di vista, anche goliardica e piccantella

Amici, so che questo mio video vi ha davvero fatto infervorare. Basta leggere i commenti che mi son piovuti addosso su Facebook e sul mio canale YouTube. Li apprezzo tantissimo! Ah ah!

Alcuni, avendo io filtrato i commenti, ho dovuto rimuoverli perché paurosamente offensivi. Meglio dunque seppellirli, subito.

Comunque vi ringrazio. A parte qualche malintenzionato, la discussione si è mantenuta su toni estremamente educati e rispettosi delle idee altrui. Questa si chiama democrazia e armoniosa, bella conversazione giocosa.

Ora, sapete che, a prescindere da una sua seriosità alle volte altezzosa e leziosa, stimo Mereghetti. Perché, sì, spesso si fissa aprioristicamente su alcuni autori per pura antipatia personale. Ed è irremovibile sui suoi lapidari giudizi. Onestamente eccessivi e troppo severi.

Poi, in tempi oramai perduti nel tempo stesso, io mi son approcciato alla Critica, partendo dal suo Dizionario. Ghezzi e altra roba son venuti dopo. Dunque, al Paolo va il mio sentito ringraziamento. È stato il mio insegnante delle elementari cinematografiche. Come diceva il mio professore di Tecnica, degli “alimentari”.

Sì, Paolo non è il primo venuto. Nei suoi video (peraltro ora è invecchiato e, come tale, ha perso qualche colpo) è spesso sin troppo sussiegoso e artefatto. Ma d’altronde non è un attore, pare tutt’ora che sia imbarazzato nel filmarsi. E allora, intimidito dalla videocamera, assume atteggiamenti, come dico io, insostenibilmente borghesi. Composti e fastidiosi. Che volete farci? Dobbiamo criticare un critico perché non è Jim Carrey?

Ma dovreste continuare a leggerlo sul Corriere della Sera ove, al di là di qualche inevitabile refuso e strafalcione, dovuto più che altro al fatto che il pezzo è da pubblicare immediatamente e non si è avuto il necessario tempo di revisionarlo e correggerlo, il signor Paolo è molto perspicace, semplice e diretto, forbito quel tanto che basta, appunto, per tenerlo in considerazione. Perché si fa chiaramente capire dai più competenti e comprendere dai profani. È quindi ammirabile.

Non è un conservatore ma conserva impeccabilmente un bon ton amabile.

Insomma, è molto più “cattivo” di quello che possa apparire. Basta leggere con attenzione alcune sue critiche inaspettatamente, giustamente elogiative di tutto un Cinema sottovalutato e snobbato dai benpensanti.

La sua idiosincrasia per von Trier è conclamata. Ma avrà i suoi motivi e non sono nessuno per contestarlo e confutare le sue tesi.

A proposito peraltro di tesi, il signor Paolo è laureato in Filosofia. Ciò non significa niente? Sì, la laurea è solamente un attestato che invero parcellizza soltanto un credito formativo. Ma non si può neanche dire che qualche libro non l’abbia letto.

Mereghetti ha scritto degli importanti e finissimi saggi su registi immensi.

Dunque, una certa cultura in materia, diciamo, ce l’avrà pure?

Sicuramente è più attendibile di tanti coglioni che parlano di Cinema e non saprebbero neppure dove iniziare per girare il video della Prima Comunione. O no? Sbaglio, forse?

Sì, oggi va di moda parlare di tutto e vendersi per du’ spiccioli, dicendo sempre inopportunamente capolavoro. Limitandosi a recitare roba fritta, ah, regia strepitosa, attori mostruosi, da Oscar, sceneggiatura perfetta, fotografia meravigliosa e altre banalità a buon mercato.

No, non transigo. L’esorcista, ribadisco, non è un capolavoro.

Non so se io sia ateo (a chi dobbiamo domandarlo?), di certo son agnostico. Più che altro sono un tipo ostico, anche rustico.

E ancora rammemoro quel me un po’ disgraziato che si contorceva, timorato di Dio, a recitare il Rosario, pensandosi peccaminoso anche solo se desideravo la donna ignuda de L’esorciccio. Ah, gambe da favola… roba da farti gridare alla Lino Banfi… Madonna dell’Incoroneta! Ah ah.

Didi Perego? No, non facciamo confusione con la campionessa dei quadricipiti, Paola Perego.

Barbara Nascimben? Sicuramente è nata benissimo. È lei? IMDb riporta Nascimben, Wikipedia Nascimbene.

Per IMDb, Banfi è Abbate, per Wikipedia Abate.

Eh sì, anche Ramona Dell’Abate era una da “giochi senza frontiere”. Spudorata, quasi scostumata fosti! Ah ah!

Insomma, chi interpretava la posseduta che io volevo possedere? E che sedere!

Come si chiama(va) questa qui? Ancora campa? No, è morta l’anno scorso, era l’ex di Massimo Ranieri. Sì, ora facciamo un “approfondimento”.

Quindi, L’esorcista è un film che fa ridere i polli se siete atei. Perché, non essendo a livello inconscio, condizionati e suggestionati dal diavolo, ovviamente molte scene vi parranno ridicole. Riviste oggi, assolutamente imbarazzanti.

Ma non è questo il motivo.

Poi, Pazuzu che nome è?

Come dire, vai a Napoli, sotto al Vesuvio, entri in una di queste locande partenopee, in un’osteria-paninoteca ove si abbrustoliscono pietanze farcite, ti siedi e:

– Signore, che vuole che le porti?

– Mah, mi dia questo. Voglio assaggiare. Non l’ho mai sentito. Quali sono gli ingredienti di tale PAZUZU?

– Ah signore. Si fidi. Gli ingredienti non posso rivelarglieli. È una specialità della casa. Poi mi dirà.

 

Finisci di mangiare questo Pazuzu, torna il cameriere:

– Vuole il conto?

– No, è lei che mi deve rendere conto. Dico. Ce ne rendiamo conto? Questo panzerotto, no, Pazuzu, mi ha divorato lo stomaco. Devo al più presto vomitarlo. Veramente, roba da mal di stomaco. Ma che voleva fare? Avvelenarmi?

 

Insomma, L’esorcista è un film che funziona perché, se lo vedi da solo quando sei piccolo, può lasciarti traumatizzato, scioccato come un film per adulti.

A una certa età, dimostra appunto tutta la sua età. È datato. Ha delle atmosfere, soprattutto all’inizio, da brividi, fa paura anche se lo guardi adesso, in realtà.

Ma gioca, appunto, su molte paure ataviche di ogni uomo. La paura di Satana, del babau, del mostro dentro ognuno di noi. Cinematograficamente è assai scarso, addirittura dozzinale.

Tutta la parte centrale è effettistica, esagerata e, ripeto, farsesca.

Nightmare? Stesso discorso. Freddy Krueger è il diavolo bruciato…

Ed è troppo esplicito, vomitevole, da voltastomaco quando il truccatore concia la povera Linda, lordata dal maligno, quindi non più lindissima, e la fa gridare, appunto, come un’indemoniata.

Più che provocare ribrezzo, sembra una di quelle ragazze nerd e dark che, ad Halloween, si lasciano andare ai loro peggiori istinti perché in famiglia hanno subito un’educazione troppo cattolica e quindi, una volta sole in compagnia delle loro amichette, assieme a loro si dà alla pazza gioia vulcanica, liberandosi da ogni repressione contenitiva, ricattatoria, superando ogni turbamento “schizofrenico” e dannandosi istericamente senza freni.

Mettendo in croce chiunque.

 

Sì, L’esorcista è un bel film. Non scherziamo sui mostri sacri, no? Ma non è un capolavoro.

I veri capolavori sottilmente perturbanti di Friedkin sono solo tre: CrusingIl braccio violento della leggeVivere e morire a Los Angeles.

Mah. Che posso dirvi?

Sono un angelo. A volte mi stupisco delle mie genialate diaboliche. Miracolistiche.

Cosa potete farmi? Volete che chieda perdono per essere una persona vera e giustamente cinica?

E un critico che non fa il moralizzatore?

Se volete questo, ok. Però poi non ditemi che dovevo essere più “cruel”.

Di mio, essenzialmente sono una persona molto buona. Mangio anche lo Strudel. Può capitare però che mi possiate trovare un giorno con la luna di traverso. Quando ho un diavolo per capello.

E dovrete penare parecchio per rabbonirmi.

Ma questo fa parte dell’essere umano.

È giusto che lo capiate. L’importante è non farsi mangiare vivi dai demoni interiori.

Dunque, morale della favola, nera o bianca che sia:

se volete continuare a credere a Dio, no, che L’esorcista sia/è un capolavoro, ciò urla vendetta a Cristo e state spudoratamente parlando da miscredenti del Cinema più alto e bergmaniano. Max von Sydow docet.

A proposito, in un film (perdonatemi se non mi ricordo quale), chiedono a Lino Banfi quali siano i suoi attori preferiti. No, non sto scherzando, è vero.

E lui risponde a bruciapelo: Edwige Fenech e MAX von SYDOW.

Un grande, Lino. Linuzzo! La Fenech perché ha recitato, si fa per dire, in molti filmettini con lei e perché, senz’ombra di dubbio, come donna arrapante che può scatenare la nostra parte satanica, non si discuteva. La patata bollente… eh, la Madonna! Un capolavoro di sensualità da donna demoniaca, oserei dire. Ah ah.

La Fenech poi è diventata produttrice de Il mercante di Venezia con Al Pacino. L’avvocato del diavolo!

Max von Sydow perché è un grandissimo.

Se volete dire che è meglio sputare tutta la verità subito prima che il vostro malessere possa condurvi al suicidio, avete ragione.

Meglio espellere il male quando siete ancora in tempo. Altrimenti poi la vostra vita sarà un salario della paura.

Poco salariata, molto salata, bestemmierete da mattina a sera e assisteremo a uno spettacolo immondo. Ah, assistenza sociale!

Mi cadrete in manie religiose per aggrapparvi a qualcosa.

Abbiate fede. Dico la veritas.

Cari Cicciobelli, Ciccio Ingrassia, no, ciccini, io vi esorcizzo.

 

Se infine voleste dirmi che gli enfant prodige hanno sempre spaventato a morte ed era più facile demonizzarli, questo è un problema della vostra coscienza.

Sì, credo che sia proprio così, sapete? Quando sei più adulto degli adulti e ti gridano “mostro” perché è “normale” credere alle schizofrenie, ai miracoli, alle possessioni e alle puttanate varie.

Si chiama falso puritanesimo, al bigottismo più popolaresco e pecoreccio.

Non ci sono altre versioni. Tranne il mio director’s cut.

Parola di William Friedkin?

No, semplicemente di uno che la vede come lui sebbene ritenga L’esorcista un ottimo film ma nulla di più.

Buonanotte.

Quello che posso dire, in totale franchezza, è che Friedkin è un grande. Non solo lui, però.

D’altra parte, solo un genio può fare una cosa del genere.

Gli altri non ci arriveranno mai, poveri cristi.

 

Anni settanta

Ieri, Federico Frusciante ha inserito questo video sul suo canale.

Ove discute, assieme a due suoi amici, di Musica e di seventies.

Mi permetto, così come peraltro già fatto nei miei commenti sotto al video, di puntualizzare.

Potrebbe essere anche, in modo generalista, vero che il Cinema degli anni settanta fosse superiore a quello di oggi.

Non credo sia così. La questione è molto più complessa e se ne potrebbe discutere tutta la vita.

I grandi registi, i grandi artisti esistono eccome. Anzi, oggi più di ieri.

Il livello medio d’istruzione si è alzato esponenzialmente, i giovani sono pieni di risorse che nemmeno potreste immaginare.

È il sistema che è cambiato.

Un tempo, parliamo appunto di quel periodo, la società… e non solo quella statunitense… si trovava in piena contestazione ideologica, sessuale.

La cosiddetta rabbia giovane era a mille, chiunque sentiva dentro di sé il bisogno di esprimersi, di liberarsi dal “demonio”, di sputare tutta la verità.

Era una necessità dell’animo buttare fuori tutto quello che in maniera sacrosanta andava sviscerato.

Ecco allora film come Quel pomeriggio di un giorno da cani. Sulla crisi lavorativa, sull’ira, sul disagio di tante gente disperata.

Un film che sarebbe da mostrare a Salvini quando se ne salta con le sue uscite fasciste davvero terrorizzanti.

Un cinéma vérité.

Forte, rabbioso, pugnace.

In una parola coraggioso.

Oggi invece chi ha più bisogno di denunciare il marcio, di ribellarsi, di essere sfrontatamente, appunto, vero?

Tutto è stato appiattito dall’omertà dolciastra, dalla retorica, da Instagram e da qualche canzonetta “amorosa”.

 

Ecco allora che qualcuno mi dà dell’esaltato, dello sfigato. E mi chiede:

– Sì, ma tu che fai per cambiare le cose?

 

E rispondo: – Anche troppo.

 

E presto vedrete un bellissimo cortometraggio girato con un mio amico.

di Stefano Falotico

Dario Argento è tornato alla regia e io son tornato a essere quello per cui sono nato


17 Mar

argentotop

 

Ora, sento dire da voi di questa generazione che definire Maestro il signor Dario Argento significa peccare di generosità. Di troppa magnanimità. Perché Argento, al massimo, secondo voi, è un discreto artigiano e uno che da più di trent’anni non ha più girato un grande film.

In questo posso darvi ragione. In effetti, Dario, essendo figlio di un’altra epoca, così tanto è stato innovatore e rivoluzionario della stessa in ambito cinematografico, quanto, non sapendosi rinnovare nei suoi, diciamo, canovacci a loro volta passatisti e anacronistici, ha poltrito in un modo di fare Cinema forse sorpassato, senonché macellato da giovani resisti certamente più svegli. Come se fosse stato colto spaventosamente da un sortilegio stregonesco alla pari della sua eroina di Suspiria. E si fosse incantato, in senso lato.

Ma arrivare a dire che l’appellativo maestro bisogna adoperarlo soltanto per gente come Hitchcock, lui sì, oh, maestro vero della paura, delle ossessioni umane più profonde, perverse e recondite, mi pare alquanto irrispettoso.

Come disse, infervorato e adirato a morte, il giornalista calcistico Franco Ordine, quando a Controcampo, la platea a furor di popolo urlò che Figo era una scamorza, Ordine, con urla disordinate e molto arrabbiato, richiamò appunto all’ordine. E declamò, dico declamò, oserei dire sbraitò, gridò un…ma  sapete di chi state parlando? Di un pallone d’oro. PORTATE RISPETTO!

Quindi, si rivolse a Piccinini e gli disse: – Piccinini, ma perché io devo parlare con dei piccini?

 

Ah ah. Invero, questo non lo disse ma lo dico io. Ah ah.

Un momento comunque, oserei dire, epico.

Dunque, a chi, con ignoranza abissale dice che Dario Argento è un semi-cazzaro, io dovrei suonargliele.

Ma lo perdono perché è incosciente. Sì, non ha coscienza di chi Argento è stato negli anni settanta. E di cosa ha rappresentato, non soltanto a livello cinematografico.

L’unico, insuperabile “folle” che ha avuto il coraggio spropositato, dunque ammirevole allo spasmo, di scardinare totalmente i canoni vetusti del Cinema italiano. Fregandosene di quel Cinema amarcordiano, dunque bolso e felliniano, ripiegato su patetici ricordi di gioventù, sul farlocco concepir la Settima Arte come un diario di memorie personali a magnificazione del proprio piccolo mondo sempliciotto e provinciale sin all’osso. Sì, Fellini aveva rotto.

Non fraintendetemi. A Federico riconosco meriti immani, oserei dire disumani. Ma il Cinema italiano, parimenti alla statunitense New Hollywood, appunto, dei seventies, doveva fare il salto di qualità.

Ovvero emanciparsi da storie, sì, belle, lodevolissime del neorealismo, dalle tragedie del dopoguerra ed esplodere, oserei dire, fiammeggiare turbolento in maniera artisticamente invereconda e potente.

E allora ecco che Dario fa una cosa che nessuno, perlomeno quasi nessuno, aveva fatto sin a quel momento.

“Parlare” di storie dell’orrore, aprirci gli occhi sull’incubo chiamato vita.

Se negli States, il grande John Carpenter inventava e tirava fuori dal cilindro il suo archetipico psicopatico per eccellenza, cioè Michael Myers, con Halloween, datato 1978, il signor cazzaro Argento, come dite voi, aveva già girato “filmetti” come L’uccello dalle piume di cristallo4 mosche di velluto grigioProfondo rosso e, appunto, Suspiria, datato 1977.

Vero? Ora io che dovrei farvi? Spaccarvi la capa e accoltellarvi alla mannaia, no, maniera di Myers?

No, sono clemente e vi scagiono da ogni colpa, figlia della vostra smemoratezza, della vostra avventatezza, della vostra impavida, diciamocelo, scemenza. Ah ah.

Sì, Dario Argento, peraltro, sta preparando, a essere precisi, una serie. Ancora le riprese non sono iniziate.

E in streaming, forse su Netflix, la vedremo.

Se dite che Netflix non è il futuro, pigliatevi il drivein. E smettetela.

Sì, dovreste veramente finirla. Andare al cinema è bello, è bello gustarsi i grandi film sul grande schermo.

Ma lo ribadisco, senza vergogna. Le sale d’essai son sempre meno, soppiantate oramai da un ventennio abbondante dalle multisale. Che hanno un parcheggio spazioso e poltroncine confortevoli. Ma devi sorbirti mezz’ora di pubblicità, la folla che, mangiando patatine e popcorn, non capisce niente del film e ti distrae con la sua sguaiatezza.

Poi, la sala, diciamocelo, ha perso oggigiorno valore. Sì, non sto bestemmiando. Un tempo le coppiette andavano al cinema per potersi baciare, lontane dagli sguardi malevoli dei genitori e del film se ne fregavano. I ragazzi marinavano e, quando ancora c’erano gli spettacoli mattutini, s’infilavano in una sala per passare due ore in compagnia dei loro eroi.

Il Cinema, non scordiamolo mai, è nato come intrattenimento popolare. Le sale erano un luogo di ritrovo, di aggregazione. Questo valore le sale l’hanno perso per tante ragioni.

Quindi, è inutile che vi ostiniate, duri come delle capre a combattere Netflix e Amazon.

E ripeto: portate rispetto per il signor Argento.

di Stefano Falotico

Non mi par vero, 1997: Fuga da New York e Fog del mio maestro Carpenter finalmente in Blu-ray it


28 Dec

71iEaMGAe-L._SL1500_618qrPFR4LL._SL1500_Sogno o son desto? Questo 2019, a quanto pare, per noi cinefili e adoratori del maestro inizierà col piglio giusto, nascerà sotto la buona stella.

Ecco, innanzitutto, se non avete comprato il mio libro John Carpenter – Prince of Darkness, un testo che mi sta dando molte soddisfazioni, scritto con straordinaria competenza e amore sentito, rimediate quanto prima. Vi ricordo che lo trovate sulle maggiori catene librarie online, comprese Amazon e IBS.it, nei vari formati. Scegliete voi quello che più vi aggrada e vi stupirete di come, assieme al mio fidatissimo correttore di bozze, puntiglioso e impeccabile, abbiamo svolto un lavoro, oserei dire, eccelso.

Un libro che insomma non può mancare nella vostra libreria. Da sfogliare con dolcezza, parola per parola, da gustare alla follia. Nel seme della follia!

Detto ciò, mi pareva quantomeno doveroso pubblicizzarlo, ché la promozione non fa mai male, anche quando è un po’ spam, ah ah, dicevo… sì, la promozione serve, che volete essere bocciati? Ah, diamine!

Oggi, alla mia mail, è arrivata una missiva piacevolissima quasi quanto l’orgasmo che potreste avere con la vostra donna bramata da anni. Oh, semmai sarà una delusione e lei, dal vivo, v ammoscerà, ma sognare è lecito e immaginare l’attimo nel quale, delicatamente corposi, verrete… affusolati in lei calorosa, lo so, vi mantiene gagliardi, sempre reattivi, onestamente cazzuti. Ritti ed eretti.

Ebbene, in questa epistole elettronica, mi son stati segnalati due Blu-ray che certamente acquisterò, anzi, ho già accattato di prenotazione. E sono questi.

Vedete di guardare il Cinema di John, non annebbiatevi il cervello con puttanate dolciastre e immergetevi, come Jena il bastardo grandioso, nella notte dei vostri trip migliori.

Questo è grande Cinema, altro che le idiozie che, oggigiorno, acclamate. Basta con questa befana vien di notte (ma cosa volete che venga, a me sinceramente non farebbe venire neanche con la pompa…) della Cortellesi. Datele il carbone e ditele che l’attrice celeberrima di Pretty Woman è più figa ed è per questo che Paola non fa la pubblicità della Calzedonia. Ché poi io ho una pelle sensibile e preferisco il bagnoschiuma Neutro Roberts.

Sì, ora capisco perché, a forza di vedere film merdosi, caramellosi, sciocchi e vanagloriosi, quel vostro sogno di scoparvi la vostra donna dei sogni è rimasto, appunto, un sogno andato a puttane…

E ho detto tutto.

Guardate che se non comprerete questi Blu-ray, vi maledirò e, al buio, vedrete i fantasmi che vi fotteranno in culo. Non vi basterà farvi preti. E, se avete visto Fog, sapete perché. Ah ah.

Fidatevi.

 

di Stefano Falotico

Halloween, la notte di Ognissanti di un’Italietta poco san(t)a


31 Oct

Anche i lupi mannari ululano e io vi mostro, miei mostri, tutto il mio sexy beast futurista

A NIGHTMARE ON ELM STREET, Johnny Depp, 1984. ©New Line Cinema

A NIGHTMARE ON ELM STREET, Johnny Depp, 1984. ©New Line Cinema

Halloween

Del sottoscritto credo che molta gente abbia frainteso tutto.

Io son un essere cupo, spesso nichilista, pessimista, dunque profondamente realista. E adoro tutto ciò che è noir, trascendente e onirico, favolistico e metafisico. Lo dimostrano i miei libri e anche i miei gusti cinematografici.

Oddio mio, signore aiutaci. Stasera assisteremo alla solita, ammorbante, carnevalesca sfilata di nani piccolo-borghesi che, pateticamente, emuleranno italicamente la celeberrima puttanata americana della notte di Ognissanti.

È alquanto odioso e riprovevole tutto ciò. Le città vengono invase da frustrati studentelli intontiti da film horror che non hanno capito, per via della loro età sessualmente schizofrenica, degli ebefrenici indomabili pittati in viso neanche fossero gli indiani della tribù Apache.

Ma sono perdonati e perdonabili perché saranno catturati nel sogno da Freddy Krueger e probabilmente, quando dovranno pagare le utenze, si sveglieranno dal torpore e davvero incominceranno a capire i film e soprattutto la vita. E non sperpereranno altro tempo a bruciarsi il cervello di escoriazioni da ribelli masochistici maltrattati dai genitori. In lotta col mondo.

A trent’anni forse rivedranno, con occhi più lucidi e meno ottenebrati dai loro squallidi patemi d’animo, Halloween. E finalmente non confonderanno più Jason di Venerdì 13 con Michael Myers.

Poi, avremo gl’impiegati del catasto che, per una serata carnascialesca e goliardica da Amici miei, accatasteranno i loro reumatismi esistenziali e si daranno alla pazza gioia. Ballando ubriachi con le lor bagasce raccattate alla Festa dell’Unità. Con tanto di porchetta in bocca e le battutine da alcolizzati vivaci di “salame piccante”. Per un’altra nottataccia abominevole di birbanterie…

Dimenticandosi che, 5 min prima di conciarsi per le feste, appunto, erano angustiati nel loro impolveratissimo ufficio a far finta di lavorare, tra un caffè “macchiato caldo” e una sbirciatina alle gambe della segretaria del direttore, canticchiando Annalisa e la sua oscena, smancerosa Un domani!

Se chiudo gli occhi, la vedo, la vita che volevo

Funziona solo nei sogni, mi spiace di doverti svegliare

Svegliare

Ci siamo tatuati, abbiamo fatto errori

Ne vogliamo parlare del video? La signorina Annalisa veste minigonna bianchissima, tanto per scatenare qualche sega, su sfondi di avorio fascisti.

Ottimo, continuiamo così. Sullo zotico che l’accompagna nel video, stendiamo un velo pietoso.

Sì, l’Italia è questa. Come una canzone di Annalisa. Come una pacchianeria della De Filippi, coi suoi amori da nani, da cani, col romanticismo tamarro da tronisti e le dolciastre, al contempo arrabbiate retoriche da 5 Stelle.

Tutti vogliono il reddito di cittadinanza e, nel frattempo, cazzeggiano, illudendosi di essere James Dean, da subnormali tra una (s)figa e l’altra, una bestemmia e un altro cinepanettone.


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di Stefano Falotico

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